Innamorato di Anna e...Nicole

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amosolodonne
00venerdì 21 giugno 2013 13:13
Tutto iniziò così, quasi per caso, ma riflettendo ora è come se fosse stato già programmato. Mi chiamo Marco, ho 30 anni, un fisico accettabile, capelli castani ed occhi verdi, sono alto 1.74 m e peso 73 Kg. Di attività faccio l'ingegnere elettronico, ho un ottimo lavoro in un'industria elettronica ed un bellissimo stipendio. Sono un amante della buona tavola, della buona musica (tra l'altro io stesso sono stato un musicista nel passato), sono molto sensibile a livello di rimanere incantato solo al vedere una farfalla volare, amo la natura e la rispetto più di me stesso. Sono follemente innamorato di Anna, una bellissima ragazza di 26 anni: capelli scuri, occhi azzurri, viso dolcissimo, corpo da favola e... di sua mamma Nicole, di origini francesi, praticamente identica alla figlia, ma leggermente invecchiata.
Ho incontrato Anna un giorno in un negozio di scarpe, io misuravo le mie polacchine e lei...degli splendidi sandali che le arricchivano ancora di più le sue già deliziose estremità. mentre misuravo le scarpe il mio occhio cadeva su quei bellissimi piedi, ben fatti e con le dita ben misurate, senza un durone o una pecca e con le unghie laccate di colore scuro, come quelle delle mani che, nello stesso modo, erano molto belle. Probabilmente il mio sguardo fu troppo insistente, non me ne resi conto, e lei sembrò quasi divertita, mi sorrise e...mi strizzò l'occhio... Ciò mi lasciò praticamente di stucco, non pensavo minimamente a quella sua reazione così semplice e spontanea, ma, nel contempo, quasi complice e perversa. Fu un amore a prima vista, insomma. Un folle amore. Da quel momento il mio sguardo non si è più staccato da lei per un attimo. Appena ebbi terminato di misurare le scarpe, le acquistai e, dopo aver pagato, uscii dal negozio, ma non mi allontanai e rimasi fuori ad attenderla. Dopo qualche minuto lei uscì ed appena mi vide mi sorrise, lo sapeva che mi aveva conquistato, era ancora più bella alla luce del sole... Rimasi alcuni attimi a guardarla intontito, allora lei prese l'iniziativa "Beh...che facciamo? vogliamo rimanere quì fuori da questo negozio per tutta la giornata?" ed io "No, scusami...stavo ammirando la tua bellezza...mi chiamo Marco, piacere..." e le allungai la mano per presentarmi. "Piacere, Anna" disse lei rispondendo alla mia stretta di mano. "Posso offrirti qualcosa al bar, così ne approfittiamo per scambiare quattro chiacchiere, sempre che ti fa piacere, ovviamente" ripresi io, e lei, con grande semplicità, fece un cenno col capo e rifacendomi l'occhiolino disse "Ok...andiamo". Nelle vicinanze c'era un bar con dei tavolini, ci sedemmo ed ordinammo qualcosa di fresco mentre continuavo ad ammirare la sua bellezza e la grandissima capacità di seduzione che aveva praticamente con tutte le parti del corpo. Mi faceva impazzire il suo sorriso, il modo di muovere le mani o di accavallare le gambe mostrando i suoi deliziosi piedini calzanti dei semplici infradito, di toccarsi i lunghi capelli per sistemarli. Aveva anche una bellissima voce ed era molto spigliata nel parlare di qualunque argomento. L'avrò tenuta lì, seduta al tavolino di quel bar, per almeno 3 ore durante le quali ci siamo scolati 5 bevande ciascuno (nà spesa...)ed abbiamo parlato praticamente di tutto: delle nostre vite anzitutto, di politica, di rapporti umani e.. di sesso. Si, anche di sesso...Non me l'aspettavo, ma con lei sono riuscito a parlare di un mio grande segreto che non avevo mai raccontato a nessuno: adoro essere dominato da una donna. Lei fu molto divertita da queste mie confessioni e per nulla contrariata, anzi si mostrò molto interessata.
"Fino a che punto ti piace essere dominato?" mi chiese lei con molto interesse. "Beh...io adoro la dominazione celebrale, ma non disdegno neppure una certa ritualità...per esempio lo stare nudo ed in ginocchio davanti alla donna amata, pensare prima al suo piacere e poi al mio, ma, avendo tempo disponibile, potrei addirittura farla vivere come una regina, pensando a tutte le sue necessità e servendola continuamente" risposi io."Ti piace fare lo schiavo, allora" disse lei seria. "Beh...ecco...se fare lo schiavo significa adorare una donna e farla felice, allora sì. Sai, sono convinto che facendo felice la propria donna di conseguenza sarei felice io" ribadii io. Rimanemmo per qualche minuto seri a guardarci... io mi sentii in forte imbarazzo e forse arrossii, quasi mi vergognai di quello che avevo tirato fuori da me, mi sentivo come in un labirinto da cui non riuscivo più a venire fuori, avevo voglia di lasciarla lì e scappare lontano... ma metre cercavo i modo di svincolarmi, lei mi spiazzò ancora dicendomi "Beh...sarebbe da provare sta cosa... sinceramente avevo letto qualcosa ed anche qualche mia amica me ne aveva parlato, ma la considereravo perversa, invece tu me l'hai presentata come qualcosa di estremamente semplice". Io non ebbi più il coraggio di continuare il discorso, anzi, simulando un appuntamento con un amico ci lasciammo dopo aver scambiato i numeri di cellulare. Quando ci salutammo lei fu molto dolce nel baciarmi su una guancia mentre con la mano mi accarezzò l'altra, mi fece sentire un bambinello. Questo suo gesto mi riportò sù un pò il morale visto che ce l'avevo sotto i piedi. Mi immersi nel lavoro e cercai di dimenticare quell'incontro, ma non riuscivo a dimenticare quella dolcezza che lei aveva in ogni movimento. Passò qualche giorno ed il caso volel che ci riincontrassimo, per puro caso: io ero in auto fermo al semaforo, lei in motorino, si affiancò alla mia sinistra, non ci eravamo notati, poi, per caso, contemporaneamente girammo il capo l'uno verso l'altra, un sorriso si spiaccicò sul suo viso, appena visibile, sotto il casco, anche io fui molto felice. Ci fermammo più avanti scesi dalla macchina e lei dal motorino, tolse il casco e... rimasi di nuovo folgorato...con i capelli ricci era ancora più bella. "Sono ricci naturali, li avevo fatti lisci così, per provare, ma ora li ho riportati all'origine, perchè, non ti piaccio?" disse lei mostrandosi con molta vanità. "No, anzi, sei bellissima..." risposi io , "Grazie del complimento Marco, sei molto caro, ma... come mai non ti sei fatto più sentire?" riprese lei, ed io quasi balbettando per l'imbarazzo "ma...beh... sai... sono stato impegnato ... il lavoro... ", "ma non dire sciocchezze, potevi chiamarmi benissimo, ci sono rimasta male, sai? Ho anche pensato che forse ti eri vergognato di avermi detto tutte quelle cose di te..." disse lei sempre sorridendo. In effetti aveva centrato pienamente il problema, non avevo più avuto il coraggio di chiamarla. "Mangiamo qualcosa insieme, magari stasera? Che ne dici?" chiese lei, ed io "Beh, se ti fa piacere, io ne sarei veramente felice". "Ok, allora ti raggiungo verso le otto a casa tua...fammi trovare qualcosa di buono, sono molto golosa..." disse lei, poi ci salutammo ed ognuno riprese il suo percorso. In effetti non ero molto bravo a cucinare, mi rivolsi ad una rosticceria a qualche isolato da casa mia: gnocchi alla sorrentina, vitel tonnè con maionese, contorni vari, vino rosso docg, dolce. Misi anche una bottiglia di spumante in frigo. per tutto il pomeriggio fui praticamente in uno stato di semifibrillazione ventricolare, ma le emozioni non erano neppure iniziate... (Continua)





In effetti devo solo sottolineare che è ... leggermente autobiografico, io non mi chiamo Marco e lei non si chiamava Anna, ma qualcosa del genere mi è successa veramente una trentina d'anni fa... [SM=x829785]
servetto70
00sabato 22 giugno 2013 01:01
[SM=g1984777] bravo amosolodonne...mi piacciono questi racconti che nascono da fatti reali!!!




...non vedo l'ora di leggere il proseguo...anche perchè mi ricorda qualcosa la mamma di origini francesi e la figlia...mi hai risvegliato dei ricordi personali intendo...e quindi sono curioso [SM=x829779]




Grazie!!! [SM=x829788]
cuccioloindifeso
00sabato 22 giugno 2013 09:18
bello.... ed intrigante
zazaloz
00domenica 23 giugno 2013 23:57
attendiamo il seguito
amosolodonne
00lunedì 24 giugno 2013 11:04
Alle 20 precise il citofono squillò, era lei, stava salendo ed il mio cuore era a mille. Aprii la porta non appena sentii l’ascensore fermarsi, stupenda! Vestitino scuro smanicato e corto, che metteva in buona mostra la bellezza delle braccia e delle gambe, trucco appena accennato, ma tra l’altro non ce n’era molto bisogno , la sua bellezza era straordinaria, grandi orecchini a cerchio, come naturale completamento della bella chioma riccia corvina, una piccola borsa nera in una mano, smalto rosso porpora alle unghie delle mani e dei piedi ai quali calzava le bellissime scarpe che aveva acquistato il giorno in cui ci siamo conosciuti. Che dire…ne ero sempre più innamorato. Con grande naturalezza lei entrò e mi baciò sulla guancia, mentre, come al solito, mi accarezzava l’altra guancia. “Che bell’odore! Cos’hai preparato per me?” subito la sua voce allegra ruppe il velo di silenzio che si era formato, io le descrissi con un po’ di impaccio le cose buone che avevo comprato alla rosticceria (evitai di dirle che non le avevo cucinate io). La serata scivolò in maniera tranquilla e divertente, lei era straordinaria. Aveva una grande capacità ci coinvolgimento nei suoi discordi, per cui non avevi neppure il tempo di riposare il cervello tra una divagazione e l’altra. Alla fine, mentre preparavo il caffè, lei si sedette sul divano. “Sai, sei diverso dagli altri ragazzi che ho conosciuto, sei veramente un ottimo partner, sai far sentire importante una donna… Stasera hai cucinato per me, mi hai servita a tavola… proprio come mi avevi detto mi hai fatto sentire una vera regina…” disse lei mentre sorseggiava il caffè caldo che le avevo portato su un piccolo vassoio. Ed io “Sono così… è naturale in me comportarmi così con te… anzi, adoro farlo… mi piace servire una donna, in tutti i suoi aspetti… “. “Bene - disse lei - ora, però, voglio continuare questo gioco… andando un po’ oltre … normalmente, quando una coppia per la prima volta cene insieme, è lui che fa le proposte, se vogliamo giocare un po’ potremmo invertire le parti, no?”. Ed io imbarazzatissimo “C…certo, come vuoi tu… lo sai che a me fa piacere…”. “Allora vieni qui, siediti vicino a me…” fece lei mostrandomi il posto sul divano accanto a lei. Era seduta con la tazzina in mano, la gamba accavallata e dondolava un po’ il piede pendente. Uno sguardo da furbetta , occhi lucenti ed eccitati di chi ha desiderio di iniziare una nuova esperienza , aveva tutta l’intenzione di condurre lei il gioco. Le tolsi la tazzina dalle mani e mi sedetti accanto a lei che iniziò ad accarezzarmi il capo, sentivo le sue dita che scendevano, mi accarezzavano dietro le orecchie (è un mio punto sensibile quello!), giocavano con i miei capelli… Lei era radiosa, molto divertita… mentre con una mano mi accarezzava il capo, l’altra prese a sbottonarmi la camicia ed iniziò ad accarezzarmi il torace. Fremevo sotto le sue dita. Non capivo più nulla, poi le mi attirò a se e mi baciò appassionatamente, la lingua si intrufolò nella mia bocca, ero eccitatissimo. Quando il bacio finì il mio pene era talmente duro che stava per scoppiare fuori dai pantaloni. “Ohhh… guarda un po’ il mio cagnolino… - mi scherniva lei sfiorandolo con un dito – dai togliti tutto, fatti vedere nudo… lo so che ti piace, me lo hai detto tu… metti un po’ di musica e…spogliati…”. Non me lo feci ripetere due volte. Misi un CD dei Pink Floyd (Shine on your crazy diamond) ed inziai a spogliarmi. Lei mi guardava fissa negli occhi divertita da quella parte che stava recitando con voglia, curiosità e maestria. Rimasi in slip e calzini così, come uno sciocco davanti a quella splendida fanciulla che mi guardava interessata. “Tutto!” disse lei perentoria. Tolsi i calzini e poi tirai giù gli slip. Il pene schizzò fuori liberandosi finalmente, i testicoli pendevano in quanto inesorabilmente pesanti dato il carico di sperma accumulato nei giorni precedenti, ma anche causato dall’eccitazione della serata. Rimasi così, davanti a lei che mi guardava compiaciuta. “Beh…devo dire che sei ben fatto… - riprese lei – ora devi inginocchiarti, no? E’ così che tipiace, vero? Mi hai detto Nudo ed inginocchiato davanti alla donna che amo… inginocchiati”. Lo feci subito. Ero rosso dalla vergogna e dall’eccitazione, mi avvicinai di più a lei muovendomi sulle ginocchia, quando il mio pene fu a pochissima distanza dal piede della sua gamba accavallata, mi fermai. Lei capì che ora poteva iniziare il gioco perverso della seduzione. Dal fatto che ero nudo ed in ginocchio capì bene che la amavo, altrimenti non l’avrei mai fatto. “Dimmi, Marco, allora mi ami, vero?” chiese lei, ed io “ma certo che ti amo… mia Signora” … Lei rise fortemente di questa mia dichiarazione. “Mia Signora? Allora fai sul serio! Allora veramente vuoi essere trattato da servo anzi, da schiavo… dimmelo, se è così, dai” disse lei seria , ed io “Si, mia Signora, desidero essere il tuo schiavo…”. Lei mi venne vicino mettendosi in ginocchio, mi abbracciò fortemente e mi bacio con tantissima passione, più di prima. Sentivo il mio pene eretto che la premeva sulla sua pancia, mi sentivo come in paradiso… Si tolse immediatamente il vestito, non aveva reggiseno, solo gli slip, tolse pure quelli… “Ora desidero godere, dai, schiavo, fai felice la tua Signora” disse lei mentre si stendeva sul tappeto davanti al divano e lascivamente apriva le gambe. Immediatamente la mia faccia fu sul suo pube, iniziai lentamente a leccare quel fiore che emanava il suo intimo profumo, fortissimo ed ancora più eccitante. Baciai, leccai e succhiai per moltissimo tempo. Lei si contorceva ed emanava gridolino smorzati, mi stringeva il capo con le cosce. Aveva ancora i sandali ai piedi e sentivo i tacchi sulle mie braccia e sulla schiena. Ad un certo punto ebbe un gesto molto forte, si divincolò di me, mi obbligò a stare steso sulla schiena e mi cavalcò, impalandosi sul mio pene eretto. “Veniamo insieme, te lo ordino…” disse lei mentre iniziava la dolce cavalcata. L’orgasmo ci pervase totalmente … penso di averle scaricato dentro un buon mezzo litro di sperma, tanta ne avevo accumulata. Dopo qualche minuto lei scese da quella posizione, mi baciò e si stese sulla schiena. Io presi a baciarle il corpo con molta dolcezza. Quando arrivai ai piedi, li liberai entrambi dalle scarpe e presi a leccarli con tantissima foga, inserendo la lingua tra le dita e succhiandole gli alluci. Dopo un po’ lei, sempre con molta dolcezza, mi disse che si era fatto tardi e che doveva andare, andò in bagno a rinfrescarsi, si rivestì e, dopo avermi salutato con un bacio ardente, mi lasciò… Ero ancora nudo, il mio pene ormai flaccido, penzolava e si muoveva mentre l’accompagnavo alla porta, sull’uscio lei, mentre mi baciava, con le dita di una mano lei lo sfiorò, mi strizzò l’occhio e mi disse “Mi è piaciuto tantissimo…”. (Continua)
amosolodonne
00lunedì 24 giugno 2013 17:13
Il mattino dopo mi risvegliai come se avessi dormito per mille anni: tranquillo e riposato. Ero felice che quell’incontro con Anna, fosse andato nel modo voluto, finalmente una Donna che voleva mettersi alla prova e tentare la strada della dominazione, su di me. Pensavo solo a lei ed a tutto quello che era successo la sera prima, se lei voleva potevamo tentare una vita insieme, l’avrei servita ed adorata come meritava e come piaceva a me, avrei posto il mio corpo su un piatto d’argento e glielo avrei offerto come dono, per tutto quello che era per me, affinché lei potesse farne quello che più desiderava, quello che più le piaceva… Feci una buona doccia tiepida, una abbondante colazione ed ero pronto per tornare al mio lavoro quando mi arrivò un sms…era lei… andai a leggerlo subito “Grazie per la serata, è stato tutto bellissimo, inimmaginabile ma irripetibile … non cercarmi più” . Il cuore mi cascò nei calzini, sentii un grosso dolore allo stomaco e mi venne voglia di vomitare. Perché mai? Cosa è successo stanotte? Lei era andata via felice e contenta, ma poi perché non vuole più rivedermi? Tentai più volte di richiamarla, ma il cellulare era spento. Mi veniva da piangere. Le mandai un sms “Ti prego, devo parlarti … appena puoi chiamami, ti scongiuro, amore, non posso stare senza di te … Ti amo”. Con la pena nel cuore, stancamente mi avviai al mio lavoro. Dopo qualche ora lei mi rispose “Se veramente mi ami, non cercarmi più, un giorno o l’altro ti chiarirò tutto”. Provai anche a richiamarla, ma l’esito fu sempre lo stesso, il cellulare lo aveva spento. Trascorsi tutta la settimana nel tormento. Ormai mi ero convinto di averla persa per sempre, ma un venerdì sera, mentre cenavo da solo, sentii lo squillo del citofono, risposi … ERA LEI!!! “Ciao Marco, posso salire un attimo?” chiese lei, “Certamente, vieni…” risposi io cercando di contenere la gioia. Appena uscì dall’ascensore io quasi le saltai addosso “Amore mio – le dicevo mentre la stringevo a me – grazie per essere tornata da me, te ne sarò riconoscente per tutta la vita…”, e lei “Aspetta Marco, dobbiamo parlare un attimo, per questo sono qui”. Era vestita con un jeans stretto ed una maglietta a mezze maniche, abbastanza corta, ai piedi aveva dei sandali con la zeppa alta di sughero, che lasciavano vedere tutta la bellezza del piede e delle dita che, a differenza delle altre volte, non erano laccate, come quelle delle mani (che erano ancora più belle). I capelli erano raccolti indietro e non si era truccata, segno che anche lei stava male per il distacco… ma la sua bellezza rimaneva sempre mozzafiato. In quei pochi attimi, finché non si sedette sul divano, provai sensazioni forti ed indescrivibili, mi sarei buttato ai suoi piedi per poterglieli baciare come avevo fatto al nostro incontro precedente, ma quando lei iniziò a parlare mi gelò: “Marco, ascoltami, io so che tu mi ami e non ti nascondo che anche io sono innamorata di te. Il tuo modo di essere mi ha molto colpita, so che la vita con te sarebbe per me qualcosa di indescrivibile e che tu faresti del tutto per farmi stare bene, lo so, ma io ho dei problemi familiari che mi trascinano lontano da una vita con te…” mentre parlava gli occhi erano lucenti, si vedeva che era emozionata. Allora io le chiesi “Tesoro mio, ti prego, dimmi qual è il tuo problema? Io son qui anche per risolverlo” e lei “Non puoi risolvere proprio nulla, Marco. Ascoltami, io sono figlia unica ed ho perso mio padre due anni fa, purtroppo in un incidente aereo, mio padre era un pilota civile e, per salvare tante altre persone, ha sacrificato la sua vita. Siamo rimaste sole io e … mia madre che è ancora giovane ed innamorata pazza del mio povero papà”. La cosa era molto seria, stavo capendo che lei non poteva scegliere di stare con me in quanto aveva addosso il peso della responsabilità di sua madre che, più volte, aveva tentato il suicidio dopo la perdita del marito. Caspita, che storia triste, pensavo tra me e me. Lei continuò “capisci? Io non posso lasciarla sola per tanto tempo, che cosa potrei dare a te? Ho già poco tempo per fare giusto le mie cose, come potrei portare avanti un rapporto con te?”. Ed io “Amore mio, ma io ho bisogno di te… non posso più stare senza te, ti prego, troviamo una soluzione, sono disposto a tutto…” Nel frattempo mi inginocchiai davanti a lei e poggiai la mia testa sulle sue ginocchia. Lei prese ad accarezzarmi il capo, con dolcezza e disse “ Beh, se a te non dà fastidio la presenza di mia madre, potremmo anche tentare di stare insieme, sai, è molto depressa e non posso lasciarla per tanto tempo da sola, specialmente negli ultimi tempi che ha ripreso a bere…”. Io alzai il capo e la guardai fissa negli occhi, sapevo bene che con una risposta negativa l’avrei persa irrimediabilmente per sempre, dissi “Amore, perché dovrebbe darmi fastidio tua mamma? L’importante è stare insieme a te, verrei con te anche all’inferno… “. Lei mi abbracciò fortemente e mi baciò con passione. Il bacio (con lingua) richiamò, inevitabilmente, produzione di testosterone e tutto il mio apparato sessuale si mise in moto, avevo dei pantaloncini corti e l’erezione si vide subito tant’è che lei iniziò a ridere, immediatamente mi tirò giù i pantaloncini e lo slip e si impossessò con una mano del pene e con l’altra dei testicoli. Mentre mi tocca lei era seduta ed io ancora in ginocchio, mi disse “Devi stare sempre nudo davanti a me, che credi? “ e rideva divertita. Io seguii a lettera il suo ordine, mi denudai completamente e tornai davanti a lei inginocchiandomi, lei si alzò, mi venne dietro , si inginocchiò alle mie spalle, portò le mie mani dietro e le legò con un foular che aveva nella borsetta e poi, sempre da dietro, prese a masturbarmi don molta dolcezza mentre all’orecchio mi diceva “Sai, mi piace gestirti, voglio che insieme impariamo, sempre di più, a seguire i nostri ruoli, io sarò la tua Signora, che ordina, che deve essere servita, e tu il mio servo che deve eseguire gli ordini, non è vero?” ed io, con gli occhi chiusi e sull’orlo dell’orgasmo “S… s… si, mia Signora”, stavo per arrivare all’orgasmo quando lei si fermò di scatto lasciandomi praticamente bloccato, disse “Aspetta, voglio dirti una cosa importante: mia madre non sta molto bene, tu non la devi mai contrariare, sarebbe la fine per lei, la devi accontentare su tutto altrimenti mi perderai per sempre, me lo prometti?”. “Si, Signora… - fu la mia risposta immediata, ma continuai – se tu vuoi io avrò due Signore da venerare e non una sola, va bene così?”. E lei “Ok, allora ci siamo capiti, ora rivestiti che voglio portarti a casa a farti conoscere mia mamma, dai”. “Ma mi lasci così, mia Signora non vuoi che io raggiunga l’orgasmo? Mi fanno male i testicoli” dissi io allarmato, e lei divertita, come sempre, “No, ora non devi godere, tra l’altro mi hai detto che sarò io a decidere sulla tua vita, no? Allora va bene così, un po’ di dolore ai testicoli ti farà bene, sai, in questo modo ti sento più mio, mi piace questo potere che ho sul tuo corpo. D’ora in poi sarò io a decidere quando e come fare l’amore” e mentre lo diceva mi stringeva i testicoli nella mano facendomi sentire tutto il suo potere femminile.
erotaRodA
00martedì 25 giugno 2013 00:45
Fin qui spettacoloso!
spolverone
00martedì 25 giugno 2013 16:02
una gran bella storia, continua
amosolodonne
00martedì 25 giugno 2013 17:28
Anna era venuta a casa mia con la sua auto, e, quindi, fu lei a guidare “al ritorno o ti riaccompagno io oppure prendi un taxi” mi disse sorridendomi. Durante il percorso in auto per raggiungere casa sua Anna mi fece molte raccomandazioni principalmente rivolte a come dovevo comportarmi con la madre della quale mi diede anche alcune informazioni: seppi, per esempio, che si chiamava Nicole, che era di origini francesi e che era in Italia praticamente da quando aveva sposato il padre (circa 25 anni – Anna ne aveva 24) quindi parlava bene l’italiano, era entrata totalmente nella nostra cultura, ma non nascondeva mai un profondo amore nazionalistico per la sua Patria. Mi disse anche che la mamma era una donna molto dolce ma di carattere molto forte ed impulsivo, quindi bisognava non punzecchiarla per prenderla in giro altrimenti si arrabbiava. Beh, sinceramente a me quelle raccomandazioni lasciavano il tempo che trovavano: perché mai avrei dovuto farla innervosire? Su cosa avrei dovuto punzecchiarla? Però il fatto che lei avesse una mamma autoritaria mi stimolava molto, non vedevo l’ora di incontrarla. Mentre Anna guidava e continuava a parlare io ammiravo il suo modo di muoversi, le sue mani, la sua bocca, il battere delle ciglia e sbirciavo per ammirare i suoi piedi. Quella donna mi piaceva molto, ringraziavo Dio per avermela fatta conoscere.
Arrivammo finalmente a casa. Abitavano in una villetta isolata, di due piani ed immersa nel verde, alla periferia della città. Dopo pochi minuti ci trovammo all’ingresso dell’abitazione, Anna suonò il campanello e… mio Dio! venne ad aprire la porta una donna stupenda, praticamente la fotocopia della figlia, ma leggermente invecchiata. In verità si portava benissimo i 45 anni che Anna mi aveva detto di avere, era vestita con una maglietta aderente, si vedeva che sotto non portava il reggiseno, una gonna corta al ginocchio ed ai piedi degli infradito. Notai subito che i suoi piedi erano bellissimi e molto curati. “Mamma ti presento Marco…” disse Anna, “Piacere – disse la mamma dandomi la mano in modo tale da farsela baciare – entrate pure” Baciai la sua mano con molto affetto e potei notare la bellezza delle dita e la cura delle unghia che erano leggermente laccate color carne… L’ingresso della casa era molto bello, praticamente un open space che faceva da studio, libreria, soggiorno con divano e tavola da pranzo, accanto c’era la cucina. Tutto molto pulito, curato ed arredato con notevole gusto. Il fatto che fossero entrambe molto belle ed altrettanto curate mi faceva pensare solamente che in quella casa c’era una rigorosa cultura della pulizia e dell’estetica. Le due donne mi anticiparono nel sedersi sul divano ed io mi sedetti su di una poltrona di fronte a loro. “Caro Marco, cosa fa nella vita?” disse Nicole con grazia e dolcezza, “Sono un ingegnere elettronico, lavoro in un’industria di elettronica in un paese vicino e vivo al centro della città in un appartamentino piccolo, ma completo” risposi io. “Ohh, un ingegnere, ma che bello… lo sa ingegnere che io adoro tutto quello che è tecnologicamente avanzato?” disse Nicole. Aveva un modo di parlare affascinante, come mi aveva predetto Anna parlava benissimo l’italiano, anche se aveva conservato la sua erre francese che rendeva il tutto ancora più bello. “Mi fa piacere, ma mi chiami solo Marco e mi dia del tu, la prego signora Nicole”. Nicole ed Anna si guardarono e sorrisero, avevano qualcosa di particolare, penso un’intesa eccezionale tra loro, solo con gli occhi si trasmettevano qualcosa che a me sfuggiva. “Bene, Marco, ho capito… sei innamorato di Anna, vero? “ riprese lei, ed io “S…si, signora, la adoro, è una ragazza eccezionale”. “Anche tu sei un bel ragazzo, vedo … sono contenta, siete una bella coppia” disse lei sorridendo e facendo l’occhiolino alla figlia. Dopo questi convenevoli parlammo di tantissime altre cose, poi vidi che si era fatto molto tardi e chiesi ad Anna di riaccompagnarmi o di chiamare un taxi, ma la mamma immediatamente mi anticipò: “perché non rimani qui stanotte? A quest’ora sarà difficile trovare un taxi che viene fin qui per riportarti in città, ed a me non fa piacere che Anna esca e poi torni da sola". Non volli contrariarla, viste le raccomandazioni che mi erano state fatte, ed accettai. Anna mi accompagnò nella camera degli ospiti, che distava poco dalla loro camera da letto (in effetti da quando era morto il padre Anna aveva sempre dormito con la mamma nello stesso letto, per non lasciarla sola). Anna mi diede un pigiama del padre, che doveva avere il mio stesso fisico, mentre ero da solo lo indossai, poi le due donne, indossando camicie da notte da urlo, mi vennero a salutare: Anna mi diede un bacio in bocca accarezzandomi la guancia con molta tenerezza, Nicole, invece, fu molto colpita nel vedere un uomo col pigiama del povero marito e…si mostro quasi commossa quando mi accarezzò la testa e mi diede un bacio sulla fronte. Ci volle molto tempo per addormentarmi, ero agitato ed eccitato, oltretutto i testicoli mi facevano male, ma non volevo masturbarmi, mi sembrava blasfemo, non mi andava di sporcare qualcosa di molto bello in quel tempio di pulizia ed estetica. Mi addormentai sopra le coperta anche perché la serata era calda. Durante la notte sentii la porta della mia camera aprirsi lentamente ed una figura entrare, rimasi immobile e feci finta di continuare a dormire… era buio, non riuscivo a vedere bene, pensai fosse Anna che veniva a liberarmi dal dolore ai testicoli, in effetti con molta dolcezza la donna inserì la sua mano fresca nei pantaloni del pigiama, mi tastò ben bene il pene ed i testicoli, poi lo tirò giù, facendo molta attenzione a non farmi svegliare (in effetti non lo sapeva che ero già sveglio) tirò giù lo slip e il mio pene già eretto saltò fuori… Con la bocca iniziò a succhiarmi… Il cuore iniziò a scoppiarmi… Nooo non era Anna, anche perché lei, quando parlammo di sesso il giorno che ci incontrammo, mi aveva detto che gradiva molto il sesso orale, ma solo quando era un uomo che lo faceva ad una donna e non il contrario. In effetti era Nicole che, nel silenzio più assoluto, mi faceva un bocchino di prima categoria… leccò e succhiò per qualche minuto ed io le venni in bocca. Lei bevve tutto, poi mi lasciò, non prima di avermi rivestito con la stessa cura e dolcezza di quando mi aveva spogliato. Sentivo il cuore andare al vento, i battiti erano altissimi ma la goduria era stata veramente tanta. Mi riaddormentai quasi subito. Il mattino dopo, al risveglio, non sapevo se quella situazione l’avevo sognata o l’avevo vissuta realmente, in effetti tutto era successo nel dormiveglia, ma il dolore ai testicoli non c’era più. Mi lavai e mi rivestii con velocità, mentre lo facevo mi raggiunse Anna che era già pronta. “Hai qualcosa da dirmi Marco?” disse lei sedendosi sul letto mente io indossavo la camicia. “B...beh…solo che…s…stanotte…eri tu, vero?” dissi io in difficoltà. E lei “No, era mia madre, l’ho sentita scendere dal letto e venire da te …e tu? Come ti sei comportato? Non mi dire che l’hai cacciata via” disse lei minacciosa. “Nooo, poi, al buio non sapevo chi di voi due fosse, ma in ogni modo ti avevo promesso che avrei assecondato la tua mamma, figurati se…” ma fui interrotto dalla sua mano sulla mia bocca, con qual gesto lei voleva chiudere l’argomento, ma disse “a mia madre non devi mai negare nulla, ma tu non devi mai tradirmi, capito? Devi sempre e solo pensare a me”. In effetti lei, per amore della madre, superava anche un tradimento? Ma che sto dicendo, ma quale tradimento? Io non ho fatto nulla, è stata lei ad usarmi … ad usarmi??? Avevo usato, per la prima volta, quel termine che nel futuro sarebbe diventato molto usuale. In effetti non avrei mai immaginato, ma da li a poco sarei diventato il loro giocattolo, tuttofare di giorno e gigolò di notte…
amosolodonne
00lunedì 1 luglio 2013 11:04
Dopo che mi fui rivestito io ed Anna andammo a fare colazione. In effetti avevo fame, la cena della sera precedente non l’avevo terminata, dato l’arrivo a casa mia di Anna, ed in casa c’era un buon odore di brioches. C’era una tavola imbandita di ogni delizia: latte, burro, marmellata, pane, biscotti, brioches calde, succo di arancia e pompelmo ed un po’ di frutta fresca. C’erano tre posti preparati, ci sedemmo ed iniziai a versarmi del latte nella tazza. “Ma non aspetti mia mamma?” mi chiese Anna un po’ contrariata, “Si, scusami … sai … ho un po’ di fame” risposi io in stato di evidente difficoltà. Rimanemmo in silenzio ad aspettare Nicole che non tardò ad arrivare, era stupenda: camicia da notte nera trasparente (sotto portava solo gli slip mentre il bellissimo seno era libero), ai piedi degli zoccoletti dai quali spiccavano due piedi bellissimi e ben curati, con unghia laccate di rosso fuoco, capelli neri legati dietro il capo, rossetto alle labbra. Nicole era molto bella, portava con se un alone di freschezza e di genuinità, proprio come la figlia, ma, essendo più matura, era anche più voluttuosamente Donna. “Buongiorno ragazzi!” disse lei con voce squillante, sembrava rinata rispetto alla sera prima, era più allegra e si muoveva con molta grazia, evidentemente l’incontro notturno con me le aveva ricaricato le batterie. Iniziamo a mangiare dopo averla salutata: Anna con un bacio sulla guancia, mentre io la salutai baciandole la mano, gesto che le piacque molto, tant’è che mi sorrise e mi strizzò l’occhio. Mentre mangiavamo Nicole disse “Anna, ma non hai preparato un po’ di caffè? Lo avrei voluto nel latte”, “ma mamma lo sai bene che il caffè non lo so fare…” rispose Anna, allora mi inserii io nel loro dialogo “Beh, io lo so fare bene, se volete posso occuparmene io…sono di origini napoletane, da noi il caffè è più di un’arte…” . Le donne si guardarono con complicità ed annuirono entrambe facendo di si col capo e sorridendomi, le lasciai ed andai in cucina. Trovai tutto il necessario: macchinetta, caffè, tazzine…preparai un buon caffè , presi un vassoio e mi recai a tavola. Arrivai da Nicole e le porsi una tazza, poi Mi avvicinai ad Anna offrendone una anche a lei ed infine posi la tazzina al mio posto… “E bravo il nostro cameriere” disse Nicole “hai fatto proprio un buon caffè… beh, vuol dire che , da oggi, lo preparerai sempre tu… che dici?” . Ed io “con vero piacere, signora, non ho difficoltà…”. Intervenne Anna la quale, tra il serio e lo scherzo, disse “Sai, mamma, a Marco piace servire le donne” e con una risatina divertita mi accarezzò la coscia, questa mossa mi infiammò totalmente, diventai rosso, mentre la mano di Anna sulla mia coscia mi provocava strane sensazioni. Tentai di dire qualcosa ma farfugliai solamente, si vedeva che ero in grande imbarazzo, allora Nicole disse “Suvvia, ragazzo mio, non ti vergognare, sai è bello che tu abbia questa tendenza, ad una mamma non può che far piacere che la sua unica figlia sia amata e riverita dal suo uomo…”. Anna era divertita dalla cosa ed io sempre più in imbarazzo e, stranamente, quella situazione mi provocava delle sensazioni miste di vergogna e forte eccitazione. Forse inconsapevolmente, non sapevo che stavo praticamente realizzando il sogno della mia vita: diventare lo schiavo di una donna, anzi, di due… Il fatto che Nicole sminuisse la faccenda mi dava più sicurezza… Poi, ad un certo punto, presi fiato e dissi l’unica cosa che, in quell’occasione, non avrei mai dovuto dire: “Certo, signora, io adoro sua figlia e mi piacerebbe poterla amare e servire per tutta la vita…”. Allora Nicole, con molta astuzia ed anche con una leggera cattiveria mi chiese “ma che significa per te servire? Cosa saresti disposto a fare per una donna?”. In effetti la domanda era cattivella, ma Nicole la porse in modo da sembrare solamente una curiosità. “Beh – risposi io ormai soggiocato dalla situazione – mi piacerebbe poterla coccolare in tutti i modi, pensare alle sue esigenze ed ai suoi bisogni, cucinare per lei, lavare i suoi vestiti, pulire le sue scarpe… insomma tutto quello che servirebbe per farle fare una vita da regina”. “E… e poi? Chi sarebbe il capo di casa? Chi deciderebbe come e quando fare l’amore?” riprese Nicole con molta serietà, “solamente lei, mi piacerebbe offrirmi a lei su un piatto d’argento. Mi piace l’idea che io sia di sua proprietà e che sia lei a decidere per entrambi…”. Dopo aver detto ciò non riuscii più a guardarle in faccia, chinai il capo ed un grande silenzio ricoprì la stanza. Sentii Anna che si alzò dal suo posto, mi venne dietro e mi abbracciò baciandomi sul collo mentre nell’orecchio mi disse “Amore mio, sei stato grande… mia mamma è entusiasta di te…, vieni …” mi prese per mano, mi alzai e lei mi abbracciò fortemente baciandomi con fervore sulle bocca, sentii la sua lingua che mi scavava in gola ed ero eccitatissimo. “beh, ragazzi, volete che vi lascio soli?” disse Nicole divertita e sorridente. “Ma mamma, che dici? Lo sai che io e te saremo sempre vicine, non ti lascerò mai, oltretutto Marco ha accettato la tua presenza, quindi non vedo qual è il problema. Dai, Marco, spogliati nudo, voglio che dimostri a mia mamma ciò che ho detto”. Le due donne si sedettero sul divano accavallando le gambe ed io rimasi al centro della stanza totalmente imbambolato dalla situazione che si era venuta a creare. Fui pervaso da una fortissima voglia di scappare via, sentivo lo stomaco sottosopra ed anche un leggero vomito. Anna e Nicole mi guardavano eccitate, sapevano bene dove ero arrivato, sapevano bene che quei momenti erano basilari per il futuro della famiglia…iniziai a spogliarmi… quando fui nudo completamente notai che il mio pene era flaccido, la forte emozione mi aveva inibito totalmente. Ero lì, nudo, davanti a due stupende donne che mi guardavano eccitate, stavo praticamente mettendo la mia vita ai piedi di Anna che era una pedina nelle mani di Nicole. “Dai, Marco – disse Anna spronandomi – che devi fare ora?” allora mi avvicinai a loro e mi inginocchiai davanti ai loro piedi, mi abbassai e presi a baciare i piedi di Nicole, poi alzai la testa e dissi come in trance “Mia signora, posso diventare lo schiavo di sua figlia?”. Anna e Nicole sembravano molto divertite dalla situazione, oltretutto il fatto che fossi nudo e che baciassi i piedi della mamma le aveva dotate di grande potere su di me in quel momento. “beh… - riprese Nicole – penso che se Anna vorrà tu sarai il nostro uomo di casa… “ e risero entrambe. “Si, signora, se entrambe volete vi servirò in tutto… “. Anna mi accarezzò il capo, questo gesto mi ridiede tranquillità e la mia eccitazione iniziò a notarsi. “Vedi mamma, si è eccitato baciandoti i piedi, non è un amore?” disse Anna, e Nicole “Beh, se ti fa questo effetto, allora vuol dire che lo dovrai fare sempre, più volte al giorno. Ma vieni qui, fammi sentire…” Nicole si portò verso di me e con una mano mi soppesò i testicoli e rivolta ad Anna disse “Mmmm, è pienotto il ragazzo… che dici…vuoi giocarci un po’?” allora Anna si alzò e prendendomi per il membro eccitato, mi portò in camera da letto dove mi fece stendere sulla schiena e mi salì sopra. “Amore mio, sarai lo schiavo mio e di mia mamma, ti piace, vero? Lo so che ti piace e che sei un porco…ma non pensare che tutta la vita con noi sarà una goduria… vedrai che dovrai patire un po’ per godere…”. Entrambi arrivammo all’orgasmo mentre lei parlava, fu una cosa bellissima… ma subito dopo pochi istanti ripresi lucidità ed un forte pensiero mi pervase: Cosa mi aspettava nel futuro? Avevo fatto bene amettermi nelle mani di quelle due donne tutt’altro che ingenue?....
spolverone
00martedì 2 luglio 2013 18:33
bella questa storia, complimenti. Servire due donne, msdre e figlia, con amore
biondook
00martedì 9 luglio 2013 05:07
Eccezionale, complimenti..
M.gillos
00lunedì 15 luglio 2013 11:33
bravo bel racconto scritto molto bene
ricciotimido
00lunedì 15 luglio 2013 14:26
Un racconto molto ben scritto e coinvolgente.
Spero contiunui presto
pinocchio-latino
00martedì 16 luglio 2013 00:58
strepitoso!!!!
amosolodonne
00martedì 16 luglio 2013 18:03
Beh, che dire? Sono passate alcune settimane da quel week end e la mia vita è totalmente cambiata: ormai lavoro in azienda dal lunedì al venerdì e dal venerdì sera al lunedì mattina faccio il domestico tuttofare e gigolò a casa della mia amata Anna e della sua adorabile madre Nicole. Il venerdì alle 17 finisco il mio lavoro ed arrivo a casa dove loro mi aspettano comodamente sedute sul divano, io mi spoglio nudo, faccio una doccia e poi inizio la mia adorazione ai loro piedi. Poi preparo la cena, servo a tavola mentre loro si divertono a stuzzicarmi in tutti i modi per farmi eccitare e per mettermi in difficoltà. Anna ha sempre l’abitudine di stringermi i testicoli quando servo loro il brodo, in tal modo spesso mi capita di versarlo sul tavolo o, peggio, per terra e mi tocca pulire: se è caduto sul tavolo lo devo leccare, a terra, invece, devo usare lo straccio. Stasera sono particolarmente eccitato perché durante questa settimana ho terminato tardi di lavorare e non ho potuto mai incontrare Anna e poi lei mi ha installato una piccola cintura di castità di cui possiede solo lei la chiave del catenaccio, per cui non mi è consentito masturbarmi. “Hai visto mamma? – dice Anna – avevi ragione tu, con la cintura di castità la disponibilità nei miei confronti è totale, lo vedo più remissivo e poi…il tutto mi dà un grande senso di potere nei suoi confronti…Ora, però, gliela tolgo altrimenti potrebbe fare danni”. “Si tesoro, te lo avevo detto – risponde Nicole – agli uomini piace un po’ essere maltrattati, ma poi a Marco piace particolarmente stare nelle tue mani, vero Marco?” rivolgendosi verso di me, ed io “Si , signora, ha ragione…mi piace molto che Anna mi abbia in suo potere”. Anna mi toglie la cintura di castità ed il mio pene, finalmente, inizia a gonfiarsi sotto le sue mani… “Ok, tesoro – dice Anna accarezzandomi i genitali – ora puoi ringraziarmi e…non dimenticare di ringraziare anche la mia mamma”. Io mi inginocchio e bacio i piedi di Anna e poi della mamma ringraziandole per la loro benevolenza. Poi riprendo a servirle a tavola, mi siedo anche io con loro e ceniamo in allegria. Anna e Nicole non mi risparmiano nulla e spesso vengono a toccare i miei genitali con i loro fantastici piedini. Sono eccitatissimo. Servo il caffè, ormai sto per scoppiare, Anna se ne accorge e mi porta in camera da letto, mi lega sul letto ed inizia a scoparmi con molta veemenza. “Amore mio – mi dice – lo sai che avevi ragione? E molto bello sentirsi padrona della situazione, io ti sto dominando completamente, sei nelle mie mani e la cosa più bella e che ti sei messo disposizione anche di mia mamma … Mmm è il massimo per me” ed ha già un primo orgasmo mentre io sto terribilmente soffrendo in quanto so che non posso venire prima del suo secondo orgasmo. Mi afferra con una mano i testicoli, è il segno che sta per venire ancora ed allora eccomi…vengo anche io… (Continua)
spolverone
00mercoledì 17 luglio 2013 15:59
hai raggiunto il massimo......
theboogeyman0
00venerdì 2 agosto 2013 14:14

Non ho ancora avuto il tempo di leggere il racconto con calma.

Comunque ti faccio in ogni caso i complimenti in anticipo.

Grazie amosolodonne per il tuo contributo. [SM=x829788]

[SM=g7474]

amosolodonne
00venerdì 2 agosto 2013 16:41
Re:
theboogeyman0, 02/08/2013 14:14:


Non ho ancora avuto il tempo di leggere il racconto con calma.

Comunque ti faccio in ogni caso i complimenti in anticipo.

Grazie amosolodonne per il tuo contributo. [SM=x829788]

[SM=g7474]





Sei gentilissimo, grazie!!!

E' senz'altro un incentivo per continuare...
[SM=g7474]
biondook
00sabato 10 agosto 2013 18:56
quando continua?....muoio dalla curiosità!!
amosolodonne
00mercoledì 28 agosto 2013 17:34
La cugina Claudia...
Un venerdì sera, come al solito, mi son recato a casa delle mie due splendide padroncine. Ormai sto svolgendo l’attività di uomo tutto fare da quasi tre mesi e quindi conosco molto bene cosa succederà durante il week end. Arrivo a casa verso le 17.00 (ho le chiavi) quando le due Signore sono assenti (Anna è ancora al lavoro e Nicole è in palestra), mi spoglio nudo ed inizio a rassettare la casa. Pulisco i bagni, lavo i pavimenti metto i panni sporchi nella lavatrice non prima di aver tolto quelli precedentemente lavati che stendo con cura al balcone. Il contatto con i panni sporchi delle mie due Signore mi eccita molto: sentire i loro odori, soprattutto quelli lasciati sugli slip, mi inebria non poco, ma, avendo la cintura di castità, non posso masturbarmi, anzi, devo sciacquarmi i genitali con l’acqua fredda perché l’erezione è sempre dolorosa, ma so bene che durante questi due giorni più volte dovrò accontentare le due Donne e quindi mi scaricherò di tutta la voglia accumulata. Le due Signore rientreranno verso le 19.30 per cui ho tutto il tempo di sistemare la casa ed anche di preparare una buona cena per loro. Ho comprato del pesce che cucinerò al forno e servirò con un buon contorno di insalata mista ed ho anche messo in frigo del buon vino bianco. Faccio tutto con la massima attenzione, curando i minimi particolari e stando attento a non dimenticare nulla, altrimenti Anna mi punirà dolorosamente facendomi eccitare senza togliermi la cintura di castità e questa cosa mi inorridisce. E’ capitato il mese scorso che ho dimenticato di mettere a tavola i bicchieri per l’acqua … mammamia, che dolore! Loro si son molto divertite guardandomi così inerte e supplichevole, ho dovuto leccare i loro piedi ed il loro sesso per ore prima di ottenere la concessione di liberare il mio povero pene. Mentre faccio tutte queste cose il tempo passa…Caspita! Sono già le 19.25… Ma ormai è tutto pronto … Eccole, sento l’auto che si è fermata giù al palazzo… Il citofono… apro il portone e lascio la porta socchiusa ponendomi in ginocchio nell’ingresso ed attendendo il loro ingresso per poterle salutare … sento la porta dell’ascensore che si apre ed un vocio di Donne divertite, il mio cuore è impazzito… si schiude la porta e… “Ah ah ah ah… da Anna, pensavo stessi scherzando… ma allora è vero…” ma di chi è questa voce? Non esito ad alzare la testa per non essere punito, sento Nicole che, entrando, dice “Beh, Claudia, che credevi? Te l’avevamo detto in auto che il fidanzato di Anna è il suo schiavo, ma tu non ci credevi… Eccolo lì, nudo ed inerte che non aspetta altro che salutare come si deve le sue Padrone, vero Marco?”. Mi sento ridicolo anche perché le tre donne continuano a ridere ed a scherzare sulla mia condizione, poi Anna e Nicole si avvicinano, noto i loro splendidi piedi sotto i miei occhi, improvvisamente cade il silenzio, mi abbasso e bacio i loro piedi “Bentornate mie Signore…”. E di nuovo iniziano a ridere mentre Anna dice “Visto, Claudia? Mica ti dicevo sciocchezze! Marco è un amore di uomo: buono, servizievole e, soprattutto, sottomesso alla sua Padrona ed a sua mamma, vero Marco?”. Ed io “Si, Signora”, e lei “Bene, allora voglio presentarti a mia cugina Claudia, è la figlia della sorella di mamma e starà qui da noi per qualche mese per sbrigare alcune faccende familiari … Mi raccomando, sai già come comportarti. Anzitutto salutala come le conviene”. Camminando sulle ginocchia mi avvicino a Claudia, e noto che ha delle bellissime scarpe chiare con tacco, aperte avanti, da cui si notano gli alluci che sono molto belli e ben curati e le unghie laccate con smalto rosso, mi inchino e bacio uno alla volta i suoi piedi, mi sento in imbarazzo, ma devo per forza dire “Benvenuta, Signora Claudia”. Anna mi à l’ordine di alzarmi e mentre le donne si sistemano mi ordina di mettere un altro posto a tavola, poi, mentre sono in cucina, mi raggiunge e mi prende da dietro stringendomi a se e baciandomi il collo. All’orecchio mi dice “Mi eccita sempre più questa nostra condizione. Sei eccitato anche tu vero sporcaccione?” e mentre lo dice con la mano va a stringermi i testicoli che ormai stanno per scoppiare mentre il pene mi duole fortemente “Più tardi ti tolgo la cintura di castità, desidero che Claudia, la mia cuginetta, possa vederti bene e morire di invidia per la mia condizione, sai lei è stata da poco lasciata dal suo uomo che se la spassava con un’altra, io, invece, ho te… “ Teneramente mi bacia sulla bocca mentre con la mano continua a strapazzarmi i testicoli. Fa così perché vuole caricarmi bene, lo so. Lei sa bene che se mi porta al massimo dell’eccitazione, poi potrà chiedermi qualunque cosa. Servo le tre donne a tavola, questa volta non mi è permesso di mangiare con loro, devo accontentarmi della cucina. Ogni tanto Anna mi raggiunge e mi eccita ancora di più. Si scolano ben 2 bottiglie di vino, bevono il caffè in salotto e mi viene ordinato di servire anche del limoncello fresco . Mentre loro continuano a parlare ed a scherzare comodamente sedute sul divano, io metto tutto a posto in cucina, lavo i piatti e metto ad asciugarli, poi resto in attesa che Anna mi chiami. “Marco? Sei pronto ? hai finito di sistemare? “ ed io “Si, Signora, vi raggiungo subito”. Dopo qualche minuto le raggiungo in salotto, è bellissimo guardarle così, leggermente brille e sciolte. Tutte hanno tolto le scarpe ed i loro piedi sono liberi ed io posso ammirarli nel loro splendore… Anna sta mostrandomi qualcosa sorridendo, ah, si , è la chiave del catenaccio della cintura di castità, mi fa cenno col dito di avvicinarmi “Dai Marco, sai bene come devi chiedere la liberazione del tuo pisellino. Questa volta dovrai implorare anche Claudia per farti liberare… “. Mi viene da piangere, sono stanco ed ho anche fame (mi hanno lasciato ben poco, hanno divorato tutto loro), vorrei scappare via, ma il mio testosterone me lo vieta .Mi inginocchio ed inizio il mio rituale di richiesta fatto di preghiera alle mie Dee e di bacia piedi. Questa volta, dopo Anna e Nicole, passo a Claudia alla quale bacio prima le mani e poi scendo verso i piedi. Lei rimane colpita dal mio comportamento, ha gli occhi luccicanti di libidine, se potesse mi salterebbe addosso. Alla fine le Signore acconsentono alla mia “liberazione” e, finalmente, il mio pene può erigersi in tutta la sua bellezza davanti ai loro occhi. Anna si alza e, prendendomi per il pene, mi porta quasi di forza nella camera dal letto dove, con una mossa inattesa, mi butta sul letto a pancia in su e passa a legarmi mani e piedi affinchè io non possa muovermi, oltretutto questa volta mi passa una benda sulla bocca per non farmi parlare ed una sugli occhi. Apre la porta e chiama le due donne che non esitano a raggiungerci “Eccolo qui, vedi Claudia? Lui è mio e ne faccio quello che voglio… Guardalo, è eccitatissimo , è vero Marco?”… Posso solo emettere qualche suono strano, avendo la bocca bloccata, ma la mia risposta dà l’idea, tant’è che le tre donne ridono con piacere. Anna continua “ora, Marco, facciamo un gioco: una di noi ti toccherà il cazzo e le palle e tu dovrai indovinare di chi è la mano. Farai un cenno col capo, se pensi sia la mia, due cenni, se pensi che è la mano di mamma e tre cenni se pensi che sia quella della cugina Claudia ok?” io ripeto il verso di prima facendo capire che ho compreso. Ma Anna continua “Ogni volta che sbagli riceverai un colpo con il mio frustino sulle palle, ok?” Io cerco di lamentarmi lanciando suoni incomprensibili con la bocca, ma ottengo solamente le loro risate come risposta. Ecco, sento la prima mano che mi tocca, è fresca, esperta… sono certo: è Nicole. “Di chi era la mano?” mi chiede Anna, io faccio due cenni con la testa e loro, applaudendo, dicono insieme “Bravoooo!!!” . Uff, mi sono scansato la frustata. Ora sento una seconda mano, più calda della prededente, ma certamente è quella di Anna, ne sono certo. “Di chi è la mano ora?” ed io faccio un sol cenno con la testa, ma sento un fortissimo dolore ai testicoli, “Mi spiace, Marco, hai sbagliato… questa cosa ti coserà molto cara, lo sai, oltre alla frustata ti farò rimanere così tutta la notte”: Inizio a sbattermi sul letto emettendo suoni inconcepibili con la bocca, ma non sento nessuno vicino a me, le tre donne sono andate via. Dopo qualche momento di sconforto mi addormento stanchissimo. Dopo qualche ora di sonno intenso sento la porta aprirsi e dei passi leggeri che si avvicinano al letto, qualcuna si è sistemata vicino a me sul letto, una mano mi tocca il membro facendolo rinvenire dal suo stato di torpore, poi una bocca che va liscia, una lingua … wow, mi sta facendo impazzire … sento lo sperma che si prepara per schizzare fuori … ma improvvisamente la persona va via lasciandomi di nuovo solo e disperato per il mancato orgasmo. Al mattino dopo vengo svegliato da Anna che mi toglie le bende, è nuda, sale su di me, mi tocca un po’ ed il mio pene si irrigidisce immediatamente “Bene, così ti voglio… devi subito indurirti solo al pensiero di stare con me … Stanotte è venuta Claudia, voleva scoparti, per fortuna l'ho sentita ed è scappata via, altrimento ora me le prenderei con le tue palle...“ So bene che dovrò aspettare il suo primo orgasmo, prima di poter avere il permesso di godere …
spolverone
00sabato 31 agosto 2013 14:08
sempre più bello
amosolodonne
00giovedì 5 settembre 2013 19:13
Per il periodo di permanenza della cugina Claudia, durato più di tre mesi, mi son trovato spesso in casa solo con lei. Devo dire che Anna temeva la cugina e quindi si guardava bene dal liberare il mio sesso dalla cintura di castità, ma Claudia riusciva ugualmente a divertirsi molto umiliandomi a più non posso. Un venerdì pomeriggio arrivai a casa di Anna, come capitava da mesi ormai, mi spogliai ed iniziai il solito rituale di pulizia e sistemazione, quando mi sentii chiamare dal bagno “Marco, sei tu?” , era la voce di Claudia. “Si, Miss Claudia, sono io, ha bisogno di qualcosa?”, le risposi con timore, e lei “Portami un’accappatoio,sono appena uscita dalla doccia, e… fai presto”. Entrai nel bagno con l’ accappatoio richiesto e… rimasi letteralmente allibito, lei era nuda, indossava solo una cuffia per proteggere i capelli… era bellissima e fisicamente molto ben fatta, rimasi così imbambolato con l’accappatoio in mano, fui scosso da un sonoro schiaffo che mi raggiunse ad una guancia facendomi quasi roteare su me stesso. “Lurido vermetto, come osi entrare così senza chiedermi il permesso? Inginocchiati subito e tieni la testa bassa” disse Claudia arrabbiatissima. Io eseguii l’ordine, mi inginocchiai e rimasi lì con il capo chino, potevo guardare solo le sue deliziose estremità che avrei leccato e baciato con molto piacere. Quando ebbe indossato l’accappatoio mi disse: “Ora puoi guardarmi … “ . Alzai il capo, era sorridente in maniera molto accattivante e si muoveva davanti allo specchio sinuosamente giocando con la cintura dell’accappatoio. “Stasera dirò ad Anna ed a zia Nicole che sei stato uno scostumato e che hai tentato di sedurmi… voglio proprio vedere la loro reazione” disse lei con cattiveria. Io ebbi una scossa ed iniziai a supplicarla “La prego, signora Claudia, non lo faccia … la supplico, altrimenti Anna potrebbe cacciarmi via ed io non posso vivere senza di lei” e nel frattempo le baciavo il lembo dell’accappatoio. Lei mi scacciò e si sedette sullo sgabello “vediamo fino a che punto sei disposto al mio silenzio…” disse ed aprì l’accappatoio mostrandomi il suo sesso bellissimo, roseo e profumato “Lecca, schiavo, fammi godere … “. Lentamente presi a leccarla come sapevo fare bene, leccavo il clitoride e le labbra introducendo la lingua all’interno di quella bellissima fessura dalla quale venivano fuori umori odorosissimi. Lei mugolava di piacere mentre il mio sesso, iniziando ad inturgidirsi, mi doleva, stretto dalla cintura di castità. Dopo alcuni minuto lei mi strinse il capo tra le cosce ed ebbe un sussulto, mi schiaccio la testa sul suo pube facendomi quasi mancare il respiro, aveva avuto un orgasmo… Continuai a leccare finchè lei mi scostò … Mi ritrovai seduto a terra col pene dolorante e la faccia piena dei suoi umori … lei aveva il capo poggiato al muro che era alle sue spalle ed ansimava ancora, poidisse “Caspita, sei proprio bravo a leccare … vieni, alzati che voglio sentire il tuo sesso”. Cercai di svincolarmi, ma lei mi afferrò subito per un braccio, mi alzai ed il mio sesso, stretto nella cintura di castità, fu davanti ai suoi occhi … “Poverino, lui non può godere … Beh, che vuoi fare, sei solo un povero maschietto schiavetto delle donne e … devi soffrire” mentre diceva ciò mi accarezzava i testicoli, poi me li strinse fortemente con la mano, tanto che diedi un urlo e caddi pesantemente a terra. Lei mi lasciò lì uscendo dal bagno ridendo… Mi ripresi da li a poco e, dopo essermi lavato pulii il bagno e continuai le mie faccende. Durante la cena temei più volte che Claudia potesse dire qualcosa ad Anna e Nicole, ma, per fortuna, non lo fece. Anna mi liberò dalla cintura e mi obbligò a mettere su della musica ed a ballare davanti a loro che si divertivano sedute sul divano. Mi eccitai moltissimo, infatti il mio pene era bene in vista mentre ballavo, allora Anna disse “Stasera ho le mie cose, ma voglio ugualmente godermi lo spettacolo, dai, inginocchiati davanti a noi ed imploraci di darti il permesso di poterti masturbare” . Iniziai a strisciare davanti a loro che si divertivano a farmi il solletico con i loro deliziosi piedini, poi mi fermai davanti a Nicole dicendo “Signora, la imploro, convinca la Signora Anna a darmi il permesso di potermi umilmente masturbare davanti a voi, affinché possa liberarmi del forte dolore che ho ai testicoli e voi possiate godere della mia umiliazione”. Baciai i piedi di Nicole più volte, allora lei disse:” Dai Anna, permetti al nostro schiavetto di potersi liberare, guardalo, è eccitatissimo e rosso di vergogna”. Allora Anna disse “Ok, masturbati schiavo, te lo ordino “ i loro occhi erano luccicanti, non ci stavano nella pelle , io mi staccai un po’ dal divano e presi a masturbarmi…. Sentivo le loro risatine sadiche che commentavano i miei movimenti, chiusi gli occhi e … mentre stavo per venire Anna gridò “fermati subito … !” mi bloccai immediatamente sentendo un dolore pazzesco allo scroto, continuò “Stenditi qui, davanti a noi con la schiena sotto “ fui subito il loro poggiapiedi, allora Anna continuò lei a masturbarmi col suo piedino dicendomi “Devi sempre ricordarti che starai per tutta la vita sotto questi piedi, quindi vedi di abituarti a godere così, quando io sono indisposta, capito?” Stavo per rispondere quando Nicole mi mise un piede sulla bocca. Sentivo anche i piedini di Claudia poggiati sulle mie cosce. Ebbi un orgasmo molto bello e copioso, e mentre stavo scoppiando loro battevano le mani incitandomi. Alla fine dovetti pulire tutto con lo straccio e leccare di nuovo i loro piedini per pulirli…
spolverone
00giovedì 12 settembre 2013 17:48
adoro questa storia, continua
ricciotimido
00giovedì 12 settembre 2013 19:19
Fantastica!!!
biondook
00lunedì 16 settembre 2013 15:53
continua, dai....
la cuginetta ha margini di miglioramento... :-)
amosolodonne
00mercoledì 25 settembre 2013 18:04
La cugina Claudia, col passar del tempo, mostrava sempre più la sua vena sadica che, evidentemente, lei stessa aveva sottovalutato fin allora. Un venerdì sera, appena entrai in casa, lei subito mi chiamò dalla sua camera. Eravamo soli in quanto sia Anna che Nicole erano ancora fuori, e la cosa che mi spaventava di più che mancavano più di due ore al loro ritorno. Mi recai subito in camera e la trovai sdraiata sul letto intenta a sfogliare un giornale, indossava solamente gli slip mentre mostrava fiera il suo meraviglioso seno candido. “Dai, stronzetto, salutami come si deve, che fai lì impalato” disse lei indicandomi i suoi piedi con gli occhi. Io subito mi inginocchia al lato del letto e presi a baciarglieli. Erano bellissimi e freschi, oltretutto le donne che stavo servendo erano tutte fissate per la pulizia del loro corpo per cui non emanavano cattivi odori, anzi! Lei ritrasse entrambi i piedi piegando le gambe sul letto dicendomi ridacchiando “No! Devi prima denudarti … Ti voglio nudo come un verme” . Mi spogliai mostrandomi nella mia nudità, solo la cintura di castità mi copriva minimamente il sesso che iniziava già a dolermi, mi stavo eccitando. “Bene, ora puoi continuare ad adorarmi”. Mentre le baciavo le dolcissime estremità lei fissava il soffitto e parlava a voce alta “Sai, quando torno al mio paese voglio anche io procurarmi uno schiavetto come te. Devo confessare che la cosa mi eccita molto. Anna me ne aveva parlato al telefono, ma non avevo mai pensato che potesse essere così stimolante ed eccitante sottomettere ed umiliare un uomo. Mi eccita molto il fatto di poter disporre di un maschio a mia completa disposizione e potergli ordinare qualsiasi cosa, proprio come Anna fa con te. Oltretutto mi piace tanto che sia il maschio ad occuparsi delle faccende di casa, mentre la donna può occuparsi di altro. Per esempio mi piacerebbe frequentare altri uomini mentre il mio schiavo personale si occupa delle faccende di casa e poi, al ritorno, potrei raccontargli quello che ho fatto ed umiliarlo ancora di più, obbligandolo a farmi godere ancora, che ne dici?” ed io “S..s..si, signora Claudia, per me è bellissimo quello che sta pensando”. E lei “allora ti piacerebbe che Anna avesse altri uomini? Ti ecciterebbe la cosa?”. A quelle parole rabbrividii, non avevo mai considerato la cosa e, anche se ero diventato il suo schiavo devoto per mia volontà, in ogni caso ero gelosissimo di lei e solo il pensiero mi faceva star male. “S..S..Signora Claudia, la mia Padrona Anna può fare ciò che vuole di me, ma non mi piacerebbe che lei avesse altri uomini…” mentre lo dicevo arrossii e lei se ne accorse, ma mi capitò pure di avere delle fitte dolorosissime al glande per l’eccitazione che, in ogni caso, la discussione mi stava procurando. Lei si sedette sulla sponda del letto e con i piedi mi stuzzicava i genitali, era una delizia ed un inferno… “Ok, ne riparleremo, ora vai a fare le faccende altrimenti si fa tardi. Mi congedai da quella diavoletta non prima di averle baciato i piedi. Le due ore passarono tranquillamente ed io ebbi il tempo di rimettere tutto a posto nelle camere, di iniziare la lavatrice e la lavastoviglie, poi iniziai a preparare la cena. Avevo comprato della carne da fare al forno con le patate, preparai tutto nella casseruola, misi nel forno e…Tac… sentii che era scattata la corrente, “Accidenti, pensai, ho messo troppe cose in azione… Lavatrice, lavastoviglie ed anche il forno… è chiaro che il contatore non poteva supportare tutto”. Andai all’ingresso dell’appartamento per rialzare l’interruttore e mi resi conto che c’era solo il quadretto, il cui interruttore era alzato, ma non il contatore che, evidentemente, era giù nell’androne del portone del palazzo. Andai dalla cugina Claudia per dirle del problema “Signora Claudia, è scattato il contatore elettrico, non ho considerato l’assorbimento, può farmi la cortesia di scendere giù nell’androne per riarmarlo?” e lei “Non se ne parla proprio, scendi tu!” rispose lei. Feci per prendere i vestiti e lei “No no…devi andare così, nudo…” ed io “Nuuudooo, noo Signora, non posso proprio. E se incontro qualcuno che figura faccio?” e lei “Beh, sono fatti tuoi, la prossima volta sei più accorto” e mi spinse fuori dalla sua camera chiudendo la porta a chiave e trattenendo i miei vestiti. “Mannaggia, come posso fare? Certamente ho bisogno della corrente altrimenti è una tragedia!” mi ricordai che la nicchia con tutti i contatori era nelle vicinanze della porta dell’ascensore e quindi presi un asciugamano del bagno, mi coprii alla meglio, presi coraggio ed andai. Sul pianerottolo non c’era nessuno, entrai nell’ascensore e premetti il pulsante del piano terra. Per fortuna non c’era nessuno neppure lì, nell’androne. Riarmai il contatore e, finalmente, risalii. Arrivato al piano la porta automatica si aprì e… c’era la signora della porta accanto con il cagnolino che stava aspettando di scendere. Il cane iniziò ad abbaiarmi, io salutai e lei mi seguì con lo sguardo ridacchiano finchè non rientrai in casa e richiusi la porta dietro di me… Il cuore era al vento. Alle 19,15 le mie due Signore rientrarono e, come sempre, le accolsi con grandissime feste e bacia piedi. Le adoravo entrambe e solo la loro visione mi ripagava di tutti i problemi che avevo avuto in precedenza. Preparai la tavola, le tre Signore presero posto, le servii e poi mi fu dato il permesso di mangiare con loro, Anna fu molto cara ed affettuosa. La cosa mi puzzava un po’. Ad un certo punto, mentre mangiavamo la frutta, rivolgendosi a Claudia, Anna disse “Sai, Claudia, ho pensato molto a ciò che mi hai detto prima, quando mi hai telefonato… In effetti penso anche io che una donna dovrebbe avere dei diversivi mentre il suo uomo dovrebbe pensare solo ed esclusivamente a lei. Sai da qualche giorno è arrivato in ufficio un nuovo impiegato, bel ragazzone tutto muscoli, e … mi piacerebbe stuzzicarlo un po’, visto che non fa altro che farmi la corte da quando è venuto.” . Ebbi un tonfo al cuore… non avrei mai immaginato che Claudia avesse chiamato Anna per dirle della nostra discussione… Ciò aveva stimolato la fantasia di Anna in quel senso e quindi voleva provocarmi, per questo mi aveva chiesto di mangiare con loro, per farmi sentire di questa cosa. La cena finì e le tre Donne si accomodarono comodamente sul divano, io sparecchiai, misi tutto a posato e poi, come di consuetudine, mi recai da loro. Rifeci il rituale per farmi liberare dalla cintura di castità ed anna mi ordinò di rimettermi di nuovo come poggiapiedi. Mentre Nicole mi poneva i piedi sulla bocca e Claudia sulle gambe, Anna continuava a masturbarmi col piedino dicendo “Sai, Claudia, mi piacerebbe che il nuovo impiegato venisse sotto la mia scrivania a leccarli in po’ la passerina, magari lo devo incentivare un po’ per portarlo a questo livello, che dici?” e Claudia “Si, penso proprio di si… “ intervenne Nicole “Se vuoi ottenere qualcosa devi prendere tu l’iniziativa, ascoltami… La settimana prossima fallo venire nella tua stanza e fallo spogliare, se glielo prendi in bocca una volta e lo fai sborrare, vedrai che te lo ritroverai sotto i piedi ogni volta che vorrai”. A queste parole non resistetti più, avevo solo voglia di piangere, ma stranamente la mia erezione divenne ancora più imponente e… venni copiosamente. Chissà cosa sarebbe successo nella settimana seguente nell’ufficio delle mia amata Anna…
taikirb
00giovedì 26 settembre 2013 10:15
Si aprono nuovi orizzonti in questa storia... [SM=x829807]
Bravo e grazie per l'aggiornamento.

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spolverone
00giovedì 26 settembre 2013 18:29
che devo dire, mi piace sempre di più. GRAZIE
amosolodonne
00giovedì 17 ottobre 2013 18:38
Sono 3 settimane che non vedo la mia amata padroncina Anna e la sua adorabile mamma Nicole. Si, per ben 3 settimane lei ha voluto così, lasciandomi con questa maledetta cintura di castità che mi fa un male terribile, ma la cosa che maggiormente mi dà veramente dolore è non poterla incontrare stare con lei. Non ci sono ragioni particolari, ogni venerdì mattina lei mi ha chiamato dicendomi di non andare per il fine settimana a casa sua in quanto era impegnata con la mamma e con alcuni parenti ai quali non voleva far conoscere il nostro rapporto particolare, ma oggi, che è venerdì, non mi ha chiamato, solo un sms per dirmi: stasera vieni un po’ prima, la casa ha bisogno di un po’ di pulizia, visto che sei mancato per tutti questi giorni. Non ci sto nella pelle, mi sento agitatissimo e da stamattina al lavoro, non faccio altro che guardare l’orologio, praticamente non ho lavorato, ma sono stato semplicemente in assillante attesa. Ho chiesto al mio capo di andare un breve permesso per poter andare via un’ora prima e lui, senza problemi, me l’ha accordato. Mi preparo e raggiungo in motorino l’abitazione di Anna. Entro in casa, caspita che disordine! Si vede che son mancato per tanto tempo… Impiego più del solito per sistemare tutto: rassettare, scopare, pulire dalla polvere, riempire la lavatrice e mettere a posto la cucina… uff… che faticaccia… Ma sono già le 19,00 e le mie due dame stanno per tornare, meglio mi prepari ad attenderle alla porta. Mi rinfresco ben bene e mi appresto a mettermi in ginocchio davanti alla porta d’ingresso… il rumore dell’ascensore, eccole, sono loro… sento un vociare di donne allegre e divertite… si apre la porta, chino la testa a terra “Mie signore siate le benvenute”… Anna si avvicina e mi appresto a baciarle i piedi, lo stesso faccio con Nicole… Loro quasi mi ignorano e si recano nelle rispettive stanze per svestirsi. “Cosa c’è per cena?” chiede Anna, ed io “Spezzatino e patate, vino rosso, gelato”. Nicole risponde allegra “ottimo, adoro lo spezzatino con le patate”. Siedono a tavola e mi appresto a servirle, il pene mi fa male, Anna lo sa e non fa altro che continuarmi a torturare con delle manate sul sedere dicendo “dai, servetto, dopo ci divertiremo un po’ con te… Ti sono mancata in tutti questi giorni?” ed io “Immensamente, mia Signora” mi inginocchio e le bacio un piede. Lei mi accarezza la testa e mi indica di alzarmi e sedermi con loro. Mentre ceniamo Nicole, con molta malizia dice “Allora, Anna, oggi come è andata col tuo nuovo schiavetto?” . Io salto letteralmente dalla sedia, quasi il boccone mi si blocca in gola, tossisco e bevo subito un po’ d’acqua per deglutire, guardo Anna con gli occhi sbarrati e con la bocca aperta, ma non oso proferire alcuna domanda, ho paura della risposta… Ma Anna, con maggiore malizia, mi accarezza la mano che ho sul tavolo e con molta dolcezza rivolgendosi alla mamma, ma guardando me, dice “Beh, oggi l’ho tenuto nudo e legato quasi tutto il giorno, mi sono divertita un mondo, era eccitatissimo, allora l’ho fatto stendere davanti al divanetto ed ho giocato col suo membro stritolandoglielo sotto i miei piedi…”. Mi viene da piangere… Com’è possibile che Anna abbia voluto tradirmi in questo modo? I miei occhi non possono smettere di guardarla, una lacrima scende sul mio viso. Ma lei continua “Sai, Marco, in ufficio c’è questo mio collega nuovo assunto, è alle mie dipendenze in quanto dirigo quel reparto, mi eccitava molto l’idea di poterlo sottomettere. Tu mi hai fatto capire che io sono una Donna Dominante facendo venire fuori la mia vera indole ed io… ho messo in pratica questo. Ma voglio spiegarti tutto dall’inizio: Un giorno l’ho convocato nella mia stanza, aveva commesso qualche errore nel suo operato ed io l’ho minacciato di licenziarlo. Lui mi ha implorato di perdonarlo, allora io ho preso la palla al balzo e gli ho fatto capire che se voleva essere perdonato doveva chiedermelo in ginocchio, lui l’ha fatto subito, poi gli ho ordinato di baciarmi le scarpe, e lui l’ha fatto senza nessuna preclusione, allora ho capito che era il tipo giusto, l’ho fatto immediatamente spogliare e… , vabbè, ti risparmio il resto, dico solo che mi sono deliziata a tenerlo per un intero pomeriggio sotto la mia scrivania legato, prima per farmi leccare il sesso e poi l’ho usato come poggiapiedi” e riprende a mangiare allegramente guardando la mamma e sorridendole sorniona. Io mi sono alzato e son rimasto pietrificato in piedi “Beh? Che fai?” mi chiede Nicole e ridendo dice “penso che tu debba chiedere ad Anna di liberarti quel coso che sta scoppiando dentro la cintura di castità. La situazione ti dà fastidio, ma ti eccita sapere che la tua Padrona usi altri uomini, non è vero?”. Io son rimasto veramente male, non so cosa fare. Mille pensieri in pochi attimi mi passano per la testa, ma so bene che non posso perdere Anna, la amo troppo… Mi inginocchio piangendo “Signora, la prego, mi liberi dalla cintura, mi fa troppo male”. Ed Anna “No, così non mi piace, devi essere più supplichevole e poi, devi dirmi che sei felice che anche in ufficio io abbia trovato uno schiavetto così il lavoro mi è reso più divertente, dai dimmi che sei felice che io sottometta altri uomini. Sai io l’amore lo faccio solo con te, con quest’altro al massimo mi diverto a toccarlo, a masturbarlo e, qualche volte, mi nutro anche del suo sperma che mi piace tanto, ma non come il tuo che ha un sapore del tutto particolare”. Rimango molto perplesso su cosa dire, mi sento confuso, mi sembra di vivere una storia non mia, ma la mia indole è quella, sono il suo schiavo e lei è la mia padrona, devo accettare tutto quello che fa piacere a lei, se non entro in quest’ottica non riuscirò mai a vivere tranquillo. Alla fine di queste mie considerazioni mi viene spontaneo dire: “Si, mia Signora, son felice che lei abbia un altro schiavo in ufficio e la ringrazio per avermelo comunicato, io, invece, rimarrò sempre solo suo, disposto a darmi ad altre donne solo se è lei che me lo ordinerà. La prego ora, mi tolga questa tortura di cintura di castità, il membro mi duole” e le bacio entrambi i piedi “Bravo, mio dolce amore, è così che ti voglio: docile e sottomesso ai miei capricci ed alla mia volontà, se rimarrai sempre così non mi perderai mai” dice Anna mentre mi invita ad alzarmi e mi libera dalla cintura di castità. Tutta la situazione mi ha molto eccitato e si vede dalla esplosione del mio membro appena liberato dalla cintura. Le due donne, terminata la cena, si siedono sul divano, servo loro il caffè ed entrambe mi accarezzano il membro quando mi avvicino per porre la tazzina, mi stanno facendo impazzire. Anna dice “Sai Marco, stasera vorrei provare una cosa nuova, mentre tu lecchi mia mamma e la fai godere, io ti penetrerà con questo fallo di plastica che ho usato anche sul mio nuovo schiavetto in ufficio, dai, avanti, inizia ad eseguire gli ordini”. Che devo fare? La mia vita è questa. Con molta dolcezza lei mi penetra mentre con una mano mi masturba, io lecco la deliziosa passerina di Nicole che ansima e mi stringe la testa tra le sue gambe. In pochi minuti vengo tra le sue mani, poi le due donne si invertono di posto: Nicole mi penetra e mi masturba ed io lecco Anna che si è seduta sul divano al posto della mamma. Vengo nuovamente nelle mani esperte di Nicole mentre Anna ansima per uno dei suoi orgasmi…
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