La piccola Nicole è cresciuta, nel frattempo si è laureata ed ha pure iniziato a lavorare. E’ cresciuta nell’ottica inculcatale dalla mamma: che io non sono suo padre naturale, infatti Anna confessò di non aver usato il mio seme per il concepimento: era figlia di un suo amante. Non ha mai voluto dire di chi fosse figlia, o, come più probabile, non lo sapeva neppure lei, avendo scopato con tantissimi uomini nel periodo del concepimento. Nicole si era convinta che io ero solo un servo, una persona adibita al servizio delle Donne di casa: Lei, Anna e la nonna. Nel periodo della sua pubertà e della sua successiva maturità aveva stabilito un preciso rapporto tra me e Lei: Lei una delle mie Padrone ed io il Loro schiavo devoto. Tutto questo significa per me che la sera, quando Mamma e Figlia tornano stanche dal lavoro, ho due Padrone da accudire e da servire. La mia giornata è sempre la stessa: casalingo a tempo pieno, spesa, pulizie, preparazione della cena ed organizzazione del “dopo cena” per far distendere , quanto più possibile, le mie Padrone. Normalmente, dopo la cena, loro si distendono sul divano a guardare un po’ di TV ed io, dopo aver sbrigato le faccende, vado ad adorarle prima leccando i loro deliziosi piedini e poi, se ne hanno voglia, facendole godere con la bocca. La mia umiliazione è estrema: normalmente, mentre lecco i piedi di Nicole, Anna continua a parlare della mia condizione di schiavitù facendo da vera maestra di vita alla Figlia su come trattare gli uomini, cosa che Nicole , ormai, ha capito bene. Spesso Anna mi toglie la cintura di castità, alla quale sono costretto, e mi ordina di masturbarmi davanti a loro, in ginocchio, in questo modo trovo un po’ di sollievo dalla castità prolungata. Anna ha una vita sessuale molto ricca alternandosi con vari amanti che, spesso, porta pure a casa, trascorrendo notti focose mentre io vengo rinchiuso in uno stanzino attiguo alla camera da letto, in tal modo posso ascoltare i suoi gemiti e soffrire per la mia condizione. Un giorno Nicole non è andata a lavoro e sono rimasto solo in casa con lei e, dopo la colazione, mi ha chiamato in camera sua: “Marco (ormai mi chiama così, da quando ha saputo che non sono suo padre) , ma dimmi la verità, ma tu perché soppori questa tua condizione? Sei un bell’uomo, un ingegnere, perché hai voluto ridurti nello stato di schiavitù?”. “Beh… io amo la mia Signora e non desideravo di più dalla vita che servirla in tutti i modi che lei ritiene opportuni per il Suo benessere”, risposi io. E Lei: “hai pure accettato di prendere il suo cognome, di allevare una figlia che lei ha concepito con un altro uomo. Accetti una vita in castità mentre lei si trastrulla con tanti altri uomini… non è troppo tutto questo?”. Risposi “se Lei è felice, lo sono anche io”. Nicole sembrava molto eccitata da questo discorso, lo leggevo nei suoi occhi. Ormai era una Donna a tutti gli effetti e poteva avere tutto ciò che aveva avuto la Mamma. Era seduta sul letto, con le gambe incrociate e mi guardava con gli occhi luccicanti, allungò un piede ed io subito mi inginocchiai a baciarglielo con molta foga, il discorso eccitava molto anche me ed il membro mi doleva nella gabbietta a cui ero obbligato. Nicole riprese: “Sei eccitato, vero? Lo noto dalla tua espressione. Togliti i pantaloni, voglio controllare”. Subito mi apprestai a liberarmi del pantaloncino e fui nudo. Lei con molta semplicità portò il suo piede sotto i miei testicoli ed iniziò a giocarci con le dita. “Ti piace, vero?” mi disse con civetteria “Vorresti liberarti dalla cintura?”. Io la guardai, era bellissima, identica alla Mamma, ma con molta più sensualità e cattiveria “Si, Signora, ne sarei felice” risposi balbettando. E Lei “Beh… non puoi… “ disse divertita “La mamma è l’unica che può gestire il tuo corpo, lo sai bene. Se lei sapesse di ciò ti punirebbe duramente”. Io mi resi conto che forse avevo esagerato nella conversazione, mi inginocchiai ed abbassai il capo dicendo “La prego, non dica nulla alla Signora Anna, la scongiuro” abbassai la testa fino al pavimento e Le baciai un piede, sentii l’altro piede premere sulla testa e per qualche minuto rimanemmo così. Poi lei riprese “Ma, sai, mi piacerebbe vederti punire dalla mamma, ogni tanto sento le tue urla quando lei ti sculaccia con la spazzola, ma non vi ho mai visti”. Sentivo la sua cattiveria penetrarmi nell’anima: lei voleva vedermi soffrire! Questa cosa mi eccitava ancora di più, era più sadica della Madre! Poi Lei mi congedò ed io ripresi le mie faccende. Non ci incrociammo più fino alla sera, quando ritornò Anna. Dopo cena, non appena fui libero , le raggiunsi in salotto, erano sedute a discutere, mi denudai e, come facevo sempre, mi portai, in ginocchio, verso il divano attendendo gli ordini. Anna mi disse “Nicole mi ha detto che oggi avresti voluto liberarti senza il mio permesso, lo sai che questo è un duro atto di disobbedienza verso di me, lo sai bene, ora dovrò punirti… anzi, lo farà Nicole per me ed io starò a guardare… Dai Nicole… fammi vedere come lo punisci…” intanto le diede il frustino che ogni tanto aveva usato Lei su di me (per fortuna raramente…) “Prostati qui, ai miei piedi mentre Nicole ti frusterà il sedere”. Portai la mia testa ai piedi di Anna ed esposi bene il mio sedere alla punizione che Nicole doveva infliggermi, Nicole si portò dietro di me ed iniziò a colpirmi… lo faceva con una potenza inaudita, tanto che, ad ogni colpo, non potevo non emettere un grido di dolore. Dopo una decina di colpi anna la fermò, il mio sedere era bollente e dolorante, mi veniva da piangere. Anna mi invitò ad alzarmi “Vieni qui, fammi sentire se sei pieno” portando la sua mano ai miei testicoli “mmm, vado che la tua sacchetta è bella piena, penso sia il momento di svuotarla, non credi? E’ passasto quasi un mese dalla tua ultima masturbazione” io la guardai con sguardo implorante mentre lei prendeva la chiave del piccolo catenaccio che serrava la cintura di castità. Poi riprese “Ma stasera non sarai tu a svuotarti, lo farà Nicole con i suoi piedi , viani qui, distenditi davanti al divano” subito eseguii l’ordine, mi misi disteso a ancia in su ed Anna mi tolse la cintura di castità… il mio pene era eretto ed eccitato, come non mai… le due Donne mi guardavano dall’alto del Loro splendore, si accomodarono sul divano divertite e mentre Anna mi poggiava i piedi sulla faccia, Nicole iniziò ad accarezzarmi il membro con i piedi… era una sensazione deliziosa, i suoi piedi erano freschi e delicati… portò un piede sotto il membro e con l’altro iniziò a massaggiarlo, bastarono pochissimi movimenti, venni copiosamente schizzando sperma dappertutto mentre mi torcevo dal desiderio. Sentii Anna dire “Pulisci tutto immediatamente e preparati, stanotte ho voglia di usare il tuo cazzo, purtroppo tutti i miei amanti erano occupati , mi consolerò con te”.