DOMINAZIONE MORTALE

Pagine: [1], 2
DavideSebastiani
00mercoledì 23 luglio 2014 18:34
breve romanzo femdom


Voglio condividere con voi questo mio vecchio racconto. Spero possa piacervi


DOMINAZIONE MORTALE Primo episodio
di Davide Sebastiani



Megan mi spinse contro il muro, spingendo con forza la sua lingua dentro la
mia bocca mentre con la mano destra arruffava i miei capelli e con la sinistra
cercava con alterne fortune di slacciarmi la camicia. Da parte mia, risposi
con desiderio al suo bacio e la mia mano destra esploro' prima il suo addome e
poi ando' su alla ricerca dei suoi seni marmorei

" Dai Ben, andiamo a letto" mi disse dopo aver terminato il bacio

" Si andiamo" le risposi ansimando. Desideravo Megan, la volevo con tutto me
stesso e ripresi a baciarla accarezzandole i lunghi capelli biondi. Rimanemmo
in quella posizione per alcuni secondi, nel silenzio irreale della mia cucina
dove i nostri sensi si erano ridestati improvvisamente dal torpore, silenzio
che fu improvvisamente spezzato dallo squillo del mio telefonino

" Non rispondere tesoro. Non ora, ti prego" m'imploro'

" Fammi almeno guardare chi e'. Potrebbe essere qualcosa d'importante" risposi
prendendo in mano il telefono cellulare. Era il mio capo e mi staccai
malvolentieri dalle calde braccia di Megan

" Non farlo Bibi o te ne pentirai" rincaro' la dose la bella ragazza dagli
occhi azzurri e dai capelli biondi. Bibi ero io, Benjamin Bravermann,
detective della omicidi di San Francisco e lo squillo proveniva dal capitano
Stephan Banks

" Devo farlo, tesoro. E' il mio lavoro"

" Te ne faro' pentire Ben" termino' Megan mettendo il broncio. Aveva ragione.
A causa del mio lavoro il tempo che trascorrevamo insieme era veramente poco.
Nemmeno alle dieci di sera mi lasciavano in pace e non sapevo se essere
contrariato oppure felice per l'alta considerazione in cui mi tenevano al
distretto

" Bravermann" risposi al telefonino

" Sono il capitano Banks, Benjamin. L'agente Colchrane sta per venirti a
prendere. Fatti trovare pronto. Sara' lui a spiegarti tutto"

" Ma capitano, sono le dieci di sera" provai ad obiettare "Non c'e' qualche
altro detective in servizio?"

" Mi servi tu"

" Senta capitano, sto con la mia fidanzata e a meno che non ci sia stato un
altro attacco sullo stile di quello alle Torri Gemelle vorrei essere esentato"

" Peggio, molto peggio. Ce l'hai presente Jacob Fink?"

" Certo che ce l'ho presente. E' l'uomo piu' ricco della citta', quello con la
moglie ... .." mi bloccai guardando Megan e pensando alla sua gelosia

" Esatto, quello con la moglie bellissima, dalle gambe chilometriche. Proprio
lui. E' morto, Ben e ci devi pensare tu. Il sindaco in persona mi ha chiesto
di interessarmi del caso e non posso correre il rischio di mandarci qualcun
altro. Tu sei il migliore"

" Grazie capitano. Dove l'hanno ammazzato?" chiesi. Il mio senso del dovere
aveva gia' preso il sopravvento

" E' proprio questo il problema. E' successo in casa sua e, agli agenti che
sono intervenuti dopo la chiamata al 911, la moglie ha detto che e' morto per
arresto cardiaco, ma c'e' qualcosa che non quadra. Senti Ben, vai a vedere di
cosa si tratta ma vai con i piedi di piombo. Fink era un pezzo grosso e le sue
donazioni ai vari istituti, compresi gli organi di polizia, erano
generosissime e non possiamo correre il rischio che la vedova possa toglierle.
E comunque non dobbiamo fare passi falsi, col sindaco che era suo amico intimo
e che mi tiene sotto pressione. Ai giornalisti diremo che l'uomo e' morto per
arresto cardiaco fino a che non avremo prove che indichino il contrario. Se
mai le avremo. E' tutto chiaro Bravermann?"

" Si capitano"

" Bene. Mi dispiace per la tua serata, Ben e salutami Megan"

" Riferiro'. E tanti ossequi anche alla sua signora" conclusi riattaccando
mentre Megan mi guardava ancora con il broncio e con le sue mani sui fianchi.

" Devi scendere vero?" mi disse

" Non posso farne a meno, tesoro. Mi aspetti qui'?"

" No, non preoccuparti, me ne vado a casa mia. Ma dimmi, chi e' morto?"

" Jacob Fink, il magnate, il proprietario della "

" Il marito di Rachel Fink, la bellissima e misteriosa donna che le sta a
fianco?"

" Esatto, cara, proprio lui, anche se sarebbe piu' esatto dire che le stava a
fianco"

" Non sottilizzare e stai attento Benjamin Bravermann. Attento al fascino di
quella donna. Dicono che faccia innamorare di se qualsiasi uomo abbia la
sventura di incontrarla ed io non sono una che perdona"

" Tranquilla Megan. Io non sono il tipo di uomo che perde la testa per una
donna come quella, soprattutto quando lavoro"

" Sara'. Pero' tu sei affascinante, atletico e intelligente e lo so quante
donne ti girano intorno. Ma tu sei mio, capito?" Sorrisi compiaciuto. Sapevo
di non essere affatto male, ma la descrizione della mia donna era forse
superiore alla realta'. Ero in effetti alto e atletico, moro e la mia barba
mal rasata sembrava piacere molto alle donne in quanto mi donava un certo
fascino selvaggio. Ma da qui' a pensare che ogni donna mi cadesse ai piedi ce
ne voleva. Mi avvicinai a Megan e le presi le braccia

" Sei tu ad essere bellissima e non ho nessuna intenzione di perderti" La
baciai appassionatamente e con amore, rimpiangendo la serata che non avrei
potuto trascorrere accanto a lei. Un nuovo squillo del telefonino mi avverti'
che l'agente Colchrane era arrivato sotto casa mia

" Devo andare, tesoro. Chiudi tu?"

" Si, ci penso io. Aspetta, vieni qui" Mi richiamo' sulla porta, mi sistemo'
la cravatta che mi ero messo mentre parlavamo e mi saluto' con un casto bacio
sulle labbra

" Ti chiamo domani" le dissi mentre chiudevo la porta

" Si, certo" rispose con scetticismo, ben sapendo quanto fosse difficile per
me trovare del tempo libero quando conducevo un'indagine.

Scesi le scale di corsa ed entrai in macchina atteso da Colchrane

" Buona sera capo" esordi' l'agente

" Ciao Ted. Allora? Hai qualche altra notizia oltre a quelle che mi ha dato il
capitano?"

" Niente di piu' " rispose mettendo in moto e avviandosi

" E' morto a casa sua, giusto?"

" Si, nella sua villa di Nob Hill"

" Andiamo nei quartieri alti allora"

" Altissimi, capo. Pare che il morto avesse la villa pi�� bella di tutta San
Francisco"

" Andiamo a vedere, allora" conclusi, mettendomi poi in silenzio ad osservare
la strada. Attraversammo il Financial District e Chinatown prima di immetterci
in Snob Hill, cos�� gli abitanti della citt� chiamavano quel quartiere di
ricchi. Ancora un centinaio di metri e il palazzo di Jacob Fink ci offri' la
sua visione. E che visione! Anche da fuori si ammirava la bellezza di questa
villa ricostruita in perfetto stile vittoriano dopo il terremoto che distrusse
la maggior parte degli edifici della citta' e di questo quartiere in
particolare. Ma ero li' per lavoro e non potevo permettermi di crogiolarmi ad
ammirare la bellezza della villa. Ci fermammo al cancello e dovetti scendere
per suonare. Dopo pochi secondi il cancello si apri' ed entrammo con la
vettura nel vialetto che ci condusse nella villa vera e propria. Osservai la
piscina a forma di cuore che faceva molto Hollywood e finalmente scendemmo. Un
agente, un uomo giovane di nemmeno trent'anni era sulla porta ad attenderci

" Detective Bravermann" mi presentai mostrando il tesserino "e lui e' l'agente
Colchrane, della omicidi"

" Vi aspettavo detective. Sono l'agente Ray Feldmann. Venga, le faccio vedere
cosa ci ha messo in sospetto"

" E' arrivato anche il medico legale?" chiesi

" Due minuti prima di voi e sta gia' guardando la vittima. Vedremo subito se i
nostri sospetti sono fondati o meno" Lo seguii lungo un corridoio abbellito da
un lunghissimo tappeto rosso e arredato impeccabilmente, con quadri alle
pareti, ognuno dei quali valeva la totalita' dei miei stipendi a fine carriera
e oggetti di puro antiquariato. Le stanze che attraversammo erano tutte
rigorosamente chiuse tranne una dove la luce era accesa e dove intravidi
alcune persone ma l'agente Feldmann mi fece segno di proseguire

" Aspetti detective, prima andiamo a vedere il morto e poi capira'. Mi fece
segno di continuare a seguirlo su per le scale e ci inoltrammo al primo piano.
Ancora un corridoio, stavolta piu' breve e quindi una luce accesa. Entrammo
nella stanza. Stranamente, si trattava di una stanza spoglia con un letto
matrimoniale, un comodino ed un armadio ma con pochi altri oggetti. Riconobbi
immediatamente il dottor Alan Forsyte, il medico legale, chinato su un corpo
parzialmente coperto da un lenzuolo

" Buonasera, detective Bravermann. Buona sera anche a lei agente Colchrane"

" Buonasera dottor Forsyte. Cosa mi dice in proposito della morte di
quest'uomo?" chiesi al patologo inchinandomi anch'io

" Devo dire che tutti i sintomi sono riconducibili ad un infarto. Vede il
colorito? Vede ... "

" Non c'e' bisogno che lei mi dia delle spiegazioni mediche, dottore. Voglio
sapere cosa ne pensa e perche' questi ragazzi hanno chiamato la omicidi quando
tutto lascia presagire un infarto?" Il dottor Forsyte tolse il lenzuolo dal
cadavere ed ebbi la visione completa di Jacob Fink. Era completamente nudo, a
parte un paio di slip. Si trattava di un uomo sulla sessantina, leggermente
sovrappeso e con radi capelli ancora neri e piuttosto piccolo di statura, con
un'altezza che difficilmente arrivava a superare il metro e settanta, anche se
la mia ipotesi, considerando che era ovviamente sdraiato a terra, era tutta da
verificare. Il medico legale punto' il suo dito indice su varie chiazze sparse
su tutto il corpo

" Vede questi segni bluastri?"

" Sembrano lividi" sostenni

" Non sembrano. Questi sono dei lividi"

" Intende dire che quest'uomo e' stato picchiato?"

" Oh, su questo ne sono praticamente certo. Vede l'intensita' del colore?
Varia molto e questo significa che Jacob Fink e' stato sistematicamente
picchiato in diverse occasioni visto che questi lividi non fanno parte tutti
dello stesso pestaggio essendosi formati in tempi differenti"

" Vuole forse dirmi che Fink e' morto per le percosse ricevute?"

" No, su questo ne sono praticamente certo, ma gli indizi lasciano presagire
che sia morto per infarto proprio a causa del pestaggio. Forse l'ultimo gli e'
stato fatale. Ad ogni modo le potro' essere piu' certo solo dopo l'autopsia"

" Jacob Fink picchiato? Con tutte le guardie del corpo che si ritrovava?"

" Sta a lei l'indagine. Io posso solo dirle che quest'uomo ha ricevuto
un'infinita' di percosse e i lividi lo testimoniano"

" Bene Forsyte" conclusi alzandomi e dando una pacca sulla spalla all'agente
Feldmann "Buon lavoro agente, hai fatto bene a chiamare la omicidi"

" Grazie detective, ma non mi sono basato solo su quei lividi che pure mi
avevano dato da pensare. Venga, scendiamo. Devo farle vedere una cosa e anche
lei capira' quali sono i miei dubbi" Mi feci di nuovo guidare dall'agente e
scesi le scale, ma prima di immetterci di nuovo nel lungo corridoio lo fermai

" Dimmi Feldmann, l'hai trovato cosi'? Intendo dire nudo e con solo gli slip
addosso?"

" Proprio cosi'! Era nella stessa posizione in cui l'ha trovato e solo con lo
slip addosso. Io e il mio collega, l'agente Shelby che ho lasciato in
compagnia della vedova e del suo avvocato, siamo stati avvisati dal 911. Ci
trovavamo proprio a poche centinaia di metri da Nob Hill e siamo intervenuti
dopo soli pochi minuti. Ci ha accolti la moglie. Detective, lei soffre di
cuore?"

" No, grazie al cielo. Ma perche' mi fai una domanda del genere?"

" Perche' la vedova, la signora Fink e' da infarto. Mi creda, non ho mai visto
una donna cosi' bella in vita mia. L'avevo notata in televisione qualche
volta, ma dal vivo e' tutt'altra cosa"

" Agente Feldmann, non credo che la bellezza della signora Fink sia in qualche
modo legata alla morte di suo marito. A meno che tu non sappia qualcosa che io
ancora non so"

" In effetti c'e' qualcosa. Quando ci ha accolti lei era ... .. Non so
spiegarglielo detective, non trovo le parole giuste ma credo che in qualche
modo lei sia collegata con la morte del marito. La osservi e capira' cosa
intendo" Mi fece cenno di entrare nella stanza illuminata. Era un salone
bellissimo e ampio, arredato con gusto e creativita' e molto luminoso. Nel
centro troneggiava un enorme tavolo di legno massiccio mentre a ridosso di un
muro c'era un caminetto, probabilmente inutilizzato da sempre. La vetrata di
fronte a me era enorme e anche da lontano si riuscivano a vedere le luci
dell'intera San Francisco. Immaginai che il panorama dovesse essere
mozzafiato, anche se non era l'unica cosa a far rimanere senza fiato. Sulla
mia destra un divano di pelle bianca e accanto al divano un uomo in divisa,
probabilmente l'agente Shelby, il collega di Feldmann. Dietro il divano, un
uomo in giacca e cravatta, sulla quarantina, piuttosto alto, con i capelli
castano scuri e l'aria molto seria. Stava con le mani conserte e teneva lo
sguardo fisso verso l'entrata della stanza. E poi c'era lei, Rachel Fink,
l'altro elemento della stanza a togliere il fiato. I capelli dovevano essere
ancora freschi di parrucchiere e le scendevano morbidi sulle spalle, neri e
lucenti ed il viso, un ovale meraviglioso, era perfettamente truccato. La sua
bocca era rossa e splendidamente disegnata e il trucco degli occhi virava
verso il verde, riprendendo lo splendido colore dei suoi occhi. La pelle era
ambrata, perfetta, senza una ruga. Bellissima! Del corpo pero' s'intravvedeva
poco in quanto indossava un lungo accappatoio bianco che teneva allacciato e
che la copriva del tutto. Riuscivo ad intuire soltanto che doveva trattarsi di
una donna molto alta. Grazie alle sue lunghissime gambe accavallate pero' si
riuscivano a notare le scarpe e si trattava di stivali assassini con il tacco
in metallo e la suola rossa che uscivano fuori dall'accappatoio. Ora
cominciavo a capire cosa intendesse Felmann. Ma dovevo agire con i piedi di
piombo se non volevo che il capitano mi dirottasse a dirigere il traffico. Mi
avvicinai alla donna e le porsi la mano

" Le porgo le mie condoglianze, signora Fink. Io sono il detective Benjamin
Bravermann e lui e l'agente Colchrane, della omicidi"

" Grazie detective" rispose la splendida donna con un tono di voce quasi
metallico, senza apparente cordialita' ne' tantomeno disperazione per il lutto
che l'aveva colpita

" Omicidi? E per quale motivo si sta scomodando la squadra omicidi? Prima il
medico legale e poi addirittura la omicidi?" Le domande erano partite
dall'uomo in giacca e cravatta

" Permette che le presenti Samuel Clark, l'avvocato di famiglia" intervenne
Rachel Fink

" Perche' fino al momento dell'autopsia abbiamo il dovere di vagliare tutte le
ipotesi" risposi prendendo una sedia e facendo cenno di volermi sedere "
Posso?" proseguii chiedendo il permesso alla padrona di casa

" Prego"

" Dunque, signora Fink, credo di doverle fare alcune domande, se lei permette"
Samuel Clark si intromise di nuovo

" A quest'ora di sera? La signora Fink ha subito un grave lutto e lei vuole
farle delle domande? Credo che la nostra pazienza stia per esaurirsi"

" Solo pochi minuti, avvocato. Il tempo di chiarire alcune cose e vi lascero'
liberi di riposare. Jacob Fink non era un uomo qualunque e credo che anche lui
vorrebbe che si andasse a fondo sulla sua morte. Perche', signori miei, c'e'
qualcosa che non quadra nella vicenda"

" Sta per caso insinuando qualcosa?" chiese Clark

" Sto solo dicendo che vorrei fare alcune domande e poi togliero' il disturbo"

" Va bene detective. Faccia le domande che crede. E tu Jacob, fai silenzio e
lascia lavorare la polizia"

" Ma signora Fink ... ... "

" Ho detto di fare silenzio. Prego, detective Bravermann" La guardai
meravigliato. Che tono sicuro, che temperamento! Quella donna era
straordinaria e non solo per la sua bellezza

" Vorrei chiederle che cosa e' accaduto fin dall'inizio, signora. Dal momento
che lei si e' accorta che suo marito stava male"

" Mi sono subito resa conto che c'era qualcosa che non andava. Jacob sudava
freddo e quello e' uno dei sintomi di un possibile infarto del miocardio"

" Mi scusi signora Fink, ma come fa a saperlo? Ha per caso delle conoscenze
mediche?"

" Non ho solo conoscenze mediche. Io sono un medico, detective Bravermann,
anche se non esercito la professione"

" Mi scusi, non potevo sapere una cosa del genere. Prosegua, la prego"

" Le dicevo che mi sono subito accorta che Jacob stava male. Gli ho detto di
sedersi ma prima che potesse farlo ha avuto delle vertigini e ha sentito il
classico dolore al petto. E' stato tutto cosi' improvviso e non sono riuscita
a fare nulla, malgrado abbia tentato di rianimarlo facendogli un massaggio
cardiaco. Credo che sia trascorso un minuto, forse un minuto e mezzo e poi mi
sono accorta che Jacob era morto"

" Perche' non ha chiamato un ambulanza? Anche se lei e' un medico forse non
aveva con se gli attrezzi necessari per rianimarlo"

" In effetti avrei avuto bisogno di un defibrillatore che non possediamo in
casa. Ma sarebbe stato inutile chiamare un'ambulanza. Mi sono subito accorta
della gravita' della situazione e l'ambulanza non sarebbe mai giunta in tempo"

" E quando si e' accorta che suo marito era morto, cosa ha fatto?"

" Ho chiamato il 911, ma soltanto per segnalare l'avvenuto decesso. Dopodiche'
ho avvertito Clark che ha provveduto ad avvisare i suoi amici piu' cari"

" Tra cui il sindaco, presumo"

" Tra cui il sindaco. C'e' qualche legge che vieta di avere un sindaco come
amico?"

" Assolutamente no e mi scusi se le ho dato l'impressione di fare dell'ironia.
La mia era solo una considerazione. Lei sa che dovremo comunque attendere
l'esito dell'autopsia prima di chiudere questa piccola indagine?"

" Lo immaginavo. Ma vorrei che questa piccola indagine, come la chiama lei,
fosse piuttosto veloce. Ho bisogno di organizzare il funerale. Inutile
avvertirla che pretendo che la stampa sia tenuta all'oscuro di tutto quanto. I
giornalisti debbono sapere soltanto che mio marito e' morto per arresto
cardiaco e non che la squadra omicidi si sta interessando del caso. Non vorrei
essere costretta a prendere dei provvedimenti antipatici facendo intervenire
delle persone influenti"

" E' anche nel nostro interesse non allargare piu' di tanto la situazione, mi
creda signora Fink"

" Molto bene. Ha altre domande prima che se ne vada?"

" Un paio, signora. Questa e' una villa molto grande e non vedo servitu'. Come
e' possibile?"

" Mio marito aveva deciso di dedicare la serata completamente a me ed ha dato
la libera uscita a tutta la servitu'. Capita di sovente. Cioe' ... .Capitava
spesso" Ecco spiegato il motivo per cui Fink era quasi completamente nudo e
pensavo di aver capito anche piu' o meno come era andata la serata

" Bene signora Fink. Le rinnovo le condoglianze. Appena avro' delle novita',
sara' mia premura metterla al corrente" le dissi stringendole prima la mano e
poi facendo un passo verso l'uscita ma tornando immediatamente indietro "Ah,
dimenticavo la seconda domanda. Posso fargliela?"

" Prego"

" Come mai indossa un accappatoio? Non credo che sia uscita dalla doccia
considerando che indossa un paio di stivali"

" Ora basta!" intervenne ancora l'avvocato "La nostra pazienza si e' esaurita
e non tollero che lei faccia delle domande tendenziose alla signora Fink che
e' ancora scossa per l'accaduto"

" Fai silenzio Samuel" Il tono di Rachel Fink era stato di una durezza unica,
di una donna che sapeva esattamente come farsi rispettare

" Ma signora ... .."

" Ho detto di fare silenzio. Anzi, non ho piu' bisogno della tua presenza.
Puoi andare Samuel. Ti telefonero' domani mattina"

" Come vuole lei, signora Fink. Volevo solo fare il mio lavoro"

" L'hai fatto Samuel e ti ringrazio. Ora puoi andare" Rimasi quasi ipnotizzato
di fronte a quella discussione. L'autorita' e la sicurezza che emanava Rachel
Fink non l'avevo riscontrata mai in nessun'altra donna avessi conosciuto, sia
nel lavoro che nella vita privata e cominciavo a pensare che Megan avesse
ragione riguardo a lei e alla diceria che qualunque uomo la incontrasse, se ne
innamorava poi perdutamente. Cercai di scacciare questi pensieri cercando di
convincermi che mi trovavo li' solo per lavoro e osservai anche il mio collega
Colchrane e i due agenti intervenuti. Anche loro avevano seguito ovviamente la
scena e tutti e tre erano in silenzio ad ammirare quella donna bellissima,
affascinati dal carisma che emetteva. Intanto, l'avvocato Clark ci saluto'
cortesemente ma in modo alquanto nervoso. Era evidente che non voleva lasciare
la sua cliente in balia della polizia, anche se lei sembrava in grado di
cavarsela perfettamente da sola. Rachel Fink guardo' poi proprio nella mia
direzione. Il suo sguardo era penetrante, i suoi occhi verdi, oltre ad essere
semplicemente meravigliosi, sembravano indagare dentro di me, mettendomi in
grossa difficolta'

" Detective, posso chiederle di fare uscire i suoi collaboratori? Vorrei
parlarle in privato" Guardai in direzione di Colchrane e dei due agenti

" Vorrei anch'io rimanere da solo con la signora Finch. Colchrane, per favore"
Il mio collaboratore mi guardo' in maniera da rimproverarmi

" Non e' una cosa usuale, Bravermann"

" Lo so e allora stavolta faremo una cosa che non facciamo abitualmente.
Lasciatemi da solo con la signora Fink. E' un ordine" I tre agenti lasciarono
anche loro malvolentieri la stanza e mi ritrovai da solo con quella donna
dalla bellezza straordinaria. Mi avvicinai ancora un po' a lei e potevo
sentire il suo profumo. Era un profumo inebriante, che mi dava pericolosamente
alla testa. Faticai a ritrovare il mio equilibrio mentale. Lei intanto si
sciolse in un abbozzo di sorriso

" Vedo che sa farsi rispettare, detective Bravermann"

" Non come lei, signora Fink"

" Probabilmente non come me, ma non e' questo il motivo per cui sono voluta
rimanere da sola con lei. Puo' ripetermi la domanda che mi ha fatto prima?"

" Certo. Volevo chiederle per quale motivo indossa un accappatoio, se posso
saperlo" Non mi rispose. Si alzo' in piedi e rimasi meravigliato. Quanto
diavolo era alta? Malgrado il mio metro e 82 c'erano diversi centimetri di
differenza tra me e lei e i suoi tacchi altissimi non potevano essere l'unica
soluzione alla domanda che mi ero posto. Probabilmente, doveva avere piu' o
meno la mia altezza, una cosa inusuale in una donna ma che, non solo non
toglieva nulla del suo fascino, ma che semmai la rendeva ancora piu' bella e
desiderabile. Venne poi pericolosamente dinanzi a me guardandomi fisso negli
occhi e quindi le sue mani scesero sulla cinta che cingeva il suo accappatoio,
lo apri' e con un movimento delle spalle lo fece scivolare in terra

" Era questo che voleva vedere, detective Bravermann?" Deglutii nervosamente.
La visione che mi appariva in quel momento davanti agli occhi era
semplicemente meravigliosa. Rachel Fink indossava soltanto una tuta in
lattice aderentissima. Le sue forme apparivano perfette, delineate in modo strepitoso da quella tuta. Il seno piuttosto prosperoso era tenuto su da un bustino e la scollatura piuttosto ampia me ne dava generosamente una visione parziale ma molto appetitosa, la pancia era piatta ma l'aderenza della tuta metteva in mostra degli addominali piuttosto tonici e poi le gambe ...
..Lunghe, affusolate ma non eccessivamente magre. Le avrei potute paragonare a quelle di una pallavolista, da sportiva praticante e la stessa impressione la ricavai dalle sue braccia, anch'esse strizzate dal lattice. La tuta terminava poi dentro gli stivali di cui avevo avuto gia' visione precedentemente. Era senz'altro la donna piu' sexy che avessi mai visto precedentemente, oltre ad averla gia' incoronata come la piu' bella. Passarono alcuni secondi prima che trovassi la forza di aprire bocca

" Credo ... .Credo che lei possa rivestirsi, signora Fink"

" Ormai non ce n'è piu' bisogno. Oppure la metto per caso in difficolta' cosi'vestita?" Lo sapeva perfettamente che mi stava mettendo in difficolta'. E che difficolta'! Nessun maschio al mondo sarebbe potuto rimanere insensibile di fronte ad una visione simile. Non sapevo dove guardare, la mia respirazione si era fatta piu' difficoltosa e le parole non mi uscivano in modo coerente

" Si, cioe' no. Non ha importanza signora"

" Bene, perche' io mi trovo perfettamente a mio agio" rispose mettendosi di nuovo seduta sul divano e accavallando le sue lunghe e splendide gambe
"Allora, detective Bravermann, ora che lei ha avuto modo di scoprire come ero vestita al momento della morte di mio marito, immagino che dovra' pormi altre domande" Eccome se dovevo fargliele. Respirai profondamente

" Signora Fink, lei sa che suo marito aveva dei lividi per tutto il suo corpo? E che il suo abbigliamento mi lascia presumere che sia stata proprio lei a farglieli?"

" Perche' sono vestita da dominatrice? L'abito non dovrebbe fare il monaco"

" Per favore, signora Fink, mi risponda. E' stata lei a fare quei lividi a suo marito?"

" Si, sono stata io e questo lo aveva capito anche l'agente intervenuto osservando solo i miei stivali. A me e a Jacob piaceva giocare in questo modo. Siamo adulti e a casa nostra abbiamo il diritto di fare cio' che vogliamo"

" Ma ora suo marito e' morto"

" La sua morte non c'entra nulla con cio' che facevamo. E' morto per arresto cardiaco e l'autopsia mi dara' perfettamente ragione. I lividi sono assolutamente secondari. A mio marito piaceva avere una moglie che lo picchiasse ed io lo accontentavo. La cosa la scandalizza?" Cercai di fare appello a tutta la mia freddezza. Non ero affatto lucido ma dovevo tentare di esserlo per svolgere al meglio il mio lavoro

"Sono oltre dieci anni che sto in polizia e circa tre che sono un detective della omicidi. Mi creda, signora Fink, ho visto di tutto e non mi scandalizza niente"

" Meglio cosi' "

" Vorrei farle un'ultima domanda e poi tolgo il disturbo e la lascio con il suo dolore. Per quale motivo era ancora vestita in questo modo? Avrebbe avuto tutto il tempo di spogliarsi, vestirsi in abiti normali e non dare adito a sospetti, considerando che lei sapeva benissimo che avremmo trovato degli evidenti lividi sul corpo di suo marito e avremmo, per forza di cose, avuto un sospetto su di lei" Il bel volto di Rachel Fink, rimasto fino a quel momento impassibile, si rabbuio' improvvisamente. Le sue ciglia lunghe, sbattute da un
rapido movimento degli occhi, svolazzarono in modo sensuale. Tutto in lei era sensuale, anche l'apparente tristezza

" Perche', per strano che possa sembrarle, ho avuto alcuni minuti in cui non mi sono raccapezzata. Era morto mio marito, non un gatto che attraversava la strada e, con tutto il rispetto per gli animalisti, la differenza e' sostanziale, almeno per me. Ho avuto la lucidita' di chiamare il 911 e di avvertire l'avvocato Clark, ma mi sono completamente dimenticata che avevo indosso la catsuit di latex. Me ne sono resa conto solo quando si sono presentati alla porta i due agenti. Ormai, era troppo tardi per cambiarmi e mi sono semplicemente infilata un accappatoio" Stavo per replicare ma dei rumori mi distolsero. Per accertarmi di cosa stesse succedendo mi recai alla porta di quell'immenso salone, la aprii e notai due barellieri che salivano le scale per andare a prendere Jacob Fink. Evidentemente, il dottor Forsyte aveva reclamato il corpo del magnate morto per la sua autopsia. Rachel Finch mi osservo'

" Cosa sono questi rumori?"

" Stanno portando via suo marito per l'autopsia" risposi

" Vorrei dargli un ultimo saluto"

" Come crede, signora Fink, ma credo che sia meglio che lei indossi di nuovo il suo accappatoio" La bella vedova si alzo', raccolse il lungo accappatoio bianco che si trovava ancora in terra e lo indosso', incamminandosi poi con lo stesso charme di una top model su una passerella verso l'uscita del salone. La feci passare e attendemmo alcuni secondi che i barellieri tornassero con il
defunto e quando si trovarono all'altezza del salone, li stoppai

" Un attimo, ragazzi. La signora Fink vuole vedere suo marito" Ci allontanammo per dare modo alla vedova di rimanere da sola con il suo defunto marito ma non le staccavo gli occhi di dosso. La donna tolse il lenzuolo quel tanto da scoprire il volto di Jacob Fink, prese le sue mani e le bacio' teneramente, accarezzo' il suo viso dopodiche' lo ricopri' con delicatezza. Non sembravano affatto i gesti di una donna che, pur con tutte le attenuanti o per casualita', avesse ucciso proprio quell'uomo. O forse erano i sensi di colpa?
Mi domandavo anche con cosa lo colpisse durante i loro giochi sadomaso. Fruste? Non mi sembrava che sul corpo del magnate ci fossero i segni inequivocabili che lascia una frusta. Pensai a qualche bastone o forse addirittura a qualcosa di ferro. Ma come poteva una donna arrivare a picchiare violentemente un uomo con arnesi simili e contemporaneamente essere in grado di provare quella tenerezza che aveva dimostrato Rachel Fink in quell'occasione? Intanto, la donna si sposto' quel tanto da permettere ai
barellieri di proseguire il loro percorso verso l'uscita e poi rientro' nel salone. La seguii e chiusi la porta

" Lei amava suo marito, signora Fink?" La donna mi scruto' di nuovo e fui costretto ad abbassare gli occhi. Impossibile, anche per uno come me, sostenere quello sguardo

" Gli volevo bene, molto bene. Forse come puo' volerne una ragazza a suo padre, ma se lei per amore intende quello classico tra un uomo e una donna, allora forse potrei risponderle di no. Non lo amavo in quel senso"

" Mi perdoni se le ho fatto una domanda del genere"

" Nessun problema. Ora pero' faccia in modo che tutti voi abbandoniate la mia casa. Ho voglia di rimanere da sola. Inutile ricordarle che pretendo che quello che le ho raccontato riguardo cio' che facevamo io e mio marito debba rimanere tra noi due. E' chiaro detective Bravermann?" Le feci cenno che avrei fatto quello che lei voleva, la salutai e feci cenno a Colchrane e ai due agenti di seguirmi. Uscimmo dalla porta proprio mentre scorgevo il furgone con
a bordo la vittima uscire dal cancello inseguito da alcune persone. Era ovvio che i giornalisti avevano saputo in qualche modo della morte di Jacob Fink ed erano in attesa di notizie

" Bene ragazzi. Ora possiamo andare a dormire. Tutto quello che abbiamo visto dentro questa villa deve rimanere nel piu' assoluto riserbo e mi riferisco soprattutto a voi due" dissi indicando Feldmann e Shelby"

" Noi dobbiamo stilare un rapporto, detective. Cosa ci scriviamo?" intervenne Feldmann

" Ci scrivete cio' che e' successo e cioe' del vostro intervento, tralasciando tutte le ipotesi che ci siamo fatti. Il morto era amico del sindaco ed aveva chissa' quanti altri amici influenti. Dobbiamo muoverci con cautela. Fino a che il medico legale non avra' stabilito le esatte cause della morte, per tutti noi Jacob Fink e' morto per arresto cardiaco" I due agenti mi fecero segno di aver recepito il messaggio e si allontanarono dentro la loro macchina di servizio e altrettanto facemmo io e Colchrane. Superammo anche noi lo sbarramento di una ventina di giornalisti che volevano informazioni e che si erano accampati al di fuori dei cancelli della villa e, appena uscimmo da Nob Hill, il mio collaboratore mi osservo' per qualche secondo in silenzio

" Che cosa c'e' Colchrane? Dimmi quello che ti sta girando per la testa" gli domandai rompendo il silenzio

" Cosa c'era di tanto misterioso in quello che indossava Rachel Finch?"

" Ce l'hai presente quelle donne che vanno alle feste sadomaso? Quelle che vestono con quelle tute in lattice aderentissime e che hanno stivali col tacco altissimo e a spillo? Ecco, era vestita in quel modo"

" Cazzo! E com'era?"

" Colchrane, ma l'hai vista bene per caso?"

" Certo che l'ho vista. E come potevo non vederla? E' il piu' bel pezzo di fica che abbia mai visto in vita mia. Scusi l'espressione, capo, ma tanto siamo tra uomini"

" Ecco. Ora sforzati un po' con l'immaginazione e pensa a come poteva essere vestita in quel modo"

" Da infarto"

" Si, proprio da infarto. E guarda caso Jacob Fink e' morto per un infarto"

" E le percosse allora? I lividi che quel poveretto aveva per tutto il corpo?

" Chiamare poveretto un uomo che possedeva mezza San Francisco non mi sembra proprio adatto. Ad ogni modo, Rachel Fink mi ha confessato che al marito piaceva essere picchiato e lei lo accontentava, vestendosi in quella maniera e prendendolo a randellate"

" Lo prendeva a randellate?"

" E' un modo di dire, Colchrane. Mi ha detto semplicemente che lo picchiava. Insomma, fai uno piu' uno. Lei lo picchiava con chissa' cosa ed il cuore di Fink non ha retto e forse la bellezza della donna ha aumentato l'emozione che provava. Non dimentichiamo che aveva oltre sessant'anni e a quell'eta' certe emozioni possono essere fatali. Mi sembra la soluzione piu' credibile"

" Gia' sembra anche a me. E quindi la bellissima vedova potrebbe essere incriminata per omicidio colposo?"

" Vedi che ci sei arrivato? Comunque, fino a che non avremo un referto, non apriremo bocca se non col capitano. Solo a lui diremo come stanno realmente le cose. In quanto ad incolpare quella donna per omicidio colposo, ci andrei molto piano. Se anche il procuratore decidesse di incriminarla, quale giuria potrebbe mai dichiararla colpevole? Con quali prove? Ma questo non spetta a noi deciderlo. Noi facciamo il nostro dovere di poliziotti" Colchrane annui' e
proseguimmo il tragitto che mi avrebbe portato sotto casa mia in perfetto silenzio. L'indagine era appena cominciata.

FINE PRIMA PUNTATA



amosolodonne
00giovedì 24 luglio 2014 07:04
Bellissimo racconto, complimenti... La storia è interessante e ben scritta... Attendiamo il prosieguo [SM=x829788]
andybis
00giovedì 24 luglio 2014 09:02
cavoli, davvero un capolavoro per come è scritta, complimenti!!
DavideSebastiani
00giovedì 24 luglio 2014 17:21
Spero di non deludere. Credo di aver scritto un giallo femdom piuttosto particolare ed il prosieguo dovrebbe essere all'altezza della prima puntata ma il giudizio spetta a voi lettori. Postate i vostri giudizi, mi raccomando.
doc.xy
00giovedì 24 luglio 2014 17:46
Re:
DavideSebastiani, 24/07/2014 17:21:

Spero di non deludere. Credo di aver scritto un giallo femdom piuttosto particolare ed il prosieguo dovrebbe essere all'altezza della prima puntata ma il giudizio spetta a voi lettori. Postate i vostri giudizi, mi raccomando.




[SM=x829788] [SM=x829788] complimenti [SM=x829769]

a quando la seconda parte?
manuel.1975
00venerdì 25 luglio 2014 01:53
Davvero coinvolgente specialmente nella descrizione della situazione creatasi quando la bellissima Sig.ra Fink si alza in piedi dal divano ed in tutto il suo splendore lascia cadere l'accappatoio bianco a terra....bello anche e soprattutto per l'imbarazzo e l'intimidazione che colpisce, a quel punto, il detective che stava già facendo uno sforzo enorme a contenersi fino a quel momento! Non di meno bella anche l'estrema autorità mostrata dalla bellissima vedova quando si rivolge al suo avvocato e alla guardia del corpo.
DavideSebastiani
00venerdì 25 luglio 2014 15:08
Grazie a tutti per i complimenti ed eccovi altri due capitoli
DavideSebastiani
00venerdì 25 luglio 2014 15:25
Secondo episodio



Il mio appartamento mi accolse con le sue rassicuranti certezze ed il suo
silenzio. Pensai per un attimo alla differenza con la villa lussuosa di Jacob
Fink che avevo appena ammirato e mi scappo' un lieve sorriso, considerando
l'improponibilita' del paragone. Gettai i miei indumenti sulla sedia vicino al
letto e mi misi sotto le lenzuola. Ero abituato a dormire senza pigiama, con
solo una t-shirt sopra ai miei boxer e mi lasciai avvolgere dallo
straordinario piacere del contatto con le lenzuola, piacere che, magicamente,
si rinnovava ogni sera.

Ero stanco, ma durante la notte riuscii a dormire ben poco. La visione di
Rachel Fink sembrava perseguitarmi. Non era solo per la sua bellezza. Oh,
quella era straordinaria, ma quello che mi aveva affascinato di piu' era il
suo modo di fare, la sua autorevolezza, la sua intelligenza e anche
quell'ironia che aveva messo in mostra in alcune occasioni durante il nostro
colloquio. Sostenere che quella fosse una donna unica era fin troppo banale.
Alle sei di mattino, decisi che era inutile stare a rotolarmi ancora dentro al
letto e mi alzai. Mi feci una lunga doccia che ebbe subito il potere di farmi
stare meglio e mi vestii. Feci colazione con calma, al contrario delle mie
abitudini e alle otto meno dieci ero al distretto. Andai subito dall'agente
Julie Cork, l'addetta informatica del distretto

" Salve capo. Caduto dal letto stamattina?" Era mia abitudine presentarmi al
lavoro non prima delle nove, tranne che in alcuni momenti particolari in cui
fosse necessaria la mia presenza e la mia apparizione oltre un'ora prima del
previsto era quantomeno inusuale

" Ciao Julie. Mi serve il tuo aiuto. Quanto ci metti a trovarmi tutto su una
persona?"

" Un quarto d'ora e poi saprai anche quante volte va al bagno. Chi e' la
persona?"

" Rachel Fink. Ti dice niente questo nome?"

" Intendi dire Rachel Fink? Quello spettacolo della natura? Quella
stangona alta due metri e mezzo col marito che le arriva al punto vita?"

" Forse stai esagerando un pochino ma credo che intendiamo la stessa persona"

" Posso confessarti una cosa, capo? Pagherei un braccio per essere la meta'
della sua bellezza. A proposito ... .Stamattina ho visto in televisione che le
e' morto il marito. E' per questo che stai indagando su di lei?"

" Chi ti ha detto che sto facendo delle indagini su di lei? E' vero, e' morto
il marito, ma lei non e' indagata, almeno per adesso"

" Il telegiornale diceva che la vittima e' morta per attacco cardiaco. E ti
credo. Con una moglie che ha almeno la meta' dei suoi anni e bella in quella
maniera ... ."

" Piantala di dire scemenze, Julie. Mi servono fatti. Voglio sapere tutto di
lei e quando dico tutto mi riferisco anche alla sua infanzia. Chi sono i
genitori, che lavoro facevano, che studi ha fatto da ragazza e via
discorrendo. Se c'e' anche qualche notizia di gossip che la riguarda, ad
esempio se aveva un amante o cose del genere, inserisci anche quello. Ok?"

" Ok capo. Il tempo che tu ti prenda un caffe' e avrai sulla scrivania la
completa biografia di Rachel Fink, la donna piu' bella del pianeta Terra"

" Dopo Julie Cork, naturalmente, l'esperta informatica piu' veloce della
terra"

" Si, come no" sorrise Julie. Ovviamente, non era nemmeno paragonabile a
Rachel Fink ma era una ragazza abbastanza carina, con una massa di capelli
rossi che ne rivelavano le origini irlandesi e le consuete lentiggini che le
davano qualche anno in meno della trentina che possedeva. Anche di corpo non
era affatto male. Non molto alta ma ben proporzionata e con un seno che
sembrava alquanto notevole, anche se era costretta a nasconderlo a causa della
divisa. Ma a me interessava la sua efficienza nel lavoro ed in quello era un
fenomeno. Nessun indizio, nessuna notizia che circolava sul web era
nascondibile alle sue capacita'. Probabilmente, quello era uno dei suoi ultimi
giorni nel nostro distretto in quanto era stata a lungo corteggiata dall' FBI
ad al Bureau nessun poliziotto riesce a dire di no, prima o poi. Mi presi
comunque il caffe' e mi recai nel mio ufficio. Per rintracciare il capitano
era ancora presto e attesi solo pochi minuti prima che Julie entrasse con
alcuni fogli e con l'aria sbigottita

" Cosa c'e' Julie? Sembra che tu abbia visto un fantasma"

" Capo, questa non e' solo bella, e' pure un genio. Leggi qui'. Sembra che
possieda quattro lauree e che parli otto lingue correttamente. Ma ci sono
anche alcune sorprese"

" Dai qua', fammi leggere" Presi i fogli che Julie mi aveva preparato e li
lessi con attenzione ed interesse. Rachel Fink, nata come Rachel Paltrovich,
era stata adottata dalla famiglia Bell, diventando quindi Rachel Bell. Ed i
coniugi Bell avevano lavorato fino a pochi anni prima come giardinieri di
Jacob Fink. Un po' strana come coincidenza se consideriamo che i Bell avevano altri
cinque figli e certamente non un reddito particolarmente alto che avrebbe
potuto consentire loro di prendere una sesta figlia in adozione. Rachel Bell
non aveva frequentato scuole ma aveva avuto istitutori di primissimo livello
che le avevano consentito di superare col massimo dei voti ogni esame. Solo
all'universita', quando era gia' diventata signora Fink, aveva iniziato la sua
frequentazione col mondo normale, mentre fino a quel momento sembrava aver
vissuto come una reclusa. Di lei non si conosceva altro, se non che aveva
preso, in brevissimo tempo e col massimo dei voti, ben quattro lauree. La
prima in letteratura inglese a soli vent'anni, la seconda in lingue, la terza
in medicina, come mi aveva appunto detto ieri sera e la quarta in legge. Era
quindi anche avvocato o comunque esperta in ordine legale. Non c'era altro,
non una notizia di gossip, niente di niente. Rachel Fink sembrava essere una
moglie modello che non usciva mai da sola e che, quando era in compagnia del
marito, si metteva quasi in disparte e le poche fotografie la ritraevano
sempre a fianco di Jacob Fink. Una specie di maledizioni per i fotografi e per
i giornali di gossip che avrebbero pagato chissa' cosa per sorprenderla in
atteggiamenti compromettenti. Julie Cork mi guardo' con curiosita'

" Soddisfatto capo?"

" Non del tutto. Qui' c'e' scritto che e' nata come Rachel Paltrovich. Quindi,
e' presumibile immaginare che si conoscano i veri genitori. Cercami tutto su
di loro"

" Piu' veloce della luce, capo"

" Ti accompagno" feci alzandomi dalla mia sedia e seguendo Julie. La ragazza
si rimise seduta davanti allo schermo del suo computer e comincio' a far
girare vorticosamente le sue dita sui tasti. Dopo neanche cinque minuti,
l'agente Cork alzo' la testa e mi guardo'

" Povera ragazza, Ben. Ha avuto un'infanzia degna di una soap opera. Aspetta
che ti stampo il tutto" Afferrai i fogli che Julie mi diede e ritornai nel mio
ufficio. Rachel era la figlia di James Paltrovich, aspirante campione di
football americano e di Allison Glazer, miss Tennessee, ragazza copertina in
alcune riviste locali e ottima nuotatrice. Erano morti giovanissimi per un
incidente d'auto prima che ambedue potessero esaudire i loro sogni, lasciando
orfana a soli quattro anni Rachel. Ma non era ancora finita la triste infanzia
della futura signora Fink. Il padre di James era sconosciuto e la madre era
morta anche lei giovanissima, ma erano vivi i signori Glazer, i genitori di
Allison e la piccola Rachel era andata ad abitare con i nonni materni. Per
pochi anni. La mamma di Allison scomparve per una grave malattia dopo circa un
anno dalla morte della figlia, si dice per il gran dolore per quella scomparsa
e, dopo pochi mesi, anche l'ultimo componente della famiglia, il nonno
materno, abbandono' questa valle di lacrime. Si, aveva ragione Julie,
veramente una triste infanzia. La ragazzina, quando aveva poco meno di sette
anni, era stata affidata ad un orfanotrofio di Memphis e li' era stata poi
adottata dai coniugi Bell. C'erano anche le foto dell'incidente dei genitori
di Rachel e le loro fotografie e da quelle foto si capiva da dove provenisse
la bellezza di Rachel. James Paltrovich era un pezzo di ragazzo che sfiorava i
due metri e Allison Glazer aveva una bellezza prorompente, degna di una
finalista di miss U.S.A. Ma come mai Rachel era stata adottata proprio dai
giardinieri di Jacob Fink? Qual'era il mistero che si celava dietro
quest'adozione? E soprattutto, era in qualche modo collegata alla morte del
magnate? Troppe domande alle quali dovevo assolutamente dare una risposta.
Tornai di nuovo dall'agente Cork

" Julie, rintracciami per favore il telefono di villa Fink"

" Subito. Allora, vediamo ... ..Ecco tutti i numeri che i signori Fink
possiedono. Vuoi anche quelli dei loro cellulari? Mentre ci pensi io ti stampo
tutto quello che sono riuscita a trovare, d'accordo?" Fui d'accordo. La sua
velocita' sul computer era maggiore di quella del mio cervello. Provai subito
col numero della villa. Attesi qualche secondo e poi la voce di una donna, con
chiare inflessioni spagnole mi rispose

" Sono il detective Benjamin Bravermann, della polizia di San Francisco. Avrei
bisogno di parlare con la signora Fink"

" Ahora la senora Fink si trova in palestra. Entiendes? Non puo' essere
disturbata por ninguna razon, per nessun motivo"

" Fra quanto pensa che avra' terminato i suoi allenamenti?"

" Creo que una otra hora, forse una hora e mezza, Entiendes?"

" Si capisco. Senta signora, come si chiama lei?

" Io? Rosa, senor"

" Bene Rosa. Mi ascolti bene. Io sono della polizia, capisce?"

" Certo senor. Capisco bene vostra lingua"

" Benissimo. Quando la signora Fink ha terminato di allenarsi, le dica che ha
telefonato il detective Bravermann che ha urgente bisogno di parlarle e che
avrei quindi bisogno di essere richiamato per prendere un appuntamento. Ha
carta e penna, Rosa? Le lascio il mio numero di telefono privato" Diedi alla
domestica il numero per essere richiamato e rimasi in attesa.

Cosa realmente cercassi era un mistero anche per me. Sapevo che era accaduto
qualcosa tra Rachel Fink e suo marito, mi ci sarei scommessa la pensione, ma
sapevo anche che non avrei potuto provare niente o comunque, quel poco che
avrei trovato sarebbe stato inutile. Tanto per cominciare, temevo che anche
l'autopsia avrebbe portato a ben poco. Il dottor Forsyte era quasi sicuro
della morte per infarto e la stessa Rachel Fink ne era pressoche' convinta ed
avendo una laurea in medicina difficilmente si sarebbe potuta sbagliare ed era
troppo intelligente e sicura di se per affermare una cosa che l'autopsia
avrebbe potuto poi sconfessare. Mi chiedevo anche se potesse essere
considerata colpevole una donna che faceva al marito esattamente quello che
lui le chiedeva, anche se per la legge quello rimaneva omicidio colposo.
Difficile se non impossibile da provare, ma quell'uomo poteva essere morto per
colpa di Rachel Fink che non aveva saputo dosare alla perfezione le percosse.
E con cosa lo colpiva? E se invece Jacob Fink fosse morto semplicemente per la
splendida visione della moglie? Poteva essere considerata quella una colpa? Il
capitano Banks mi distolse dai miei problemi e dalle domande che continuavo a
pormi

" Allora Benjamin, che notizie mi dai?" Gli raccontai tutta la faccenda, senza
trascurare nulla ed alla fine il capitano Banks mi guardo' in modo severo

" Ascoltami, Ben, credo che sia meglio interrompere qui'. Comunque sia andata
la faccenda non ne caveremo un ragno dal buco e non ho nessuna voglia di
inimicarmi la vedova Fink e il sindaco. Stamattina mi ha ritelefonato
chiedendomi di nuovo cosa diavolo fosse accaduto. Mi preoccupano soprattutto
quei due agenti che sono intervenuti. Non e' che faranno qualche stronzata?"

" Non credo, capitano. Mi sono sembrati due ragazzi in gamba. Pero', prima di
abbandonare la ricerca della verita', mi dia almeno un altro giorno. Almeno
fino al risultato dell'autopsia"

" E cosa pensi di trovare?"

" Non lo so. Forse la verita', appunto"

" Cos'hai intenzione di fare?"

" Mi dovrebbe richiamare la vedova. Se la Fink accetta, vado da lei a farle
qualche altra domanda. Staro' attento a non provocarla, stia tranquillo. Saro'
cauto e scrupoloso. Pero' voglio vederci chiaro"

" Ok Ben, mi fido di te. Intanto, il procuratore ha una conferenza stampa fra
un'ora e quello chiede a me cosa dire a loro. Che cazzo dico al procuratore?
Che i due giocavano col sadomaso e che Jacob Fink e' morto perche' forse la
bella moglie ha esagerato. Ha proposito, te l'ha detto con cosa lo colpiva?"

" Mi era venuto in mente di chiederglielo ma poi mi sono dimenticato. Capisce
capitano, non era facile per me fare domande ad una persona stando bene
attento a non provocarla, quando di solito devo fare esattamente il contrario.
Quando sono uscito dalla villa me ne sono ricordato. Glie lo chiedero'
stamattina, sempre che lei si degni di richiamarmi. Quanto ai
giornalisti....Cosa vuol dire il procuratore a quelle iene? Gli faccia dire
che Jacob Fink e' morto per un infarto e che solo per l'importanza che aveva
nella nostra comunita' si stanno svolgendo alcune indagini di routine. Gli
faccia dire che la bella vedova piange continuamente la scomparsa del marito,
che e' profondamente addolorata e che l'intera citta' di San Francisco si
stringe intorno a lei e che siamo tutti turbati"

" Bravo. Quando diventerai capitano saprai come destreggiarti con i pezzi
grossi. Ma tu rimuoviti in modo leggermente sbagliato e torni agente semplice.
Chiaro?"

" Tranquillo capitano, so che sto camminando sui carboni ardenti ma so come
muovermi" Lo sapevo? Non ne ero tanto convinto. Rachel Fink non sembrava molto
contrariata alle mie domande ma quell'idiota del suo avvocato....Come si
chiamava? Ah si, Samuel Clark. Beh, quello mi stava sulle palle. Per fortuna
la vedova lo aveva messo subito a tacere. Mi sembrava che ci fosse qualcosa di
strano tra di loro. Non sembrava un semplice rapporto tra un avvocato e la sua
ricchissima cliente. Rachel Fink era laureata in legge e in teoria non avrebbe
neanche avuto bisogno di Clark. E poi quella strana adozione.... Non so se
sarei riuscito a trovare la verita' ma dovevo almeno provarci. Per me e per la
mia curiosita' professionale se non per la giustizia.

Ma intanto, Rachel Fink non si faceva sentire. Il tempo trascorreva lento e
nel frattempo mi aveva raggiunto Colchrane. Lo avevo messo al corrente delle
novita' scovate sul computer da Julie la rossa, come la chiamava lui, mi ero
preso un altro paio di caffe' e raccolto un paio di telefonate che mi avevano
fatto credere che fosse lei. Si trattava invece di Megan che mi chiedeva
informazioni piu' sulla bellezza della vedova che sulle mie indagini e di un
agente che lavorava nella mia squadra per un altro caso. Approfittai quindi
del momento di stasi per telefonare al dottor Forsyte per vedere se aveva
qualche novita' da darmi

" Benedetto ragazzo, ma cosa crede? Che un'autopsia si svolge in pochi minuti?
Ancora devo aprirlo. Ho dato un ulteriore occhiata a quei lividi, comunque"

" E cosa mi dice in proposito?"

" Che e' stato picchiato con una buona dose di violenza. Ci sono sia lividi
molto freschi che risalgono a pochi giorni fa' che altri risalenti a diverso
tempo prima, fino a piccoli accenni di anni addietro. Insomma, Bravermann,
quest'uomo era regolarmente picchiato da un sacco di tempo"

" Immaginavo una cosa del genere, dottore. Niente altro?"

" Ah si. Jacob Fink ha lo sterno rotto. Non me ne ero accorto al primo
impatto, ma non ci sono dubbi"

" Anche lo sterno e' rotto per percosse?"

" E come faccio a saperlo? Considerando che e' morto presumibilmente per
arresto cardiaco, mi viene da pensare che il soggetto ha subito un tentativo
di rianimazione. La gabbia toracica comprime il cuore proprio tra lo sterno e
la colonna vertebrale ed e' logico pensare che se una persona ha tentato di
rianimarlo, deve aver premuto proprio in quel punto. Ci vuole pero' una buona
dose di forza per romperlo e se lei sta pensando alla vedova, ho qualche
dubbio che possa esser riuscita a fare una cosa del genere"

" Eppure e' stata proprio lei a dirmi di aver cercato di rianimarlo"

" Tutto puo' accadere. E' un pezzo di donna e forse ce l'avrebbe anche potuta
fare"

" Oppure sta proteggendo qualcuno. Magari un avvocato che mi sta
particolarmente antipatico"

" Perche' no? Potrebbe essere anche piu' verosimile"

" Pero' potrebbe averglielo rotto con qualche arma impropria?"

" Sono un patologo e non un indovino. Non saprei cosa dirle. In teoria sarebbe
possibile, ma solo dopo l'autopsia potro' confermarle se la rottura e'
avvenuta post-mortem. Ora la lascio e comincio ad aprirlo. Domani a quest'ora
potrei avere i risultati definitivi" Il dottor Forsyte chiuse il telefono e
rimasi da solo nel mio ufficio. Non me la sentivo di andare nella villa e
chedere a Rachel Fink di parlarmi. Come investigatore, l'avrei potuto fare con
chiunque, ma la vedova di Jacob Fink non era una qualunque e se volevo
conservarmi il posto e addirittura ambire ad una promozione, non dovevo fare
passi falsi e dar modo a quella meravigliosa donna di lamentarsi col sindaco e
col procuratore con il risultato che poi sarei stato io il capro espiatorio.
No, dovevo attendere.

Mancavano ormai pochi minuti a mezzogliorno quando il telefono del mio ufficio
squillo' di nuovo e stavolta sentii subito che era lei. Non mi sbagliavo

" Bravermann" risposi

" Buongiorno detective Bravermann, sono Rachel Fink. Ho saputo che mi stava
cercando. A quale proposito?"

" Buongiorno a lei, mrs Fink. Volevo chiederle se fosse disposta ad
incontrarmi. Avrei ancora qualche domanda da farle prima di chiudere
definitivamente questa piccola indagine. Le va se fra una mezz'ora sono nella
sua villa?"

" D'accordo detective. Non ho niente da nasconderle e l'attendo quindi fra
mezz'ora" Rimasi qualche secondo con la cornetta in mano. Mi sembrava quasi
che il suo profumo fosse arrivato fin nel mio ufficio attraverso il telefono.
Mi affascinava anche la sua voce, oltre a tutto il resto. Parlava senza la
minima inflessione dialettale, con un tono cantilenante che ammaliava, senza
mai avere sbalzi troppo acuti. Potevo definire la sua voce impostata, come
quella di un'attrice che recita Shakespeare o, meglio ancora, come una
giornalista televisiva che racconta ai telespettatori le notizie della
giornata. Ma non volevo perdere altro tempo. Volevo assolutamente togliermi
alcune curiosita' riguardo la strana morte di Jacob Fink. Oppure volevo
rivedere Rachel e volevo riempirmi di nuovo gli occhi di quella statuaria
bellezza? Cercai di convincermi che fosse solo lavoro e mi affrettai a
prendere la macchina per dirigermi verso i quartieri alti di Nob Hill. Dopo
una ventina di minuti ero di fronte al cancello della villa, in mezzo a una
moltitudine di giornalisti che cercavano disperatamente qualche informazione
sulla morte di una persona cosi' influente. Dietro al cancello, quattro
energumeni in giacca e cravatta nera, con i classici occhiali scuri e gli
auricolari, gestivano con sicurezza la situazione. Scesi dalla macchina e mi
avvicinai ad uno di loro

" Sono il detective Bravermann." gli dissi mostrando il mio tesserino "La
signora Fink mi sta aspettando"

" Attenda un attimo, per cortesia" Si allontano' di qualche metro, parlo'
attraverso il suo auricolare e, dopo meno di un minuto, torno' di fronte a me
"Prego, detective, si accomodi"

Rimontai nella mia auto e attesi qualche istante che il cancello si aprisse e,
mentre i quattro body-guards ricacciavano indietro i giornalisti, mi avviai
all'interno della villa, parcheggiai davanti all'ingresso e finalmente suonai.
Un uomo venne ad aprirmi e dovetti presentarmi nuovamente. L'uomo, forse un
maggiordomo o qualcosa di simile, mi disse di seguirlo. Percorsi di nuovo il
lungo corridoio di villa Fink. Al contrario della sera precedente, stavolta la
casa era viva e c'erano diverse persone affaccendate nelle cose di tutti i
giorni. Arrivati ad una porta socchiusa ed illuminata al suo interno, l'uomo
mi fece cenno di attendere, busso' alla porta e, solo quando la voce femminile
all'interno gli diede l'ok, mi fece entrare. Rachel Fink, all'interno di
quella stanza, sembrava illuminarla completamente. Si alzo' per venirmi
incontro e ne ammirai l'incedere sicuro ed il portamento di assoluta classe.
Aveva ovviamente abbandonato gli abiti da dominatrice ed aveva optato per un
abitino nero senza maniche che le arrivava all'altezza del ginocchio, con una
scollatura leggermente a barca. Le scarpe erano classiche decolte' nere col
tacco alto che la facevano sembrare di nuovo molto piu' alta di me.
Assolutamente perfetta. Il viso poi.....Non c'era niente lasciato al caso. Il
rossetto le delineava la sua meravigliosa bocca alla perfezione, gli occhi
sembravano essere in grado di ipnotizzare qualunque essere umano e i lunghi
capelli erano ancora portati sciolti sulle spalle. Era ovvio che, nonostante
il lutto che l'aveva colpita, questa donna era appena uscita dal parrucchiere
e dal truccatore ed il risultato era splendido. Mi porse la mano che mi
affrettai a stringere e poi mi fece cenno di sedermi su una poltrona accanto
ad un tavolo mentre lei si mise seduta su una sedia girevole dietro allo
stesso tavolo alle spalle del quale si vedeva la piscina a forma di cuore che
c'era nel giardino. Sembrava una stanza adibita a studio professionale. C'era
un computer e un fax, ma anche uno stereo gigante e una pila di cd e quello
che risulto' subito evidente era l'ordine maniacale col quale la stanza era
sistemata. Come per se stessa, anche le cose che le stavano attorno sembravano
dovessero essere sistemate alla perfezione. Rachel Fink accavallo' le gambe
con una lentezza studiata, cosa che a me fece sudare freddo e poi guardo'
l'uomo che mi aveva accompagnato e che era ancora fermo sulla porta

" John, portami una spremuta di pompelmo, per favore. E per lei detective? Lei
prende qualcosa?"

" La ringrazio, signora, ma sono in servizio. Come se avessi accettato"

" Le porto subito la spremuta, signora Fink" fece intanto l'uomo facendo un
mezzo inchino prima di uscire dalla stanza e richiudendo poi la porta alle sue
spalle. Eravamo di nuovo da soli e non ero per niente a mio agio,
contrariamente alle mie abitudini. Lei mi osservava tranquillamente ed io
cercavo di posare il mio sguardo dappertutto, anche se avrei voluto guardare
solo lei, quel viso perfetto, quel corpo straordinario che avevo ammirato ieri
avvolto in quella tuta di lattice ma che anche vestita normalmente emanava una
sensualita' straripante e quelle gambe che sembravano non finire mai rivestite
con calze scure di seta che le donavano uno charme unico. Si, era senz'altro
la donna piu' bella che avessi mai visto. Mi ero preparato alcune domande,
come mia abitudine, ma mi resi conto che l'emozione di stare di fronte a lei
aveva prosciugato sia la mia voce che addirittura la mia mente che vagava
verso orizzonti indefiniti e indefinibili, quasi come se fossi uno studente
che dopo aver studiato per tutto il giorno rimaneva in silenzio, a fare scena
muta di fronte alla sua insegnante. Rachel Fink non era solo bellissima ma
sembrava possedere uno sguardo ipnotizzante, solo in parte merito dei suoi
occhi verdi e intensi. Mi sentivo quasi svuotato, completamente in balia del
suo sguardo e improvvisamente avrei voluto essere un milione di chilometri
lontano da quello sguardo che frugava dentro di me senza che io potessi
arginare una benche' minima difesa per salvaguardare i miei pensieri. Per
quanto assurdo potesse sembrare, in quel momento avevo la netta sensazione che
Rachel Fink leggesse dentro di me e soprattutto avevo la certezza che non
sarei uscito indenne da quell'incontro, anche se non avrei potuto mai
immaginare quali sarebbero state le conseguenze dell'indagine sulla morte di
Jacob Fink e dei sospetti che gravavano sulla straordinaria moglie.

FINE SECONDA PUNTATA




DavideSebastiani
00venerdì 25 luglio 2014 15:50
Terzo episodio



Rachel Fink continuava imperterrita a guardarmi senza proferire parola. Dio,
quanto avrei voluto essere io a scrutare nella sua mente e nella sua anima per
scoprire quali misteri nascondesse quella bellissima donna. Ed invece la
sensazione era diametralmente opposta ed io ero convinto che Rachel stesse
saccheggiando i miei ricordi, le mie sensazioni e tutto cio' mi faceva sentire
inerme al suo cospetto. Rimanemmo diversi secondi in silenzio, un silenzio
strano, ovattato, come se ci trovassimo in un luogo completamente isolato e
non in una stanza di una villa dove l'attivita' sembrava frenetica.
Finalmente, la donna ruppe quel silenzio ed il suo sguardo sembro' addolcirsi
leggermente

" Allora, detective Bravermann, sono curiosa di sapere quali domande deve
farmi" esordi' infatti. Mi schiarii la voce e cercai dentro di me le risorse
per uscire dall'impasse. Dovevo tornare ad essere immediatamente un detective
della omicidi e dimenticarmi dell'effetto che mi faceva a stare di fronte ad
una donna del genere

" Ieri sera, ho apprezzato molto la sua sincerita'. Malgrado il lutto che
l'aveva appena colpita, mi ha raccontato delle cose che riguardano la sua
sfera privata molto....come dire"

" Particolari?"

" Si, credo che posssiamo definirle senz'altro particolari. Ma non e' certo
questo il motivo della mia venuta qui'. Vede, malgrado la sua confidenza o
forse proprio a causa di cio' che lei mi ha raccontato, ci sono ancora alcuni
interrogativi che riguardano proprio.....come definirlo?"

" Il rapporto dominante con mio marito?" mi interruppe la bella vedova "Cosa
c'e' detective? Non riesce a terminare le frasi oggi? C'e' qualcosa che la
turba?" Diavolo di una donna. Sapeva benissimo di essere lei a turbarmi e
sembrava godere di queste mie difficolta'

" Oh no, nessun problema " mentii

" Benissimo. In tal modo velocizzeremo questo nostro incontro. Non e'
d'accordo?"

" Assolutamente d'accordo" mentii di nuovo. Avrei trascorso ore soltanto a
guardarla e a sentire la sua voce

" Ritorniamo al nostro discorso principale, allora. Mi diceva che c'e'
qualcosa che non le quadra riguardo il rapporto dominante che io avevo con
Jacob, non e' cosi'?"

" Esatto. Vede Rachel, mi stavo domandando....."

" Mi ascolti bene, detective." M'interruppe bruscamente "Io per lei sono
. Non si azzardi mai piu' a chiamarmi col mio nome di battesimo
se ha intenzione di proseguire a parlare con me. Lei mi da l'impressione di
essere una persona notevolmente sveglia ed intelligente e sono sicura che non
dovro' piu' intervenire a riguardo. Non amo che qualcuno si prenda delle
confidenze non richieste. E' chiaro?" Rimasi a bocca aperta. Nessuna donna si
era mai permessa di rivolgersi a me con quel tono. Anzi, nessuno in assoluto.
Persino i miei superiori mi trattavano col dovuto rispetto, anche quando mi
davano degli ordini. Eppure lei, pur non alzando affatto il tono della voce,
lo aveva fatto. Con la classe e con la sicurezza che la contraddistingueva, ma
mi aveva trattato come un essere subordinato. Deglutii nervosamente proprio
nel momento in cui l'uomo che mi aveva accompagnato busso' alla porta. Rachel
Fink diede l'ordine di entrare e l'uomo fece il suo ingresso nella stanza con
un vassoio sopra il quale era posato un bicchiere con la spremuta di pompelmo,
lo porse alla padrona di casa e poi si eclisso' dopo aver chiesto alla donna
se volesse qualche altra cosa da lui. Mentre Rachel Fink sorseggiava con calma
la sua spremuta, ebbi la forza di risponderle

" Mi scusi, signora Fink. Non era mia intenzione prendermi troppa confidenza
con lei. Posso garantirle che non succedera' piu' e che mi atterro'
scrupolosamente a quanto lei mi ha richiesto. Posso continuare?"

" Prego"

" Ho appena avuto la conferma dal medico legale che i lividi sul corpo di suo
marito erano piuttosto estesi e che soprattutto erano dovuti a percosse
piuttosto violente"

" Ieri sera le ho detto appunto che a mio marito piaceva essere picchiato.
Qual'e' la novita' rispetto a quanto le ho confidato?"

" Ecco, vede....Insomma, mi chiedevo con cosa lei lo picchiasse" La donna
sorseggio' un altro po' di spremuta, quindi poso' il bicchiere sul tavolo
ancora mezzo pieno

" Le da fastidio se fumo?"

" Lei e' a casa sua e puo' fare quello che vuole"

" Era una domanda retorica. So perfettamente che non ho bisogno del suo
permesso per fumare, ma il dovere di ospitalita' me lo impone. Piuttosto, le
premetto che invece, a me da fastidio che qualcun altro fumi in mia presenza e
quindi la invito a non farlo" Rimasi a bocca aperta. Era antipatica e
presuntuosa. Sapeva che tutto le era permesso, vuoi per la sua imponente e
statuaria bellezza, vuoi per il potere che le dava l'aver sposato l'uomo piu'
ricco della citta'. Feci pero' buon viso a cattivo gioco

" D'accordo, ovviamente. Pero' lei non ha risposto alla mia domanda" La donna
accenno' ad un sorriso e contemporaneamente afferro' da dentro uno dei
cassetti un portasigarette dal quale estrasse una sigaretta che si mise in
bocca con movimenti lenti senza accenderla. Rimase qualche secondo in quella
posizione, poi mi indico' l'accendino che si trovava sopra il tavolo. Mi alzai
dalla poltrona, presi l'accendino soppesandolo e rendendomi conto che forse
era d'oro massiccio e quindi le accesi la sigaretta

" Mi scusi, ma lavorando nella polizia mi sono dimenticato delle buone maniere
e non ho pensato che ad una signora si deve accendere la sigaretta"

" E' scusato detective." mi rispose dopo aver espulso dalla sua bocca con
movenze studiate il fumo dellla sua sigaretta "Dunque, mi chiedeva con cosa io
picchiassi mio marito quando ci calavamo nei nostri ruoli?"

" Esatto!"

" Ora le rispondo, ma intanto mi tolga una curiosita'. Cosa le e' venuto in
mente? Che facessi uso di bastoni e di cose similari?"

" Ovviamente si. Soprattutto i lividi che risalivano a pochi giorni prima del
decesso erano piuttosto evidenti e questo lascia supporre che potessero essere
inferti con un'arma impropria come un bastone, una mazza da baseball o
addirittura con qualcosa di ferro. Mi sento di escludere sia una catena di
ferro che una frusta in quanto non ci sono i classici segni che lasciano
quegli oggetti" La vedova Fink aspiro' la sigaretta e poi accenno' di nuovo un
sorriso

" Lei e' in errore, detective. Non facevo uso di nessuno di quegli oggetti"
Stavolta ebbi il coraggio di guardarla negli occhi

" E con cosa lo picchiava, allora?"

" Con le mani, detective Bravermann, semplicemente con le mie mani" Ebbi un
sussulto

" Ma come e' possibile? Il medico legale mi ha assicurato che quei colpi sono
stati inferti con una certa violenza e ferocia"

" Sta per caso mettendo in dubbio le mie parole? Sappia che non tollero che
qualcuno lo faccia. Che sia un poliziotto, il sindaco o il presidente degli
Stati Uniti in persona. Quando rispondo ad una domanda pretendo che le mie
parole vengano prese come oro colato. Credo che questa conversazione possa
anche terminare qui'"

" Aspetti, la prego, signora Fink. Sono sincero anch'io e le garantisco che
non intendevo in alcun modo mettere in dubbio cio' che mi diceva. La mia e'
stata una semplice reazione di fronte ad una cosa che mi sembrava impossibile"

" Capisco. Per questa volta continuiamo, ma le garantisco che non sopportero'
ulteriormente questa insolenza da parte sua. Si rammenti che se io rispondo ad
una sua domanda lo faccio esclusivamente per dovere e per il rispetto che una
cittadina come me ha verso gli organi di polizia. Se io volessi, mi basterebbe
fare una telefonata e ne' lei, ne' nessun altro poliziotto entrerebbe piu' a
casa mia e quei due ragazzini alle prime armi che sono intervenuti dopo la mia
chiamata al 911 e che sono stati i primi a nutrire dei dubbi nei miei
confronti, ora sarebbero gia' a dirigere il traffico. Ma non voglio
approfittarmi del potere che Jacob deteneva all'interno della nostra comunita'
e non faro' nulla di tutto questo. Ma esigo rispetto per me, per il mio povero
marito ed anche per cio' che facevamo, da adulti consenzienti che hanno tutto
il diritto di esprimere la propria sessualita' come meglio credono. Non voglio
piu' ripetermi" La guardai quasi timoroso. Ero stato sgridato come un bambino
e trovavo la cosa insopportabile, ma non potevo nascondere a me stesso che ero
anche affascinato. Rachel Fink giocava a fare la dominatrice col marito ma la
cosa le riusciva perfettamente anche al di fuori di quell'ambito. Chinai la
testa. Non lo facevo solo in quanto volevo che lei continuasse a parlare con
me, ma perche' quasi le riconoscevo una certa superiorita' psicologica ed
intellettuale. Cercai di trovare le parole giuste

" Ho capito, signora Fink. Ho capito perfettamente e vorrei che lei capisca
anche il mio sbigottimento di fronte ad una dichiarazione come la sua"

" Si, capisco il suo stupore, ma quello che le ho appena detto e' la verita'.
A mio marito piaceva essere picchiato e dominato, ma voleva che io lo facessi
a mani nude, per esprimere in questo modo una superiorita' piu' marcata.
Ascolti detective, io so perfettamente che lei si sta macerando nello
scegliere le parole giuste e immagino la sua difficolta' nel trovarle
considerando il mio modo di reagire e voglio giocare a carte completamente
scoperte. Le va bene?"

" Non chiedo di meglio"

" Bene! Cominci lei, allora. Ha preso informazioni su di me e sul mio
passato?" Sospirai profondamente mentre Rachel Fink spegneva la sua sigaretta
nel posacenere per bere un altro sorso della sua spremuta di pompelmo. Era un
occasione unica e irripetibile farmi dire come fossero andate le cose
dall'inizio, ma dovevo essere sincero anch'io

" Ovviamente si. E' cosi' che si svolgono le indagini, anche quelle piccole ed
insignificanti. Ho preso informazioni su di lei e soprattutto sul suo passato,
a cominciare dalla sua strana adozione. Spero che dopo questa confessione non
mi cacci via a pedate da casa sua, ma ho accettato di giocare a carte scoperte
e dovevo dirle la verita'"

" Lo apprezzo, detective, lo apprezzo molto e le raccontero' una storia. Forse
alla fine capira' perfettamente. Ha un po' di tempo libero?"

" Tutto quello che vuole"

" Devo ritornare indietro col tempo, a quando io ero una bambina orfana. Sa,
ancora mi ricordo i miei genitori. Erano bellissimi, una coppia perfetta"

" Li ho visti e dalle loro foto ho potuto capire come lei sia diventata una
donna cosi' affascinante, se posso permettermi"

" Si, puo'. Un complimento, se e' fatto in modo discreto e galante, e' sempre
bene accetto. Io odio la volgarita'. Ma non e' di questo che volevo parlarle.
Quando morirono i miei nonni, gli unici parenti che mi fossero rimasti, fui
messa in un orfanotrofio della mia citta', a Memphis. Lo sa che dopo pochi
mesi c'era la fila per adottarmi? Venivano coppie a prendere informazioni sui
bambini di quell'orfanotrofio ed io ero sempre la prescelta. Saro' costretta a
peccare di immodestia, ma ero la bambina piu' intelligente, la piu' bella e la
piu' dotata atleticamente. Ma poi venne Jacob e qui' devo aprire una parentesi
su di lui. Jacob era la persona piu' buona e piu' gentile che esistesse al
mondo, ma anche la piu' infelice, nonostante tutti i soldi che aveva"

" Infelice? E come mai?"

" Perche' sapeva che non avrebbe mai potuto amare una donna e farsi amare nel
modo in cui lui desiderava. Vede, Jacob era un uomo con istinti sottomessi un
po' particolari. Si tolga dalla mente strane idee, detective e dimentichi
tutti gli stereotipi inerenti ad un rapporto sottomesso. Lui voleva una donna
che lo dominasse, che gli dicesse cosa fare o non fare, ma voleva soprattutto
una donna da adorare. Voleva mettere su un piedistallo quella donna e
venerarla come fosse una dea e al contempo che questa donna lo amasse. Puo'
sembrare strano, vero?"

" Sinceramente non so se puo' essere considerato strano. Non sono molto
addentrato in quei meccanismi"

" Non ha importanza. Cio' che conta e' che lui era fatto cosi'. Ma per adorare
una donna, per ergerla a livello di una dea e sottomettersi a lei, Jacob
pretendeva che questa donna gli fosse realmente superiore in tutti i campi, a
cominciare da quello fisico per finire a quello intellettuale"

" Se ho ben capito, suo marito voleva che lei fosse piu' forte, piu'
intelligente e piu' istruita di lui. E' giusto?"

" Si, e' giusto, ma in quel momento io ancora non c'ero nei suoi pensieri.
Quello era il suo ideale di donna, una donna che non riusciva ad avere per una
miriade di motivi"

" Mi scusi, signora Fink, ma anche allora suo marito, e lo ha appena sostenuto
lei stessa, era gia' ricco e potente. Come era possibile che non riuscisse ad
avere la donna che lui voleva. Mi perdoni la schiettezza, ma con i soldi si
puo' ottenere tutto"

" Non proprio tutto. Forse avrebbe potuto avere una donna abbastanza attraente
e forte da poterlo sottomettere, ma non avrebbe potuto trovare tutti i
requisiti che lui cercava e soprattutto era abbastanza difficile che quella
donna potesse amarlo nel modo in cui lui desiderava. Senza contare le
eventuali ripercussioni"

" A cosa allude?"

" Mi riferisco agli eventuali ricatti. Ce l'ha presente cosa sarebbe diventata
la vita di Jacob? Un inferno, glie lo dico io. Donne che lo avrebbero
ricattato e lui che avrebbe accettato per timore di cio' che avrebbero potuto
dire. Il fatto che fosse ricco e famoso lo poneva, per strano che possa
sembrarle, in una condizione di difficolta' enorme, difficolta' che un uomo
normale difficilmente avrebbe trovato. Ma anche se ci avesse provato,
difficilmente avrebbe potuto trovare una donna che lo accontentasse in tutto e
che fosse la reincarnazione dei suoi desideri"

" Capisco. E se ho una buona immaginazione, suo marito ha pensato bene di
costruirsi in casa la dominatrice perfetta. Sbaglio?"

" Non sbaglia affatto. La sua immaginazione e' degna di un ottimo
investigatore. Jacob fece fare delle indagini da un suo uomo di fiducia e
quelle indagini l'hanno portato a me. Io ero, in prospettiva futura, la donna
dei suoi sogni"

" Ma lei all'epoca era una bambina. Mi riesce difficile pensare che una
bambina possa imparare a dare ordini in una certa maniera e a picchiare in
modo violento e feroce un uomo"

" E' la seconda volta che usa l'aggettivo , detective e lo fa a
sproposito. Io picchiavo Jacob con violenza perche' era cio' che lui
desiderava, ma mai con ferocia. Ho sempre usato il massimo delle accortezze e
non ho mai causato danni di una certa entita' su di lui. Posso dire che
l'unico vero danno glie l'ho causato da morto, quando gli ho rotto lo sterno
per cercare di rianimarlo. A proposito, ieri sera mi ero dimenticata di dirle
che nell'autopsia risultera' lo sterno rotto"

" Volevo parlarle anche di questo. Il patologo me l'ha praticamente confermato
e non capisco. Lei ha una laurea in medicina, signora e non mi sembra il tipo
di compiere un gesto cosi' grossolano. So per certo che nel tentativo di
rianimare una persona infartuata si fa un massaggio cardiaco, ma spezzare lo
sterno puo' capitare solo a chi non e' pratico"

" E' lei che dice cose grossolane. Mi auguro che non le capiti mai di
praticare un massaggio cardiaco ad una persona che le stia particolarmente a
cuore. Le do una piccola lezione di pronto intervento. Molto spesso, la
persona che ha un infarto, tramite un massaggio cardiaco ha la possibilita' di
sopravvivere in quanto, grazie al massaggio, il cuore continua a pompare quel
poco che serve per attendere aiuti. Diciamo che pompa all'incirca un 30%. Ho
detto pero' molto spesso e non sempre. Mio marito ha avuto un arresto
immediato delle funzioni cardiache e a nulla e' servito il mio massaggio che
e' stato fatto con tutti i crismi. Solo quando ormai mi sono resa conto che
non c'era piu' nulla da fare, ho perso la calma che di solito mi
contraddistingue ed ho forzato il massaggio causandogli la lesione dello
sterno"

" Ci vuole una dose di forza non comune per effettuare quel tipo di lesione"
feci presente

" Un uomo di dimensioni normali puo' riuscirci ed io possiedo una forza fisica
notevolmente superiore a quella di un uomo normale, detective" Restai di nuovo
allibito ma stavolta non obiettai. Come era possibile che una donna potesse
essere piu' forte di un uomo? Una donna come Rachel Fink? Certo, era statuaria
ed era evidente che praticasse molto sport, ma non dava assolutamente
l'impressione di una donna che possedesse una forza fisica fuori dalla norma

" Continui, la prego" le dissi semplicemente, ammaliato dal modo in cui lei
raccontava particolari della sua vita privata ed anche incuriosito per quella
storia assolutamente inusuale

" Ovviamente, non divenni subito cio' che lui desiderava. Innanzi tutto,
essendo un uomo non sposato, fece in modo che io venissi adottata dai coniugi
Bell, i nostri giardinieri"

" Che rapporto aveva con loro?"

" Praticamente inesistente. Io ero la figlia adottiva dei Bell solo per la
legge ma in realta' io consideravo Jacob come il mio patrigno, un patrigno
dolce e affettuoso che mi ha amata da subito e che ho cominciato ben presto a
contraccambiare, anche se la mia vita non era affatto facile"

" In che senso?"

" Nel senso che tutte le ore della mia giornata erano impiegate a studiare e
ad allenarmi. Ho avuto i migliori insegnanti e i migliori istruttori di tutti
gli Stati Uniti. Allora non capivo perche' dovessi allenarmi con quella
intensita'. Praticavo ogni tipo di sport e in special modo di arti marziali ed
a sedici anni ero in grado di uccidere un uomo a mani nude, grazie alla mia
predisposizione genetica ed ai miei allenamenti" Rimasi di nuovo a bocca
aperta. Quando aveva sedici anni, Rachel Fink avrebbe potuto uccidere un uomo
a mani nude? Era assurdo, semplicemente incredibile, ma stavolta rimasi
impassibile e non obbiettai. Non me l'avrebbe perdonato e feci finta di nulla

" Suo marito era al corrente di questa predisposizione?"

" Ovviamente si. E' stato uno dei motivi che l'hanno indotto a scegliere me
tra le migliaia di orfane che popolavano tutti gli orfanotrofi d'America. Come
le ho detto poc'anzi, Jacob aveva fatto fare una ricerca. Le serviva una
bambina di un'eta' tale da poter essere plasmata e che avesse certi requisiti
fisici e intellettivi "

" E quindi, malgrado lei non sapesse nulla, si allenava intensamente. Ma non
aveva amicizie o fidanzati, non andava, che so, al cinema o in discoteca?"

" Al cinema mi ci portava Jacob, quando lui era libero, ma per il resto la mia
vita assomigliava a quella di una reclusa, anche se una reclusa di lusso.
Potevo avere tutto cio' che io volevo, ma le amicizie erano bandite del tutto.
Non frequentavo scuole e studiavo con istitutori privati affinche' non avessi
contatti con il mondo esterno che avrebbero potuto distogliermi da tutto cio'
che dovevo fare" Rachel Fink sospiro' profondamente al termine di quella
frase, attendendo un'altra delle mie domande, ma non era facile per me. Avrei
voluto dirle un milione di cose ma non ero preparato ad un racconto del genere
e glie ne feci una banale

" Non le mancava tutto quello che una ragazza di quell'eta' dovrebbe fare?"

" Non sapevo cosa fossero. Per me il mondo era racchiuso in questa enorme
villa"

" E poi? Quando ha capito cosa Jacob Fink volesse da lei?"

" Al compimento dei sedici anni. Jacob, che io consideravo ancora come mio
patrigno, mi disse che voleva parlarmi di una cosa e che dalla mia scelta
sarebbe dipeso il mio futuro. Mi porto' nel suo studio e mi confesso' tutto.
Mi parlo' con molto tatto dei suoi desideri, della sua strana sessualita' e di
cosa avrebbe voluto da me. Rimasi ovviamente di sasso. Non mi sarei mai
aspettata una cosa simile. Mi disse anche che, qualunque fosse stata la mia
scelta, io avrei avuto un futuro senza problemi economici. Se io avessi scelto
di andarmene, avrei potuto farlo allo scadere del mio diciottesimo anno di
eta' e me ne sarei andata con la borsa piena. Jacob mi avrebbe concesso a vita
un assegno mensile molto ragguardevole che mi avrebbe permesso di vivere senza
alcun problema e alla sua morte avrei comunque ereditato tutti i suoi beni. Se
invece avessi accettato di sposarlo, sempre al compimento dei diciotto anni,
lui sarebbe diventato il mio marito sottomesso. Ma, se avessi scelto questa
soluzione, io avrei dovuto studiare da dominatrice, imparare a dare ordini
alla perfezione e a vestirmi come piaceva a lui e contemporaneamente anche a
studiare e ad allenarmi ancora piu' intensamente. Sapeva di non essere
attraente e che, nel corso degli anni, la differenza di eta' sarebbe potuta
diventare un macigno per me e lui mi garanti' che da sposata, io avrei avuto
la massima liberta' di fare qualunque cosa volessi. Capisce a cosa alludo?"

" Ad avere altri uomini?"

" E' un tipo sveglio, detective. Si, esatto. Se io avessi voluto, avrei potuto
avere tutti gli uomini che volevo, a patto che non facessi scandalo e che non
mi facessi scoprire dai giornalisti in cerca di scoop. Lui aveva un nome da
difendere ed io mi sarei comunque dovuta comportare in modo adeguato"

" Ma perche' lei ha accettato? Perche' non se ne è andata? Aveva comunque la
possibilità di fare una vita meravigliosa con l'assegno mensile che le avrebbe
riconosciuto il signor Fink, per non contare che avrebbe potuto avere uomini
molto piu' giovani e attraenti di suo marito senza doversi nascondere. Perche'
lei ha avuto altri uomini, non e' vero?" Rachel Fink si schiuse in un lieve
sorriso

" Per quale motivo dovrei dirle se ho avuto degli amanti?"

" Perche' mi ha promesso di giocare a carte scoperte" risposi

" Per quello che riguarda la morte di mio marito e degli eventi che l'hanno
portata a sospettare di me, ma non vedo il motivo per il quale lei dovrebbe
rovistare in fatti che non riguardano questo evento. Che io abbia avuto amanti
o no e' del tutto ininfluente per la sua piccola indagine. Mio marito non
avrebbe obiettato e quindi non avrei avuto nessun motivo per volerlo morto.
Anzi, Jacob non poteva obiettare alcunche' in quanto io ero la sua padrona
assoluta e un amante non avrebbe pregiudicato in alcun modo il nostro
rapporto" Non insistetti. Dovevo accettare cio' che Rachel Fink mi diceva
senza forzarla. Non era certo il tipo di donna che potevo costringere a darmi
informazioni che lei non voleva darmi e ne' tantomeno da poter manovrare in
qualche modo. Troppo intelligente, anche per uno come me tutt'altro che
idiota. Si, dovevo riconoscerlo. Quella donna era una spanna sopra a me e a
tutti coloro che avevo conosciuto nella mia vita. Ma sembrava ben disposta a
raccontarmi dei particolari della sua vita privata e non dovevo lasciarmi
sfuggire un occasione del genere

" Non ha risposto nemmeno alla mia domanda precedente, signora. Anche quella
e' una domanda alla quale non intende rispondere?"

" Intende quella sul motivo per cui abbia scelto l' opzione di diventare sua
moglie quando forse andarmene era piu' conveniente? Ebbene, e' semplice.
Dovevo dare una risposta e mi presi un paio di giorni prima di rispondergli.
Valutai ovviamente entrambe le situazioni che mi si prospettavano con molta
accuratezza"

" Ma aveva solo sedici anni. Come si puo' fare una scelta del genere a
quell'eta' soprattutto considerando la scarsa conoscenza che lei aveva del
mondo esterno?"

" Sono costretta di nuovo a fare un elogio delle mie capacita', detective.
Avevo un quoziente intellettivo ben superiore a quello di una semplice
adolescente, direi paragonabile a quello di una persona adulta con doti
notevolissime riscontrabili solo in poichi esseri umani al mondo e la mia
capacita' di scelta era di conseguenza quella di una donna matura. E poi, non
trascurabile, c'era il lato sentimentale. Volevo bene a Jacob. Lei non ha la
piu' pallida idea di come mi trattasse, di come mi ha sempre amata, prima come
figlia e poi come moglie dominante"

" Mi scusi ma lo trovo inconcepibile. Non si puo' amare una persona come
figlia prima e come donna poi"

" E' successo a Woody Allen, perche' non sarebbe dovuto accadere a Jacob? E'
ovvio che anche prima lui vedeva in me qualcos'altro oltre alla figliastra. Mi
ammirava, vedeva i miei progressi e ne era felice. Ero tutto per lui, non
potevo deluderlo. Non so se puo' capire o meno. Ma, oltre all'affetto che
nutrivo per lui, c'era anche un altro motivo che mi ha spinta a fare questa
scelta"

" Puo' dirmi quale?"

" Certo. Ero curiosa di scoprire a cosa andavo incontro, cosa significasse
avere il pieno controllo su una persona e decidere per lui ogni cosa, persino
cosa dovesse mangiare?"

" Addirittura?"

" Oh si, detective. Non puo' nemmeno immaginare quanto possa essere piacevole.
Quando si trovava a qualche cena di lavoro, lui mi telefonava elencandomi cio'
che c'era a disposizione ed io gli dicevo cosa dovesse mangiare ed in che
quantita'. Se c'era del riso, ad esempio, io potevo anche ordinargli di
mangiarne due cucchiai e Jacob si atteneva scrupolosamente ai miei ordini. E
questo valeva per ogni altro cibo. A volte gli facevo mangiare cose che sapevo
gli piacessero e altre volte gli ordinavo di ingoiare cibi che non erano di
suo gradimento e lui mi obbediva a prescindere. Ma, ovviamente, non e' solo
questo. Per ogni cosa che lui faceva doveva prima chiedere la mia
autorizzazione. Io sceglievo per lui gli abiti, in quale albergo soggiornare
durante i suoi viaggi di lavoro, a che ora dovesse rientrare in casa ecc.
Potrei farle un elenco lunghissimo. Lui dipendeva da me in qualunque
occasione. Inizialmente, mi aveva chiesto di lasciargli le decisioni per
quanto riguardava il suo lavoro e gli lasciavo gestire la ma
in secondo tempo, quando cominciai a prendere piu' consapevolezza in materia,
iniziai a prendere le decisioni che contavano anche in questo campo. A lui
lasciavo la copertina, ma in realta' ero io a manovrare il tutto. E questa era
felicita' allo stato puro per lui" Mi abbandonai sulla poltrona. Era tutto
cosi' incredibile. Davvero quella donna, benche' straordinaria, era in grado
di fare tutto cio' che sosteneva? Ne aveva le capacita? O mi stava prendendo
in giro? Ero sempre piu' in stato confusionale e avevo terminato le domande. O
meglio, ce n'era ancora una

" Perche' mi ha raccontato tutto questo, signora Fink? Lei sa meglio di me che
avrebbe potuto non farlo. Se l'autopsia dimostrera' quello che lei mi ha
detto, nessuno potra' mai accusarla di niente"

" Devo dirle la verita'?"

" Si la prego"

" Prima termino il discorso di prima e poi le rispondo. Avevo preso quindi la
mia decisione. Mi incuriosiva una vita dove avrei avuto il potere assoluto su
una persona cosi' potente ed influente e decisi di accettare la sua proposta
di sposarlo al compimento del mio diciottesimo anno di eta'. Probabilmente,
avevo gia' a quell'eta' una grossa predisposizione al comando o forse era
stata proprio l'educazione che Jacob mi aveva fatto impartire negli anni
passati a far uscir fuori questo lato del mio carattere. Sapevo come impartire
ordini alla servitu' senza bisogno di alzare la voce ed ero in grado di farmi
rispettare dalle poche persone che ebbi modo di incontrare, ma non immaginavo
che diventare la moglie dominante di Jacob sarebbe stato cosi' complicato.
Dovetti prendere lezioni di dominazione"

" Mi perdoni, cosa significa prendere lezioni di dominazione?"

" Significa che un conto e' essere autoritari di natura, un altro e' diventare
una dominatrice. Bisogna imparare ad usare il tono della voce, a fare gesti
consoni in qualunque occasione...."

" Che tipo di gesti?"

" Non m'interrompa, detective. Odio essere interrotta da chicchessia. Ora ci
arrivo" Ancora un rimprovero da parte sua. Stava continuando a trattarmi come
un bambino ed io continuavo ad essere imbambolato e a non saper rispondere.
Nel frattempo la bellissima donna si alzo' dalla sua sedia venendo dinanzi a
me

" Si alzi, detective Bravermann" le obbedii d'istinto e mi ritrovai di fronte
a lei, a pochi centimetri dal suo viso, mentre il suo profumo, che prima aveva
impregnato la stanza, era diventato cosi' intenso che sembrava quasi avvolgere
completamente le mie membra. Lo respirai a fondo e quel respiro mi lascio'
quasi senza fiato. Mi sentii girare la testa e soprattutto mi sentii pervadere
da un'intensa emozione che era per me completamente sconosciuta. Rachel Fink
prima sorrise, forse rendendosi conto dell'effetto che mi faceva stando cosi'
vicina a me e poi scosse la testa per sistemarsi i suoi capelli e quindi, con
mia grande meraviglia, mi afferro' il mento con la sua mano e poi prosegui'

" Prendere un uomo in questo modo, osservarlo negli occhi senza mai
abbassarli, e' un ottimo modo per dare ordini o anche per parlare con la
persona sottomessa. Si instaura in lui la consapevolezza che la donna che gli
sta di fronte sia un essere superiore" Con mio grande rammarico, tolse la sua
mano dal mio mento e ando' di nuovo a sedersi. Il contatto della sua mano mi
aveva donato altre emozioni assurde ed inspiegabili e addirittura un'erezione,
senza contare il desiderio di baciarla quando ci eravamo trovati a pochi
centimetri l'uno dall'altra. Dovetti respirare a fondo. La bellezza e la
sensualita' di quella donna erano talmente enormi che faticavo a tenere un
comportamento normale

" Credo di aver capito, signora Fink" riuscii a dirle infine

" Oh si, credo che lei abbia capito cosa intendessi quando parlavo di gesti
consoni alla situazione. Ma c'erano tante altre cose da imparare. A camminare
in modo idoneo, ad esempio. I miei allenamenti nelle arti marziali e quelli
che facevo per irrobustirmi e diventare forte, avrebbero potuto farmi
diventare meno femminile nei gesti e nei movimenti e, naturalmente, ne' Jacob
e nemmeno io volevamo che questo accadesse. Un altro degli insegnamenti al
quale dovetti sottopormi riguardava il mio abbigliamento"

" La tuta in lattice che indossava ieri sera?"

" Non solo. Quello era il tipo di abbigliamento che indossavo in certi
frangenti, ma una donna dominante non si vede soltanto in quegli abiti. Era
bandita la sciattezza e dovevo sempre vestire in modo idoneo. Tra l'altro, a
parte i gusti di mio marito, ben presto iniziai ad adorare sia quel tipo di
abbigliamento da dominatrice che quello abituale di classe, comprese le scarpe
rigorosamente col tacco alto. Per me non sono solo scarpe ma le considero
un'appendice dei miei piedi"

" E non ne avrebbe nemmeno bisogno, considerando la sua notevole altezza"

" Si, in effetti. Che diventassi molto alta era scritto nel mio D.N.A. Mio
padre raggiungeva i due metri mentre mia madre sfiorava il metro e ottanta e
Jacob sapeva anche questo quando mi ha scelta. L'altezza della sua donna
dominante era basilare per lui. L'altezza incute soggezione non solo negli
uomini con istinti sottomessi ma in qualunque persona. Farsi dare ordini da
una persona molto piu' alta di lui rendeva quegli ordini molto piu' perentori
e, di conseguenza, piu' facilmente accettabili" Ora taceva, Rachel Fink,
osservandomi e soppesandomi

" Rimane in sospeso l'ultima mia domanda, signora. Perche' mi ha confessato
queste cose?"

" Per curiosita', detective"

" Per curiosita'? Non capisco. Semmai era mia la curiosita' nel cercare di
conoscere cosa si nascondeva nel vostro rapporto"

" No detective, Non intendevo quel tipo di curiosita'. Io volevo testare le
sue reazioni. Lei e' un poliziotto, un detective della omicidi, abituato a
frequentare gente di ogni livello e m'incuriosiva vedere le sue reazioni di
fronte ad una storia molto particolare come la mia"

" Ne ha tratto delle conseguenze, signora Fink? Le mie reazioni l'hanno
soddisfatta?"

" Non e' una questione di soddisfazione. Diciamo che le sue reazioni emotive,
man mano che raccontavo questi particolari della mia vita privata, sono state
adeguate alle mie aspettative e quindi le rispondo di si alla prima domanda.
Da questa conversazione ho tratto delle conseguenze che reputo molto
interessanti"

" Posso conoscerle? Puo' dirmi di cosa si tratta?"

" No. Almeno per ora e le anticipo una risposta. Non mi chieda se e quando la
mettero' al corrente di quali siano le risposte che ho avuto dai suoi
comportamenti" Rachel Fink aveva terminato. Si alzo' dalla sedia con tutta la
grazia e la femminilita' di cui disponeva. Ogni suo gesto, ogni sua parola
sembrava che fossero in grado di ammaliarmi ed il pensiero che avesse
terminato di parlare con me mi faceva star male. Non mi sarei mai voluto
staccare da quella visione di bellezza pura, ma il cenno di avviarmi verso
l'uscita era inequivocabile e mi avviai. Mi sentivo completamente stordito.
Quella di Rachel Fink era stata una vita assolutamente particolare, degna di
una donna unica sotto tutti i punti di vista, una donna del qual era difficile
non innamorarsi dopo pochi minuti di conoscenza e improvvisamente sentii una
specie di fastidio, una sensazione per me nuova e assolutamente inspiegabile
che faticai a riconoscere e che, appena la riconobbi, me ne vergognai. Ero
invidioso di un morto. Si, ero invidioso che quell'uomo le era stato accanto
per cosi' tanto tempo e che aveva assaporato la straordinarieta' di Rachel
Fink. Ma io ero diverso, non ero come Jacob Fink. Io non avrei mai potuto
accettare che una donna mi picchiasse, che mi dominasse e che mi dicesse
persino cosa mangiare. No, io non avrei mai potuto accettarlo. Nemmeno per una
donna come Rachel Fink?

FINE TERZA PUNTATA



pinocchio-latino
00domenica 27 luglio 2014 03:20
Complimenti.....molto interessante.
Attendiamo il seguito!!!! :)
DavideSebastiani
00martedì 29 luglio 2014 17:14
Quarto episodio


Ero giunto quindi alla conclusione di quel dialogo. Avevo scoperto molte cose
della vita del defunto e nello stesso tempo non avevo scoperto nulla che
riguardava il mio vero obbiettivo: la morte di Jacob Fink.

Arrivato a meta' strada mi voltai e la osservai cercando di non abbassare lo
sguardo di fronte ai suoi meravigliosi occhi verdi che incutevano rispetto e
soggezione

" Voglio ringraziarla per la sua disponibilita', signora Fink. E' stata molto
cortese"

" Spero che si sia tolto tutte le curiosita'"

" Si, credo di si"

" Lei crede? Dal suo modo di rispondere mi viene da pensare che in realta' lei
ha ancora dei dubbi. Riguardo cosa?"

" E' che tutta questa faccenda ha dell'inverosimile, senza per questo mettere
in dubbio la sua parola" risposi cercando un tono che potesse non offenderla.
Rachel Fink sorrise

" E qual'e' la parte che la lascia perplesso?"

" Voglio continuare ad essere sincero con lei. Non mi meraviglia la
dominazione che lei aveva su suo marito. Sono consapevole che situazioni
simili ci sono anche in altre coppie e non mi meraviglia nemmeno il fatto che
lei mi abbia confidato di come fosse in grado di uccidere un uomo a mani nude.
Ci sono poliziotte nel mio distretto che hanno le sue stesse capacita'. Quello
che mi lascia perplesso e' il fatto che lei mi abbia confidato tutto con la
massima naturalezza, ben sapendo che io poi avrei potuto nutrire dei dubbi
sulla morte di suo marito" Rachel Fink si lascio' andare ad una risata

" Le mie stesse capacita'? Ne dubito fortemente. La poliziotta piu' brava e
piu' forte del suo distretto non sarebbe in grado di restare in piedi di
fronte a me nemmeno per cinque secondi. E per quanto riguarda i suoi dubbi,
non me ne importa niente. Le ho spiegato per filo e per segno che non avevo
alcun interesse a voler morto mio marito"

" Probabilmente no. Ma un errore non lo mette in preventivo? Se lei possiede
realmente queste capacita' fisiche che dice di avere, potrebbe aver sforato la
resistenza di suo marito. Non era un colosso e potrebbe aver temuto veramente
per la sua vita, con la conseguenza logica dell'infarto" Stavolta Rachel Fink
mi guardo' dall'alto in basso

" Forse l'ho giudicata piu' intelligente di quanto sia in realta'. Avevamo una
parola d'ordine ed io mi sarei dovuta interrompere nel momento stesso in cui
lui l'avesse pronunciata. E ho potuto notare dal suo tono come non riesce a
credere del tutto a cio' che le ho detto, soprattutto per quanto riguarda le
mie doti fisiche"

Abbassai la testa vergognandomi. Che idiota che ero stato. E' vero, tutte le
coppie che praticavano un simile regime di vita avevano una parola d'ordine.
Ma mi sentivo ancora piu' cretino in quanto quella donna sentiva esattamente
cio' che pensavo. Non me ne ero accorto, ma evidentemente, avevo usato un tono
che insinuava dei dubbi sulle sue reali capacita' fisiche e lei se ne era
accorta

" Io....io non intendevo...." balbettai

" Non cerchi di negare l'evidenza, detective. Era chiaro come il sole. Ora
credo che lei debba rimandare la sua uscita da questa casa"

" Cosa intende?"

" Intendo dire che dovro' dimostrarle alcune cose. Mi segua"

Lasciai il passo alla vedova Fink e la seguii mentre usciva dalla stanza e
mentre si incamminava nel lungo corridoio. Entro' in una delle tante stanze
che si affacciavano in quel corridoio dopo averne aperto la porta che era
chiusa a chiave. Appena accese la luce, potei osservare una stanza enorme
adibita a palestra. Al centro della stanza c'era un tatami, il tappeto sopra
il quale si svolgono gli allenamenti nelle arti marziali, mentre ad uno dei
quattro angoli notai i classici attrezzi da palestra, ma quello che
m'incuriosi' maggiormente furono quattro manichini. Erano situati appena fuori
dal tatami, sull'angolo in alto a destra della stanza ed erano collegati con
dei fili ad una presa elettrica anche se in quel momento erano spenti ed erano
pesantemente ancorati a terra da una base che doveva essere di ferro o
addirittura d'acciaio. Dovevano pesare ognuno diversi quintali. Dietro ai
manichini si intravvedeva un computer, cosa veramente anomala in un dojo

" Questo è il mio mondo, detective. Ho trascorso piu ore in questa stanza che
in qualunque altra parte, forse persino rispetto alla mia camera da letto"

" Quelli cosa sono, signora Fink?" chiesi indicando quegli strani manichini

" Poi lo scoprira'. Prima devo mostrarle una cosa. Mi tolga le scarpe"

" Cosa? Signora Fink io sono un detective della polizia di San Francisco. Io
non posso...."

" Le ho chiesto di togliermi le scarpe, non di baciarmi i piedi. Devo salire
sul tatami e non posso farlo con le scarpe. Su, le tolga"

Rimasi un secondo indeciso. Non chiedeva favori e i suoi erano veri e propri
ordini, anche se dati con voce calma e senza apparente obbligo. La guardai in
volto, un volto bellissimo come non ne avevo mai visti prima e poi il suo
sguardo.....Era duro, autoritario eppure riusciva ad emanare ugualmente una
sensualita' femminile senza precedenti. Non ci riuscivo. Non riuscivo a
sostenere quello sguardo. Mi inchinai ai suoi piedi per toglierle le scarpe,
cercando di non soffermare le mie mani su quei piedi splendidi magnificamente
fasciati da costose calze di seta. Mi rialzai aspettando che mi dicesse cosa
dovessi fare e lei venne vicino a me per poi voltarsi con lo stesso charme di
una modella sulla passerella

" Tiri giu' la lampo del mio abito, detective" Ancora un ordine dato con
l'apparenza di chiedere un favore. Cosa aveva intenzione di fare? Solo il
pensiero che lei potesse spogliarsi mi stava facendo sudare freddo

" Che cosa vuol fare, signora Fink?" Non mi rispose. Si volto' di nuovo verso
di me e poi fece scivolare il suo abito mostrandomi il suo corpo con indosso
solo un minuscolo slip di pizzo nero, il reggiseno abbinato e le sue calze
tenute su dal reggicalze. Si piego' slacciando le calze e togliendosele con
movimenti lenti lasciandole sul tatami. Inghiottii la saliva nervosamente. Mio
Dio che corpo strepitoso. Avevo avuto tante donne in vita mia, alcune
notevolmente attraenti, ma nessuna di loro era minimamente paragonabile alla
perfezione che si stagliava dinanzi ai miei occhi e soprattutto nessuna mi
aveva mai fatto quell'effetto che mi stava facendo Rachel Fink. Avrei voluto
prenderla tra le mie braccia e baciarla, avrei voluto toccare quella pelle che
sembrava vellutata e quel seno che appariva perfetto, appena contenuto dal
reggiseno di pizzo. Ero stordito dalla sua bellezza, ammaliato dai suoi
movimenti lenti e studiati, affascinato dalla sua calma e dalla sua voce ed
eccitato dalla sua sensualita'. Tutto in lei era perfetto ed il risultato fu
quello di rimanere come un idiota a bocca aperta e con una notevole
eccitazione in mezzo alle gambe

" Cosa c'e' Bravermann? Non ha mai visto una donna in biancheria intima?"

" Io no....Cioe' si, ne ho viste, ma lei......" La bellissima vedova sorrise.
Sapeva che mi stava mettendo in difficolta', sapeva perfettamente di essere
irresistibile e che qualunque uomo l'avrebbe desiderata, soprattutto se
vestita in quel modo. Anzi, spogliata in quel modo. Ma sembrava divertita e
per nulla in imbarazzo

" Quando sara' riuscito a riprendersi del tutto, raccolga i miei indumenti e
li metta sopra quel tavolo"

" Io? " chiesi nel totale imbarazzo nel quale mi trovavo

" Considerando che siamo soltanto io e lei in questa stanza, lo sto chiedendo
proprio a lei. Io non posso farlo. Come vede sono a piedi nudi"

Come un automa raccolsi il vestito, le calze ed il reggicalze e feci quello
che lei mi ordinava. Avrei voluto dirle di raccoglierli lei stessa, ma non ne
avevo la forza. Possibile che non riuscissi ad agire di testa mia e che lei mi
stesse condizionando fino a quel punto? Sembrava proprio di si. Piegai il
vestito in modo che non si sciattasse e quindi ritornai di fronte a lei,
aspettando ordini come un soldato di fronte ad un generale

" Bene, Bravermann. Ora si tolga giacca e cravatta e poi anche lei le scarpe e
salga sul tatami" Lo feci, piegando con cura la mia giacca e mettendo le mie
scarpe accanto alle sue

" Che intenzioni ha?" chiesi allarmato, anche se ormai cominciavo ad avere una
vaga idea su quello che la bella vedova aveva intenzione di fare

" Immagino che lei, essendo un poliziotto, avra' una solida base nella lotta
corpo a corpo, non e' cosi?"

" Si. Credo che la mia possa definirsi una solida base. Ero bravo al corso di
addestramento e continuo ad allenarmi con regolarita', come tutti i miei
colleghi"

" Bene. Credo che non avra' problemi nel mostrarmi quindi le sue doti"

" Non capisco. Vuol dirmi che io dovro' lottare contro di lei?"

" Oh, non la consideri una lotta. Diciamo che quello che ora le mostrero'
servira' a togliere i suoi residui dubbi. Ma ho bisogno della sua
disponibilita'. Le prometto che nessuno di noi due si fara' del male"

" Ma signora Fink, io non posso. Sono un poliziotto nell'esercizio delle sue
funzioni e non posso mettermi a fare una qualsivoglia lotta con una donna"

" Semmai contro e non con." mi rimprovero' "Quanto all'esercizio delle sue
funzioni, consideri questa situazione come un normale procedimento per
appurarsi della sincerita' della persona sospettata. Ah, le do un consiglio.
Non mi consideri una donna. So che in questi abiti le puo' riuscire
complicato, ma cerchi di vedermi come una nemica, almeno per quei pochi minuti
che mi serviranno per darle la dimostrazione della mia sincerita'"

" Io....non so cosa fare"

" Si detective, forse l'ho sopravvalutata. In questo momento lei deve fingere
che io sia una ladra o un'assassina e dovra' cercare di arrestarmi, di
mettermi le manette. Si immedesimi, usi la fantasia. Oppure finga che io sia
una sua collega e che stiamo svolgendo un allenamento sul tipo di quelli che
lei ha sostenuto di fare. L'importante e' che lei si impegni al massimo delle
sue possibilita'"

" Ma se dovessimo farci male?" obiettai

" Le ho appena detto che non ci faremo male. O meglio, io non mi faro' del
male. Quanto a lei, un po' di dolore lo sentira', ma credo che lo potra'
considerare sopportabile" Dio, quanta arroganza. Quella donna meritava una
lezione ed io potevo considerarmi un buon combattente. Nella mia carriera di
poliziotto, erano state tante le occasioni in cui avevo dovuto dar sfoggio
delle mie qualita' atletiche. Inseguimenti e veri e propri corpo a corpo
duranti i quali ero sempre uscito vincitore. Il problema stava nel fatto che
non riuscivo a vedere Rachel Fink come una nemica o anche come un'avversaria,
ma solo come una bellissima donna. Ma qualcosa dovevo fare

" D'accordo, signora Fink. Mi dica in che modo dovremo confrontarci"

" Lascio a lei la scelta. Prima le ho detto che deve fingere di arrestarmi.
Ecco, quella puo' essere l'idea migliore. Immagino che lei abbia le manette a
portata di mano"

" Non vorra' che io le metti le manette?"

" Io sono una donna dominante, detective, e le donne dominanti le mettono ai
propri schiavi le manette, non se le fanno mettere, anche se personalmente non
uso questo tipo di oggetti e posseggo mezzi decisamente migliori se dovessi
avere intenzione di immobilizzare un uomo"

" E allora cosa ci debbo fare?"

" E' lei il poliziotto. Le prenda e le metta in un punto dove poi le rimane
semplice estrarle per poi mettermele. Deve provare ad arrestarmi, detective.
E' questo cio' che deve fare. Si sbrighi, non ho tutta la giornata da
dedicarle" Dunque, la prova alla quale voleva sottopormi era inerente al fatto
se io fossi stato in grado di arrestarla o meno. Avevo arrestato decine di
malviventi ed anche qualche donna quando facevo parte della narcotici e non mi
era mai piaciuto farlo. Con un uomo potevo usare la forza, con una donna no o
comunque solo in parte. Bisognava fare attenzione ed usare mille accortezze
mentre loro sembravano tigri scatenate pronte a tirare calci e a cercare di
usare le unghie per graffiarmi. No, non mi piaceva e men che mai mi stava
piacendo quello strano gioco al quale stava giocando Rachel Fink. Ma dovevo
farlo, anche per la mia curiosità personale. Non ero ancora convinto che lei
fosse in grado di fare tutto cio' che mi aveva detto e temevo che lei si
stesse prendendo in gioco di me, anche se, considerando il modo con cui mi
aveva trattato, mi ero guardato bene dal dirglielo in faccia e i miei dubbi
lei li aveva scovati tra le pieghe del mio volto, tra le mie espressioni non
del tutto convinte. Oh, lei era serissima quando parlava, ma dovevo scoprire
chi fosse nella realta' Rachel Fink. A piedi nudi andai nel punto dove avevo
sistemato la mia giacca e presi dalla tasca interna le manette. Erano aperte e
pronte all'uso, come era mia abitudine e ne infilai un'estremita' nella fibbia
della cinta e ritornai sul tatami. Ero pronto

" Quando vuole lei" dissi alla vedova

" Sono qui', detective, Mi arresti, se ne e' capace"

Cominciai ad avvicinarmi, senza che lei muovesse un solo muscolo, cercando di
non pensare che di fronte a me ci fosse una donna bellissima, senza ombra di
dubbio la piu' bella che avessi mai visto in vita mia, vestita semplicemente
con un minuscolo triangolino a farle da slip e con un reggiseno che a malapena
conteneva un seno rigoglioso ma proporzionatissimo al corpo giunonico che
possedeva. Ero ormai ad un metro da lei e feci scattare il mio braccio destro
afferrandole il suo braccio sinistro

" Presa!" dissi infantilmente

" Lei arresta assassini facendo loro una carezza? Mi sta tenendo il braccio
come fa un padre con una bambina quando le fa attraversare la strada. Mi deve
stringere, detective e mi deve mettere quelle benedette manette. Deve
immaginare che io sia una pericolosa assassina che, appena ne avra' la
possibilita', le sparera' alla testa"

" E va bene, se questo e' quello che vuole. La dichiaro in arresto" feci
spazientito dai suoi continui rimproveri e iniziai a forzare la mia presa.
Avevo paura di fare del male a quella deliziosa creatura, ma la strinsi,
portando il suo braccio dietro al corpo, dopodiche' afferrai anche l'altro
braccio e torsi anche quello per poterle mettere le manette che afferrai dalla
cintola con un rapido movimento ma, nel momento stesso in cui cercai di
infilarle ai suoi polsi, lei con un altro movimento altrettanto rapido e
deciso, si giro' di colpo e, facendo leva sulla mia stessa presa, mi
catapulto' a terra facendomi fare una giravolta. Mi trovai col sedere per
terra e con il braccio destro saldamente nelle mani della donna

" Sono sicura che lei possa fare di meglio" disse semplicemente lasciandomi il
braccio

" Non me l'aspettavo. E' che sono impacciato. Non e' semplice pensare a lei
come una malvivente"

" Allora forse e' meglio che chiudiamo questa farsa"

" Aspetti, signora Fink, ci riprovo"

" Bene detective Bravermann. Ammiro la sua buona volonta'. Ma stavolta ci
metta piu' impegno. Come ha appena potuto notare, so difendermi e
contrattaccare con sufficiente disinvoltura" Si, sapeva difendersi e me ne ero
accorto, ma in che modo dovevo attaccarla? Non potevo certo prenderla a calci
e pugni e decisi di usare la mia forza fisica. Aveva detto di essere
notevolmente forte, ma io ero pur sempre un uomo ed ero in forma. Mi tolsi
anche la camicia, la gettai per terra e quindi mi lanciai su di lei per
cercare di afferrarla ma Rachel Fink si getto' per terra facendo una giravolta
su se stessa per trovarsi poi al mio fianco destro. Il tempo di rimettersi in
piedi con un'agilita' sorprendente per una donna della sua altezza e poi fece
partire un doppio calcio senza far ricadere la sua gamba. Il primo mi colse
sul fianco destro e il secondo lo sentii sul volto. Non erano stati calci
violenti e li avevo ammortizzati bene, ma l'impressione che ebbi in quel
momento fu che si fosse trattenuta per non farmi male. Era in gamba.
Maledettamente in gamba

" Lei e' veramente brava" ammisi infatti con sincerita'

" E lei ha un fisico notevole. Si e' per caso tolto la camicia per mostrarmelo
in tutto il suo splendore? Ha per caso intenzione di sedurmi?"

" Non divaghi, la prego, altrimenti non riesco a concentrarmi. Mi sono tolto
la camicia per essere piu' libero, proprio come ha fatto lei con il suo abito.
Non credo che lei l'abbia fatto per sedurmi"

" E chi lo sa, detective. Quale uomo puo' sapere quali sono le intenzioni di
una donna? Ma ha ragione, e' meglio non divagare. Si concentri" Cercai la
concentrazione necessaria, resa ancor piu' complicata dal complimento che mi
aveva appena fatto. Sapevo di avere un fisico che poteva attirare le
attenzioni di una donna e non era la prima frase di questo genere che
ricevevo, ma detto da una donna del suo livello e del suo charme, quel
complimento diventava tale da potermi dare alla testa. Cercai intanto di
guardarla negli occhi senza abbassare lo sguardo. Erano meravigliosi ma
apparentemente senza espressione. Anche lei mi guardava, anzi, osservava i
miei movimenti senza muoversi. Si era messa di profilo, con le braccia lungo i
fianchi e con la gamba sinistra leggermente spostata in avanti. Ero ancora
indeciso su quale tattica usare. Mi aveva appena dato una dimostrazione di
straordinaria efficenza e non volevo fare la figura dell'idiota. Rachel Fink
mi anticipo'. Mosse la sua gamba sinistra ed io indietreggiai di circa un
metro per evitarla, ma le lasciai il bersaglio grosso. Con una velocita'
incredibile, ritorno' con la gamba sinistra a terra e mosse quella destra che
ando' a cozzare contro il mio stomaco. Stavolta accusai il colpo e mi piegai
in due. In quel momento, ero alla sua merce' ma la straordinaria donna non si
mosse, dandomi il tempo di riprendermi. Quanto era brava! Non avevo mai
incontrato una persona in grado di battermi con quella facilita' e mi aveva
fatto capire chiaramente di non aver forzato i suoi colpi. Cominciavo a capire
cosa potesse fare con suo marito, un uomo piu' anziano e decisamente meno
atletico di me. Volevo evitare una lezione piu' dura e una vocina interna mi
diceva che avrei dovuto dirle che avevo capito tutto e che non c'era alcun
bisogno di proseguire, ma ero un uomo, un uomo con tutto il suo stupido
orgoglio, abbastanza intelligente da capire che la donna che avevo di fronte
mi era superiore intellettualmente, ma tremendamente idiota da non accettare
che questa superiorita' lei la potesse dimostrare anche sul piano fisico.
Ripresi fiato e la attaccai. E stavolta lo feci sul serio. Provai un paio di
pugni che non arrivarono a bersaglio per la sua velocita' nel pararli e poi
Rachel Fink mi fece capire di che pasta fosse. Tentai una nuova sortita,
stavolta da distanza ravvicinata ma la donna mi afferro' il polso con la sua
mano sinistra torcendolo e, contemporaneamente, fece partire un pugno
all'altezza del mio fianco sinistro che accusai visibilmente e poi, con la
stessa mano, col mio volto ormai completamente scoperto, accenno' un altro
pugno che si fermo' ad un millimetro dal mio viso

" Sa quali sarebbero stati i danni che le avrei potuto procurare se l'avessi
colpita?" La sua voce era ancora calmissima e il suo respiro tutt'altro che
affannato. Rachel Fink era una vera campionessa e mi aveva neutralizzato senza
batter ciglio e con una facilita' sorprendente, senza nemmeno spostare di un
millimetro la sua pettinatura. Eravamo ormai a stretto contatto, anche se il
mio polso destro era ancora tenuto saldamente dalla sua mano sinistra. Fece
un'altra lieve torsione e cominciai a sentire dolore alla spalla e dovetti
chinarmi e darle le spalle per alleggerire quel dolore. Era giunto il momento
di riconoscere la sua superiorita'

" Ok, signora Fink, ok. Ho capito. Ora mi lasci, per favore"

" Ora la lascero', detective Bravermann, ma non tollerero' ancora che lei
metta in dubbio anche una sola parola di cio' che le dico" Mi stava dando una
lezione, mi stava punendo per non averle creduto del tutto quando sosteneva di
essere in grado di poter sconfiggere un uomo con facilita'. Ma intanto non mi
lasciava e la sua torsione cominciava a farsi piuttosto dolorosa e mi stavo
rendendo conto che ero praticamente immobilizzato e che appena muovevo un solo
muscolo per cercare di liberarmi il dolore aumentava in modo considerevole.
Ero praticamente nelle sue mani

" Basta signora Fink. Ora basta. Ha dimostrato quello che puo' fare. Mi lasci
andare"

Rachel Fink allento' la presa permettendomi di tornare di fronte a lei in
posizione eretta ma non lascio' il mio polso. Ero turbato e quella posizione
di inferiorita' nei suoi confronti, alla quale mi aveva costretto fino a pochi
secondi prima, mi aveva innervosito, Cercai quasi con rabbia di liberarmi, ma
stranamente non ci riuscii

" Si ricorda quando le ho detto che un uomo medio puo' rompere uno sterno
facendo un massaggio cardiaco ed io che sono notevolemente piu' forte di un
uomo medio, l'ho rotto a mio marito? Si ricorda detective?"

" Si, mi ricordo"

" Cosa ha fatto lei?"

" Ho dubitato"

" Non si permetta mai piu'" concluse la giovane vedova stringendo il mio polso
con la sua mano. Stavolta non si aiutava con nessuna torsione. Era solo la
forza della sua mano contro il mio braccio a spingermi incredibilmente di
nuovo quasi in ginocchio. Cercai di aiutarmi con la mano libera senza riuscire
a scalfire quella presa. Rachel Fink possedeva una forza nettamente superiore
alla mia ed io ero impossibilitato a difendermi. Ero definitivamente sconfitto
e senza attenuanti

" Non dubitero' mai piu' di lei, ma ora mi lasci, la prego. Ha dimostrato
tutto quello che intendeva dimostrarmi"

" Non ancora tutto, ma la lascio. Non era mia intenzione farle male e non glie
ne ho fatto. Lei ha un fisico tale da potersi permettere di assorbire i colpi
e le torsioni che le ho inferto senza conseguenze, se non con qualche
contraccolpo psicologico" Aveva ragione lei, di nuovo. Mi lascio' ed ero
appena indolenzito ma psicologicamente ero distrutto. Aveva giocato con me
come il gatto con il topo, dimostrandosi infinitamente superiore. Riconobbi
questa superiorita' mentre mi massaggiavo il polso

" Lei e' straordinaria, signora Fink. Davvero straordinaria. Da dove le deriva
tutta questa forza?"

" Che cosa fa quando io parlo, detective? Mi ascolta o il suo cervello e'
immerso in altri ragionamenti? Glie l'ho detto prima. Predisposizione genetica
e allenamenti. Molti allenamenti per molte ore al giorno per tutti i giorni
fin da quando ero bambina"

La guardai imbambolato. Che donna! Malgrado mi avesse dato la piu' grossa
lezione della mia vita ne ero ammaliato. Raccolsi la camicia per rimettermela
e la vidi accennare un lieve sorriso. Che peccato che non sorridesse quasi
mai. Doveva possedere un sorriso meraviglioso ma ero troppo intimorito da lei
per poterla guardare fissa in volto e godermi quel sorriso. Mi aveva
intimorito fin dal primo momento con i suoi modi e con la sua autorevolezza
ma, dopo quella dimostrazione di bravura, di straordinaria efficenza fisica e
di forza, il mio timore e la mia sensazione di netta inferiorita' nei suoi
confronti aveva raggiunto livelli stratosferici. Cercai di cogliere qualche
sfumatura dal quel lieve e meraviglioso sorriso enigmatico e credetti di
esserci riuscito. Era soddisfatta. Era soddisfatta di avermi messo in
difficolta' di avermi ridicolizzato come uomo prima e come poliziotto poi. Da
una parte sarei voluto scappare e non vedere piu' quel sorriso di
soddisfazione ma dall'altra sentivo una strana sensazione che me lo impediva.
Ancora una volta una sensazione per me totalmente nuova che stavolta non
riuscii pero' a decifrare. E le sorprese non erano ancora terminate. Rachel
Fink sembrava essere una miniera inesauribile di sorprese per me e la cosa,
per quanto potesse sembrare assurda visto il modo autoritario col quale mi
aveva trattato fino a quel momento e per la figura barbina che mi aveva appena
fatto fare, non mi dispiaceva affatto. No, non mi dispiaceva perche' questo
voleva dire poter trascorrere altri momenti con lei.

Ed il mio cuore in subbuglio mi diceva che trascorrere anche un solo istante
con lei, di fronte a lei o anche sotto di lei, era la cosa che in quel momento
desideravo di piu' nella mia vita.

FINE QUARTA PUNTATA




anchepelo
00venerdì 1 agosto 2014 06:23
storia molto bella e intrigante
grande davide
pinocchio-latino
00venerdì 1 agosto 2014 08:19
Bellissima........Non oso pensare come andrà avanti...
:-)
DavideSebastiani
00venerdì 1 agosto 2014 14:30
Grazie a voi per seguire la mia storia con questo interesse. E credo che il bello debba ancora arrivare
DavideSebastiani
00venerdì 1 agosto 2014 15:44
Quinto episodio




Rachel Fink era intenta ad osservarmi silenziosa mentre, con fare nervoso a
causa della lezione appena ricevuta, cercavo di abbottonarmi la camicia che
avevo appena raccolto dal tatami. Mi chiedevo in che modo lei mi considerasse.
Mi ero fatto battere in pochi secondi, mi aveva praticamente ridicolizzato
giocando con la sua superiorita' ma era anche vero che, come me, qualsiasi
altro uomo avrebbe fatto la mia stessa fine. Per lei ero quindi un inetto che
si era fatto sconfiggere da una donna oppure, conscia della sua superiorita',
nutriva una specie di compassione per il mio orgoglio ferito? Il suo sorriso
era di soddisfazione, ma l'impressione che ne avevo era che si trattava di una
soddisfazione moderata e non dovuta al fatto che mi aveva appena umiliato e
ridotto all'impotenza, al contrario di cio' che avevo pensato poco prima. La
mia sensazione era che mi stesse soppesando e stesse valutando le mie reazioni
e questo mi fece sentire improvvisamente una specie di cavia. Una sensazione
davvero molto sgradevole. La donna intanto si avvicino' un pochino a me

" Aspetti prima di rivestirsi. Le ho detto poc'anzi che avevo qualche altra
cosa da dimostrarle"

" Vuol combattere ancora contro di me? Mi tiro fuori, signora Fink. Non sono
un vigliacco ma lei mi ha gia' dimostrato tutto il suo valore" Non avevo
proprio voglia di fare un'altra brutta figura

" Non sia ridicolo, Bravermann. Combattere di nuovo contro di lei non avrebbe
senso. Le ho appena dimostrato che potrei disporre di lei come e quando
voglio. E questo malgrado posso senz'altro considerarla un lottatore di
discreto valore. A meno che lei non abbia tendenze simili a quelle che aveva
il mio caro Jacob"

" Oh no, assolutamente no" dissi quasi risentito

" Peccato, detective. E' un vero peccato. Non puo' nemmeno immaginare quanto
sia piacevole un simile gioco di ruolo all'interno di una coppia. Credo che la
sua donna apprezzerebbe molto. Mi creda, si puo' essere una donna dominante
senza raggiungere la mia perfezione assoluta e non faccia caso alla mia totale
assenza di modestia. Non e' una delle mie doti migliori"

" Oh, me ne sono accorto. Ma non sono certo il tipo che si mette a giudicare
le persone per i loro pregi o per i loro difetti, in special modo quando
lavoro"

" Me ne compiaccio e ritorniamo quindi al motivo per cui le ho detto di
spogliarsi di nuovo, oltre a quello di compiacere i miei occhi"

" La prego signora Fink. Lei e' troppo bella e affascinante per giocare con me
in questo modo"

" Non sto giocando. Sono semplicemente sincera. Lo sono sempre, anche a costo
di essere cruda, a volte. Dirle che lei possiede un corpo atletico e ben
strutturato non significa che io voglia portarla a letto, cosa che in questo
momento e' lungi dalle mie intenzioni. E' solo un dato di fatto, una cosa
oggettiva e mi dispiace che lei possa aver frainteso, ma anche lei mi ha
appena detto di trovarmi bella ed affascinante. Con questo metro di giudizio
devo dedurre che lei ha intenzione di fare sesso con me?" Oh mio Dio. Ma era
possibile che qualsiasi cosa dicessi lei fosse in grado di girarlo a suo
piacimento? Non avevo avuto chance sul piano fisico e, men che mai, ne avevo
sul piano dialettico con lei. O meglio, contro di lei, considerando il modo
con cui mi aveva rimproverato prima

" Mi faccia tornare al lavoro, la prego. Sono gia' abbastanza confuso" fui
costretto ad ammettere "Cosa intendeva quando mi ha detto che aveva ancora
qualcosa da dimostrarmi?" le domandai facendo uno sforzo mentale inaudito per
tornare al motivo per cui mi trovavo a piedi nudi su un tatami in un'enorme
stanza adibita a palestra in compagnia di una donna bellissima e mezza nuda

" Si, forse e' meglio tornare alla mia dimostrazione. Vede quei manichini?"

" Certo. E' da quando sono entrato in questa stanza che mi chiedo a cosa
possono servire"

" A dir la verita' mi era sembrato di notare altri interessi nei suoi occhi"
rispose sorridendo ironicamente. Era ovvio che si stava riferendo al fatto che
da quando si era spogliata ero praticamente con gli occhi di fuori dalle
orbite di fronte a tanta bellezza

" Io veramente mi riferivo....." balbettai, per l'ennesima volta in tremenda
difficolta'

" Lasci stare detective ed eviti spiegazioni. So a cosa si riferiva. Dunque,
torniamo ai nostri manichini che, come avra' senz'altro intuito, non sono
proprio adatti ad una boutique del centro ma hanno delle peculiarita' ben
precise. Come vede, sono collegati ad una presa elettrica. Ne accenda uno"
Inserii la spina di uno di quei pupazzi fatti a misura d'uomo in una presa di
corrente e il manichino inizio' a lampeggiare

" Ma cosa sono" chiesi meravigliato

" Sono dei manichini speciali. Sono rivestiti con pelle di suino. Lei sa che
la pelle dei maiali ha la stessa consistenza di quella umana?" Accennai di si
con la testa e la donna prosegui' "All'interno di ognuno di essi ci sono degli
speciali circuiti che sono collegati con quel computer. Ogni volta che io li
colpisco mi danno immediatamente il riscontro dei danni che causerei ad un
essere umano se al posto dei manichini ci fosse appunto un uomo. Ci sono
quattro tipologie di manichini e lei ha acceso quello che rappresenta un uomo
di circa novanta chili. Cinque o sei chili in piu' del suo peso, immagino.
Degli altri tre, due rappresentano uomini potenzialmente piu' deboli ed uno
invece un uomo di grosse dimensioni che supera il quintale di peso"

" A cosa servono? In che modo possono essere utili?" domandai sempre piu'
allibito

" Ad allenarmi. Mi servono per calcolare con esattezza la dose di forza che mi
servirebbe se dovessi affrontare un uomo e ovviamente erano essenziali per
cio' che facevo con mio marito e per poterlo picchiare senza ucciderlo e senza
procurargli danni gravi e permanenti"

" Incredibile!"

" Pura tecnologia avanzata. Questi sono di ultima generazione e sono
praticamente indistruttibili ma mi alleno con queste figure da diversi anni. I
primi erano piu' primitivi ma sempre tecnologicamente all'avanguardia. Tra le
tante imprese di mio marito ce n'era una che riguardava appunto il software e
l'hardware e Jacob commissiono' questi esemplari proprio per me. Avevamo anche
pensato di commercializzarli ma erano troppo costosi ed abbiamo rinunciato.
Beh, le spiegazioni sono terminate. Ora provi a colpire quello che lei ha
acceso e lo faccia con tutta la sua potenza"

" Io?" feci meravigliato

" Vede qualcun altro in questa stanza? Certo, sto parlando con lei. Colpisca
quel manichino" Ancora un rimprovero da parte sua e ormai ci stavo facendo
l'abitudine. Feci finta di nulla e avanzai verso quel manichino. Mi misi in
posizione e poi tirai un pugno con tutta la forza in mio possesso all'altezza
della faccia. Mi sembro' di colpire un punching ball. Il pugno affondo' nel
manichino senza rimbalzare, attutito da quella strana pelle. Pensai che se
fosse stato un uomo l'avrei sicuramente mandato al tappeto. Contemporaneamente
al mio pugno, si accesero alcune luci di colore giallo e rimasi immobile
aspettando l'esito del mio colpo. Rachel Fink mi guardo' accennando un lieve
sorriso

" Non c'e' male, detective, non c'e' male. Vediamo quali danni ha procurato al
suo avversario" Per nulla imbarazzata di stare ancora in slip e reggiseno, la
donna si avvicino' al computer, si chino' sullo schermo mettendo in bella
vista il suo sedere delizioso e mi fece cenno di avvicinarmi

" Ecco, vede, lei ha causato un bel po' di danni. Ha rotto il setto nasale,
gli ha procurato una ferita lacero contusa al sopracciglio sinistro e lo ha
mandato per alcuni istanti in un leggero stato confusionale, ma con 95
probabilita' su cento non e' riuscito a spedirlo a terra a causa della mole
considerevole dell'avversario. Calcoli pero' che dopo aver mandato in
confusione il suo avversario lei avrebbe avuto grosse possibilita' di trovarlo
indifeso e quindi di poterlo definitivamente sconfiggere in seguito"

" E' incredibile. Questo computer puo' dirmi persino se lo mando al tappeto
oppure no" dissi ammaliato

" Non glie lo dice il computer ma un programma creato su misura simile a
quello dei crashes test, dove si testano le resistenze delle autovetture in
caso di scontri violenti. Ma, a parte queste considerazione tecniche, lei ha
un bel pugno. Ora tocca a me" Rachel Fink tolse il suo sguardo dal computer e
si avvicino' allo stesso manichino che io avevo appena colpito, poi si volto'
verso di me

" Si ricorda che le avevo detto che io ero in grado di uccidere un uomo gia'
da quando avevo sedici anni? Beh, di progressi in questi anni ne ho fatti
tanti e quello che le ho mostrato prima e' solo una minima parte. Ora io
colpiro' questo manichino e posso garantirle che se fosse un uomo, fra pochi
secondi sarebbe un uomo morto in quanto gli sto per procurare una commozione
cerebrale ma soprattutto un'emorragia interna che lo portera' alla morte. Lo
colpiro' alla tempia che e' la parte meno resistente del cranio e lo faro' con
le nocche della mia mano. Mi bastera' un pugno, un solo pugno e per qualsiasi
essere umano che si trovasse nella direzione di questo pugno sarebbe la fine"
L'ascoltai ammaliato. Rachel Fink usava un linguaggio forbito senza avere
alcuna esitazione su qualunque argomento, assolutamente conscia di avere delle
capacita' non riscontrabili in nessun altro essere umano. Quella donna era
l'impersonificazione della perfezione e lei lo sapeva e, pur rimanendo sempre
nei limiti dell'educazione, faceva pesare questa evidente superiorita' in ogni
ambito con arroganza e con una sicurezza mai riscontrata in precedenza. Mi
scansai per lasciarle campo libero e per poterle permettere di colpire il
manichino e lei si mise in posizione, allontanandosi di un paio di metri poi,
con una velocita' impressionante, fece un paio di passi e colpi' il manichino
nel modo in cui mi aveva anticipato, ruotando la spalla destra in modo da
poter colpire con il suo pugno la tempia del manichino. Era stato un colpo
portato con uno stile perfetto, con una velocita' impressionante e soprattutto
con una potenza tale da lasciarmi senza fiato. Rabbrividii al pensiero che
pochi minuti prima, con un colpo simile si era fermata a meno di un centimetro
dalla mia faccia. Stavolta le luci che si accesero furono di colore rosso e
gia' avevo capito cosa potesse significare. La donna si giro' verso di me e mi
osservo'

" Guardi sul computer, detective. Guardi lei stesso. Io non ho bisogno di
leggere. So perfettamente cosa ho procurato al manichino e soprattutto cosa
avrei procurato se al posto del manichino ci fosse stato un uomo come lei" Mi
diressi in direzione del computer e lessi il referto conseguente commozione cerebrale ed emorragia interna. Possibilita' di decesso
istantaneo 65%. Possibilita' di decesso entre trenta minuti 100%> Distolsi lo
sguardo dallo schermo e la guardai impressionato

" E' incredibile" riuscii soltanto a dire, faticando per non rimanere a bocca
aperta come un ebete

" Dovrei contraddirla e farle notare come in realta' sia piu' che credibile
quando si hanno delle capacita' come le mie, ma ho capito cosa intendeva. Ora
mi dica, detective, quali danni potrei procurare a questo manichino con un
calcio?"

" Se lo ha ucciso con un pugno, non oso pensare cosa potrebbe fare con un
calcio" Rachel Fink accenno' di nuovo un sorriso

" Perche', secondo lei si puo' uccidere un manichino?"

" Io intendevo....." risposi sempre piu' confuso

" Lo so cosa intendeva, non c'e' bisogno che si corregga. Ma andiamo al
dunque. Ipotizziamo allora che abbia di fronte un uomo che non intendo
uccidere ma al quale vorrei procurare dei danni di una certa entita' per
neutralizarlo, spezzandogli ad esempio delle costole. E' meno complicato di
quanto lei possa immaginare, a patto che si sappia dove colpire. Ovviamente,
c'e' da tenere in considerazione che nemmeno io posso stabilire con esattezza
quali danni potrebbe poi provocare una costola rotta, soprattutto se dovessi
fratturare la nona, la decima e l'undicesima. Potrebbe perforare ad esempio un
polmone e causare danni persino al cuore, alla milza o al fegato e quindi, se
ho deciso di non provocare eccessivi danni alla persona che ho di fronte, devo
evitare di colpire quelle costole e le prime due che sono altrettanto
pericolose in quanto hanno meno elasticita' e possono ledere le strutture
interne del torace, provocare una lesione scomposta e conseguente spostamento
dei frammenti verso l'interno. E' chiaro per lei o ho parlato con un
linguaggio troppo tecnico?" Rachel Fink smise per qualche secondo di parlare.
Ero rimasto ad ascoltarla come un ebete, affascinato e ammirato dalla sua
eloquenza raffinata e dalla sua cultura enciclopedica ma alla fine mi aveva
trattato come un povero idiota

" Puo' sembrarle strano ma credo di aver compreso" risposi un po' acido

" Non tenga quel tono ironico nei mie confronti, Bravermann, se non vuole che
sia costretta a terminare la mia spiegazione in questo preciso istante. E
posso garantirle che non avra' altre opportunita' di rimettere piede in questa
casa. Sono stata abbastanza chiara?" Si, era stata abbastanza chiara ed
esplicita, come al solito

" Non volevo essere ironico, mi creda" mi scusai per l'ennesima volta "Puo'
gentilmente proseguire con la sua spiegazione?" Rachel Fink mi osservo' seria
dritto negli occhi. Sembrava una sfida da far west, con i due contendenti a
guardarsi prima di afferrare le loro colt. Resistetti solo pochi secondi e
poi, inconsciamente, abbassai gli occhi. Mi maledii per averlo fatto, ma non
riuscivo a sostenere quello sguardo. Perche', accidenti? Perche' lei mi
metteva cosi' in difficolta? Non volevo, eppure sembrava che non avessi altra
chance se non quella di chinare la testa

" Molto bene" esclamo' alla fine soddisfatta la Fink "Dunque, torniamo
all'ipotesi di prima. Io dovro' quindi colpire l'eventuale persona che si
trovasse al posto del manichino in modo da potergli spezzare le costole
intermedie, diciamo la sesta, la settima e l'ottava. In questo modo, la
persona che verra' colpita sentira' un enorme dolore e sara' quasi
impossibilitata a reagire ma non subira' danni irreversibili e potra'
cavarsela con una prognosi di un mesetto" Rachel Fink aveva terminato di darmi
spiegazioni. Ando' davanti al manichino, si mise nella classica posizione di
combattimento e poi agi'. Si tratto' di un insieme di movimenti talmente
rapidi che ebbi difficolta' a coglierli completamente. Aveva alzato la gamba
destra, l'aveva piegata e poi l'aveva rilasciata allungandola nella sua
interezza ed era andata a colpire il manichino all'altezza del torace, proprio
come lei aveva preannunciato. Si era mossa con un efficacia straordinaria,
dimostrando un'agilita' veramente fuori dall'ordinario ed il manichino aveva
cominciato a lampeggiare accendendo le luci gialle. Lei aveva poi ritirato la
sua gamba ed era tornata nella posizione di partenza e si era poi voltata
verso di me, alzando il suo braccio destro ad indicarmi di andare verso il
computer a leggere il referto

" Lo legga ad alta voce" Lo lessi prima dentro di me e stavolta c'era qualche
differenza rispetto a cio' che mi aveva preannunciato settima costola. Nessuna lesione interna. Prognosi 40 giorni> Glie lo stavo
facendo presente e lei mi anticipo'

" Tenga presente che i giorni di prognosi possono anche variare un po'. Non mi
meraviglierei che il computer ne elargisca una quarantina, rispetto al mese
che avevo anticipato. Ma puo' credermi, non cambia assolutamente niente"
Incredibile! Oltre a tutte le sue capacita', Rachel Fink sapeva anche
anticipare gli esiti di un programma molto sofisticato? Le lessi il referto
stilato dal computer e poi allargai le braccia

" Lei e' straordinaria, signora Fink. Lei ha delle capacita' assolutamente
uniche" Mi guardo' freddamente scrutandomi con quegli occhi ammalianti che
sembravano annientare la mia volonta'

" Lo so. Pertanto, prima di dubitare di cio' che le dico, faccia bene
attenzione. Questa piccolissima dimostrazione serve a chiarire gli ultimi suoi
dubbi, spero. Non avrei potuto uccidere mio marito per sbaglio e tantomeno lui
ha avuto un arresto cardiaco per la paura che io potessi fargli troppo male.
So dosare in modo perfetto la mia forza e la mia abilita' e potevo picchiare
Jacob in modo anche abbastanza duro senza mai mettere a repentaglio la sua
incolumita' fisica. Jacob aveva una fiducia infinita nelle mie capacita' e,
come le ho appena dimostrato, questa fiducia era riposta nella persona giusta.
Se lo metta bene in testa. Mio marito e' morto per un infarto dovuto ad
un'anomalia del suo miocardio e l'unica cosa di cui io mi possa incolpare e'
quella di non aver capito che aveva dei problemi in tal senso. Avrei dovuto
accorgermene e non capisco come non sia riuscita a cogliere quei segnali che
ci sono stati. Perche' ci debbono essere stati dei segnali. A meno che....."

" A meno che?"

" Rifletta, detective. Se lei amasse tanto fare una cosa insieme alla sua
compagna di vita e se questo desiderio fosse cosi' importante, cosi'
necessario per lei, cosa farebbe?"

" Intende qualcosa che riguardava il fare sesso?"

" Intendo sesso e dominazione. Le due cose erano strettamente collegate"

" In che senso? Che suo marito si eccitava solamente quando lei vestiva i
panni dominanti?"

" Oh no detective Bravermann, lei è di nuovo in errore. Io non vestivo i panni
dominanti. Io ero dominante in ogni momento della mia vita, a partire dalle
piccole cose di tutti i giorni. In piu' c'erano dei momenti in cui la mia
consueta dominazione diventava violenta. Dovevo esserlo se volevo fare sesso
con mio marito in modo soddisfacente per tutti e due. Piu' aumentavo la mia
dominazione, piu' io ero violenta e piu' aumentava l'eccitazione di Jacob e di
conseguenza il nostro piacere. Ad essere sincera, ho detto una cosa errata"

" A cosa si riferisce, signora Fink?" chiesi meravigliato

" Al fatto che le ho detto che ero dominante. E' piu' giusto dire che lo sono
tuttora" Oh si che era dominante. Lo era in tutto cio' che faceva e in cio'
che diceva. Era dominante dalla punta dei capelli al dito mignolo del piede

" Dunque, piu' lei lo picchiava e piu' saliva l'eccitazione di suo marito?" le
chiesi

" In un certo senso e' proprio cosi'. Lui aveva bisogno soprattutto di essere
dominato. Per tutta la sua vita, Jacob aveva avuto problemi di carattere
sessuale. Lui non riusciva ad avere un'erezione nella maniera tradizionale e
aveva appunto bisogno di essere dominato per raggiungere l'eccitazione ma,
ovviamente, piu' aumentavo la mia dose di dominazione e maggiore era il suo
piacere, fino a raggiungere l'apice quando gli dimostravo la mia superiorita'
fisica, annullandolo fisicamente e psicologicamente. Pero' mi sarebbe bastato
anche dargli un semplice ordine, obbligandolo, che so, ad inginocchiarsi al
mio cospetto per fargli avere una semplice erezione. Ma non era cio' che lui
voleva. Il suo desiderio era quello che io dovessi dimostrargli continuamente
che l'ordine che gli davo fosse dato da una donna che lo sovrastasse
fisicamente e possibilmente vestita nel modo in cui lei mi ha trovata ieri
sera. Ed era esattamente quello che io facevo, per la sua e per la mia gioia"

" Si, ora penso di aver capito bene la psicologia di suo marito, ma abbiamo
divagato. Lei mi stava mettendo al corrente di alcuni dubbi che le erano
venuti in mente"

" Esattamente, detective. Stare con me e fare l'amore con me, erano le
priorita' di tutta la sua vita. Non contava niente altro per lui. I soldi, il
potere, le amicizie influenti, tutto passava in secondo piano e lui potrebbe
anche aver avuto dei sintomi e non avermi messa al corrente per timore che io
potessi vietargli di essere dominato e di fare sesso con me. Per lui era molto
dispendioso da un punto di vista fisico e troppo emozionante"

" E' plausibile che suo marito possa aver fatto un ragionamento del genere?"

" E' piu' che probabile. Non avrebbe perso soltanto il sesso, ma tutto cio'
che lui amava. Avrebbe perso la dominazione violenta, avrebbe perso la
possibilita' di vedermi in abiti di lattice, avrebbe perso la possibilita' di
inchinarsi al mio volere in quanto io non gli avrei permesso di mettere a
repentaglio la sua vita con emozioni cosi' intense. Non glie lo avrei
permesso" Per la prima volta da quando avevamo iniziato quel dialogo avevo
visto Rachel Fink accalorarsi. Sembrava veramente addolorata per la scomparsa
di suo marito. Un dolore espresso in modo compunto, senza piagnistei, ma
sembrava evidente che quella bellissima donna provasse un affetto particolare
nei confronti del marito e quella che a prima vista poteva sembrare
indifferenza altro non era che la sua particolare educazione che la obbligava
ad avere un certo tipo di comportamento. Riemersi da questi ragionamenti per
rendermi conto che stavamo ancora sul tatami, io a torso nudo e lei ancora in
reggiseno e minuscole mutandine. Mi osservo' intensamente. Che diavolo voleva
capire di me? Continuava a valutarmi, soppesando come si fa quando si va al
mercato a scegliere delle merci ed ero infastidito di sentirmi appunto come
una cosa sulla bancarella

" Io mi rivesto, signora Fink" le dissi scendendo dal tatami per andare a
prendere i miei abiti

" Prenda anche i miei abiti" Stavolta fui io a guardarla intensamente

" Lei non usa mai aggiungere ai suoi ordini la parola ?

" Le e' sembrato un ordine?"

" Si signora Fink, mi e' sembrato un ordine"

" Io la chiamerei una richiesta. I miei ordini sono ben piu' perentori, mi
creda. Non stia a sottilizzare sulla mancanza di frasi fatte nel mio
linguaggio. Non mi appartengono. Mi dica semplicemente che lei non ha
intenzione di prendermi gli abiti e le mie scarpe e la facciamo finita con
questa pantomima"

" Io non intendevo rifiutarle un favore ma..."Non trovavo le parole. Non
potevo dirle che era maleducata in quanto non lo era assolutamente. Era
semplicemente abituata ad avere tutti ai suoi piedi ed a fare richieste, come
le aveva chiamate lei, che apparivano ordini

" Allora? Cosa ha deciso, detective Bravermann?"

" D'accordo. Non voglio sembrarle scortese" le risposi. Ma non era solo questo
il motivo per cui le andai a prendere i suoi abiti. C'era dell'altro e non
riuscivo a capire cosa. Le misi le scarpe appena fuori il tatami e poi le
porsi il vestito, le calze ed il reggicalze e lei, senza proferire parola, mi
ridiede in mano l'abito e, con i suoi gesti lunghi e apparentemente studiati,
si infilo' le calze fermandole con il reggicalze quindi afferro' l'abito dalle
mia mani e lo indosso' facendolo scivolare da sopra la testa. La osservavo in
religioso silenzio, terribilmente affascinato ed eccitato. Si, ero eccitato.
Avevo un'erezione che mi stava cominciando a dar fastidio, eccitazione che
divenne ancora piu' considerevole quando lei si volto, alzo' i suoi lunghi
capelli e mi disse semplicemente

" La lampo" Deglutendo di nuovo in modo nervoso, le afferrai la lampo del suo
abito nero e cercai di chiuderla. Rachel Fink, per nulla turbata dalla mia
vicinanza, si avvicino' ancor di piu' a me, apparentemente per facilitarmi la
breve operazione, ma cosi' facendo mise il suo meraviglioso sedere proprio
all'altezza del mio pene in erezione. Non disse nulla, sebbene avessi la
certezza che lei avesse sentito l'indurimento del mio pene. Nessun muscolo del
suo splendiso corpo si mosse. Sapevo che lo aveva fatto apposta. Cosa voleva
da me? Perche' aveva voluto testare le mie reazioni erotiche? Quando terminai
di tirarle su la lampo dell'abito si volto'. Accenno' un sorriso che a me
sembrava di compiacimento

" Grazie, detective" Finalmente un era uscito dalla sua stupenda
bocca

" Di nulla" risposi, rimanendo ad osservarla quasi inebetito. L'avevo a pochi
centimetri da me e la mia emozione era ormai palpabile. Neanche lei, per
qualche secondo, si sposto' da quella posizione. Continuavamo ad osservarci
l'un l'altra, lei quasi scrutando con quei meravigliosi occhi verdi le mie
reazioni ed io per bearmi della bellezza incomparabile del suo viso. Avevamo
la stessa altezza e questo ci consentiva di fissarci senza bisogno di spostare
di una virgola il nostro sguardo, ne' in alto ne' verso il basso. Non potevo
piu' resistere. Volevo baciare quella bocca straordinariamente disegnata col
suo impeccabile rossetto ed avanzai il mio bacino di qualche millimetro
proprio quando lei fece un passo indietro

" E' meglio andare. Si sta facendo tardi. Detective, mi metta le scarpe" La
guardai meravigliato. No, non potevo fare una cosa del genere. Quel gesto
andava bene per i suoi giochetti dominanti, ma io non potevo sottostare ad una
simile richiesta

" Non puo' chiederemi una cosa del genere" Sorrise sfrontatamente

" Cosa c'e'? Le da fastidio inginocchiarsi ai piedi di una donna ed infilarle
le scarpe? Io non lo posso fare. Il mio abito e' talmente aderente che se mi
chinassi lo romperei sicuramente ed e' un abito del valore di cinquemila
dollari. Essere ricca non significa dover gettare i soldi. Suvvia, detective,
un uomo non perde la propria dignita' inchinandosi di fronte ad una donna per
una cosa del genere. La dignita' e' ben altro. Mi metta le scarpe, per favore"
Stavolta aveva detto La cosa non cambiava di molto la situazione
ma a me bastava per convincermi. Si, aveva intuito bene Rachel Fink, era per
me una questione di dignita', dignita' che non volevo perdere di fronte a lei
ma, allo stesso tempo, io non vedevo l'ora di farlo. Non vedevo l'ora di
prendere quei bellissimi decolte', di afferrare i suoi meravigliosi piedi
ricoperti dalla seta delle sue calze e di unirli. Lo feci, indugiando come un
feticista sulla perfezione di una parte del corpo femminile che prima di quel
momento non mi aveva mai attratto particolarmente. Cosa mi stava accadendo?
Cosa mi faceva fare quella donna soltanto con la sua volonta? Avrei potuto
capirlo se lei avesse approfittato della sua straordinaria forza e della sua
efficenza fisica che, come mi aveva dimostrato, era di gran lunga superiore
alla mia, ma non era questo il caso ed io sembravo un burattino nelle sue mani
grazie soltanto alla sua forza di volonta'. Dovevo andarmene al piu' presto.
Dovevo scappare lontano da lei e da quella forza ammaliatrice che possedeva.
Rachel Fink intanto, scese dal tatami ed io potei finalmete rivestirmi. Mi
allacciai la camicia e mi rimisi la cravatta, senza pero' indossare la giacca.
Avevo un caldo pazzesco o forse era solamente la tensione della paradossale
situazione nella quale mi trovavo. La bellissima vedova mi fece cenno di
precederla verso l'uscita della stanza e quando misi la mia mano sulla
maniglia per aprire la porta, mi fermo' prendendomi per il braccio sinistro

" Detective, non mi soffermero' ulteriormente sulla richiesta di segretezza
che questo nostro incontro deve avere, soprattutto per quanto riguarda la
stampa, ma quello che mi preme dirle riguarda il corpo di mio marito. Esigo
che mi venga restituito al piu' presto. Faccia pressioni nei confronti del
medico legale oppure saro' costretta a chiedere un favore ad uno dei tanti
amici del povero Jacob. E puo' stare sicuro che il favore non mi verra'
rifiutato. Posso contare sul suo aiuto?"

" Ceramente, signora Fink. Mi adoperero' in modo che il corpo di suo marito le
sia restituito al piu' presto, magari domani stesso, ma non dipende da me. Per
quanto mi riguarda, la voglio ringraziare per tutto cio' che mi ha confidato"

" Ha un quadro esatto della situazione, adesso?"

" Si, credo proprio di si"

" Molto bene" Mi lascio' il braccio sinistro, afferrando con dolcezza quello
destro, la cui mano teneva ancora saldamente la maniglia, costringendomi a
lasciarla e a farmi fare una mezza giravolta mettendomi di nuovo di fronte a
lei "Aspetti, detective, si e' annodato la cravatta senza guardarsi allo
specchio ed e' storta. Glie la metto bene" Evidentemente, era una mia costante
non annodarmi la cravatta nel modo giusto. Come aveva fatto la mia fidanzata
Megan la sera scorsa, anche Rachel Fink me la sistemo', ma mio malgrado, la
sensazione che provai con la ricca vedova fu completamente diversa. Sentivo
una volta di piu' il suo profumo penetrante ed il suo respiro calmo, mentre il
mio pene ancora in tiro per l'eccitazione precedente, sussulto' senza che io
potessi fare nulla per fermarlo. Avevo avuto un'eiaculazione assolutamente
incontrollabile. Forse diventai rosso e forse la donna che avevo di fronte a
me nemmeno se ne accorse, ma io mi resi conto in quel momento che Rachel Fink
aveva acquistato uno straordinario potere su di me. Un potere che andava ben
al di la' di quello sessuale ma che ancora non riuscivo a comprendere del
tutto. Mi girai per non guardarla e sentii soltanto la voce della donna

" Cosi' e' perfetto. Ora puo' andare" La salutai stringendole quella mano
apparentemente delicata ma che aveva un potenziale assolutamente inusuale e
ripercorsi il corridoio che mi conduceva verso l'uscita della villa, preceduto
dal maggiordomo di casa Fink che mi saluto' ossequiosamente quando varcai la
soglia per uscire. Sentii un gran freddo, in contrapposizione al caldo assurdo
che avevo al cospetto di Rachel Fink e dovetti indossare la mia giacca. Ero
costernato, con la testa che sembrava dovesse scoppiarmi da un momento
all'altro, senza contare la difficolta' che avevo a causa dello sperma nei
miei boxer. Pregai il cielo che il mio intimo avesse contenuto la mia
eiaculazione e che non si vedessero tracce e, con sollievo, mi resi conto che
i miei pantaloni erano ancora immacolati, almeno a vederli dal di fuori.
Montai nella mia macchina di servizio e l'avviai con l'intenzione di andare a
casa mia per potermi cambiare, invece di ritornare al distretto. Varcai il
cancello con la mia auto facendo attenzione a non investire la moltitudine di
giornalisti che si era moltiplicata e che mi chiedeva informazioni riguardo la
morte del magnate e proseguii verso il mio appartamento. Ripensavo a quanto
era accaduto nella villa dei Fink, a cio' che la vedova mi aveva confidato e
alle straordinarie dimostrazioni di forza, potenza e femminilita' che la donna
mi aveva elargito a piene mani. Scossi la testa. Dovevo assolutamente
dimenticare quel bellissimo volto, quel corpo scolpito, quella voce ammaliante
e quello sguardo penetrante. Non avevo difese, non potevo resistere ai suoi
ordini mascherati da semplici richieste, non potevo resistere a quella
bellezza fuori dall'ordinario che Rachel Fink sapeva gestire con
impressionante sicurezza e soprattutto sapevo di non poter resistere a me
stesso. Aveva dimostrato di potermi manovrare come voleva e questo non
riuscivo a sopportarlo. Mi maledicevo per tutto cio' che mi aveva fatto fare,
anche se apparentemente non era accaduto niente di particolarmente grave.
Apparentemente. In poco piu' di un'ora, Rachel Fink mi aveva fatto perdere
tutte le mie sicurezze, lasciandomi in balia di mille dubbi che mi
attanagliavano e con una sola certezza: non sarei stato piu' il Benjamin
Bravermann che tutti avevano conosciuto, l'uomo sicuro di se stesso, il
poliziotto deciso e l'amante che molte donne avevano adorato. Mi sentivo come
un cieco senza il suo bastone, incapace di andare avanti e psicologicamente
ferito. Dovevo risolvere al piu' presto questo problema. Rachel Fink mi aveva
fatto inginocchiare ai suoi piedi sia con la forza bruta che con la sua forza
di volonta', ma al mondo, di Rachel Fink ce n'era una sola ed io avrei dovuto
assolutamente evitare di rivederla se volevo tornare almeno in parte il Ben
Bravermann di prima.

FINE QUINTA PUNTATA



doc.xy
00lunedì 4 agosto 2014 09:16
Complimenti! [SM=x829788]

Capolavoro!! [SM=x829789]

Sembra di essere su fox crime!!! [SM=x829769]
DavideSebastiani
00martedì 5 agosto 2014 17:49
Grazie ancora per i complimenti
DavideSebastiani
00martedì 5 agosto 2014 18:11
Sesto episodio




Staccai dal lavoro ben prima dell'orario previsto. Avevo chiesto al capitano
Banks di potermene andare via prima a causa di un forte mal di testa e lui
aveva acconsentito. In fondo, gli avevo detto la verita'. Dopo essermi andato
a cambiare, avevo trascorso il resto del pomeriggio nel mio ufficio, avevo
mangiato un panino e raccontato al capitano Banks alcuni particolari della mia
chiacchierata con Rachel Fink, omettendone naturalmente altri che, per forza
di cose, non mi sentivo di condividere con chicchessia. Avevo anche avuto un
dialogo piuttosto piccato al telefono con Megan che mi aveva chiesto di
trascorrere la serata insieme e che, al mio rifiuto, si era arrabbiata sul
serio. Mi dissi che avrei dovuto ricucire al piu' presto quel rapporto. Mi
piaceva Megan e le volevo bene, ma l'incontro con la vedova Fink mi aveva
completamente scombussolato. Qualsiasi donna, anche una ragazza piuttosto
attraente come Megan, scompariva letteralmente di fronte a lei. Il paragone
era improponibile. Non era solo una questione di bellezza ma di comportamento,
di puro fascino, di intelligenza, doti che Megan, pur possedendone in
quantita' notevole, non avrebbe mai potuto eguagliare. Arrivai a casa mia
verso le 18.30, mi sedetti sulla mia poltrona preferita e cercai di
rilassarmi. Mi sentivo terribilmente stanco. La sera precedente non avevo
dormito per niente, sempre a causa dell'incontro con la Fink, e ben presto il
sonno intorpidi' le mie membra. Mi alzai dalla poltrona per andarmene a letto
senza nemmeno cenare. Quella giornata interminabile si stava finalmente
concludendo.

Mentre mi facevo la barba dopo essermi fatto la consueta doccia mattutina, mi
accorsi di aver riacquistato almeno in parte il mio solito umore.
Difficilmente avrei potuto dimenticare l'incontro con quella donna
straordinaria, quella strana eppure non del tutto sgradevole sensazione di
sentirsi nelle mani di un'altra persona, di subirne il fascino, di sentirsi
assolutamente non adeguato al suo valore, al suo intelletto e persino alla sua
forza fisica, cosa completamente inusuale per qualsiasi uomo e a maggior
ragione per uno come me. Avevo deciso che non l'avrei piu' voluta rivedere.
Non ce la facevo a sentirmi di nuovo cosi' fragile come quando mi trovavo al
suo cospetto. Eppure, quella fragilita' aveva un suo piacere. Cercavo di
capire meglio dentro di me senza riuscire a decifrare quella sensazione
assolutamente nuova per la mia psiche e poi decisi di dedicarmi ad altre
faccende, senza lambiccarmi il cervello con pensieri che mi avrebbero fatto
tornare il mal di testa della sera precedente. Arrivai al lavoro puntualmente
alle nove, come mia abitudine, dopo aver fatto la mia consueta abbondante
colazione e mi gettai sul lavoro con alacrita' fin quando una telefonata mi
interruppe. Era il dottor Forsyte, il patologo

" Come va, detective Bravermann?" esordi'

" Come al solito" mentii "E lei? Ha qualche novita' da dirmi?"

" Mmmm, qualcuna. Le sto mandando via fax il referto, ma posso confermarle
quello che avevo intuito l'altra sera. Jacob Fink e' morto per infarto del
miocardio. Aveva il cuore in condizioni disastrate. Aveva avuto una miocardite
non curata qualche anno addietro e questo si evince dall'ipertrofia, ovvero
una crescita eccessiva del tessuto del muscolo. Con molta probabilita' non si
e' mai accorto di avere questa patologia e una grossa emozione ha portato
quindi al conseguente infarto del miocardio. Credo che la bella vedova sia
innocente, detective. Le percosse che la vittima aveva ricevuto nel corso
degli anni non hanno provocato alcun danno fisico rilevante. Posso garantire
al 100% che i colpi che Jacob Fink ha ricevuto non hanno leso nessun organo
vitale. Gli hanno procurato molto dolore, diversi evidenti lividi ma niente
altro. E' tutto chiaro, detective?" Osservai il fax e iniziai a sentire il
classico rumore della sua messa in funzione

" Credo di si, dottore, ma prima una domanda. Puo' un medico non accorgersi
minimamente se un paziente ha la miocardite?"

" Purtroppo si, Bravermann. La miocardite puo' non dare alcun sintomo evidente
ed e' molto difficile da diagnosticare, a volte, in quanto ha dei sintomi
molto comuni ad altre malattie e non mi meraviglia affatto che non sia stata
scoperta. Se il malato e' fortunato accusa alcuni sintomi molto banali e la
malattia viene curata semplicemente con un antibiotico, ma se nessuno se ne
accorge puo' provocare danni irreparabili, fino ad arrivare alla necrosi del
tessuto miocardico, come e' avvenuto nel caso di Jacob Fink"

" Quindi, nemmeno la moglie che e' un medico poteva accorgersene?"

" Se Jacob Fink non ha avuto alcun sintomo o comunque li ha confusi con altre
malattie, assolutamente no"

" La ringrazio, dottore"

" Bene! Se ha qualche altro dubbio mi faccia sapere, ma e' tutto molto chiaro"

" Un altro dubbio ce l'avrei, dottore. Cosa puo' dirmi dello sterno rotto?"

" Bah, cosa posso dirle? Probabilmente la rottura dello sterno e' dovuto ad
una forte pressione esercitata nel momento in cui si e' cercato di fare una
respirazione per rianimarlo. Altro da chiedermi, detective?" Ci pensai un
attimo

" Veramente si. L'uomo e' morto sul colpo? Oppure ha avuto qualche minuto
prima che morisse?"

" E' morto sul colpo, detective. Non c'era proprio niente da fare"

" A causa di una forte emozione?"

" Ma non era una sola domanda? E che ne so io? E' probabile, ma gia' le ho
detto ieri che non faccio l'indovino. Comunque e' ragionevole pensare che una
forte emozione puo' averlo ucciso. Il suo cuore era comunque arrivato alla
fine del percorso e un'emozione lo puo' aver mandato all'altro mondo. Del
resto, con una moglie come quella, a chi non verrebbe un colpo al cuore?"
Gia', a chi non verrebbe un colpo al cuore? Salutai il dottor Forsyte
raccomandandomi di riconsegnare il corpo al piu' presto alla moglie del
defunto, come lei mi aveva chiesto e poi mi trovai di nuovo con i miei
pensieri. Cosa fare? Telefonare a Rachel Fink e dirle che aveva ragione su
tutta la linea? Oppure chiedere di vederla per dirle in faccia la stessa cosa.
Il buon senso mi diceva che non avrei dovuto rivederla, come mi ero
ripromesso. Sapevo di essere vulnerabile al suo cospetto, ma non volevo
perdere l'occasione di rivederla ancora una volta. Ne sentivo quasi un bisogno
fisico e tutti i buoni propositi della sera precedente e di quella mattina
erano andati a farsi benedire. Volevo rivederla. Dovevo assolutamente
rivederla. Al diavolo il buon senso. Tanto, sarebbe stata l'ultima volta. Le
nostre strade difficilmente si sarebbero incrociate nuovamente. Presi il
telefono e dopo un attesa durata almeno cinque minuti, durante i quali la
solita Rosa, una delle donne di servizio di casa Fink, mi ripeteva in
continuazione di attendere perche' la senora aveva da fare, la voce di Rachel
Fink rispose

" Buon giorno, detective Bravermann. Ha qualche notizia da darmi oppure voleva
togliersi qualche altra curiosita' su di me e sul mio rapporto con Jacob?"

" Ho delle notizie per lei, ma vorrei dargliele di persona, se lei permette"

" Ora sono occupata e non posso riceverla. L'aspetto per le 15. Sia puntuale"

" Lo saro' senz'altro, signora" Attesi che la donna riattaccasse e poi la
imitai. Guardai l'orologio nervosamente. Erano le 11.30. Dovevo attendere ben
tre ore e mezzo prima di poterla rivedere.

La folla di giornalisti dinanzi alla villa di Rachel Fink non era affatto
diminuita, malgrado la conferenza stampa del capo della polizia che aveva
ribadito come Jacob Fink fosse morto per arresto cardiaco. I giornali avevano
dato grosso risalto alla notizia, soffermandosi proprio sulla procace bellezza
della moglie e ipotizzando come potesse essere stata proprio questa la causa
del decesso dell'uomo piu' ricco di San Francisco. Un ipotesi che qualunque
uomo si sarebbe fatto. Ma poteva essere considerata colpevole una donna in
quel frangente? Certamente no da un punto di vista della legge, ma da un punto
di umano Rachel Fink aveva qualche colpa a parte quella di essere
straordinariamente bella e di aver voluto accontentare suo marito ed essere
diventata la donna dominante che lui aveva voluto per tutta la vita? No,
secondo il mio giudizio, non poteva essere considerata colpevole, nonostante
le ipocrisie dei giornali che non conoscevano la realta' come la conoscevo io.
Rimaneva aperto solo il dubbio che la bellissima vedova aveva introdotto il
pomeriggio precedente. Jacob Fink era al corrente della sua miocardite? Lo
sapeva e non aveva detto nulla a sua moglie per timore di perdere le
attenzioni molto particolari che lei gli rivolgeva oppure, come sembrava piu'
probabile, la malattia non gli era mai stata diagnosticata? In fondo, se lui
avesse saputo della sua malattia, avrebbe sempre potuto farsi curare di
nascosto da un altro medico per non compromettere il suo rapporto con Rachel
Fink. Oppure il suo status di marito sottomesso gli impediva di fare qualcosa
di nascosto della moglie? Oh, al diavolo. Ormai, risposte a tutti questi
quesiti erano impossibile da dare. Jacob Fink se li era portati nella tomba e
a me, dal punto di vista professionale, la cosa doveva interessare
relativamente.

Rifeci il percorso fatto il giorno precedente, attesi nuovamente che
all'interno della villa mi dessero il lasciapassare e alle 15 in punto mi
trovai di nuovo di fronte a Rachel Fink. Non era da sola. Seduto su divano
accanto a lei, nella stessa camera dove l'avevo vista la prima volta, le
faceva compagnia l'odioso avvocato Samuel Clark che si alzo' per stringermi la
mano rimettendosi subito dopo sul divano, mentre lei rimase tranquillamente
seduta. Era splendida, un capolovoro vivente e ancora una volta mi dissi che
c'era qualcosa in lei che prescindeva dall'aspetto fisico pur di assoluto
valore. Emanava femminilita', in contrasto con cio' che mi aveva fatto vedere
il giorno precedente in palestra e stupenda sensualita'. Non era nemmeno una
questione di abiti. Indossava una gonna nera molto semplice, un tubino che
appariva molto corto soltanto perche' era seduta con le gambe accavallate ma
che probabilmente le doveva arrivare poco sopra il ginocchio ed una camicia
bianca a maniche lunghe con dei decori sulle maniche e che sembrava comprimere
il suo seno rendendolo meno vistoso di quello che era in realta', come avevo
potuto constatare ammirandola in abbigliamento intimo. Un abbigliamento di
classe, costoso ma di una semplicita' estrema. Le scarpe erano come al solito
col tacco alto e sembravano essere l'unica concessione alla fantasia erotica
maschile. Ma era l'insieme ad essere strepitoso. Il trucco era come al solito
inappuntabile, con l'abituale rossetto rosso, mentre stavolta i capelli erano
tirati su in modo da rendere il viso completamente sgombro. Due orecchini
d'oro con delle pietre preziose, probabilmente di inestimabile valore
considerando la grandezza, pendevano mirabilmente abbellendo il suo collo da
cigno. Mentre mi chinai per salutarla dandole la mano, sentii quasi una fitta
profonda al cuore e mi sembro' di avere addirittura un mancamento. Possibile
che quella donna mi facesse un effetto simile? Rachel Fink mi disse di sedermi
e poi si rivolse all'antipatico Samuel Clark

" Lasciaci soli, Samuel" Stavolta l'ordine era stato secco e l'avvocato si
alzo' immediatamente

" Subito, signora Fink" L'uomo mi strinse di nuovo la mano ed usci' dalla
stanza senza voltarsi indietro. Cosa c'era tra di loro? Lui era uno di quegli
amanti che lei poteva avere tranquillamente a dispetto della fede che portava
al dito? Se cosi' era, di sicuro Samuel Clark era un amante sottomesso. Il
modo in cui i due si erano rapportati, non lasciava alcun dubbio e la mia
conoscenza sui fatti privati della donna rafforzava questa mia impressione. La
bella vedova intanto, aveva spostato lo sguardo su di me

" Allora, detective Bravermann, a cosa debbo l'onore della sua visita?"

" Sono venuto per dirle che il patologo ha terminato l'autopsia su suo marito
e che il referto e' quello che lei aveva previsto. Suo marito e' morto per
arresto cardiaco" la donna sorrise senza distogliere quello sguardo indagatore
nei miei confronti

" Lo so" Rimasi sorpreso

" Come fa a saperlo? Io stesso l'ho saputo quando le ho telefonato stamattina"

" Credo che lei ancora non abbia capito esattamente con chi ha a che fare,
detective. Una persona molto importante ha avuto la premura di interessarsi
della situazione e mi ha subito informata" Sorrisi amaro

" Dunque, la mia venuta e' del tutto superflua?"

" Credo che la sua visita fosse superflua anche se io non lo avessi saputo.
Avrebbe potuto diemelo per telefono, non crede?" Rimasi sconcertato. Aveva
ragione, come al solito. Con lei non ci potevano essere scuse cretine ed era
sempre almeno un passo avanti a me

" Io.....Io volevo solo...." balbettai senza riuscire a trovare una scusa
credibile

" Voleva per caso rivedermi?"

" Ma no, cosa dice, signora Fink" mi stava rendendo piu' nervoso di quanto
gia' non lo fossi prima di varcare la soglia di questa bellissima villa.
Sapevo di essere vulnerabile al suo cospetto ma non credevo potessi esserlo in
una maniera cosi' vistosa

" No? Lei non e' educato, detective. Non si dice ad una signora che non si ha
intenzione di rivederla" Oh mio Dio. Qualunque cosa dicessi mi coglieva in
fallo

" Non e' nemmeno questo, signora Fink. Il fatto e' ......." Niente, non
riuscivo a trovare le parole e lei sorrideva sempre di piu' di fronte al mio
imbarazzo

" Su, non e' complicato trovare una scusa. Avrebbe potuto inventarsi di voler
testare di nuovo le mie capacita' atletiche, ad esempio" Si, poteva essere una
buona scusa ma non avevo intenzione di sfidarla. Mi aveva gia' ampiamente
dimostrato le sue immense capacita' e non volevo sentirmi cosi' infinitamente
di livello inferiore come mi aveva fatto sentire. Mi alzai

" Forse e' meglio che me ne vada, signora Fink. Mi scusi se le ho fatto
perdere del tempo"

" Fermo! " mi ordino' e lo fece con lo stesso tono col quale aveva appena
trattato l'avvocato Clark. Ero rimasto immobile di fronte a lei, senza sapere
come comportarmi

" Cosa significa? Non puo' darmi ordini signora Fink. Io non sono suo marito e
nemmeno Samuel Clark" La donna si alzo' dal divano, incurante delle mie parole
e venne di fronte a me

" Seguimi e non fare storie" Il suo tono era completamente cambiato ed ora era
estremamente autoritario

" Per quale motivo dovrei seguirla?" provai ad obiettare

" Perche' te lo ordino io" mi rispose facendomi quasi rabbrividire

" Le ho detto che io non prendo ordini da lei" Di nuovo un obiezione, ma
stavolta meno marcata

" Non sei curioso di sapere il motivo per cui esigo che tu venga con me?"

" Io....si ma lei...." Iniziavo persino a balbettare. Mio Dio che figura stavo
facendo. Il mio respiro si faceva affannoso mentre lei era l'emblema della
tranquillita'. Cosa voleva ancora da me?

" E allora piantala di obiettare. Seguimi e zitto" Stavolta mi lasciai
convincere senza altre obiezioni. Non riuscivo a contrastare questa sua
autorevolezza e la seguii, dicendo a me stesso che lo facevo solo per
curiosita', per capire cosa volesse da me. Rachel Fink apri' la porta, usci'
da quell'immenso salone e si diresse verso le scale dove si trovava il piano
superiore e dove c'era la stanza in cui era morto suo marito. Sali' le scale
con il suo incedere unico, voltandosi ogni tanto per controllare che io la
seguissi e lasciando scie del suo profumo che respirai a pieni polmoni,
inebriandomene. Superammo la stanza dove era stato trovato morto Jacob Fink ed
altre, tutte rigorosamente chiuse, fino ad arrivare all'ultima porta. La apri'
e spinse l'interruttore illuminando una camera da letto da sogno, enorme,
arredata con gusto e con eleganza. Rachel Fink si sedette al bordo del letto
ricoperto da bellissime lenzuola di lino ricamate, accavallo' di nuovo le
lunghe gambe e poi con il dito indice mi fece cenno di avvicinarmi

" Ora inginocchiati ai miei piedi" Feci un passo indetro

" Cosa? Non puo' chiedermi una cosa del genere"

" Oh si che posso. So che non vedi l'ora di farlo ma devi vincere la tua
mentalita' da maschio dominante. Potrei costringerti a farlo con la forza ma
voglio che tu lo faccia di tua spontanea volonta'" Era troppo. Non dovevo
rimanere un solo secondo in piu' in quella stanza se non volevo perdere del
tutto cio' che era rimasto del mio autocontrollo.

" No!" gridai e mi voltai per andarmene ma non avevo fatto i conti con la
straordinaria velocita' e agilita' di Rachel Fink che, prima che riuscissi a
raggiungere la porta, era gia' dietro di me. Afferro' la mia mano sinistra
costringendomi sulla difensiva e poi strinse facendo contemporaneamente una
torsione. Sentii un dolore acuto

" Che cosa sta facendo? Si rende conto che lei sta mettendo le mani addosso ad
un poliziotto? Potrei denunciarla per questo"

" Non lo farai. In ginocchio ti ho detto" Lottavo con tutte le mie forze per
liberarmi, ma non riuscivo a fare nulla. Quella donna era tanto bella, tanto
seducente per quanto dotata di una forza straordinaria. Provai a colpirla con
la mano libera ma l'unico risultato che ottenni fu quello di farmi
imprigionare anche l'altra mano, subito afferrata con sorprendente rapidita'
dalla donna. Ora non avevo piu' la possibilita' di muovermi e sentii un forte
dolore quando lei torse i miei polsi costringendomi in ginocchio, proprio come
voleva lei

" Mi lasci, signora Fink e le prometto che questa faccenda non avra' un
seguito"

" Ti lascero' solamente se mi prometti che non farai altre idiozie del genere.
Ti sto obbligando a fare solamente quello che tu hai voglia. Devi solo
capirlo. Ora bacia i miei piedi e fallo dolcemente e non costringermi a farti
del'altro male. Credimi, non mi piace mettere le mani addosso ai miei
sottomessi, a meno che loro non lo vogliano espressamente, come il mio povero
Jacob. Giu' e bacia i miei piedi"

" Io non sono un suo sottomesso e non lo faro'" gridai

" Non lo sei ancora ma lo sarai" rispose pacatamente la donna aumentando la
torsione. Il dolore cominciava a farsi insostenibile

" Aaaaah" mi lamentai "Non e' possibile, non puo' essere vero. Mi sta
spezzando i polsi"

" Non te li spezzero' se tu mi obbedirai. Ieri ti ho fatto vedere come per me
sarebbe una sciocchezza farlo e tieni in mente che ti ho mostrato solo alcune
delle cose che posso fare. Ora non te lo ripetero' piu', Baciami i piedi e te
la caverai con poco dolore ed avrai la tua ricompensa" Il dolore era sempre
piu' insopportabile e gli occhi mi si stavano riempiendo di lacrime che
faticai a mandare indietro. Mi sentivo cosi' impotente, cosi' fragile e cosi'
in imbarazzo che non mi accorsi subito di avere avuto un'erezione. Possibile?
Perche' mi stava accadendo? Come era possibile che tutto questo mi piacesse.

Io non lo volevo, mi ero ribellato e solo la forza straordinaria di quella
donna mi stava costringendo in ginocchio. Non capivo piu' nulla e la
confusione in me era totale. L'unica certezza era che non volevo piu' sentire
quel dolore atroce che mi stava procurando Rachel Fink e mi abbandonai
all'inevitabile, mi rilassai facendo meno opposizione allo straripante potere
fisico della donna e il dolore si attenuo'. Ero gia' in ginocchio dinanzi ai
suoi meravigliosi piedi e per baciarli dovetti arcuare la mia schiena. Lo
feci, le tolsi una scarpa ed iniziai a baciarli, prima con delicatezza e poi
con sempre piu' trasporto. Mi piaceva farlo. Oh mio Dio. Mi piaceva. Ero
spaventato da questa scoperta. La mia eccitazione sessuale cresceva ancora di
piu' e piu' cresceva e piu' baciavo quei meravigliosi piedi con maggiore
passione senza accorgermi che la vedova Fink mi aveva lasciato completamente
libero. Quando me ne resi conto, provai a rialzarmi ma la mano ferrea di
Rachel Fink mi prese per il collo e mi costrinse a rimettermi nella posizione
di prima. Mi lasciai guidare e poi sentii la sua mano accarezzarmi il collo

" Bravo, cosi'. Lo sapevo, Benjamin, lo sapevo da prima che tu stesso lo
scoprissi che non vedevi l'ora di inginocchiarti ai miei piedi. Ho dovuto
forzare la situazione ma ora stai comprendendo, non e' vero?" Alzai la testa
per cercare il suo sguardo e riuscii a trovarlo

" Come ha fatto a capirlo? Come c'e' riuscita?" Ormai non potevo piu' negarlo,
ne' a me stesso e tantomeno a lei

" Alzati, Benjamin" mi ordino' ed io come un automa le obbedii, ritrovandomi
di nuovo a pochi centimetri dal suo meraviglioso volto. Rachel Fink prosegui'
"Te l'avevo detto che ti stavo studiando e che stavo valutando le tue
reazioni. Ieri, quando mi hai tolto e poi rimesso le scarpe, ho avuto la
certezza del tuo istinto. Dovevi solo essere obbligato all'inizio con un po'
di forza per vincere la naturale ritrosia del neofita" La guardai, con
rispetto, con ammirazione ed anche con un po' di timore

" E adesso, signora Fink? E adesso cosa accadra'?" Mi sorrise e stavolta il
suo sorriso era vero ed era straordinariamente bello

" Adesso tu avrai la ricompensa che ti avevo anticipato" Mise una mano dietro
la mia nuca e poi mi spinse dolcemente verso di lei. Poso' le sue bellissime
labbra umide di rossetto sulle mie ed io capii in quel momento cosa
significasse la felicita' allo stato puro. Lo avevo desiderato dal primo
istante che l'avevo vista. Con l'altra mano accarezzo' il mio viso e poi
sentii la sua lingua farsi strada nella mia bocca. Il mio cuore faceva
sobbalzi. E' cosi' che ci si sentiva quando ci si innamorava perdutamente di
una donna? Per me, in quel momento, non c'era niente altro al mondo. Al di
fuori di me e di lei non esisteva piu' un mondo corrotto, pieno di guerre, con
gente che moriva di fame, con uomini che uccidevano i propri simili per pochi
soldi, non esistevano piu' droga, malattie o altro. Il mondo era solo Rachel
Fink ed il mio desiderio era solo quello di non far finire piu' quello
straordinario bacio. Ma, come tutte le cose belle, anche quel bacio termino'
ed io mi ritrovai ancora di fronte a lei, con il cuore gonfio di amore e con
il mio corpo pieno di desiderio per quella donna straordinaria

" Che significato ha tutto questo?" le chiesi. Lei prese la mia mano
dolcemente, facendomi segno di mettermi seduto sul bordo del letto. Anche lei
lo fece e mi ritrovai di nuovo vicinissimo a lei

" Tutto questo ha un solo significato, Benjamin. Tu mi desideri come non
credevi che fosse possibile desiderare una donna, ma per avermi dovrai
sottomettermi a me. Sara' meraviglioso per te, vedrai. Lo voglio io e lo vuoi
soprattutto tu. Te l'ho letto negli occhi fin dal primo momento che hai posato
il tuo sguardo su di me"

" Io non so....." provai ad obiettare

" Oh si che lo sai." mi interruppe " Sei logicamente confuso, stai scoprendo
un aspetto del tuo carattere che nemmeno ti immaginavi di avere. Lasciati
guidare dal tuo istinto" Mi misi la testa fra le mani

" Oh mio Dio! No, non puo' essere come dice lei. E' vero, mi sento attratto da
lei ma soltanto perche' lei e' bellissima e nessun uomo potrebbe resisterle"
Mi guardo' continuando a sorridere mentre i suoi occhi sembravano penetrare
nella mia mente

" No, non e' cosi' Benjamin. Sarebbe riduttivo se tu ti sentissi attratto
soltanto dalla mia bellezza. Ci sono migliaia di donne molto belle e di certo
non molte di loro hanno la tendenza a sottomettere gli uomini. Tu ti senti
attratto da me anche per altre cose. Per la mia severita', per la mia forza,
per la mia intelligenza e per il mio modo di fare. Credi che non mi sia
accorta che hai avuto un eccitazione quando abbiamo combattuto ieri? Credi che
non ci abbia fatto caso che la cosa si e' ripetuta poco fa'? O addirittura che
ieri hai avuto un eiaculazione quando ti ho sistemato la cravatta? Ho
osservato ogni tua reazione, ogni tuo gesto e la mia bellezza, pur notevole,
non avrebbe potuto crearti tutto questo desiderio se tu non fossi attratto da
me per altre cose oltre all'aspetto fisico. Oh Benjamin, voi uomini siete
cosi' cocciuti a volte da non riuscire a comprendere una verita' limpida e
cristallina" Se ne era accorta. Pensavo di aver nascosto la mia eiaculazione
ai suoi occhi e invece lei sapeva tutto. Ogni mia sensazione sembrava non
avere segreti per la signora Rachel Fink. Ma ancora non riuscivo a convincermi
del tutto

" Io.....Io non credo di poter sopportare certe cose"

" Cosa, Benjamin? Cosa non riusciresti a sopportare?"

" Non lo so. Non me la sento di essere uno schiavo, non me la sento di fare
cose che vanno contro i miei principi"

" Tu non saresti uno schiavo. Nessuno ti obbliga, Benjamin. Sei libero di
andartene in questo stesso istante. Vai Benjamin, se lo ritieni opportuno.
Vai" Rimasi seduto sul letto. Non potevo andarmene, non potevo correre il
rischio che quella fosse l'ultima volta che la vedevo. Avevo bisogno di stare
accanto a lei, avevo bisogno di respirare il suo profumo e avevo un bisogno
pazzesco di sentirmi indifeso di fronte a lei, alla sua forza straripante,
alla sua intelligenza acutissima, al suo modo dominante di porsi in ogni
situazione. Quella sensazione di sottomissione che si ha di fronte ad una
persona che si reputa superiore era strana eppure meravigliosa, eccitante
sessualmente e mentalmente e l'idea di non sentirla piu' mi faceva star male.
No, non potevo andarmene. Lei mi accarezzo'

" Vedi Benjamin, ora te ne stai rendendo conto, stai cominciando a capire. Gli
inizi sono difficoltosi, lo so perfettamente, ma poi ci si abitua. Non sarai
mai uno schiavo, Benjamin. Non sarai torturato e non ti picchiero' con
violenza ma soltanto per ricordarti ogni tanto chi comanda tra di noi. Saro'
inflessibile, severa e tu amerai ogni momento, ti ecciterai quando io ti
dimostrero' la mia superiorita' fisica e mentale e forse sarai tu stesso a
chiedermi di essere ancora piu' severa, ancora piu' autoritaria e forse
persino piu' violenta nei tuoi confronti. La tua erezione, quando ti ho
costretto ad inginocchiarti, ne e' la testimonianza tangibile. Mio piccolo
Benjamin, cosi' forte e cosi' indifeso. Abbandonati alla mia superiorita'.
Scoprirai che obbedire ad una donna come me porta alla vera felicita', una
felicita' immensa che tu ora stai percependo appena un poco" Avvicino' ancora
un po' il suo meraviglioso volto al mio e mi bacio' nuovamente e nuovamente
sentii tutte quelle meravigliose sensazioni che avevo sentito la prima volta.
Questa volta pero' il bacio prosegui' con piccoli baci sulle bocca ed era
meraviglioso assaggiare quelle labbra disegnate perfettamente. Quando si
stacco', mi fisso' intensamente

" Sei felice?"

" Si, lo sono" risposi sinceramente

" Per continuare ad esserlo dovrai sottometterti definitivamente ai miei
voleri. Ora di nuovo in ginocchio ai miei piedi. La prima volta ti ho
costretto con la forza, adesso dovrai farlo soltanto perche' te lo ordino" La
osservai, cercando di capire esattamente cosa io volessi, ma poi mi persi nei
suoi occhi verdi e capii. Mi alzai dal letto e mi inginocchiai ai suoi piedi e
glie li baciai. Lei scanso' il suo piede dalla mia bocca, lo giro' e mise il
suo tacco a spillo sulla mia guancia. Mi faceva male ma era un dolore
sopportabile

" Non cosi' Benjamin. Ti ho ordinato di metterti in ginocchio e non di
baciarmi i piedi. Devi ascoltare esattamente quali sono i miei ordini ma per
questa volta non ti puniro'. Capisco i tuoi turbamenti e le tue incertezze, ma
la prossima volta non saro' cosi' permissiva. E' chiaro Benjamin?"

" Si signora Fink" risposi, sempre piu' immedesimato dalla situazione

" Basta chiamarmi . In quel modo potrai chiamarmi quando ci sono
altre persone ma quando siamo da soli tu dovrai chiamarmi . Capito?"

" Si"

" Si cosa?" Dillo Benjamin. Chiamarmi e' un passo decisivo per la
tua sottomissione. Ogni volta che ti rivolgerai a me dovrai farlo in questo
modo"

Invece, era difficilissimo per me. Mi ero inginocchiato a lei, le avevo
baciato i piedi ma non riuscivo a pronunciare quella semplice parola. Ci
provai, aprii la bocca ma la richiusi senza che alcun suono ne uscisse ed
alzai gli occhi per osservarla. Il suo volto sembrava inespressivo, senza
particolari emozioni, in attesa che io pronunciassi la parola della mia
definitiva sottomissione, della sua consacrazione a padrona nei miei
confronti. Volevo tutto questo? Lei intanto si sciolse in un sorriso e chino'
il suo busto per potermi afferrare per il mento

" Non e' difficile, Benjamin. Ci sono delle regole che vanno rispettate in un
rapporto del genere e rivolgersi alla persona dominante nel modo giusto aiuta
ad entrare definitivamente nella parte. Non puoi chiamarmi Rachel come se
fossi mio fratello o un amico, se ne avessi di fratelli o di amici, ma devi
avere il giusto rispetto nei miei confronti. Fallo, Benjamin, chiamami
e ti sentirai meglio, respirerai a pieni polmoni la tua
inferiorita'. Perche' sara' proprio questa sensazione a stimolare la tua
eccitazione mentale e sessuale"

Chinai la testa, mentre un milione di pensieri si accumulavano nella mia
mente. Non riuscivo ad essere lucido e a far dipanare i miei ragionamenti in
modo coerente e continuavo a ripetere a me stesso
Se questa donna aveva le straordinarie
capacita' di Rachel Fink, si, senza dubbio si. Non potevo aspettare oltre

" Si, padrona" dissi semplicemente e mi sembro' di essermi liberato di un
macigno e di sentirmi improvvisamente leggero come l'aria. Non vidi la sua
reazione, trovandomi ancora inginocchiato ai suoi piedi, ma potevo immaginare
la sua soddisfazione nell'essere riuscita nel suo intento

" Molto bene Benjamin. Rimani in ginocchio in questa posizione" La vidi
alzarsi e poi la osservai togliersi lentamente i suoi abiti. Si slaccio'
dapprima la sua camicetta che getto' sul letto e quindi si apri' la cerniera
della gonna per levarsela con quei movimenti lenti e studiati che possedeva.
Rimase ai miei occhi soltanto in abbigliamento intimo, un completino nero di
pizzo simile a quello indossato il giorno precedente ma con trasparenze
decisamente maggiori. Voltai il collo per poterla osservare meglio ma lei se
ne accorse

" Alzati Benjamin, cosi' potrai ammirarmi meglio"

" E'.....E' bellissima. Padrona"

" Se ti dicessi che non lo so, sarei una bugiarda e preferisco peccare di
immodestia. Si, sono molto bella" Si avvicino' a me e mi bacio' nuovamente,
aiutandomi nel frattempo a spogliarmi. Mi tolse la giacca e la cravatta e poi
mi slaccio' la camicia. Sentivo le sue mani sul mio corpo e questo rendeva la
mia eccitazione enorme. Spinse poi il suo bacino verso la mia erezione
spasmodica facendomi sussultare

" Vedi Benjamin, e' questo uno dei piaceri della sottomissione. Con
nessun'altra donna tu potrai sentire questo desiderio immenso, nemmeno con una
donna con una bellezza pari alla mia. Questo desiderio potrai sentirlo
soltanto con la tua padrona, ovvero con me"

" Si padrona. Lei ha ragione. Non ho mai sentito un desiderio simile"

" Io ho sempre ragione. La tua padrona ha sempre ragione, al di la' del fatto
che la abbia veramente. Ora abbandonati, Benjamin. Finisci di spogliarti e non
prendere nessuna iniziativa. Non toccarmi a meno che io non ti dica di farlo e
non muoverti senza un mio preciso ordine. Stai per fare l'amore in modo
subordinato. Stai per ricevere il regalo piu' grosso che una padrona possa
fare al suo sottomesso" Persi alcuni secondi per guardarla adorante, con il
cuore letteralmente in subbuglio per cio' che mi stava capitando e con i miei
pensieri completamente in disordine. Eppure, malgrado quel disordine mentale,
alcune certezze si erano instaurate dentro di me. Amavo Rachel Fink. L'amavo
come non credevo fosse possibile amare un altro essere umano, la consideravo
un essere superiore e il mio desiderio di sottomettermi a lei era un bisogno
inspiegabile, pazzesco ma di un'intensita' unica e questo mi stava regalando
una felicita' che nessuna parola sarebbe riuscita a spiegare e il pensiero che
lei mi stesse per fare quel dono aumento' a dismisura quella sensazione di
felicita'. Stavo per toccare il paradiso.

FINE SESTA PUNTATA



doc.xy
00martedì 5 agosto 2014 20:10
Senza parole [SM=x829788]

semplicemente perfetto [SM=x829769]

spero di rileggerti presto [SM=x829779]
pinocchio-latino
00mercoledì 6 agosto 2014 03:23
meraviglioso!!!!!!!!
grazie!
amosolodonne
00mercoledì 6 agosto 2014 08:35
Molto bello, complimenti DavideSebastiani... [SM=x829788]
DavideSebastiani
00venerdì 8 agosto 2014 17:56
Grazie a tutti voi per i complimenti ed eccovi l'ultimo capitolo. Spero di essere stato preciso anche con i termini medici e con la linea gialla che mi sembra coincidere perfettamente.
Quanto a Rachel Fink, è stato facile descriverla perchè lei è semplicemente.....la mia donna ideale
DavideSebastiani
00venerdì 8 agosto 2014 18:17
Settimo e ultimo episodio episodio



Terminai di spogliarmi, sotto lo sguardo di Rachel Fink, della donna che era
diventata la mia padrona. Uno sguardo che sembrava compiaciuto, forse per la
mia erezione, forse per il mio fisico atletico, forse per la consapevolezza di
avermi ormai in suo potere o forse chissa', per tutte e tre le cose. Mi
ordino' di toglierle anche il meraviglioso completino intimo e mi inginocchiai
per sfilarle il minuscolo slippino e poi mi ordino' di tornare di fronte a
lei. Inizio' di nuovo a baciarmi e mi chiese di slacciarle il reggiseno, cosa
che feci con maestria facendolo scivolare a terra

" Toccali, Benjamin. Senti quanto sono duri. E baciali" Si, erano bellissimi e
duri, perfetti nella loro simmetria e nel rapporto col fisico statuario che
possedeva. Li baciai, come mi aveva ordinato e la sentii fremere. La donna
apparentemente gelida stava lasciando il posto alla piu' focosa delle amanti.
Ricominciammo a baciarci e rotolammo sopra il letto. La mia erezione spingeva
sul suo corpo meraviglioso, dimostrandole, semmai ce ne fosse ancora bisogno,
il mio desiderio nei suoi confronti. Non era facile rimanere fermo mentre lei
mi toccava il petto vogliosa. Avrei voluto stringerla tra le mie braccia,
toccarla anch'io, ma mi attenni scrupolosamente ai suoi ordini e scoprii che
era bellissimo. Ero sempre stato abituato a gestire io il rapporto sessuale
con le donne che avevo avuto e quella sensazione di dipendenza era strana ma
eccitante in misura ancora maggiore. Lei si mise sopra di me e fermo' i miei
polsi con le sue mani ferree quindi afferro' il mio menbro ormai alla sua
massima erezione e lo mise dentro di lei, facendomi sussultare dal piacere

" Oh mio Dio" gemetti "E' bellissimo, padrona. E' questa la bellezza della
sottomissione?"

" No Benjamin. Questo è solo sesso. Un sesso particolare che ti eccitera'
oltre ogni immaginazione, ma non e' questa la vera grande meraviglia di essere
sottomesso ad una donna. Questa e' soltanto la parte piu' evidente, ma la vera
bellezza sta nell'eccitazione mentale che e' praticamente continua ed e'
ancora maggiore nell'attesa, nella speranza. Lo capirai meglio in seguito,
Benjamin, adesso godi dell'eccitazione fisica e soprattutto dimostrati degno
della tua padrona e ricordati che il tuo piacere sta nel mio piacere mentre il
tuo viene solo di conseguenza. Piu' sara' grande il mio piacere e piu' tu
sarai soddisfatto. E' questa la legge di un rapporto del genere" Potevo
cominciare a capirlo. Non ero mai stato un amante egoista e una delle mie
preoccupazioni maggiori stava nel fare in modo che le mie donne provassero
piacere nel rapporto sessuale e quindi mi preoccupavo molto di loro, stavo
attento a certi piccoli particolari ed ero aiutato in questo da una certa
predisposizione. Possedevo un'eiaculazione abbastanza ritardata che mi faceva
considerare un ottimo amante ed io ne ero fiero. Ma esserne fiero era
semplicemente una forma nascosta di egoismo, di un tipico narcisismo maschile
che mi faceva pensare di aver soddisfatto la donna di turno e che potevo
considerarmi quindi un ottimo amante. Ma in quel momento, tutto era diverso
dentro di me. Mentre Rachel Fink muoveva abilmente il suo bacino sopra di me,
la mia unica preoccupazione era quella di cercare di soddisfare quella
splendida creatura al di la' del mio godimento, anche se questo era ovviamente
conseguenziale. Si, era pazzesco. La mia padrona si muoveva lentamente, forse
per assaporare meglio il mio sesso, rallentando la fuoriuscita del mio sperma
in modo sapiente. Era un amante eccezionale ed ogni paragone con le donne
avute in precedenza era ridicolo. Ogni tanto si abbassava per cercare la mia
bocca e, in quei frangenti, i suoi movimenti erano quasi nulli poi
ricominciava, sempre lentamente ed ogni volta che il mio pene era
completamente inghiottito dal suo sesso era l'apoteosi. Avrei voluto che quei
meravigliosi momenti non terminassero mai, avrei voluto che lei, la bella
Rachel, la straordinaria donna che mi stava manovrando a suo uso e consumo,
non smettesse mai di godere di me e mi sentivo stranamente felice che fossi
proprio io a donarle quel piacere. Per quanto assurdo potesse essere, malgrado
fossi io ad entrare in lei, era lei a possedere me. La sua superiorita' aveva
intaccato il mio stesso essere e vedevo quella creatura come una vera Dea
scesa dall'Olimpo solo per me e, senza essere blasfemo, guardandola mi
immaginavo come Abramo al quale l'Onnipotente aveva regalato la visione della
Sua figura. E Rachel Fink era una Dea terrena che mi stava regalando la piu'
grande emozione della mia vita

" Ora Benjamin. Fammi sentire tutto te stesso. Inondami del tuo seme, della
tua fertilita'. Donati completamente alla tua padrona. Adesso Benjamin,
insieme a me. Te lo ordino" Chiusi gli occhi per un istante e poi li riaprii
per regalarmi la visione del suo busto, con quel seno che nemmeno uno
scultore, forse nemmeno Michelangelo in persona, avrebbe potuto creare cosi'
bello e del suo bellissimo volto mentre si mordicchiava in modo estremamente
femminile e umano il labbro inferiore

" Si, mia padrona" riuscii a dire semplicemente e mi abbandonai all'estasi.
Sussultai dentro di lei, pregando il cielo che lei potesse apprezzare il mio
operato. Volevo solo quello e assurdamente non mi interessava del mio
godimento. Ma la Dea voleva regalarmi anche quel piacere

" Bene, cosi', Benjamin. Godi anche tu. Anche tu, anche tu......." Si,
godetti! Ma non come un uomo che fa sesso, sia pure in modo meraviglioso. Era
una sensazione strana, assurda, mai provata in precedenza. Avevo terminato, il
mio seme era entrato in lei, come mi aveva ordinato, ma non avevo terminato la
mia estasi. Continuavo a tremare, con gli occhi semichiusi e con la paura
enorme che lei potesse non essere soddisfatta. Cosa sarebbe accaduto in un
caso del genere? Quale sarebbe stato il comportamento che una donna come
Rachel Fink avrebbe avuto in un caso del genere? Mi avrebbe semplicemente
rimproverato? O mi avrebbe picchiato? O, peggio ancora, mi avrebbe allontanato
dalla sua vita per sempre? Ecco cosa intendeva quando diceva che il suo
godimento veniva prima. Io avevo avuto il piu' straordinario momento della mia
vita, ma ero li' in attesa spasmodica di una sua parola, un suo cenno di
consenso che non arrivava e solo questo contava per me. Avrei potuto anche non
godere, non me ne sarebbe importato niente e l'unico mio desiderio era che lei
fosse soddisfatta di me. Mio Dio, cosa mi stava accadendo? Ero pronto a subire
tutto. Avrei accettato un suo rimprovero a testa china, magari con le lacrime
agli occhi, avrei accettato anche le sue percosse, con la consapevolezza che
nulla avrei potuto fare contro di lei, contro un essere che mi aveva
dimostrato di essere infinitamente piu' forte di me, ma non avrei potuto
accettare che lei mi escludesse dalla sua vita. Non dopo averla incontrata.
Non dopo aver provato il piacere di essere completamente subordinato al suo
volere, di aver trovato un nuovo modo di amare una donna, in modo totale,
assurdamente diverso da quelli che erano stati i miei comportamenti con
l'altro sesso fino a quel momento. Ma Rachel Fink non parlava e il suo bel
volto era privo di espressione. Una sfinge o, piu' modernamente, una faccia da
poker. Dentro di me mi dicevo che l'avevo vista godere, apprezzare il sesso
che avevamo fatto, ma non potevo esserne sicuro al 100%. Lei si tolse da sopra
di me, facendo scivolare il mio pene, ancora incredibilmente semi turgido,
fuori dal suo sesso e si alzo' dal letto. Il mio tremore era ancora forte. Una
tensione indicibile, un'attesa crudele che la mia padrona non sembrava volesse
far terminare. Con l'indice mi fece segno di alzarmi e di venire di fronte a
lei. Finalmente, a piedi nudi, potevo ammirarla stando alla sua altezza.
Un'altezza imponente ugualmente. Mi afferro' per il mento, in quella che lei
aveva chiamato una il giorno precedente, mentre mi spiegava
i particolari del suo rapporto con suo marito. Ed era assolutamente vero. Mi
stringeva poco, ma tanto bastava per farmi sentire completamente nelle sue
mani, ben sapendo cosa fossero in grado di fare quelle mani lunghe e
affusolate, quanta potenza ci fosse in ognuno dei suoi muscoli, quanta
velocita' sprigionasse quel corpo stratosferico

" A cosa stai pensando Benjamin?"

" Che e' stato meraviglioso, padrona. Per me e' stato bellissimo, tanto bello
che non riesco a trovare le parole"

" Lo immagino, Benjamin. Anzi, lo so. Ma non era questa la risposta che mi
attendevo. Perche' io so che stai pensando anche ad altre cose. Non leggo nel
pensiero, stai tranquillo, ancora non ho queste capacita', ma conosco l'animo
umano e soprattutto conosco gli uomini. Avanti Ben, chiedimi se io sono
rimasta soddisfatta di te" Rimasi di stucco, con la bocca aperta. Dunque, non
potevo nascondere nulla delle mie sensazioni? Rachel Fink, malgrado quello che
mi aveva appena detto, era in grado di leggermi nella mente o comunque di
captare ogni mia sensazione, ogni piccolo pensiero. Se gia' non mi fossi
trovato nudo al suo cospetto potevo tranquillamente asserire di sentirmi nudo
di fronte a lei. E lo ero anche quando ero completamente vestito

" Io, io....Lei..." balbettai e deglutii nervosamente. Poi ricominciai,
cercando di trovare le parole giuste per poter assemblare una frase
comprensibile "Non per me stesso, padrona. Non per me. Non c'entra niente
l'orgoglio maschile in quello che provo. E' una sensazione diversa. Io ho
paura che lei...." Rachel Fink sorrise compiaciuta

" Ho capito Benjamin, ho capito. Avresti lo stesso timore in qualunque altra
occasione. Aspetteresti il mio giudizio con impazienza perche' sapresti che da
questo dipende il tuo futuro, non e' cosi'?

" Si padrona, e' esattamente cosi'" annuii "Per qualunque altra cosa la mia
attesa sarebbe spasmodica

" E' esattamente quello che devi provare in questi frangenti. Non ha
importanza che sia stato il sesso o altro, che so, prepararmi la cena. Dal mio
giudizio dipende la tua vita"

" E' incredibile ma e' cosi'" Mi interruppe

" Ti piacerebbe cucinare per me e servirmi?" Non avevo mai pensato ad una
simile eventualita'. Avevo preparato la cena e servito diverse donne, ma
sempre con l'intenzione di sedurle e c'era ben poco di sottomesso in quello
che facevo. Ma per lei....Si, l'avrei fatto, l'avrei servita e avrei atteso
con trepidazione il suo giudizio nello stesso modo in cui in quel momento
l'attendevo per la mia prestazione sessuale. Ecco la differenza!

" Si, mia padrona, si. Mille volte si, un milione di volte si" Lei tolse la
mano dal mio mento e mi fece una carezza

" In ginocchio" mi ordino' improvvisamente. Le obbedii immediatamente. Ormai
la mia volonta' era completamente annullata o forse era proprio quello che
desideravo? Mi sentivo stranamente a mio agio in quella posizione subordinata,
riconoscendo in tal modo la superiorita' indiscussa e indiscutibile di quella
straordinaria donna. Rachel Fink mi accarezzo' i capelli. Una carezza dolce
che mi fece venire i brividi.

" Ho avuto un ottimo orgasmo, Benjamin. Sei stato un buon amante sottomesso.
Mi piace fare sesso con gli uomini che si sottomettono a me, adoro vedere nei
vostri occhi la piu' completa adorazione per me, ma questo non era un esame
particolare. Gli esami saranno continui per te e dovrai meritarti la mia
dominazione ogni volta. Tu adesso mi appartieni e questo ti fara' felice, ma
sei sempre libero di andartene se e quando lo riterrai opportuno, ma finche'
resterai, fino a che accetterai tutto questo, io faro' di te quello che
voglio. Potro' sfruttarti per il sesso, potro' pretendere qualunque cosa mi
faccia piacere, potro' anche picchiarti se lo riterro' opportuno. Non lo faro'
per mio piacere. Consideralo come una necessita' per la tua educazione, per
farti diventare un vero sottomesso. Come gia' ti ho premesso, non ti
picchiero' a sangue. Non provo un piacere particolare a picchiare un uomo. La
mia superiorita' fisica e' talmente evidente che non dovrei nemmeno sforzarmi
tanto. Potrei farti fare quello che voglio con la violenza ma preferisco che
tu mi obbedisca per il tuo piacere, ma dovrai avere abbastanza paura per
tremare al mio cospetto e per fare in modo che la prossima volta tu ti debba
comportare in maniera diversa e non commettere mai piu' l'errore che mi ha
portato ad avere quel tipo di reazione. Imparerai tutto Benjamin. Sei
intelligente e scommetto che non sara' un'educazione lunga. E' tutto chiaro?"

" Si padrona. E' tutto chiaro. Non conosco i miei limiti, non posso
conoscerli, ma posso assicurarle che faro' del tutto per rimanere nelle sue
grazie. Perche' io mi sono accorto di amarla e so che non potro' piu' vivere
senza di lei. Si, la amo, padrona. Forse lei non ci credera' che mi sia potuto
capitare in appena due giorni, eppure e' cosi'. E ha ragione lei, ancora una
volta. Non e' solo per la sua bellezza, anche se considerarla la donna piu'
bella che io abbia mai incontrato e' quasi scontato. E' per tutto il resto, e'
perche' accanto a lei io sono felice, assurdamente felice di poterle obbedire.
Forse faro' degli errori, padrona. E' inevitabile che io li faccia
considerando la mia inesperienza e le chiedo umilmente di poter tollerare
quegli eventuali errori dandomi un'altra possibilita'" Alzai la testa cercando
lo sguardo di Rachel Fink che mi sorrise dolcemente

" Non e' assurdo che tu possa amarmi, Benjamin. Il fatto stesso che tu ti sia
sottomesso ai miei voleri dimostra questo tuo amore. La sottomissione e'
soltanto uno straordinaria dimostrazione di amore incondizionato. Come mi ha
amata Jacob, ad esempio. O come mi ama Samuel" Ebbi un sussulto

" Anche l'avvocato e'....."

" Anche lui e' un mio sottomesso, ma so che tu l'avevi capito. Non te ne devi
dispiacere. Fa parte del mio potere avere quanti uomini io voglia e questa e'
la prima cosa che devi accettare. Ora basta parlare di questi argomenti.
Accendimi una sigaretta. Ho fatto del buon sesso e voglio fumare" Afferrai il
porta sigarette sul comodino e le offrii una sigaretta accendendogliela con
l'accendino d'oro massiccio, mentre lei si rimise seduta sul bordo del letto
accavallando le lunghissime gambe "Prendi anche un portacenere e rimani in
ginocchio fino a che io non ho terminato di fumare. Ricordati di farlo sempre
se non vuoi incorrere in una mia punizione. E' chiaro?"

" Si padrona" risposi nel modo umile che mi competeva, anche se non riuscivo a
togliermi dalla mente l'immagine di lei con Samuel Clark. Dio quanto lo
odiavo. Avevo sempre sospettato che ci fosse un rapporto speciale tra loro ma
adesso la consapevolezza che quel rapporto esisteva mi faceva star male.
Rachel Fink mi osservava mentre fumava con la sua solita sensualita'. Sapevo
che stava valutando le mie reazioni. Se io avessi accettato che lei potesse
avere qualunque altro uomo, ero definitivamente sottomesso ai suoi voleri. No,
non volevo. Non avrei voluto dividerla con nessun altro, ma ormai era troppo
tardi. Il suo sguardo annullava la mia volonta' e questa volta era contro i
miei stessi desideri. Se lei voleva, se la mia padrona lo desiderava, io
dovevo accettare tutto, anche un altro uomo, anche mille altri uomini, purche'
tra quei mille ci fossi io. Non dissi nulla ed attesi pazientemente che lei
terminasse di fumare, ammirando per l'ennesima volta quei gesti lenti e
sensuali, per nulla in imbarazzo della sua completa nudita' mentre io mi
vergognavo come un ladro nel vedere il mio pene che acquistava di nuovo
turgidita' al suo cospetto. Termino' la sigaretta e si alzo', ordinandomi di
vestirmi. Lei fece altrettanto e, mentre io mi rimettevo i miei abiti,
l'ammiravo per l'ennesima volta. Non mi sarei mai stancato della sua visione.
Ci misi pochi minuti per rivestirmi, mentre lei indugio' su ogni particolare,
sistamandosi la sua camicetta e la sua gonna, poi ordinandomi di infilarle le
scarpe, cosa che feci con grande piacere. Si mise quindi seduta dinanzi al
grande specchio posto accanto al letto per rifarsi il trucco e finalmente era
pronta. Meravigliosa!

" Ora vai. Quando mi servirai, ti telefonero' e tu accorrerai immediatamente,
qualunque cosa tu stia facendo" La guardai quasi supplicandola

" Posso rimanere ancora un po' con lei, padrona? Posso inventare una scusa col
capitano. Non mi mandi via" Lei sorrise dolcemente. Mi afferro' le mani e poi
improvvisamente il suo sguardo muto' diventando duro e contemporaneamente
sentii un dolore immenso. Le sue mani ferree stringevano inesorabilmente le
mie costringendomi a piegarmi. La sua forza era enorme, la sua potenza immane
ed io troppo debole per oppormi al suo strapotere. Urlai dal dolore ma non
aveva terminato. Lascio' la mia mano sinistra che teneva con la sua destra e
mi colpi' con uno schiaffo tremendo. Il contraccolpo fu per me incredibile.
Nella mia carriera di poliziotto avevo subito pugni, calci e mille altre cose
ancora e avevo sempre assorbito il tutto. Quello schiaffo invece.....Mi fece
quasi volare e indietreggiai solo di un paio di metri perche' andai quasi a
schiantarmi contro il muro. Scivolai miseramente a terra e la mia padrona
alzo' la gamba pericolosamente. Aveva di nuovo ai suoi piedi le scarpe col
tacco a spillo che erano una vera e propria arma. Rabbrividii. Avevo paura di
lei e questo timore me la faceva amare ancora di piu'. Perche'? Non capivo.
Quale strano meccanismo si era instaurato in me? La gamba era intanto rimasta
sospesa a qualche centimetro da me e poi si poso' sulla mia guancia

" Non azzardarti mai piu' a contestare una mia decisione. Se io ti ordino di
andartene, tu te ne vai immediatamente" Avevo gli occhi colmi di lacrime.
Dell'uomo sicuro di se, del poliziotto senza macchia e senza paura non era
rimasto niente. Ero un burattino nelle sue potenti mani. Era questo quello che
ero diventato in pochissimo tempo

" Non lo faro' mai piu' padrona. Mi perdoni" le dissi baciando il suo piede e
pentendomene immediatamente dopo. Non mi aveva dato l'ordine di farlo ma non
ebbi ripercussioni. Mi fece cenno di rialzarmi e lo feci massaggiandomi la
mano che mi aveva appena stretto. Era indolenzita e la testa mi girava per lo
schiaffo ricevuto e questo mi dava un'ulteriore dimostrazione della sua
potenza

" Ti perdono ma questo ti serva da lezione"

" Grazie, mia padrona" feci inginocchiandomi. Lei mi fece rialzare e mi
accarezzo' lievemente. Sapeva essere estremamente dolce ed il mio cuore
sobbalzo' pieno d'amore. Stavo cominciando a capire quale fosse il suo tipo di
dominazione. Era severa e non accettava che si potesse mettere in discussione
un suo ordine, ma aveva slanci di tenerezza che mi facevano pensare che forse
anche lei potesse provare qualcosa nei miei confronti

" Vai in bagno a lavarti il viso. Ti esce sangue dalla bocca. A che ora
termini il servizio stasera?"

" Intorno alle 19, padrona. Se non c'e' nessun omicidio che mi costringa a
fare gli straordinari. Gli orari dei poliziotti sono molto flessibili"

" Lo so e quindi per te faro' delle eccezioni. Ti voglio a casa mia stasera
appena avrai terminato il servizio ma non prima delle 19. Se avessi qualche
problema mi telefonerai per avvertirmi. Ma bada bene, Benjamin. Se io dovessi
scoprire che hai inventato una scusa per non rispettare un mio appuntamento,
io ti verro' a cercare e ti faro' pentire amaramente della tua disobbedienza.
So che non lo farai, ma e' meglio avvertirti che il rischio al quale andresti
incontro sara' il non rivedermi mai piu'. E questo tu non lo vuoi, vero?"

" No padrona, non correro' mai un rischio del genere" Rachel Fink apparve
soddisfatta della mia risposta e mi fece cenno di seguirla in bagno dove
cercai di limitare la fuoriuscita del sangue. Era stato uno schiaffo tremendo
ma il taglio era dovuto probabilmente ad uno dei suoi anelli. Mi porse delle
salviettine e ne tenni una sull'angolo della bocca, sulla mia ferita e quindi
uscimmo dal bagno, situato all'interno della sua camera da letto. Prima di
uscire dalla sua stanza, si giro' sorridendo verso di me

" Quindi, possiamo considerare conclusa la tua piccola indagine sulla morte di
mio marito?"

" Si padrona. Non ci sono prove contro di lei e se anche ci fossero, io non
sarei in grado di essere obiettivo"

" Sai Benjamin, di solito nei films i delitti perfetti vengono scoperti per
una sciocchezza, per un nonnulla, ma nella realta' ce ne sono tanti di omicidi
che non vengono mai scoperti"

" Cosa intende dire?"

" Sai, devo dire che sono rimasta un po'delusa da te. Pensavo che avresti
capito che in realta' io avrei potuto uccidere Jacob. O forse il tuo amore per
me ti ha confuso le idee?"

" Io....Io non capisco"

" Eppure e' molto semplice. Jacob e' morto a causa di un infarto dovuto al suo
cuore malandato. Aveva avuto una miocardite che non gli era stata mai
scoperta. Non e' cosi'?"

" Ma....io non le avevo mai parlato di miocardite. Come fa a saperlo?"

" Oh andiamo. Ti ho detto che ho delle conoscenze molto in alto e sono stata
avvertita immediatamente. Il sindaco in persona ha telefonato al tuo capitano
che si e' messo in contatto col medico legale e poi mi ha riferito tutto. Ma
ammettiamo che io sapessi gia' da tempo che Jacob aveva avuto una miocardite.
Non l'hai considerato?" Rimasi spiazzato. No, non l'avevo messo in preventivo.
O meglio, l'ipotesi che mi ero fatta era esattamente contraria e verteva sul
fatto che lei non poteva saperlo in quanto la miocardite spesso non si
manifesta

" Che cosa sta cercando di dirmi, padrona?"

" Che in realta' io avrei potuto uccidere Jacob anche se in modo non
tradizionale. Sono un medico, Benjamin, e avrei potuto benissimo accorgermi
del suo problema al miocardio"

" Ma lei lo sapeva?" Rachel Fink sorrise a trentadue denti

" E chi puo' saperlo? Solo io e il povero Jacob. Ma continuiamo con le
ipotesi. Avendo saputo della miocardite, se io l'avessi voluto morto non lo
avrei curato. Mio marito accettava tutto quello che gli dicevo e se gli avessi
detto di prendersi un altro medicinale al posto dell'antibiotico necessario
per curare la miocardite, lui l'avrebbe fatto, con il risultato di peggiorare
di molto le sue condizioni. A quel punto, mi sarebbe bastato far trascorrere
il tempo necessario a far peggiorare il suo stato di salute e procurargli una
grossa emozione. Mi hai visto con la tuta in lattice? Sai quanto gli piacevo
vestita in quel modo? No, forse non puoi nemmeno immaginarlo. Tremava di
desiderio al mio cospetto e la sua eta' non era piu' giovanissima. Aggiungi il
suo cuore malandato e voila', ecco il delitto perfetto" Ero costernato. Si,
poteva essere andata in quel modo ma non ci avevo pensato. Io, Benjamin
Bravermann, considerato uno dei piu' abili detectives della omicidi di San
Francisco non avevo preso in considerazione una delle possibilita' piu'
semplici che si prospettavano

" Perche' mi dice questo? Perche' mi sta facendo capire che lei potrebbe
essere un'assassina senza scrupoli?"

" E' soltanto una ipotesi che rimarra' tra me e te. Sara' il nostro segreto e
tu non ne farai parola con nessuno perche' io te lo ordino"

" E se qualcun altro dovesse avere questo tipo di sospetto?"

" Sei tu l'incaricato dell'indagine, Benjamin e tu farai silenzio. La tua
indagine si e' conclusa in questo preciso momento. Io saro' la bella vedova,
ricchissima e vogliosa di divertirsi e tu ormai sei solo uno dei miei
sottomessi che non si azzardera' a dire nulla a riguardo. Perche' tu, vuoi
continuare ad esserlo, non e' vero?"

" Si, certo. Lo voglio con tutto me stesso" Rachel Fink poso' le sue
bellissime labbra sulle mie. Ero completamente perso dalla sua straordinaria
sensualita'

" E allora ricordati, Benjamin. Sara' il nostro segreto. Ora vai. Ti congedo e
ti attendo alle 19. Ci saranno delle sorprese per te. La tua educazione sta
per avere inizio" Chinai il capo ai suoi voleri ed uscii dalla camera da
letto, da quella camera che mi aveva visto felice come non mai ma, mentre mi
stavo avviando sentii la sua voce

" Benjamin" Mi voltai speranzoso. Forse voleva tenermi con se, voleva far di
nuovo l'amore ed io avrei potuto sottomettermi ai suoi voleri, baciarle quei
piedi deliziosi e letali e quelle labbra che mi facevano venire i brividi

" Si, padrona"

" Hai una donna Benjamin, non e' vero?" Megan! Mi ero completamente
dimenticato di lei

" Io....io, si, padrona"

" Oh, non ha importanza. La lascerai immediatamente senza rivederla. Tu mi
appartieni ed io non divido le mie cose con nessuno"

" Si padrona, faro' come dice lei" risposi senza nemmeno rifletterci.
D'altronde, se anche lei me l'avesse concesso, rimanere con Megan sarebbe
stato assurdo. Per me Megan, che tanto amavo fino a due giorni prima, era
diventata una perfetta estranea. L'amore vero era Rachel, era quella
sensazione impagabile che avevo al solo pensare a lei. Era forse quella la
continua eccitazione mentale di cui parlava la mia padrona? Quell'eccitazione
che si puo' provare solamente sottomettendosi ad un altro essere umano? Non
ero ancora in grado di trovare una risposta precisa, ma dentro di me io sapevo
che quello che stavo provando in quel momento esulava da qualsiasi logica.
Uscii da casa Fink guardandomi indietro ma lei era scomparsa dalla mia vista.
Scesi lo scalino della villa e mi avviai verso la mia macchina con mille
domande. Aveva ucciso lei Jacob Fink? Lo aveva ucciso con la sua bellezza e
con la sua dominanza senza usare l'immensa forza fisica che possedeva?

Non potevo saperlo e lei non me lo avrebbe mai detto. Aveva voluto
appositamente lasciarmi col dubbio, ben sapendo che io avrei accettato
qualsiasi cosa, anche l'ipotesi che lei potesse essere un'assassina. Forse me
lo aveva confidato proprio quando aveva capito che io ero in suo potere. Ma
ormai, che importanza poteva avere? Mi veniva in mente anche un'altra ipotesi
talmente assurda che forse poteva essere vera. Rachel Fink mi aveva dato
l'impressione da subito di nutrire davvero un certo affetto nei confronti del
marito e forse aveva ipotizzato la possibilita' di essere lei l'assassina per
mettermi in guardia, per avvertirmi che lei dei suoi sottomessi ci faceva
qualsiasi cosa, anche ucciderli se lo riteneva opportuno. Ad ogni modo, sia
che Rachel Fink lo avesse ucciso di proposito o che si fosse trattato di un
incidente dovuto al suo cuore malandato, Jacob Fink era morto a causa della
dominazione di sua moglie. Una vera e propria dominazione mortale, anche se le
percosse non c'entravano nulla. Qualunque fosse la verita', a me non importava
nulla. Per la prima volta nella mia carriera di poliziotto non avevo nessun
interesse a scoprire cosa si celava all'interno della casa della vittima. Per
me Rachel Fink non era piu' una sospettata ma la donna che amavo, la donna che
avrei voluto servire e riverire per il resto della mia vita, la mia padrona.
Montai in macchina e guardai l'orologio. Erano ormai le 17. Erano trascorse
due ore da quando avevo fatto l'ingresso in quella villa e tutto era cambiato.
Io ero cambiato. Ripercorsi la strada per uscire dal cancello della villa dove
giornalisti e fotografi erano ancora accalcati alla ricerca di uno scoop o di
una foto della bellissima vedova. Al mio arrivo il cancello si apri' e potei
uscire. Percorsi solo poche centinaia di metri e poi mi fermai. Ero troppo
confuso per tornare in ufficio. Dovevo fare un paio di telefonate, una a Megan
per avvertirla che la nostra relazione era da considerarsi conclusa ed
un'altra proprio al mio ufficio per dire che non avrei fatto ritorno, ma prima
di farle mi rilassai stendendomi sul sedile della mia auto e chiusi gli occhi.
Dovevo far trascorrere due ore e poi l'avrei rivista, avrei rivisto la donna
che stava per cambiare la mia vita e un sorriso mi si dipinse sul volto. Un
sorriso che si allargo' sempre di piu'. Ero felice. Non sapevo quanto potesse
durare ma ero felice e il cuore mi batteva fortemente nel petto. Sapevo che
quella che mi accingevo a percorrere era una strada piena di insidie e di
difficolta'. Non sarebbe stato facile per un uomo come me, un uomo abituato a
comandare soprattutto in una relazione sentimentale, adeguarmi alla nuova
situazione, adeguarmi ad una donna che mi avrebbe fatto tremare con il solo
sguardo, che mi avrebbe fatto sospirare per una tenerezza, che avrei dovuto
dividere addirittura con altri uomini, infinitamente piu' forte di me tanto da
potermi uccidere a mani nude, ma lo volevo fortemente e non vedevo l'ora di
sentire di nuovo sulla mia pelle la sua autorita', di bearmi della sua
intelligenza straordinaria e persino di ammirarla quando con la sua forza e la
sua bravura mi faceva sentire infinitamente piccolo e insignificante. Si, era
una donna da adorare ed io mi apprestavo a farlo, conscio che quelle
difficolta' alle quali accennavo sarebbero state ricompensate da quella
sensazione straordinaria che ancora mi pervadeva; la sensazione di essere
sottomesso ad una donna. Non avrei mai immaginato di poter desiderare con
tutto me stesso una tale situazione, ma non avevo mai conosciuto prima una
donna come Rachel Fink. Si, con lei tutto questo era automatico, con lei era
quasi scontato accettarla come essere superiore. Come padrona. Ormai non mi
faceva piu' paura quella parola e la ripetei a voce alta all'interno della mia
macchina, liberandomi definitivamente dalla paura per quella parola che
nascondeva chissa' quali timori e invece poteva essere anche bellissima. Si,
consideravo la meravigliosa Rachel Fink come mia padrona indiscussa e ne ero
felice e turbato al contempo.

Sprofondai definitivamente sul sedile della macchina. Aveva vinto lei. Mi
aveva adocchiato fin dall'inizio, aveva osservato tutti i miei turbamenti,
aveva captato le mie sensazioni e aveva deciso che sarei diventato il suo
sottomesso. Non usava la parola schiavo e di questo le ero grata in quanto
regalava dignita' al mio ruolo. Aveva vinto lei ma avevo vinto anch'io perche'
avevo potuto godere le delizie della sottomissione e quell'eterna eccitazione
mentale che accompagna questo ruolo, proprio come lei mi aveva anticipato.
Adesso ne ero convinto, ne ero fermamente convinto e riguardai l'orologio.
Erano le 17.30 e tra poco l'avrei rivista, avrei rivisto Rachel Fink, la mia
padrona. Una padrona che forse poteva essere un'assassina senza scrupoli.
Alzai le spalle. Fosse pure il diavolo in persona, io le appartenevo ed ero
felice. Solo questo contava. La mia vita era cambiata e non sarebbe mai stata
piu' la stessa.

FINE SETTIMA E ULTIMA PUNTATA




pinocchio-latino
00venerdì 8 agosto 2014 18:53
Standing ovation!
Racconto meraviglioso.
Grazie!!!!!
amosolodonne
00venerdì 8 agosto 2014 20:21
Ottimo lavoro, bravo... [SM=x829769]
servetto70
00sabato 9 agosto 2014 12:44
ho cominciato a leggere la prima parte DavideSebastiani, lo so ma solo oggi sono entrato ufficialmente in vacanza, è appasionante e anche originale mi sa che diventerà la lettura della mia estate [SM=x829785]
DavideSebastiani
00domenica 10 agosto 2014 20:52
Non mi resta che augurare buona lettura a servetto70 e a tutti coloro che leggeranno questo mio racconto. Il giallo, del resto, è la lettura dell'estate e questo è anche un giallo
doc.xy
00lunedì 11 agosto 2014 12:20
Complimenti ancora [SM=x829788]

speravo solo di non leggere mai la parola fine!
efcharis
00mercoledì 17 settembre 2014 03:13
Wow! Peccato che sia finita. Speranze per un seguito? :)
DavideSebastiani
00mercoledì 17 settembre 2014 13:23
Poche speranze, a dir la verità. Non per mancanza di voglia ma per mancanza di idee. Se mi dovesse venire l'ispirazione, però......
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:05.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com