Sesto episodio
Staccai dal lavoro ben prima dell'orario previsto. Avevo chiesto al capitano
Banks di potermene andare via prima a causa di un forte mal di testa e lui
aveva acconsentito. In fondo, gli avevo detto la verita'. Dopo essermi andato
a cambiare, avevo trascorso il resto del pomeriggio nel mio ufficio, avevo
mangiato un panino e raccontato al capitano Banks alcuni particolari della mia
chiacchierata con Rachel Fink, omettendone naturalmente altri che, per forza
di cose, non mi sentivo di condividere con chicchessia. Avevo anche avuto un
dialogo piuttosto piccato al telefono con Megan che mi aveva chiesto di
trascorrere la serata insieme e che, al mio rifiuto, si era arrabbiata sul
serio. Mi dissi che avrei dovuto ricucire al piu' presto quel rapporto. Mi
piaceva Megan e le volevo bene, ma l'incontro con la vedova Fink mi aveva
completamente scombussolato. Qualsiasi donna, anche una ragazza piuttosto
attraente come Megan, scompariva letteralmente di fronte a lei. Il paragone
era improponibile. Non era solo una questione di bellezza ma di comportamento,
di puro fascino, di intelligenza, doti che Megan, pur possedendone in
quantita' notevole, non avrebbe mai potuto eguagliare. Arrivai a casa mia
verso le 18.30, mi sedetti sulla mia poltrona preferita e cercai di
rilassarmi. Mi sentivo terribilmente stanco. La sera precedente non avevo
dormito per niente, sempre a causa dell'incontro con la Fink, e ben presto il
sonno intorpidi' le mie membra. Mi alzai dalla poltrona per andarmene a letto
senza nemmeno cenare. Quella giornata interminabile si stava finalmente
concludendo.
Mentre mi facevo la barba dopo essermi fatto la consueta doccia mattutina, mi
accorsi di aver riacquistato almeno in parte il mio solito umore.
Difficilmente avrei potuto dimenticare l'incontro con quella donna
straordinaria, quella strana eppure non del tutto sgradevole sensazione di
sentirsi nelle mani di un'altra persona, di subirne il fascino, di sentirsi
assolutamente non adeguato al suo valore, al suo intelletto e persino alla sua
forza fisica, cosa completamente inusuale per qualsiasi uomo e a maggior
ragione per uno come me. Avevo deciso che non l'avrei piu' voluta rivedere.
Non ce la facevo a sentirmi di nuovo cosi' fragile come quando mi trovavo al
suo cospetto. Eppure, quella fragilita' aveva un suo piacere. Cercavo di
capire meglio dentro di me senza riuscire a decifrare quella sensazione
assolutamente nuova per la mia psiche e poi decisi di dedicarmi ad altre
faccende, senza lambiccarmi il cervello con pensieri che mi avrebbero fatto
tornare il mal di testa della sera precedente. Arrivai al lavoro puntualmente
alle nove, come mia abitudine, dopo aver fatto la mia consueta abbondante
colazione e mi gettai sul lavoro con alacrita' fin quando una telefonata mi
interruppe. Era il dottor Forsyte, il patologo
" Come va, detective Bravermann?" esordi'
" Come al solito" mentii "E lei? Ha qualche novita' da dirmi?"
" Mmmm, qualcuna. Le sto mandando via fax il referto, ma posso confermarle
quello che avevo intuito l'altra sera. Jacob Fink e' morto per infarto del
miocardio. Aveva il cuore in condizioni disastrate. Aveva avuto una miocardite
non curata qualche anno addietro e questo si evince dall'ipertrofia, ovvero
una crescita eccessiva del tessuto del muscolo. Con molta probabilita' non si
e' mai accorto di avere questa patologia e una grossa emozione ha portato
quindi al conseguente infarto del miocardio. Credo che la bella vedova sia
innocente, detective. Le percosse che la vittima aveva ricevuto nel corso
degli anni non hanno provocato alcun danno fisico rilevante. Posso garantire
al 100% che i colpi che Jacob Fink ha ricevuto non hanno leso nessun organo
vitale. Gli hanno procurato molto dolore, diversi evidenti lividi ma niente
altro. E' tutto chiaro, detective?" Osservai il fax e iniziai a sentire il
classico rumore della sua messa in funzione
" Credo di si, dottore, ma prima una domanda. Puo' un medico non accorgersi
minimamente se un paziente ha la miocardite?"
" Purtroppo si, Bravermann. La miocardite puo' non dare alcun sintomo evidente
ed e' molto difficile da diagnosticare, a volte, in quanto ha dei sintomi
molto comuni ad altre malattie e non mi meraviglia affatto che non sia stata
scoperta. Se il malato e' fortunato accusa alcuni sintomi molto banali e la
malattia viene curata semplicemente con un antibiotico, ma se nessuno se ne
accorge puo' provocare danni irreparabili, fino ad arrivare alla necrosi del
tessuto miocardico, come e' avvenuto nel caso di Jacob Fink"
" Quindi, nemmeno la moglie che e' un medico poteva accorgersene?"
" Se Jacob Fink non ha avuto alcun sintomo o comunque li ha confusi con altre
malattie, assolutamente no"
" La ringrazio, dottore"
" Bene! Se ha qualche altro dubbio mi faccia sapere, ma e' tutto molto chiaro"
" Un altro dubbio ce l'avrei, dottore. Cosa puo' dirmi dello sterno rotto?"
" Bah, cosa posso dirle? Probabilmente la rottura dello sterno e' dovuto ad
una forte pressione esercitata nel momento in cui si e' cercato di fare una
respirazione per rianimarlo. Altro da chiedermi, detective?" Ci pensai un
attimo
" Veramente si. L'uomo e' morto sul colpo? Oppure ha avuto qualche minuto
prima che morisse?"
" E' morto sul colpo, detective. Non c'era proprio niente da fare"
" A causa di una forte emozione?"
" Ma non era una sola domanda? E che ne so io? E' probabile, ma gia' le ho
detto ieri che non faccio l'indovino. Comunque e' ragionevole pensare che una
forte emozione puo' averlo ucciso. Il suo cuore era comunque arrivato alla
fine del percorso e un'emozione lo puo' aver mandato all'altro mondo. Del
resto, con una moglie come quella, a chi non verrebbe un colpo al cuore?"
Gia', a chi non verrebbe un colpo al cuore? Salutai il dottor Forsyte
raccomandandomi di riconsegnare il corpo al piu' presto alla moglie del
defunto, come lei mi aveva chiesto e poi mi trovai di nuovo con i miei
pensieri. Cosa fare? Telefonare a Rachel Fink e dirle che aveva ragione su
tutta la linea? Oppure chiedere di vederla per dirle in faccia la stessa cosa.
Il buon senso mi diceva che non avrei dovuto rivederla, come mi ero
ripromesso. Sapevo di essere vulnerabile al suo cospetto, ma non volevo
perdere l'occasione di rivederla ancora una volta. Ne sentivo quasi un bisogno
fisico e tutti i buoni propositi della sera precedente e di quella mattina
erano andati a farsi benedire. Volevo rivederla. Dovevo assolutamente
rivederla. Al diavolo il buon senso. Tanto, sarebbe stata l'ultima volta. Le
nostre strade difficilmente si sarebbero incrociate nuovamente. Presi il
telefono e dopo un attesa durata almeno cinque minuti, durante i quali la
solita Rosa, una delle donne di servizio di casa Fink, mi ripeteva in
continuazione di attendere perche' la senora aveva da fare, la voce di Rachel
Fink rispose
" Buon giorno, detective Bravermann. Ha qualche notizia da darmi oppure voleva
togliersi qualche altra curiosita' su di me e sul mio rapporto con Jacob?"
" Ho delle notizie per lei, ma vorrei dargliele di persona, se lei permette"
" Ora sono occupata e non posso riceverla. L'aspetto per le 15. Sia puntuale"
" Lo saro' senz'altro, signora" Attesi che la donna riattaccasse e poi la
imitai. Guardai l'orologio nervosamente. Erano le 11.30. Dovevo attendere ben
tre ore e mezzo prima di poterla rivedere.
La folla di giornalisti dinanzi alla villa di Rachel Fink non era affatto
diminuita, malgrado la conferenza stampa del capo della polizia che aveva
ribadito come Jacob Fink fosse morto per arresto cardiaco. I giornali avevano
dato grosso risalto alla notizia, soffermandosi proprio sulla procace bellezza
della moglie e ipotizzando come potesse essere stata proprio questa la causa
del decesso dell'uomo piu' ricco di San Francisco. Un ipotesi che qualunque
uomo si sarebbe fatto. Ma poteva essere considerata colpevole una donna in
quel frangente? Certamente no da un punto di vista della legge, ma da un punto
di umano Rachel Fink aveva qualche colpa a parte quella di essere
straordinariamente bella e di aver voluto accontentare suo marito ed essere
diventata la donna dominante che lui aveva voluto per tutta la vita? No,
secondo il mio giudizio, non poteva essere considerata colpevole, nonostante
le ipocrisie dei giornali che non conoscevano la realta' come la conoscevo io.
Rimaneva aperto solo il dubbio che la bellissima vedova aveva introdotto il
pomeriggio precedente. Jacob Fink era al corrente della sua miocardite? Lo
sapeva e non aveva detto nulla a sua moglie per timore di perdere le
attenzioni molto particolari che lei gli rivolgeva oppure, come sembrava piu'
probabile, la malattia non gli era mai stata diagnosticata? In fondo, se lui
avesse saputo della sua malattia, avrebbe sempre potuto farsi curare di
nascosto da un altro medico per non compromettere il suo rapporto con Rachel
Fink. Oppure il suo status di marito sottomesso gli impediva di fare qualcosa
di nascosto della moglie? Oh, al diavolo. Ormai, risposte a tutti questi
quesiti erano impossibile da dare. Jacob Fink se li era portati nella tomba e
a me, dal punto di vista professionale, la cosa doveva interessare
relativamente.
Rifeci il percorso fatto il giorno precedente, attesi nuovamente che
all'interno della villa mi dessero il lasciapassare e alle 15 in punto mi
trovai di nuovo di fronte a Rachel Fink. Non era da sola. Seduto su divano
accanto a lei, nella stessa camera dove l'avevo vista la prima volta, le
faceva compagnia l'odioso avvocato Samuel Clark che si alzo' per stringermi la
mano rimettendosi subito dopo sul divano, mentre lei rimase tranquillamente
seduta. Era splendida, un capolovoro vivente e ancora una volta mi dissi che
c'era qualcosa in lei che prescindeva dall'aspetto fisico pur di assoluto
valore. Emanava femminilita', in contrasto con cio' che mi aveva fatto vedere
il giorno precedente in palestra e stupenda sensualita'. Non era nemmeno una
questione di abiti. Indossava una gonna nera molto semplice, un tubino che
appariva molto corto soltanto perche' era seduta con le gambe accavallate ma
che probabilmente le doveva arrivare poco sopra il ginocchio ed una camicia
bianca a maniche lunghe con dei decori sulle maniche e che sembrava comprimere
il suo seno rendendolo meno vistoso di quello che era in realta', come avevo
potuto constatare ammirandola in abbigliamento intimo. Un abbigliamento di
classe, costoso ma di una semplicita' estrema. Le scarpe erano come al solito
col tacco alto e sembravano essere l'unica concessione alla fantasia erotica
maschile. Ma era l'insieme ad essere strepitoso. Il trucco era come al solito
inappuntabile, con l'abituale rossetto rosso, mentre stavolta i capelli erano
tirati su in modo da rendere il viso completamente sgombro. Due orecchini
d'oro con delle pietre preziose, probabilmente di inestimabile valore
considerando la grandezza, pendevano mirabilmente abbellendo il suo collo da
cigno. Mentre mi chinai per salutarla dandole la mano, sentii quasi una fitta
profonda al cuore e mi sembro' di avere addirittura un mancamento. Possibile
che quella donna mi facesse un effetto simile? Rachel Fink mi disse di sedermi
e poi si rivolse all'antipatico Samuel Clark
" Lasciaci soli, Samuel" Stavolta l'ordine era stato secco e l'avvocato si
alzo' immediatamente
" Subito, signora Fink" L'uomo mi strinse di nuovo la mano ed usci' dalla
stanza senza voltarsi indietro. Cosa c'era tra di loro? Lui era uno di quegli
amanti che lei poteva avere tranquillamente a dispetto della fede che portava
al dito? Se cosi' era, di sicuro Samuel Clark era un amante sottomesso. Il
modo in cui i due si erano rapportati, non lasciava alcun dubbio e la mia
conoscenza sui fatti privati della donna rafforzava questa mia impressione. La
bella vedova intanto, aveva spostato lo sguardo su di me
" Allora, detective Bravermann, a cosa debbo l'onore della sua visita?"
" Sono venuto per dirle che il patologo ha terminato l'autopsia su suo marito
e che il referto e' quello che lei aveva previsto. Suo marito e' morto per
arresto cardiaco" la donna sorrise senza distogliere quello sguardo indagatore
nei miei confronti
" Lo so" Rimasi sorpreso
" Come fa a saperlo? Io stesso l'ho saputo quando le ho telefonato stamattina"
" Credo che lei ancora non abbia capito esattamente con chi ha a che fare,
detective. Una persona molto importante ha avuto la premura di interessarsi
della situazione e mi ha subito informata" Sorrisi amaro
" Dunque, la mia venuta e' del tutto superflua?"
" Credo che la sua visita fosse superflua anche se io non lo avessi saputo.
Avrebbe potuto diemelo per telefono, non crede?" Rimasi sconcertato. Aveva
ragione, come al solito. Con lei non ci potevano essere scuse cretine ed era
sempre almeno un passo avanti a me
" Io.....Io volevo solo...." balbettai senza riuscire a trovare una scusa
credibile
" Voleva per caso rivedermi?"
" Ma no, cosa dice, signora Fink" mi stava rendendo piu' nervoso di quanto
gia' non lo fossi prima di varcare la soglia di questa bellissima villa.
Sapevo di essere vulnerabile al suo cospetto ma non credevo potessi esserlo in
una maniera cosi' vistosa
" No? Lei non e' educato, detective. Non si dice ad una signora che non si ha
intenzione di rivederla" Oh mio Dio. Qualunque cosa dicessi mi coglieva in
fallo
" Non e' nemmeno questo, signora Fink. Il fatto e' ......." Niente, non
riuscivo a trovare le parole e lei sorrideva sempre di piu' di fronte al mio
imbarazzo
" Su, non e' complicato trovare una scusa. Avrebbe potuto inventarsi di voler
testare di nuovo le mie capacita' atletiche, ad esempio" Si, poteva essere una
buona scusa ma non avevo intenzione di sfidarla. Mi aveva gia' ampiamente
dimostrato le sue immense capacita' e non volevo sentirmi cosi' infinitamente
di livello inferiore come mi aveva fatto sentire. Mi alzai
" Forse e' meglio che me ne vada, signora Fink. Mi scusi se le ho fatto
perdere del tempo"
" Fermo! " mi ordino' e lo fece con lo stesso tono col quale aveva appena
trattato l'avvocato Clark. Ero rimasto immobile di fronte a lei, senza sapere
come comportarmi
" Cosa significa? Non puo' darmi ordini signora Fink. Io non sono suo marito e
nemmeno Samuel Clark" La donna si alzo' dal divano, incurante delle mie parole
e venne di fronte a me
" Seguimi e non fare storie" Il suo tono era completamente cambiato ed ora era
estremamente autoritario
" Per quale motivo dovrei seguirla?" provai ad obiettare
" Perche' te lo ordino io" mi rispose facendomi quasi rabbrividire
" Le ho detto che io non prendo ordini da lei" Di nuovo un obiezione, ma
stavolta meno marcata
" Non sei curioso di sapere il motivo per cui esigo che tu venga con me?"
" Io....si ma lei...." Iniziavo persino a balbettare. Mio Dio che figura stavo
facendo. Il mio respiro si faceva affannoso mentre lei era l'emblema della
tranquillita'. Cosa voleva ancora da me?
" E allora piantala di obiettare. Seguimi e zitto" Stavolta mi lasciai
convincere senza altre obiezioni. Non riuscivo a contrastare questa sua
autorevolezza e la seguii, dicendo a me stesso che lo facevo solo per
curiosita', per capire cosa volesse da me. Rachel Fink apri' la porta, usci'
da quell'immenso salone e si diresse verso le scale dove si trovava il piano
superiore e dove c'era la stanza in cui era morto suo marito. Sali' le scale
con il suo incedere unico, voltandosi ogni tanto per controllare che io la
seguissi e lasciando scie del suo profumo che respirai a pieni polmoni,
inebriandomene. Superammo la stanza dove era stato trovato morto Jacob Fink ed
altre, tutte rigorosamente chiuse, fino ad arrivare all'ultima porta. La apri'
e spinse l'interruttore illuminando una camera da letto da sogno, enorme,
arredata con gusto e con eleganza. Rachel Fink si sedette al bordo del letto
ricoperto da bellissime lenzuola di lino ricamate, accavallo' di nuovo le
lunghe gambe e poi con il dito indice mi fece cenno di avvicinarmi
" Ora inginocchiati ai miei piedi" Feci un passo indetro
" Cosa? Non puo' chiedermi una cosa del genere"
" Oh si che posso. So che non vedi l'ora di farlo ma devi vincere la tua
mentalita' da maschio dominante. Potrei costringerti a farlo con la forza ma
voglio che tu lo faccia di tua spontanea volonta'" Era troppo. Non dovevo
rimanere un solo secondo in piu' in quella stanza se non volevo perdere del
tutto cio' che era rimasto del mio autocontrollo.
" No!" gridai e mi voltai per andarmene ma non avevo fatto i conti con la
straordinaria velocita' e agilita' di Rachel Fink che, prima che riuscissi a
raggiungere la porta, era gia' dietro di me. Afferro' la mia mano sinistra
costringendomi sulla difensiva e poi strinse facendo contemporaneamente una
torsione. Sentii un dolore acuto
" Che cosa sta facendo? Si rende conto che lei sta mettendo le mani addosso ad
un poliziotto? Potrei denunciarla per questo"
" Non lo farai. In ginocchio ti ho detto" Lottavo con tutte le mie forze per
liberarmi, ma non riuscivo a fare nulla. Quella donna era tanto bella, tanto
seducente per quanto dotata di una forza straordinaria. Provai a colpirla con
la mano libera ma l'unico risultato che ottenni fu quello di farmi
imprigionare anche l'altra mano, subito afferrata con sorprendente rapidita'
dalla donna. Ora non avevo piu' la possibilita' di muovermi e sentii un forte
dolore quando lei torse i miei polsi costringendomi in ginocchio, proprio come
voleva lei
" Mi lasci, signora Fink e le prometto che questa faccenda non avra' un
seguito"
" Ti lascero' solamente se mi prometti che non farai altre idiozie del genere.
Ti sto obbligando a fare solamente quello che tu hai voglia. Devi solo
capirlo. Ora bacia i miei piedi e fallo dolcemente e non costringermi a farti
del'altro male. Credimi, non mi piace mettere le mani addosso ai miei
sottomessi, a meno che loro non lo vogliano espressamente, come il mio povero
Jacob. Giu' e bacia i miei piedi"
" Io non sono un suo sottomesso e non lo faro'" gridai
" Non lo sei ancora ma lo sarai" rispose pacatamente la donna aumentando la
torsione. Il dolore cominciava a farsi insostenibile
" Aaaaah" mi lamentai "Non e' possibile, non puo' essere vero. Mi sta
spezzando i polsi"
" Non te li spezzero' se tu mi obbedirai. Ieri ti ho fatto vedere come per me
sarebbe una sciocchezza farlo e tieni in mente che ti ho mostrato solo alcune
delle cose che posso fare. Ora non te lo ripetero' piu', Baciami i piedi e te
la caverai con poco dolore ed avrai la tua ricompensa" Il dolore era sempre
piu' insopportabile e gli occhi mi si stavano riempiendo di lacrime che
faticai a mandare indietro. Mi sentivo cosi' impotente, cosi' fragile e cosi'
in imbarazzo che non mi accorsi subito di avere avuto un'erezione. Possibile?
Perche' mi stava accadendo? Come era possibile che tutto questo mi piacesse.
Io non lo volevo, mi ero ribellato e solo la forza straordinaria di quella
donna mi stava costringendo in ginocchio. Non capivo piu' nulla e la
confusione in me era totale. L'unica certezza era che non volevo piu' sentire
quel dolore atroce che mi stava procurando Rachel Fink e mi abbandonai
all'inevitabile, mi rilassai facendo meno opposizione allo straripante potere
fisico della donna e il dolore si attenuo'. Ero gia' in ginocchio dinanzi ai
suoi meravigliosi piedi e per baciarli dovetti arcuare la mia schiena. Lo
feci, le tolsi una scarpa ed iniziai a baciarli, prima con delicatezza e poi
con sempre piu' trasporto. Mi piaceva farlo. Oh mio Dio. Mi piaceva. Ero
spaventato da questa scoperta. La mia eccitazione sessuale cresceva ancora di
piu' e piu' cresceva e piu' baciavo quei meravigliosi piedi con maggiore
passione senza accorgermi che la vedova Fink mi aveva lasciato completamente
libero. Quando me ne resi conto, provai a rialzarmi ma la mano ferrea di
Rachel Fink mi prese per il collo e mi costrinse a rimettermi nella posizione
di prima. Mi lasciai guidare e poi sentii la sua mano accarezzarmi il collo
" Bravo, cosi'. Lo sapevo, Benjamin, lo sapevo da prima che tu stesso lo
scoprissi che non vedevi l'ora di inginocchiarti ai miei piedi. Ho dovuto
forzare la situazione ma ora stai comprendendo, non e' vero?" Alzai la testa
per cercare il suo sguardo e riuscii a trovarlo
" Come ha fatto a capirlo? Come c'e' riuscita?" Ormai non potevo piu' negarlo,
ne' a me stesso e tantomeno a lei
" Alzati, Benjamin" mi ordino' ed io come un automa le obbedii, ritrovandomi
di nuovo a pochi centimetri dal suo meraviglioso volto. Rachel Fink prosegui'
"Te l'avevo detto che ti stavo studiando e che stavo valutando le tue
reazioni. Ieri, quando mi hai tolto e poi rimesso le scarpe, ho avuto la
certezza del tuo istinto. Dovevi solo essere obbligato all'inizio con un po'
di forza per vincere la naturale ritrosia del neofita" La guardai, con
rispetto, con ammirazione ed anche con un po' di timore
" E adesso, signora Fink? E adesso cosa accadra'?" Mi sorrise e stavolta il
suo sorriso era vero ed era straordinariamente bello
" Adesso tu avrai la ricompensa che ti avevo anticipato" Mise una mano dietro
la mia nuca e poi mi spinse dolcemente verso di lei. Poso' le sue bellissime
labbra umide di rossetto sulle mie ed io capii in quel momento cosa
significasse la felicita' allo stato puro. Lo avevo desiderato dal primo
istante che l'avevo vista. Con l'altra mano accarezzo' il mio viso e poi
sentii la sua lingua farsi strada nella mia bocca. Il mio cuore faceva
sobbalzi. E' cosi' che ci si sentiva quando ci si innamorava perdutamente di
una donna? Per me, in quel momento, non c'era niente altro al mondo. Al di
fuori di me e di lei non esisteva piu' un mondo corrotto, pieno di guerre, con
gente che moriva di fame, con uomini che uccidevano i propri simili per pochi
soldi, non esistevano piu' droga, malattie o altro. Il mondo era solo Rachel
Fink ed il mio desiderio era solo quello di non far finire piu' quello
straordinario bacio. Ma, come tutte le cose belle, anche quel bacio termino'
ed io mi ritrovai ancora di fronte a lei, con il cuore gonfio di amore e con
il mio corpo pieno di desiderio per quella donna straordinaria
" Che significato ha tutto questo?" le chiesi. Lei prese la mia mano
dolcemente, facendomi segno di mettermi seduto sul bordo del letto. Anche lei
lo fece e mi ritrovai di nuovo vicinissimo a lei
" Tutto questo ha un solo significato, Benjamin. Tu mi desideri come non
credevi che fosse possibile desiderare una donna, ma per avermi dovrai
sottomettermi a me. Sara' meraviglioso per te, vedrai. Lo voglio io e lo vuoi
soprattutto tu. Te l'ho letto negli occhi fin dal primo momento che hai posato
il tuo sguardo su di me"
" Io non so....." provai ad obiettare
" Oh si che lo sai." mi interruppe " Sei logicamente confuso, stai scoprendo
un aspetto del tuo carattere che nemmeno ti immaginavi di avere. Lasciati
guidare dal tuo istinto" Mi misi la testa fra le mani
" Oh mio Dio! No, non puo' essere come dice lei. E' vero, mi sento attratto da
lei ma soltanto perche' lei e' bellissima e nessun uomo potrebbe resisterle"
Mi guardo' continuando a sorridere mentre i suoi occhi sembravano penetrare
nella mia mente
" No, non e' cosi' Benjamin. Sarebbe riduttivo se tu ti sentissi attratto
soltanto dalla mia bellezza. Ci sono migliaia di donne molto belle e di certo
non molte di loro hanno la tendenza a sottomettere gli uomini. Tu ti senti
attratto da me anche per altre cose. Per la mia severita', per la mia forza,
per la mia intelligenza e per il mio modo di fare. Credi che non mi sia
accorta che hai avuto un eccitazione quando abbiamo combattuto ieri? Credi che
non ci abbia fatto caso che la cosa si e' ripetuta poco fa'? O addirittura che
ieri hai avuto un eiaculazione quando ti ho sistemato la cravatta? Ho
osservato ogni tua reazione, ogni tuo gesto e la mia bellezza, pur notevole,
non avrebbe potuto crearti tutto questo desiderio se tu non fossi attratto da
me per altre cose oltre all'aspetto fisico. Oh Benjamin, voi uomini siete
cosi' cocciuti a volte da non riuscire a comprendere una verita' limpida e
cristallina" Se ne era accorta. Pensavo di aver nascosto la mia eiaculazione
ai suoi occhi e invece lei sapeva tutto. Ogni mia sensazione sembrava non
avere segreti per la signora Rachel Fink. Ma ancora non riuscivo a convincermi
del tutto
" Io.....Io non credo di poter sopportare certe cose"
" Cosa, Benjamin? Cosa non riusciresti a sopportare?"
" Non lo so. Non me la sento di essere uno schiavo, non me la sento di fare
cose che vanno contro i miei principi"
" Tu non saresti uno schiavo. Nessuno ti obbliga, Benjamin. Sei libero di
andartene in questo stesso istante. Vai Benjamin, se lo ritieni opportuno.
Vai" Rimasi seduto sul letto. Non potevo andarmene, non potevo correre il
rischio che quella fosse l'ultima volta che la vedevo. Avevo bisogno di stare
accanto a lei, avevo bisogno di respirare il suo profumo e avevo un bisogno
pazzesco di sentirmi indifeso di fronte a lei, alla sua forza straripante,
alla sua intelligenza acutissima, al suo modo dominante di porsi in ogni
situazione. Quella sensazione di sottomissione che si ha di fronte ad una
persona che si reputa superiore era strana eppure meravigliosa, eccitante
sessualmente e mentalmente e l'idea di non sentirla piu' mi faceva star male.
No, non potevo andarmene. Lei mi accarezzo'
" Vedi Benjamin, ora te ne stai rendendo conto, stai cominciando a capire. Gli
inizi sono difficoltosi, lo so perfettamente, ma poi ci si abitua. Non sarai
mai uno schiavo, Benjamin. Non sarai torturato e non ti picchiero' con
violenza ma soltanto per ricordarti ogni tanto chi comanda tra di noi. Saro'
inflessibile, severa e tu amerai ogni momento, ti ecciterai quando io ti
dimostrero' la mia superiorita' fisica e mentale e forse sarai tu stesso a
chiedermi di essere ancora piu' severa, ancora piu' autoritaria e forse
persino piu' violenta nei tuoi confronti. La tua erezione, quando ti ho
costretto ad inginocchiarti, ne e' la testimonianza tangibile. Mio piccolo
Benjamin, cosi' forte e cosi' indifeso. Abbandonati alla mia superiorita'.
Scoprirai che obbedire ad una donna come me porta alla vera felicita', una
felicita' immensa che tu ora stai percependo appena un poco" Avvicino' ancora
un po' il suo meraviglioso volto al mio e mi bacio' nuovamente e nuovamente
sentii tutte quelle meravigliose sensazioni che avevo sentito la prima volta.
Questa volta pero' il bacio prosegui' con piccoli baci sulle bocca ed era
meraviglioso assaggiare quelle labbra disegnate perfettamente. Quando si
stacco', mi fisso' intensamente
" Sei felice?"
" Si, lo sono" risposi sinceramente
" Per continuare ad esserlo dovrai sottometterti definitivamente ai miei
voleri. Ora di nuovo in ginocchio ai miei piedi. La prima volta ti ho
costretto con la forza, adesso dovrai farlo soltanto perche' te lo ordino" La
osservai, cercando di capire esattamente cosa io volessi, ma poi mi persi nei
suoi occhi verdi e capii. Mi alzai dal letto e mi inginocchiai ai suoi piedi e
glie li baciai. Lei scanso' il suo piede dalla mia bocca, lo giro' e mise il
suo tacco a spillo sulla mia guancia. Mi faceva male ma era un dolore
sopportabile
" Non cosi' Benjamin. Ti ho ordinato di metterti in ginocchio e non di
baciarmi i piedi. Devi ascoltare esattamente quali sono i miei ordini ma per
questa volta non ti puniro'. Capisco i tuoi turbamenti e le tue incertezze, ma
la prossima volta non saro' cosi' permissiva. E' chiaro Benjamin?"
" Si signora Fink" risposi, sempre piu' immedesimato dalla situazione
" Basta chiamarmi
. In quel modo potrai chiamarmi quando ci sono
altre persone ma quando siamo da soli tu dovrai chiamarmi . Capito?"
" Si"
" Si cosa?" Dillo Benjamin. Chiamarmi e' un passo decisivo per la
tua sottomissione. Ogni volta che ti rivolgerai a me dovrai farlo in questo
modo"
Invece, era difficilissimo per me. Mi ero inginocchiato a lei, le avevo
baciato i piedi ma non riuscivo a pronunciare quella semplice parola. Ci
provai, aprii la bocca ma la richiusi senza che alcun suono ne uscisse ed
alzai gli occhi per osservarla. Il suo volto sembrava inespressivo, senza
particolari emozioni, in attesa che io pronunciassi la parola della mia
definitiva sottomissione, della sua consacrazione a padrona nei miei
confronti. Volevo tutto questo? Lei intanto si sciolse in un sorriso e chino'
il suo busto per potermi afferrare per il mento
" Non e' difficile, Benjamin. Ci sono delle regole che vanno rispettate in un
rapporto del genere e rivolgersi alla persona dominante nel modo giusto aiuta
ad entrare definitivamente nella parte. Non puoi chiamarmi Rachel come se
fossi mio fratello o un amico, se ne avessi di fratelli o di amici, ma devi
avere il giusto rispetto nei miei confronti. Fallo, Benjamin, chiamami
e ti sentirai meglio, respirerai a pieni polmoni la tua
inferiorita'. Perche' sara' proprio questa sensazione a stimolare la tua
eccitazione mentale e sessuale"
Chinai la testa, mentre un milione di pensieri si accumulavano nella mia
mente. Non riuscivo ad essere lucido e a far dipanare i miei ragionamenti in
modo coerente e continuavo a ripetere a me stesso
Se questa donna aveva le straordinarie
capacita' di Rachel Fink, si, senza dubbio si. Non potevo aspettare oltre
" Si, padrona" dissi semplicemente e mi sembro' di essermi liberato di un
macigno e di sentirmi improvvisamente leggero come l'aria. Non vidi la sua
reazione, trovandomi ancora inginocchiato ai suoi piedi, ma potevo immaginare
la sua soddisfazione nell'essere riuscita nel suo intento
" Molto bene Benjamin. Rimani in ginocchio in questa posizione" La vidi
alzarsi e poi la osservai togliersi lentamente i suoi abiti. Si slaccio'
dapprima la sua camicetta che getto' sul letto e quindi si apri' la cerniera
della gonna per levarsela con quei movimenti lenti e studiati che possedeva.
Rimase ai miei occhi soltanto in abbigliamento intimo, un completino nero di
pizzo simile a quello indossato il giorno precedente ma con trasparenze
decisamente maggiori. Voltai il collo per poterla osservare meglio ma lei se
ne accorse
" Alzati Benjamin, cosi' potrai ammirarmi meglio"
" E'.....E' bellissima. Padrona"
" Se ti dicessi che non lo so, sarei una bugiarda e preferisco peccare di
immodestia. Si, sono molto bella" Si avvicino' a me e mi bacio' nuovamente,
aiutandomi nel frattempo a spogliarmi. Mi tolse la giacca e la cravatta e poi
mi slaccio' la camicia. Sentivo le sue mani sul mio corpo e questo rendeva la
mia eccitazione enorme. Spinse poi il suo bacino verso la mia erezione
spasmodica facendomi sussultare
" Vedi Benjamin, e' questo uno dei piaceri della sottomissione. Con
nessun'altra donna tu potrai sentire questo desiderio immenso, nemmeno con una
donna con una bellezza pari alla mia. Questo desiderio potrai sentirlo
soltanto con la tua padrona, ovvero con me"
" Si padrona. Lei ha ragione. Non ho mai sentito un desiderio simile"
" Io ho sempre ragione. La tua padrona ha sempre ragione, al di la' del fatto
che la abbia veramente. Ora abbandonati, Benjamin. Finisci di spogliarti e non
prendere nessuna iniziativa. Non toccarmi a meno che io non ti dica di farlo e
non muoverti senza un mio preciso ordine. Stai per fare l'amore in modo
subordinato. Stai per ricevere il regalo piu' grosso che una padrona possa
fare al suo sottomesso" Persi alcuni secondi per guardarla adorante, con il
cuore letteralmente in subbuglio per cio' che mi stava capitando e con i miei
pensieri completamente in disordine. Eppure, malgrado quel disordine mentale,
alcune certezze si erano instaurate dentro di me. Amavo Rachel Fink. L'amavo
come non credevo fosse possibile amare un altro essere umano, la consideravo
un essere superiore e il mio desiderio di sottomettermi a lei era un bisogno
inspiegabile, pazzesco ma di un'intensita' unica e questo mi stava regalando
una felicita' che nessuna parola sarebbe riuscita a spiegare e il pensiero che
lei mi stesse per fare quel dono aumento' a dismisura quella sensazione di
felicita'. Stavo per toccare il paradiso.
FINE SESTA PUNTATA