Sara.61
00giovedì 27 marzo 2014 09:11


…Clara la conoscevo da quando avevo dodici anni, da quando ci eravamo trasferiti a Torino, era il contatto con l’agenzia che ci aveva procurato l’appartamento in centro, ed era diventata amica con mia madre, si vedevano regolarmente tutte le settimane, veniva a casa nostra al pomeriggio e si intratteneva con mia madre ed altre donne, prendendo il caffè e chiacchierando delle amenità più assurde, ora le cose continuavano, si erano messe anche a giocare a carte “burraco” la cosa le prendeva molto, io stavo per compiere diciotto anni, e mi ritrovavo a studiare in salone, in quanto non avevo il pc in camera, per scelta dei miei genitori. Tornando a Clara, devo dire che era il mio tipo perfetto di padrona, trentanove anni, singol, sicuramente per scelta, alta un metro e settanta, capelli neri tagliati con un corto baschetto che la facevano sembrare ancora più giovane, due tette belle sode, sicuramente una terza, ma il punto forte erano le gambe, e le sue gonne corte, per non parlare dei piedi, sempre i tacchi alti, in inverno indossava degli stivali da urlo.
Quando era seduta sul divano era uno spettacolo, non so quante seghe mi sono fatto fantasticando su di lei, ne ero segretamente innamorato, lei mi sfotteva sempre ultimamente, mi prendeva in giro chiedendomi se avevo la ragazza, o pensavo solo a studiare, nelle occasioni mi faceva dei bellissimi regali, l’ultimo natale mi aveva regalato un cellulare fantastico, io ero sempre imbarazzato quando mi parlava, anzi quasi inebetito.
Fu invitata al mio compleanno, e durante la cena era seduta vicino a me, per l’occasione mi aveva regalato un orologio importante, dicendomi “quando ti sarai laureato ti regalerò un altro modello, Clara era molto ricca, lavorava più che altro per combattere la noia, nei discorsi dei miei, avevo capito che c’era stata qualche delusione amorosa che l’aveva cambiata, comunque averla così vicino mi eccitava, in alcuni momenti mi sfiorava con la coscia, aveva una gonna di raso nera corta e le calze nere dovevano essere delle autoreggenti, avevo scorto il colore più scuro in alto, le scarpe erano nere con il tacco altissimo ed un fiocchetto sulla punta, non potevo fare a meno di sbirciare le sue gambe, raccolsi anche due volte il tovagliolo, per guardarle le scarpe, ero in tiro, e pensavo a lei, mi vedevo inginocchiato ai suoi piedi, con lei che mi ordinava di leccargli le scarpe, le mie fantasie erano sempre uguali, ma Clara era irraggiungibile.
Dopo qualche giorno me la ritrovai in discoteca, un club privato che frequentavo ogni tanto, ero al bar che bevevo con un amico, quando la vidi seduta in un divanetto insieme ad una coppia, non sapevo se salutarla o meno, ma ci pensò lei, mi vide e si alzò immediatamente “hei, che sorpresa, ciao Andrea, sei elegantissimo, sei forse in caccia” ero già rosso “ciao Clara, vieni anche tu qui” lei mi baciò sulla guancia, il mio amico aveva gli occhi fuori dalle orbite, Clara aveva una microgonna in pelle con un bel paio di stivali, ed un corpetto lucido tutto nero, “si ogni tanto vengo, dai vieni ci sediamo e beviamo qualcosa insieme” salutai il mio amico, e lei fece altrettanto con la coppia di amici suoi e ci sedemmo in disparte in fondo alla sala, “cosa vuoi bere Andrea?” non sapevo optai per “ma, magari bevo ancora una birra” lei ordinò e ci sedemmo, arrivò il cameriere con la mia birra e lei aveva un liquido strano “vuoi assaggiare, è buono” declinai l’invito, “ma lo sai che è la prima volta che ci vediamo fuori di casa tua?” infatti era verissimo, io non avevo molto da dire, se non buttare gli occhi sulle sue gambe e sui suoi stivali, ma fu lei a rompere ogni indugio “certo che le mie gambe ti piacciono proprio, me le guardi sempre, eh, lo sai che ti vedo quando studi, non essere impacciato, mi fa piacere essere ammirata” che dovevo rispondere “e be si, in effetti mi piacciono molto” lei sorridendomi “non aver paura a dirlo, non c’è tua madre qui, scommetto che ti piacciono anche i miei stivali briccone” l’allusione agli stivali mi fece arrossire ancora di più, “lo sai Andrea che a casa ne ho una collezione di stivali, ma anche di scarpe, a me piace cambiare spesso” le sue gambe erano pericolosamente vicino alle mie, si toccavano, e lei si avvicinò ancora di più per fare posto ad una coppia, il contatto fu deciso, mi spostai ma lei fece altrettanto, e le gambe si schiacciavano contro le mie eravamo stretti, e lei accavallò la gamba sulla mia, “così stiamo più comodi vero?” non mi pareva vero, avevo la sua coscia lì appoggiata sulla mia, il contatto era piacevolissimo, caldo e sensuale, lei se ne accorse subito “ti imbarazza, se vuoi la tolgo” fui pronto “no, non toglierla” lei era a suo agio, “non vuoi raccontarmi proprio nulla, guarda che è un’occasione unica mio caro” io non sapevo “ ma sai cosa vuoi che ti dica, mi annoio un po” lei decisa “no, volevo sapere le tue fantasie quando mi guardi le gambe, dai raccontami, te la sei fatta qualche sega pensando a me” accidenti se era sicura, “be be, be, “ sembravo una pecora “in effetti si” “e allora dai dimmi il contesto, a cosa pensavi” l’imbarazzo totale, non volevo dirle le mie fantasie, mi limitai “ti pensavo vicino a me, e io potevo accarezzarti le gambe” lei sorridendo “e allora fallo, dai accarezzami la gamba, dai” appoggiai la mano su quella coscia di velluto “bello eh?” “si bello” lei continuò imperterrita “sono sicura che non era solo questo, secondo me sogni anche di baciarle le mie gambe, anzi tu vorresti baciarmi anche gli stivali, vero?” Dio come era vero “ma Clara dai” lei “Clara dai cosa, ti stò dando l’occasione di aprirti, lo so cosa sei Andrea l’ho sempre saputo, si vede lontano un miglio” la sua mano si fermo sull’altra mia gamba, ed iniziò a salire, toccò il mio pacco, facendomi trasalire “qui abbiamo qualcosa di estremamente duro vero? I miei discorsi ti eccitano, anche se hai una paura boia, lasciati andare, dillo che ti piacerebbe leccare i miei tacchi, non c’è niente di male, a me piace farteli leccare” ero in un turbine di emozioni, e cedetti, “si Clara mi piacerebbe” lei soddisfatta, “visto che non era difficile, ora, potrei farteli leccare qui, ma no sei pronto” mi venne un colpo “è meglio che andiamo fuori nel parcheggio, vicino alla mia macchina, vieni” camminavo dietro di lei, la mia mente era in subbuglio, stavo andando a leccargli gli stivali, no, non era vero.
Arrivati vicino alla sua bmw, si guardò intorno, “piegati sulle gambe” lei si pulì la suola dello stivale destro sui miei jeans, mentre stava appoggiata alla macchina, poi mi porse lo stivale “avanti è il tuo momento, niente più sogno questa è la realtà” baciai la punta dello stivale in più punti, con dei bacetti “lecca, lecca pure” e mi lasciai andare, fino a prendere in bocca il suo tacco “ora va bene, ero sicura di te non potevo sbagliarmi” mi lasciò leccare per un bel po’, poi appoggiò lo stivale con la suola sul mio uccello, io andai indietro ed appoggiai le mani a terra, e stavo lì in quella posizione “sono sicura che se continuo ti faccio venire, vuoi vedere?” si assestò bene ed iniziò a strisciare la suola sul mio uccello, che uscì dalle mutande liberandosi, lei lo sentiva bene, ed era magistrale nei suoi movimenti “questo non lo sognavi vero?” era vero, ma non parlavo, stavo per venire, lei smise solo quando la chiazza di sperma fu ben evidente nei miei pantaloni “piaciuto il giochetto Andrea” altro che era stato fantastico “si, molto grazie” “non c’è di che” mi fece alzare e mi baciò in bocca, esplorandola tutta con la sua lingua, io misi le mani sul suo splendido culo, e la sentii fremere, allora azzardai tra le sue gambe, e trovai un calore estremo misto all’umidità della sua figa, “continua non ti fermare” entrai nei suoi collant, e la trovai bagnata fradicia, il mio dito esplorava il suo clitoride, e riuscii a farla venire in fretta, “bravo ragazzino, era da un po di tempo che non mi eccitavo così” si ricompose, e mi guardò divertita, “adesso dove vuoi andare con quella macchia nei pantaloni” eh si, c’era un’evidente chiazza proprio sul pacco, mi misi a ridere, mi fece salire in macchina, e restammo lì a parlare, “ti piacerebbe venire a casa mia uno di questi giorni, così completiamo i tuoi sogni” “anche subito Clara” lei rise “per stasera basta, se vuoi ti accompagno a casa” “posso baciarti ancora le gambe per favore” lei compiaciuta “baciale pure” mi abbandonai sulle sue cosce riempiendole di baci, mentre le accarezzavo gli stivali, mi lasciò fare per un po’, “ora basta andiamo, vuoi salutare gli amici” “no, andiamo pure”, mi lasciò davanti a casa, salutandomi con un bacio appassionato, ero l’uomo più felice della terra, quella notte non dormii, Clara era davanti ai miei occhi.

Naturalmente quando la rividi a casa, non avevo neanche il coraggio di incrociare i suoi occhi, lei non mi considerava, o perlomeno si comportava come sempre, dovevo trovare un modo per dirle che volevo ancora stare con lei, che volevo adorarla come meritava, presi il suo numero dal cellulare di mia madre, e inviai un messaggio, “potrei rivederti?” semplice e diretto, passò quasi due ore, e poi “ciao bricconcello, domani alle quattro a Porta Susa al bar dell’angolo con Via cernaia”, conoscevo il bar lo frequentavo al mattino prima di scuola, ero contento, sarei stato nuovamente con lei.
Arrivai mezz’ora prima, così la vidi entrare, elegante e maestosa, aveva un completo giacca e gonna blu scuro con la camicia bianca, una borsetta sotto il braccio, le scarpe nere con il tacco a spillo, e la gonna naturalmente era abbastanza corta, le calze color carne spiccavano bene nello scuro del suo completo, mi sorrise appena mi vide, corse più veloce e mi baciò sulla guancia “ciao briccone” era bella, bellissima, “ciao Clara” seduti al tavolo, gli ordinai un bicchiere di vino bianco, ed anch’io le feci compagnia, anche se avevo già bevuto, “mi hai pensata molto” volevo dirle tante cose “ti ho pensata ,sognata, ogni momento” lei sorrideva come sempre “dai, ti sei innamorato di una vecchiona” “non scherzare tu non sei vecchia” “sono vecchia per te” “non mi importa niente” lei mi prese la mano, “cosa vuoi fare Andrea, mica posso farti certe cose qui al bar, dove possiamo andare?” non sapevo dove andare, ma fu lei a dire “vieni andiamo in macchina, troveremo qualche posto” finimmo i bicchieri, pagai e via in macchina, aveva parcheggiato vicino, si avviò decisa verso la periferia, fino a trovare una stradina di campagna, in un paese del Canavese, “vedi qui c’era una fabbrica, ora non ci viene nessuno” parcheggiò dietro un muro di recinzione, spense il motore e mi guardò intensamente, tirò indietro tutto il suo sedile “fai altrettanto, avremmo un po’ di spazio” scavalcò con le gambe la leva del cambio e mi appoggiò entrambi i pedi sul mio grembo, “è questo che vuoi no?” la gonna si sollevò fino al culo, e le sue cosce fantastiche si esposero completamente, io stavo schiacciato contro la portiera, per poterle accogliere bene, “ti piacciono?” “da morire” “allora baciale e accarezzale” baciavo le sue ginocchia, le sue cosce su quelle calze lisce leggerissime, lei mi puntò un tacco sul petto, “ti sporcherò un pochino?” “non importa” iniziai a baciare l’altra scarpa, il tacco, il collo del piede, la caviglia, le cambiò piede, ed io ripetei il tutto sull’altro, “dai scendiamo, tanto non ci vede nessuno, voglio calpestarti” libidine pura, scesi dall’auto come un fulmine, senza che lei dicesse nulla mi distesi vicino alla macchina, incurante del fatto che mi stavo sporcando tutto, lei mi salì sul petto, ed iniziò lentamente il calpestamento, non forzava sui tacchi ma appoggiava solo le punte “ti piace eh briccone”era bellissimo, lei stava in equilibrio, e le sue gambe svettavano su di me, l’uccello mi scoppiava, finalmente il suo piede vi si appoggiò sopra con dolcezza, poi premette sempre più forte, mi fece sentire anche il tacco, ed io sussultai “male?” non risposi, premette più forte, poi iniziò a camminarmi sul corpo, non risparmiava niente gambe, braccia collo, petto, mise il tacco al centro della mia fronte “paura?” non avevo paura di lei mi fidavo, poi scese.
Mi fece rialzare, “appoggiati in piedi alla macchina, che ti faccio vedere qualcosa” ero appoggiato alla portiera, lei fece due passi indietro, si tirò su la gonna con fare sexy, e mi appoggio il piede sull’ uccello, vedevo bene le sue gambe, la situazione era bellissima, il muscolo teso della sua coscia, mentre il piede premeva, toglieva il piede si allontanava un pochino e poi tornava ad appoggiarsi con tutto il suo peso, cambiava gamba, lo ripetè decine di volte, l’attesa del suo appoggio era estasi, se avesse aumentato il ritmo sarei venuto copiosamente nei calzoni. Poi trasformò gli appoggi in piccoli calcetti di punta o con il tacco tutti sull’uccello, con una mira fantastica, “ti piace questo trattamento” “si, si mi piace”, mi venne vicino e continuò con il ginocchio, la sua vicinanza mi inebriava, l’abbracciai con amore estremo, lei mi baciò in bocca, la sua lingua era un serpente che vagava, la sua mano trovò il mio cazzo duro, e tirò giù la lampo, lo fece uscire dalle mutande, duro e gonfio, pronto a scoppiare, si allontanò ancora, per colpirlo con i suoi calcetti dolci e sapienti, lo faceva dondolare, e se la rideva, di colpo si accovacciò davanti a me, e con foga lo prese tra le labbra, lo leccava come un gelato, poi lo avvolse completamente e tutto in bocca, tolse le mani e solo con il movimento della sua testa venti trenta colpi e venni in un lago di sperma che lei si leccò e succhiò tutto, e continuava, ormai mi faceva male la cappella, finalmente smise di spompinarmi, “è stato bello anche per me Andrea, ma ora voglio la tua lingua tra le gambe subito” si tirò giù i collant, il tanga bianco, appoggiò un piede sulla ruota dell’auto, e mi porse la sua figa strabagnata da leccare, ed io cercai di fare il meglio, leccavo in profondità, poi veloce sul clitoride, a lingua piena fino al suo buco del culo, la sentivo fremere, ed ero felice, venne quasi subito, tenendomi per le orecchie schiacciato sulla sua figa. “bravo briccone ci sai fare”,
Si ricompose, ed io l’accarezzavo inchinato i suoi polpacci, mentre lei si tirava su le calze, baciai le sue scarpe, seduti in macchina in silenzio…
pippofocaccia
00giovedì 27 marzo 2014 09:26
Da emozioni !!
amosolodonne
00venerdì 28 marzo 2014 06:18
Bel racconto, bravo...
pippofocaccia
00venerdì 28 marzo 2014 10:32
Ottimo
doc.xy
00venerdì 28 marzo 2014 11:08
Bello [SM=x829788]
taikirb
00venerdì 28 marzo 2014 16:14
Bello, grazie mille.
Ora attendiamo il seguito...

[SM=x829785] [SM=x829778]
ricciotimido
00lunedì 14 aprile 2014 16:26
Bellissimo!!!!
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