Gli (at)tacchi della seduzione –LA TRAFORMAZIONE-
…mi ha attesa in cima alla scala come ogni sabato sera….mi mangiava con gli occhi…guardava ipnotizzato i miei stivali cuissard neri, ed ascoltava attentamente,mentre salivo, il sensuale ticchettio degli stiletti di metallo sulla pietra lavica dei gradini della sua antica dimora, già pregustando la fine alla quale era destinato…sono entrata nella sua camera, illuminata solo dal bagliore del meraviglioso camino monumentale acceso, e ad attendermi…il divano in fine alcantara color melograno, comodo, in bella mostra davanti alla fiamma…..lo spumante,quello dolce che mi piace tanto, sul tavolino al lato, scintillando anch’esso fra i calici flutes…ed il suo gatto bombay nero che, pigramente steso sul pouf, mi fissava coi suoi occhi gialli e penetranti….
Senza parlare, mi ha ammirata come si addice ad un servitore al cospetto della sua Dea…ha atteso il mio comando, che ho concesso solo dopo qualche minuto con una smorfia piegata a sorriso e dopo avermi regalato uno sguardo intenso e complice sapeva già cosa fare…..si è disteso ai piedi del divano, sul tappeto Tabriz, ed ha aspettato la sua deliziosa tortura…
Ho tolto la giacca…in total blake avevo una canotta di leggerissima voile, i fuseaux di similpelle prigionieri negli stivali a gamba lunga, quindi ho preso possesso della mia proprietà… l’ho calpestato in lungo ed in largo….con una lentezza estrema…volutamente…giusto per prolungare l’estasi e rendere duraturo il dolce supplizio…di tanto in tanto gli ho concesso il piacere di assaggiare il tacco esagerato che, nella sua pur capace bocca,a stento riusciva a trattenere… ma è stata solo la fragilità di un momento…ho ricominciato a calpestarlo ben bene..prima sul torace…poi sullo stomaco e più giù ancora… affondando i fini stiletti nella tenera carne…dopo alcuni interminabili secondi ha ingenuamente cercato di divincolarsi un po’, muovendosi leggermente sul dorso, come a voler sfuggire all’esasperata pressione ma, castigandolo, ho affondato ancor di più i metallici stiletti bloccandolo e lasciando adesso tracce evidenti del mio passaggio sul suo corpo…e quando mi ha implorata di continuare ancora…solo allora mi sono fermata…giusto per essere coerente con la malvagità !
Ora il suo respiro ben marcato…i gemiti legati alla dolce sofferenza…il suo ansimare ad intermittenza, il collo teso fino allo spasimo alla vista di ciò
che sfiora il calore che cresce,erano segnali inequivocabili del suo godere che procedeva…e mentre, lusingando, ringraziava continuamente me, la sua
Padrona, io concretizzavo il mio desiderio….trasformarlo in un meraviglioso scendiletto,che tessuto d’amore stendo sempre fra i miei piedi ed il terreno, come
a voler costantemente calpestarlo durante l’esserci e il non esserci…
Alla fine, quando ho concesso il perdono, sorridendogli maliziosamente, ha liberato le mie gambe dagli stivali, ha odorato ben ben prima le calze sottili e poi sfilandole, ha omaggiato i miei piedini di lunghe sniffate e profonde leccate alle dita profumate…agli spazi tra le dita, sotto le dita, il collo del piede, la pianta con tutti i punti sensibili, l'arco, il bordo esterno, il tallone, la caviglia, i malleoli... ma è stato quando ha voracemente trattenuto di nuovo in bocca gli alluci laccati di rosso porpora che, non riuscendo più a resistere, mi ha attirata a sé…lì…per terra…ed alla luce calda delle lingue di fuoco, che saettavano sulle pareti buie, l’ho accolto nel mio sesso caldo e umido, ricevendolo dentro di me anche col pensiero come un ospite in visita cortese …
Allegoricamente l’ho fatto “accomodare nel salottino buono”…offrendogli, in segno di benvenuto, il liquorino di casa stillando un po’ della mia saliva nella sua bocca assetata…e l’ho trasportato direttamente in ogni dove e poi nel lungo..lungo corridoio….in fondo al quale non riuscendo ad andar oltre mi ha sfinita…..forse avrei desiderato che continuasse nella visita, lo so che sarebbe stato all’altezza della situazione ed avrebbe sicuramente gradito tutto l’arredo…anzi si sarebbe attardato a visitarne tutti i dettagli…senza stancarsi mai, ma non ha potuto, era allo stremo….e si è finalmente arreso al suo piacere, non senza giurarmi tutta la sua devozione ed offrirsi eternamente alla mia schiavitù…