Estate 1975

Sara.61
00lunedì 7 maggio 2012 16:04
Mia Zia
La casa era molto grande, io ero solito passarci l’estate, ma quell’anno i miei erano impegnati, quindi sarei rimasto a casa, non che mi dispiacesse, era una cosa diversa. Invece arrivò una telefonata, era la Zia, la sorella di mia madre, separata da poco, ed un po in depressione.
Capii cosa succedeva quando mia madre venne in camera mia: < la zia vuole passare le vacanze nella casa al mare, vero che tu gli farai compagnia, non può stare sola, lo sai che è in crisi>, che dovevo fare, era il 1975 avevo quattordici anni, la zia una quarantenne di una bellezza devastante, non so quante seghe mi ero fatto pensando a lei, quando veniva a trovarci, con le sue gonne corte i tacchi, ed il suo modo di sedersi e di accavallare le gambe, mi aveva fatto sempre sognare.
Quindi stavo già pensando al suo abbigliamento al mare, immaginate che adrenalina avevo, non vedevo l’ora di partire. < ok, mamma se proprio devo, starò con la Zia, però se mi stufo mi venite a prendere>
Così arrivò l’inizio di Luglio, mi aspettavano due mesi nella casa al mare, la Zia era molto stanca ed era andata subito a riposarsi, quindi non l’avevo neanche vista, fu mia madre ad avvertirmi,< la zia è arrivata, guarda che domani partite, metti fuori la roba che vuoi così ti preparo la valigia>
A cena zia arrivò come al solito vestita nel suo stile, camicetta bianca gonna blu a tubo sopra il ginocchio con uno spacchetto dietro senza calze, perché le gambe erano già abbastanza abbronzate, ma erano le scarpe che attirarono la mia attenzione, dei sandaletti blu con un tacco quasi a spillo di cinque o sei centimetri, le dita dei piedi avevano uno smalto color perla, tutto l’insieme era fantastico.
Io già allora avevo un senso di sottomissione abbastanza sviluppato, anche se non sapevo di averlo, però le gambe con i tacchi mi eccitavano più di ogni altra cosa, e poi ero attratto dalle scene dei film in cui la donna era cattiva e prevaricava l’uomo, all’epoca era diverso, non si vedevano molte scene del genere, ma a volte nei balletti c’erano momenti in cui la ballerina o appoggiava il piede sul partner oppure mimava qualche calcio.
Comunque non voglio divagare oltre, la partenza era imminente, mia zia mi guardava con aria divertita < vieni volentieri? Non lasci qualche amichetta? Sei sicuro di volermi tenere compagnia per tutto il tempo?> ero già un po rosso sentivo il viso caldo caldo, questo era il tono della serata.
Sette del mattino dopo, bagagli caricati nella macchina, la zia alla guida, vestita come la sera precedente, e naturalmente da seduta le gambe erano tutte scoperte, ed io ero già al settimo cielo, immaginatevi quasi quattro ore con quella visione.
.
Il primo segnale che sarebbe stata un’estate fantastica è avvenuto proprio all’autogrill, quando ci fermammo la zia con tono autoritario e che giudicai strano mi disse:< dai prendi la mia borsa, muoviti, portala tu, così fai qualcosa per renderti utile, altrimenti non mi servi> rimasi un pochino imbambolato a causa del tono e delle sue parole velocizzai il tutto ed ero al suo fianco con la borsa in mano.
Espletate le sue incombenze in bagno, io non avevo nessun bisogno in quanto il mio uccello era ancora in erezione, fatta colazione , mi rifilò nuovamente la borsa in mano, e si avviò a passo deciso verso la macchina, < allora stai bene? Guiderò altre due orette poi ci fermiamo in un posto che devo fare degli acquisti.> ero ancora in tensione per il suo tono precedente, .
Le domande si facevano un po’ imbarazzanti voleva sapere se avevo la ragazza, se preferivo lo sport oppure la discoteca, ma le faceva con noncuranza senza badare tanto alle mie risposte, in mezzo però ne arrivò una che non mi sarei mai aspettato, < ti piacciono le mie gambe vero?> non ero sicuro di aver capito bene, e la mia faccia deve essergli sembrata ridicola perché si mise a ridere, e continuò a ridere di gusto, io non sapevo cosa rispondere il rosso del mio viso doveva essere spaventoso, cominciai a balbettare lei rideva divertita, fine prima parte.
subfeet
00lunedì 7 maggio 2012 16:19
Nooo caspita ti sei fermato sul più bello ! Gran bel racconto anche se non ho capito se è un racconto di fantasia o un'esperienza tua personale , spero per te si tratti di quest'ultima. Comunque davvero eccitante...e poi la zia bonazza dominante e autoritaria con gambe piedi e scarpe da urlo è sempre stata nel mio immaginario erotico da sempre.
Sara.61
00lunedì 7 maggio 2012 20:03
Seconda parte
Arrivati alla casa al mare, incominciai a capire che mia zia era abituata a farsi servire, infatti iniziò a dare ordini, e la cosa strana era che rimaneva li a vedere mentre io li eseguivo, < dai scarica la macchina, anzi prima vai ad aprire casa, accendi il contatore della luce, il gas ed apri tutte le finestre, su muoviti dai> mentre lei si accendeva una sigaretta e stava li appoggiata al muro, non toccò niente, mi guardava e mi diceva cosa prendere prima, dove mettere le valigie, ero sudato marcio.

Non sapevo cosa pensare, anche perché arrivati al parcheggio della trattoria si è ripetuta la scena della borsa ed il tono vi assicuro era imperativo pesante.
Il cameriere, un ometto sui sessant’anni non aveva occhi che per lei, si capiva lontano un miglio che era attratto completamente, tanto da esagerare anche con dei complimenti, e lei ne godeva, almeno apparentemente poi quando il cameriere si allontanò dopo le ordinazioni lei mi stupì in maniera estrema: io annuivo come un cretino < siccome mi conosce, pensa che perché sono separata, gli sia permesso tutto,> ero sempre più cretino.
Il pranzo fu veloce, il cameriere continuava ad adularla, e lei fingeva di assecondarlo, mi mandò a pagare,mentre il cameriere parlottava con lei, lei gli parlava sorridendo, ad un tratto vidi la faccia del cameriere cambiare di colpo espressione divenne paonazzo, lei gli mise una mano sulla spalla, e sentii solo le ultime parole < pensaci> passai davanti a lui che non parlava più e ci guardava uscire con aria stralunata.
Appena in macchina la zia si accese una sigaretta certo che l’avevo vista e non ci avevo capito nulla. io avevo solo capito pensaci, perché il resto era stato detto sottovoce. Ero imbalsamato, ma eccitato come non mai ce l’avevo duro e pensavo solo di arrivare veloce in bagno per tirarmi un segone,.
E lei continuò non sapevo cosa dire, io ne avevo a sufficienza come eccitazione, anche se a quel tempo non avevo la minima idea di cosa fosse una dominatrice, ma quell’estate del 1975 mi si aprì il mio mondo futuro. Fine seconda parte
Sara.61
00lunedì 7 maggio 2012 20:07
ripeto
Arrivati alla casa al mare, incominciai a capire che mia zia era abituata a farsi servire, infatti iniziò a dare ordini, e la cosa strana era che rimaneva li a vedere mentre io li eseguivo, < dai scarica la macchina, anzi prima vai ad aprire casa, accendi il contatore della luce, il gas ed apri tutte le finestre, su muoviti dai> mentre lei si accendeva una sigaretta e stava li appoggiata al muro, non toccò niente, mi guardava e mi diceva cosa prendere prima, dove mettere le valigie, ero sudato marcio.

Non sapevo cosa pensare, anche perché arrivati al parcheggio della trattoria si è ripetuta la scena della borsa ed il tono vi assicuro era imperativo pesante.
Il cameriere, un ometto sui sessant’anni non aveva occhi che per lei, si capiva lontano un miglio che era attratto completamente, tanto da esagerare anche con dei complimenti, e lei ne godeva, almeno apparentemente poi quando il cameriere si allontanò dopo le ordinazioni lei mi stupì in maniera estrema: io annuivo come un cretino < siccome mi conosce, pensa che perché sono separata, gli sia permesso tutto,> ero sempre più cretino.
Il pranzo fu veloce, il cameriere continuava ad adularla, e lei fingeva di assecondarlo, mi mandò a pagare,mentre il cameriere parlottava con lei, lei gli parlava sorridendo, ad un tratto vidi la faccia del cameriere cambiare di colpo espressione divenne paonazzo, lei gli mise una mano sulla spalla, e sentii solo le ultime parole < pensaci> passai davanti a lui che non parlava più e ci guardava uscire con aria stralunata.
Appena in macchina la zia si accese una sigaretta certo che l’avevo vista e non ci avevo capito nulla. io avevo solo capito pensaci, perché il resto era stato detto sottovoce. Ero imbalsamato, ma eccitato come non mai ce l’avevo duro e pensavo solo di arrivare veloce in bagno per tirarmi un segone,.
E lei continuò non sapevo cosa dire, io ne avevo a sufficienza come eccitazione, anche se a quel tempo non avevo la minima idea di cosa fosse una dominatrice, ma quell’estate del 1975 mi si aprì il mio mondo futuro. Fine seconda parte
Sara.61
00lunedì 7 maggio 2012 20:23
problema
mi spiace ma ho dei problemi con il copia-incolla, mancano dei brani.
cooper!!!
00martedì 8 maggio 2012 00:36
bello bello!!! fantasia o relatà?? :)
Sara.61
00martedì 8 maggio 2012 08:43
Seconda e terza parte
Arrivati alla casa al mare, incominciai a capire che mia zia era abituata a farsi servire, infatti iniziò a dare ordini, e la cosa strana era che rimaneva li a vedere mentre io li eseguivo, < dai scarica la macchina, anzi prima vai ad aprire casa, accendi il contatore della luce, il gas ed apri tutte le finestre, su muoviti dai> mentre lei si accendeva una sigaretta e stava li appoggiata al muro, non toccò niente, mi guardava e mi diceva cosa prendere prima, dove mettere le valigie, ero sudato marcio.

Non sapevo cosa pensare, anche perché arrivati al parcheggio della trattoria si è ripetuta la scena della borsa ed il tono vi assicuro era imperativo pesante.
Il cameriere, un ometto sui sessant’anni non aveva occhi che per lei, si capiva lontano un miglio che era attratto completamente, tanto da esagerare anche con dei complimenti, e lei ne godeva, almeno apparentemente poi quando il cameriere si allontanò dopo le ordinazioni lei mi stupì in maniera estrema: io annuivo come un cretino < siccome mi conosce, pensa che perché sono separata, gli sia permesso tutto,> ero sempre più cretino.
Arrivati alla casa al mare, incominciai a capire che mia zia era abituata a farsi servire, infatti iniziò a dare ordini, e la cosa strana era che rimaneva li a vedere mentre io li eseguivo, < dai scarica la macchina, anzi prima vai ad aprire casa, accendi il contatore della luce, il gas ed apri tutte le finestre, su muoviti dai> mentre lei si accendeva una sigaretta e stava li appoggiata al muro, non toccò niente, mi guardava e mi diceva cosa prendere prima, dove mettere le valigie, ero sudato marcio.

Non sapevo cosa pensare, anche perché arrivati al parcheggio della trattoria si è ripetuta la scena della borsa ed il tono vi assicuro era imperativo pesante.
Il cameriere, un ometto sui sessant’anni non aveva occhi che per lei, si capiva lontano un miglio che era attratto completamente, tanto da esagerare anche con dei complimenti, e lei ne godeva, almeno apparentemente poi quando il cameriere si allontanò dopo le ordinazioni lei mi stupì in maniera estrema: io annuivo come un cretino < siccome mi conosce, pensa che perché sono separata, gli sia permesso tutto,> ero sempre più cretino.
La prima sera al mare non la dimenticherò mai, avevamo passato il pomeriggio a mettere le nostre valigie a posto, lei nella sua camera che usava di solito ed io nella mia, la casa è su due livelli lei era al piano terra che sbocca sul giardino e sulla piscina, io al piano superiore nell’alloggio dei miei, espletate tutte le operazioni mi sentii chiamare corsi subito giù per le scale, e la visione fu esaltante, la zia si era cambiata ed era in bichini, ho meglio era in slip perché mancava il reggiseno, e quelle tette bianche svettavano nel suo corpo leggermente abbronzato, si vedevano i segni del costume, aveva degli zoccoletti di legno con un bel tacco, si vedeva che erano nuovi, il suo culo era bellissimo, per la prima volta le vedevo tutte le gambe, ed erano lunghissime, lei si era accorta che la guardavo un po troppo intensamente < hei sei imbambolato, dai che devi preparare qualcosa di cena> io preparare la cena? E da dove potevo cominciare non compresi allora cosa voleva dire io sono la padrona, ma lei in quell’estate riuscì a spiegarmelo benissimo.Iniziai sotto i suoi ordini a pulire l’insalata, a mettere l’acqua per la pasta a preparare il sugo, era divertente, lei seduta sulla sedia nella cucina al piano terra con le gambe appoggiate al tavolo ordinava con naturalezza ed io eseguivo, quando non facevo come voleva lei, con calma ripeteva ma non si spostava di un centimetro sorridevo pensavo ancora che fosse tutto uno scherzo.
Poi gli cadde a terra uno zoccolo per la prima volta la toccai, mi chinai presi lo zoccolo, lei mi porse il piede glielo infilai sfiorandogli il tallone liscio ebbi una sensazione incredibile, e lei naturalmente se ne accorse.
Lei si sedette a tavola, io avevo fatto tutto quello che mi aveva ordinato, la servii della pasta ed iniziammo a mangiare, ormai avevo capito che dovevo fare tutto io, quindi anticipai altri ordini togliendo i piatti e servendo l’insalata, preparai il caffè, lei si accese una sigaretta,< bravo cameriere ora lavi i piatti, metti tutto a posto,e poi avrai il primo premio, perché sei stato veramente bravo> il primo premio, e che voleva dire, lavai i piatti e rimisi tutto a posto con una velocità estrema, lei ando’ a sedersi in giardino ai bordi della piscina.
ero già lì, non capivo ancora ma pensavo alla fine dello scherzo invece, iniziò ad accarezzarmi l’uccello sopra i calzoni, poi ogni tanto lo schiacciava un pochino io non parlavo salivazione zero ero veramente imbarazzato ma fui un fulmine, quando il mio uccello svettò dalle mutande il suo piede si appoggio sulla cappella già umida, lei iniziò a scappellarmelo usando la pianta del piede, poi si alzò in piedi, e mi portò il suo piede davanti alla bocca ero in estasi, lo baciai delicatamente, in tutti i punti poi lei me lo forzò in bocca e succhiavo disperatamente poi mi diede un leggero calcetto in faccia il piede era tutto umido, lei lo asciugò sui miei capelli, e riprese a strofinarlo sul mio uccello, stavo per venire ma trattenevo il più possibile, allora lei si rimise lo zoccoletto, io pensavo che finisse tutto li, invece riprese questa volta con lo zoccolo, schiacciando più forte, non feci una piega e baciai il tacco, in fondo era quello che volevo, lei mi infilò il tacco in bocca ed io succhiai quanto succhiai, questa volta il calcio mi fece anche male allo zigomo, ma non dissi niente, riprese a schiacciarmi l’uccello, tutto di colpo venni copiosamente sulla mia pancia, uscì tanto di quello sperma come non mi era mai capitato, lei continuava con delicatezza fino alla fine poi sentii il suo piede sulla pancia che mi spalmava tutto lo sperma sulla pelle, e mi porse lo zoccolo da leccare mi stupii di come leccavo il gusto salato era la prima volta che lo sentivo,< ti è piaciuto il regalo? Direi proprio di si, non credere che sarà sempre così, non ci saranno solo premi ci saranno anche le punizioni, ma io so che ti piacciono anche quelle>
Ero sfiancato, non riuscivo ad alzarmi, non sapevo cosa dire, lei si era accesa un’altra sigaretta ed era seduta con le gambe accavallate che mi guardava, io ero innamorato di lei. fine terza parte
Sara.61
00martedì 8 maggio 2012 08:45
Seconda e terza parte
Arrivati alla casa al mare, incominciai a capire che mia zia era abituata a farsi servire, infatti iniziò a dare ordini, e la cosa strana era che rimaneva li a vedere mentre io li eseguivo, < dai scarica la macchina, anzi prima vai ad aprire casa, accendi il contatore della luce, il gas ed apri tutte le finestre, su muoviti dai> mentre lei si accendeva una sigaretta e stava li appoggiata al muro, non toccò niente, mi guardava e mi diceva cosa prendere prima, dove mettere le valigie, ero sudato marcio.

Non sapevo cosa pensare, anche perché arrivati al parcheggio della trattoria si è ripetuta la scena della borsa ed il tono vi assicuro era imperativo pesante.
Il cameriere, un ometto sui sessant’anni non aveva occhi che per lei, si capiva lontano un miglio che era attratto completamente, tanto da esagerare anche con dei complimenti, e lei ne godeva, almeno apparentemente poi quando il cameriere si allontanò dopo le ordinazioni lei mi stupì in maniera estrema: io annuivo come un cretino < siccome mi conosce, pensa che perché sono separata, gli sia permesso tutto,> ero sempre più cretino.
Arrivati alla casa al mare, incominciai a capire che mia zia era abituata a farsi servire, infatti iniziò a dare ordini, e la cosa strana era che rimaneva li a vedere mentre io li eseguivo, < dai scarica la macchina, anzi prima vai ad aprire casa, accendi il contatore della luce, il gas ed apri tutte le finestre, su muoviti dai> mentre lei si accendeva una sigaretta e stava li appoggiata al muro, non toccò niente, mi guardava e mi diceva cosa prendere prima, dove mettere le valigie, ero sudato marcio.

Non sapevo cosa pensare, anche perché arrivati al parcheggio della trattoria si è ripetuta la scena della borsa ed il tono vi assicuro era imperativo pesante.
Il cameriere, un ometto sui sessant’anni non aveva occhi che per lei, si capiva lontano un miglio che era attratto completamente, tanto da esagerare anche con dei complimenti, e lei ne godeva, almeno apparentemente poi quando il cameriere si allontanò dopo le ordinazioni lei mi stupì in maniera estrema: io annuivo come un cretino < siccome mi conosce, pensa che perché sono separata, gli sia permesso tutto,> ero sempre più cretino.
La prima sera al mare non la dimenticherò mai, avevamo passato il pomeriggio a mettere le nostre valigie a posto, lei nella sua camera che usava di solito ed io nella mia, la casa è su due livelli lei era al piano terra che sbocca sul giardino e sulla piscina, io al piano superiore nell’alloggio dei miei, espletate tutte le operazioni mi sentii chiamare corsi subito giù per le scale, e la visione fu esaltante, la zia si era cambiata ed era in bichini, ho meglio era in slip perché mancava il reggiseno, e quelle tette bianche svettavano nel suo corpo leggermente abbronzato, si vedevano i segni del costume, aveva degli zoccoletti di legno con un bel tacco, si vedeva che erano nuovi, il suo culo era bellissimo, per la prima volta le vedevo tutte le gambe, ed erano lunghissime, lei si era accorta che la guardavo un po troppo intensamente < hei sei imbambolato, dai che devi preparare qualcosa di cena> io preparare la cena? E da dove potevo cominciare non compresi allora cosa voleva dire io sono la padrona, ma lei in quell’estate riuscì a spiegarmelo benissimo.Iniziai sotto i suoi ordini a pulire l’insalata, a mettere l’acqua per la pasta a preparare il sugo, era divertente, lei seduta sulla sedia nella cucina al piano terra con le gambe appoggiate al tavolo ordinava con naturalezza ed io eseguivo, quando non facevo come voleva lei, con calma ripeteva ma non si spostava di un centimetro sorridevo pensavo ancora che fosse tutto uno scherzo.
Poi gli cadde a terra uno zoccolo per la prima volta la toccai, mi chinai presi lo zoccolo, lei mi porse il piede glielo infilai sfiorandogli il tallone liscio ebbi una sensazione incredibile, e lei naturalmente se ne accorse.
Lei si sedette a tavola, io avevo fatto tutto quello che mi aveva ordinato, la servii della pasta ed iniziammo a mangiare, ormai avevo capito che dovevo fare tutto io, quindi anticipai altri ordini togliendo i piatti e servendo l’insalata, preparai il caffè, lei si accese una sigaretta,< bravo cameriere ora lavi i piatti, metti tutto a posto,e poi avrai il primo premio, perché sei stato veramente bravo> il primo premio, e che voleva dire, lavai i piatti e rimisi tutto a posto con una velocità estrema, lei ando’ a sedersi in giardino ai bordi della piscina.
ero già lì, non capivo ancora ma pensavo alla fine dello scherzo invece, iniziò ad accarezzarmi l’uccello sopra i calzoni, poi ogni tanto lo schiacciava un pochino io non parlavo salivazione zero ero veramente imbarazzato ma fui un fulmine, quando il mio uccello svettò dalle mutande il suo piede si appoggio sulla cappella già umida, lei iniziò a scappellarmelo usando la pianta del piede, poi si alzò in piedi, e mi portò il suo piede davanti alla bocca ero in estasi, lo baciai delicatamente, in tutti i punti poi lei me lo forzò in bocca e succhiavo disperatamente poi mi diede un leggero calcetto in faccia il piede era tutto umido, lei lo asciugò sui miei capelli, e riprese a strofinarlo sul mio uccello, stavo per venire ma trattenevo il più possibile, allora lei si rimise lo zoccoletto, io pensavo che finisse tutto li, invece riprese questa volta con lo zoccolo, schiacciando più forte, non feci una piega e baciai il tacco, in fondo era quello che volevo, lei mi infilò il tacco in bocca ed io succhiai quanto succhiai, questa volta il calcio mi fece anche male allo zigomo, ma non dissi niente, riprese a schiacciarmi l’uccello, tutto di colpo venni copiosamente sulla mia pancia, uscì tanto di quello sperma come non mi era mai capitato, lei continuava con delicatezza fino alla fine poi sentii il suo piede sulla pancia che mi spalmava tutto lo sperma sulla pelle, e mi porse lo zoccolo da leccare mi stupii di come leccavo il gusto salato era la prima volta che lo sentivo,< ti è piaciuto il regalo? Direi proprio di si, non credere che sarà sempre così, non ci saranno solo premi ci saranno anche le punizioni, ma io so che ti piacciono anche quelle>
Ero sfiancato, non riuscivo ad alzarmi, non sapevo cosa dire, lei si era accesa un’altra sigaretta ed era seduta con le gambe accavallate che mi guardava, io ero innamorato di lei. fine terza parte
Sara.61
00martedì 8 maggio 2012 08:58
chiedo scusa
sono imbranato chiedo scusa, spero di non ripetermi più
subfeet
00martedì 8 maggio 2012 16:17
Non preoccuparti , l'importante è che il racconto sia bello , e bello lo è davvero , per il resto prima o poi imparerai. Se poi ti danno fastidio questi post doppioni puoi sempre scrivere all'amministratore servetto70 chiedendogli se può cancellarli.
Comunque ripeto , il racconto che sia di fantasia o reale , è molto bello e questo è l'importante secondo me !!
servetto70
00martedì 8 maggio 2012 18:19
Re: chiedo scusa
Sara.61, 08/05/2012 08.58:

sono imbranato chiedo scusa, spero di non ripetermi più




[SM=x829811] Sara.61 ottimo racconto!!!


Per il resto non preoccuparti...altrimenti che ci siamo a fare Noi moderatori? [SM=x829766]


adesso me li leggo e poi tolgo i topic ripetuti. [SM=x829785]
Sara.61
00mercoledì 9 maggio 2012 11:33
Quarta parte
Non sapevo come comportarmi, ma fu mia zia a togliermi dall’imbarazzo < adesso sei venuto, ed io niente, devi fare qualcosa anche per me> non capivo mentre mi avvicinavo lei scavalcò le gambe e le aprì davanti a me non l’avevo mai fatto, ne avevo solo sentito parlare, non sapevo se avrei fatto bene, mi avvicinai, lei si tolse le mutandine del costume e si vedeva tutto nero, con le dita mi fece vedere dove leccare, la baciai prima più volte poi iniziai a leccare quelle labbra, mi piaceva, mi piaceva davvero, ed anche a lei.
Non so per quanto tempo io ho leccato, ma la lingua iniziava a farmi male, i suoi respiri però mi eccitavano ed allora continuavo, poi lei mi prese per le orecchie e mi forzo contro la sua fica ancora più intensamente e venne per un tempo interminabile,
Quella sera nel letto non riuscivo a dormire, mi rivedevo tutte le scene, e dovetti farmi ancora una sega, poi mi addormentai. Fine quarta parte
Sara.61
00mercoledì 9 maggio 2012 11:37
Quinta parte
come risveglio non era male, l’idea che mi prendesse a calci in culo non mi dispiaceva affatto, ero tentato di restare a letto per vedere se l’avrebbe fatto veramente.
Ed infatti spalancò la porta della camera, tirò via le lenzuola mi prese per un braccio e mi arrivò il primo calcio gli zoccoletti di legno facevano male, sempre tenendomi per un braccio mi portò fuori dalla camera e mi accompagnò davanti alla scala mentre scendevo mi colpì anche nella schiena, mi lamentavo ero un po spaventato un ultimo calcio in una coscia accompagnato da uno sberlone non lasciavano spazio ad altre parole.
Adesso comprendevo la natura della Zia Sara, lei era una dominatrice nata, le cose erano cambiate, il suo tono era minaccioso, e adesso menava per nulla, se non ero veloce ad ubbidire arrivano sberle, calci pugni a seconda delle situazioni, ma con i calci se la cavava molto bene, mi ero accorto che aveva una coordinazione eccezionale, con entrambe le gambe, ma con il destro faceva più male, anche le sberle facevano male, anche perche erano molto forti specialmente gli scappelloti dietro la testa, furono giorni abbastanza duri da sopportare, ma io ero eccitato continuamente, e mi stavo abituando ad anticiparla e lei ne godeva il nostro rapporto era cambiato lei era la mia padrona ed io il suo schiavo.
theboogeyman0
00mercoledì 9 maggio 2012 15:25

Bravo/a Sara.61!

Continua pure tranquillo... tutti siamo stati un pochino imbranati nei nostri primi post sul forum! [SM=x829785]

Complimenti per i tuoi racconti. [SM=x829788]

[SM=x829778]

Sara.61
00giovedì 10 maggio 2012 11:30
Sesta parte
Ci fu un giorno che di ritorno dalla spiaggia, ci fermammo a prendere il giornale, in una edicola che vendeva un po di tutto comprese scarpe e zoccole, lei si mise a guardare gli zoccoletti esposti io imbarazzato speravo che non avesse sentito nessuno, ma la commessa si girò di scatto, sentivo già la faccia calda, non riuscivo a rispondere, la commessa era sempre più interessata < prendi quelle che vuoi zia > risposta sbagliata e se le provò mimando dei calci nell’aria, mi si avvicinava, ero sudato cercavo di guardare altrove, la commessa con un risolino sarcastico disse il prezzo mentre andavamo via gli dissi
Dovevo stare più attento, perché tutto mi andava a meraviglia, ma in pubblico non volevo che sembrassi il suo zimbello ed il suo schiavo, e poi sempre con le borse, una da donna e la borsa della spiaggia, lei bella libera, che dava ordini, la gente si girava, e vero che sembravo suo figlio, ma l’atteggiamento era alquanto autoritario, e poi ogni tanto la frase era diventato un po un incubo andare in giro, quindi stavo attentissimo ad esaudire tutti i suoi ordini, ma lei faceva di tutto per riprendermi aveva capito il mio disagio, e si divertiva come una matta.

Il massimo lo raggiungeva però in spiaggia, dove gli ordini erano asfissianti allora fin che era metterle la crema sulla schiena aveva sicuramente un senso, ma sulle gambe, i vicini di ombrellone erano incuriusiti non poco, e mi tira una sberla, non sapevo dove nascondermi era l’occasione per allontanarmi, non volevo tornare subito, e mi ero messo davanti ai bagni, me la vedo arrivare imbufalita mi si avvicina mi da una sberla e mi spinge nel bagno, una ginocchiata mi colpisce nei coglioni, per la prima volta mi fa male veramente, mi piego in avanti, lei si sposta nel bagno c’era abbastanza spazio e mi rifila un calcio in un fianco con la punta dello zoccolo, sono caduto, lei mi sale sopra la pancia con i piedi, senza ritegno mi calpesta sul petto, con il tacco mi segna vicino alla spalla, mi infila il tacco in bocca sporco di sabbia, avevo la bocca tutta piena di sabbia, e lei stava li a vedere se sputavo troneggiava sul mio petto, ingoiai tutta la sabbia con uno schifo estremo, poi scende mi fa alzare a calci, talmente forti che mi scappano dei lamenti . Il dolore alle gambe dove mi aveva colpito era lancinante, un vicino di ombrellone accortosi della mia sofferenza mi chiese
Sara.61
00giovedì 10 maggio 2012 11:33
Sesta parte
Ci fu un giorno che di ritorno dalla spiaggia, ci fermammo a prendere il giornale, in una edicola che vendeva un po di tutto comprese scarpe e zoccole, lei si mise a guardare gli zoccoletti esposti io imbarazzato speravo che non avesse sentito nessuno, ma la commessa si girò di scatto, sentivo già la faccia calda, non riuscivo a rispondere, la commessa era sempre più interessata < prendi quelle che vuoi zia > risposta sbagliata e se le provò mimando dei calci nell’aria, mi si avvicinava, ero sudato cercavo di guardare altrove, la commessa con un risolino sarcastico disse il prezzo mentre andavamo via gli dissi
Sara.61
00giovedì 10 maggio 2012 11:35
Ci riprovo
Ci fu un giorno che di ritorno dalla spiaggia, ci fermammo a prendere il giornale, in una edicola che vendeva un po di tutto comprese scarpe e zoccole, lei si mise a guardare gli zoccoletti esposti io imbarazzato speravo che non avesse sentito nessuno, ma la commessa si girò di scatto, sentivo già la faccia calda, non riuscivo a rispondere, la commessa era sempre più interessata < prendi quelle che vuoi zia > risposta sbagliata e se le provò mimando dei calci nell’aria, mi si avvicinava, ero sudato cercavo di guardare altrove, la commessa con un risolino sarcastico disse il prezzo mentre andavamo via gli dissi
Dovevo stare più attento, perché tutto mi andava a meraviglia, ma in pubblico non volevo che sembrassi il suo zimbello ed il suo schiavo, e poi sempre con le borse, una da donna e la borsa della spiaggia, lei bella libera, che dava ordini, la gente si girava, e vero che sembravo suo figlio, ma l’atteggiamento era alquanto autoritario, e poi ogni tanto la frase era diventato un po un incubo andare in giro, quindi stavo attentissimo ad esaudire tutti i suoi ordini, ma lei faceva di tutto per riprendermi aveva capito il mio disagio, e si divertiva come una matta.

Il massimo lo raggiungeva però in spiaggia, dove gli ordini erano asfissianti allora fin che era metterle la crema sulla schiena aveva sicuramente un senso, ma sulle gambe, i vicini di ombrellone erano incuriusiti non poco, e mi tira una sberla, non sapevo dove nascondermi era l’occasione per allontanarmi, non volevo tornare subito, e mi ero messo davanti ai bagni, me la vedo arrivare imbufalita mi si avvicina mi da una sberla e mi spinge nel bagno, una ginocchiata mi colpisce nei coglioni, per la prima volta mi fa male veramente, mi piego in avanti, lei si sposta nel bagno c’era abbastanza spazio e mi rifila un calcio in un fianco con la punta dello zoccolo, sono caduto, lei mi sale sopra la pancia con i piedi, senza ritegno mi calpesta sul petto, con il tacco mi segna vicino alla spalla, mi infila il tacco in bocca sporco di sabbia, avevo la bocca tutta piena di sabbia, e lei stava li a vedere se sputavo troneggiava sul mio petto, ingoiai tutta la sabbia con uno schifo estremo, poi scende mi fa alzare a calci, talmente forti che mi scappano dei lamenti . Il dolore alle gambe dove mi aveva colpito era lancinante, un vicino di ombrellone accortosi della mia sofferenza mi chiese
Sara.61
00giovedì 10 maggio 2012 11:38
niente
Non mi funziona il copia incolla vedrò ora in avanti di scrivere direttamente, perchè mancano delle parti del racconto scusate.
zerbinopermiss
00venerdì 11 maggio 2012 17:24
Re: niente
Sara.61, 10/05/2012 11.38:

Non mi funziona il copia incolla vedrò ora in avanti di scrivere direttamente, perchè mancano delle parti del racconto scusate.




Nessun problema ci mancherebbe.... racconto strepitoso complimenti [SM=x829788] [SM=x829788]
Sara.61
00venerdì 11 maggio 2012 21:08
continuo
Ci fu un giorno che di ritorno dalla spiaggia, ci fermammo a prendere il giornale, in una edicola che vendeva un po di tutto comprese scarpe e zoccole, lei si mise a guardare gli zoccoletti esposti io imbarazzato speravo che non avesse sentito nessuno, ma la commessa si girò di scatto, sentivo già la faccia calda, non riuscivo a rispondere, la commessa era sempre più interessata < prendi quelle che vuoi zia > risposta sbagliata e se le provò mimando dei calci nell’aria, mi si avvicinava, ero sudato cercavo di guardare altrove, la commessa con un risolino sarcastico disse il prezzo mentre andavamo via gli dissi
Dovevo stare più attento, perché tutto mi andava a meraviglia, ma in pubblico non volevo che sembrassi il suo zimbello ed il suo schiavo, e poi sempre con le borse, una da donna e la borsa della spiaggia, lei bella libera, che dava ordini, la gente si girava, e vero che sembravo suo figlio, ma l’atteggiamento era alquanto autoritario, e poi ogni tanto la frase era diventato un po un incubo andare in giro, quindi stavo attentissimo ad esaudire tutti i suoi ordini, ma lei faceva di tutto per riprendermi aveva capito il mio disagio, e si divertiva come una matta.
Sara.61
00venerdì 11 maggio 2012 21:27
Continuo
Ci fu un giorno che di ritorno dalla spiaggia, ci fermammo a prendere il giornale, in una edicola che vendeva un po di tutto comprese scarpe e zoccole da mare, lei si mise a guardare gli zoccoletti esposti, io imbarazzatissimo speravo che non avesse sentito nessuno, ma la commessa si girò di scatto,sentivo gia la mia faccia calda ,calda, non riuscivo a rispondere, la commessa era sempre più interessata risposta sbagliata < dai non fare il timido scegli quelle che preferisci, che stasera le proviamo, queste sono belle, anche se di plastica, pensi che mi stiano bene?> e se le provò mimando dei calci nell'aria, mi si avvicinava, ero sudato e cercavo di guardare altrove, la commessa con un risolino disse il prezzo,< va bene le prendo, sei contento, scarpe nuove e vita vecchia, per te naturalmente> mentre andavamo via riuscii a dirle
Dovevo stare più attento, perchè tutto mi andava a meraviglia, ma in pubblico mi vergognavo come un ladro, non volevo essere il suo zimbello, e poi sempre con le borse in mano, una da donna, quella della spiaggia, l'ombrellone, e lei sempre libera, che dava ordini la gente si girava, è vero che sembravo suo figlio, ma l'atteggiamento era alquanto autoritario, e poi ogni tanto la frase era diventato un po un incubo andare in giro, quindi stavo attentissimo ad esaudire tutti i suoi ordini, ma lei faceva di tutto per riprendermi aveva capito il mio disagio, e si divertiva come una matta.
Sara.61
00venerdì 11 maggio 2012 21:39
Mi spiace
Sarà colpa mia, ma non riesco a far inserire il mio racconto provo su di un topic nuovo
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:27.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com