Indiavolata

Sara.61
00venerdì 5 ottobre 2012 19:37
dal web
INDIAVOLATA

Il mio schiavo è come un cane, un oggetto nelle mie mani. Lo tratto come una merda, perché è una merda. Sono sinceramente convinta che non vale nemmeno la polvere che sporca la suola delle mie scarpe.
La sua posizione è sotto i miei piedi, se gli va bene, se è fortunato. Il suo dovere, il suo sacrosanto
obbligo è quello di obbedire ciecamente ad ogni mio ordine. E' deve ringraziarmi per questo ogni anzi. Ricordo che all'inizio era un povero verme ribelle. Nell'indole schiavo, ma ribelle. Non ccettava la sua condizione di sottomesso per carità l'accettava, ma con riluttanza. Faceva piccoli grandi errori come darmi del tu, guardarmi negli occhi, parlare senza permesso, piccoli errori che in breve tempo sono stati corretti tra mille diverse maniere di divertirmi. Il prezzo dei suoi errori sono i segni
che ancora oggi porta sul suo corpo.

Amo pretendere dal mio schiavo l'impossibile, per il mio schiavo non deve esistere la parola
impossibile quando io do un ordine, deve eseguire immediatamente e precisamente ciò che ho comandato fin nei minimi particolari. Lo pretendo, e pretendo che il mio schiavo mi ringrazi per questo.
Uso il mio schiavo per qualsiasi capriccio. Non abitiamo nella stessa casa, ma quando mi va di vederlo gli telefono e gli ordino di fiondarsi subito a casa mia, qualsiasi cosa stia facendo, non ammetto rifiuti. Se capitano, vengono severamente puniti nei giorni seguenti. Lui ormai è cosciente di tutto, è annullato, la sua mente e rivolta soltanto a me, deve servirmi e basta.
L'ultima volta che gli ho telefonato erano circa le dieci di sera, ero in salotto, comodamente seduta
a guardare un film in televisione, ah, ero così rilassata, la casa era tutta per me; ebbene si, vivo ancora con i miei, d'altronde ho solo 22 anni. Ero tanto felice che i miei fossero partiti per qualche giorno, e mi sentivo tranquilla, eppure ci mancava qualcosa; faceva un gran caldo, ed ero piuttosto sudata, perfino i piedi erano sudati, e fu mentre correva questo pensiero che mi venne l'idea di telefonare al mio cane per farlo correre a casa mia. Mi piace essere sadicamente capricciosa; avevo intenzione di farlo venire il prima possibile da me, perché avevo il preciso desiderio di sentire un
leggero venticello rinfrescare i miei piedi. Così, chiamai lo schiavo e gli spiegai che la sua presenza
era urgentemente necessaria a casa mia, dopo una mezz'oretta il cane era già sotto il mio palazzo ad abbaiare, lo feci entrare; a quattro zampe naturalmente. In mia presenza, quando la situazione lo permette, ovviamente, deve sempre camminare quattro-zampe, occhi fissi sui miei piedi.

Tornai a sedere sul divano, e comandai allo schiavo di agitare il ventaglio in prossimità dei miei piedi, in modo tale da darmi quel leggero senza di frescura che stavo cercando. Quella sera non permisi al mio schiavo di leccarmi i piedi. Sapevo che dopo circa un'ora passata ad agitare il ventaglio con gli occhi fissi sulle mie divine estremità, la merda non desiderava altro che poterle baciare e leccare. Sentivo il suo desiderio, lo sentivo come fosse il mio.
Avvicinavo il piede alla sua faccia, sapendo che questo aumentava la sua sofferenza, sapevo benissimo che il verme non si sarebbe mai permesso di cacciare fuori la lingua senza che gli venisse ordinato. Le conseguenze non sarebbero affatto state piacevole per lui, mentre lo guardavo soffrire, pensavo a quali pratiche assurde avrei potuto sperimentare su di lui, non c'era cosa che io non potessi desiderare, provare, pretendere da chi ogni giorni mi giura devozione ed obbedienza assoluta. Sono sadica e perversa, lo ammetto, e quando capitano le sere che comincio a perdere il controllo, per il verme la situazione si fa davvero difficile.
Fu nel momento in cui avvertii uno stimolo nella vescica che mi venne voglia di usare il mio servo come bidet. Gli ordinari di poggiare la testa sulla sedia, con la bocca aperta rivolta verso l'alto,
e di aspettarmi in quella posizione. Andai in bagno, e dopo aver urinato tornai in salotto. Ancora in piedi, mi sistemai con la testa dello schiavo tra le mie gambe, e gli ordinai di cominciare a leccare. Che piacere, la pipì ancora fresca era un ottimo lubrificante. Dopo qualche minuto cominciai a provare piacere, e gli ordinai di accelerare il ritmo. Restai in quella posizione per una ventina di minuti. Vederlo così impotente sotto di me, tra me mie gambe, tutto impegnato a leccare fino allo sfinimento, mi faceva eccitare terribilmente. Gli venni in bocca un paio di volte, ed ogni volta gli tiravo i capelli così violentemente per spingergli la faccia quanto più dentro possibile la mia
fica che per poco non lo soffocavo. Mi faceva ridere, era così buffo, così indifeso. Quando fui soddisfatta, mi sedetti sul suo collo e mi accesi una sigaretta. Non potevo farci niente, mi veniva da ridere nel vedere come a stento riuscisse a respirare a causa della pressione del mio corpo sul suo collo, mentre la sua bocca aperta mi serviva come posacenere.
Quando la sigaretta fu finita, gli ordinai di seguirmi in bagno, lo feci ripulire, mi faceva schifo puzzava della mia urina, che schifo, pensai osservandolo, Emanava un ripugnante odore di piscio misto a cenere bagnata. Lo rimproverai per il fatto che puzzasse tanto, e lo riempii di schiaffoni, gli facevo andare la testa da una parte all’altra, lui stava li in silenzio, stava per svenire, allora lo presi subito per i capelli, e con tutta la forza che avevo in corpo lo trascinai fino all'uscio di casa. Aprii la porta, e lo presi a calci ber buttarlo fuori da casa mia. Mi faceva schifo, e gli dissi di non farsi più vedere.
Ovviamente il giorno dopo lo telefonai, pronta ad accoglierlo di nuovo a casa mia, povero cucciolo, per regalargli un’altra scaricata di ceffoni come la sera precedente, ero sicura che gli erano piaciuti. Per ogni schiaffo, un bacio sulla mano e un "grazie" erano sufficienti per accontentarmi.

Cosa farei senza il mio schiavo? Di tutto. Potrei dall'oggi al domani sostituirlo con almeno altri 10. Un esercito di leccapiedi, pronti a strisciare ai miei piedi ad ogni schiocco di dita. Per avere in cambio che cosa? Insulti, schiaffi e, se si comportano bene, il privilegio di usare la lingua per qualsiasi genere di servizio io desideri. Ma non ho nessuna voglia di cambiare, il mio cane è super addestrato, e mi soddisfa pienamente, solo quando esagero e non posso usarlo, mi viene voglia di averne subito un altro, ma per ora resisto.

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chilor
00lunedì 8 ottobre 2012 13:22
bello
Mi piace!
manuela69sex
00giovedì 11 ottobre 2012 14:01
magari potessero essere così anche le mie amichette... ma vogliono fare una volta per una...
PASQUALE.72
00martedì 15 gennaio 2013 14:18
molto accattivante
tazzo87
00martedì 15 gennaio 2013 19:16
bè lo ammetto è molto eccitante da leggere, xò credo sia dura avere una padrona così...ma mi piacrebbe cmq vivere un'esperienza simile....!!!
amosolodonne
00mercoledì 16 gennaio 2013 12:37
sono pienamente daccordo con tazzo87... è difficile vivere con una donna di tale specie... Cmq il racconto è molto accattivante, è vero...
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