Sara.61
00venerdì 5 ottobre 2012 19:54
Dal web
Prima parte
La vide seduta sulla poltrona del club a subito desiderò possederla. Era stupenda! Bionda, 40 anni ben portati, un bel fisico atletico e soprattutto due gambe mozzafiato inguainate da meravigliose calze di nylon nere. Calzava un paio di sabot neri con la punta affusolata ed i tacchi a spillo, altissimi ed in metallo dorato. Veniva voglia di aprirle subito le cosce e gettarsi a leccarle la figa. La fissò intensamente cercando di attirare la sua attenzione. La donna si accorse di lui e lo squadrò da cima a fondo come valutandolo. Ammirò il corpo robusto e muscoloso che tendeva la maglietta ed i pantaloni attillati. "Interessante" -- pensò, e decise di sorridergli per invitarlo. Lui non si fece sfuggire l'occasione. Attraversò il locale con passo lento ma deciso e si fermò di fianco a lei torreggiando con il suo fisico possente sopra quella stupenda preda.
- Ciao, sono Marco. Bevi qualcosa? -- Le disse per introdursi
- Ho già il mio drink. E' altro ciò che mi manca. -- gli rispose lei diretta e subito provocante.
- Allora ho io quello che ti manca, mia cara....- lasciò volutamente la frase aperta per saperne il nome
- Ilse
- Tedesca?
- Danese...... ed esigente. Almeno 25 centimetri -- era gelida
- 27 per l'esattezza e da lui potrai esigere quello che vuoi
- Sicuro?
- Sicuro. Non vede l'ora
- Allora andiamo.
"Surreale" -- pensò Marco -- "Mai fatto meno fatica"
Lei si alzò guardandolo dritto negli occhi. Con i tacchi era alta come lui, 1,85. Le cedette il passo per sbirciarle il culo fasciato da una gonna attillatissima. Stupendo! Rotondo e sodo, leggermente rivolto all'insù. La seguì ammirando le gambe tornite e leggermente muscolose in cui i gemelli dei polpacci si disegnavano ad ogni passo sotto il sottile nylon delle calze con la cucitura posteriore. Non parlarono più. Ilse guidò lentamente la BMW sino a casa sua, una piccola villa appena fuori il centro città. "Questa è ricca" -- Pensò -- "Ricca e troia. Scommetto che ha sposato un vecchio rimbambito, pieno di soldi e con il cazzo che non gli tira più. Ecco perché viene a cercarsi un bel maschio al club".
Entrarono in salotto e lei lo invitò a sedersi sul divano. Si accomodò tranquillo, sicuro che si sarebbe divertito molto quella sera.
- Qualche preferenza? -- gli chiese lei rimanendo in piedi
- Noooo. Quello che vuoi
- Ok! Allora facciamo come piace a me. Sono pronta in un minuto.
Marco si spogliò velocemente nudo e l'aspettò in piedi per meglio impressionarla con il suo fisico possente quando sarebbe rientrata. Ma quando la porta si aprì fu lui a rimanere di stucco. Ilse indossava una mise fatta di strisce di cuoio nero che le strizzavano il seno nudo e le lasciavano scoperta la figa. Le cosce muscolose erano sempre inguainate dalle calze nere con la cucitura posteriore e calzava un paio di stivali neri dai tacchi altissimi in metallo e la punta acuminata. Anche le braccia erano inguainate in lunghi guanti di pelle nera che arrivavano sino a metà avambraccio.
- Stasera mi sento cattiva. Ho voglia di domarti, stallone. Voglio vedere quanto resisti.
- Resisterò troppo per te e sarò io a domarti. Anch'io sono molto esigente, mia cara.
- Lo credi?
- Sarai la mia puledra da monta stanotte.
Il carattere di sfida eccitò Marco che si diresse ad abbracciare quel corpo stupendo e voglioso, così eccitante nella mise sado maso che lo impreziosiva. Ilse non si sottrasse e si fece accarezzare da quelle mani forti che iniziarono a palparla con sapienza sulla schiena. "Non male il ragazzo" -- Pensò Ilse -- "e che cazzo! Proprio quello che ci voleva stanotte. Speriamo solo che duri come dice".
Le mani di Marco scesero ad accarezzarle le natiche sode. Le strizzò leggermente divaricandole ed infilando le dita a sfiorarle lo sfintere anale e la figa.
- Mmmmmmmm -- gemette lei -- le sai usare bene le mani.
- Vedrai come uso il cazzo
- Prima vediamo come usi la lingua.
Premette sulle sue spalle spingendolo con decisione in ginocchio. Marco la assecondò inginocchiandosi e prese subito a leccarle il pube accuratamente rasato in una sottile striscia di peli biondi. Affondò la lingua divaricandole le grandi labbra con le dita. Ilse sollevò una gamba e gli pose una coscia sulla spalla divaricando bene la figa ed assecondando il movimento dell'uomo.
- Mmmmmmmmmm molto bene, Bravo anche con la lingua
Marco non rispose ed accelerò i colpi di lingua sul clitoride. Sentendola rispondere con nuovi gemiti pensò di poterla facilmente portare ad un primo orgasmo. Invece la donna per tutta risposta, lo afferrò per i capelli e spinse fortemente il suo viso contro il pube trattenendolo a lungo in quella posizione sino a quando Marco non riuscì più di respirare. Cercò di arretrare e divincolarsi ma Ilse lo tratteneva con forza.
- Lecca, lecca stallone. Non penserai che sia tutto facile.
Vedendolo in difficoltà a respirare la donna spinse il suo corpo in avanti obbligandolo a cadere all'indietro. Sostenendosi con gli avambracci Marco era inchiodato in quella posizione e non aveva nessuna libertà di movimento se non quella di leccare la figa bagnata di umori. Accelerò al massimo il ritmo dei colpi di lingua per farla cedere ma Ilse gli afferrò il cazzo con una mano guantata e con pochi semplici movimenti glielo fece rizzare durissimo come non mai in pochi secondi.
- Mai sentito l'effetto di un guanto di pelle?
Marco non poteva rispondere e ormai paonazzo si divincolò dalla presa ferrea di Ilse sdraiandosi a terra ansimante.
- Ti piace........... giocare ......... duro. -- Le disse respirando a fatica
- Mi piacciono solo gli stalloni duri. Quelli che reggono i miei ritmi. Se non tela senti puoi mollare ora.
- Noooo. Se ti piace duro ti sfonderò la figa sino a farti male.
- Mmmmmm. E' quello che cerco. Me la devi sfondare per tutta la notte se vuoi soddisfarmi.
- Ah si! Allora poi ti inculo sino a spaccartelo, sino a farti implorare pietà, Puttana!
- Siiiii, Bastardo! Prendimi come la tua vacca! Spaccami, fammi godere come una troia. Ma ricorda: il culo lo do solo a chi riesce a domare la mia figa.
- Ti metto fuori uso per un mese zoccola!
Ilse lo sovrastava con il suo corpo serrandogli sempre il cazzo durissimo nella mano guantata. Il suo viso mostrava tutto il godimento estremo che quella sfida provocava in Lei.
- Allora facciamo una sfida: se riesci a vincermi sarò tua schiava
- Accetto. Il mio cazzo ti farà impazzire
- Se però vinco io............
- Cosa mi fai? Eh, cosa mi fai bella troia?
- Sarai tu il mio giocattolo da sesso.--------------
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chilor
00lunedì 8 ottobre 2012 13:22
....
la prima parte è bella. Aspetto di leggere il resto.
zerbinopermiss
00martedì 16 ottobre 2012 21:35
Come inizio niente male......... come sempre del resto grazie Sara.61
Sara.61
00venerdì 19 ottobre 2012 17:59
Ilse
Seconda parte


Seconda parte
- Mmmmm quasi quasi perdo.

- Non ti conviene.

Ilse scivolò con il suo corpo sino a posizionare la sua figa sopra il cazzo di Marco e, sempre serrandolo, lo direzionò verso le grandi labbra. Marco si distese acquietandosi. In quella posizione poteva reggere ore senza venire. Quella troia avrebbe avuto una bella sorpresa. Ilse danzava sopra di lui avvicinando la figa alla cappella, strofinandosi, ritraendosi, sempre provocandolo verbalmente.
- Vuoi questa figa, questa bella figa danese? Saprai soddisfarla? Oppure ti svuoterà quel bel cazzone. Eh Stallone? Vuoi provarla? Vuoi assaggiare la figa d'acciaio della tua padrona danese?
- Infilati il cazzo Troia! Poi ti faccio vedere io come ti spacco quella figa! Ti sfonderò anche il culo padrona del mio cazzo!
Eccitata Inge si abbassò inserendo la cappella nella figa bagnatissima. Era enorme. Trattenne un gemito di godimento e si calò con forza sul cazzo del maschio sino a fermarsi con il culo sul suo pube. Si sentì spaccare a metà. Quel cazzo era davvero il più grosso che avesse mai avuto. Serrò i denti mentre un urlo di dolore le si strozzò in gola. Anche Marco però si sentì tirare la pelle del cazzo allo stremo. Sembrò che Inge glielo stesse spellando come una banana. Il suo corpo sobbalzò in avanti.
- Aaaagh! Troia ti piace proprio duro eh! Prendilo tutto allora.
Sollevò di colpo il bacino affondando con un colpo brutale sino a cozzare contro il collo dell'utero.
- Yyaaaaaaaah! Siiiiiii. Spaccami, sfondami, fammi male stallone.
Ilse iniziò a muoversi sopra di lui ad un ritmo forsennato. Saliva e scendeva con tutto il peso del corpo infilzandosi sull'asta durissima. Marco l'afferrò per i fianchi cercando di guidare l'amplesso ma Ilse era troppo forte e gli imponeva il suo ritmo. Continuò a lungo urlando e gemendo di piacere ma senza mai venire. Marco resse bene il ritmo sino a quando Ilse non lo spinse violentemente verso il pavimento e lo afferrò per le spalle. Lo sbatteva come un fuscello in modo disumano, urlando come una pazza. In un secondo la sentì irrigidirsi sopra di lui e fece appena in tempo a notare l'irrigidimento dei suoi muscoli inguinali che venne travolto dall'orgasmo femminile più animalesco ed intenso che avesse mai visto. Il corpo di Ilse scattò in avanti con un colpo di frusta micidiale. Poi fu scosso da tremendi spasmi che durarono attimi infiniti mentre le pareti della sua figa si serrarono sul suo cazzo come una morsa d'acciaio portandolo al limite dell'orgasmo.
- Cazzooooooo, cazzoo, cazzooo, vengo, vengo, vengoooooooo! Siiiiiii, mio stallone bastardo, vengo, vengoooooooo!
Marco avrebbe voluto partecipare a quel godimento venendo anche lui, ma si trattenne e sfruttò la situazione per passare all'attacco. Cogliendo l'attimo di smarrimento della donna la cinse alle spalle e la sollevò di peso, sempre rimanendo dentro di lei. La sostenne afferrandola per le cosce muscolose e subito Ilse lo cinse con le sue gambe serrandogli il cazzo in fondo alla sua figa. In quella posizione sospesa non era però in grado di esercitare tutta la forza di cui disponeva e per Marco fu facile iniziare a muoversi dentro di lei facendola gemere ancora. Si mosse a piccoli passi verso il divano sempre penetrandola con colpi decisi. Il corpo di Inge ricadeva con tutto il suo peso ad ogni affondo e urla strozzate di godimento uscivano dalle sue labbra serrate.
- Danza, Danza sul mio cazzo adesso! Eh! Troia! Ti piace essere sfondata da sotto.
- Aaargh, Aaagh, Bastardo! Sfondami e stai zitto! Continua così che mi piace.
- Ah si! Ti piace? Allora prendi questo. -- e sollevò il suo corpo stringendogli le natiche sino a farle male per poi farla ricadere sul suo cazzo con violenza.
- Aaaaaarghhhh.!

Ilse non si era mai sentita scopare a quel modo. Quel cazzo bestiale la stava facendo impazzire.
Marco la fece sdraiare lentamente sul divano sempre tenendo il cazzo dentro di lei. Poi si accomodò fra le sua cosce ed iniziò nuovamente a muoversi con violenza dentro di lei.
- Adesso ti scopo così sino a quando ti calmi, vediamo come vieni ora zoccola!.
Ilse non rispose mentre Marco stancava la sua figa con colpi sempre più violenti accelerando il ritmo. Resistette a lungo alla foga gemendo e fremendo di piacere sotto gli affondi di quello stallone fantastico ma dopo una buona mezz'ora di quella cavalcata selvaggia un nuovo orgasmo le salì dal profondo del ventre squassandola per istanti senza fine. Urlò aggrappandosi al corpo del maschio sino a sollevarsi dal divano. Marco non si fermò un solo istante. Affondò nuovi colpi decisi facendola fremere nuovamente. Sentì che stava portandola oltre il limite e che avrebbe scatenato in lei una serie di orgasmi multipli. Ilse travolta dal godimento non si accorse del pericolo a cui andava incontro e quando sentì scattare nuovamente in avanti il suo inguine per un nuovo incredibile orgasmo oramai era troppo tardi. Urlò nuovamente serrandolo con le gambe inguainate dagli stivali di pelle. Gli ficcò i tacchi di metallo nelle reni tentando di disarcionarlo. Non riuscendoci, lo colpì con i talloni serrandolo a sé afferrandolo anche per le spalle con le mani guantate. Ma l'ultimo affondo dello stallone la face capitolare ed una sequenza di orgasmi senza fine travolse il suo corpo. Rovesciò la testa all'indietro sempre aggrappata al corpo di quel maschio fantastico che la stava portando in paradiso.
- Cazzoooooooooo! Gooooooodoooo! Diooooo! Come godooooo. Aaaaaagh Siiiiiiiiii! Godooooooo, impazziscooooo.
Marco rallentò gli affondi e quando, dopo lunghi minuti il corpo di Ilse si acquietò, la punzecchiò verbalmente.
- Allora? Direi che il primo set è andata a me, Non credi?
- Mmmmmm. Ma non credere che io abbia finito.
- Nooo lo so che puoi venire ancora a lungo e io ti farò venire tutte le volte che vuoi mia cara troia.
Ilse realizzò solo allora che il cazzo di Marco era ancora durissimo e dentro di lei.
- Mmmmm ma questo mio bello stallone non viene mai.
- No, Padrona del mio cazzo. Verrò solo quando sarai sfinita e ti sottometterai a me.
- Vedremo! Intanto facciamone un'altra.
- Siii, ma adesso che sei più quieta ti faccio vedere cosa sa farti lo stallone
La sollevò nuovamente abbracciandola e la portò sul tavolo del salotto. La fece reclinare all'indietro in modo che Ilse dovesse sostenersi con le mani appoggiate sul tavolo e la tenne sospesa afferrandola per le natiche. In quel modo il corpo di Ilse era sospeso sopra il tavolo e lui poteva guidare direttamente l'amplesso facendola muovere completamente avanti ed indietro. Era una sua tecnica per sfiancare le sue partner più riottose. In quella posizione infatti la donna non era in grado di fare praticamente nulla se non tentare di sostenersi mentre lui poteva imprimere ad ogni affondo la forza e la velocità che voleva.
- Vedrai come ti faccio godere così. Alla fine mi offrirai tu il tuo culo.
- Mmmmmmm dai fammi vedere
- .......e quando avrò finito con il tuo culo piangerai, zoccolona mia.
Ilse lo guardò con uno sguardo irridente ma appena Marco prese a muoversi dentro di lei si accorse che la situazione non era poi molto favorevole per lei. Con pochissimo sforzo Marco affondava dentro di lei facendo altalenare il suo corpo. Lo sforzo che doveva fare per sostenersi era notevole e non sarebbe stata in grado di reggere a lungo. Marco prese a scoparla affondando lentamente con colpi decisi portati obliquamente. Muoveva e ruotava il bacino in modo che il cazzo entrasse in lei da angolazioni sempre diverse. Ilse sentiva quel cazzo enorme e durissimo lisciarle le pareti vaginali da tutte le parti. In breve iniziò a gemere senza controllo. Con studiata lentezza Marco affondava ritmicamente trattenendosi dentro di lei qualche istante ad ogni affondo. Il corpo di Ilse prese a fremere incontrollatamente. La stava facendo morire!
- ooooooooooh, aaaah, siiiiii, mi stai facendo impazzire! Oooooooooh godo, godo, godoooooooo!
Sentendola nuovamente vicina all'orgasmo Marco accelerò il ritmo ma si fermò all'improvviso. Il corpo di Ilse reagì come ad uno schiocco di frusta e l'orgasmo le venne ricacciato indietro.
- Impazzisci, impazzisci, mia troia. Altro che padrona! Quando avrò finito mi pregherai piangendo.
- Oooooh!
Gemendo di frustrazione Ilse cercò di avvicinare il bacino al corpo di Marco ma lui si ritrasse sino quasi a sfilarle il cazzo dalla figa. Poi affondò in lei con un colpo violento facendo ciondolare il suo corpo all'indietro.
- Aargh!Bastardo! Diooooooooo che bellooooooooooooo!
- Ferma zoccola! Non provarci nemmeno! Voglio farti godere come mai hai provato. Voglio estrarre dalla Tua figa la troia che sei, sino a farti morire
- Tu parli troppo, bastardo! Dai fammi vedere........ fammi godere come........ una troia! Dai....... è quello..... che voglio.
Ma i colpi di Marco erano adesso veramente feroci, portati con sempre maggiore velocità e determinazione. Ilse ne era squassata ad ogni affondo e ansimava sempre più in difficoltà. Le sue provocazioni non ottenevano il risultato sperato di far imbizzarrire quello stallone che la stava chiavando selvaggiamente. Per contro Marco controllava ogni movimento con freddezza e proseguiva la sua azione demolitrice con calma.
La lavorò in quel modo per lunghi minuti portandola più volte sull'orlo dell'orgasmo. Ogni volta che sentiva il ventre di Ilse fremere più forte, si fermava sino a sfilarle il cazzo, ricacciandole indietro l'orgasmo. La donna gemeva di frustrazione con il corpo che fremeva incontrollatamente, rovesciando la testa all'indietro.
- Oooooooooooh, sei un bastardo, fammi godere stronzo! Voglio godere, godere.
Marco allora affondava dentro di lei con un colpo secco e ripartiva con una serie di affondi sempre più veloci.
- Aaah, Aaaargh! Si spaccami, spaccami la figa, spaccami tutta!
Ad ogni sequenza i gemiti erano sempre più intensi e le urla sempre più forti. Lo sforzo di sostenere il proprio corpo così altalenante stava sfinendo le braccia di Ilse che presero a tremare. Ad una nuova serie di affondi poderosi dovette cedere, crollando con la schiena sul tavolo. Marco fù così libero di afferrarla per le cosce, divaricandole le gambe e appoggiando le sue caviglie sulle spalle. Il corpo di Ilse era adesso completamente indifeso e agendo sulle cosce, divaricando o chiudendole le gambe, l'uomo poteva regolare l'intensità della forza con cui la figa di Ilse serrava il suo cazzo. A lei nulla era permesso, solo il subire gli affondi di quel cazzo maestoso, sempre più potenti e devastanti. Per reggere la potenza di quei colpi Ilse dovette aggrapparsi con le mani al bordo del tavolo. Sbatteva la testa a destra e sinistra gridando e urlando al cielo il suo godimento. Aveva completamente perso ogni controllo dell'amplesso e nel suo cervello solo una parola batteva come un martello: orgasmo, orgasmo, orgasmo. Marco la martellava a colpi di cazzo controllando il livello di eccitazione della donna. Quando si rese conto che era ormai oltre ogni limite accelerò i colpi devastanti portandola oltre l'orgasmo più intenso e sublime che Ilse avesse mai provato. Il corpo della donna, pur esausto reagì con una contrazione così decisa che Ilse riuscì a sollevare la schiena. Lo afferrò con una mano sul collo e iniziò a muoversi violentemente contro il bacino dell'uomo come a voler ingoiare tutto quel cazzo che la stava facendo impazzire. Certo di averla ormai travolta Marco rispose con altri affondi violenti strappandole alte grida di godimento. Così facendo la portò in pochi istante ad un altro orgasmo violento, così intenso da lasciarla senza fiato. Il viso di Ilse si contrasse in una smorfia, quasi di dolore, per l'intensità dello sforzo che il suo corpo stava sostenendo. Dalla gola le uscì un gemito gorgogliante senza fine che preannunciò un'altra serie di urla disumane. Il corpo prese a fremere e tremare sin nel profondo della sua fibra ed i suoi muscoli atletici si sciolsero in acqua quando il suo ventre scattò in avanti senza controllo per un numero infinito di volte.
- Yahhhhhhhhh! Aaaaargh! Ooooooooh, Ggggghhhhh
Solo gemiti e urla gutturali prorompevano dalla sua bocca mentre gli affondi di Marco proseguivano instancabili. Gli orgasmi si susseguivano ininterrotti ad ogni penetrazione ed in breve il corpo di Ilse non fù più in grado di reagire. Rovesciò la testa all'indietro con un nuovo altissimo urlo e scivolò sul tavolo inerte. Marco lasciò la presa sulle sue cosce e si distese su di lei, facendo aderire il suo corpo a quello della donna. La afferrò per le spalle e prese ad affondare con colpi più lenti ma di estrema violenza. Il corpo di Ilse giaceva sfiancato ancora fremente e con le gambe penzoloni oltre il bordo del tavolo. Ansimava sempre più pesantemente incapace di una qualsiasi reazione.
- Va bene così, troia? Ti è piaciuto il giochetto? Adesso che mi dici? Eh? Puttana!
- Altro che domina. Sei solo una puledra da monta. Una bella puledra da monta che è un piacere domare.
Ilse con la voce rotta e ansimante cercò di reagire almeno verbalmente.
- si.... Un bell....orgasmo, non c'è che dire............. Ma non penserai che abbiamo finito.
- Oh no, sono sicuro che vorrai proseguire ancora a lungo....... Sino a quando non riuscirai più a stare in piedi. Ed io ho tutta l'intenzione di spaccarti figa e culo, sino a farti piangere.
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pio.M
00sabato 10 novembre 2012 21:49
e poi?!

qst racc 'diverso' nn è per nulla male!

[SM=x829778]
Sara.61
00domenica 25 novembre 2012 11:54
Terza parte
Ilse si alzò e, a fatica, si diresse verso la propria stanza. In pochi minuti si lavò accuratamente ed indossò la biancheria desiderata da Marco. Guepiere in pizzo nero trasparentissima, perizoma ridottissimo ed impalpabile, Calze di puro nylon con la cucitura posteriore. La figa ancora le doleva e non era sicura di poter reggere un altro assalto. Si ripresentò con le scarpe in mano. Non erano le tradizionali decoltè ma una scarpa che sapeva essere profondamente erotica per ogni uomo. Nere, tacco a spillo in metallo, cinturino alla caviglia sorretto solo da una striscia di pelle nera che copriva il tallone. La parte anteriore era chiusa e con una punta fortemente acuminata, mentre la parte centrale era di una larghezza ridottissima. In questo modo il piede era praticamente nudo dall'attaccatura delle dita sino al tallone. Sapeva che erano terribilmente eccitanti per ogni uomo. Le mostrò a Marco che se ne stava pigramente sprofondato sul divano, dondolandogliele davanti agli occhi.
- Queste però me le metti tu.
Marco le osservò bene ed il suo cazzo ebbe un sussulto.
- Merda che figata. Ma dove le hai trovate. Con queste ai piedi mi farai bollire lo sperma nelle palle.
- Allora mettimele che vediamo se siamo capaci di svuotartele.
- Ah no. Per quello ci vuole altro. Credo che le scaricherò nel tuo culo.
Prese le scarpe dalle mani di Ilse che sollevò una gamba posandogli il piede in grembo, direttamente sul cazzo turgido. Iniziò a strofinarglielo con lentezza ma continuamente, ben sapendo che il contatto liscio del puro nylon non avrebbe lasciato Marco insensibile. In effetti l'uomo si accoccolò sotto il suo piede e prese a godere di quel massaggio feticista e un po' strano. La straordinaria compattezza e seticità del nylon donava al suo cazzo sensazioni fortissime e lo spettacolo erotico offerto dal corpo di Ilse, inguainato nella stretta guepiere di pizzo era straordinariamente erotico.
- Mmmmmmmmm direi che le scarpe possono aspettare.
- Allora distenditi sul divano che ti masturbo.

Marco seguì la richiesta di Ilse e lei si sedette sullo schienale con entrambe i piedi sul suo cazzo. Prese a massaggiarlo con cura, circuendolo con entrambe i piedi e lisciandolo per tutta la sua lunghezza. Nel masturbarlo aveva cura di scorrere sempre sul prepuzio e sul sottile filetto che lo collega alla cappella. Dopo pochi minuti questo massaggio mandò Marco in estasi. Iniziò a gemere ed ansimare come non gli capitava mai. Era abituato a tutti i tipi di amplessi, sensuali, violenti, aggressivi, dolci ma non aveva mai sperimentato una masturbazione così erotica ed eccitante.
- Cazzo, come sei brava con i piedi. Continua, continua. E bellissimo. Mmmmmmm da godere in eterno.
- E allora goditela. Te lo meriti stallone mio. Mi hai scopato in maniera fantastica e ho goduto come non mai. Lascia che sia io ora a donarti qualcosa. Rilassati e godi.
- Ma perché? Credi di essere in grado di farmi venire così? Non credo proprio.
- Tu rilassati e godi. Poi vediamo se sono capace di farti venire.
Quasi divertito Marco socchiuse gli occhi e si godette il massaggio di quei piedi favolosi. Non sarebbe stato così tranquillo se avesse visto lo sguardo sornione con cui Ilse lo guardava.
"Sii. Goditelo tutto il massaggio, goditelo. Quando avrò finito il tuo cazzo sarà inservibile Stronzo!" Pensò Ilse dentro di sé. Sempre con continuità prese a premere maggiormente sul cazzo dell'uomo, sempre avendo cura di strofinare filetto e prepuzio con il rinforzo scuro delle calze che delineavano la suola del piede. Continuò a lungo in questo modo sempre premendo più forte sino a premere il cazzo di Marco contro il suo ventre. Poi iniziò a sostenere il cazzo con il collo di un piede mentre con il secondo premette sul prepuzio. A questo punto Marco ebbe un sobbalzo.
- Dio che bello! Mmmmmm fammi godere così. Da impazzire. Mmmmmm
- Si mio bello stallone goditelo, vedrai che ti farò veramente impazzire. Godi, godi, bel cazzone.
Travolto da quella masturbazione così sensuale ed intensa Marco non si accorse cosa stava succedendo al suo amato cazzo. Ilse aveva cura di strofinare con forza la cucitura delle calze sul prepuzio ed il filetto e questo in breve avrebbe irritato la pelle, sensibilizzandola al punto di farlo venire ad ogni tocco. Purtroppo però per Marco con la pelle così irritata, il massaggio sarebbe diventato dolorosissimo prevenendo l'orgasmo. Era una tecnica che Ilse aveva usato già più volte in passato e sempre con gli stalloni più potenti che l'avevano messa in difficoltà. Poteva andare avanti ore con quella masturbazione sino a rendere il cazzo dell'uomo una spranga di ferro durissima ma incapace di venire per il dolore che provava. Era arrivata al punto di far sanguinare la pelle tumefatta, prima di far esplodere il maschio in un devastante orgasmo dolorosissimo. Dopo una buona mezz'ora di questa masturbazione Marco iniziò a sentirsi a disagio. Godeva come un pazzo ma il cazzo iniziava a dolergli. Nonostante questo non era in grado di muoversi da sotto quei piedi fantastici che gli stavano regalando una sensazione paradisiaca. Il suo ventre iniziò a fremere come nell'imminenza di un orgasmo
- Cazzo, godo, godo, mi stai facendo venire così. Cazzo godo, godooooooooooooooooooooooo.
- Nooooo, non verrai mio stallone. Devi ancora godertela
Così dicendo Ilse gli ficcò le unghie del piede nel prepuzio ed il dolore ricacciò in gola a Marco l'orgasmo
- Bastarda. Adesso capisco, bastarda, è il tuo turno eh!
- Siiii e il mio turno di farti godere, godere, godere, sino ad impazzire.
- Ma tanto alla fine ti sfondo il culo sai, troia! Non penserai che una sega con i piedi possa farmi qualcosa
- Siiii. Non ti preoccupare adesso. Il mio culo è qui che ti aspetta. Aspetta il tuo cazzone che lo sfondi e lo stantuffi per bene. Ma adesso godi, godi. Godi mio stallone.
Ripetè l'operazione un numero infinito di volte, portandolo sempre al parossismo dell'orgasmo, per poi ricacciarglielo in gola con le acuminate unghie laccate di rosso. Intanto la pelle del cazzo diventava sempre più tumescente ed irritata. Gocce di sperma presero a colare incontrollate dal cazzo dell'uomo, senza che lui potesse trattenersi. Il corpo intero di Marco prese ora a fremere di godimento. I muscoli scattavano incontrollatamente mentre dalla bocca iniziarono a uscire gemiti continui e sommessi. Il cazzo gli doleva adesso in modo molto marcato e la masturbazione di Ilse iniziò ad essere ancora più decisa. Muoveva il piede lentamente ma premendolo con forza e continuò a trattarlo in quel modo con deliberata ferocia. Sentendo il dolore aumentare ancora Marco desiderò raggiungere l'orgasmo il prima possibile. Per contro desiderava che quella sensazione così straordinariamente erotica non finisse mai.
- aaaahhhhh, cazzo come godo. Dio che meraviglia. Ma che bella troia che sei. I tuoi piedi sono fantastici....... Cazzo da impazzireeeeeeeeeeeee.........eeeee................eeeee
- Siiii, sono la tua troia, la tua puttana ed i miei piedi ti faranno impazzire
- Fammi godere, voglio godere!
- Ti faccio godere non ti preoccupare! Devi solo resistere ancora un po' e poi ti faccio godere come non ha mai provato.
- Nooooooo, adesso! Voglio godere adessooo! Voglio venireeeee.
- Verrai tutte le volte che vorrai e anche di più, te lo prometto....... Ma quando lo vorrò io, mio stallone.
Così dicendo concluse piantandogli nuovamente le unghie nel prepuzio, questa volta con una ferocia inaudita. Il corpo di Marco scattò violentemente mentre dalla bocca gli sfuggì un urlo strozzato. Piccole gocce di sangue comparvero sulla pelle del prepuzio e della cappella, ormai irritate quasi alla lacerazione.
- Bastarda! Puttana! Mi stai ammazzando così! Mi fai male troia!
- Noooo, non ancora, e solo l'inizio. Adesso tocca a te soffrire un poco. Credi che non mi facesse male la figa quando mi sfondavi con il tuo cazzo? Eh bastardo? adesso soffri, soffri stronzo!
- Aaaaarghhhhhhhhhhhh. Oooooooooooohhhhhhhhhhh. Fammi godere, voglio venireeeee.....eeeeeeeeee..........eeee
- Mi sa che come stallone inizi a perdere i colpi eh! Bastano i miei piedi a domarti. Forse sei un po' bolso eh, stronzo!
Marco adesso ad aver perso completamente il controllo. Dalla bocca gli uscivano solo gemiti ed urla, frasi sconclusionate. Il cazzo gli doleva da impazzire come se mille spilli acuminati fossero piantati nella cappella. Le contrazioni del ventre erano praticamente continue ed inesauribili presagendo un orgasmo poderoso che però non arrivava mai. Gli sembrava di sentire ribollire lo sperma nella palle che iniziavano a dolergli anch'esse. La frustrazione che provava era estrema e mai gli era capitato di sentirsi così sovrastato sessualmente da una donna. Si sentiva completamente alla sua mercè, umiliato e dominato. Ma Ilse continuava con sistematica ferocia, senza mai fermarsi, senza una minima interruzione. Sapeva che l'uomo stava per crollare, ne scorgeva i segni dalla sua faccia contrita e sofferente, dal suo ventre in perenne contrazione, dalle sue gambe che scattavano incontrollate, dalle urla e i gemiti che esplodevano gorgoglianti dalla gola, con una voce strozzata dal godimento e dal dolore. Accelerò leggermente la masturbazione pronta a farlo esplodere al minimo segno definitivo di cedimento. La pelle del cazzo era ormai così tumefatta e sensibile che sarebbe stato facilissimo farlo venire tutte le volte che voleva e come voleva, oltre ogni possibilità di resistenza, sino a vuotargli le palle e rendergli il cazzo inservibile a lungo. Si preparò posizionando un piede sulle palle dell'uomo mentre continuava a sfregare e premere la cucitura in rilievo sul prepuzio lacerato. All'ennesima pressione delle unghie acuminate Marco cedette di schianto.
- aaarghh! Bastaa! Bastaaaaaaaaaaaaaaa! Non ce la faccio piùùùùùùùùùùùù! Fammi venire! Per favore! Ti prego, Ti preeeeeggoooooooooooooo!
- Ah, Ah adesso mi preghi anche eh, stallone? Si adesso, adesso ti faccio venire. Ma devi chiedermelo per pietà, dai stronzo! Dai bastardo! che poi ti faccio venire sino a che ti ammazzo. Ti vuoto quel cazzo e quelle palle sino che non avrai più una goccia di sperma. Te lo spacco sino a rendertelo inservibile. Non ti si rizzerà per giorni. Bastardo. Altro che stallone da monta. Stallone da mungere! E adesso ti mungo tutto. Dai prega, chiedi pietà!
- Bastaaaaaaaaaaaaaa, ti prego, siiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, pietà pietà fammi venireeeee.....eeeee......eeeeeeeeeee. Per pietà, abbi pietà.........
Era oltre ogni limite e Ilse accelerò il movimento di masturbazione sul prepuzio e sulla cappella facendogli superare la soglia dell'orgasmo. Contemporaneamente prese a premere ritmicamente sulle sue palle come a volergliele ricacciare nel corpo, fra cazzo e buco del culo. Così facendo spremeva le palle costringendo tutto lo sperma a uscire forzatamente e stimolava dall'esterno la prostata dell'uomo per liberare quanto più seme possibile nel minor tempo possibile. Fu un orgasmo animalesco che proseguì per un buon minuto. Per quel lunghissimo minuto ogni contrazione era comandata dalla pressione sulle palle e dallo strofinamento sul prepuzio. Lo sperma schizzava ogni volta con getti potenti e copiosi. Sembrava non voler finire mai. Come in stato di trance Marco giaceva disteso gemendo ed urlando. Senza controllo superò una soglia di godimento che mai aveva provato e sparò una serie di orgasmi a raffica, continui, inesauribili, senza nessuna possibilità di fermarsi. Lo sperma fluiva adesso in modo continuo e gli sembrava che venisse direttamente strappato dalle sue palle ormai dolenti. Ma Ilse non si fermava. Senza nessun segno di pietà continuava a lavorarlo con ferocia, facendolo venire a suo piacimento.
- godi adesso eh! Godi! Siiiii vieni, vieni! E adesso ti faccio venire quanto voglio. Guardati stallone! Stai morendo, adesso ti schianto.
- Mmmmmmmmmmpppppppf, aaaaarrrgh Ooooooooooh
- E così siamo 2 set a 1, come ami dire tu. Ma non so se sarai in grado di farne altri. Forse vinco per abbandono!
Marco non era in grado di reagire. Il suo corpo giaceva ora inerte, fremente e sfiancato dai continui orgasmi. Non aveva neanche idea di quanti fossero stati. Non capiva più nulla e per lui esistevano solo quei fantastici piedi inguainati dal nylon. Si acquietò dopo lunghi minuti, quando il rivolo di sperma si ridusse a poche stentate gocce che Ilse continuava a strappargli dalle palle ormai vuote. Vedendolo vinto smise di masturbarlo ma non fece l'errore di lasciarlo rifiatare. Doveva assalirlo adesso, nuovamente, in modo da sfruttare il vantaggio. Ma prima voleva umiliarlo un poco. Si sedette sul divano fra le sue gambe e gli serrò il cazzo tumescente con una mano. Poi estese la gamba e gli mise il piede con la calza sporca di sperma direttamente sulla bocca.
- Adesso lecca, lecca bene! Pulisci il tuo schifoso seme da queste calze, da questi piedi che ti hanno donato il paradiso.
Marco non aveva mai amato leccare lo sperma. Lo trovava umiliante, lui, stallone invincibile che passava il tempo a sfondare i culi delle donne. Cercò quindi di resistere ma Ilse serrò la cappella fra le unghie laccate di rosso e prese a conficcargliele come tante lame appena sotto il bordo. Il dolore fu atroce. Impossibile da resistere e mentre Ilse gli infilava forzatamente il piede in bocca iniziò a realizzare che adesso era lui il perdente. Leccò lo sperma dal piede seguendo i movimenti che Ilse imponeva.
- Oh adesso mi piaci! Sù da bravo! Lecca, leccali bene, puliscili tutti, li voglio lindi e lucidi della tua saliva. Mmmm uno stallone al mio servizio. Proprio quello che ho sempre desiderato. Lecca, lecca, bastardo!
Marco leccò ogni traccia di sperma da quel fantastico piede, inzuppando il nylon lucido con la sua saliva. La fragranza ed il profumo che ancora emanava era per lui inebriante. Mai avrebbe pensato che una donna potesse travolgerlo solo con i piedi. Ma Ilse si stava rivelando veramente una donna fantastica. Leccò a lungo godendo di quel piede e del nylon che lo inguainava.
Finalmente soddisfatta Ilse scese velocemente dal divano e lo afferrò per i capelli obbligandolo a mettersi seduto. Poi gli strinse il cazzo in mano e iniziò a masturbarlo lentamente. Era adesso più flaccido, ma ancora sufficientemente duro per penetrarla. Strofinò i polpastrelli e le unghie sulla cappella ed il prepuzio per verificare lo stato di sensibilizzazione del cazzo. Marco prese subito a gemere e dimenarsi, come infastidito da quelle carezze. "Perfetto" pensò Ilse "adesso lo scopo sino a quando non gli si rizza liù!". Gli si sedette in grembo dandogli la schiena e si preparò a calarsi sul cazzo.
- Forza stallone! Ti aspettano altri orgasmi, o il tuo cazzo non ce la fa più"
Marco non era in grado di rispondere ed attese ansimante che la donna iniziasse a cavalcarlo. Ilse sapeva che sarebbe per lui stato dolorosissimo. Con la pelle del cazzo in quelle condizioni ogni strofinamento delle pareti vaginali sarebbe diventato una pena e a lei sarebbe bastato serrarlo con forza nella figa per farlo esplodere ogni volta. Orgasmo e dolore, sempre, come piaceva a lei, come era abituata a trattare i suoi stalloni da monta, sino a schiantarli. Si calò con forza, con un colpo secco. Il cazzo mezzo flaccido non era più in grado di sfondarle la figa. Marco urlò di dolore, rovesciò la testa e prese a gemere nuovamente. La pelle tumescente e lacerata inviava al suo cervello una dolorosa sensazione bruciante. Appena la donna iniziò a muoversi sopra di lui sentì un desiderio di eiaculare, anche se non era sull'orlo dell'orgasmo. Bastarono pochi affondi e non era più in grado di trattenersi.
- Allora stallone! Cosa mi dici adesso? Bello essere cavalcati? Ti faccio venire ancora, stronzo! Tutte le volte che voglio e quando voglio. Dai fammi vedere quanto resisti.
Marco cercò di resistere rispondendo agli affondi sollevando il bacino.
- Oh. Ma allora vuoi lottare ancora! Allora guarda come ti faccio venire!
Strinse le gambe portandole all'interno di quelle dell'uomo e serrò i muscoli pelvici con forza. Le pareti vaginali si chiusero sul cazzo come una morsa e al seguente affondo l'orgasmo proruppe violento. Ilse iniziò a lavorargli il cazzo stringendo e rilassando i muscoli pelvici, facendolo eiaculare ogni volta che li serrava. La donna sentiva lo sperma bollente colpirle la cervice. Evidentemente le palle di Marco non erano ancora prosciugate. Proseguì per alcuni istanti, poi riaprì le gambe e riprese a cavalcarlo liberamente. Il cazzo si stava afflosciando e lei doveva riportarlo almeno ad uno stato di semirigidità per continuare a scoparlo. Sollevò le gambe sino ad appoggiarsi sulle sue ginocchia con i piedi e prese a scendere sul suo cazzo con più forza. Accelerò al massimo il movimento stimolando l'asta del cazzo come più poteva. A Marco sembrava che il cazzo si stesse spellando ad ogni affondo ed i suoi gemiti di dolore erano ora nettamente più intensi. Il godimento selvaggio che lo pervadeva costringeva il suo cervello a desiderare un'altro orgasmo ma le palle gli dolevano ogni volta che Ilse le colpiva con le natiche nei suoi affondi. Contro ogni sua volontà il cazzo prese a pulsare nuovamente e Ilse scese dalle sue ginocchia serrando nuovamente le gambe. Un altro orgasmo squassò il suo ventre sfinito e questa volta ebbe la netta impressione che nessuna goccia di sperma sarebbe stata emessa.. Ilse lo stava ammazzando di sesso. Lo stava sfinendo a furia di orgasmi. Travolto si abbandonò sul divano mentre la donna riprendeva la posizione precedente, riiniziando a muoversi come una furia sopra di lui. Questa volta il suo cervello non provava più nessun desiderio. Nessun godimento veniva trasmesso dal cazzo tumefatto. Solo un dolore lancinante che coinvolgeva adesso anche le palle. Ilse se ne accorse. Lo stallone era allo stremo, quasi finito, bollito, vinto. Rallentò gli affondi e prese a muovere i fianchi circolarmente per variare lo stimolo. Poi accavallò le gambe, stringendole quanto più poteva e ruotò sul corpo dell'uomo. Marco sentì il cazzo torcersi nella morsa della figa ed eiaculò senza orgasmo. Digrignando i denti dal dolore e dalla frustrazione il suo ventre si contrasse spasmodicamente un numero infinito di volte. Ilse non sentì nessuno schizzo dentro la sua figa. Era chiaro che questa volta l'eiaculazione era stata assolutamente a vuoto.
- Ma come non vieni più stallone? Non ce la fai più? Guarda che io ho ancora tanta voglia. Voglio scopare con te sino all'alba, non vorrai mica fermarti ora? Forza! Dai, non sarai mica già spompo?
La bastarda si divertiva adesso a umiliarlo anche verbalmente dichiarandone la sua inadeguatezza ed incapacità. Sapeva di doverlo finire definitivamente. Ruotò ancora il bacino e si mise a cavalcioni sopra di lui, ma girata di 90 gradi. Le gambe sempre accavallate e serrate prese nuovamente a muoversi. Erano adesso affondi lenti, ritmati ma estremamente violenti. Marco ebbe la sensazione che il cazzo si stesse staccando ed in preda ad un deliquio stordente sentì nuovamente il ventre contrarsi. Venne ancora con contrazioni violente e stentate, senza provare più nulla. Solo dolore, al cazzo, alle palle, la cappella, il ventre. Scivolò sul divano sfinito, ansimando e gemendo. Non era più in grado di muovere nessun muscolo. Ilse si sfilò il cazzo ormai moscio e masturbandolo lentamente si rese conto che era veramente distrutto. Sull'orifizio della cappella alcune gocce di sangue raggrumate certificavano che le ultime eiaculazioni dell'uomo erano state assolutamente prive di sperma. Aveva iniziato a pompargli il sangue dalle palle. Era ormai fuori uso, le palle vuote ed il cazzo molle e schiantato. Sarebbero passati giorni prima che si sarebbe rizzato ancora in tutta la sua potenza. Ma la sfida non era ancora finita. In fin dei conti Marco non si era ancora arreso e non aveva ancora accettato il suo stato di domina. Era il momento. Si mise a cavalcioni della sua faccia assumendo la posizione del 69. Abbassò il bacino sul viso dell'uomo avendo cura di chiudergli il naso fra le natiche e posizionandogli la figa direttamente sulla bocca. Poi serrò il cazzo con le unghie sotto il bordo del prepuzio e prese a lisciare il filetto con l'unghia acuminata del medio. Con l'altra mano gli serrò le scroto appena sopra le palle, stringendole delicatamente. In questo modo poteva prevenire il movimento verso l'alto dei testicoli, tipico dell'orgasmo.
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