Fanta Femdom

Sara.61
00martedì 19 giugno 2012 19:39
Il pianeta BC1
Racconto tremendamente di fantasia, vediamo se piace, altrimenti lasciamo perdere.

Prima parte
Era il 2290 i viaggi interplanetari erano all’ordine del giorno, le distanze erano azzerate dalle nuove tecnologie di smaterializzazione, la scienza spaziale aveva fatto passi da gigante, e si sfruttavano altri sistemi con soli diversi, si era sempre alla ricerca di pianeti che potessero dare nuovi materiali, o perlomeno aumentare le scorte di quelli esistenti, fino ad ora non si erano fatti incontri con altri esseri viventi, se non forme di vita elementare, che comunque la possibilità di trovare anche pianeti abitati, BC1 era però candidato ad essere abitato, c’erano tanti segnali che lo provavano, la storia che racconterò riguarda tre uomini, militari, italiani, che facevano parte del progetto di ricerca su di un sistema di pianeti di nuova scoperta, la loro squadra si occupava proprio del pianeta BC1, oltre agli uomini a terra, loro erano i prescelti per il primo viaggio di esplorazione, quindi sarebbero atterrati su BC1 come primi esseri umani, la partenza era oggi alle 17.00 ora italiana. Tutto era pronto, facciamo conoscenza dei tre esploratori, Augusto anni trenta celibe, laureato in ingegneria spaziale, al terzo volo interplanetario, una passione sfrenata per il culturismo, militare con una discreta esperienza, con il grado di capitano, Mario anni trentadue, sposato con Laura , laureato in chimica, anche lui al terzo volo, passione indicata le donne, capitano in procinto di promozione, per ultimo il capo squadra, Emilio trentanove anni, celibe, laureato in ingegneria aereonautica, ex pilota di caccia terrestre, diversi voli all’attivo, grado di maggiore, con estrema esperienza di atterraggi in pianeti inesplorati, la sua passione dichiarata, leggere libri. I nostri tre baldi militari erano pronti, erano già in posizione, il viaggio sarebbe durato esattamente ventinove ore e ventisette minuti, il tempo della smaterializzazione completa, e del ricomponimento, poi dodici minuti per l’atterraggio, erano le 16,50 Emilio stava dando le ultimissime indicazioni per la partenza “ragazzi concentrati, sette minuti alla partenza, ci risentiamo prima dell’atterraggio, tutto ok sui monitor?” rispose Augusto “tutto ok, pronto” Mario “pronto”, la partenza perfetta, durante la smaterializzazione non si sentiva nulla, era un sonnellino di quasi trenta ore, con un risveglio un po’ brusco ma sopportabile, “ragazzi tutto a posto è il vostro maggiore che vi parla, rispondete “ entrambi erano svegli “tutto ok, pronti per l’atterraggio” la manovra era in automatico, loro non dovevano fare nulla, ed ecco che l’astronave una navicella molto compatta tocca il suolo di BC1, le indicazioni erano di atmosfera esattamente identica a quella terrestre, quindi dopo il controllo di rito si apprestano a scendere, tutti molto emozionati, quello che si presenta ai loro occhi, è un paesaggio collinare, le indicazioni infatti erano di un pianeta molto verde, dove probabilmente le forme di vita potevano essere molto più evolute che nei soliti pianeti già visitati, infatti videro subito degli uccelli, e questa era già una scoperta fantastica, “sono sicura che in questo pianeta ci sono abitanti simili a noi” Augusto era un entusiasta di natura, “magari con delle donne bellissime” gli fece eco Mario, “prestate la massima attenzione, togliete le sicure alle armi, non si può mai sapere” la prima missione, riguardava una esplorazione minima, poi sarebbero risaliti sulla navicella, per esplorare dall’alto il pianeta. Ma qui inizia la vera storia di questo viaggio, all’improvviso, in lontananza sentirono dei rumori assordanti che ai loro orecchi erano sicuramente motociclette, ed infatti una ventina di moto, stavano arrivando su di loro, era una cosa sensazionale, erano ammutoliti, non credevano ai loro occhi, e quando le moto furono vicine a loro, fu ancora più sorprendente, erano tutte donne, e che donne, Mario ci aveva beccato una ventina di splendide creature, tutte abbastanza alte, vestite con una tuta colore acciaio, attillatissima, stivali al ginocchio, con tacchi alti in acciaio, ed anche la punta degli stivali era in acciaio, perlomeno di colore, avevano dei caschi in testa, con dei microfoni molto evidenti una di loro avanzo con fare minaccioso, puntando un bastone corto, parlava in una lingua che sembrava un misto tra spagnolo ed inglese, la voce non arrivava dalla loro bocca, ma da un piccolo altoparlante inserito nel casco, loro alzarono le mani d’istinto, ed Emilio tentò il contatto direttamente in italiano “veniamo in pace dalla terra, siamo amici” la chiamiamola aliena, si fermò un attimo, regolò qualcosa nel casco, ed incredibilmente con voce sempre un pochino metallica “venite dalla terra, siete italiani?” era stupefacente ci conoscono pensò Emilio, Augusto e Mario erano meravigliati e sorpresi, “si, si, veniamo dalla terra siamo italiani, siamo militari in esplorazione” la donna “qui non c’è niente per voi da esplorare, ora siete in arresto, sarete portati al palazzo”, rivolgendosi alle sue compagne “prendeteli” arrivarono in cinque, e con modi bruschi li ammanettarono con dei lacci in nylon molto stretti, con le mani dietro la schiena, tre di loro li fecero sedere sulle moto, e via verso il famigerato palazzo.


[SM=x829786] [SM=x829786] [SM=x829786]
theboogeyman0
00mercoledì 20 giugno 2012 14:23

Questo racconta spazio-femdom mi piacerà di sicuro! [SM=x829806]

Grazie ancora Sara.61 [SM=g7474]
cuccioloindifeso
00mercoledì 20 giugno 2012 18:53
figata.....
servetto70
00mercoledì 20 giugno 2012 19:02
[SM=x829768] lacci in nylon...femdom nello spazio?!?!?


qui ci sono tutti i presupposti per un'ottima avventura!!!


interessantissima!


Grazie Sara.61 [SM=x829788]
Sara.61
00mercoledì 20 giugno 2012 21:16
Seconda parte
Durante il viaggio che durò circa dieci minuti, non ebbero il tempo di pensare molto, l’unica cosa che tutti e tre speravano, era che sulla terra sapevano che avevano terminato l’atterraggio, ed erano scesi sul pianeta, quindi qualcuno si sarebbe dato una mossa per tornare a prenderli, le proprietarie delle moto che li avevano fatti salire, strattonandoli malamente li fecero scendere, e li spinsero avanti insieme alla comandante, il palazzo era enorme, la porta di ingresso altissima, davanti a loro delle scale in pietra, li fecero salire, senza permettergli di dire una parola, Mario stava per parlare, la sua accompagnatrice gli mollò una sberla dietro la nuca, zittendolo immediatamente, arrivarono in un salone enorme con il soffitto a più di dieci metri, in fondo tre donne sedute ad un tavolo li stavano attendendo, le tre erano vestite normalmente, come sulla terra, avevano però degli auricolari particolari ed un girocollo con una specie di microfono, probabilmente per tradurre e parlare, quella che sicuramente comandava il gruppo di motocicliste, ordinò “in ginocchio, faccia a terra” era meglio non ribellarsi per nulla, tutti e tre faccia a terra subito, a parlare era la donna seduta in centro, “sappiamo chi siete, e cosa volete, qui non c’è niente per voi, noi non ci siamo mai permesse di scendere sul vostro pianeta, voi avete osato, ed ora non potrete tornare indietro” parlava senza interruzioni “sul nostro pianeta comandano le donne, e gli uomini sono i loro schiavi, voi sarete schiavi, siete giovani quindi sarete assegnati a tre donne che il comitato sceglierà, ho concluso” accidenti, erano guai seri, i tre baldi non ci capivano più niente, si guardavano intorno, perplessi, Emilio provò a parlare “scus…” gli arrivò un calcione nella schiena dalla sua accompagnatrice, di punta, con quelle punte in acciaio “whaaaaaaaaaa” che male atroce, cadde a terra in avanti, battendo anche il capo sul pavimento, furono trascinati via di peso, senza tanti complimenti, con qualche calcio nel culo per farli avanzare, ora erano impauriti e sconsolati, li infilarono in una stanza, con il pavimento in pietra, senza nessun mobile, con una latrina in un angolo, le tre accompagnatrici ridevano tra di loro, parlando una lingua stranissima. Augusto era bianco come un lenzuolo “queste sono pazze, ci ammazzano, siamo schiavi?” Mario “siamo finiti nella merda, devono venirci a prendere dalla terra” Emilio era in stato confusionale, il dolore alla schiena era lancinante, il calcio gli era stato dato per fare male, con una forza bestiale, non poteva neanche respirare bene “quella mi ha sfondato la schiena”, non passò molto tempo che la porta si aprì, “tu vieni, cammina” la donna indicò Mario, il quale zitto si rialzò da seduto a fatica per le mani legate, e la seguì, arrivò un’altra donna e prese in consegna Augusto, Emilio rimase lì la porta si richiuse. Mario e Augusto camminavano dietro alle due poliziotte, seguendole per la strada, finalmente arrivarono a delle villette circa cinque minuti di distanza dal palazzo, quella era la città principale, ma gli insediamenti rispetto al pianeta erano minimi, e solo una parte del pianeta stesso era abitata, oltre le villette si vedevano insediamenti più grandi, erano fabbriche che producevano il necessario per la sopravvivenza, l’economia era semplice, e la gerarchia era di sostanza militaresca, erano praticamente un esercito di donne, il pianeta era stato distrutto nel passato, e loro erano le superstiti, che avevano deciso di vivere in completa dominazione sugli uomini, considerati esseri inferiori, usati per riprodursi, ed esclusivamente come schiavi, diciamo che si trattava di un pianeta femdom a tutti gli effetti, le donne potevano soddisfare tutti i loro gusti, c’erano delle dominatrici vere e proprie, e delle donne che usavano gli schiavi solo per i lavori, ma tutte li trattavano con estremo disprezzo. C’era una parte del pianeta occupato dai ribelli, quelle persone uomini e donne che non la pensavano come loro, e vivevano in armonia tra di loro, questa parte veniva ogni tanto razziata da queste donne quando rimanevano scarse di schiavi, gli schiavi anziani erano usati nelle fabbriche e nei campi, e poi se non rendevano venivano eliminati, i giovani fino a quando potevano sollazzare le donne erano schiavi personali, ogni donna appartenente alla casta superiore, poteva avere più di uno schiavo personale, lo schiavo personale veniva assegnato dal comitato delle anziane, si diventava schiavo personale dopo il diciotessimo anno, prima gli schiavi vivevano in baracche, dove avveniva la loro istruzione, e servivano le giovani donne, che li usavano come facchini, e come camerieri tutto fare, ma non potevano percuoterli, se c’erano mancanze ci pensava il corpo di polizia, che provvedeva con estremo sadismo a punirli, nella maggior parte dei casi si trattava di fustigazioni pubbliche, ma c’erano anche dei veri e propri pestaggi all’interno delle caserme, insomma poteva essere il paese adatto a dei sottomessi, ma a patto che fossero anche masochisti, e sprezzanti della morte.
[SM=x829777] [SM=x829777] [SM=x829777]
servetto70
00domenica 1 luglio 2012 01:11
[SM=x829768]


si fa dura per i nostri Mario, Emilio e Augusto!


bello un pianeta così! [SM=x829766]


Sara.61... [SM=x829765] ma come fai a leggere le mie fantasie?!?!?


[SM=x829785]
pio.M
00domenica 1 luglio 2012 15:30
stuzzica...

[SM=x829778]
Sara.61
00lunedì 2 luglio 2012 12:31
Terza parte
Mentre camminavano i due poveri esploratori vedevano alcuni uomini che facevano lavori di giardinaggio, che abbassavano prontamente la testa al passaggio delle poliziotte, poi davanti ad una casa gialla venne fermato Mario, sulla porta di ingresso avanzò una splendida donna vestita con un completo color panna, un viso dolcissimo, alta e snella, anche lei aveva al collo il microfono, parlò con la poliziotta nella loro lingua, poi la poliziotta prese Mario per i capelli e glielo mise davanti, la donna lo squadrava dalla testa ai piedi, poi lo prese per un braccio e lo portò dentro casa, Mario sempre in silenzio, guardava sbigottito l’arredamento modernissimo ma simile alle case terrestri, appena entrato, la donna parlò “tu sei Tris, io sono padrona Silvia, ora sei di mia proprietà, ti slegherò le mani, parlerai solo dopo le mie domande, ti porto nel bagno devi lavarti e metterti i vestiti” non ammetteva repliche, erano ordini secchi e precisi, invece che per il braccio lo prese per un orecchio, e con passo deciso, verso quello che era un bagno di servizio per lo schiavo, Mario doveva assecondarla per non farsi strappare l’orecchio, arrivato in bagno lo slegò “lavati Tris, e mettiti quei vestiti” i quali consistevano in un paio di mutande che coprivano bene il pacco ma dietro era un vero e proprio perizoma, una maglia bianca corta in vita con una scritta incomprensibile sul davanti ed uguale dietro, un paio di scarpe di tela senza lacci, che dovette cambiare perché piccole, Silvia era veramente una bella donna poteva essere terrestre sicuramente, alta un metro e ottanta, tette che sembravano rifatte quanto erano sode, sui trent’anni, quando la rivide spuntare si era cambiata, ed ora si capiva l’indole della sua padrona, pantaloni in pelle che erano una seconda pelle, stivali molto simili a quelli delle poliziotte, reggiseno in pelle come i calzoni, ed addirittura un cappello a visiera come quello dei poliziotti americani, in mano un frustino da cavallerizza, ed un sorriso beffardo, “sei pulito schiavo, i vestiti vanno bene?” Mario con titubanza “siiii, maaa, le scarpe sono piccole” lei “per il momento stai scalzo, poi cambieremo le scarpe, ora inizierà il tuo addestramento, perché non hai potuto frequentare la scuola come gli altri schiavi” era in un turbinio di pensieri, solo quaranta ore prima partiva per esplorare un pianeta, ed ora era alla mercè di una dominatrice, sul quel pianeta, alla mente gli passavano le scene di femdom viste in rete, donne che sodomizzano, frustano, calpestano schiavi per il loro piacere, questa era forse la realtà che doveva vivere, “allora Tris, tu devi ubbidire a tutti i miei ordini, devi sempre essere pronto, pronto a tutto, sarai il mio posacenere, il mio poggia piedi, il mio tappeto, il mio trasporto, la mia sedia, il mio wc”, erano cazzi, erano tanti, tanti cazzi.
Avevamo lasciato Augusto per strada, ma era giunto anche lui dalla sua padrona, stessa età di Silvia, leggermente più piccola e con un viso non bello ma espressivo, la scena si ripetè quasi uguale, il suo nome divenne Adros, e la sua padrona era Antares, che era già vestita in maniera femdom, con dei pantaloncini in pelle cortissimi, senza calze, si vedeva qualche smagliatura, ma sopportabilissima, scarpe da capogiro alte con uno spillo in metallo, a punta, di vernice nere, stesso reggiseno in pelle, e stesso copricapo. Catetizzò allo stesso modo il suo schiavo, Augusto aveva decisamente paura.
Emilio lo avevamo lasciato in quella stanza, solo e affranto, ed a lui toccherà il destino peggiore, perché se Silvia ed Antares erano due dominatrici nate, e si divertivano ad umiliare i loro schiavi personali, erano state scelte dal comitato proprio per le loro caratteristiche di sadismo estremo, la sua padrona era veramente cattiva, si trattava della comandante della polizia, Ursula, un metro e novanta di muscoli, viso mascolino, una forza bruta, palestrata, odiava gli uomini, per lei erano animali da schiacciare, aveva ucciso molti schiavi a causa della sua violenza, ed era temuta anche dalle altre padrone, il comitato gli assegnò quello che era il caposquadra dei terrestri, era quasi un diritto il suo, di avere come schiavo personale, il terrestre che aveva osato avventurarsi sul pianeta BC1, di solito cambiava uno schiavo personale ogni due mesi, solo uno era durato tre mesi. Emilio era rimasto in cella fino a sera, quando Ursula a fine giornata andava a casa, andò a prenderselo, una furia entrò nella stanza a passo deciso prese Emilio per i capelli e lo trascinò fuori, “cammina schiavo, andiamo a casa” aveva una forza incredibile, lo alzava con una sola mano, Emilio correva dietro di lei, gli mise un collare attaccato ad una corda, lei salì in moto e lui dietro a piedi, di corsa per non essere trascinato, ma poi cadde, Ursula non si fermava lo stava strozzando, poi si fermò “alzati schiavo, e muoviti ho fretta” andò più piano e questo permise ad augusto di correre, arrivarono davanti ad una villetta con un bel giardino curato, due schiavi stavano scopando la stradina d’ingresso, Ursula mise la moto sul cavalletto, e tirava la corda per farsi seguire da Emilio, passando vicino ad uno schiavo che con la scopa in mano si era fermato un momento, gli tirò un calcio in un fianco, facendolo cadere a terra, e insultandolo in una lingua incomprensibile, continuò a prenderlo a calci, tirando nel frattempo Emilio, con un ultimo calcio in faccia, lo lasciò tramortito a terra, mentre entrava in casa Emilio vide l’altro schiavo che soccorreva il poveretto, era terrorizzato dalla violenza della donna, venne sbattuto sul pavimento senza tanti complimenti “sei il mio schiavo personale, ti chiami Sex, ora ti ripulisco, e poi inizierai l’addestramento, quella porta da sul tuo bagno, lavati e vestiti con quello che troverai, e torna qui, muoviti schiavo” mentre si rialzava gli lasciò andare un calcio in culo , che gli fece fare un metro, la situazione era grave, ne andava sicuramente anche della sua vita, ma vie di uscita zero. Quando tornò lei era seduta su di una sedia non si era cambiata, aveva uno sguardo assassino, “vieni qui Sex, puliscimi gli stivali con la lingua” non sapeva se aveva capito bene, gli stivali erano completamente impolverati, e lui non aveva nessuna intenzione di metterci la sua lingua “signora mi scusi ma io non voglio, non posso, mi dia un panno e glieli pulisco” mentre lui parlava Ursula gli stava andando incontro e lui indietreggiava, la sberla lo colpì in pieno, una sberla poderosa, doppiata da una seconda, gli scappò un urlo che era anche di sorpresa “haaiiiaaaaaaaa” Ursula lo guardava con schifo “chi ti ha detto di parlare, gli stivali li devi pulire con la lingua” e giù un’altra sberla, non gli restava che farlo, quella l’avrebbe rintronato a forza di sberle, non pensava minimamente di reagire, si chinò, ma lei tornò a sedersi, lui allora la raggiunse, e consumò la sua lingua su quegli stivali, fu un estenuante lavoro, lei gli indicava i punti sporchi, doveva spingere forte con la lingua, perché c’erano incrostazioni fi fango dure, e lei “devi ammorbidire con la saliva” fino alla fine, gli risparmiò la suola, ma probabilmente perché era stufa, il nostro Sex con la bocca impastata e la lingua a fuoco, era rimasto li fermo, Ursula si era alzata, e si rimirava gli stivali, completamente umidi e lucidi, il tacco e la punta erano scintillanti, “ora vai in quell’angolo, faccia al muro io ritorno”, si sentiva umiliato, aveva leccato gli stivali per più di un quarto d’ora e si era inghiottito polvere e fango, quella era una belva, dove cazzo erano finiti, ormai era sera.
Tris era accovacciato a terra, con le spalle al muro, Silvia si era allontanata, ma stava tornando, “in piedi schiavo, provati queste scarpe” e gliele tirò addosso, andavano bene se le mise era in piedi, “ora schiavo devi preparare il cibo alla tua padrona, vieni” ed accompagnò l’ordine con una frustata su di una gamba, “whaaaaa” che lasciò subito un bel segno rossastro, preparare la cena era semplice, era tutto preconfezionato, un forno a multi piani riscaldava in contemporanea, ma mentre Tris non capiva i comandi e sbagliava, gli arrivavano frustate in tutto il corpo, ogni volta che faceva un errore, “no, non quel tasto, metti la mano qua, distendi la mano a palmo in su” gli arrivò una frustata nel palmo della mano “whaaaahooooooooo” che male “così vedrai sbagli di meno” comunque riuscì ad impostare tutto, sperando di ricordarsi, tra i cibi c’era anche un contenitore, con lo stesso nome, che aveva sulla maglia, infatti era la sua cena, che gli venne buttata in terra sempre nel contenitore, senza essere riscaldata, “questa e per te mangia”, non ci pensava nemmeno era una poltiglia giallastra, “c’è tutto quello che ti serve schiavo vitamine, proteine, tutto quello che è nei vostri cibi terrestri, ti abituerai” la guardava con supplica, e rimediò una frustata nella schiena “mangiare ho detto”, come un cane a quattro gambe si mise a mangiare quella poltiglia, il gusto era inesistente, Silvia gli mise accanto una ciotola con dell’acqua, e poi si iniziò a mangiare anche lei. Alla fine Silvia gli mostro come pulire, c’era un contenitore in cucina, si poteva buttare tutto dentro senza distinzione, era un trituratore universale che poteva smaltire ogni tipo di rifiuto, Tris ripulì tutto, ma si dimenticò a terra la sua ciotola dell’acqua, “hai dimenticato l’acqua, devi berla tutta “ il contenitore era pieno, più di un litro, non riusciva a finirla, Silvia era davanti a lui in attesa, se si fermava lo colpiva con la frusta sulle spalle, finalmente riuscì a svuotare il contenitore, era nauseato, la pancia gonfia ed un male alla testa lancinante, mentre bevevo alcune gocce finirono a terra, “lecca re il pavimento” ormai non si fermava più, leccò il pavimento, Silvia gli porse anche il suo stivale, “lecca la punta del mio stivale, solo la punta” leccava, leccava, quella punta metallica, gli offrì anche l’altra, “vai nell’angolo faccia verso il muro” e se ne andò.
Adros con la sua padrona Antares, se la stava passando abbastanza bene, aveva capito subito il sistema del forno a microonde, aveva mangiato in silenzio, ed era in attesa di ordini, Antares non lo considerava tanto, ma quando finì di cenare “Adros vieni qua distenditi a pancia in su, ti faccio digerire il cibo” non sapeva cosa voleva fargli, ma se ne accorse subito, gli salì sulla pancia, con quei tacchi a spillo, e gli camminava su tutto il corpo, con un equilibrio spettacolare, lo schiacciava per bene, la pelle si lacerava in certi punti, i tacchi erano troppo appuntiti, lui si lamentava continuamente “zitto, mi disturbi, stò facendo la passeggiata, ne farò una tutti i giorni, mi rilassa” era durissimo da sopportare, il dolore era lancinante, specialmente quando ripassava nei punti già doloranti. Le gambe di Antares erano molto belle, si muovevano come una danza, la danza del supplizio. Per il resto dopo che anche lui ebbe pulito tutto lo lasciò perdere, e lo mise nell’angolo, che probabilmente le padrone consideravano una posizione di riposo per lo schiavo.
Passarono circa due settimane , la vita su BC1 per Tris continuava a suon di frustate, infatti la dominazione di Silvia, era improntata sulla frusta che usava sempre, ogni tanto qualche sberla, qualche calcio, ma era la frusta a farla da padrona assoluta, e Tris ormai aveva imparato tutto a sue spese, era un perfetto servitore e schiavo, veniva ormai punito solo per diletto, Adros subiva decine di calpestamenti giornalieri, Antares si divertiva a cambiare scarpe, per tormentarlo, e gli piaceva da morire farsi leccare le chiappe del culo, nessuna delle due padrone aveva ancora usato sessualmente i due schiavi, e questo, anche se c’erano state delle evidenti erezioni, che i due avevano calmato con delle seghe, leccandosi lo sperma dalle mani, perché era stato loro vietato di masturbarsi, ed avevano paura di lasciare tracce.

[SM=x829779] [SM=x829779] [SM=x829779]
servetto70
00martedì 3 luglio 2012 03:03
[SM=x829768] per non lasciare traccia? [SM=x829773]



la consegna degli schiavi è una idea spettacolare e ben descritta...e ogni Padrona ha le proprie preferenze... [SM=x829785]


Come dire per tutti i gusti! [SM=x829766]


Bravo Sara.61 [SM=x829788]
Sara.61
00martedì 3 luglio 2012 12:51
Quarta parte
La nostra attenzione si concentrerà su Emilio alias Sex, che era alle prese con la scatenata Ursula, a cui non gli importava farsi preparare cena o altre cose, usava Sex come schiavo da maltrattare e basta, preparava lei il cibo, e glielo tirava con disprezzo, l’acqua era in un contenitore continuamente riempito in automatico, però Ursula usava il suo schiavo sessualmente, e perlomeno lui aveva questa consolazione, anche se la pagava a caro prezzo. “Sex vieni a leccarmi” Ursula sul letto completamente nuda, ma con gli immancabili stivali, lo aspettava a gambe spalancate, Sex ormai sapeva che doveva leccarla per una buona mezz’ora, era allenatissimo ormai, lei gli piantava i tacchi nei polpacci, e lui leccava, lo comandava a seconda della pressione che faceva con i tacchi, se premeva più forte lui doveva accelerare, e rallentare quando lei premeva di meno, i polpacci di Sex erano completamente blu, ma di colore bluastro erano anche le chiappe del suo culo, per i calci che prendeva, Ursula menava pesantemente, pugni, sberle , calci a volontà, lei non usava strumenti solo il suo corpo, era una culturista vera, le gambe di marmo, come il culo, braccia da scaricatore di porto un collo taurino, ma comunque bella. La fortuna di Sex, era di avere un cazzo di dimensioni eccezionali, diciamo da superdotato, e questo piaceva non poco ad Ursula, che lo usava a suo piacimento. Infatti aveva capito che le sue gambe piacevano tantissimo a Sex, lo sfiorava con le cosce, per farglielo venire duro, poi con la mano continuava ad accarezzarlo, e quando era completamente in tiro lo faceva distendere e lo cavalcava a piacimento, Sex non doveva venire, decideva lei, ma di solito lo faceva venire dopo, la maggior parte delle volte con i piedi, sia nudi che calzati, schiacciandolo violentemente, poi si sporcava con il suo sperma e glielo faceva leccare fino all’ultima goccia.
Una volta al mese, nello stadio della città si svolgevano degli spettacoli, e delle gare, il tutto a tema femdom naturalmente, c’erano le corse dove lo schiavo faceva il cavallo con in groppa la padrona, la corsa dei cani, dove i cani erano gli schiavi, il tutto condito da scommesse, spettacolini dove le padrone mostravano le capacità del proprio schiavo, ma andiamo per ordine, venne il giorno della riunione allo stadio, le padrone che erano spettatrici, mettevano i loro schiavi personali al guinzaglio, e se li trascinavano allo stadio, si sistemavano come meglio gli aggradava, c’era chi usava lo schiavo come sedia chi come poggiapiedi, chi lo teneva normalmente seduto, era uno spettacolo irreale, ad esempio Antares usava Adros come poggiapiedi, e quando si alzava in piedi ad applaudire oppure a gridare, lo piegava in due come un libro, e guai se si muoveva troppo, Silvia usava Tris come sgabello, si sedeva comodamente sulla sua schiena, mentre la sadica Ursula faceva stare seduto comodamente Sex, se non altro perché ogni tanto gli lasciava andare uno sberlone gratuito. I tre però non si erano incontrati, erano in zone diverse del piccolo stadio, il quale era composto di una pista da atletica a sei corsie, e da un palco centrale dove si svolgevano gli spettacoli. Erano in corso le eliminatorie della corsa cavallo-schiavo con padrona in groppa, si trattava di vere e proprie selle messe sul dorso dello schiavo, che correva da in piedi, con la padrona in groppa che metteva i piedi nelle staffe, ed era munita di frustino e speroni, gli schiavi-cavallo, erano tutti dei bei fisici alti e robusti, ma c'era anche qualche brevilineo fuori forma, destinato ad essere eliminato e quindi a subire le ire della propria padrona. La prima sessione vide vincere per distacco uno schiavo nero di capelli alto e atletico con una padrona magrissima e altissima, che se lo accarezzava sulla testa, mentre una padrona stava prendendo a calci con violenza la propria cavalcatura rea di essere arrivata ultima. Comunque si era arrivati alle semifinali, ne passavano tre per semifinale per arrivare ai sei finalisti, i fianchi degli schiavi erano per lo più sanguinanti, per l’opera degli speroni, che le padrone non gli risparmiavano, il tifo era assordante, la corsa consisteva in due giri di pista circa ottocento metri, la scena finale era molto surreale, da una parte i sei finalisti, e in un angolo gli altri, che venivano puniti brutalmente con frustate in tutto il corpo, calpestati presi a calci, anche in modo violento, qualche cavalcatura era svenuta, ed il servizio d’ordine composto dal corpo delle poliziotte provvedeva a portarli via. Era già iniziata la sessione eliminatoria della corsa dei cani-schiavi, i quali avevano sul dorso il nome della loro padrona scritto con la vernice, ed erano rigorosamente nudi, dovevano correre toccando sempre le mani a terra, potevano anche non appoggiare le ginocchia, nella seconda corsa un cane-schiavo viene eliminato per non aver appoggiato sempre le mani, ed era in testa, la padrona che era nel recinto lo affrontò con una serie di sberle da staccargli la testa, e poi un potentissimo calcio nelle palle, quando era piegato in due, gli mollò un pugno a martello sulla nuca lo schiavo stramazzò al suolo svenuto, subito portato via, la gara andò avanti trovando anche qua i sei finalisti, naturalmente inutile dire del pestaggio dei perdenti da parte delle padrone deluse dai loro cani-schiavi. Per la cronaca alla fine dei giochi vi erano stati anche dei decessi, dovuti all’estrema violenza delle padrone, ma lo spettacolo doveva continuare, per il piacere sempre delle padrone. Il primo spettacolo, vedeva una padrona leggermente in carne, vestita in modo abbastanza sexy con degli stivaloni alla coscia la sua performance consisteva nello stare in equilibrio sulla schiena dello schiavo, mentre questo si rialzava e si metteva carponi, e poi si sdraiava nuovamente, praticamente faceva delle flessioni il primo giro andò bene ma quando lo schiavo si rialzò per la seconda volta non la resse più e si spiaccicò al suolo, ma la padrona non perse l’equilibrio, sotto gli applausi delle presenti, il secondo spettacolo consisteva in una padrona piuttosto bruttina, che con un fallo in gomma di dimensioni spropositate inculava il proprio schiavo, che urlava come un’aquila, ma era legato da non potersi muovere, le sue urla gelavano il sangue degli schiavi presenti, terzo spettacolino, era stranissimo uno schiavo legato e messo a novanta gradi, veniva frustato violentemente, ed era in erezione, con il risultato che dopo una trentina di scudisciate venne copiosamente, senza essere toccato, solo a suon di frustate, gli spettacoli continuavano, c’era una padrona che riusciva ad infilare quasi tutta la scarpa nella bocca del suo schiavo, uno schiavo che aveva dodici padrone che lo calpestavano contemporaneamente, poi iniziarono gli incontri chiamiamoli di kick-boxing schiavo padrona, naturalmente incontri a senso unico, lo schiavo era li solo per prenderle, e difatti gli incontri erano brutali, pestaggi veri e propri, con lo schiavo a terra che non veniva risparmiato, se la padrona voleva poteva continuare a pestarlo, alcune iniziavano a saltargli addosso, altre li prendevano a calci continuando anche se non si muovevano più, c’era una estrema crudeltà, lo schiavo era considerato nulla, neanche un animale, in qualche incontro si era notato una piccola reazione da parte dello schiavo, e li la padrona dava il peggio di se, come se considerasse un affronto, il tentativo minimo di reagire, ci fu un incontro in cui la padrona era veramente un’atleta, riusciva a dare dei calci saltando in sospensione, ogni colpo era definitivo, poi aspettava con pazienza che lo schiavo si rialzasse, per colpirlo nuovamente. Dopo gli incontri ci fu una gara considerata divertente, dove quattro schiavi venivano masturbati da quattro padrone e vinceva chi veniva per primo, gli altri tre venivano frustati per punizione, sembrava strano ma ci volle più di dieci minuti per far venire il primo, la stessa gara altri quattro questa volta dovevano venire con le padrone che gli sfegavano la suola degli stivali sull’uccello, uno venne dopo venti secondi tra gli applausi delle padrone. Poi ci furono le finali e le premiazioni delle vincitrici, gli schiavi non erano presenti ne i cavalli ne i cani.
Quindi la vita su BC1 era questa, non c’erano alternative, scappare era impossibile, era una vita da schiavi e basta, passarono altre due settimane, un giorno, Sex, Tris e Adros si ritrovarono a Palazzo, le loro padrone li avevano consegnati alle poliziotte, dovevano essere interrogati dal comitato, furono introdotti in una stanza, davanti a una decina di donne, tutte sulla quarantina, al centro del tavolo una donna vestita sembrava da generale, con delle stellette sulle spalle della giacca, dei capelli biondissimi, raccolti dietro la testa, molto bella, sembrava il capo, “chi di voi è Sex?” Emilio fece un passo avanti, “quanto ci mette una vostra astronave a raggiungere BC1?” Emilio pensava, forse sono arrivati “circa trenta ore signora”, le donne si guardavano tra di loro “come mai non è ancora arrivato nessuno, a cercarvi” non era vero, ma nessuno poteva saperlo, perché le due astronavi che erano partite alla ricerca dei dispersi, erano atterrate nella parte del pianeta abitata dai ribelli, i quali avevano raccontato tutto del pianeta, e i soccorritori, immaginavano che i tre fossero prigionieri delle padrone, così venivano chiamate anche dai ribelli, “non so signora” la donna era infastidita “portate via questi schiavi, non mi servono” le poliziotte se li ripresero, una diede una bella tastata al pacco di Sex, confabulando con le altre due, poi quando furono in un’altra stanza, gli tirò giù il perizoma, probabilmente Ursula aveva decantato il cazzo di Sex, la poliziotta lo prese in mano ed iniziò a masturbarlo, fino a che non gli divenne duro, l’espressione era di ammirazione, ed anche le altre due lo toccavano, in quel momento entrò Ursula, le tre scattarono, ma Ursula aveva capito, e con una violenza inaudita iniziò a picchiarle, pugni e calci devastanti, con delle urla altissime, le fece uscire tutte e tre dalla stanza, lei tornò dopo una buona mezz’ora ed era sudata, ma calma, chiamò altre tre poliziotte, e fece riaccompagnare i tre schiavi, passando davanti alla caserma, c’era una grosso furgone che caricava le tre poliziotte pestate da Ursula ridotte malamente, sanguinanti, probabilmente verso un ospedale.
pio.M
00mercoledì 4 luglio 2012 19:07
molto molto carino!

[SM=x829778]
pio.M
00mercoledì 4 luglio 2012 19:07
molto molto carino!

[SM=x829778]
Sara.61
00mercoledì 4 luglio 2012 19:42
ringraziamenti
pio.M grazie per i commenti, sei gentile.
Sara.61
00giovedì 5 luglio 2012 19:06
Ultima parte
I terrestri stavano organizzando una task force per liberare i tre malcapitati, sarebbero atterrate, altre navicelle, ma le padrone avevano intercettato un volo, ed avevano capito che stavano tramando qualcosa, concentrarono i controlli, e scoprirono l’arrivo di diverse navicelle, tutte dirette dall’altra parte del pianeta, quindi l’attacco sarebbe arrivato dal cielo, ma lo scontro vero e proprio poteva essere solo una battaglia al suolo, i tre schiavi comunque furono portati nella caserma in tre celle diverse, venivano nutriti giornalmente, ma non avevano contatti con le loro padrone, solo Ursula veniva a trovare Sex, per cavalcare il suo sesso, almeno ogni due giorni, lo picchiava in modo gratuito, per colpa della situazione, “tra poco avrò un sacco di schiavi terrestri Sex, ti sostituirò, ci sarà un altro terrestre con il cazzo come il tuo, no?” e per sfregio un calcio in faccia, che gli ruppe il naso, poi gli infilava la punta d’acciaio dello stivale nel culo, forzando tremendamente “tanto prima o poi te lo sfondo il tuo culo” dopo gliela faceva leccare, “lecca la tua merda schiavo” si vedeva che era preoccupata e nervosa.
Arrivò il giorno dell’attacco, le padrone avevano già visto al mattino delle navicelle che sorvolavano, la città, ma non mandarono in volo nessuna delle loro astronavi, l’esercito delle padrone aveva chiamato a raccolta tutte le abili al combattimento, gli schiavi erano tutti rinchiusi nelle baracche, l’armamento era decisamente efficace, una pistola a raggio laser, ed un pugnale per il corpo a corpo, stivali rinforzati con punta in ferro, tacco basso e largo per permettere il massimo equilibrio, casco completamente integrale, i terrestri non potevano bombardare la città avrebbero potuto uccidere gli schiavi ed anche i loro esploratori, quindi atterrarono a distanza della città, in contemporanea, serrarono i ranghi ed avanzavano verso le padrone, i due eserciti si sarebbero fronteggiati, purtroppo con enormi perdite, in verità ai terrestri più che salvare i tre interessava il controllo del pianeta, ed avendo i ribelli dalla loro parte, bastava annientare anche le padrone, i numeri erano a loro sfavore, le padrone erano duecentomila, e loro pur con armi devastanti non arrivavano a mille, l’arma fu l’astronave madre, quando l’esercito delle padrone si schierò ai margini della città, l’astronave madre iniziò il bombardamento, demolendo l’esercito delle padrone, che aveva incautamente pensato ad una battaglia solo a terra, iniziò comunque il combattimento, si arrivò anche a dei corpo a corpo le padrone si difesero fino all’ultimo, ma i terrestri ebbero la meglio, fu una carneficina, Silvia e Antares morirono già durante il bombardamento dell’astronave madre, Ursula fino all’ultimo respiro, uccise con le proprie mani parecchi terrestri, poi un raggio laser la divise in due, fu la fine delle padrone, BC1 non era più un pianeta femdom, quando i salvatori trovarono i tre furono scene di gioia, erano malridotti ma vivi, Mario era quello che stava meglio, anche se il suo corpo era pieno di segni per le frustate ricevute, Augusto, era claudicante, non camminava bene, Antares saltandogli su di una gamba, aveva provocato probabilmente una frattura, ed Emilio, era messo male aveva anche il naso rotto da un calcio di Ursula, e la schiena martoriata, ma erano vivi, erano sopravvissuti all’incredibile, il tutto avrebbe segnato idelebilmente la loro vita futura.
THE END


[SM=x829778] [SM=x829778] [SM=x829778]
pio.M
00venerdì 6 luglio 2012 12:51
nooooooooo

finale triste!!!

[SM=x829778]
spiovente
00martedì 17 luglio 2012 19:24
AMo i racconti di fanta femdon ma questo in verità non mi entusiamsma. Poca fantasia con i soliti cliché di tacchi, abiti in pelle ecc. Ma stiamo su un altro pianeta!
Sara.61
00martedì 17 luglio 2012 20:26
femdom
Il femdom é:

Tacchi
Abiti in pelle
Ecc....
su tutti i pianeti.............
servetto70
00martedì 17 luglio 2012 20:45
Non sono assolutamente d'accordo con spiovente, il Femdom è fatto anche di clichè, come li definisci tu...a me è piaciuto.

Tu spiovente, sapresti fare di meglio? [SM=x829786]


Forza allora pubblica un racconto. [SM=x829785]
spiovente
00mercoledì 18 luglio 2012 00:01
Si saprei fare di meglio e ho letto di meglio. SOno stati inventanti monti di fantasia di società fendom molto ben costruiti.
Ho in mente di pubblicare un racconto su questo o su altri due forum (nei quali ho anche criticato o elogiato racconti).
servetto70
00mercoledì 18 luglio 2012 00:21
Re:
spiovente, 18/07/2012 00.01:

Si saprei fare di meglio




bene bene...vedo che la modestia non ti manca rimango in trepidante attesa di leggere un tuo scritto [SM=x829779]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:44.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com