Due tipe pericolose

Sara.61
00sabato 10 novembre 2012 17:42
by Sara.61

Claudia e Melissa
Claudia e Melissa erano due pazze scatenate, vivevano insieme, da anni, due lesbiche incallite con un odio per gli uomini innato, erano due sadiche perverse, si divertivano ad umiliare chi gli capitava sotto, picchiavano con cattiveria e godevano nel vedere i loro risultati. Due belle ragazze alte e sinuose, sempre vestite in maniera provocante, frequentavano tutti i posti dove gli sventurati cercavano sesso, e loro promettevano sesso sfrenato per poi torturarli con malvagità, non erano padrone o dominatrici, erano solo tanto cattive. Questa loro cattiveria era aumentata con il passare del tempo, all’inizio si divertivano solo a deridere gli uomini che capitavano casualmente a tiro, essendo belle erano sempre puntate, nessuno a priva vista poteva pensare che fossero lesbiche, loro lasciavano che tutto arrivasse fino al punto di avere un rapporto, e poi se ne andavano ridendo quasi sempre delle dimensioni del sesso oppure con la frase “adesso che ti ho visto nudo mi fai schifo, vai a trovarti qualche puttana di strada”, gli uomini rimanevano di merda con i calzoni calati, umiliati e offesi, ma una sera uno reagì, e colpì Claudia con uno schiaffone, così forte che la sbattè a terra, Melissa che era presente, perché loro promettevano sempre sesso doppio, partì come una saetta, saltò addosso all’uomo, che con le braghe calate non poteva essere molto stabile, e gli diede un cazzotto in faccia con tutta la forze che aveva, l’uomo cadde, Claudia ripresasi iniziò a tempestarlo di calci, imitata da Melissa, colpivano come ossesse, e l’uomo rimase in loro balia ormai quasi svenuto, lo picchiarono selvaggiamente, e lo lasciarono li a terra in una camera d’albergo, scapparono in fretta. Non avevano avuto ritorsioni di sorta, e da quella sera gli incontri con gli uomini che abbordavano finivano sempre con pestaggi o torture che duravano una notte intera. Avevano anche frequentato locali dove potevano trovare dei masochisti, ma non si divertivano, volevano uomini pieni di paura, che all’inizio partivano spavaldi e poi venivano usati come tappeti da battere, e loro battevano e come battevano.


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pio.M
00sabato 10 novembre 2012 21:19
continua!!!

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Sara.61
00domenica 11 novembre 2012 17:48
Seconda parte
“Questa sera voglio divertirmi un po’, quindi cerca di assecondarmi, ho visto un tipo che fa al caso nostro, vedi quello al bar che stà bevendo una birra?” era un uomo sui cinquanta, senza capelli, vestito con un doppiopetto blu, piccolino, brutto, ma si vedeva che era danaroso, l’abito era di marca, aveva un rolex in evidenza e sorrideva inebetito alla barista. Claudia era eccitata, e voleva che Melissa l’assecondasse, da un po’ di tempo non avevano fatto nessun giochetto, la loro passione come vi ho detto, era quella di adescare un poveretto, di eccitarlo e poi farne una pezza da piedi per una notte fino a ché non si stufavano. “adesso ci vado e ce lo portiamo via, vedrai che ci metto due frasi, e quello parte” senza aspettare che Melissa protestasse partì all’attacco, Melissa era la meno aggressiva, se così si può dire, era cattivissima anche lei, ma aveva qualche limite in più di Claudia, che invece faceva paura e non si controllava per niente. “salve, com’è la birra in questo posto, buona?” l’uomo si girò verso di lei sorridente “buona, buona, però a me piace bere in compagnia” quello era un bar d’incontri e gli avventori non perdevano certo tempo in chiacchiere, “la compagnia è ottima se vuoi, addirittura doppia” L’uomo non aspettava altro non aveva capito la battuta di Claudia, si mise a squadrarla, una bella donna sui trenta biondo platino gambe lunghissime ben in esposizione da una gonna corta e due tacchi da vertigine, era più alta di trenta centimetri e lui la guardava dal basso come un cretino, il malcapitato era già gasato “mi chiamo Giovanni, e tu? “ “Claudia, ti presento anche la mia amica, vieni Melissa” l’altra si avvicinò con passo elegante, era una mora alta più di Claudia anche lei gonna corta metteva in mostra due gambe muscolose su delle scarpe in vernice nera alte con un tacco da dodici, entrambe non avevano calze, e le gambe abbronzate erano eccitanti. Giovanni era già in tiro, “sai noi siamo sempre in due, compagnia doppia, godimento doppio” Giovanni restò sorpreso “ehh, non so se sono in grado con due sventole come voi” sempre con il sorriso,”non ti preoccupare ci sapremo accontentare” sibilò Melissa.
La stupidità di Giovanni non gli permetteva di farsi domande, i suoi soldi lo rendevano presuntuoso al punto giusto, Claudia lo prese sottobraccio “vieni Giovanni abbiamo la macchina se vuoi andiamo da noi, saremo belli tranquilli” senza tentennare si avviarono all’auto, Giovanni tornò indietro a pagare il conto, “vedi Melissa, questo è cretino e basta, pensa che due come noi l’abbordiamo e lo facciamo scopare come un riccio, e magari pensa anche di infilarcelo in bocca, quindi è giusto dargli una sonora lezione” Melissa ridendo “hai ragione è più che giusto, in bocca gli infilo la mia scarpa fino in gola”

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Navpanax
00lunedì 12 novembre 2012 22:47
:)
bello e intrigante :)
Sara.61
00martedì 13 novembre 2012 18:34
Terza parte

Arrivarono all’appartamento che le due condividevano al secondo piano di una villetta in periferia, l’avevano fatto sedere dietro, e per tutto il tragitto lo avevano adulato per il suo abbigliamento di classe, scesero sempre sorridenti e gentili, ma appena arrivati davanti alla porta di casa mentre Claudia apriva Melissa lo spinse dentro malamente rifilandogli un calcio nel culo con una forza spaventosa, Giovanni perse l’equilibrio e finì a terra, era stupito “hei che ti prende Melissa sei pazza” la risposta fu di Claudia uno schiaffone in pieno viso “ahh, siete ammattite” Claudia gli prese il mento fra le mani “stai zitto coglione, cosa credevi, di scoparci, tu al massimo puoi farti una sega mentre ci lecchi le scarpe” Melissa gli piantò il tacco nelle palle bloccandolo a terra, Giovanni cercava di divincolarsi, ma le due erano fortissime le immobilizzarono, e mentre Melissa lo teneva fermo Claudia lo schiaffeggiava pesantemente, “se non ti ribelli è meglio per te, spogliati nudo” Giovanni rosso come un peperone “non ci penso neanche, lasciatemi andare e finisce tutto qua” gli arrivò un calcio nelle palle che lo piegò in due, Melissa lo lasciò cadere “ahhhhhhhhh, nohhh” Claudia era già tutta eccitata, “spogliati oppure di do tanti di quei calci nelle palle da castrarti, hai capito merda” Giovanni ora capiva, non aveva scelta, ed iniziò a spogliarsi, le due ridevano della sua nudità e Melissa gli prese fra le dita l’uccello “ma dove vai con questo cosino” e giù a ridere, ora era nudo, dolorante davanti a loro, Claudia si sedette sul divano, il salone di quell’appartamento era enorme, ma era arredato solo da un divano ad angolo, e da due piccoli mobili, per il resto era una piazza d’armi con tre porte chiuse, Melissa scomparve velocemente, dietro una di quelle porte, “vieni qui, a quattro zampe e leccami le scarpe, hanno bisogno di una pulita, non mi piace camminare in casa mia con le scarpe sporche, puliscile bene che sono impolverate” aveva delle decoltè bianche con due centimetri di zeppa ed un tacco a stiletto, infatti erano sporche, e non poco, Giovanni non si decideva, Claudia si alzò e lo prese per un orecchio, sembrava che glielo volesse strappare, e lo portò a forza vicino al divano “ti ho detto di leccare le mie scarpe” e per convincerlo meglio gli allungo un calcione nelle costole “ahhhhhh, stai ferma troia” ed allora si beccò una serie di calci sempre nello stesso punto, che lo fecero accartocciare su se stesso, vide la scarpa vicino alla sua bocca, ed iniziò a leccare, Claudia si sedette comoda “bene, vedi fare un bel lavoro, soprattutto la suola, altrimenti te le rompo le tue costole di merda una ad una” Giovanni con uno schifo tremendo leccava aveva paura, forse una costola era già rotta, Claudia gli girava la scarpa in modo che non tralasciasse nessuna parte, lui ormai teneva la lingua esposta e lei gli strisciava la suola premendo, era una pulizia accurata, gli passava anche i bordi “dai tutto il tacco, prendilo tutto in bocca e usa la lingua scemo” la bocca di Giovanni era tutta impiastrata di sabbia e polvere, avrebbe voluto sputare, Claudia se ne accorse, lo riprese per il solito orecchio “inghiotti, se sputi ti strappo l’orecchio” e Giovanni a malincuore deglutì, gli veniva da vomitare, in quel momento tornò melissa, gli diede un calcio nel culo esposto “girati coglione” aveva una corda di nylon, gli legò le palle e teneva la corda come un guinzaglio, tirandolo a se Giovanni la seguiva per diminuire il dolore “ma voi siete matte, cosa vi hò fatto?” Claudia lo guardava con disprezzo “sei sfigato, ecco cosa hai fatto, sei solo sfigato, tra tutte hai incontrato le peggiori” Melissa lo strattonò e lui urlò di dolore “Ahhhhhhhhhhhhh, me lo strappi” senza pietà, “aventi lecca le mie scarpe” ma Claudia intervenne “eh no, deve finire con me ne ha ancora una” ci mise un buon quarto d’ora a ripulire tutte le scarpe delle sue aguzzine, Melissa lo costrinse a fare un lavoro assiduo sulle sue suole che ora splendevano umide della sua saliva, “hai visto Melissa, non è male come lecca scarpe” lo fecero mettere davanti a loro carponi, ed appoggiarono entrambe le gambe sulla sua schiena rimirandosi le scarpe pulite dalla sua lingua e tormentandolo con i tacchi, Melissa lo teneva in tiro con la corda, ed ogni tanto strattonava facendolo grugnire “mi sembri un maiale, il maiale Giovanni” poi lo spinsero via e lo fecero girare a pancia in su, Claudia gli salì sul petto reggendosi in equilibrio con l’aiuto di Melissa “adesso ti cammino un pochino sopra a questo tuo corpo flaccido, così mi si asciugano dalla tua saliva schifosa” e così dicendo gli camminava proprio su tutto il corpo, facendo pressione con i tacchi, che gli entravano nella carne e lasciavano dei segni rotondi, ogni tanto gli pestava l’uccello e Melissa tirava la corda, per Giovanni era un supplizio, non contente salì anche Melissa, il tutto era insopportabile, lui si contorceva, Claudia perse l’equilibrio, e gli strisciò il petto con il tacco, subito una riga rossa prese forma ed iniziò ad uscire del sangue “ahh voi volete ammazzarmi, vi prego lasciatemi andare” Giovanni stava piangendo, e la cosa eccitava ancora di più le due lesbiche, che in piedi su di lui si baciavano con passione, sbattendosene delle sue urla, anzi Melissa cercava di tappargli la bocca con la suola della sua scarpa, poi scesero dal loro tappeto umano, e si risistemarono sul divano, il laccio si era sciolto durante il calpestamento, così Claudia glielo mise al collo come un vero guinzaglio, “ora sarai il nostro cagnolino, vieni ti faccio sgranchire un pochino” e così lo fece girare per il salone tenendolo come un cane, “vedi che sei proprio un cane, vedrai che ti abituerai, questa è la tua posizione, vediamo se sei anche capace di fare il cavallo,” e gli salì sulla schiena, con i talloni lo colpiva per spronarlo “dai cavallino galoppa” Giovanni non sapeva come venirne fuori, quelle due erano pericolose, chissà dove potevano arrivare, le ginocchia gli dolevano, se rallentava i talloni di Claudia lo colpivano violentemente sui fianchi “Melissa lo vuoi provare il mio cavallo?” ed allora toccò a Melissa, che era anche più pesante, Giovanni crollò facendo cadere Melissa, che per punizione lo riempì di calci con quelle punte assassine, non aveva nessuna cautela colpiva dove capitava di destro e di sinistro, fino a ché non fu esausta, “mi fai stancare cavallo del cazzo, sei pazzo a farmi cadere, io ti ammazzo se lo rifai un’altra volta hai capito?” lo lasciarono li a terra dolorante, e loro sul divano avevano iniziato un sessantanove da urlo, con tanto di mugolii di soddisfazione, erano due cagne in calore e si stavano soddisfacendo a vicenda, si leccavano dolcemente, per Giovanni quello che poteva essere un bello spettacolo, era invece un incubo, due lesbiche pazze lo stavano massacrando, vennero copiosamente con urla di piacere, gli tirarono le loro mutandine in testa prendendolo in giro. “tieni stallone lecca anche queste”.
Giovanni era pieno di lividi, terrorizzato, non sapeva cosa fare le forze lo avevano abbandonato, e poi con quelle due un’azione di forza non avrebbe avuto sicuramente un esito positivo, provò la strada dei soldi, “vi prego signore lasciatemi andare, posso pagare, ditemi se volete dei soldi, quello che volete vi prego” la sua voce flebile eccitava quelle due maledette “che cazzo vuoi pagare, siamo ricche stronzo, tu puoi pagare solo con la tua sofferenza, solo quella ci fa godere, non l’hai ancora capito” Claudia spense tutte le sue speranze.

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