Lorenzoslave
00mercoledì 12 novembre 2014 16:23
Vorrei farvi partecipi di questo racconto trovato su Diana the valkirye che a me è piaciuto moltissimo. Da come è scritto, tutto fa pensare ad una storia vera e questo me lo ha reso ancor più godibile.
Buona lettura



LULU Parte prima




Non immaginavo che sarebbe stato cosi' difficile mettersi davanti al computer
ed iniziare a scrivere. Adesso capisco quello che provano gli scrittori veri
davanti ad una pagina bianca, il famoso blocco dello scrittore. Ma io non sono
certo una scrittrice e voglio solo raccontarvi alcuni episodi della mia vita e
avevo intenzione di fare un inizio sfolgorante ed invece saro' costretta ad
andare sul banale. Dunque, il mio nome e' Luana. Brutto nome lo so. C'e' stato
un periodo della mia adolescenza in cui ho persino odiato i miei genitori per
avermi messo un nome del genere. Sara' andato bene ai loro tempi, ma per una
come me, nata nella seconda meta' degli anni ottanta, circondata da un nugolo
di Fede, Ludo. Miki, Franci e Gio', ovvero Federica, Ludovica, Michela,
Francesca, Giorgia e via discorrendo, il nome che avevo era un grosso macigno
da portare, soprattutto se pensate con cosa fa rima. Ad ogni modo, le persone
care mi chiamano Lulu' e non so se la situazione migliora di tanto. Per
concludere la mia breve presentazione, ho 27 anni, sono laureata in economia,
lavoro in uno studio contabile e tra pochi mesi mi sposo. A questo punto le
domande sorgeranno spontanee. Che cosa sto per scrivere e perche' la scrivo?
Alla prima domanda la risposta e' che potrete solo scoprirlo pian piano leggendomi, mentre le risposte alla domanda successiva è piuttosto complicata. Perché dunque mi metto a raccontare una parte molto segreta della mia vita? Perche' ne sento un gran bisogno. Devo farlo, devo sfogarmi. Potrei farlo con un psicologo ma probabilmente non mi accontenterebbe del tutto. Ovviamente, ne ho parlato prima con l'uomo che sto per sposare e, visto che lui e' sostanzialmente
d'accordo, mi sono decisa a farlo. Ma mi sono decisa anche perche' alcuni mesi
fa mi e' capitato di leggere una storia che ha alcune incredibili analogie con la mia, scritta proprio da una donna. Una storia presumibilmente vera che mi ha affascinato a tal punto da farmi prendere questa decisione. Vi premetto che la mia sara' molto meno lunga e molto meno trasgressiva, ma non certo banale. Sicuramente non banale per me, visto che racconta forse la parte piu' interessante della mia vita.
Devo pero' tornare indietro di oltre dieci anni, a quando ero una sedicenne e
frequentavo con alterne fortune il liceo scientifico. La mia famiglia era una
classica famiglia della media borghesia. Papa' era direttore di una filiale di
un grande magazzino, mamma casalinga tutta dedita al marito e ai figli e avevo
un fratello dodicenne, rompiscatole come ogni fratello minore che a quel tempo
credevo di odiare e che invece mi sono accorta poi di adorare. Di ragazzi
neanche l'ombra. E tutto per colpa mia. Mi vestivo e mi comportavo come un
maschiaccio, indossando sempre jeans che di femminile non avevano niente,
maglioni di almeno due taglie superiori, scarpe da tennis sempre ed ovunque e di truccarmi neanche mi passava per la mente. Il comportamento era adeguato. La mia camminata era quanto di piu' lontano dall'essere sensuale e femminile e mi piaceva addirittura giocare a pallone con i maschi, frequentandoli come se fossi una di loro e soprattutto ero..... una giovanissima cintura nera di karate. Avevo collezionato fino ad allora una miriade di medaglie, coppette, targhe e
riconoscimenti di ogni genere e potevo considerarmi senz'altro una karateka
con prospettive decisamente luminose, una mini campionessa, insomma. Mini nel
senso dell'eta' in quanto fisicamente potevo considerarmi gia' donna. Ero
abbastanza alta per la mia eta' e sfioravo il metro e settanta, il seno mi era
cresciuto quando avevo tredici anni ed era in quel periodo gia' alquanto
florido e sembrava che fossi decisamente sovrappeso o comunque tale mi consideravo. Non cicciona. Le mie gambe erano tutto sommato nella norma ed il sedere altrettanto, ma la parte superiore, il busto insomma, dava l'impressione che fossi piu' grassa di quello che effettivamente fossi, colpa forse del mio
abbigliamento. Il tutto per la disperazione di mia madre che era invece il
concentrato della femminilità e che mi diceva che io ero una bella ragazza che
pero' non si valorizzava affatto. E' difficile spiegare cosa mi passasse per
la mente in quel periodo della mia vita. Mi vedevo brutta ma nello stesso
tempo non facevo nulla per migliorarmi, come se fossi bloccata
psicologicamente, anche se, tutto sommato, la mia vita scorreva abbastanza
piacevolmente e mi ero creata il mio mondo, un mondo dove l'aspetto fisico era
di pochissima importanza e dove avevo le mie soddisfazioni, a cominciare
proprio dalla palestra dove il mio insegnante mi incoraggiava e mi coccolava
dicendomi che se avessi continuato ad allenarmi con quella serieta' ed
intensita', nessun traguardo mi era precluso, nemmeno quelli piu' trionfali.
Tornando al mio aspetto fisico, mia madre in effetti, non aveva neanche tutti
i torti ed il suo giudizio nei miei confronti non era completamente offuscato
dall'amore che nutriva nei miei confronti ed era supportato da giudizi
concreti. Tanto per cominciare, il mio viso non era affatto male, il naso era
adeguato all'ovale del volto, la bocca la potevo senz'altro definire piu' che
discreta e gli occhi neri mi davano uno sguardo intenso e non banale. I
capelli poi, erano lunghi e, quando li spazzolavo, erano di un bel nero
lucente anche se io li portavo sempre arruffati o legati. La mia carnagione
era decisamente scura, quasi da sudamericana ed in questo avevo ripreso
senz'altro da mio padre. Ma innanzitutto, cio' che diceva mia madre non potevo
prenderlo in considerazione e poi non avevo tempo di trascorrere ore davanti
allo specchio con tutto quello che avevo da fare, tra scuola, palestra e
amicizie. A scuola si era addirittura sparsa la voce che fossi lesbica. Non
che abbia niente contro di loro ma io ero eterosessuale e, malgrado il mio
comportamento, mi piacevano i maschi e soprattutto avevo preso una cotta per
Yuri, quinta A, il bello del liceo. E non ero la sola. Tutte le ragazze della
scuola sbavavano per lui e io sapevo che ne aveva avute a dozzine di ragazze,
ma che erano tutte durate pochissimo. Per ogni ragazza, che naturalmente
doveva essere bellissima, mettersi insieme a Yuri significava aver raggiunto
la vetta e aver soddisfatto il massimo delle aspirazioni e poco importava se
dopo una settimana venivano regolarmente scaricate dopo esserci andate a
letto. La prossima prescelta pareva essere proprio una mia compagna di
classe, fisico da ragazza ponpon, sempre vestita e truccata come se andasse ad
una festa invece che a scuola. Era ovvio che io non potevo competere con
ragazze del genere ed aspirare a uno come Yuri, bello come un dio greco, alto
e muscoloso, un sorriso che mi faceva quasi svenire, un viso maschio e
perfetto, capelli castani che avrei pagato chissa' cosa per poter accarezzare,
pertanto mi misi ben presto l'anima in pace. Sapevo rimanere con i piedi ben
piantati per terra e non mi ero mai fatta alcun tipo di illusione, anche se,
ovviamente, continuavo a sognarlo e a desiderarlo. Ma il diavolo fa le pentole
e non i coperchi. Verso la meta' dell'anno scolastico capito' quello che
cambio' poi la mia vita. La prima parte della giornata era stata normale,
l'arrivo a scuola, le lezioni, la sigaretta fumata all'ora di ricreazione al
bagno che pareva una camera a gas e la chiacchierata con Fabiana, la mia amica
del cuore, mentre uscivamo da scuola. Tutto rientrava nella normalita'. A
questo punto devo fare una precisazione. A parte Fabiana, con la quale mi
conoscevo fin dai tempi delle elementari e che era appunto la mia migliore
amica, nessuno sapeva del fatto che io praticassi con cosi' notevole profitto
una palestra di karate. Era stata proprio un'idea di Fabiana che aveva
constatato come, durante la frequentazione delle scuole medie, i ragazzi mi
evitavano come la peste appena venivano a sapere che facevo arti marziali e di
conseguenza, evitavano lei che stava sempre insieme a me. Non che le cose
fossero migliorate al liceo, come ho detto prima. Non per me almeno, in quanto
Fabiana un paio di ragazzi in quei due anni e mezzo li aveva trovati.
Dunque, una giornata normalissima fino al momento di prendere il motorino,
togliere la catena, prendere dal sottosella il mio casco e quello di Fabiana
che, abitando vicinissima a casa mia, veniva abitualmente con me e accorgermi
che, pochi metri piu' a destra, un paio di ragazzi stavano sbraitando contro
Andrea, un mio compagno di classe, il secchione del terzo B. E del secchione
aveva tutto, persino i lineamenti e i classici occhiali, ma era veramente un
bravo ragazzo e mi aveva passato piu' volte il compito in classe di
matematica. A parte questo, Andrea mi stava simpatico e mi faceva tenerezza e
mi avvicinai per capire di cosa si trattasse. I due che stavano alzando la
voce contro Andrea appartenevano al terzo A. Si diceva che fossero di buona
famiglia ma molto stronzi e mi ricordo che si chiamavano Edoardo e Leonardo.
Mi avvicinai ad Andrea e per capire meglio mi tolsi il casco e lo lanciai a
Fabiana
- Che succede Andrea? Perche' questi due ce l'hanno con te?-
- Mi hanno preso le chiavi del motorino e non vogliono ridarmele- Che stronzi!
Approfittarsi cosi' di un ragazzo piu' debole. Mi sali' improvvisamente una
rabbia che pero' seppi controllare. Non ero un'attaccabrighe e volevo evitare
di dare spettacolo fuori scuola. Gia' le dicerie nei mie confronti erano
piuttosto pesanti, non mi andava certo di mettermi a fare sfoggio di karate
davanti a tutti e cercai di mediare
- Bene ragazzi, il gioco e' terminato. Date le chiavi ad Andrea e tutto
finisce qui- Stavo con il braccio destro in avanti e con la mano aperta in
attesa delle chiavi. Edoardo e Leonardo nel frattempo, avevano assistito alla
breve chiacchierata tra me e Andrea ridendo come pazzi e quando mi misi in
mezzo si fecero piu' seri
- Fatti i cazzi tuoi Luana. Daremo le chiavi ad Andrea quando lui ci
promettera' di fare quanto gli abbiamo richiesto-
- Di cosa si tratta?- feci incuriosita ad Andrea, ma il mio compagno di classe
rimaneva zitto, sicuramente impaurito delle conseguenze che avrebbe potuto
avere se mi avesse detto cosa quei due volevano da lui. Intanto, una piccola
folla si era radunata. Una ventina di miei compagni di scuola avevano
circondato il luogo dove stavamo discutendo. Io, malgrado la curiosita' su
cosa quei due volessero da Andrea, volevo andarmene a casa ma, per un senso di
giustizia, volevo che prima restituissero le chiavi del motorino e provai
un'altra volta
- Avanti ragazzi. Non me ne frega niente degli affari vostri e di Andrea, ma
ridategli le chiavi e mandatelo a casa- Stavolta uno dei due, quello che si
chiamava Edoardo, venne minaccioso verso di me, spingendomi addirittura sul
petto
- Ma perche' non decidi di farti i cazzi tuoi una volta per tutte. Sono affari
nostri e per il tuo bene non ti intromettere. Se finora te la sei cavata e'
solo perche' non ci piace mettere le mani addosso ad una femmina- Stavo per
andarmene. In fondo non erano affari miei ed ero stata l'unica ad intervenire.
Che scuola di vigliacchi! Non me ne volevo andar via per paura, anche se un
po' di batticuore ce l'avevo. Non avevo mai fatto una rissa in vita mia e non
avevo mai messo in pratica gli insegnamenti del karate fuori dalla mia
palestra e, malgrado mi dicevo che avrei potuto batterli come e quando volevo,
erano pur sempre due ragazzi, due maschi anche piuttosto in forma, piu' alti e
piu' grossi di me. Ma, tutto sommato, ero convinta di poterli battere. Il
problema era che non volevo fare troppa scena e alimentare appunto le dicerie
di troppa mascolinita'. Rimasi per alcuni secondi indecisa sul da farsi, ma
quando poi avevo preso la mia decisione un po' vigliacca di fare dietrofront e
prendere il mio motorino per tornarmene a casa, Leonardo, l'altro ragazzo,
venne anche lui di fronte a me a fianco del suo amico
- Ma perche' tu vedi una femmina Edoardo? Questa qui' ti sembra una femmina? A
questa le piace la figa, proprio come a te e a me. Non e' vero Luana che glie
la leccheresti volentieri alla tua amica ... .come si chiama. Ah si Fabiana.
Ma toglimi una curiosita'. Tu fai sempre il maschio o a volte anche la
femmina?- Leonardo accompagno' questi improperi mettendomi una mano in faccia
e spingendomi verso un motorino dietro di me. Rimasi miracolosamente in piedi.
Era troppo, veramente troppo anche per me che volevo evitare a tutti i costi
di fare una rissa per strada.

FINE PRIMA PARTE
LULU - Parte seconda




Dire che ero arrabbiata non assomiglia lontanamente a cio' che provavo. Ero
furiosa e avanzai minacciosa verso di loro. Leonardo rifece esattamente il
gesto di prima, mettendomi la mano in faccia cercando di spingermi, ma ormai
io ero pronta. Con la mia mano sinistra mi tolsi la mano del ragazzo dal mio
viso, gli detti una piccola spinta per averlo alla portata delle mie gambe e
poi lo colpii con un calcio al volto, un ovvero un calcio
circolare, che lo fece barcollare notevolmente, ma essendo piuttosto robusto,
non lo fece cadere. Senza pensarci, in preda ormai ad una trance agonistica
simile a quella che mi coinvolgeva durante i miei combattimenti in palestra,
bissai quel calcio con un un altro tipo di calcio
circolare dato pero' alzandomi in volo e per questo ancora piu' potente e per
lui fu notte fonda. Leonardo, colpito con precisione dal mio calcio, cadde
come una pera cotta, con il sangue che gli usciva copioso dalla bocca e dal
naso. L'altro ragazzo, Edoardo, aveva assistito senza poter intervenire
essendo rimasto indietro di alcuni metri e rimase per alcuni secondi allibito
guardando il suo amico a terra. Leonardo non era svenuto ma era accasciato a
terra e provava a rialzarsi aiutandosi con le mani ma senza riuscirci. Il mio
secondo calcio mi era riuscito alla perfezione ed era stato un colpo da ko. A
quel punto, pensavo che, dopo aver visto di cosa fossi capace, l'altro si
sarebbe impaurito. Mi avvicinai infatti, ancora con la mano aperta come prima
- Avanti, dammi le chiavi di Andrea e non me la prendero' con te- Fiato
sprecato. Edoardo strinse i pugni e cerco' di colpirmi piu' volte
- Che hai fatto al mio amico? Brutta troia di una lesbica. Adesso ti ammazzo
con le mie mani- Provo' a colpirmi con tutta la rabbia che aveva in corpo, ma
i suoi pugni andarono tutti a vuoto, per mia fortuna ma anche per la mia
abilita' nello spostarmi rapidamente e poi tocco' a me. Sono passati tanti
anni e non ricordo quali mosse usai, forse un ovvero un pugno
corto ed improvviso, sicuramente un ovvero il classico gancio.
Ricordo pero' che lo colpii con Ren-tsuki, ovvero due pugni consecutivi che
mandarono anche lui a terra con la faccia piena di sangue. Ero stata
velocissima, il tutto era durato una manciata di secondi, ma violenta. Li
avevo colpiti con tutta la forza che avevo, senza preoccuparmi delle
conseguenze e dei danni che potevo procurare loro, ma mi sentivo arrabbiata ed
offesa come mai in vita mia. Non c'entrava piu' niente nemmeno Andrea. Avevo
colpito quei due ma era come se avessi colpito tutta la scuola e quelle false
dicerie su di me. Avevo le lacrime agli occhi mentre mandavo quei due a terra,
ma quando li vidi li' insanguinati ed impauriti al mio cospetto, qualcosa
cambio' in me. Nel frattempo, dalla folla che si era radunata in circolo
sempre piu' numerosa parti' addirittura un applauso ed io ormai mi sentivo
tronfia come non mai. Mi avvicinai a Leonardo, quello che sembrava ridotto
peggio, mi chinai e lo presi per il bavero del giaccone e lo minacciai
preparando un pugno
- Le chiavi di Andrea oppure proseguo- La faccia impaurita di quel ragazzo mi
diede una forza ed una gioia indicibile e me la portero' sempre nella mente
- Ce l'ha Edo. Ti prego Luana, basta- Lo lasciai soddisfatta e mi rivolsi
all'altro ragazzo che, anch'egli impaurito, cercava di indietreggiare
aiutandosi con le mani visto che era ancora a terra. Si mise le mani in tasca
al suo giaccone e poi lancio' le chiavi per terra senza parlare
- Alzati e dagliele in mano- gli dissi in preda ad un'esaltazione di potere
che mi era sconosciuta fino ad allora. Credevo che Edoardo si sarebbe
ribellato a quell'ordine perentorio che gli avevo dato davanti ad una nutrita
rappresentanza di compagni di scuola e, mentre si alzava, stavo attenta alle
sue mosse. Invece si alzo', barcollando tanto che per poco non ricadde in
terra, prese le chiavi e le consegno' al mio compagno di classe
- Non ho sentito le tue scuse- gli feci prendendolo per un braccio e stando
sempre bene attenta ad una sua eventuale reazione che pero' non ci fu
- Scusa Andrea, stavamo solo scherzando- Che scena! Ma non avevo ancora
terminato e mi rivolsi poi a Leonardo
- Ora tocca a te. Voglio che anche tu ti scusi con Andrea e poi forse potrete
andarvene- Il mio compagno di scuola si alzo' con molta fatica, si puli' il
sangue che ancora gli usciva con la manica del giubbetto e ripete' la scena e
quando a capo chino, vergognandosi come due ladri, stavano per andarsene, li
fermai
- E' ovvio che se vengo a sapere che in seguito ve la prenderete di nuovo con
Andrea o con chiunque altro piu' debole di voi, poi farete i conti con me- I
due non risposero ma chinarono la testa. Il messaggio era arrivato forte e
chiaro e un altro applauso ancora piu' convinto scaturi' dal gruppo di
ragazzi. Mi voltai verso di loro e prima di tutto accarezzai sul viso
maternamente il povero Andrea dicendogli che per qualunque cosa gli fosse
accaduto in seguito con quei due avrebbe dovuto contattarmi e poi alzai gli
occhi verso il gruppo. Erano diventati nel frattempo una quarantina, tutti con
la bocca aperta, compresa la mia amica Fabiana e lui, il bel Yuri, in prima
fila a godersi lo spettacolo. Che faccia che avevano. In particolare era
proprio Yuri a sembrare quello piu' esterrefatto di tutti. E chissa' cosa
avrebbero pensato tutti di me a questo punto. Avanzai tra la folla, tra un
nugolo di pacche sulla spalla e una miriade di "Brava, glie l'hai fatta vedere
a quei prepotenti" e quando riuscii a superarli tutti, mi voltai verso di loro
- Non sono lesbica, ma anche se lo fossi non sarebbe giusto trattare una
persona cosi'- Mi feci dare da Fabiana il casco che le avevo dato, me lo
infilai e le feci segno di montare sul motorino che l'avrei accompagnata a
casa come al solito. Mi sentivo fiera mentre mi allontanavo in direzione di
casa, accompagnata dagli sguardi di coloro che avevano assistito. Sentivo di
aver fatto la cosa giusta, ma ci penso' Fabiana a togliermi quella strana
euforia che mi pervadeva
- L'hai fatta grossa, Lulu'. Gia' pensavano tutti che fossimo lesbiche, adesso
che ti hanno visto prendere a calci e pugni due maschi grandi e grossi, sai le
chiacchiere su di noi ... .-
- E che dovevo fare?- mi risentii -Farmi offendere da quei due stronzi? Per
non parlare poi della carognata che stavano facendo verso quel poveretto di
Andrea. Ma non ti faceva pena?-
- Mi faccio piu' pena io-
- Glie l'ho detto a tutti quanti che non sono lesbica. Ora ci penseranno due
volte prima di sparlare di me e di te. E poi sai cosa ti dico? Se ti pesa
tanto essere mia amica e' meglio che ti allontani da me- La lasciai davanti al
suo portone di casa e me ne andai verso casa mia distante solo poche centinaia
di metri dall'abitazione di Fabiana. Mi sentivo offesa dal suo comportamento
ma continuavo a sentire di aver fatto la cosa giusta e mi sentivo estremamente
fiera per come avevo ridotto quei due. Io, una ragazza, li avevo pestati per
bene e li avevo ridotti a due fantocci timorosi e tremanti. Come facevo a non
sentirmi fiera? Per la cronaca, alcuni giorni dopo venni a sapere il motivo
per cui quei due stavano maltrattando Andrea. Pretendevano che il mio compagno
di classe facesse i compiti per loro e lui si era giustamente rifiutato.
Qualche tempo dopo, queste situazioni sarebbero state chiamate bullismo>, ma allora erano soltanto normali comportamenti che i piu' forti e i
piu' gradassi avevano nei confronti dei piu' deboli.

Appena arrivai a casa, raccontai tutto a mia madre. Mio padre era come al
solito assente per lavoro e io le narrai tutti gli avvenimenti con enfasi, ma
anche la risposta di mia madre non fu completamente positiva come mi
aspettavo. Elogio' il mio senso di giustizia, ma mi rimprovero' nuovamente la
mia mancanza di femminilita', facendomi capire che se un ragazzo avesse avuto
voglia di uscire con me, dopo cio' che avevo fatto me lo potevo scordare. Un
maschio cerca una ragazza docile, intelligente ma non troppo impulsiva e
soprattutto non manesca, l'esatto contrario di me, a parte forse
l'intelligenza. Me ne andai immediatamente in camera mia seguita dagli sguardi
comprensivi ma senza speranza di mia madre e dalle prese in giro di mio
fratello che avrei volentieri strozzato con le mie mani. Possibile che ogni
cosa facessi fosse sbagliata? Mi preparai il mio borsone con il kimono e la
mia splendida cintura nera e me ne andai in palestra prima dell'ora stabilita.
Quello era l'unico posto dove mi sentivo in pace con me stessa e soprattutto
l'unico in cui venivo ammirata per quello che ero e per quello che facevo.

Fine seconda parte Continua.....

Lorenzoslave
00sabato 15 novembre 2014 18:43
LULU Parte terza




Il giorno seguente mi svegliai come al solito riluttante, feci colazione,
m'infilai i miei soliti jeans larghi a vita bassa, un maglione grigio a
girocollo di due taglie superiori, le solite scarpe da ginnastica ed un
fazzoletto legato al collo, l'unico accessorio che mi piaceva indossare. Non
mi guardai neanche allo specchio e mia madre dovette prendermi per un braccio
mentre stavo uscendo
- Ma dove vai cosi' conciata? Datti almeno una pettinata. Dio santo Lulu',
d'accordo che vai a scuola e non a una serata di gala, ma a tutto c'e' un
limite- Mi feci spazzolare i capelli come una bambina e poi, senza rivolgerle
parola, ancora offesa per quello che mi aveva detto il giorno precedente, me
ne andai a scuola col motorino senza passare a prendere Fabiana. Ero offesa
anche con lei e lo ero piu' di quanto lo fossi con mia madre. Lei, Fabiana, la
mia migliore amica che mi dava la colpa delle stramaledette chiacchiere che
circolavano su di noi e quindi delle sue scarse relazioni sociali. Mi veniva
da piangere se pensavo a come ero stata trattata da Fabiana che per me era
come una sorella, ma arrivai finalmente a scuola, parcheggiai nel posto
riservato alle moto, ci misi la solita catena e mi avviai verso l'istituto.
Era evidente che si era sparsa la notizia per quello che avevo fatto e anche
chi non aveva assistito alla scena mi guardava con occhi diversi mentre
percorrevo il giardino antistante l'edificio ma, al contrario di come aveva
immaginato Fabiana, erano occhi di ammirazione e questo contribui' a farmi
subito passare il cattivo umore col quale mi ero svegliata. Mi salutava gente
che non l'aveva mai fatto in quei due anni e mezzo di frequentazione del liceo
e coloro che mi conoscevano lo facevano con piu' entusiasmo, direi quasi con
affetto e sicuramente con rispetto e non posso nascondere che la cosa mi
piaceva molto. E poi, prima di entrare, appoggiato sulla porta, bello come non
l'avevo mai visto, c'era lui, Yuri. Mentre mi avvicinavo me lo mangiavo con
gli occhi anche se stavo ben attenta a non farmi scorgere. Indossava anche lui
dei jeans e gli stavano a pennello, una maglia a girocollo rossa, il suo
solito cachemirino dalla quale uscivano i pizzi di una camicia bianca e sopra
un bel giubbetto blu con la lampo aperta. Con la mano si sistemava i capelli,
un gesto che io trovai estremamente sensuale ben prima che una scrittrice lo
descrivesse centinaia di volte nel suo best-seller grigio>. Quanto avrei pagato per essere io a toccarglieli i suoi capelli.
Sognare in fondo non costava niente, anche se sapevo benissimo che lui era
fuori dalla mia portata. Ma, mentre mi avvicinavo sempre di piu' verso
l'entrata, Yuri si sposto' da dove si trovava e si mise davanti a me
- Luana vero?- Stava parlando con me. Non era possibile. Che tono di voce
stupendo, melodioso. Il mio cuore batteva all'impazzata. Per quale motivo lui
si stava degnando di parlare con me? Cercai di rispondere senza far tremare la
mia voce
- Io? Si sono Luana -
- Ciao, io sono Yuri, mi conosci?- Ti conosco? Sei la persona che agita i miei
sogni, il ragazzo che mi fa venire pensieri erotici, ti mangerei pezzo per
pezzo e tu mi chiedi se ti conosco? Accennai comunque timidamente di si con la
testa
- Ti ho vista all'opera ieri. Sei stata formidabile ed hai inflitto a quei due
prepotenti la giusta lezione-
- Dici?- chiesi quasi in trance
- Assolutamente si. Sei stata splendida-
- Grazie- dissi semplicemente. Non riuscivo ad articolare una frase di senso
compiuto, la salivazione era azzerata e il cuore ormai sembrava che stesse
uscendo dal petto, ma la cosa piu' strana era che anche lui, malgrado cercasse
di nasconderlo, sembrava piuttosto emozionato. Lui, abituato alle ragazze piu'
belle della scuola e non solo, emozionato nel parlare con me? C'era qualcosa
che non quadrava
- Sai, mi piacerebbe continuare a parlare con te. Non e' che mi fai qualche
mossa di karate e mi mandi all'ospedale se ti chiedo di vederci oggi
pomeriggio?- Aveva sorriso dicendomi questa frase. Che bel sorriso! Poi
riflettei sulla frase che mi aveva detto. Mi stava invitando ad uscire con
lui. Forse era la mia immaginazione, non poteva essere la realta'. Yuri non
poteva invitare una come me. Dovevo aver capito male e rimasi in silenzio,
mentre il cuore si era ormai completamente fermato. Evidentemente ero morta e
il mio ultimo pensiero era stato per la cosa che avrei voluto di piu' nella
mia vita. Eppure non avevo avuto incidenti col motorino, forse allora non
stavo sognando ed ero viva e vegeta e quindi le parole di Yuri le avevo
ascoltate davvero, ma non riuscii comunque a rispondere e Yuri prosegui'
- Se oggi pomeriggio non puoi, possiamo fare domani- Respirai profondamente e
cercai con tutte le mie forze il coraggio di rispondere
- No, no, oggi pomeriggio sono libera- In realta' dovevo studiare per
un'interrogazione che mi aspettava il giorno seguente e soprattutto dovevo
andare in palestra, ma chi se ne fregava
- Bene! Allora a che ora?-
- Io non so- balbettai. Non potevo certo dirgli che andava bene qualsiasi ora,
qualsiasi momento che lui avesse deciso
- Allora facciamo cosi'. Ti telefono verso le 15 cosi' tu mi dai anche
l'indirizzo esatto visto che non so dove abiti-
- D'accordo!- risposi. Non ce la facevo piu' a sostenere il suo sguardo. Mi
sentivo in crisi e priva di ogni forza. Dovevo allontanarmi assolutamente da
lui e riprendere fiato, pertanto cercai un abbozzo di sorriso e feci qualche
passo. Yuri mi richiamo'
- Luana. Il tuo numero. Io non ce l'ho- Oh mio Dio che idiota. Ci scambiammo
il numero di cellulare e provai un emozione unica. Avevo il numero di Yuri e
lui aveva il mio. Mentre salivo le scale come un automa per andare in classe,
guardai sul display del mio telefonino il suo numero e lo baciai. E si, ero
proprio un'adolescente cotta e totalmente idiota.
Inutile dire che il resto della mattinata lo trascorsi sulle nuvole. Tra
l'altro i miei rapporti con Fabiana erano ancora tiepidi e non sapevo a chi
dire che quel pomeriggio sarei uscita con Yuri. Volevo urlarlo, mettere i
manifesti, raccontarlo in televisione, ma dovetti tenerlo per me. Tanto, chi
ci avrebbe creduto? Per fortuna che quella mattina non c'erano compiti in
classe e non fui interrogata. Nelle condizioni in cui ero, avrei fatto
sicuramente scena muta e la bella statuina. Trascorsi l'intera mattinata a
scrivere sul mio diario , nella versione italiana, inglese e
francese, mettendoci un cuore al posto del verbo amare e con una miriade di
. Oh che bella l'adolescenza. E che meravigliose sensazioni stavo
provando in quel momento.
Finalmente le lezioni terminarono. Mentre scendevo le scale ricevevo ancora i
complimenti per quello che avevo fatto da tutti i miei compagni di scuola.
Naturalmente, di Edoardo e Leonardo nemmeno l'ombra e sarebbe trascorsa oltre
una settimana prima di rivederli a scuola e quando tornarono avevano ancora i
segni sul volto dei miei colpi da karateka provetta. Ancora mezza tonta per
quell'incredibile mattinata che avevo trascorso, mi stavo avviando a prendere
il motorino quando mi sentii chiamare. Era ancora lui, Yuri, il mio amore
- Allora e' confermato vero? Non e' che nel frattempo ci hai ripensato?-
Cercai un sorriso
- No, certo che no- Ripensarci? Piuttosto meglio morire. Stavo per esaudire il
mio sogno, come avrei potuto ripensarci?
- Allora facciamo squillare i nostri telefonini per vedere se i numeri sono
esatti. Non vorrei telefonare a qualcun altro- I numeri erano esatti e, dopo
esserci salutati, m'infilai il casco ed inforcai il motorino. Avevo la testa
tra le nuvole e scampai per un paio di volte ad un incidente. Maledetto
traffico di Milano. Ma ero felice. Fra poco sarei uscita con Yuri. Ancora non
potevo crederci. Forse era davvero tutto un sogno. Mi chiedevo perche' l'aveva
chiesto proprio a me, con tutte le ragazze che avrebbero fatto i salti mortali
per uscire con lui, ma naturalmente non potevo trovare una risposta. Non
ancora almeno.
Arrivata a casa mangiai appena un boccone visto che lo stomaco mi si era
chiuso quasi del tutto, mi feci una doccia e, con l'accappatoio ancora
addosso, mi diressi nella mia camera ed aprii il mio armadio. Orrore. Rovistai
tutta la mia roba, la rivoltai da capo a fondo, cercando inutilmente qualcosa
da indossare, ma niente. Tutto il mio guardaroba era uniformato, tutti i miei
indumenti erano immettibili per uscire con un ragazzo e mi misi le mani tra i
capelli lanciando un urlo
- Mammaaaaa- mia madre accorse pensando che mi fosse accaduto qualcosa e poi
vide tutto il mio armadio sottosopra
- Santo Dio Lulu', cosa e' successo?-
- Sono rovinata mamma. Non ho niente da mettermi- Mia madre sorrise
bonariamente
- Come si chiama?-
- Come si chiama chi?-
- Ohi carina, per chi mi hai preso? Per una vecchia rimbambita? Ho solo
quarant'anni e ho avuto anch'io sedici anni. Se una ragazza della tua eta' si
comporta cosi' e' solo perche' deve uscire con un ragazzo. Allora, come si
chiama il fortunato?- Abbassai la testa. Aveva ragione la mamma
- Si chiama Yuri, mamma ed e' bellissimo. Bello come un dio greco-
- Un nome russo per un dio greco. Un bel miscuglio. Vabbe', diamoci da fare.
Vediamo quello che abbiamo dentro quest'armadio e cerca di stare tranquilla-
Rovistammo insieme di nuovo ma non usciva niente di bello. E intanto il tempo
trascorreva inesorabile fino a che sentii il mio telefonino squillare. Era
lui. E adesso cosa gli dicevo? Avrei dovuto prendere l'appuntamento per il
giorno seguente per avere il tempo di comprarmi qualcosa di decente per uscire
con lui. Ma non potevo disdire quell'appuntamento, non potevo. Era il mio
sogno. Risposi cercando di mascherare la mia emozione
- Ciao Yuri-
- Ciao Luana. Allora? Me lo dai l'indirizzo per venirti a prendere?- Glie lo
diedi e lui prosegui'
- Bene, non e' distante da dove abito io. Allora per le 16 ti va bene?-
Guardai l'orologio. Mancava un'ora ed io ero ancora in quelle condizioni ma
accettai proprio quando mia madre urlo'
- Lulu', forse ho trovato- Aveva sentito anche Yuri
- I tuoi ti chiamano Lulu'?-
- Si- risposi
- E' bello. Posso chiamarti anch'io cosi?-
- Certo, se ti va-
- Bene! Allora ci vediamo tra un'ora. Io verro' con la moto e ho visto che tu
hai il motorino, pertanto ti conviene portare il casco. Problemi?- Ovviamente
risposi che non ce ne erano e terminai la conversazione e poi mi rivolsi a mia
madre
- Ma ti sembra questo il momento di urlare? Proprio quando stavo al telefono
con lui? Ha sentito mentre mi chiamavi Lulu' e vuole chiamarmi anche lui
cosi'-
- Embe'? Ohi Lulu' piantala. Se vuole chiamarti cosi' non vedo quel'e' il
problema. Ti chiamiamo tutti cosi' sia in famiglia che tutti i tuoi amici piu'
cari. Pensiamo piuttosto a come ti vestirai. Tu non hai proprio niente dentro
l'armadio, ma per fortuna c'e' la mamma. Ti ricordi quel jeans che ho comprato
lo scorso mese, quello col taglio femminile che mi stava un amore?-
- Quello con cui mostravi il culo?-
- Proprio quello. A parte il fatto che tuo padre ha gradito e ha mostrato un
certo interesse, non mi sembrava troppo sconcio. Mi stava solo un po'
aderentino. Pero' dai, me lo posso ancora permettere-
- Tu si che sei magra, ma io che c'entro?-
- C'entri perche' te lo presto. Vedrai che ti stara' un amore- Scoppiai a
ridere
- Ma se stava aderente a te, mi spieghi come farei io ad entrarci? Peso il
doppio di te-
- Tu sei fissata, amore della mamma. Hai soltanto qualche chilo in eccesso.
Aspettami qui'- Senza farmi replicare mia madre usci' dalla mia stanza e
torno' alcuni minuti dopo con il suo jeans e con una camicetta bianca, un suo
regalo per me che io avevo sdegnosamente rifiutato perche' la ritenevo troppo
per i miei gusti e che aveva poi indossato lei per non gettarla
- Dai amore, prova ad infilarteli- Ci provai. Di cosce mi entravano, ma non
riuscivo ad allacciarli
- Che ti avevo detto?-
- Aspetta a dirlo. Devi sapere che noi ragazze degli anni ottanta andavamo in giro con i pantaloni di una misura piu' piccola e per infilarceli sai cosa facevamo?-
- Cosa mi fai, i quiz? Dimmelo tu-
- Sdraiati sul letto, cerca di non respirare e te lo faccio vedere- Obbedii a
mia madre e lei si mise praticamente sopra di me e con tutte e due le mani,
centimetro dopo centimetro, riusci' a tirare su la lampo. Un jeans con la zip.
Non sapevo neanche che esistessero ancora considerando che tutti i miei
avevano i bottoni. Ma intanto l'idea di mia madre sembrava risultare vincente
ed era riuscita ad allacciarmeli
- Ora stai attenta ai movimenti. Cerca di alzarti pian piano e non fare gesti
inconsulti. Devi imparare a muoverti con grazia e femminilita' - Mi aiuto' ad
alzarmi dal letto e mi guardai allo specchio. Mio Dio, sembravo piu' magra di
almeno dieci chili. Mi girai dinanzi allo specchio e tirai fuori il sedere,
tra lo sguardo divertito di mia madre. Cavolo se mi stava bene. Mi faceva un
gran bel sedere e davanti mi delineava il bacino perfettamente, neanche se
fossero stati confezionati sul mio corpo
- Pero' ... ... - riuscii a dire semplicemente. Allora aveva ragione la mamma,
non ero cosi' grassa come pensavo anzi, non ero grassa per niente e forse ero
anche tutt'altro che brutta
- Ora comincio a vedere in te qualcosa di femminile- disse intanto lei
compiaciuta - ma adesso viene il difficile. Di sotto sei abbastanza magra,
malgrado cio' che pensavi, ma i chili in piu' ce li hai sul busto. Prova ad
indossare la camicetta che ti avevo regalato- Obbedii. La camicia mi stava
troppo aderente e i bottoni sembravano dover schizzare da un momento all'altro
e mia madre scosse la testa e mi disse di aspettarla li'. Torno' dopo un paio
di minuti con l'aria trionfante. La guardai esterrefatta
- Non pretenderai mica che io indossi quel coso-
- Lo pretendo invece e questo non e' un coso ma semplicemente un bustino che
indosso quando mi metto un abito aderente-
- No, quello e' uno strumento di tortura. Non stiamo piu' nell'ottocento-
- Vuoi che il tuo Yuri ti veda bella? E allora zitta e infilati il bustino-
Feci ancora una volta quanto la mamma mi ordinava. Lei mi aiuto' ad
allacciarlo e sopra indossai di nuovo la camicetta che stavolta sembrava
essere diventata della mia misura. Aderente si, fasciata altrettanto si, ma
dovevo ammettere che mi stava bene. Per fortuna non avevo pancia ed i miei
chili di troppo stazionavano quasi completamente sui fianchi che erano
strizzati dal bustino. Evidentemente, malgrado mi allenassi intensamente
praticando karate, quel tipo di allenamento non mi aveva aiutato nello
sciogliere i grassi in quel punto
- Devi lasciarla sopra i pantaloni senza infilarla nei jeans- mi consiglio' la
mia esperta personale di look
- E sopra cosa ci metto?-
- Niente, cosa vuoi metterci?-
- Non so, un maglione magari. Con questo freddo ... .-
- Non se ne parla nemmeno. Ti presto il mio blu che ti terra'
abbastanza calda ma non indosserai uno di quei maglioni che tanto ti
piacciono. La camicetta e' abbastanza corta e devi far vedere il sedere-
- Mamma, ma cosa dici?-
- Oh piantala Lulu' e parliamo da donne. Devi far vedere il culo, che ti
piaccia o no. Entro certi limiti, e' ovvio, mica devi andare in giro vestita
come una puttanella, ma questo jeans ti sta una meraviglia e ti fa un sederino
delizioso e quindi non lo coprirai. Ora vieni con me in bagno. Devi stirarti
questa massa di capelli e poi truccarti-
- Ma io non mi sono mai truccata- obiettai
- C'e' sempre una prima volta. Andiamo- Seguii la mamma in bagno e lei mi
stiro' per bene i capelli che lasciai sciolti sulle spalle in modo molto
femminile e poi mi trucco'. Lo fece in modo delicato, senza esagerare,
cominciando dal fondotinta, del fard e per gli occhi ombretto bianco, mascara
ed un tocco di matita. Per concludere un bel lucidalabbra
- Stai qua', non ti muovere- disse la mamma appena concluse il suo lavoro di
restauro e scomparve per ritornare ancora una volta trionfante dalla sua
camera da letto con in mano un delizioso paio di stivaletti neri con il tacco
alto
- No mamma, quelli no, non ci so camminare, sono troppo alti. Quanto saranno,
mezzo metro?-
- Tacco 12 tesoro e non ti preoccupare. Ogni donna ce l'ha nel proprio dna di
saper camminare sui tacchi alti e anche se tu non l'hai mai fatto, imparerai
presto. E oggi tu sei una donna, una bellissima giovane donna- disse con molto
orgoglio. Mi fece cenno di sedermi sul bordo della vasca e si inginocchio' ai
miei piedi e poi li ricopri' con quelle scarpe. Erano la mia misura.
D'altronde la mamma era alta piu' o meno quanto me e la misura delle scarpe
non poteva essere molto differente
- Vieni piccola, c'e' bisogno di uno specchio piu' grande. Mi disse
prendendomi per mano e accompagnandomi nella stanza sua e di papa' dove c'era
un enorme specchio. Accese la luce
- E voila' signori. Ecco a voi la piu' bella del reame- Mi fermai davanti a
quello specchio e non so per quanto ci rimasi. Ero proprio io o no? Ero io ma
sembravo un'altra, no ero sempre Lulu' e mi piacevo da morire. Non ero brutta,
forse non lo ero mai stata. Semplicemente non volevo tirar fuori la mia
femminilita' e mi nascondevo. Ed il bello era che in quel momento mi sentivo
molto femminile e avrei voluto far vedere a tutta la scuola come potevo
diventare, anzi, come ero diventata perche' di sicuro non avrei abbandonato
quei panni per niente al mondo. Avrei smesso di fare karate, avrei fatto una
cura dimagrante mirata a togliere quei pochi chili in eccesso e mi sarei fatta
un guardaroba nuovo, con tante gonne e vestititini e pantaloni aderenti che
mostravano le mie curve. Aveva ragione la mamma. Ero addirittura sexy con quel
jeans e con quella camicetta, pur rimanendo ampiamente nei limiti del buon
gusto. Un look inventato di sana pianta al momento ma particolarmente adatto
ad una ragazza della mia eta'. Il mio bel viso da sudamericana poi, sembrava
diverso. Il trucco sapiente di mia madre lo aveva valorizzato al meglio e
soprattutto gli occhi sembravano due meravigliose perle nere ed i miei capelli
ribelli dopo mezz'ora di piastra sembravano essere diventati docili. Senza
falsa modestia potevo definirmi una bella ragazza, molto meglio di certe
stronzette che se la tiravano a morire e che a vedermi cosi' ci sarebbero
rimaste di colpo. La mamma intanto, mi osservava soddisfatta mentre io facevo
le pose buffe davanti allo specchio, rimirandomi e riguardandomi come se non
mi conoscessi affatto, fino a quando il citofono suono'. Era lui, Yuri. Presi
il casco e corsi fino alla porta, poi tornai indietro e abbracciai mia madre
- Grazie mamma-
- E di che? Vai ora. Vedrai che il dio greco col nome russo non avra' scampo.
E stai attenta, mi raccomando. Lo sai a cosa mi riferisco, vero?- Le sorrisi e
le mandai un bacio con la mano mentre aprivo la porta facendole capire che
avevo compreso. Non avrei regalato la mia verginita' nemmeno a uno come Yuri.
Se la sarebbe dovuta meritare. Ma stavo fantasticando e soprattutto stavo
correndo troppo. E se non gli fossi piaciuta? D'altronde lui era abituato alle
ragazze belle ed io non e' che fossi diventata di colpo miss Italia. Scesi le
scale barcollando, non essendo abituata ai tacchi e sbucai fuori dal portone
con il cuore in subbuglio. Yuri era proprio di fronte a me seduto di traverso
sulla sua moto, casco in mano, capelli un po' spettinati ma bellissimi,
occhiali da sole anche se il sole stava ormai tramontando, jeans di marca e
maglioncino girocollo verde salvia nascosto un po'dal . Era il momento
topico. Un sacco di domande alle quali non riuscivo a dare una risposta si
agitavano nella mia mente. Perche' mi aveva invitata ad uscire? Gli sarei
piaciuta vestita e truccata in quel modo? Se mi aveva chiesto di uscire quando
ero vestita da maschiaccio, forse voleva solo parlare, magari chiedermi
consigli sul karate che forse avrebbe voluto frequentare e non essere sedotto
da me. O addirittura chiedermi qualcosa su Federica, la ragazza pon pon della
mia classe per la quale sembrava avere una predilezione. Dio, quanto la odiavo
quella. Improvvisamente era diventata la mia acerrima nemica, la ragazza che
avrei voluto togliere dalla faccia del pianeta. Ma era inutile continuare a
pormi quelle domande e a fantasticare. Sospirai profondamente e lo chiamai
agitando la mano come se stessi salutando qualcuno che partiva. Yuri guardo'
di fronte a me e poi volto' lo sguardo sia a destra che a sinistra e poi di
nuovo dove mi trovavo io. Si tolse gli occhiali, scese dalla moto e fece
quindi qualche passo verso di me, spalanco' gli occhi meravigliato, aggrotto'
le sopracciglia e poi fece finalmente il mio nome
- Luana?-
- Ciao Yuri - feci con nonchalance avvicinandomi per dargli il classico bacino
come saluto. Lui contraccambio' e poi fece un passo indietro
- Luana, ma sei proprio tu? Sei cosi' ... ..diversa, quasi non ti riconoscevo-
- Certo che sono io- risposi. Yuri mi squadro' di nuovo, prese la mia mano
facendomi fare una piccola giravolta su me stessa mentre io al contatto della
sua mano mi sentivo quasi svenire
- Sei proprio differente. Sei ... .sei molto bella, veramente- A quel punto mi
sarei messa a danzare, ammesso che ci fossi riuscita con gli stivaletti di mia
madre, mi sarei messa a cantare a squarciagola, a fare le capriole col doppio
salto mortale ed invece accennai un lieve sorriso
- Grazie, sei molto gentile. Comunque e' ovvio che durante il pomeriggio mi
vesta in maniera diversa da come faccio la mattina a scuola- mentii
spudoratamente
- Si certo- ammise continuando ad osservarmi. Gli piacevo, ne ero sicura.
Lulu', quella che a scuola prendevano per lesbica, la ragazza che passava
completamente inosservata e semmai se veniva guardata lo era quasi con
disprezzo, piaceva a Yuri, il bello della scuola. Da non crederci.
Ma intanto, quegli sguardi di ammirazione mi stavano dando tanta fiducia in me
stessa, anche se il batticuore non cessava, batticuore che aumento'
considerevolmente quando salii dietro di lui sulla sua moto e dovetti
abbracciarlo. Volevo stringerlo ancora di piu', appoggiare la mia testa sulla
sua schiena, ma dovetti trattenermi. Mi aveva chiesto se mi fosse andato di
prendere un gelato in un bar che lui conosceva, vicino ai Navigli, ed io
accettai, anche se da quel pomeriggio potevo considerarmi a dieta e mi sarei
presa qualche altra cosa. Arrivammo al bar che Yuri aveva scelto. C'erano un
bel po' di ragazzi all'incirca della nostra eta', sia seduti ai tavolini che
in piedi fuori dal bar a chiacchierare. Yuri doveva essere di casa e saluto'
molti di loro presentandomi come sua amica e quindi ci sedemmo anche noi in un
tavolo all'interno. Potei quindi togliermi il di mia madre e
assistere allo sguardo di Yuri che mi fissava le tette. Il bustino mi
strizzava i fianchi e di conseguenza mi alzava il seno. Non che prima ce
l'avessi calato. A sedici anni non sarebbe normale ed infatti il mio era del
tutto integro, ma era gia' notevolmente sviluppato e con quel bustino sembrava
addirittura enorme. Tra il jeans aderente e quel bustino che sembrava stato
creato dal marchese De Sade, praticamente non respiravo, ma chissenefregava.
Quello che contava era che il ragazzo dei miei sogni mi stesse ammirando.
Anzi, sembrava quasi che non riuscisse a staccarmi gli occhi di dosso e
addirittura saluto' un paio di suoi conoscenti senza distogliere lo sguardo da
me. Che magnifica sensazione! Per la prima volta nella mia vita stavo provando
il piacere di sentirmi ammirata, di sentirmi bella e lo stavo provando proprio
con il ragazzo per il quale avevo una cotta smisurata. A dir la verita', non
era stato l'unico. Anche altri ragazzi mi avevano guardata, sia dentro che al
di fuori del bar e se dicessi che la cosa mi aveva infastidita direi una
grandissima bugia. Era per me una sensazione nuova, completamente sconosciuta
e che mi stava mandando su di giri. Che scema ad aver rinunciato a tutto
questo. Per quale motivo mi ero intestardita a nascondermi invece di mettermi
in evidenza? Non dico che sarei dovuta andare in giro tutti i giorni vestita
come una vamp, ma avrei potuto semplicemente sentirmi femmina. Ci penso' il
cameriere a distogliermi dai miei pensieri prendendo le ordinazioni. Lui si
prese il gelato come aveva programmato ed io optai per un succo di frutta,
adducendo la scusa che mi sentivo troppo infreddolita per deglutire anche un
gelato, mentre in realta' era l'inizio della mia dieta. Naturalmente,
cominciammo a conoscerci meglio ed iniziammo a parlare delle nostre famiglie.
Suo padre era a capo di uno degli studi di contabilita' piu' importanti di
Milano ed i suoi studi, dopo la maturita' che avrebbe dovuto fare proprio al
termine di quell'anno scolastico, si sarebbero indirizzati proprio per poter,
un giorno, entrare nello studio di famiglia. Parlo' anche di sua madre,
bellissima ex indossatrice ed ora consulente di un'azienda che si occupava di
moda e della sua sorellina di 13 anni. Anch'io parlai della mia, mettendolo al
corrente di come funzionassero le cose a casa mia, di mio padre praticamente
sempre assente ma comunque molto affettuoso quando ci vedeva, della mia mamma
chioccia invece super presente e di mio fratello rompiscatole
- E come va in palestra? Considerando come hai ridotto quei due e con quale
facilita' tu l'abbia fatto, immagino che tu sia una vera campionessa. Una
cintura nera, vero?- mi chiese infine dopo aver dato una leccata al suo labbro
superiore macchiatosi di gelato. Pensai che avrei voluto pulirlo io quel
labbro, con la mia lingua e mi vergognai di quel pensiero erotico
- Oh si, in effetti posso considerarmi una campionessa- ammisi - Sono cintura
nera da circa un anno e pratico karate da quando ero una bambina. Ma credo che
forse smettero'. Sai- proseguii mettendomi una mano nei capelli -un conto e'
praticare questo tipo di sport quando si e' piccoli, un altro e' farlo quando
si e' diventati grandi. Comincio a pensare che possa essere uno sport non
proprio femminile e quindi sto pensando seriamente di smettere- Yuri mi
guardo' con quei suoi occhioni meravigliosi e mi prese le mani. Ricordo che
erano completamente congelate per il freddo e per l'emozione ma, al contatto
delle sue, caldi e rassicuranti, presero tepore. Che meraviglia avere le mie
mani tra le sue
- No, no, non devi smettere. Chi ti ha detto queste cose? Io trovo il karate
invece uno sport carico di sensualita'. Cioe' ... .non fraintendermi, ma le
movenze del karate regalano alle atlete un qualcosa che assomiglia alla danza
e quindi estremamente femminile. E tu sei una prova vivente di quanto dico. Tu
sei la ragazza con piu' grazia tra quelle che io ho avuto modo di conoscere-
Io una ragazza con grazia? Io che da mia madre venivo definita un elefante in
un negozio di porcellane, io che giocavo a pallone con i maschi (tra l'altro
con ottimi risultati). Eppure era cosi'. Mi sentivo realmente come mi aveva
descritta. Evidentemente in questo caso l'abito aveva fatto il monaco. Tra
l'altro, i tacchi alti e dovermi muovere con delicatezza per non rompere i
jeans super aderenti, mi facevano effettivamente agire con molta femminilita'.
E forse, come diceva la mamma, un po' ce la dovevo avere nel mio dna questa
benedetta femminilita'. Molto nascosta ma ce la dovevo avere e pian pianino
stava venendo a galla. E pian piano stavo anche prendendo confidenza con la
presenza di Yuri. Oh, il batticuore rimaneva perenne, ma mi sentivo proprio a
mio agio. Yuri non era solo bello ed affascinante, ma era anche notevolmente
intelligente e spiritoso, pieno di interessi e ... ... molto interessato a me
ed a quello che facevo. Improvvisamente non ero piu' tanto disposta ad
abbandonare la palestra se lui trovava il karate cosi' adatto per una ragazza
- Era solo un'idea che stavo vagliando. Dovro' pensarci meglio. In effetti e'
vero cio' che sostieni. Sembra che tu te ne intenda. Hai forse praticato anche
tu karate?-
- Oh no, io ho fatto basket fino allo scorso anno, ma poi quasi tutti i miei
compagni di squadra sono cresciuti a dismisura ed io, con il mio metro e
ottanta sembro un nanetto al loro confronto e sono diventato inadeguato per
quello sport. Ora faccio semplicemente un po' di palestra per tenermi in
forma, ma niente di particolare, solo un paio d'ore a settimana. E poi c'e' un
altro motivo per cui secondo me non dovresti smettere di praticare karate. Tu
sei molto bella ed e' probabile che qualcuno possa infastidirti o addirittura
aggredirti, magari quando esci la sera. Milano di sera non e' proprio il
massimo della tranquillita'. Beh, non auguro a quel tipo di farti arrabbiare
seriamente considerando come potresti ridurlo- Come potrei ridurlo? In quel
momento ero io ad essere ko. Per la seconda volta in meno di un'ora mi aveva
detto che ero molto bella e questo mi stava procurando gravi problemi cardiaci
ma contemporaneamente stava facendo un gran bene al mio ego femminile,
continuamente bistrattato in primis proprio dalla sottoscritta. E mi piaceva
molto anche il modo in cui lui mi descriveva, quasi da arma letale, mentre io
avevo sempre considerato il karate solo e soltanto come uno sport. Pensandoci
bene non diceva assolutamente fesserie e avevo appena dimostrato di sapermi
difendere molto bene, anche se, considerando che fino a quel momento le mie
uscite serali erano state col contagocce, non avevo mai preso in
considerazione la possibilita' di essere addirittura aggredita
- Oh certo- mi vantai -in effetti mi potrebbe essere utile come difesa
personale-
- Anche se scommetto che nessuno di quelli che ti conoscono si azzarderebbe a
toccarti. Non e' cosi'?- Uffa, quante domande sul karate. Perche' non mi
diceva invece che avrebbe voluto baciarmi, che appena mi aveva vista si era
innamorato di me e che avrebbe voluto trascorrere ogni momento della sua vita
in mia compagnia?
- Questo e' normale - risposi invece con un fondo di verita'. Gli altri
ragazzi della mia eta', quelli del quartiere in cui ero cresciuta, avevano
veramente molto rispetto di me, anche se non potevo certo definirlo timore
- Dimmi Lulu', posso chiamarti Lulu' mi hai detto no? Dicevo Lulu', tu
potresti addirittura essere in grado di uccidere un uomo? Uno come me ad
esempio, uno che non ha mai praticato arti marziali?- Ma che cazzo di domande.
Rimasi sbigottita. Ma chi ci aveva mai pensato ad una simile eventualita'?
Glie lo feci presente
- Beh, non sono un agente segreto in missione e non ho mai pensato ad una cosa
del genere-
- Hai ragione scusami, sono veramente un idiota a farti domande del genere, ma
ieri, quando hai affrontato quei due mandandoli a terra con la faccia
insanguinata in pochi secondi, mi veniva da pensare che loro erano
completamente nelle tue mani e che avrebbero dovuto fare quello che tu gli
ordinavi se volevano tornare a casa con le loro gambe. Davi una sensazione di
potenza e di autorita' veramente unica, Io credo che avresti potuto fare di
loro veramente cio' che tu desideravi. Ma adesso cambiamo discorso. Vorrei
scoprire ogni cosa di te, i tuoi gusti musicali, i films che ti piace andare a
vedere, tutto. Chiedo troppo?- Non chiedeva niente di piu' di cio' che io
desideravo e proseguimmo a chiacchierare. Dopo un'altra mezz'ora ci alzammo e
andammo a fare una passeggiata, ma le sue parole mi rimbombavano nella mente.
Davo una sensazione di potenza ed autorita'. A parte il fatto che non mi
consideravo un tipo autoritario e non mi ero mai approfittata del fatto che io
ero conscia di essere piu' forte o comunque piu' abile della maggior parte
degli altri ragazzi, maschi compresi, potevo considerare quello che mi aveva
appena detto come un elogio oppure poteva essere un'arma a doppio taglio? Mia
madre mi aveva detto che facendo quello che avevo fatto a scuola, ovvero una
rissa in piena regola, avrei fatto scappare qualunque ragazzo ed invece il
giorno seguente mi ritrovavo con una richiesta di uscire fatta proprio dal
ragazzo piu' ambito della scuola. Perche' questa richiesta era avvenuta
proprio il giorno seguente alla mia rissa da strada? Che significava tutto
questo? Inutile dire che a sedici anni si e' molto ingenue e cio' che
sicuramente state pensando voi lettori, a me non passava neanche lontanamente
nel cervello. In fondo, cosa mi importava? Stavo vicino a lui, camminavamo
fianco a fianco, ogni tanto le nostre mani si sfioravano e mi facevano quasi
sentire la scossa, cosa m'importava del motivo? Forse lui aveva intravisto in
me delle doti, quella bellezza che era uscita prepotentemente in me soltanto
quel giorno. Forse, forse, forse. Tutte stronzate, naturalmente, ma questo lo
seppi soltanto dopo.

Fine terza parte Continua...



Lorenzoslave
00lunedì 17 novembre 2014 17:08
LULU
Parte quarta




Intanto, stavo trascorrendo il pomeriggio piu' bello della mia vita. Era ormai
calata la sera ed era ora di rientrare. Erano trascorse quattro ore e mi
sembravano dieci minuti. Non sapevo neanche se Yuri volesse proseguire quel
meraviglioso pomeriggio e se avesse intenzione di invitarmi a mangiare una
pizza. Non avevo dato orari a mia madre ma mi sarebbe bastata una telefonata
per avvertirla. Invece, tornati nei pressi del bar dove aveva lasciato la
moto, lui mi prese per le spalle

- E' stato un bel pomeriggio per me, Lulu'. Ora pero' sono costretto a
riaccompagnarti a casa. Avevo preso un impegno in precedenza con i miei amici
e non posso disdirlo. Se lo avessi saputo prima ... ... - Inutile sottolineare
che rimasi delusa. Non avrei mai voluto staccarmi da lui ma feci finta di
nulla

- Non ti preoccupare, non c'e' problema. Ne approfittero' per ripassare
inglese. Sono convinta che la prof mi voglia interrogare domani-

- Ah bene! Questo mi consola un po'. Non mi sarei perdonato se avessi preso un
brutto voto a causa mia. Comunque, mi dispiace davvero tanto non proseguire le
nostre chiacchiere- Sapessi a me. Ma mi consolai con le belle parole che mi
aveva detto e accucciandomi di nuovo a lui sopra la moto mentre mi
riaccompagnava a casa, dopo esserci salita ancora con una certa difficolta' a
causa dei jeans troppo aderenti. Un quarto d'ora ed ero sotto casa mia. Il
tempo sulla moto era volato. Era stato cosi' piacevole essere praticamente
attaccati a lui, mettere ogni tanto con nonchalance la mia testa sulla sua
schiena e stringere le mie braccia intorno a lui, prima soltanto toccandolo
sui fianchi e poi quasi circondando il suo addome piatto e muscoloso.
Scendemmo dalla moto e lui la mise sopra il cavalletto. Era arrivato dunque il
momento dei saluti. Yuri mi accompagno' dentro il portone e si mise di fronte
a me

- Quanto sei alta- mi disse sfoderando il suo solito magnifico sorriso

- Sono i tacchi- mi schernii. In effetti, con gli stivaletti di mia madre ero
praticamente al suo livello, se non addirittura un paio di centimetri piu'
alta

- Accidenti all'impegno preso con i miei amici. Io sono stato veramente bene
con te Lulu' e avrei voluto ... ... -

- Avresti voluto?- era impacciato. Possibile che io gli facessi quell'effetto?
A sentire le chiacchiere che giravano nella scuola, Yuri era un ragazzo molto
deciso e sicuro di se, uno che dopo dieci minuti ci provava, sempre con
successo, mentre con me era stato un perfetto gentiluomo. Ma io non volevo che
lui fosse un gentiluomo. Ce l'avevo li' di fronte a me, con i nostri volti a
pochi centimetri l'uno dall'altro e avevo una gran voglia di farmi baciare, ma
non potevo fare la prima mossa. Se lui era impacciato io ero addirittura
terrorizzata. Poi finalmente mi mise una mano sul viso accarezzandomi
gentilmente

- Mi trovo in difficolta' con te Lulu'- Oh Dio santo. "Non esserlo Yuri, ti
scongiuro. Baciami, dimmi che vuoi che io sia la tua ragazza. Se rimaniamo
altri minuti cosi' mi verra' il coccolone" pensai tra me

- Per quale motivo? Non mi sembra di essere una ragazza che mette in
difficolta' uno come te- risposi comunque cercando di mascherare la mia
agitazione

- No? A parte il fatto che tu sei talmente bella che metteresti in difficolta'
qualunque ragazzo, ma mi sento in imbarazzo sapendo che tu sei piu' forte di
me. Non e' facile per un ragazzo entrare nell'ottica che la ragazza che gli
piace tanto e' una specie di super eroina che potrebbe farlo a pezzi- Oh no,
ancora con questa fissazione. Ma perche' si era messo in testa questa idiozia?
Poi riflettei un secondo. Aveva appena detto
Dunque lui aveva intenzione di provarci ma si frenava perche' aveva timore di
me? Possibile? Dovevo cercare di rassicurarlo

- Io non sono quella che pensi tu Yuri. Io non vado in giro a picchiare i
ragazzi solo perche' ci provano con me. Quello che e' accaduto a scuola e'
stata un eccezione e l'ho fatto per difendere un mio compagno piu' debole-

- Forse mi sono spiegato male. A me piacciono le ragazze come te, sicure dei
propri mezzi, forti e sportive. Oddio, te l'ho detto che sono in difficolta'.
Insomma Lulu' a me piaci tanto ed ho una gran voglia di baciarti che correro'
il rischio che tu mi mandi all'ospedale- Finalmente! Aveva detto finalmente la
frase giusta, a parte l'idiozia sul fatto che fossi sicura dei miei mezzi e
che avrei potuto mandarlo all'ospedale. Forse ero sicura della mia abilita' di
karateka, sapevo di essere brava, ma per il resto, la sicurezza sui miei mezzi
era sempre stata intorno allo zero e solo da quel pomeriggio mi sentivo
diversa. Le parole di Yuri, le sue attenzioni nei miei confronti, i suoi
sguardi, mi stavano facendo diventare un'altra, mi stavano regalando la
sensazione che tutto mi fosse concesso, persino il massimo. Il massimo come
poteva essere Yuri che, come mi aveva detto, mi tiro' a se e mi bacio'. Avevo
atteso sedici anni per dare il primo bacio della mia vita, in ritardo di
diversi anni sul ruolino di marcia di qualunque altra mia coetanea, ma era
stato il bacio con il ragazzo che amavo. Avevo sentito parlare di tante
sensazioni quando si bacia il ragazzo che si ama. Mi avevano parlato di
farfalle nello stomaco, di sensazione di svenimento, di gambe che tremano.
Ecco, io provai tutte quelle cose contemporaneamente e credo che se non fossi
stata stretta tra lui e il muro, mi sarei accasciata veramente a terra. Ma
Yuri mi teneva ancora stretta a se e quando si stacco' mi sorrise. Io mi feci
coraggio e stavolta mi riavvicinai io stessa, incurante che nel frattempo
passasse la vicina di pianerottolo che forse neanche mi aveva riconosciuta
vestita in quel modo e gli gettai le braccia intorno al collo, cercando di
nuovo la sua bocca. Le sue labbra avevano un sapore speciale. Erano dolci e
buone e quando ci staccammo di nuovo ci misi qualche secondo per rendermi
conto di cosa stesse accadendo. Yuri mi stava baciando. Una cosa che avrei
potuto immaginare soltanto nei miei sogni piu' belli ad occhi aperti, quando
mi vedevo stretta a lui, camminare mano nella mano fermandoci ogni tanto per
baciarci davanti agli occhi di tutte le altre ragazze invidiose e gelose di
me. Gli sorrisi mettendogli finalmente la mano tra i suoi capelli

- Hai visto che non avevi nulla da temere?- Non rispose e sorrise anche lui
prendendomi le mani tra le sue. Ci baciammo ancora, ancora e ancora, tra lo
sguardo divertito dei miei vicini che passavano per tornare a casa. Era l'ora
di cena e c'era una via vai piuttosto nutrito

- Ci vediamo domani a scuola?- mi fece al momento degli inevitabili saluti

- Certo- gli risposi e lo salutai con il cuore in tumulto e poi, mentre era
gia' montato sulla moto lo rincorsi -io ora sono la tua ragazza, vero?-
aggiunsi infantilmente

- Solo se tu mi assicuri che io sono il tuo ragazzo- Ci baciammo ancora e
corsi verso il portone e poi sulle scale, incurante che dovevo stare attenta a
come respiravo. Ma tanto ormai era tutto passato. Che si rompessero pure quei
jeans, si facessero in mille pezzi. Avevano svolto il loro lavoro alla
perfezione, mi avevano fatta diventare una femmina ed io comunque non potevo
stare ferma neanche se mi avessero legata. Ero felice. Felicita' allo stato
puro. Yuri mi aveva baciata ed ero diventata la sua ragazza, malgrado quegli
strani timori che lo accompagnavano. Suonai ripetutamente e mio fratello venne
ad aprire lamentandosi

- Ma non ce l'hai le chiavi? Stavo giocando alla play e mi hai fatto
interrompere. Sei sempre la solita rompiscatole-

- Oggi voglio bene anche a te nanerottolo- gli risposi e lo superai di corsa
andando in cucina dove la mamma stava preparando la cena e le buttai le
braccia al collo

- Mamma, mi ha baciata, sono tanto felice- Mia madre sorrise

- Per prima cosa scendi da quei trampoli che mi fai sentire bassa. Dio quanto
sei diventata grande Lulu'. E poi non urlare. Vuoi che ti senta papa' e tutto
il condominio?-

- Sentisse pure tutto il mondo-

- Dai, te la senti di raccontare tutti i particolari a tua madre?- Accennai di
si con la testa. Li avrei raccontati pure al parroco e in diretta tv se mi
fosse capitata l'occasione, tanto mi sentivo euforica. Al termine del mio
racconto pero', mi feci improvvisamente seria

- Sono rovinata mamma. Come ci vado a scuola domani? Non posso andarci vestita
cosi' e nemmeno con quello che ho dentro l'armadio- Mia madre sorrise e mi
prese per un braccio

- Sai, noi mamme abbiamo un sesto senso per quanto riguarda i figli ed io me
lo immaginavo che quel ragazzo non aveva scampo. Cosi' come mi immaginavo che
avresti avuto il problema di cosa metterti domani a scuola. E allora, mentre
tu facevi perdere la testa al bel Yuri, io sono andata a fare shopping per te-
disse mostrandomi tre bustoni colmi di generi di abbigliamento ed una bustina
della profumeria. C'erano due paia di jeans di foggia molto femminile, uno
addirittura con degli strass ed una serie di maglioncini di tutti i colori,
semplici e pertanto adatti alla scuola, ma ben diversi da quelli che indossavo
abitualmente e molto piu' di tendenza, un paio di camicette, un paio di
stivali con il tacco basso ed un giaccone di marca adatto per il freddo di
Milano ma molto trendy. Malgrado non fossi esperta di moda, trovavo tutte
quelle cosine veramente belle. Mia madre aveva un ottimo gusto

- Queste sono indumenti per tutti i giorni, per andare a scuola o per uscire
con le amiche. Per uscire con un ragazzo ci vuole qualche cos'altro e domani
pomeriggio andremo io e te a vedere altre cose dopo aver fatto un salto dal
parrucchiere per tagliarti quella massa di capelli. Nella busta della
profumeria c'e' l'occorrente per truccarti. Dopo cena andremo in bagno a fare
un corso accelerato di make-up- Mi strinse a se dandomi un bacio sulla fronte.
Finalmente ero diventata la figlia femmina che lei aveva sempre agognato.

Naturalmente, mi provai tutto cio' che mi aveva comprato la mamma e dopo,
vincendo l'orgoglio, telefonai a Fabiana. Dovevo assolutamente metterla al
corrente di cio' che mi era capitato. Anche lei sembrava felice di poter
riparlare con me, ma quando le dissi che mi ero baciata con Yuri dopo esserci
uscita insieme, scoppio' a ridere

- Ti sei per caso fatta? Ohi Lulu', stai parlando di Yuri, il ragazzo piu'
bello e desiderabile della scuola e vuoi farmi intendere che ci sei uscita e
che ti ha baciata?-

- Esatto Fabi. Lo so che ti sembra strano e anche io ancora non ci credo, ma
e' la verita'-

- Va bene, se vuoi continuare con questa stronzata, fai pure. Quando avrai
finito di sognare a occhi aperti, fammelo sapere- Sapevo che sarebbe stato
inutile cercare di convincerla e attaccai il telefono. Non ci aveva creduto e
la comprendevo perfettamente. Neanche io al posto suo ci avrei creduto.

Quella notte faticai ad addormentarmi. Ero troppo gasata per poterlo fare
immediatamente ed anche la mattina seguente ero su di giri, anche se avevo
delle preoccupazioni. Pensavo alla possibilita' che durante la sera con i suoi
amici avesse potuto cambiare idea. Mi immaginavo la scena in cui lui
raccontava a tutti che aveva baciato Luana, quella del terzo, quella che si
veste da zecca, quella che tira calci e pugni e che forse e' pure lesbica e
che i suoi amici prima lo prendevano in giro e poi lo convincevano a mollarmi,
ma cercai di non pensare ad una simile eventualita'. Mi vestii e su consiglio
di mia madre scelsi il jeans con gli strass ed un maglioncino azzurro con le
trecce e con la scolatura a vi, mi truccai delicatamente e mi pettinai. Non
vedevo l'ora di andare quel pomeriggio dal parrucchiere a sfoltirmi quella
massa di capelli che mi circondava il volto. Certo, non mi vedevo la strafiga
del giorno precedente, ma mi sembravo senz'altro carina e Fabiana, che passai
a prendere come d'abitudine prima di andare a scuola, lo confermo' rimanendo a
bocca aperta dopo aver faticato addirittura a riconoscermi

- Lulu', ma come ti sei combinata?-

- Ho cambiato look. Mi sono stancata di essere un maschiaccio e voglio
sentirmi femminile. E' un delitto?-

- No che non e' un delitto-

- Secondo te come sto conciata cosi'?-

- Sei un'altra Lulu', non sembri piu' nemmeno tu. Insomma, stai bene. Sembri
piu' magra ed anche il viso ... .. Che hai fatto al viso?-

- Mi sono truccata un po'-

- Lulu' che si trucca. Roba da non credere. Pero' dicevi una stronzata
riguardo a Yuri, vero?-

Sorrisi enigmaticamente e la feci salire sulla moto senza risponderle, anche
se ero sicura che adesso, dopo avermi vista cosi' femminile, qualche dubbio
cominciasse ad averlo. Arrivammo a scuola e appena mi tolsi il casco notai
immediatamente Yuri appoggiato sulla sua moto a una decina di metri da me. Il
cuore comincio' di nuovo a fare le bizze e a sembrare di voler uscire dal
petto mentre lui sorridendo si avvicinava a me. Ero stata preoccupata per
tutto il tragitto e adesso lui camminava a passo spedito verso di me, con quel
suo sorriso angelico e sfrontato allo stesso tempo. Pochi secondi ci
dividevano ma sembravano non passare mai e finalmente era di fronte a me
mentre io ero incapace di aprire bocca e di fare qualsiasi azione. Per fortuna
ci penso' lui. Mi prese per le spalle e mi bacio' appassionatamente, tra lo
sguardo sbigottito di Fabiana e degli altri compagni di scuola presenti. Tutte
le preoccupazioni erano svanite. Ora potevo considerarmi la sua ragazza a
tutti gli effetti.

Non mi soffermo piu' di tanto sui commenti della scuola e in particolar modo
della mia classe. All'inizio tutti mi fecero i complimenti per il mio nuovo
look, ma rimasero di sasso quando Fabiana racconto' a tutti che io mi ero
messa con Yuri. Devo dire che non riuscii mai a comprendere esattamente gli
stati d'animo dei miei compagni in quel periodo. Le ragazze avevano un misto
di invidia per il fatto che Yuri mi avesse scelta e di ammirazione per essere
riuscita dove tante altre avevano fallito, mentre per i ragazzi ero diventata
di colpo una figa della Madonna anche se nessuno si azzardo' a farmi una
proposta, vuoi per il fatto che nessuno di loro poteva mettersi in concorrenza
con Yuri, ma anche perche' il fatto di aver distrutto quei due con poche mosse
di karate li metteva in uno strano imbarazzo e timore di fronte a me. Le tre
cose mescolate tra loro, ovvero il fatto che fossi diventata sicuramente di
colpo una ragazza carina e piacente, che stessi con Yuri e che fossi una
campionessa di karate, mi avevano di colpo catapultato dall'anonimato completo
ad essere la ragazza piu' nota dell'intera scuola. Ma tutto questo a me
interessava relativamente e l'unica cosa che reputavo importante era il mio
rapporto con il ragazzo che amavo.

I giorni seguenti infatti, consolidarono la nostra unione. Lui era veramente
un ragazzo d'oro, sempre prodigo di complimenti e presente in ogni
circostanza. Ad esempio, mi veniva sempre a vedere durante i miei allenamenti
di karate che naturalmente non abbandonai. Lui mi aveva chiesto quasi
espressamente di continuare e naturalmente io lo feci. Su consiglio del mio
allenatore, aggiunsi anche un paio d'ore settimanali di allenamenti mirati al
dimagrimento che fecero quasi subito il miracolo. Avevo sempre le spalle un
po' piu' larghe rispetto alle altre ragazze, ma avevo il punto vita abbastanza
piccolo ed i grassi in eccesso erano scomparsi quasi del tutto, compensati da
muscoli non evidentissimi ma molto tonici. Yuri sembrava essere fiero di me
soprattutto in quest'ambito e a me interessava soltanto il suo giudizio, anche
se non aveva perso il vizio, per me molto fastidioso, di vedermi come una che
avrebbe potuto spezzarlo in due. A volte sembrava intimorito e me le dava
tutte vinte, mettendosi pateticamente sulla difensiva come se io dovessi
picchiarlo da un momento all'altro. Altre volte invece era il vero maschio che
piaceva tanto a me, sicuro dei suoi mezzi e abbastanza autoritario e questo
cambiamento repentino mi spiazzava notevolmente. Nel frattempo, altre cose
erano cambiate in me. La mia femminilita' aveva ormai preso il sopravvento e
la Lulu' di prima non esisteva piu', anche se questo puo' sembrare un
controsenso considerando gli allenamenti di karate e di pesi a cui mi
sottoponevo. Mi vestivo sempre per piacere agli altri e a Yuri soprattutto e
mi truccavo praticamente sempre, anche se non eccessivamente. La mia
carnagione scura non aveva bisogno di particolari accorgimenti. Mi ero nel
frattempo tagliata un po' i capelli e li tenevo sempre sotto controllo,
portandoli sempre lisci, anche a costo di perderci mezz'ora ogni volta che
dovevo stirarli con la piastra e avevo sfoltito le sopracciglia. Ero
diventata, senza essere tacciata di presunzione, una bella ragazza, almeno
alla pari con quelle piu' accreditate della scuola e soprattutto, cominciavo a
pensare che potevo meritarmi senz'altro il mio bel ragazzo. Insomma, una bella
coppia, ecco quello che eravamo io e Yuri e lui era molto orgoglioso di me,
proprio come io lo ero di lui. Mi aveva anche presentato alle sue amicizie,
che erano di un certo livello e decisamente superiori alle mie. Le sue
conoscenze facevano parte della Milano bene e devo ammettere che mi accolsero
tutti con molto entusiasmo, malgrado le mie preoccupazioni. Lui mi presentava
anche come un'atleta di primissimo piano, una specie di campionissima del
karate e questo sembrava essere il suo orgoglio maggiore. In effetti avrei
dovuto partecipare a breve ai campionati regionali categoria kata juniores,
dopo che l'anno precedente avevo stravinto quello riservato ai cadetti e che
mi vedevano grande favorita nella sezione individuale e con buone possibilita'
nella categoria a squadre. Era tutto molto bello tra me e lui, anche se
mancava la ciliegina sulla torta. Ancora non avevamo fatto sesso ed erano
trascorsi due mesi da quando stavamo insieme. Mi chiedevo perche' ancora non
me l'avesse chiesto e mi facevo un sacco di domande. Il passaparola della
scuola lo dipingeva come uno che dopo una settimana andava a letto con le
ragazze ed all'inizio avevo paura che lui volesse farmi fare la fine di tutte
quelle che aveva avuto ma, man mano che il tempo trascorreva e che lui batteva
tutti i record di permanenza con la stessa ragazza, cominciavo a pensare di
voler perdere la mia verginita' proprio con lui. Invece con me era sempre un
vero gentiluomo, addirittura timido ed impacciato in certe occasioni, tutto il
contrario di come era stato descritto e questo mi meravigliava alquanto.
Passavamo ore a baciarci ed io potevo percepire il suo desiderio. Un paio di
volte avevo preso io stessa l'iniziativa, approfittando del fatto che ci
trovavamo da soli a casa sua e lo toccai maliziosamente e quindi glie lo tirai
fuori. Ero mezza imbranata, ma basto' il tocco delle mie mani per fargli
sgorgare lo sperma. Era stata una strana sensazione. Mi piaceva che io fossi
in grado di provocargli piacere e che il mio contatto gli desse quell'effetto,
ma intanto dovevo cominciare a fare i conti con la mia sessualita' che
iniziava a chiedermi sensazioni sempre maggiori. Ma quelle sensazioni ancora
non arrivavano. Fino a che un giorno, un pomeriggio che avrebbe dovuto essere
di inizio primavera ma che invece vedeva Milano imbiancata di neve, io mi
trovavo a casa sua come spesso mi accadeva. Ero stata anche presentata ai
suoi, come amica naturalmente, ma il pomeriggio, dopo aver terminato i miei
allenamenti, andavamo spesso a casa sua che era quasi sempre sgombra dai suoi
genitori che lavoravano spesso fino all'ora di cena. A volte c'era sua sorella
che pero' spesso aveva gli allenamenti di danza ed i suoi orari erano ben
precisi. Questo ci dava la certezza del tempo che avremmo potuto trascorrere
in santa pace e naturalmente ne approfittavamo per sentire musica, vederci
qualche videocassetta e naturalmente per farci grandi limonate. Baci, baci e
ancora baci, con qualche divagazione sui miei seni e, come ho detto prima,
qualcuna sulle sue parti intime. Ma quel pomeriggio Yuri sembrava piu' focoso
del solito e mi spinse sul suo letto. Io lo lasciai fare. Mi piaceva che fosse
lui, il mio ragazzo, a prendere l'iniziativa, ma mentre era intento a baciarmi
i capezzoli ed io sentivo che forse quella era la volta buona che avrei perso
la mia verginita', lui si rialzo' di scatto, si sistemo' i capelli e si
lascio' andare sulla sedia

- Non ce la faccio, Lulu', non ce la faccio- Mi alzai anch'io e mi avvicinai a
lui. Dio quant'era bello, con quello sguardo da cane bastonato e i capelli
arruffati. Ma ero anche preoccupata. Cosa c'era che non andava?

- Che cosa c'e' Yuri? Parliamone e vedrai che tutto si sistemera'-

- Non posso Lulu', ho paura-

- Ma paura di che? Non ricomincerai con quelle tue assurde paure per il fatto
che io pratico karate. Io volevo pure abbandonare, sei tu che hai voluto a
tutti i costi che continuassi ad allenarmi-

- Non e' quello. E' legato a quello ma ... .- Gli accarezzai il volto e lo
baciai con tenerezza

- Se tu mi dici cosa c'e' affronteremo la questione insieme. Io e te ci
amiamo, vero?-

- Si amore, certo che ci amiamo-

- E allora con l'amore si risolve tutto. Niente e nessuno potra' dividerci. A
meno che ... ..Non e' che sei andato con un'altra per caso? Perche' in quel
caso allora si che dovresti cominciare ad avere paura di me- Scoppio' a ridere

- Magari! - disse. Un'esclamazione che al momento non capii e che mi fece
imbestialire

- Come magari? Magari tu fossi andato con un'altra?-

- No Lulu', non magari fossi andato con un'altra, magari io potessi avere
paura di te. Dai, mettiti seduta che ti spiego tutto, ma prima voglio da te
una promessa- Non sapevo cosa pensare. Continuavo ad essere molto preoccupata
ma anche molto curiosa

- Di cosa si tratta?-

- Prima fammi la promessa che quello che ti diro' rimarra' un segreto tra noi
due, qualunque cosa accada- Cominciavo ad essere terrorizzata. Quale segreto
possedeva il mio Yuri?

- Certo amore, te lo prometto. Ma ora dimmi. Mi sto sentendo male ed ho una
strana sensazione- Yuri prese fiato, mi guardo' negli occhi e poi inizio'

- A me piacciono le ragazze forti-

- Lo so amore, me l'hai gia' detto una volta, ti ricordi?- lo interruppi

- No Lulu', non forti come ti immagini. Intendo forti fisicamente, che
pratichino arti marziali, come te ad esempio. Quella mattina, quando ho visto
come hai ridotto quei due, ho pensato che tu potessi essere la mia ragazza
ideale. Mi piace sentire la superiorita' della mia ragazza, avere paura di lei, inginocchiarmi di fronte a lei.
E'' difficile spiegarti tutto questo e mi riferivo a questa sensazione quando
ho detto . Il mio ideale e' una ragazza che mi incuta timore, che
possa minacciarmi di darmele di santa ragione, che mi faccia fare quello che
lei vuole e non aveva importanza che tu non fossi una bella ragazza e che io
potessi aspirare a qualcosa di molto meglio e ... ..- Non lo feci finire di
parlare. Gli occhi mi si erano riempiti di lacrime e una rabbia indicibile si
era impadronita di me

- Adesso mi spiego tutto. Non poteva essere che io ti piacessi per quella che
ero. Non ero una bella ragazza. Che scema che sono stata. Come potevo
immaginare che tu fossi attratto da una come me? Volevi soltanto una che ti
riempisse di botte- Mi alzai, arrabbiata e delusa, continuando a piangere.
Presi le mie cose e mi avviai correndo verso l'uscita inseguita da Yuri

- Aspetta Lulu' non ho finito. Ti prego Lulu', dammi il tempo di spiegarti
tutto- Non glie lo diedi e corsi giu' in strada e mi misi a correre sotto la
neve. Caddi, mi sporcai e mi rialzai, sempre correndo. Volevo allontanarmi al
piu' presto da quella casa, incapace di pensare a qualcosa di concreto.
Arrivai a casa e me ne andai di corsa in camera mia sempre piangendo. Mi
chiusi a chiave e non uscii ne' per la cena e nemmeno il giorno seguente per
andare a scuola e naturalmente non risposi alle sue continue telefonate. Sul
mio cellulare ne contai 68 in un giorno e mezzo. 68 tentativi di parlare con
me che rifiutai sdegnosamente. Non sapevo cosa pensare. Chi era veramente
Yuri? Cosa era quel ragazzo? Cosa significava che voleva una ragazza forte
fisicamente? Voleva essere picchiato? Era quindi un pervertito, una di quelle
persone che vorrebbero farsi frustare? Ma soprattutto perche' doveva capitare
proprio a me una cosa del genere? Perche' mi ero innamorata come una scema di
un tipo simile? Il giorno seguente ancora cercai di tornare alla normalita',
seguita con gli occhi amorevoli di mia madre, troppo intelligente per
chiedermi spiegazioni che non avrei potuto darle. Mi feci bella. Almeno a
questo Yuri mi era servito. Era servito per farmi diventare una vera ragazza,
ammirata dai ragazzi e addirittura imitata dalle altre compagne. Ormai era
quello il mio modo di essere e non sarei piu' potuta essere la Lulu' che
giocava a pallone con gli altri maschi e che si copriva invece di vestirsi.
Ero diventata una ragazza vera. Forse era un viatico che prima o poi avrei
dovuto compiere e Yuri aveva semplicemente accelerato il mio cambiamento.


amosolodonne
00martedì 18 novembre 2014 15:15
Bravo, Lorenzo ... Bel racconto ed anche ben scritto... Complimenti [SM=x829788]
Lorenzoslave
00mercoledì 19 novembre 2014 17:33
Grazie! Anche se i complimenti li devo girare alla sconosciuta che l'ha scritto. Ed il prosieguo è molto più eccitante
Lorenzoslave
00mercoledì 19 novembre 2014 19:45
LULU - Parte quinta




Sapevo che il mio rientro a scuola mi avrebbe procurato grossi problemi
emotivi ed avevo trascorso la giornata precedente preoccupata in previsione di
quel momento. Cosa volevo realmente? Non vederlo piu', evitarlo per non
soffrire troppo o sperare che si rifacesse vivo con me? Ero combattuta,
tremendamente combattuta. Evitarlo del tutto sarebbe stato impossibile
considerando che andavamo alla stessa scuola, ma incontrarlo e parlarci
sarebbe stato altrettanto penoso per me. Speravo che almeno per quel giorno
riuscissi ad evitarlo ed invece lo incontrai proprio nel punto dove mi chiese
di uscire, appoggiato al portone di ingresso della scuola. Mi venne incontro

- Lulu' ti prego, non ho ancora terminato di spiegarti ... .- esordi'

- Ma ho terminato io- feci sdegnosamente, evitandolo e salendo le scale

- Ma io ti amo. Ti amo Lulu', vuoi capirlo?- grido' facendo voltare tutti i
presenti, compreso qualche prof. Questa scena degna di un film aveva
dimostrato a tutta la scuola che ci eravamo lasciati, che io ero di nuovo
libera e che ero stata addirittura io a lasciarlo. La mia notorietà sarebbe
andata alle stelle. Magra consolazione. Alcuni ragazzi comunque non persero
l'occasione e gia' all'ora di ricreazione si fece avanti Mattia, uno del
quinto che con molto tatto e anche con un po' di timore mi fece la proposta di
uscire insieme, mentre alla fine delle lezioni fui avvicinata da altri due
ragazzi con i quali non avevo mai scambiato una parola prima. Che differenza
con la Lulu' di due mesi prima, quando nessuno mi degnava di uno sguardo e che
sembrava del tutto trasparente.

Malgrado le proposte avute quel giorno ed alle altre che ebbi in seguito, non
uscii con nessuno di quei ragazzi, anche se avevo dato loro delle speranze. In
realta', malgrado mi dimostrassi simpatica e spigliata, ero a pezzi. Non
potevo non ammettere con me stessa che ero ancora follemente innamorata di
Yuri. E facendo delle analisi con me stessa, mi rendevo conto che ne ero
innamorata non piu' per la sua bellezza e per quello che rappresentava, ma per
come si era comportato con me in quei due mesi. Mi aveva fatta sentire
bellissima, unica, intelligente. Ma la cosa strana era che ero arrabbiata con
lui non per quello che mi aveva raccontato riguardo a quelle stranezze che
possedeva, ma per il fatto che aveva ammesso che mi aveva avvicinata
esclusivamente perche' io ero una ragazza che praticava karate. Se al posto
mio ci fosse stata un'altra ragazza, lui l'avrebbe ugualmente abbordata. Per
lui l'importante era che gli potessero spaccare la faccia. E allora tutte
quelle belle parole nei miei confronti? Tutti quei complimenti? Il fatto che
mi dicesse in continuazione che io fossi una ragazza bellissima? Possibile che
fosse stato cosi' falso?

Se la mattina a scuola fingevo comunque indifferenza, rifiutandomi di
ascoltare Yuri che provo' diverse volte a parlare con me, il pomeriggio mi
rinchiudevo in camera mia a piangermi addosso, senza uscire con nessuno e
senza voler vedere nessuno. Persi anche l'occasione di fare i campionati
regionali. Al diavolo il karate. Era stato proprio per colpa di quello sport
che mi sentivo cosi' triste, senza pensare che invece era proprio merito del
karate quello di avermi fatta diventare un'altra persona. I giorni
trascorrevano tutti uguali e ormai anche Yuri aveva smesso di telefonarmi.
Forse si era arreso. Ne ero sollevata? Macche'. Almeno le telefonate me lo
facevano sentire vicino, anche se non gli rispondevo ed i suoi messaggi mi
davano la sensazione che ancora mi pensava e che forse un giorno ci saremmo
potuti rimettere insieme, anche se poi nemmeno li leggevo. Ed ora quella
tranquillita' mi sconvolgeva. Era dunque tutto finito tra di noi? Il solo
pensiero mi faceva sentir male, ma ormai sembrava inevitabile. D'altronde,
come sarei potuta stare insieme ad uno solo perche' ero brava nel karate? Ed
anche se ci fossimo rimessi insieme, come mi sarei dovuta comportare con uno
come lui? Cosa avrebbe voluto realmente da me? Che lo mandassi davvero
all'ospedale? Tante domande e nessuna risposta, fino a che un pomeriggio, due
settimane dopo la sua confessione, il campanello della porta di casa mia
squillo' ripetutamente e dopo alcuni secondi qualcuno busso' alla mia porta.
Dopo molta insistenza aprii. Era mia madre

- Se mi richiudi la porta in faccia ti prendo a sberle, Lulu'. C'e' di la' il
dio greco dal nome russo che vuole parlare con te-

- Mandalo via, non voglio vederlo e tantomeno parlarci-

- Ascoltami tesoro. Io non mi sono mai intromessa tra te e lui. In tutti
questi giorni ti ho vista piangere, disperarti e ti ho lasciata stare. Ma ora
ti dico che devi sentirlo. Qualunque cosa abbia fatto, sembra disperato ed a
me sembra che lui sia veramente interessato a te. Ascoltalo, dai retta alla
mamma e poi prenderai la tua decisione

- Ma io non voglio starlo a sentire-

- E invece vuoi, te lo leggo negli occhi. E poi e' cosi' carino che saresti
una vera stupida a non provare a riappacificarti e a lasciartelo scappare- Mia
madre, senza neanche attendere la mia risposta chiamo' Yuri e lo fece
accomodare nella mia stanza e poi richiuse la porta. Stava in piedi, con un
mazzo di fiori in mano e lo sguardo implorante e, al solo vederlo, mi riprese
la tachicardia come il primo giorno che uscimmo insieme

- Ti prego Lulu', non interrompermi. Mi sono preparato un discorso e ho paura
di perdere il filo- Melodrammaticamente, si inginocchio' ai miei piedi ed
inizio'

- Non mi hai fatto terminare la volta scorsa ed io voglio almeno che tu
comprenda. E' vero, la prima volta che ti ho avvicinata tu non mi piacevi, ma
quando ti sono venuto a prendere, per poco non mi facevi prendere un colpo.
Eri la ragazza piu' carina che io avessi mai visto. Avevi il sedere piu' bello
di tutta Milano, un corpo da urlo ed un visetto meraviglioso. E poi ti ho
conosciuta veramente e mi sono innamorato di te. Per quello che rappresentavi
per le mie fissazioni, ma anche per come sei nella realta'. Di te mi piace
tutto, Lulu'. Mi piaci perche' sei forte, e' vero, perche' fai karate e con un
calcio potresti spaccarmi la faccia, non potrei negarlo, ma mi piaci anche per
come sei nella vita di tutti i giorni, per la tua sincerita', per il tuo modo
di comportarti, di gesticolare,

persino quando ti lamenti. Tutto veramente. E poi anche tu probabilmente hai
accettato di uscire con me perche' rappresentavo qualcosa per la tua fantasia
e forse solo dopo che mi hai conosciuto veramente hai cominciato ad
apprezzarmi per quello che sono-

- Per quello che fingevi di essere, non per quello che sei-

- No, ti sbagli Lulu'. A parte quella considerazione sulle mie fissazioni ed
il momento in cui ti chiesi di uscire, io mi sono sempre comportato con te
sinceramente. Ogni volta che ti dicevo che eri bella era perche' lo sentivo
realmente, ogni volta che ti dicevo di amarti era la verita', ogni volta che
parlavo di te con orgoglio era perche' realmente mi sono sempre sentito
orgoglioso di avere a fianco una ragazza simile-

- E adesso cosa pretenderesti da me dopo questa sceneggiata? Che ti
perdonassi? Che ci rimettessimo insieme e che ti picchiassi di santa ragione?
Se puo' interessarti ho proprio una gran voglia di spaccarti la faccia. Ti
farebbe felice?-

- Sshhh- Vuoi che tua madre venga a sapere una cosa del genere?- Si alzo' e
venne di fronte a me e io lo guardai in un modo completamente nuovo rispetto a
come avevo fatto in precedenza

- Rimettiti in ginocchio. Non ti ho dato il permesso di alzarti- gli ordinai e
poi mi venne quasi da ridere. Non gli avevo dato quell'ordine per qualche
motivo inerente alla sua fissazione, ma mi era venuto spontaneo. Yuri mi
guardo' meravigliato ma non oso' controbattere. Ancora con il suo mazzo di
fiori in mano si rimise nella posizione di prima. Chissa' quali fossero i suoi
pensieri in quel momento

- Non lo so cosa voglio esattamente. - prosegui' comunque Yuri -Sono molto
confuso. Si, mi piacerebbe che tu accennassi qualche mossa di karate contro di
me, mi piacerebbe che tu mi dessi degli ordini ricordandomi che sei piu' forte
di me, e' inutile negarlo. Ma di una cosa sono sicuro. Io voglio tornare
insieme a te. Posso alzarmi adesso? Le ginocchia mi fanno male- Sorrisi e con
la mano gli feci cenno di alzarsi. Era un cucciolo impaurito. Non impaurito
dalle mia capacita' di karateka ma della decisione che stavo per prendere. Ci
pensai un po', in silenzio. Non sarebbe stato piu' il rapporto di prima, ma io
lo amavo ancora, su questo non c'erano dubbi. Avremmo dovuto stabilire delle
regole, avremmo dovuto parlare ancora di quella sua mania, ma se c'era una
cosa di cui ero certa era che io lo volevo. Lo volevo ancora, a dispetto di
cio' che mi aveva confidato. Mi posi di fronte a lui

- Veramente mi trovi bella? Veramente mi ami e sei orgoglioso di me?- Yuri
stavolta sorrise.

Quanto mi faceva sciogliere quel sorriso

- Io ti trovo la ragazza piu' bella ed affascinante che io abbia mia
conosciuto, sono sempre stato orgogliosissimo di te e soprattutto ti amo e
senza di te sono disperato. Ti prego Lulu', torna insieme a me-

E si, noi ragazze siamo molto sensibili su questi argomenti. Come facevo a non
perdonarlo? Ci rimettemmo insieme ovviamente. Mi confido' anche che era quello
il motivo per cui non aveva voluto fare l'amore con me fino a quel momento.
Lui desiderava farlo ma voleva anche che non ci fossero nubi nel nostro
rapporto quando questo fosse accaduto. E quel momento arrivo'. Sapevo da molte
mie coetanee che spesso la prima volta non e' poi tutto questo gran che, ma
per mia fortuna, nel mio caso tutto ando' a gonfie vele e lui mi fece
diventare donna a tutti gli effetti.

Ma la cosa sulla quale noi dovevamo discutere era quella sua mania. Su questo
fui molto chiara. Non avrei mai accettato un ragazzo che non si fosse
comportato da uomo o comunque da maschio, pero' avremmo potuto trovare un
accordo. Mi resi subito conto, malgrado la mia giovane eta' e il mio completo
digiuno su quelle cose, dell'importanza che aveva per la psicologia di Yuri,
il mio comportamento nei suoi confronti. Decisi che qualcosa avrei dovuto
concedergli. Avevo paura che, a lungo andare, il suo bisogno potesse diventare
insostenibile e lasciarmi per un'altra che invece non si sarebbe fatta troppi
scrupoli di accontentarlo. Ad esempio, ce n'era una in palestra che se lo
mangiava con gli occhi quando lui veniva a vedere i miei allenamenti ed era
anche piuttosto bravina e anche carina, anche se non al mio livello, sia nel
karate che come aspetto fisico. Quella avrebbe accettato qualunque cosa pur di
farsi un giretto con il mio Yuri e solo l'idea di vederli insieme mi fece
sentir male. Ne parlammo quindi piu' volte e per me fu come catapultarmi in un
mondo di cui non conoscevo affatto l'esistenza. Mi dava una strana sensazione
che un ragazzo potesse avere simili tendenze, desiderare che la propria
ragazza potesse, in alcune situazioni, minacciarlo di dargliele dall'alto di
una supremazia fisica, di dargli degli ordini e pretendere che fossero
rispettati.

La cosa che mi sembrava piu' strana e che ebbi piu' difficolta' a capire era
che Yuri non voleva essere picchiato nel vero senso della parola ma amava che
la sua ragazza, cioe' io, gli facesse capire con gesti, ordini e con mosse
accennate di karate che io fossi piu' forte di lui, costringendolo a fare cose
che apparentemente lui non avrebbe voluto fare. Contorto, vero? Praticamente,
se lui voleva andare al cinema ed io in discoteca, io lo dovevo obbligare,
sotto minaccia di fargli qualche mossa di karate o di dargli qualche schiaffo
minaccioso, ad andare dove volevo io, con il risultato che saremmo stati
entrambi soddisfatti. Io sarei andata dove volevo andare e Yuri avrebbe
obbedito alla sua ragazza piu' forte di lui. E per quanto riguardava la
supremazia che io avevo nei suoi confronti, ormai non c'erano dubbi. E' vero
che a livello di forza fisica lui era ancora notevolmente piu' forte di me, ma
se io provavo ad affondare i miei colpi, mi rendevo conto che lui aveva ben
poche possibilita' di rimanere in piedi piu' di qualche secondo. Ma andiamo
con ordine. Qualche giorno dopo la nostra riappacificazione e dopo la mia
prima volta, Yuri mi spiego' quali fossero le sue esigenze ed io decisi
appunto di andargli incontro e accettai di giocare con lui in determinate
situazioni, specificando pero' che si sarebbe trattato appunto di un gioco in
quanto, nella vita reale, avevo bisogno di un vero maschio e non di un ragazzo
che se la fosse fatta sotto se avessi alzato la voce e Yuri aveva ovviamente
accettato assicurandomi che sapeva essere sia l'uno che l'altro. Mi aveva
ragguagliata sul comportamento da tenere e sull'abbigliamento da indossare, ma
un conto e' la teoria, ben altro e' la pratica. Partiamo da cosa indossai. Era
stato vago e mi aveva chiesto di indossare qualcosa di sexy, ma la cosa piu'
sensuale che avevo era una mini di jeans che mi stava un amore. Ci misi sotto
delle scarpe da tennis all'ultima moda e sopra una camicetta bianca a maniche
lunghe. Avevo scartato i pantaloni aderenti e tacchi alti per essere piu'
libera nei movimenti e al limite con quella mini avrei fatto vedere qualcosa
al mio ragazzo nel momento in cui avrei accennato qualche mossa di karate.
Poco male, pensai, anzi. D'altronde mi voleva sexy e quella mini mi sembrava
proprio l'ideale. Mi truccai come se dovessi uscire per una serata in
discoteca e mi avviai a casa sua dove avevamo l'appuntamento. Mi aveva detto
che saremmo rimasti da soli tutto il pomeriggio e quella era un occasione da
non perdere, anche se cio' mi fece saltare il mio consueto allenamento. Ebbi
molte difficolta' a salire sul mio motorino vestita in quella maniera ed
immagino che parecchi ragazzi si fossero stropicciati gli occhi a vedere
quella mezza matta in minigonna sul motorino girare per Milano. Finalmente
giunsi a casa sua ma, appena mi vide, arrivo' la prima delusione. Mi squadro'
da capo a piedi e poi esclamo'

- Ma come ti sei vestita?-

- Mi hai detto di indossare qualcosa di sexy e ho pensato di vestirmi cosi'-

- Cosi' sembri la classica teen-ager che vuole farsi rimorchiare. Io intendevo
qualcosa di particolare. Vabbe' lasciamo stare-

- Lasciamo stare si. Durante il tragitto in moto a momenti facevo fare un paio
di incidenti per come mi guardavano e tu mi vieni a dire che non sono sexy? Un
centimetro piu' corta e mi si vedrebbero pure le mutandine- mi risentii. Yury
mi abbraccio'

- Scusa amore, sono stato un idiota. Mi sono spiegato male io. Dai, non ha
importanza. Vogliamo cominciare?-

- D'accordo- risposi ancora un po' arrabbiata. Ma che cavolo pretendeva da me?
Ci stavo mettendo tutta la buona volonta', ma non era certo un terreno che
conoscevo quello. Il primo impatto era stato negativo ed ora, stando ai suoi
desideri, avrei dovuto dargli degli ordini, minacciarlo con le mie mosse di
karate e fargliene arrivare qualcuna, senza ferirlo, possibilmente. Ma che
ordini dare ad un ragazzo? La prima cosa che mi venne in mente, anzi, che mi
ero preparata durante il tragitto, fu inerente a qualcosa di domestico. Avevo
sete e quindi partii proprio da quella situazione. Avevo visto parecchie volte
mio padre dare ordini alla mamma in quell'ambito e la cosa avrebbe dovuto
funzionare. Mi schiarii la gola

- Yuri, ho sete. Mi porti un succo di frutta?-

- No, no! Accidenti Lulu'. Ci manca solo che poi ci aggiungi . Tu
non devi chiedermi un piacere, devi ordinarmelo. Deve essere un ordine
perentorio, devi dimostrarti sicura di te stessa. Non devi dirmi succo di frutta?> ma La senti la differenza di
tono, di autorevolezza? Ti ricordi a casa tua quando abbiamo fatto la pace?
Quando mi hai ordinato di rimettermi in ginocchio? Ecco, cosi' devi
comportarti- Era troppo per me. Mi alzai furiosa

- Senti Yuri, io non ci riesco. Non mi viene spontaneo. Forse ho sbagliato ad
accettare, forse non sono la ragazza che tu vorresti che fossi- Yuri mi venne
vicino e mi prese per le spalle

- Tu sei la ragazza che voglio, che tu sia dominante o meno. Se vorrai,
riproveremo, altrimenti non mi interessa. M'interessa di piu' che tu sia
accanto a me- Termino' la frase e poi mi bacio' dolcemente. Io volevo
accontentarlo, lo volevo con tutta me stessa, ma non sapevo come accidenti
comportarmi. Forse non ero adatta. Non riuscivo ad essere dominante anzi,
trovavo estremamente piacevoli quei momenti in cui ero io a sentirmi nelle sue
mani e non viceversa ed anche il fatto di sapere perfettamente di essere piu'
forte di lui non mi spingeva a prendere il predominio. Ma Yuri ci sapeva fare
anche nelle vesti di maschio doc. Comincio' a baciarmi sul collo, a toccarmi i
seni, ad accarezzarmi ed io mi abbandonai completamente a lui. Facemmo l'amore
e fu, come al solito, bellissimo. Se e' vero che a lui piaceva essere
dominato, stando almeno alle sue dichiarazioni, in quanto ancora non avevamo
mai provato un simile gioco, era altrettanto vero che sapeva fare l'amore in
maniera dominante e donarmi un piacere immenso. Terminato di fare sesso,
rimanemmo per diversi minuti in silenzio, stretti una tra le braccia
dell'altro, poi mi alzai di scatto

- Ho intenzione di riprovarci amore. Ma tu devi guidarmi meglio. Cominciamo
dall'abbigliamento. Cosa dovrei indossare secondo te per essere considerata
sexy?- Yuri si alzo' anche lui e mi abbraccio fortemente

- Grazie amore mio. Prima pero' devo dirti che eri veramente una gran figa con
quella mini ed io sono sempre piu' orgoglioso che tu sia la mia ragazza. Ma
quando parlo di dominazione, quel tipo di abbigliamento non e' consono. Vieni,
ti faccio vedere- Si sedette dinanzi al suo computer e poi smanetto' qualche
secondo fino a far apparire sullo schermo un numero considerevole di foto di
ragazze, di donne e addirittura anche di qualche donna in eta' avanzata. Non
erano nude, ma erano vestite in maniera provocante, con tutine aderentissime
che fasciavano le forme oppure con abiti striminziti in un particolare tessuto
lucido che le rendeva veramente sensuali. Tutte queste erano truccate
considerevolmente e calzavano delle scarpe col tacco esagerato che arrivava
anche ad oltre venti centimetri. Quando avevo messo le scarpe di mia madre col
tacco 12 mi sentivo impedita, figuriamoci a camminare su quei trampoli. Lo
guardai esterrefatta

- Non pretenderai mica che io mi vesta cosi'? Non sono mica una puttanella io-

- Lo so amore, tranquillizzati. Questo pero' e' cio' che io considero sexy in
determinate situazioni. Capisco che non posso pretendere certe cose, ma ad
esempio quel jeans che ti eri messa la prima volta potrebbe andar bene-

- Si bravo. E poi come faccio a fare delle mosse di karate con un jeans cosi'
aderente?- Si rese subito conto che avevo ragione e non prosegui', ma intanto
era stato chiaro ed avevo capito cio' che lui desiderava. Poi pero' ci pensai
un attimo e mi rivolsi verso di lui in modo duro

- E tu perche' hai le foto di queste donne sul tuo pc? Che cosa significa
questo? Che quando torni a casa ti metti a sbavare su queste troiette?-

- Sono modelle, Lulu', ma credimi, da quando stiamo insieme non le guardo
piu'. Tu sei la ragazza dei miei sogni e non mi interessa sognare su queste
ne' tantomeno sbavarci-

- Non mi interessa chi sono. Mi interessa che tu cancelli immediatamente tutte
queste foto-

- D'accordo amore, le cancellero'-

- Forse non hai capito bene cosa ti ho detto. Tu le cancelli subito, adesso,
davanti a me. E ogni volta che verro' a casa tua controllero' che tu non abbia
queste foto schifose sul tuo computer perche' se dovessi scoprirlo io ti
ammazzo di botte- Mi era uscito tutto spontaneo. Forse ogni ragazza si sarebbe
comportata nella stessa maniera in un caso analogo, minacciando di botte il
proprio ragazzo, con l'unica ma sostanziale differenza che io ero veramente in
grado di farlo, ma non mi ero accorta che stavo involontariamente facendo e
dicendo proprio quello che Yuri voleva. Me ne resi conto quanto lui
indietreggio' impaurito. O meglio, fingendo una paura eccessiva

- Lo faccio subito Lulu'. Scusami amore. Ma ti ho detto la verita'. Non le
guardo piu' da quando ci siamo messi insieme- Avevo capito finalmente. Avevo
capito cosa intendeva Yuri quando mi aveva chiesto di essere autoritaria e
dominante. Avanzai verso di lui che continuava ad indietreggiare. Aveva un
qualcosa di eccitante quella situazione, proprio come quando quei due ragazzi,
Edoardo e Leonardo, se la stavano facendo sotto davanti a me. Sapevo che era
tutto finto e che la reazione di Yuri era stata eccessiva, ma era quello il
modo in cui mi sarei dovuta comportare se volevo soddisfarlo. Yuri intanto,
era arrivato a ridosso del muro ed io ormai gli ero di fronte

- Se ti pesco ancora a guardare foto del genere o anche a guardare un'altra
ragazza, io prima ti mando all'ospedale e poi ti lascio. Perche' tu sei mio
Yuri. Mio, capito? E fino a che stiamo insieme, tutti i tuoi pensieri devono
essere indirizzati a me. Capito? -

- Si amore, ho capito, sono completamente tuo e felice di esserlo e non ci
sara' bisogno di alzare le mani perche' faro' quello che mi hai ordinato-
rispose il mio ragazzo alzando le mani in tono arrendevole. Uh che bello! Era
proprio eccitante quella situazione. Se solo fossi riuscita ad essere sempre
quella che ero in quel momento. Quindi, sapevo essere autoritaria, anche se
per diventarlo dovevo incazzarmi sul serio. Era evidente che dovevo lavorarci
sopra. Ma intanto Yuri era di fronte a me, carino come non mai, con i capelli
in disordine, quel filino di barba che mi faceva impazzire e non resistetti.
Gli presi le mani con forza e glie le misi addosso al muro sopra la sua testa
e lo baciai con forza, quasi con violenza, come a certificare le parole che
gli avevo detto, che era mio e che lui poteva e doveva guardare solo me. E
Yuri rispose appassionatamente, facendomi sentire la sua erezione. Di gia'?
Dopo pochi minuti che avevamo finito di fare sesso? Era questo quello che
provava in quelle circostanze? Un'eccitazione fuori da ogni regola? Questa
situazione eccito' anche me e decisi di proseguire su quel gioco. Mi ritrassi
dal bacio e strinsi la mia mano destra a formare un pugno

- Che cosa ti ho detto prima? Che devi cancellare quelle foto immediatamente
se non vuoi che questo ti arrivi con tutta la violenza di cui
sono capace. Sai cosa succederebbe poi? Che romperei qualche ossa del tuo bel
viso. Poi voglio proprio vedere se piaceresti ancora ad un sacco di ragazze.
Fila a cancellare le foto-

- Subito Lulu', ma ti prego, stai calma - Yuri si sedette davanti al suo pc ed
in pochi secondi cancello' le foto incriminate mettendo invece una mia foto
sorridente che mi aveva fatto col suo cellulare come sfondo

- Bravo Yuri, per questa volta te la sei scampata, ma guai a te se ti pesco di
nuovo a guardare queste schifezze-

- Non succedera' amore mio. Tu mi hai dato un ordine ed io ti ho obbedito. Non
ci tengo a farmi ridurre il viso in mille pezzi- Mille pezzi? Beh esagerava,
ma male glie ne avrei fatto davvero se lo avessi colpito. Mi accontentai
invece di minacciarlo. In fondo, non avevo nessuna intenzione di fargli male
e, da quello che avevo capito, nemmeno a lui piaceva che glie ne facessi, ma
inutile nascondere che trovavo estremamente piacevole vedere il mio ragazzo
completamente dipendente dalla mia volonta'. Ma il bello di quel pomeriggio
doveva ancora arrivare. Yuri ed io eravamo su di giri. Quella messa in scena,
anche se iniziata con una mia incazzatura vera, ci aveva fatto perdere ogni
inibizione. Non ricordo completamente cosa gli dissi, ma ricordo che non erano
frasi che rientravano nelle mie abitudini. Non che nel linguaggio fossi una
puritana e ogni tanto qualche parolaccia mi scappava, ma mai mi sarei
immaginata che dalla mia bocca potesse uscire una parola come .
Eppure lo feci, a testimonianza che quel gioco era di una sensualita' unica e
che quella situazione stimolava la mia sessualita' ed anche la mia autorita'
nell'ambito del rapporto sessuale. Facemmo quindi di nuovo sesso ma in modo
diverso dalla prima volta. Yuri sapientemente mi fece mettere sopra di lui in
una posizione per me nuova e questo mi fece provare anche il sesso in modo
piu' dominante. Mi accorsi subito che da quella posizione il sesso assumeva
una connotazione diversa, sicuramente piu' attiva rispetto alle altre, al
massimo un paio, che avevamo fino ad allora sperimentato e questa
partecipazione piu' attiva risulto' decisamente di mio gradimento. Insomma, mi
stavo rendendo conto che non dispiaceva nemmeno a me di proseguire su quella
strada.

Fine quinta parte


Lorenzoslave
00sabato 22 novembre 2014 17:24
LULU - Parte sesta




Era stato un pomeriggio veramente intenso e molto soddisfacente e quando uscii
dalla casa di Yuri per tornarmene a casa mia, avevo imparato diverse cose. La
prima era su come avrei dovuto relazionarmi con lui se volevo accontentarlo.
La seconda era che, accontentando lui, la mia sessualita' ne provava un enorme
giovamento e la terza era che dovevo vestirmi in una certa maniera per rendere
il tutto ancora piu' sensuale. Il problema era mettere in atto poi questi
insegnamenti e questo era decisamente piu' complicato. Se il mio giovamento
sessuale dipendeva in modo cosi' smaccato dal suo e quindi era una logica
conseguenza dell'eccitazione che gli provocavo, gli altri due erano
decisamente piu' complicati da realizzare. Tanto per cominciare, la mia
autorevolezza era cominciata nel momento in cui mi ero arrabbiata davvero e
sarebbe stato complicato trovare una scusa simile ogni volta. Dovevo percio'
lavorare di fantasia ed imparare ad essere autoritaria anche nei momenti in
cui non c'erano motivi per esserlo. Decisi percio' di fare un corso accelerato
e quale migliore occasione farlo con mio fratello che in quel periodo
detestavo? Tornata a casa, entrai nella sua camera dove lui era intento come
suo solito a giocare alla playstation. Neanche mi degno' di un saluto. Io gli
girai intorno e poi tolsi la spina del gioco

- Ma che cazzo fai, sei impazzita? Mi hai fatto perdere la partita- mi
apostrofo' mio fratello

- Calmati nanerottolo. Da adesso in poi tu mi devi portarmi rispetto. Io sono
tua sorella piu' grande e sono piu' forte di te e pertanto tu dovrai fare
quello che ti ordino-

- Te lo puoi sognare. Esci dalla mia camera e non mi rompere piu'-

- Ascoltami bene e non costringermi ad usare le maniere forti. Ora vai in
cucina e mi porti qualcosa da bere e sbrigati- Mio fratello mi scruto'
aggrottando le sopracciglia

- Che devi fare per caso una recita a scuola e ti stai imparando a fare la
dura? Beh, con me non attacca. Esci per favore che non voglio vedere la tua
faccia in camera mia-

- Allora non hai capito. Io sono cintura nera di karate e se non fai quello
che ti ordino ti riduco in poltiglia- aggiunsi mettendomi in posizione di
combattimento

- Con la tua cintura nera ti ci puoi pulire il culo. E se provi soltanto a
sfiorarmi col tuo karate del cazzo vado da mamma e papa' e poi voglio vedere
come va a finire- Ando' a finire che uscii dalla sua stanza sconsolata. Il mio
tentativo di imporre la mia autorita' in ambito domestico naufrago' prima di
cominciare. Ma avevo altre armi a disposizione ed altri modi per imparare. E
soprattutto altre persone sulle quali imporre la mia autorita', persone che mi
temevano e che non sarebbero certo andati dai miei a lamentarsi se io li
avessi obbligati a fare qualcosa contro la loro volonta'. Ad esempio con quei
due che avevo picchiato due mesi prima, quando tutto era cominciato. Quelli
erano tornati a scuola e da quel giorno mi evitavano come la peste, abbassando
la testa ogni volta che ci incrociavamo. Avrei dovuto trovare una scusa, ma
quello non sarebbe stato un problema. Ci pensai tutta la sera, dopo la solita
telefonata con Yuri che durava piu' di un'ora e che faceva imbestialire i miei
ed alla fine trovai la soluzione giusta. Li avrei ripagati con la stessa
moneta col quale volevano imporsi con il mio compagno di classe Andrea. Il
giorno dopo infatti, arrivai a scuola qualche minuto prima del solito e mi
misi davanti ai cancelli della scuola sperando che nel frattempo Edoardo e
Leonardo non fossero entrati. Prima di loro fece il suo arrivo Yuri,
meravigliato che fossi in anticipo vistoso sul mio solito orario di arrivo a
scuola e poi finalmente arrivo' la , come li chiamavo io.
Malgrado le sue insistenze, non avevo detto niente al mio ragazzo su cosa
volessi fare e lui stava accanto a me curioso come non mai. Intanto, i due
avanzavano e, appena mi videro, abbassarono la testa come al solito per non
incontrare il mio sguardo. Mi posi davanti all'entrata a braccia conserte

- Salve ragazzi. Non si saluta?-

- Buongiorno- risposero all'unisono senza nascondere pero' una certa
preoccupazione

- Stavate andando in classe, vero?- proseguii con naturalezza. Con loro, il
tono autoritario mi usciva spontaneo

- Certo. Fra dieci minuti iniziano le lezioni- rispose Leonardo mentre Edoardo
fece semplicemente di si con la testa

- Ma che bravi studenti. Prima pero' io e voi dobbiamo andarci a fare un
giretto. Devo dirvi una cosa-

- Che e' successo stavolta? Senti Luana, abbiamo fatto quello che ci hai
chiesto, ci siamo comportati correttamente e non abbiamo piu' importunato il
tuo amico, Che cosa vuoi da noi?- continuo' sempre Leonardo mentre il suo
amico rimaneva ancora zitto. Anche Yuri si intromise

- Ma che e' successo Lulu'? Questi due hanno di nuovo combinato qualcosa?-

- Non e' un problema tuo e con questi due me la sbrigo io. Quanto a voi, e'
meglio che facciate quanto vi dico se non volete fare il bis della volta
scorsa. Ve lo ricordate, vero? Beh, l'altra volta sono stata tenera, stavolta
potrei ridurvi peggio di quanto ho fatto allora- Parlavo a bassa voce per non
farmi sentire dagli altri studenti che intanto entravano a scuola, ma la
maggior parte di loro ci guardava e sorrideva maliziosamente come se avessero
avuto qualche presentimento. I due si guardarono indecisi sul da farsi e alla
fine mi seguirono docilmente. Avevano troppa paura di me e il ricordo di cio'
che avevo fatto loro era ancora troppo fresco. Era ovvio che volevano evitare
a tutti i costi un'altra figuraccia proprio all'ingresso della scuola e
un'altra lezione simile a quella che avevo inflitto loro in quel modo cosi'
brutale. Ci incamminammo senza che nessuno aprisse bocca, con Yuri quasi in
estasi nel vedermi cosi' dominante, cosi' padrona della situazione, fino alla
parte opposta della scuola, dove c'era il campo di pallavolo che a quell'ora
era completamente deserto. Feci cenno alla strana coppia di mettersi a ridosso
del muro e poi iniziai il mio show

- Bene ragazzi. Dovete sapere che la mia professoressa di italiano mi ha dato
un tema a casa e io non ho tempo di farlo in quanto devo allenarmi in palestra
e poi devo uscire con il mio ragazzo e pertanto, ho deciso che me lo farete
voi al posto mio- Tirai fuori dal mio zaino un foglio e lo consegnai a uno dei
due che lo lesse con orrore e poi lo consegno' all'altro. C'era il titolo del
tema che pretendevo fosse fatto da loro e ricordo che avevo scelto un tema che
era un vero mattone e che riguardava il

- Non e' giusto, tu non puoi pretendere che noi ti facciamo un compito del
genere- stavolta era stato Edoardo a parlare. Io sorrisi e allontanai Yuri
prendendolo per un braccio

- Se sei sensibile conviene che te ne vada perche' adesso li gonfio di botte a
questi due stronzi- Ricordo perfettamente cosa feci. Con la mia mano sinistra
afferrai il braccio destro di Edoardo e poi scattai con il mio braccio destro
effettuando un , un colpo portato con il dorso del pugno che si
fermo' a pochi centimetri dal volto del ragazzo. Il suo amico si era nel
frattempo defilato di qualche metro, impaurito ed incapace di accennare una
qualsiasi reazione

- Con il prossimo ti spacco la faccia e poi vado a cercare il tuo amico. Ho
detto che voi dovrete farmi il compito e voi me lo farete, non e' vero?-
Edoardo non provo' nemmeno a reagire o a scappare. Li avevo proprio
terrorizzati per bene

- D'accordo, lo facciamo, non e' vero Leo? Ma ti prego, togli questo pugno dal
mio viso- Sorrisi pienamente soddisfatta. Quel, poveraccio se la stava
veramente facendo sotto e credo che gli avrei potuto obbligare a fare
qualunque cosa. Mi rivolsi poi a quell'altro e muovendo il dito indice gli
indicai di avvicinarsi

- Tanto lo sai che e' inutile scappare e che verrei a cercarti- Leonardo si
avvicino' con cautela ed io lo sbattei sul muro accanto al suo amico e lo
presi per il collo, avvicinando il mio viso a pochi centimetri dal suo. Potevo
quasi percepire la sua paura, mentre riuscivo ad ascoltare il suo respiro
affannato

- Inutile dire che il tema dovra' essere perfetto e che dovro' prendere un
ottimo voto- proseguii dandogli due schiaffetti sulla guancia. Erano piu' alti
e robusti di me, ma io avevo ormai acquistato una sicurezza quasi infinita.
Sapevo che avrei potuto ridurli peggio dell'altra volta se avessi voluto e
questa condizione di superiorita' era inebriante e mi faceva sentire veramente
straordinaria. I due accettarono tutte le mie condizioni, tremanti ed
impauriti, ma non avevo ancora terminato e ordinai loro di rimanere ancora in
quella posizione, addosso al muro. C'era una cosa che ancora non mi era andata
giu' malgrado fossero trascorsi piu' di due mesi. Feci avvicinare a me Yuri,
completamente stravolto per la scena alla quale aveva assistito e poi lo
baciai con forza, come avevo fatto la sera prima quando lo avevo obbligato a
cancellare quelle foto

- Pensate ancora che io sia lesbica, teste di pirla?- I due scossero la testa
ed io mi avvicinai minacciosa a loro -Quindi, ve la state facendo sotto di
fronte ad una ragazza, ad una femmina, non e' cosi'?-

- Si, ci siamo sbagliati. Sei una ragazza e anche molto ... .- Era stato
Edoardo a parlare e poi ad interrompersi improvvisamente

- Molto? Avanti prosegui se non vuoi farmi arrabbiare- Il ragazzo cerco' le
parole adatte. Sapevo cosa stava per dire e pretendevo che dicesse quella
parola, ma Edoardo aveva una paura tremenda della mia reazione

- Bella- alla fine disse con un filo di voce - Ma e' un complimento. Io non ho
mai pensato a male-

Sorrisi e li lasciai andare. La sceneggiata era terminata e mi aveva divertita
parecchio e prima di mandarli via ricordai loro che avrebbero dovuto
consegnarmi il tema il giorno dopo prima dell'ingresso a scuola, cosa che
fecero puntualmente, facendo tra l'altro un ottimo lavoro che sfruttai un
mesetto dopo quando dovetti fare veramente un tema a piacere. Tornando a
quell'episodio, devo dire che non ne vado affatto fiera, ma a sedici anni si
puo' essere veramente idioti a volte ed io avevo effettuato una cattiveria
gratuita nei confronti di quei due ragazzi. Yuri ne rimase comunque
affascinato ed eccitato e per tutta la durata di quella giornata si rivolse a
me con ammirazione, direi quasi con deferenza, elogiando il modo in cui mi ero
comportata, aggiungendo addirittura che ero stata troppo buona con quei due,
mentre io potei notare di nuovo come, comportandomi in quella maniera
dominante e prepotente, mi sentissi alla grande. Era ovvio che mi rendessi
conto che non potevo andare in giro a terrorizzare la gente, ne' tantomeno
diventare la di una gang di adolescenti bulletti, ma comunque quella
sensazione di vedere delle persone ed in particolare due ragazzi impauriti di
fronte a me, scatenava al mio interno qualcosa di strano, di elettrizzante e
di eccitante. Ma sapevo anche che non sarebbe stato facile farlo con il
ragazzo che si ama. Diversi sono i sentimenti, diverse sono le sensazioni che
si provano e diverse sono le motivazioni, ma avevo capito che con un po' di
buona volonta' ero in grado di diventare quella che Yuri voleva, non solo
perche' era lui a volerlo, il che sarebbe stato riduttivo per me, ma perche' a
desiderarlo ero proprio io. Era proprio quella la spinta che mi indusse a
proseguire su quella strada: a me piaceva. Ed anche se a volte mi vergognavo
di quei pensieri, dovetti ammettere con me stessa che quei momenti mi
stimolavano sensazioni straordinarie.

L'ultimo inconveniente che avrei dovuto risolvere prima di riprovare a fare
con Yuri quello strano gioco, era quello dell'abbigliamento da indossare in
quelle situazioni. Inutile dire che, con la mia paghetta settimanale, non
avrei mai potuto comprare quelle cose che tanto eccitavano il mio ragazzo e
nemmeno sarei potuta entrare in uno di quei negozi dove li vendevano,
probabilmente uno dei tanti sexy shop che stavano aprendo in ogni quartiere di
Milano, considerando che ero ancora minorenne. In quei giorni che erano
seguiti, avevo fantasticato spesso su quel tipo di vestiario, immaginandomi
anch'io strizzata in quelle tute, in quegli abiti, in quei pantaloni e pensando alla reazione di Yuri nel vedermi vestita in quella maniera e devo confessare che l'idea mi stuzzicava alquanto. Ovviai alla mancanza di soldi e all'impossibilita' di entrare in quei negozi specializzati, con una idea che mi venne un paio di giorni dopo l'episodio di bullismo con Edoardo e Leonardo, quando accompagnai Yuri a prendere la sorella a danza. Oltre alle bambine dell'eta' appunto della sorella, c'erano anche un gruppo di adolescenti, forse un paio d'anni piu' piccole di me che ballavano soavemente sulle punte con indosso tutine di lycra nere molto simili a quelle delle modelle che tanto facevano eccitare Yuri. Andai cosi' in un negozio dove vendevano articoli per la danza e mi comprai una di quelle tutine. Mi stava aderente e fasciata proprio come quelle che indossavano le suddette modelle. Certo, non era proprio la stessa cosa, ma con qualche piccolo accorgimento sarei riuscita a far rimanere Yuri a bocca aperta. Comprai infatti con pochi soldi su una bancarella al mercato della Darsena una maglia elasticizzata che mi stava proprio come volevo io, scollata al punto giusto e aderente come nei miei programmi e il giorno stabilito, ovvero una settimana dopo il primo tentativo, indossai la tutina dopo aver tagliato la parte superiore e mettendoci quindi sopra quella maglia che avevo appena comperato, altrimenti mi avrebbe fatta assomigliare ad una ballerina, il che non sarebbe stato particolarmente sexy. Mi impossessai degli stivaletti di mia madre, proprio quelli indossati il primo giorno che ero uscita con lui e nascosi il mio abbigliamento mettendomi sopra altri indumenti e
naturalmente, mi truccai in modo adeguato, osando anche, contrariamente alle
mie abitudini, un bel rossetto indelebile, quelli che riescono a rimanere
sulla bocca anche diverse ore dopo il trucco e che la sera dovetti addirittura
togliere con lo struccante per gli occhi. Dimostravo decisamente molti piu'
anni di quanti ne avessi, ma era proprio quello che io volevo. Ma, tornando a
quel fatidico momento, appena arrivai alla porta di casa di Yuri, mi tolsi
cio' che avevo messo sopra mettendoli dentro una borsa che mi ero
preventivamente portata ed ero finalmente pronta. Avevo un po' di batticuore,
ma appena vidi la faccia di Yuri che mi venne ad aprire capii di aver fatto
centro. La bocca era spalancata, le parole faticavano ad uscirgli dalla bocca
e non riusciva a distogliermi lo sguardo, soffermandosi particolarmente sul
sedere che avevo lasciato naturalmente in bella vista. Cominciai subito a
dargli degli ordini e stavolta questi mi venivano piu' spontanei.
Evidentemente, avevo imparato la lezione. Yuri mi obbediva, fingendo a volte
paura e non riuscivo proprio a capire che gusto ci provasse. Sicuramente,
vista la situazione dalla parte opposta, ovvero dalla mia, la cosa cambiava di
parecchio. Era stimolante ed eccitante vedere un ragazzo grande e grosso
tremare di paura davanti a me, pur sapendo benissimo che si trattava in gran
parte di finzione, ma mi consolavo pensando che, tutto sommato, si trattava di
finzione a meta'. Come ho gia' sostenuto, in un eventuale lotta vera tra me e
lui non ci sarebbe stata davvero storia. Ero veloce, sapevo come colpire e
dove farlo, sapevo evitare i colpi dell'avversario e solo in un eventuale
corpo a corpo la sua maggiore forza fisica avrebbe potuto fare la differenza.
Ma ci sarebbe dovuto arrivare a contatto con me e quello sarebbe stato molto
complicato, se non addirittura impossibile per uno come lui non avvezzo a
nessun tipo di combattimento. Quindi, se da parte mia l'eccitazione era in un
certo senso giustificabile, all'inizio non riuscivo a capire da cosa
dipendesse la sua. Ma a sedici anni non si poteva capire una situazione cosi'
complessa e particolare come le sensazioni che puo' provare un ragazzo che ha
istinti sottomessi. Per quel momento avevo accettato la situazione per tutti i
motivi che ho elencato prima: per gioco, per amore nei suoi confronti, perche'
avevo scoperto che era tremendamente eccitante e solo in seguito avrei capito
veramente le sensazioni di Yuri che ancora mi sembravano inspiegabili.
Tornando a quel momento particolare, piu' eccitante ancora fu quando arrivo'
anche il momento di accennare qualche mossa di karate, proprio come lui mi
aveva richiesto, fingendo di minacciarlo. La tutina di lycra, oltre ad essere
molto sensuale ai suoi occhi, era anche l'ideale per potermi muovere e non
ebbi difficolta' ad eseguire qualche mossa, accompagnandola appunto con
minacce. Guardandolo, mi dicevo "Possibile che lui sia in questo modo nelle
mie mani? Possibile che dipenda in modo cosi' totale da me?" Mi rendevo conto
che potevo far tutto con lui. Qualunque cosa gli avessi ordinato lui l'avrebbe
fatta. Lo obbligai a dirmi che ero bellissima e che avrebbe fatto qualsiasi
cosa per me e lui lo fece senza esitazione, gli dissi che se voleva meritarmi
doveva strisciare ai miei piedi altrimenti glie lo avrei obbligato con la
forza e Yuri obbedi', Gli ordinai di baciarmi i piedi e lui lo fece, indugiando molto più di quanto io stessa avrei voluto e facendomi pensare che anche quella pratica, cioè di baciare piedi e scarpe, lo entusiasmasse notevolmente ma raggiungemmo l’apice quando lo minacciai che l'avrei lasciato e quasi si mise a
piangere, supplicandomi di non farlo. Era realta' o finzione? O era un
miscuglio delle due cose? Probabilmente si trattava di quest'ultima ipotesi eppure in quel momento ebbi la certezza matematica che quel bellissimo ragazzo che m’implorava di non lasciarlo, quel ragazzo che aveva quasi le lacrime agli occhi per la paura che io potessi decidere di lasciarlo, fosse sincero e che avrebbe fatto qualsiasi cosa gli avessi ordinato pur di compiacermi e di non perdermi. Ma Yuri mi aveva anche chiesto di rendere quel gioco ancor piu' verosimile e
piu' realistico colpendolo senza fargli provare eccessivo dolore. Non ricordo
quale scusa inventai, sicuramente una cosa banale e passai all'azione
dicendogli che l'avrei dovuto punire per non essersi comportato bene nei miei
confronti. Sapevo come affondare i colpi e dosai la mia forza quando lo colpii
al fianco con uno che lo fece comunque urlare dal dolore, anche se
non ero stata particolarmente violenta. Lo guardai fingendo disprezzo mentre
invece avrei voluto abbracciarlo

-Hai capito quello che ti puo' accadere se mi fai arrabbiare e se non fai
quello che ti dico?- Yuri non rispose e, appena si riprese, decisi di colpirlo
con un , un calcio frontale allo stomaco che, nella mia intenzione,
avrebbe dovuto essere semplicemente poggiato in quanto portato con relativa
forza, ma che invece fece urlare di nuovo Yuri e che poi lo fece rimanere a
bocca aperta. Pensavo che stesse fingendo di nuovo, ma quando si alzo' la
maglietta potei notare un vistoso segno rosso. Oddio, i tacchi. Mi ero
dimenticata che avevo ai piedi gli stivaletti di mia madre che erano diventati
un'arma tagliente e pericolosa. Ovviamente, non ero abituata a combattere con
i tacchi anzi, non l'avevo mai fatto e quel calcio che avrebbe dovuto
semplicemente scalfirlo era diventato micidiale. Mi avvicinai preoccupata

- Amore mio, ti prego, rispondi. Ti ho fatto male?- Yuri mi osservo' quasi in
estasi. La sua ragazza, lo aveva ridotto in quel modo e lui era alla mia
merce' proprio come nei suoi sogni

- Ti prego Lulu' continua. Ti prego amore mio, non interromperti. Mostrami
ancora la tua bravura e la tua autorita' e io faro' qualsiasi cosa tu mi
ordinerai- Povero amore mio. A quel punto erano le sue ossessioni? Lo
accontentai. Lo presi per un orecchio e lo tirai su, fingendo di non sentire
le sue urla

- Con te non vale neanche la pena. Sei troppo debole per impegnarmi, non e'
vero Yuri?-

- Si Lulu' e' vero. Io non posso fare niente per difendermi da te. Sei troppo
forte per me. Ti prego non mi picchiare ancora- Non lo feci ma lo scaraventai
contro il tavolo. Era giunto il momento di fare l'amore. La sua eccitazione
era ormai palpabile ed anche la mia non scherzava. Ancora una volta potei
notare come il sesso assumesse una dimensione diversa, piu' animalesca e
sicuramente molto piu' sensuale di quello fatto normalmente. Ovviamente, era
lui il primo beneficiario con prestazioni molto superiori alla norma ma
anch'io avevo un enorme miglioramento godendo non solo per le sensazioni
notevoli che quel gioco mi faceva provare, ma anche di quell'aumento
esponenziale del suo desiderio. Ero riuscita quindi nel mio intento che era
quello di assecondarlo e di accontentarlo ma ne avevo tratto grossi benefici
anch'io. Era cominciato in quel modo ed in quel momento la mia dominazione nei
confronti del mio ragazzo. Come ho detto pero', io pretendevo che quelli
fossero soltanto momenti, che io chiamero' , perchè per
tutto il resto, io volevo essere semplicemente Lulu', la sua ragazza, quella
che accettava le decisioni del suo ragazzo e se dovevamo litigare, cosa che
sarebbe accaduto come in ogni normale coppia, lo avremmo dovuto fare come gli
altri. Ma nella realta' la cosa si dimostro' un po' piu' complicata. Almeno
per quanto mi riguarda, ero abbastanza brava a scindere le mie due
personalita' e cercavo di rapportarmi a lui senza prendere in considerazione
il fatto che fossi piu' forte e piu' brava di lui e che avrei potuto
picchiarlo se avessi voluto, ma non sempre ci riuscivo, cosi' come non sempre
Yuri era in grado di fare il maschio dominante, come vedremo piu' avanti.
Quando eravamo nei nostri momenti normali comunque, io mi abbandonavo a lui
come qualsiasi ragazza, cercando coccole e tenerezze che lui non mi faceva mai
mancare, mentre nei momenti dominanti invece, momenti che io avrei scelto a
seconda delle circostanze, mi sarei trasformata nella ragazza dei suoi
desideri, mostrandogli cio' che avrei potuto fargli se solo avessi voluto.
Quindi, qualche dimostrazione della mia abilita', qualche colpo portato senza
eccessiva forza per evitare di fargli del male ma che doveva solo dimostrargli
il potere che potevo avere nei suoi confronti e agire in modo dominante,
dandogli ordini, il piu' delle volte banali come poteva essere farmi portare
qualcosa da bere o farmi accendere una sigaretta o scegliere che film guardare
in televisione. Come detto, malgrado sapessi esattamente che era un gioco, io
avevo cominciato a trovare quel gioco estremamente sensuale e mi capitava di
non vedere l'ora che potessimo metterlo in atto, soprattutto perche' quei
momenti coincidevano sempre con quelli in cui avremmo poi fatto sesso.
Cominciai quindi ad accompagnare quei momenti, con un tipo di abbigliamento
sempre piu' particolare, per la gioia e l'eccitazione di Yuri, gia' eccitato
all'inverosimile quando io mi calavo nei panni della sua ragazza dominante.
Ma, a parte il sesso, era estremamente piacevole constatare l'adorazione che
aveva per me. Era ovvio che in quei momenti io potevo veramente considerarmi
una divinita' ai suoi occhi ma, come ho accennato prima, gli strascichi del
nostro gioco erano comunque spesso visibili anche nel comportamento normale.
Anche quando aveva da ridire su qualcosa che io facevo, i suoi modi erano
quasi sempre molto contenuti e questo lo facevano passare per un ragazzo
innamorato cotto di me anche davanti agli altri ragazzi, ma anche lui doveva
possedere una doppia personalita' in quanto poteva anche capitare che lui si
arrabbiasse sul serio ed a quel punto toccava a me capire di aver esagerato e
questo doppio modo di interagire aumentava addirittura la passione tra di noi.
Avevamo creato un mondo tutto nostro, un microcosmo nel quale c'era spazio per
tutti i comportamenti tipici di una coppia. A volte ero io dominante, a volte
lo era lui, a volte ero io ad abbassare la testa e a volte lo faceva lui. Non
c'era noia, non poteva esserci e tutto quello che facevamo, anche le cose piu'
banali come ascoltare musica, potevano diventare un pretesto per instaurare il
nostro gioco, per avere quei . Mi bastava ordinargli di
cambiare musica e lui sapeva che si stava per iniziare e che ci saremmo
apprestati a vivere dei momenti veramente particolari, sensuali ed eccitanti,
momenti di un'intensita' senza uguali.

Intanto, passava il tempo ed io e Yuri eravamo sempre piu' felici di stare
insieme. Quel gioco che noi attuavamo, oltre a rendere i nostri momenti intimi
di fuoco, avevano instaurato tra di noi una certa complicita', una voglia di
stare insieme da soli difficilmente paragonabile a quella delle altre coppie
che conoscevamo e con le quali uscivamo in gruppo. Tra l'altro, posso
affermare che ero diventata molto brava in quei momenti, un po' grazie alla
mia abilita' nel karate che era diventata ovviamente maggiore e si era
affinata col tempo e un po' grazie alla mia innata curiosita' che mi aveva
praticamente costretta ad informarmi su cio' che era realmente il mio ragazzo
e di conseguenza, su cio' che io mettevo in pratica. Cominciavo quindi a
capire meglio le sue esigenze e soprattutto la sua psicologia e devo affermare
che piu' passava il tempo e maggiormente approfondivo la questione e piu'
m'innamoravo di Yuri. Mi piaceva quella sua tenerezza, quella passione, quel
bisogno che aveva di me, quasi ossessivo. Sembrava che non potesse fare a meno
di me nemmeno per un istante, cercando la mia presenza quasi costantemente e
preferendola a qualunque altra cosa, fossero pure i suoi amici piu' cari o la
sua adorata Inter. Era veramente meraviglioso sentirsi amati e adorati in
quella maniera. Lo avevo sognato da bambina un ragazzo del genere,
completamente perso di me e ora ce l'avevo. Grazie all'aiuto del femdom, ma ce
l'avevo.

Partecipai intanto con un discreto successo ai campionati italiani di
categoria ottenendo un buon piazzamento, ma piu' che l'aspetto propriamente
agonistico della mia attivita' di karateka, mi interessava di piu' il lato
ludico delle mie performances con Yuri e cominciai ad allenarmi cercando di
aumentare la mia forza e la mia pericolosita' per rendere quei momenti sempre
piu' verosimili, invece di soffermarmi sull'aspetto tecnico, indispensabile se
volevo diventare una campionessa anche a livello nazionale, cosa che rientrava
ampiamente nelle mie possibilita', stando almeno al parere del mio allenatore.
Pertanto, quando dopo circa tre anni che stavamo insieme, mi resi conto di
aver sviluppato una forza fisica pari se non addirittura superiore a quella
del mio ragazzo, per me era come se avessi vinto i campionati mondiali. Per me
contava che da quel momento, avrei potuto batterlo anche sul piano della forza
fisica e questo aumento' di molto la veridicita' dei

Molte cose erano cambiate intanto. Del mio aspetto fisico vi ho gia' parlato.
Senza peccare di immodestia, potevo senz'altro considerarmi una bella ragazza.
Ero cresciuta di qualche centimetro ed ero arrivata a misurare un metro e 75
ed avevo imparato a valorizzarmi al meglio. Non ero quella che fa rigirare gli
uomini con gli occhi fuori dalle orbite, anche perche', a parte i momenti
dominanti in cui indossavo un vestiario molto sexy, il piu' delle volte mi
vestivo in maniera discreta, ma il mio aspetto era piu' che gradevole, la
classica ragazza carina della porta accanto. Yuri intanto si era diplomato e,
dopo due anni, io feci altrettanto seguendolo all'universita' a studiare
Economia. Il nostro sogno era infatti quello di aprire uno studio
commercialistico tutto nostro, magari dopo che lui si fosse fatto le ossa in
quello di suo padre.

Ovviamente, c'erano anche le discussioni tra di noi, come in una normale
coppia, ma proprio quello che c'era tra di noi, quello che noi chiamavamo nostro segreto> ci dava l'imput per superare quei momenti di difficolta' e per
ritrovarci insieme piu' innamorati che mai. Spesso erano proprio i nostri
bisticci a dare il via poi ai nostri . Quando si trattava
di una discussione seria ci si comportava normalmente, ma quando si trattava
di scemate, di litigi dovuti a piccole cose, la situazione cambiava
radicalmente. Spesso ero io a capirlo ed a impormi e altre volte era proprio
Yuri a darmi il la, facendomi capire che quella poteva essere la situazione
ideale per iniziare il nostro gioco, proprio come fa una spalla con il comico.
A quel punto, mi bastava alzare leggermente il tono di voce, smettere di
essere petulante e diventare immediatamente dominante e la discussione
terminava immediatamente. Yuri diventava di colpo un sottomesso doc, con tanto
di scuse in ginocchio ed io contemporaneamente indossavo i panni della sua
ragazza dominante, minacciandolo e costringendolo a fare quello che volevo.
Inutile aggiungere che quasi sempre si terminava a fare l'amore, soprattutto a
casa sua, quasi sempre libera o nella sua casa al lago ed era un modo
eccezionale per fare la pace. Tutto era bello tra di noi, bello e
assolutamente unico. Il nostro amore navigava a vele spiegate e non potevo
immaginare che da li a pochi anni, venti di tempesta avrebbero messo a dura
prova il nostro meraviglioso rapporto.

Fine sesta parte


DavideSebastiani
00sabato 22 novembre 2014 23:48
Avevo già letto questo racconto ma è sempre piacevole rileggerlo. Grazie Lorenzoslave per averlo portato a conoscenza degli amici di questo forum. Lo trovo assolutamente delizioso e molto realistico se non addirittura reale [SM=x829788]

[SM=x829789]

[SM=g7474]
Lorenzoslave
00lunedì 24 novembre 2014 20:40
LULU - Parte settima




Altri anni trascorsero e Yuri si era laureato col massimo dei voti ed era
entrato, come aveva da tempo prestabilito, nello studio del padre. Quale posto
migliore per imparare il mestiere? Eravamo anche andati a convivere. I suoi
genitori erano decisamente agiati e gli comprarono una bella casa a due passi
dal centro e dal suo ufficio e, vivendo insieme, aumentammo considerevolmente
i nostri . Malgrado avessimo diversi amici, ci piaceva
stare da soli proprio per poter mettere in atto quelle scene. Devo confessare
che non era proprio semplicissimo spogliarsi dei panni della ragazza normale
ed entrare in quelli dominanti. A volte mi aiutava l'abbigliamento, altre
volte mi isolavo per qualche minuto cercando la concentrazione. Del resto, la
buona riuscita di quei momenti dipendeva proprio da me e dal mio
comportamento. Dovevo assolutamente evitare di mettermi a ridere e dovevo
essere soprattutto credibile. Yuri mi aveva consigliato di pensare di
interpretare una parte, proprio come fa un'attrice e devo dire che fu un
ottimo consiglio. Mi immedesimavo talmente bene in quel ruolo che alla fine
riuscivo a vedere Yuri non nel ragazzo che adoravo, ma nella persona che
meritava di essere picchiato, di essere punito solo e soltanto perche' io ero
piu' forte di lui, gli ero superiore e potevo permettermi tutto. Non credo
invece che Yuri entrasse ed uscisse dal ruolo di ragazzo sottomesso. Per lui
ero veramente una ragazza degna di essere obbedita in tutto e per tutto. La
mia ormai lampante superiorita' fisica lo obbligava a ritenermi superiore in
tutto il resto. Non dico che avrebbe voluto esagerare come nei dominanti>, quando praticamente si spogliava quasi della dignita' di essere
umano,

inginocchiandosi sovente al mio cospetto e accettando anche le eventuali
percosse ma, dai discorsi che instauravamo spesso su quell'argomento, so che
mi avrebbe voluta volentieri come elemento dominante della coppia, quella che
prende in mano totalmente le redini del rapporto. Ma Yuri, come molti maschi,
non capiva la psicologia di noi ragazze. Non e' che mi dispiacesse decidere
dove andare e cosa fare, anche a dispetto del suo giudizio, ma mi piaceva
farlo in modo femminile, con moine e bacetti, non nel modo dominante come
sarebbe piaciuto a lui. Quei comportamenti, per come io intendevo la
dominazione, sarebbero dovuti rimanere il piu' possibile rinchiusi nei
, anche se, come ho avuto modo di spiegare, a volte
uscivano fuori prepotentemente, sia da parte mia che da parte sua. Per quanto
mi riguarda ad esempio, non era facile far finta di niente sapendo di avere di
fronte un ragazzo con il quale tutto mi era permesso e che qualunque mia
decisione sarebbe dovuta essere accettata a prescindere, ma la mia voglia di
normalita' prendeva il sopravvento ed alla fine, pur con qualche problemino,
riuscivamo ad essere e a sembrare una coppia abbastanza normale.

Tutto bene quindi? Purtroppo no. E tutto per causa dell'universita'.

Se Yuri si era laureato senza difficolta', io infatti avevo qualche esame di
ritardo rispetto alla media. Forse un po' per stanchezza o forse per scarsa
concentrazione, gli ultimi esami mi pesarono moltissimo, malgrado Yuri mi
avesse aiutata tantissimo dedicando tutto il suo tempo libero a me. Ma quando
finalmente riuscii a superare quegli ultimi esami e giunse il momento di
preparare la tesi, invece di tranquillizzarmi, arrivo' la crisi. Non mi
dedicavo piu' al mio amore come avevo fatto fino ad allora e non cercavo
neanche piu' i momenti dominanti. La mia mente era tutta concentrata sulla
tesi e, malgrado Yuri mi avesse nuovamente aiutata in modo considerevole, non
mi accontentavo. Solo un paio di anni prima, lui aveva discusso la tesi
brillantemente ed essendo la stessa materia, pretendevo, ovviamente a torto,
che lui mi riscrivesse un qualcosa di simile.

Naturalmente, lui si era proposto di aiutarmi, ma pretendeva giustamente che
la materia di discussione fosse totalmente diversa per non dare adito a
eventuali contestazioni, anche perche' il professore al quale mi ero rivolta
per elaborare la tesi era proprio lo stesso con il quale Yuri l'aveva a suo
tempo discussa. Per qualche mese la nostra relazione sopravvisse a stento, tra
i miei scatti d'ira ed i miei pianti improvvisi. Mi sentivo impotente, non
riuscivo piu' ad essere la Lulu' di sempre ed un giorno che invece sembravo di
umore migliore, dopo tanto tempo di sopportazione silenziosa, Yuri mi fece
notare con molto tatto la mia scarsa attenzione nei suoi confronti. Apriti
cielo. Lo aggredii verbalmente, dicendogli che ero stanca e che lui non aveva
avuto il buon senso e la capacita' di capirmi. Non era affatto la prima lite,
ma fu sicuramente l'ultima. Lo lasciai, incurante delle sue richieste di non
farlo, delle sue assicurazioni che avrebbe accettato qualunque cosa, anche di
fare una tesi copiata di sana pianta dalla sua, se la cosa mi avesse fatto
piacere e addirittura dei suoi pianti. Ero veramente in crisi e avevo messo in
discussione tutte le certezze di cui mi ero nutrita fino a quel momento,
compresa la mia relazione con Yuri e lo stile di vita adottato con lui e
quindi compresi quei momenti dominanti che avevo amato in modo straordinario
ma che avevo cominciato a trovare ridicoli. Un mese dopo mi laureai,
dimostrando almeno a me stessa che avevo le capacita' di fare tutto da sola,
ma la mia felicita' per quell'evento era mitigata dal fatto che lui non c'era
a gioire con me. Che me ne facevo dell'applauso dei presenti? Che me ne facevo
della gioia dei miei genitori, dell'orgoglio del mio fratellino, che ormai
diventato grande, avevo imparato ad amare, completamente contraccambiata?
Delle parole di elogio di tutti coloro che erano venuti a vedermi? Delle
pacche sulle spalle? Della parola che usciva dalle bocche di
tutti. Mi resi conto che lui mi mancava da morire, ma ormai la frittata era
fatta e non potevo tornare indietro. Un po' per orgoglio, un po' perche'
sarebbe stato veramente complicato riallacciare i rapporti considerando che
non c'era piu' ne il liceo ne l'universita' che ci univa e i nostri mondi
erano quasi contrapposti, decisi che forse era il caso che cominciassi a
pensare alla mia vita senza Yuri. Mi presi un po' di tempo di riposo e dopo
cominciai di nuovo ad uscire, conoscendo altre persone che erano fuori dal
nostro giro abituale. Ebbi cosi' modo di conoscere Lorenzo, un uomo piu'
grande di me di sette anni e accettai la sua corte, con la speranza di potermi
dimenticare di Yuri. Inutilmente. Mi mancava veramente tutto di lui e
soprattutto mi resi conto che mi mancavano i miei momenti dominanti, al
contrario di quanto pensassi nel momento in cui lo avevo lasciato. Dopo quasi
due mesi che stavo insieme a Lorenzo, mi venne la pessima idea di provare a
instaurare quel gioco con lui per ricreare quell'atmosfera cosi' carica di
sensualita'. Mi feci trovare a casa sua vestita come facevo con Yuri, da
dominatrice provetta e Lorenzo all'inizio parve stare al gioco. Ma quando
iniziai a comportarmi in modo dominante, alzando la voce per obbligarlo ad
obbedirmi e minacciandolo che se non l'avesse fatto l'avrei colpito con il mio
karate, Lorenzo non ci stette piu'. Mi disse che ero pazza e che dovevo farmi
curare e per tutta risposta lo attaccai con un alla bocca dello
stomaco e mentre lui boccheggiava per la mancanza d'aria lo presi per la
camicia e lo minacciai, stavolta seriamente

- Non hai capito un cazzo, idiota. Volevo soltanto giocare. Non hai nemmeno la
piu' pallida idea

di cosa ti sei perso. E questo rimane tra di noi, non e' vero Lorenzo caro?-
Inutile dire che la sua risposta fu positiva. Poveretto, se la stava facendo
sotto dalla paura ed io ero molto arrabbiata e non sapevo certo in che modo
avrei potuto reagire se lui non si fosse subito arreso e se avesse continuato
ad offendermi. Devo dire che fu di parola e nessuno seppe cio' che era
successo. Come avrebbe potuto spiegare che una ragazza molto piu' giovane di
lui l'aveva ridotto ai minimi termini in meno di un secondo? Naturalmente
quella fu l'ultima volta che vidi Lorenzo, ma quella situazione mi aveva fatto
comprendere che ormai anch'io potevo considerarmi come una persona bisognosa
del femdom, proprio come lo era Yuri. Al contrario di lui, io sapevo che, se
avessi voluto, avrei potuto trovarne quanti ne volevo di uomini disposti a
farsi sottomettere a colpi di karate da me. In quegli anni mi ero molto
informata di quel particolare mondo e mi ero resa conto di come una con le mie
caratteristiche e con il mio aspetto fisico, avrebbe potuto fare cio' che
voleva ed avere un mucchio di uomini pronti a fare pazzie. Ma cosa volevo io
realmente? Non potevo certo fingere a me stessa.

Io non volevo nessun altro uomo, nessun altro sottomesso, avessero anche fatto
pazzie per me, avessero anche obbedito ad ogni mio comando, mi avessero anche
ricoperta d'oro. Io volevo Yuri. L'avevo sempre voluto. Volevo Yuri in tutti i
suoi aspetti e non ultimo sotto l'aspetto di ragazzo sottomesso. Lo volevo
anche quando faceva il duro, lo volevo quando faceva sesso, lo volevo quando
si sistemava i capelli, quando parlava e quando mi baciava e quando tremava
inginocchiato ai miei piedi oppure quando mi guardava e mi faceva sentire
irresistibile. Ero ancora pazzamente innamorata di lui ed avevo intenzione di
riprendermelo. Pensai per qualche giorno al modo in cui avrei potuto farlo e
la fortuna mi venne in aiuto. Un'amica comune si era anch'essa laureata e dava
una festicciola in un piccolo locale preso in affitto per l'occasione. Sapevo
con certezza che avrei trovato anche lui e mi sistemai per benino. Mi feci
bellissima o comunque, mi vestii come sapevo che a lui piaceva da impazzire,
in , con un pantalone di pelle nera che metteva il mio lato B in
bella vista, aderente come non mai, una magliettina nera abbastanza
striminzita per mettere in evidenza i miei addominali ed il seno e un
giubbetto di pelle. Mi truccai adeguatamente ed ero pronta per riprendermelo.
Ormai non ero piu' una ragazzina di sedici anni, ma una giovane donna di 25,
cosciente dei propri mezzi. Sapevo bene di farlo impazzire vestita cosi,
l'avevo sperimentato piu' volte e i risultati erano sempre stati eccezionali e
mi presentai al locale convinta di potermelo riprendere solo schioccando le
dita e per poco non mi prese un colpo quando lo vidi seduto su una poltrona
circondato da altre ragazze che pendevano dalle sue labbra, proprio come fosse
un pascia'. Rimasi turbata, uscii per fumarmi una sigaretta e tornai nel
locale. I nostri sguardi si incrociarono piu' volte e pensai che per me fosse
finita. Quelle ragazze erano carine quanto me se non addirittura piu' belle.
Una di loro, una bionda che pareva uscita da un film americano degli anni
sessanta, aveva una minigonna ascellare, un sorriso che era tutto un programma
di disponibilita' e gli si buttava addosso. Gli stava appiccicata come il
bostik quella maledetta. Chi cavolo era? E chi cavolo erano tutte le altre?
Avevo dimenticato di quanto Yuri fosse attraente e di come facesse colpo sulle
altre rappresentanti del gentil sesso. Anch'io sembravo aver fatto colpo
pero'. Ricevetti diverse occhiate assassine, bicchieri che spuntavano dalle
mani maschili per offrirmi un drink neanche fossi un'alcolizzata e richieste
di proseguire quell'inizio di conversazione in posti piu' isolati. Non ricordo
nemmeno le facce di quelli o forse neanche li guardai. Il mio fegato stava
scoppiando di gelosia. Come un idiota avevo creduto che, vestendomi come
piaceva a lui, Yuri si sarebbe prostrato ai miei piedi come quel pomeriggio di
tanti anni prima, implorandomi di tornare insieme a lui. Stavo per andarmene
prima che scoppiassi a piangere. Arrivai fino all'uscita e poi mi bloccai. Ma
cosa diavolo stavo facendo? Lo lasciavo in mano a quelle sciacquette? No di
certo. Prima sarebbero dovute passare sul mio cadavere o, come sarebbe stato
piu' verosimile considerando la rabbia e la determinazione che avevo in quel
momento, sarei dovuta io passare sul cadavere di tutte loro. Ma forse non ce
n'era bisogno perche' io avevo ancora un'arma a mia disposizione, un'arma che
nessuna di loro avrebbe mai potuto avere. Io sapevo esattamente di cosa avesse
bisogno il mio Yuri. Mi rassettai, mi guardai nello specchietto per il trucco
che mi portavo sempre appresso e sorrisi. A noi due Yuri. Mi avvicinai a lui
con tutta la determinazione che possedevo e con tutta l'esperienza acquisita
in tanti anni di e lo presi per un braccio invitandolo ad
alzarsi

- Vieni Yuri che ti devo parlare- gli dissi bruscamente

- Non mi sembra il momento Lulu'. Non facciamo scenate-

- Adesso e' il momento, vieni- La resistenza di Yuri sembrava immediatamente
vinta, forse per evitare che io potessi veramente fare una scenata e si alzo'
dal divanetto dove era seduto. La bionda provo' ad obiettare qualcosa

- Ehi tu, ma che modo e' di comportarsi. Ma lo sai che sei proprio una cafona-
Lasciai per un attimo il braccio di Yuri e presi quello della bionda. Sapevo
di essere forte, forte come un uomo e anche di piu'. Strinsi quel braccio

- Un'altra parola e te lo stacco il braccio e se ti vedo circolare a piu' di
dieci metri da Yuri ti gonfio di botte. E' chiaro o devo agire veramente?
Yuri, faglielo presente tu cosa posso fare a questa tipa se mi fa rodere il
culo-

- Fai quello che ti dice, Desire' non metterti contro di lei. E' una
campionessa di arti marziali e quando e' arrabbiata e' fuori controllo-
Lasciai il braccio di Desire' prima che si mettesse a frignare e guardai Yuri
che aveva parlato di me come aveva sempre fatto, sottolineando quasi con
orgoglio la mia bravura e la mia forza. Ripresi il suo braccio e lo ristrinsi
con maggiore violenza

- Andiamo!-

- Che intenzioni hai Lulu'? Dove vuoi andare?- Non risposi e lo condussi nel
bagno e poi chiusi la porta a chiave e gli presi le braccia spingendolo verso
il lavabo

- Il tempo della liberta' � terminato. Ho deciso di riprenderti e lo faccio-
Il mio tono era volutamente autoritario. Se Yuri in quei mesi non era
cambiato, avrebbe dovuto fare molto effetto. Ma intanto lui nicchiava

- Sei fuori. Mi hai lasciato, mi ha fatto piangere per mesi, per tutti questi
mesi, ho saputo che sei stata con un altro e adesso dici di volerti rimettere
con me, proprio quando io sto cercando di rifarmi una vita? Non lo accetto-

- Non me ne frega niente se tu lo accetti o meno. E' quello che ho deciso io-
ribadii sempre con tono deciso, anche se cominciavo a dubitare delle mie
possibilita' di successo. Ma Yuri era sempre stato molto sensibile
sessualmente al mio tono autoritario da dominatrice e decisi di metterla ancor
di piu' su quel piano. Gli strinsi il mento con la mia mano destra e poi
avvicinai la mia bocca alla sua. Lui provo' a girare la testa ma io glie lo
impedivo con la mia presa. Dio, quanto era eccitante.

La cosa piu' sensuale che avessi mai fatto in vita mia. La mia lingua esploro'
la sua bocca che continuavo a tenere aperta con la forza e con la mano
sinistra gli slacciai i pantaloni. Aveva il pene completamente eretto e
dunque, come era ovvio considerando le sue caratteristiche, la situazione gli
piaceva. Noi donne possiamo fingere in quei frangenti, ma un uomo no e questa
visione mi dette la forza di continuare su quel piano, anche se le parole di
Yuri sembravano sostenere il contrario

- Non puoi fare questo Lulu', non puoi-

- Io posso invece. Ti lascio, ti riprendo e poi ti rilascio quando voglio. E
quando decido di riprenderti tu accetti, volente o nolente. Ti ricordi cosa ti
dissi tanto tempo fa? Che tu sei mio e delle cose mie ci faccio quello che mi
pare- Gli tirai fuori il pene completamente e mi slacciai il mio pantalone. Lo
volevo in quell'istante. Lo girai con forza mettendomi io quasi sdraiata sopra
il lavandino e costringendolo a penetrarmi. Costringendolo? Yuri sembrava ben
felice della situazione e dopo alcuni secondi non c'era piu' bisogno di
forzarlo e le sue spinte erano tutte dovute alla sua volonta' e alla sua
eccitazione. Dopo un paio di minuti si fermo' ansimando

- Ti amo Lulu', accidenti a te. Ti amo e non posso stare senza di te. Ti
desidero ogni istante della mia vita e tutte le altre ragazze scompaiono
vicino a te. Quando poi ti comporti in questo modo cosi' dominante sei
assolutamente irresistibile, ma ti prego, non farmi piu' soffrire, non mi
lasciare piu'- Lo accarezzai dolcemente. Il momento dominante era scemato e lo
abbracciai e lo baciai piu' volte

- No amore mio, non ti lascio piu'. E stai tranquillo che mi comportero' molto
spesso in modo dominante. Adoro vederti in queste condizioni. Ora pero'
continua ti prego, perche' anch'io ti desidero con tutta me stessa-

Terminammo di fare l'amore dopo alcuni minuti e uscimmo dal bagno mano nella
mano, tra lo sguardo divertito di chi aspettava al di fuori del bagno e di chi
ci aveva visti e quello esterrefatto di Desire' e delle sue amiche. Con il mio
Yuri erano andate in bianco e dovevano ricominciare la loro caccia al maschio.
Ma non me ne poteva fregare proprio niente di cosa potessero pensare gli
altri. Avevo di nuovo Yuri e solo questo contava.

FINE settima parte


manuel.1975
00martedì 25 novembre 2014 04:22
Wooow ma wooow !!! Me lo sono letto tutto fino a quest'ultima parte perchè a quanto pare non è finito....fra ieri notte anzi mattino...e adesso gli ultimi due capitoli.

Davvero meraviglioso, fantastico, non trovo le parole giuste per esprimere le mie emozioni. Se non ricordo male hai detto che l'hai preso dal web ed è una storia vera? Prima di leggere l'ultimo capitolo, il mio sesto senso mi diceva che si sarebbero lasciati, non sapevo il perchè ne chi fra Luana e Yuri avesse deciso di lasciarsi ma lo sentivo nell'aria, non poteva andare per sempre tutto così perfettamente.

Però com'è bello sognare con una storia così...vi dico la verità, se mi dicessero : preferiresti vincere al superenalotto o vivere per sempre una storia identica a questa (almeno fino ad ora che si sono rimessi insieme ovviamente)....cioè io Yuri e la vera Luana o Lulù....io sceglierei Luana, inoltre non è che Yuri faccia la fame, ha già il suo studio, una bella casa, laureati entrambi, potranno lavorare insieme e poi con una DEA del genere come moglie......aaaaah io sarei al 7° cielo!

Spero che la storia prosegua in positivo per entrambi, cioè insieme, l'importante è che stiano insieme. E pensare che quella ragazzina agli inizi ancora 16enne Luana, dopo aver gonfiato di botte e avergli fatti anche sanguinare quei 2 vitelloni di Edoardo e Leo, iniziò la sua storia con Yuri e non soltanto non sapeva niente del femdom ma reagì anche male scappando da lui, pensando erroneamente che lui si fosse messo con lei solo perchè era forte fisicamente perchè faceva karate....ed il caro Yuri in quel caso deve davvero ringraziare quella donna intelligente che era..che è la mamma di Luana.

Peccato che nel racconto mancano spesso delle parole importanti, non so perchè ma se avete fatto caso ci sono molti discorsi nei quali manca l'ultima parola che da compimento alla frase, comunque con un po' d'immaginazione ci si può avvicinare a capirla. O forse sono parole un po' troppo hard ed il sito dove è stato postato il racconto le censura in automatico...non so...ma è mal di poco!

Mi sta piacendo un'immensità e ormai non posso lasciarlo a questo punto, quando posterai i prossimi capitoli, non potrò fare a meno di leggerli.

Questo racconto insieme a quello di DavideSebastiani "DOMINAZIONE MORTALE"....sono decisamente i più bei racconti che abbia mai letto, quelli che rispecchiano al meglio una delle mie fantasie femdom più spiccate...se non addirittura la mia fantasia principale femdom.
DavideSebastiani
00mercoledì 26 novembre 2014 15:56
Hai visto che ne valeva la pena, Manuel? Ormai ti conosco, so che abbiamo gusti simili e immaginavo che ti sarebbe piaciuto molto. Il fatto poi che sia scritto come una storia vera, come tutto lascia presumere, lo rende ancora più eccitante
Lorenzoslave
00mercoledì 26 novembre 2014 17:23
Sono contento di vedere che ho fatto una buona scelta. Anche ha me ha entusiasmato perchè mi immedesimo in Yuri e perchè è una storia credibilissima. Piuttosto non capisco Manuel quando dice che mancano delle parole. Di sicuro, dove l'ho preso non c'è nessuna forma di censura. Non è che mi faresti un esempio?

[SM=x829786]
manuel.1975
00giovedì 27 novembre 2014 01:35
Si ho letto all'inizio del post ma dopo che avevo letto il racconto che l'avevi preso da Valkirye e che conosco molto bene quel sito, no infatti non fanno censure li! Ma come faccio in un racconto così lungo ad andare a ritrovare i punti dove manca solo una parola...mi chiedi l'impossibile, dovrei rileggere tutti i capitoli. Ma ti ripeto non è una cosa grave anche se mancano queste parole....con rurro quello che c'era da leggere. Nel prossimo capitolo se mancano te lo segnalo.
Per farti capire c'erano frasi che dicevano..ne prendo una così per fare un esempio : sapevano che ero forte (parla Luana), la volta scorsa era un ricordo ancora fresco e si ricordavano il...., quindi se non volevano rifare la solita fine mi avrebbero scritto il tema. Capito? Dove ci sono i puntolini manca la parola, ma nel racconto non ci sono i puntolini naturalmente, gli ho messi io ora per farti capire. E questo accade più volte. Però come vedi si capisce lo stesso tutto.

@Davide : si avevi davvero ragione mi sta piacendo molto.
Lorenzoslave
00giovedì 27 novembre 2014 14:49
Boh! Non so che dirti. Io ho semplicemente fatto copia e incolla. Quando l'ho letto originariamente non mi era sembrato che mancassero parole e forse nell'incollare gli episodi qualcosa è saltata. Va beh, poco male, l'importante è che si capisca tutto. E a questo punto, ecco l'ultimo episodio
Lorenzoslave
00giovedì 27 novembre 2014 14:51
LULU Ottava e ultima parte




Quella sera continuammo a fare l'amore a casa sua in modo quasi ininterrotto.
Troppo era il desiderio che provavamo l'una per l'altro e troppo il tempo che
eravamo stati divisi. Ma soprattutto era stato bellissimo e estremamente
sensuale costringerlo a fare sesso con me, una sorta di violenza condivisa che
adottammo in seguito spesso nei nostri momenti in cui effettuavo la mia
dominazione su di lui. E si! Ovviamente andai di nuovo a convivere con lui e,
rispetto al passato, aumentai decisamente il numero dei ,
anche se forse quelli piu' eccitanti erano le situazioni casuali, quelle
situazioni non cercate, come ad esempio ci capito' circa un anno fa durante
una lite. Come ho detto, i nostri bisticci erano quasi sempre normali e di
solito si concludevano pochi minuti dopo. Si trattava di solito di piccole
cose, una bolletta non pagata per la sua solita distrazione e che mi faceva
trovare senza telefono oppure un malinteso. In quei frangenti non c'erano la
donna dominante e l'uomo sottomesso ma semplicemente i due componenti di una
coppia, proprio come io avevo richiesto e mi capitava anche di andare vicino a
lui e cercare io stessa la pace con qualche moina o che lui facesse
altrettanto, ma e' abbastanza scontato che il nostro rapporto fosse un po'
particolare per il semplice fatto che io ero piu' forte di lui ed anche
vivendo o comunque cercando di vivere in un contesto normale, a volte questa
situazione veniva a galla, creando in lui delle difficolta'. Ma torniamo a
quella lite che fu procurata dalla sua gelosia. Yuri mi accusava di aver fatto
la smorfiosa con un cliente dello studio del padre dove avevo cominciato a
lavorare insieme a lui, un uomo sulla quarantina molto affascinante.
All'inizio trovai la cosa anche abbastanza simpatica. Un pizzico di gelosia
mette un po' di pepe in una relazione e non nego di essere anch'io abbastanza
gelosa e di essere addirittura pesante, a volte, anche se so perfettamente che
non ne ho bisogno. Lui neanche si azzarderebbe a guardare un'altra. Lui ha me,
e con me ha tutto cio' che potrebbe desiderare e questa totalita' nei
sentimenti e' veramente inebriante per me. Quella volta comunque, mi difesi
dicendo semplicemente che non era vero. Avevo la coscienza a posto e mi
sentivo di aver agito con quel tizio nei limiti della buona educazione senza
andare oltre, ma Yuri insisteva. Cominciammo ad alzare la voce

- Cosa vuoi insinuare? Che mi sono comportata come una puttana?-

- No, non dico questo, ma non ti sei data una regolata. Facevi la simpatica.
C'era bisogno di tutta questa confidenza?- Quella che era cominciata come una
piccola discussione che mi aveva fatto sorridere ed anche compiacere, stava
uscendo dalle regole. Cominciavo a sentirmi veramente arrabbiata ed andai in
cucina, presi un piatto e con il classico gesto femminile lo gettai in terra
rompendolo in mille pezzi. Yuri mi guardo' e poi batte' le mani in tono
ironico

- Brava! E adesso cosa vuoi rompere? I bicchieri? Le bottiglie? - In quel
momento capii cosa provano gli uomini quando le loro mogli li fanno incazzare
di brutto e non possono alzare le mani nei loro confronti per la disparita' di
forza a loro favore. Avrei avuto voglia di picchiarlo, ma un conto era farlo
durante i nostri momenti, tutt'altra cosa farlo nella realta', con il rischio
di fargli veramente male e di causargli qualche danno, cosa che rientra
ampiamente nelle mie possibilita'. Non lo avevo mai fatto e non avevo
intenzione di cominciare a farlo allora. Lo guardai. Era poggiato sulla porta
che divide l'ingresso dal salone. Mi avvicinai verso di lui stringendo i
denti, furiosa come non mai. Dovevo sfogarmi e non potendo farlo contro di lui
feci partire un violento pugno con tutta la mia forza che si abbatte' sulla
porta, proprio a pochi centimetri da dove si trovava Yuri. L'impatto fu
veramente micidiale ed un grosso foro si apri' in quel punto. Yuri si volto'
impaurito ad osservare il risultato dei miei tanti anni di allenamento mentre
io lo prendevo per il bavero della giacca

- Ti ci entra in quella dannata testaccia che io non ho fatto niente e che non
volevo sedurre quel tipo? -

- Oh Cristo santo Lulu', hai distrutto la porta. Fo ... forse ho preso un
abbaglio Lulu' tesoro. Cre ... credo che ti debba chiedere scusa, amore. Pero'
ora calmati ti prego. Non stiamo giocando ora, vero?-

- No, non stiamo giocando- gli dissi. Mi ero calmata un po'. Quel pugno mi
aveva fatto passare molto del mio nervosismo e osservavo il mio ragazzo.
Balbettava ed era veramente impaurito. Lo avevo visto centinaia di volte in
quelle condizioni, ma mi rendevo conto che stavolta era sul serio. Del resto,
era la prima volta che dimostravo in maniera cosi' tangibile le mie grosse
capacita' di karateka dopo quel lontano giorno in cui avevo ridotto ai minimi
termini quei due ragazzi a scuola ed era soprattutto la prima volta che lo
dimostravo contro di lui, considerando che tutte le altre volte, pur
comportandomi in modo dominante, non ero mai stata particolarmente violenta
nei suoi confronti ed il mio atteggiamento era sempre stato piu' di
dimostrazione delle mie capacita' che di effettiva violenza. Ma quella porta
distrutta stava a testimoniare cosa fossi in grado di fare e quindi
ovviamente, la sua paura nei miei confronti era maggiore e molto piu' reale

- Ho sicuramente esagerato amore, ma ti amo cosi' tanto e sono geloso.
Perdonami, ti prego- Ormai mi ero calmata del tutto, ma quella era un
occasione imperdibile per non virare sul nostro gioco e proseguii afferrandolo
per la camicia

- La prossima volta che mi accusi di qualcosa del genere, io mi sfogo su di te
invece che sulla porta. E' chiaro Yuri?-

- Si ce ... certo Lulu'- Mi accarezzo' i capelli e poi prosegui' - Ti sei
calmata ora? Posso stare tranquillo che non hai intenzione di mandarmi
all'ospedale?- Ovviamente non volevo mandarlo all'ospedale.

Il risultato di quella serata? Che naturalmente pretesi le sue scuse in
ginocchio, che facemmo poi l'amore in modo pazzesco, con Yuri ancora impaurito
ma nello stesso tempo esaltato da cio' che avevo fatto, che avevo avuto
fortuna e non mi ero rotta la mano per caso ma ero piena di escoriazioni e che
dovemmo sborsare un sacco di soldi per comprare una porta nuova.

Ma, malgrado questa disparita' di forze a mio favore e le conseguenze
psicologiche che ne derivavano, riuscivamo ad essere anche una coppia normale.
Il lavoro, il cinema, la pizza con gli amici, la gita al lago la domenica e
... .la richiesta di sposarlo. Non nego di aver pianto come una ragazza
normale in quel momento. Altro che donna dominante. Mi sono subito immaginata
in un meraviglioso abito bianco, con mia madre in lacrime e mio padre nervoso
come non mai e pazzamente geloso che la sua bambina se ne andasse di casa
definitivamente, anche se in realta' da oltre due anni gia' avevo abbandonato
la casa dei miei genitori.

Che moglie saro'? Probabilmente come la compagna che sono stata in questi
ultimi due anni. Ho assoluto bisogno di entrambe le situazioni e non
sopporterei mai un totale scambio dei ruoli. Ho piacere nel preparargli la
cena anche se pretendo che mi aiuti nel sistemare la cucina, mi piace a volte
coccolarlo, mettermi sopra le sue ginocchia come se fossi una bambina e lascio
spesso a lui la scelta del canale da vedere. Ma quando rientriamo a casa
insieme dal lavoro ed ho voglia di divertirmi veramente, invece di uscire per
andare a cena al ristorante o di andare a bere qualcosa, me ne vado in camera,
mi spoglio e, anziche' mettermi la classica vestaglietta, indosso una di
quelle cosine che piacciono tanto al mio Yuri, proprio come quelle delle
famigerate foto che gli feci togliere dal computer, mi trucco vistosamente e
quando riappaio dinanzi a lui, Yuri sa che non deve fiatare, che deve essere
lui a prepararmi la cena e si appresta a vivere un'altra indimenticabile
serata insieme a me fatta di sesso e dominazione, consapevoli entrambi che
sono io a gestire la situazione e che lui dipende esclusivamente da me. E Yuri
si e' mai reso conto che in fondo anch'io non ho mai potuto fare a meno di
lui? Forse si. Non sono mai stata in grado di nascondere i miei sentimenti e
credo sia bello mostrare amore e non solo riceverlo.

Ovviamente, tutto questo ha portato a farmi montare un po' la testa, ma solo
un pochino pero', in quanto non ho mai perso di vista l'importanza primaria di
cio' che facciamo e cioe' che si tratta solo di un gioco e che in fondo io e
lui interpretiamo soltanto due ruoli. Ma che bel gioco mettiamo in atto e che
magnifico ruolo e' il mio. Credo non lo cambierei nemmeno per quello di
Rossella OHara in Via col vento perche' il mio ruolo e' cosi' variegato e
sfaccettato che nemmeno una grande attrice potrebbe interpretarlo con la
stessa efficacia con cui ci riesco io. Perche' io so essere la sua donna, la
sua amante, la ragazza dolce tenera e innamorata, quella che piange per un
film d'amore e che ha bisogno della comprensione del suo uomo, ma soprattutto
so essere la sua donna dominante, la donna piu' forte del suo uomo, quella che
lo fa girare come una trottola e lo fa tremare con un solo sguardo e che a
volte gli mette le mani addosso, con suo grande piacere, aggiungo, ma anche
con suo grande timore perche' sa benissimo che in quei momenti la sua Lulu' e'
praticamente scomparsa e si trova di fronte una giovane donna dominante in
grado di poter fare qualsiasi cosa con lui. Ma si, diciamola tutta. Lui in
quei momenti ha di fronte la sua padrona ed io invece l'uomo sottomesso,
consapevole della mia superiorita' totale ed indiscussa. So essere tutto
questo con grande efficacia e, permettetemi la scarsa modestia, con grande
bravura e fra poco ci aggiungero' anche il ruolo forse piu' complicato: quello
di moglie. E si, un ruolo veramente difficile e di grande responsabilita' il
mio, che ho svolto e svolgero' con grande passione e che mi ha dato finora
enormi soddisfazioni. E per questo ruolo, non mi merito forse un Oscar?

FINE


manuel.1975
00venerdì 28 novembre 2014 02:25

Ovviamente andai di nuovo a convivere con lui e,
rispetto al passato, aumentai decisamente il numero dei ,
anche se forse quelli piu' eccitanti erano le situazioni casuali, quelle
situazioni non cercate, come ad esempio ci capito' circa un anno fa durante
una lite.



Lorenzo mi riferisco a questo come ti ho evidenziato sopra, dove dice "aumentai decisamente il numero dei, (dei che cosa?) anche se forse quelli più eccitanti....ecc.
Ma ne avrò trovati una decina di frasi del genere, ma quando leggete o quando avete letto il racconto come avete fatto a non accorgervene?
E' vero che essendo un racconto lungo, questa cosa qui non ha nessuna importanza ma dato che lo volevate sapere vi ho trovato subito un'altra parola mancante all'inizio dell'ultimo episodio, giusto per togliervi la curiosità mica per altro. Beh, vado a continuare a leggere l'ultimo episodio e spero che finisca bene per loro due! [SM=x829778]

manuel.1975
00venerdì 28 novembre 2014 02:59
Bellissimo Racconto e Bellissimo Finale !! [SM=x829769] [SM=x829795]

Ti Amoooo Lulùùùù...perchè ti sei sposata con Yuri..!! [SM=x829777] [SM=x829777]

[SM=g7429] [SM=g7429] [SM=g7426] [SM=g7426] [SM=g7432] [SM=x1797709] [SM=x1797709] [SM=x829812] [SM=x829812] [SM=x829804] [SM=x829804] [SM=g7439] [SM=g7439] [SM=g7429]

Lorenzoslave
00venerdì 28 novembre 2014 19:22
E no. Lulù l'ho scoperta io e pertanto, mettiti in fila. Anch'io la amo con tutto il cuore [SM=x829787] [SM=g7429] [SM=g7432]
Scherzi a parte, tra tutti i racconti scovati sul web, almeno quelli che raccontano storie vere o presunte vere e non di fantasia sul tipo di quelle di Davide Sebastiani, ad esempio, Lulù è senz'altro una di quelle quattro o cinque che ho amato di più perchè è coinvolgente e fa sognare. E chi non vorrebbe stare al posto di Yuri? [SM=x829778]
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