una fantasia in forma di racconto (o viceversa) sul mondo BBW
Il tappeto della grassona.
Lo osservai, steso a terra, come accartocciato su se stesso, in posizione fetale. Era completamente nudo, salvo per un paio di mutande, o, almeno, quello che ne era rimasto ed era talmente immobile da sembrare che non respirasse nemmeno più.
La sua padrona era uscita dalla stanza qualche istante e lui ne aveva approfittato per cercare di respirare meglio, assumendo una posizione fetale.
Aveva l'occhio destro semichiuso, quasi come se non fosse più funzionante, tutto il suo corpo e anche la sua faccia apparivano appiattite, pensai che per lui la vita e tutto quel che per lui ne sarebbe rimasto, doveva essere molto molto dura.
La sua padrona si chiamava Jenny, aveva 31 anni, era alta quasi 1,90 ed era decisamente massiccia, sovrappeso per non dire quasi obesa.
Da che la conoscevo era sempre stata così, aveva sempre avuto problemi di peso, nonostante dicesse, da sempre, che era a dieta e che un giorno o l'altro sarebbe dimagrita. Forse non ci credeva neppure lei mentre lo diceva, sebbene sapesse forse anche lei che con almeno una ventina di chili in meno sarebbe stato un vero schianto di ragazza.
Aveva un viso molto piacevole, dei lineamenti dolci, seppure pieni, gli occhi scuri e i capelli biondi alla spalla, mossi
Non ero mai stato a casa sua e questa era la prima volta che potevo osservare da vicino il tappetino che viveva sotto di lei.
Jenny rientrò.
Eccomi qua, ti ringrazio che sei stata a guardia sua, anche se poi alla fin fine non penso si sarebbe mai mosso di lì...ti chiedo scusa se non ti ho permesso di utilizzarlo ma a lui non piace essere sotto ad altre ragazze.
Distrattamente dette una piccola pedata al suo tappetino affinché si stendesse offrendo il suo corpo e, altrettanto distrattamente gli salì addosso con i suoi piedi nudi, mentre lui accolse il suo peso con un 'ouff!'.
Ma quanto tempo ti durano?
Mi durano...che cosa?
Quei cosini, quei tappetini da piedi.
Sembrò solo in quel momento accorgersi di avere qualche cosa sotto i suoi piedi e spostò via dalla faccia il suo piede che, come l'altro, era enorme rispetto al corpo che vi era disteso.
Beh diciamo che questo è abbastanza a buon punto e direi che ce l'ho...da...da quasi un anno. Si in genere mi durano più o meno quello.
Si si vedo, ma sei sempre in piedi su di lui?
Beh, insomma si, dipende quello che devo fare ma di norma è sempre sotto di me, se non sono in piedi, è sotto il mio tavolo o da altre parti, ma l'ho educato bene e lui sa benissimo che quello è il suo posto naturale e non riesce a fare a meno di vivere sotto i miei piedi.
Con la mano il tappetino provò a sfiorare l'enorme piede nudo sul suo torace, lei lo osservò, capì che il suo peso non lo faceva respirare e andò a posizionarlo nuovamente sulla sua faccia già appiattita.
Cosa intendi che non può farne a meno?
Beh, esattamente quello che ho detto, vuoi vedere?
Jenny scese dal suo corpo, lui riprese per un istante la sua posizione raggomitolata, respirando con fatica ma poi osservando i suoi piedi li vicino, prese ad accarezzarglieli e a baciarglieli, facendo segno, quasi pregandola che salisse di nuovo su di lui.
Cioè? Fammi capire bene: tu lo stai massacrando giorno per giorno sotto il tuo peso e lui non desidera altro che essere calpestato da te?
Beh si più o meno, esattamente. L'ho educato bene, non ti pare? E' schiavo e dipendente dei miei piedi nudi, ne cerca il contatto e di starci sotto il più possibile, com'è naturale nel suo ruolo. Per lui è come se fosse una droga: sta male come se gli mancasse qualcosa quando non lo sto utilizzando ma quando gli sono sopra sta anche peggio e sa che un giorno o l'altro i miei piedi lo uccideranno. E' vero che lo sai?
Il suo tappetino se ne stette immobile come se non avesse capito ma con il piede destro lei gli mosse la testa perché facesse cenno di aver capito, era terribile vedere quanto fosse la differenza di dimensioni tra lei, enorme, che era sopra e lui, piccolo, schiacciato sotto il suo peso.
Secondo me lui vorrebbe essere liberato da te e dal tuo peso, se potesse scegliere...
Non penso proprio: vuoi che te ne do altra dimostrazione?
Per cercare di dimostrarlo ulteriormente, Jenny si allontanò da lui.
Lui con molta fatica, cercò di strisciare verso di lei, senza distogliere mai lo sguardo dai suoi piedi nudi nemmeno un istante e lei per un po' giocò ad allontanarsi, per vederlo faticare e cercare di strisciare sotto di lei.
Vedi, nemmeno volendolo riuscirei a non averlo sotto i miei piedi, ma d'altronde è li esattamente che io lo voglio!
Si fermò, vedendolo sfinito e si sedette su una sedia, permettendo che lui si avvicinasse.
Non appena le fu vicino, lei gli porse la pianta del piede nudo, io notai ancora una volta la grande differenza di dimensione tra quello che era il suo corpo e lei, tra la sua faccia e l'enorme piede nudo che era in attesa.
Lui abbracciò il suo piede, iniziò a ricoprire la sua pianta di baci che poi divennero presto leccate e vidi che stava cercando di asportare quanto più in fretta che riusciva tutto lo sporco che sotto si era accumulato, a causa del fatto che aveva camminato a piedi nudi.
Purtroppo per lui, sudo molto ma penso che il mio sudore, oltre a renderlo sempre così diciamo...arrossato...abbia avuto un ruolo determinante per la sua educazione.
Notai che ora, dopo averla leccata, andava a cercare il suo odore sotto le dita dei piedi, aspirando con forza dal suo naso appiattito, cercando il suo odore sudato dove probabilmente ce n'era di più.
Quindi decise, con profonda adorazione, di provare a massaggiarla e si stese sotto, tenendogli in alto il piede per poter leccare i nudi talloni mentre massaggiava con le mani la pianta.
Ma, d'improvviso, come se avesse esaurito le forze, gli cedettero le mani, lasciò cadere il suo piede che andò a colpirgli con violenza la faccia, sentii il rumore del colpo e notai che lei non aveva fatto nulla per frenare la caduta del suo piede sulla sua faccia.
Ecco, penso che per un po' abbia esaurito le forze: ora starà lì a farmi da tappetino appoggia piedi per buona parte della giornata.
Li guardai ancora con stupore.
E' davvero incredibile quel suo...quel suo attaccamento verso...verso...lo stare sotto i tuoi piedi.
Eh, te l'ho detto: i miei piedi sono la sua droga, non riesce a farne a meno.
Ma...come hai fatto...a ridurlo, cioè...ad educarlo così?
Jenny mosse i suoi enormi e pesanti piedi, accarezzando pesantemente con uno la faccia e con l'altro il torace. Vidi che le sue mani con fatica avevano trovato il piede sul torace e cercavano debolmente e goffamente di accarezzarlo.
Non è stato poi così difficile, lo sai? Ne ho scelto uno fortemente feticista e l'ho utilizzato per giorni interi a leccarmi i piedi, senza mai dargli nulla da mangiare, se non qualche briciola che però prima schiacciavo bene sotto di me. Per almeno dieci giorni non mi sono lavata mai i piedi e non l'ho mai toccato nemmeno per un istante se non con i miei piedi.
Cioè, lo hai fatto vivere solo con i tuoi piedi e per i tuoi piedi?
Esattamente, gli vietavo perfino di alzare lo sguardo da essi per tutto il giorno e me li facevo baciare e leccare di continuo anche se erano sudati e puzzavano molto.
Ma...non si è mai ribellato?
Poche volte ma è bastato calpestarlo o colpirlo un po' perché smettesse salvo poi costringerlo, quando si riprendeva, a ringraziare e a leccare i piedi che lo avevano colpito. Lo tenevo sempre con lo sguardo fisso ai piedi, mai a me ed era a loro che si doveva rivolgere per ringraziarli ed adorarli.
Notevole...ma quando sei con altre tue amiche?
Oh ma è molto raro che le faccio salire in casa mia, lui deve avere solo in mente i miei piedi, sempre nudi e sudati e non l'ho mai fatto utilizzare da nessuna di loro. Ricordati che sono io la sua droga...
Detto questo si rimise in piedi su di lui, prese a calpestarlo per bene su tutto il corpo ormai appiattito e provò a stare ferma qualche minuto sulla sua faccia che era talmente schiacciata che sotto di lei quasi non si vedeva più e sembrava che stesse camminando sul pavimento.
Proprio in quel momento suonarono alla porta.
Lei scese a vedere mentre il tappetino provò a riprendersi e a respirare mettendosi nella solita posizione raggomitolata: notai su di lui un paio di impronte che prima non aveva.
Scusami, Giulia, devo uscire un attimo, puoi rimanere ancora li qualche minuto?
Certo, vai pure!
La storia mi aveva incuriosito, di come lei l'avesse sempre tenuto fuori dal contatto da qualsiasi altra donna e da qualsiasi altra parte di se che non fossero i suoi piedi.
Non appena si riprese, il tappetino incominciò a lamentarsi, non riuscivo a capire bene quello che diceva ma sembrava che chiedesse con le poche forze rimaste, che su di lui ci fossero di nuovo i piedi di Jenny.
P...ppp....piedi...
Iniziò ad agitarsi in modo scoordinato e a me venne da pensare quasi come ad una crisi di astinenza, reclamava con tutte le forze rimaste che i piedi della sua padrona tornassero a schiacciarlo.
Sapevo che Jenny era molto gelosa ma nonostante quello la situazione mi incuriosiva, anche perchè lo vedevo agitarsi sempre di più.
Mi tolsi i sandali e mi avvicinai.
Continuava a chiedere dei piedi ed io avvicinai i miei alla sua faccia.
Gli salii addosso col mio peso, molto minore di quello della sua padrona e forse per quello si accorse che su di lui non c'era Jenny.
Parve acquietarsi e stette fermo, pensai di averlo calmato ma improvvisamente mi afferrò e per poco non caddi su di lui.
Proprio in quel momento rientrò Jenny, non l'avevo sentita e temetti che si sarebbe arrabbiata ed invece si mise a ridere.
Te lo avevo detto che non ama avere altre ragazze su di se, lui vuole solo me!
La osservai, rialzandomi, lei si avvicinò e gli mise un suo piede nudo sulla faccia.
Immediatamente si calmò, aveva riconosciuto l'odore per lui familiare.
Vedi, oramai l'ho ridotto ai minimi termini, oramai buona parte delle sue ossa state fiaccate dal mio peso e penso che dopo avergli schiacciato la faccia così tante volte, non riesca più a percepire molto del mondo che lo circonda. Ma lui non vuole che stare lì dov'è adesso, ossia esattamente sotto i miei piedi.
Si si....vedo...
Ed ora, se vuoi puoi andare o rimanere. Farò su di lui un po' di esercizi, lo userò come step aerobico e come tappetino per gli esercizi fino a che mi sarò stancata...e lui...beh...probabilmente dormirà, diciamo così eheh.
Mi sedetti sulla sedia, rimettendomi i sandali.
Lei salì con il suo peso nuovamente su di lui prima posizionandosi completamente sulla sua faccia e poi sul resto del corpo.
Lui incominciò a gemere per il dolore, lo vidi incavato sotto il suo peso, mentre iniziava a muoversi, camminando su di lui.
Già, te lo avevo detto che sono a dieta?
FINE