Mara- tutte al nuovo Instinct!

andybis
00domenica 6 aprile 2014 14:29
un ideuzza con tanta azione...:)
Mara- tutti all'Istinct!

Dopo poco più di un anno di schiavitù ai piedi di Mara, il mio corpo ne portava inevitabilmente i segni. Avevo qualche livido e qualche ferita di tacco un po' ovunque ed erano rarissimi i periodi in cui non avessi dolore da qualche parte. Ciò nonostante ero felice di essere sotto di lei, i suoi piedi nudi numero 39 erano splendidi e continuavano a piacermi anche quando se li faceva leccare fino allo sfinimento, o quando mi camminava addosso...e mi piacevano addirittura quando, cattivi, mi riempivano il corpo e la faccia di pedate. Mi ritenevo fortunato rispetto allo schiavo tappetino di Valentina e Paola, o a quello di Gianna, che, dopo meno tempo di me, erano in condizioni più difficili, a causa della loro cattiveria nel torturarli.
Una sera di tante Mara mi annunciò che lei, la sua amica Leila, Claudia e Valentina sarebbero andate al nuovo locale alla moda che si chiamava 'Istinct'. Ovviamente sia io che il tappetino di Valentina le avremmo accompagnate per servirle durante la serata.
Ci divertiremo di sicuro, almeno noi, ahha!
Perché....che cosa succede agli Istinti?
All'Istinct! E' inglese...
Mi dette una piccola pedata e poi mi porse il piede, affinché glielo leccassi.
Beh, è un locale come tanti, ci si entra con lo schiavetto, ci si balla, magari si beve qualcosa ma...
Ma...che cosa...
Continua a leccare, vedrai!
Non puoi anticiparmi...?
Beh all'ingresso verrete separati da noi ragazze, andrete in uno stanzino e vi verrà messa una maschera ed una maglietta nera, per tutti uguale, poi verrete assegnati a caso ad una o più ragazze presenti, non potrete parlare e...niente...la serata andrà avanti come sempre...
Ma...che scopo ha?
Lo scopo? E'...è semplice: si vuole evitare che il rapporto creato tra schiavo e padrona limiti, cioè...impedisca in qualche modo alla padrona di divertirsi...in pratica ognuno di voi diventerà impersonale, uno di tanti...e questo ci permetterà di divertirci ancora di più.
Mi mise un piede in bocca, glielo succhiai.
Il fatto è che a volte il rapporto che si crea, come me con te, un po' mi limita....non ti farei mai troppo male, non so se capisci...
Feci cenno di si, succhiandole il piede, mentre inavvertitamente mi dette una pedata con l'altro piede.
Scusa...ah ecco....ora per esempio ti ho chiesto scusa, non sarebbe capitato né capiterà all'Istinct. Tu saresti una maschera, un tappetino tra tanti..
Tolsi il suo piede dalla bocca.
Mi farai...mi faresti male?
Beh spero per te che non mi capiterai sotto! Stasera sono carica, ho voglia di fare...di fare male, così per divertirmi...e spero che non tocchi proprio a te subire! Capitasse invece allo schiavo di Valentina, invece...beh ma dai, non pensarci. Almeno fino a stasera!
Avrei avuto ancora altre domande, ma come sempre, mi impose il suo piede in bocca, costringendomi a succhiarglielo.

La sera dell'Istinct, Mara si vestì elegantissima e molto sexy. Come al solito mi aveva messo sotto i suoi piedi quando si era truccata e vestita, aveva un vestito corto a righe bianche e blu che le donava moltissimo e dei sandali chiari, uno smalto scuro ai piedi. Arrivarono le altre ragazze, Leila aveva anche lei un vestito corto chiaro con dei tacchi molto alti, Claudia era invece in pantaloncini 'a pinocchietto', visto che era meno longilinea delle altre e aveva infradito chiare, mentre Valentina, che era senza schiavo tappetino, era vestita completamente di nero, con gonna sopra il ginocchio e scarpe decolletè scure col tacco alto.
Mi spiace, non è riuscito a venire, ma è a casa con mia sorella, si divertiranno un po' insieme. Lui basterà comunque per entrare, vero?
Si, certo: siamo in quattro ed è il numero massimo consentito con un solo schiavo...

Arrivammo al locale, avevo subito i tacchi di Leila e di Valentina in macchina, portavo già qualche segno ma fui subito separato all'ingresso da Mara e da tutte loro. Ero piuttosto agitato, fui condotto in una stanza, c'erano anche altri schiavi tappetini come me, uno di loro era a terra e sembrava in condizioni non ottimali.
Ci fu messa una maschera, uguale per tutti, ci fu spruzzata una cosa in gola, mi accorsi subito dopo che non sarei riuscito a parlare, ci fu messa una maglietta con il logo del locale e un guinzaglio e fummo portati all'interno del locale, sul palco.
Iniziarono le assegnazioni, in base al numero che ognuno di noi aveva, quando fu il turno del gruppo di Mara quasi speravo toccasse a me, speravo che lei mi riconoscesse e non mi facesse troppo male, ma fu invece il turno del tappetino che mi era apparso meno in forma. Appena fu portato da loro, tutte e quattro iniziarono ad utilizzarlo come poggiapiedi, i tacchi di Mara sulla sua faccia, protetta dalla maschera.
Sentii tirare il mio guinzaglio e fui portato da chi avrei fatto da tappetino quella sera. Mi trovai in mezzo ad un gruppo di quattro ragazze giovani, tutte vestite eleganti anche se mi sembravano molto giovani e meno raffinate di Mara e le altre.
Minchia, Cris, eccolo che arriva...
Mettiti giù, merda, sotto i piedi subito!
Mi stesi sotto di loro, avevano tutte dei sandali di diverso colore, una di loro, forse la Cris che era stata prima nominata, era più grande delle altre, i capelli lunghi alla spalla, un piccolo piercing al labbro. Mi trovai subito sotto i loro piedi, una delle ragazzine usò la mia faccia come poggiapiedi, un altro tacco mi finì nel costato e provai ad urlare, ma non usciva altro che aria e nessun rumore dalla bocca.
Mica sarà il tuo, Cris?- disse una delle quattro, quella che mi aveva ferito il costato.
E come cazzo lo so, sono tutti uguali! Però il mio barcolla quando è a quattro zampe, questo mi pare non barcollasse....almeno per il momento!
Già, per il momento!
E' che forse gli do troppe pedate in testa, al mio, ahahah!
Risero tutte e quattro
Eh già, è lo spirito del locale, figo...Meglio se non è lui...quindi possiamo fargli tutto quello che vogliamo, vero?
E certo! Che siamo venute a fare qui sennò?
Brindarono tra di loro, iniziarono a bere un qualche cocktail alcolico, una di loro, la più estroversa forse, si mise in piedi ed iniziò a ballare su di me, affondando bene e con cattiveria i tacchi dentro di me.
Questo lo bucherello per benino, stasera, ahah!
Dai, Gia! Dacci dentro!
La ragazza, Giada forse il suo nome, continuò a ballarmi addosso, mentre ero da poggiapiedi per le altre.
Si, ma, cazzo, non capisco se soffre, con sta maschera...-disse, reggendosi ad una sua amica e fermandosi un istante.
Tranquilla che soffre con i tacchi che hai stasera! Sento che si contorce sotto di me, mentre gli cammini addosso. E stai fermo con sta faccia!- mi dette una pedata.
Dopo qualche minuto di forte sofferenza, si sedette, mi dette una taccata nelle palle e ricominciò a bere. Ci fu una breve pausa di qualche minuto e poi Cris si alzò e disse che aveva voglia di giocare.
Ma lo porti già di là?
E certo, venite pure voi? Che dopo magari c'è troppo casino...
Mi fecero alzare, urlai silenzioso per il dolore sul torace, mi trascinarono per il guinzaglio verso uno stanzone con luci soffuse. Sul muro, a caratteri cubitali, la frase slogan del locale 'Libera l'istinct!'.
No, il mio giochino preferito è già occupato....vabbè aspettiamo...
Davanti a me un gruppo di tre ragazze stava prendendo a calci un tappetino immobilizzato in mezzo a loro. I calci lo colpivano ovunque, e anche se erano a piedi nudi, ero certo che gli stessero facendo danni, mentre ridevano, scherzando tra di loro. Mi voltai sulla destra, un altro gruppo di ragazze stava frustando uno schiavo, evidentemente avevano poca esperienza sia loro che lui, sembrava che alternassero colpi deboli a colpi molto forti. Mi voltai dall'altra parte e vidi uno schiavetto immobilizzato dentro una facebox con una ragazza in piedi sulla sua faccia con i tacchi. Guardai meglio, era Mara.
Leccami i piedi, mentre aspettiamo!- Cris mi riprese, spingendomi ai suoi piedi.
Mi misi giù e iniziai a leccarle il collo del piede, aveva ancora i sandali ed intanto sbirciavo Mara in piedi sulla faccia dello schiavo. Era uno schiavo già malmesso, ma stava cercando con tutte le forze di liberarsi dalle manette che lo tenevano legato alla facebox.
Dai, Cris, mentre aspettiamo, pigliamolo un po' a schiaffi, ti va?
Si, ok, me lo tenete fermo?
Mi fecero alzare, mettendomi in ginocchio.
No, ragazze, quello è lo spazio per gli schiaffi!- l'addetta alla sicurezza ci indicò un angolo e mentre mi trascinarono, notai che ora Mara stava facendo un movimento, come per pulirsi le scarpe sulla faccia dello schiavo.
Giunti all'angolo, una ragazza si mise dietro di me per immobilizzarmi, subito Cris mi dette un paio di schiaffi.
Dai, Cris, queste erano carezze!
E...un attimo che mi scaldo!
Incitata dalle altre, iniziò a colpirmi sulla faccia con schiaffi sempre più forti, iniziai a barcollare sotto i suoi colpi, la ragazza mi mollò e crollai a terra.
Brava Cris, lo hai spaccato! Ora però tocca a me...!
Fecero cambio, un'altra ragazza mi immobilizzò e ricominciarono gli schiaffi, sentii le orecchie iniziare a fischiare, mi sembrava già di stare per perdere i sensi, ma dopo una lunga serie smise di colpirmi e mi trovai a terra.
E se lo prendessimo a calci qua?- disse Giada, togliendosi le scarpe.
Ma la sicurezza non vuole....
E che ti frega, dai...fino a che non se ne accorgono...
Si tolsero le scarpe, mi misero a quattro zampe e iniziarono a tirarmi calci ovunque. Il piede nudo di Giada mi colpiva insistentemente la faccia, e per quanto cercassi di sottrarmi, ricevetti parecchi colpi in pieno viso. Sentivo in bocca gusto di sangue, speravo che non mi rompesse un dente e con la stessa intensità speravo che gli altri calci che ricevevo non mi rompessero altro. Caddi a terra ma mi fecero rialzare più volte, i loro piedi, impietosi, non smisero di colpirmi ovunque, fino a che non riuscirono più a farmi stare a quattro zampe.
Dai, sono stanca, andiamo al leccatoio...
Non ero più molto presente, mi trascinarono per il guinzaglio e mi trovai immobilizzato in una sorta di giogo messo a terra, mi misero in faccia i loro piedi.
Lecca bene e facci rilassare, idiota!
Mi trovai con la lingua impegnata sotto otto piedi diversi, non riuscivo quasi a respirare, mentre la mia lingua cercava di leccare le piante di ognuna di loro.
E se lo soffocassimo...
Si, brava, ce li hai tu i soldi per la penale? Chi te li presta i 1000 euro?
Si ma sono solo 100 se lo mandiamo in infermeria.
Si, ma se ci va con qualcosa di rotto...non so se valga per il soffocamento...
Dai proviamo?
Mi misero tutte i loro piedi sulla faccia, spingendomi. Soffocai, cercando di muovermi per respirare ma ovunque mi muovessi, mi trovavo sotto la pianta o tra le dita dei piedi di una di loro, mi trovai anche delle dita negli occhi e poi una me li mise in bocca per impedirmi di respirare da li.
Si stancarono dopo un po', per mia fortuna.
Ehi ragazze, proviamo sta cosa laggiù, sto facebox?
Ancora fui trascinato per l guinzaglio, mi fecero stendere e mi trovai immobilizzato dentro il facebox.
Con o senza?
Con! Dai usiamo le scarpe che ci siamo portate, no?
Si rimisero le scarpe, una di loro salì sulla mia faccia con i suoi tacchi. La pressione era indescrivibile, i tacchi iniziarono a scavare nelle mie guance, mosse i piedi come se dovesse pulirsi le scarpe ed io, inutilmente, provai a liberarmi e ad urlare.
Scese e fu la volta di un'altra ragazza e poi salì Cris, che tra tutte era la più grande e la più pesante.
Restò poco, un'addetta alla sicurezza la fermò
Si tolga per favore le scarpe, non vede che già sanguina?
Che palle...
Malvolentieri si tolse le scarpe, sentivo del sangue scorrere, forse da una ferita sulla guancia.
Iniziò però a marciarmi addosso con forza a piedi nudi e poi iniziò a saltare, vedevo la luce sulle piante dei suoi piedi un secondo prima che cadessero pesantemente su di me, stetti completamente immobile a ricevere i suoi salti, sentivo sangue dal naso, poi lasciò il posto ad un'altra ragazza..
Barcollavo oramai paurosamente, mi trovai immobilizzato sotto un altro giogo e sentii il schiocco di un gatto a nove code, un istante prima che mi colpisse.
Dai che lo svegliamo bene a frustate, ahahah!
Non sapevo chi mi stesse colpendo, ma i colpi divennero continui e qualcuno anche forte e il dolore mi aiutò a non svenire. Fecero a turno, solo una di loro, forse stanca, non partecipò, guardavo i suoi piedi dall'alto del giogo, sapevo che tra breve mi sarei trovato di nuovo li sotto.
Mi trascinarono verso il loro tavolo, feci loro da poggiapiedi, ero sfinito e dolorante ma sentivo che la serata stava finendo, ebbi solo l'istinto di girarmi verso il tavolo dove c'era Mara e vedere il loro tappetino completamente immobile sotto i loro piedi nudi, Mara gli stava accarezzando la faccia su cui aveva prima camminato con i tacchi, per un istante e solo per le carezze che riceveva, un po' lo invidiai.

Ti è andata bene- disse Mara, arrivati a casa, mentre mi medicava le ferite dei tacchi delle altre ragazze.
Versò del disinfettante sulle ferite della frusta sulla schiena, mi inarcai per il dolore ma mi tenne giù con un piede sulla nuca: - Stai fermo qualche istante...!
Mi fece rialzare, incominciò a medicarmi le ferite che avevo sulla faccia, notò che il naso non era rotto, poi mi dette una carezza del tutto inaspettata e mi abbracciò.
Il suo corpo sul mio torace ferito mi fece male ma, nonostante tutto mi eccitai.
Fu breve, mi trovai di nuovo ai suoi piedi.
Abbiamo dovuto mettere 100 euro in tutto ma abbiamo rischiato quasi di doverne mettere 1000, Questa sera eravamo tutte molto cariche, ho sperato fino all'ultimo che non ci fossi tu sotto di noi, perché se no a quest'ora saresti quasi inservibile...come...come quello che era sotto di noi...
Ho visto i tuoi tacchi sulla faccia al facebox...
E hai visto poco, ti assicuro. Non hai visto i calci che ha dato Valentina, le taccate che si è preso da Leila ovunque, il calpestamento a piedi nudi di Claudia...e poi le frustate e ancora altri calci. Ad un certo punto mentre gli mettevo un piede sulla gola, ho visto che stava quasi soffocando, mi sono fermata per tempo pochi istanti prima....prima di danneggiarlo irreparabilmente. E però cazzo che ci siamo divertite!
E se fossi stato io....
Mi accarezzò con un piede.
Beh non saresti qua....ti avremmo conciato davvero per benino... Ma a dire il vero avevo già capito che non eri tu...
Mi fece cenno ed iniziai a leccarle i piedi.
Era del tutto incapace di leccarli come fai tu e, visto che non ne era capace, ho dovuto punirlo con una serie di pedate in faccia che lo ha quasi tramortito! Uh già ho dimenticato di dirti che mi sono anche divertita con la frusta, ho provato a risvegliarlo così, sai, a volte funziona, visto che dopo le pedate non era più reattivo...ma non ce l'ho fatta e l'ultima mezzora, in attesa che venissero a riprenderselo, lo abbiamo solo potuto più utilizzare come poggiapiedi. Però qualche pedata se l'è presa lo stesso, mentre era li sotto, ehhe!
Le leccai le piante dei piedi, pensavo a quanto erano state crudeli in quella sera sul tappetino sfortunato, non volli sapere quale danno gli avessero fatto, già mi bastava sapere che quasi lo avevano danneggiato irreparabilmente e che erano più preoccupate per la penale da pagare piuttosto che per il tappetino stesso. Piansi silenziosamente appoggiando la faccia sotto le sue piante, se ne accorse e mi accarezzò, poi mi trascinò verso il letto e, immobilizzatomi nel materasso, mi fece dormire, come sempre, sotto i suoi piedi nudi.
pippomartin80
00domenica 6 aprile 2014 16:19
Molto interessante, grazie.. Quanto mi piacerebbe vivere situazioni del genere..
Aspettiamo il seguito..
andybis
00domenica 6 aprile 2014 16:31
scussate
RILEGGILO per favore....avevo sbagliato a copia incollare e avevo messo su una 'brutta copia'. Ora e completamente diverso! PS: ma il seguito ci sarà di sicuro, ho qua e la ancora qualche ideuzza da aggiungere e secondo me torneranno all'Istinct :D [SM=x829808]
andybis
00lunedì 7 aprile 2014 22:26
intenso e spero che lo gradiate...
forse un po lunghino ma è tranquillamente divisibile in due parti :) Buona lettura!

Mara- ritorno all'Istinct

Passarono alcuni giorni da quella prima esperienza all'Istinct, Mara sembrava tranquilla nella sua normale routine, non pensando né mai citando il povero tappetino che aveva avuto la sfortuna di finire sotto di loro. Seppi da Claudia altri particolari, ossia che Valentina gli aveva tirato calci talmente forti da farsi male addirittura ad un piede, al che, imputandogli la colpa di averle fatto male, lo aveva ulteriormente punito con degli schiaffi e delle pedate. Non volli sapere altro, speravo solo di non dover tornare in quel luogo.
Una sera di quelle, era di sabato, Mara si vestì molto elegante, suonarono alla porta ed arrivarono Leila e Valentina vestite altrettanto eleganti.
Parlarono tra di loro, io accucciato sotto i loro piedi, capii subito che saremo andati di nuovo all'Istinct.
Però stavolta c'è una novità. All'ingresso ci faranno pagare una specie di assicurazione subito, così qualsiasi cosa capiti, siamo coperte da altri costi- annunciò Valentina.
Splendido- disse Mara.- questa sera ho di nuovo una gran voglia di divertirmi e poverino chi ci capiterà sotto! Spera solo che non tocchi a te!- disse, dandomi una pedata in testa.
Il mio cuore incominciò di nuovo a battere forte, baciai i piedi ad ognuna di loro: Leila aveva delle decolletè scure con il tacco alto, mentre sia Valentina che Mara avevano dei sandali aperti, con un tacco alto, chiari quelli di Mara, quasi neri quelli di Valentina, molto eleganti.
Andammo verso il locale, non riuscii a calmarmi sotto i tacchi Valentina in auto, disse che sentiva il mio cuore battere sotto i suoi piedi e quando arrivammo, notai la solita folla all'ingresso. Come la volta precedente mi trovai nello stanzino in cui ci fu messa la maschera, la maglietta del locale e spruzzato un qualcosa in gola per impedirci di parlare.
Ironicamente la ragazza della sicurezza ci augurò buona fortuna ed entrammo nella sala tra gli applausi delle ragazze in nostra attesa. Fu fatta l'assegnazione, cercai Mara e le altre ragazze con lei, non le vidi subito, ma non dovetti attendere molto che fui portato proprio da loro.
Eccolo qua il nostro tappetino da spaccare!- disse Valentina.
Le baciai i piedi e poi baciai quelli di Leila e di Mara, soffermandomi un po' e sentendone lieve l'odore e la piacevolezza al tatto.
Forza, mettiti subito li sotto, sfigato!- disse, tirandomi una pedata.
Mi trovai sotto i loro piedi, Valentina mi mise subito i tacchi in faccia, cercai lo sguardo di Mara, ma vi trovai solo un espressione tra il sadico e il divertito, mentre affondava i suoi tacchi nel mio torace. Iniziarono a bere, brindando ed ignorandomi sotto di loro, i tacchi di Leila iniziarono a schiacciarmi dolorosamente le palle. Provai ancora ad incrociare lo sguardo di Mara, ma mi ignorarono lì sotto, chiacchierando tra di loro.
Sento il suo cuore li sotto- disse Mara- hai paura, sfigato?
Provai a risponderle ma mi ricordai che non potevo parlare.
Faresti bene ad averne, tra poco andiamo di la a divertirsi!- disse Valentina, mentre Leila mi piantò bene il tacco nelle palle.
Brindarono tra di loro e quindi si alzarono in piedi, mi fecero mettere a quattro zampe e mi trascinarono col guinzaglio verso la sala dei 'giochi', notai che alcune cose erano cambiate rispetto alla prima volta. Ci avviammo subito verso la facebox, ricordavo con paura il trattamento riservato al tappetino qualche sera prima. Mi buttai ai piedi di Mara, glieli baciai ma con un calcio mi buttò verso la facebox ed in breve fui immobilizzato dentro.
Mi salirono addosso tutt'e tre, Mara mi guardò, per lei non ero il suo schiavo ma uno tra tanti da utilizzare per il suo divertimento, sembrò restare un istante indecisa ma poi si posizionò direttamente sulla mia faccia, mentre le altre due, reggendosi agli appoggi, iniziarono a schiacciarmi ovunque sotto i loro tacchi. Mise i tacchi sulle mie guance, vedevo il suo piede nudo che spesso avevo adorato sopra la suola del sandalo che era sopra di me, iniziò a ballarmi addosso, la faccia era protetta dalla maschera ma iniziai a dibattermi ed urlare silenziosamente, mentre i suoi tacchi mi torturavano. Riuscivo appena a sentire le altre due che mi ballavano addosso, Mara mi guardò, sembrava volesse capire che danni mi avesse già fatto, ma poi riprese a schiacciarmi sotto i suoi sandali, il tacco che percorreva entrambe le guance fino al mento e alla bocca e la maschera che non riusciva a proteggermi abbastanza.
Si spostò, lasciando il posto a Valentina, era più leggera ma molto più cattiva, iniziò ad affondarmeli
con cattiveria, godendo del fatto che non riuscissi a muovermi. Ebbi paura che me li mettesse negli occhi, ci andava incredibilmente vicina apposta, provai a impietosirla leccandole le suole dei sandali. Mi accorsi subito dell'errore in quanto mi schiacciò la lingua sotto di lei.
Divertente! Schiacciamogli la lingua!
Mara si spostò di nuovo, ci mise su il tacco e schiacciò, urlai, provai a ritirare la lingua ma me lo impedì, fino a che non vi riuscii, dopo un loro movimento.
Che cavolo fai? Tira subito fuori la lingua e leccami la suola, forza!- mi ordinò Valentina- guarda che se no ti punisco eh?
Alzò la suola e mi colpì in faccia, mi dette alcune forti pedate dall'alto, ebbi paura, tirai fuori la lingua e me la schiacciò di nuovo ma stavolta sotto il tacco, sentivo un leggero gusto di sangue.
Ci passò su la suola più volte, lasciandomi attaccato tutto lo sporco sotto e poi, ritirata la lingua, iniziò a ballarmi di nuovo sulla faccia. Quindi lasciò il posto a Leila, era la più tranquilla delle tre, ma i suoi tacchi erano più appuntiti e mi fecero più male di quelli di Mara e di Valentina. Pregai che scendesse, cercai di liberarmi ma le sue decolletè non ebbero pietà di me, fino a che si stancò e mi liberarono.
Faticai ad alzarmi, scossi la testa più volte, le loro pedate mi avevano rintronato, sentivo il dolore ovunque sulla mia faccia.
Forse se gli diamo qualche schiaffetto, starà meglio, che ne dite?- propose Mara.
Entrambe accettarono, mi portarono in un angolo, si disposero attorno e una dopo l'altra iniziarono a prendermi a schiaffi. Fu una scarica continua, ad intensità variabile, barcollai, la faccia già dolorante per prima. Mentre le guardavo e vedevo le loro mani colpirmi, mi sembrava che volessero in questo modo sfogarsi di tutte le tensioni accumulate in settimana e nei giorni precedenti, capii che io ero per loro in quel momento una semplice valvola di sfogo.
Si stancarono di schiaffeggiarmi, mi misero in un altro angolo e trovai le suole delle loro scarpe da pulire, mentre si riposavano un po'.
Erano tutte piuttosto sporche, il pavimento era pieno di qualsiasi cosa, ma non protestai e leccai tutte le schifezze sotto le loro suole che mi mettevano continuamente davanti alla bocca.
Fu una breve pausa, Valentina guardò Mara.
E se gli dessimo qualche calcetto?- propose Valentina- c'è la postazione libera!
Ottima idea, ma qual'è la tua idea di qualche calcetto?
Si slacciò i sandali.
Beh si insomma, qualche calcio tanto da divertirsi un po', no? Tanto siamo assicurate, vero?
Già, vero! Me ne ero dimenticata! Andiamo a spaccarlo e.....spero solo che la sua padrona ci perdonerà per come lo ridurremo stasera.
Ah, non farti problemi, magari il tuo schiavetto è sotto altre ragazze peggio di noi!
Mi agitai, guardai Mara, volevo farle capire che ero io, mi guardò un istante, aveva uno sguardo assente, mi mise un sandalo sulla faccia e mi dette una pedata con la suola.
Peggio di noi...uhm difficile, quando ci mettiamo facciamo dei veri danni...e stasera ci stiamo impegnando!
Mi spostarono e mi legarono alla postazione, Leila iniziò, mi dette alcuni calci in pancia e poi un pestone sulle palle e quindi due pedate di collo di piede in faccia. Lasciò il posto a Valentina, lei fu subito più violenta, i suoi piedi nudi mi colpirono forte, le ultime pedate in testa mi lasciarono barcollante.
Mara mi si avvicinò, si inginocchiò, mi prese la testa, mi voltò verso di lei e mi fissò negli occhi. Ebbi un sussulto, speravo che mi riconoscesse, cercai di farle capire chi ero, ma il suo sguardo era freddo e divertito.
Sei pronto per me? Ti va di avere qualcosina di rotto?
Provai a parlare, ma non mi uscì che dell'aria e nessun suono.
Si alzò in piedi e si mise sulla mia destra. Iniziò a colpirmi forte in faccia col collo del piede, percepivo un breve flash del suo piede nudo in arrivo e poi la botta, sentii cedere il naso.
Passò a colpirmi il torace, mi prese di punta sul diaframma e mi tolse quasi il fiato, colpendomi poi di nuovo in faccia col piede. Una sua pedata mi colpì sul collo, temevo mi volesse rompere la trachea ma poi alzò il tiro e andò di nuovo a colpire la faccia. Valentina e Leila la incitarono a colpire ancora più forte, poi entrambe mi si misero vicine e mi dettero anche loro delle pedate.
Si fermarono col fiatone, io avevo il capo reclinato.
Forte, uuufff....avevo proprio bisogno di....di sfogarmi....uuuf
Ma lo abbiamo già tramortito?- chiese Leila.
Non so, adesso guardo....-disse Valentina.
Mi alzò la testa, mi vide lo sguardo spento.
No, no, è ancora presente, deve essere un vero schiavetto resistente sto qua!
E se ci andassimo a riposare mentre ci facciamo leccare i piedi?- propose Leila.
Uhm, no, non ancora, forse prima di farseli leccare, magari un paio di frustate lo risvegliano....-disse Mara
Ma mi sembrava sveglio...-disse Valentina.
Oh se lo è, non lo sarà ancora per molto....
Mi dette una pedata, mi buttò a terra e poi mi salì col piede nudo sul collo e. guardandomi imperiosa dall'alto, attese che perdessi i sensi, alternando la forza del suo piede, per farmi durare il più possibile, fino a che su di me calò il buio.
Mi svegliò il dolore delle frustate, non capivo chi mi stesse colpendo la schiena nuda ma poi vidi i piedi di Mara e di Valentina sotto di me, ero immobilizzato in un giogo, di nuovo si erano messe i sandali.
Brava Lele, lo hai risvegliato! Vedi che ne sono bastate solo un paio di forti? Ora mi lasci provare?- disse Valentina.
Leila le cedette il posto e lei iniziò a colpirmi con forza, inutilmente provai a liberarmi, il gatto a nove code mi colpiva senza pause. Poi fu la volta di Mara, mi dette alcuni colpi forti e nervosi, provai ad urlare inutilmente ma non potevo fare altro che fissare i piedi di Valentina e di Leila, mentre lei continuava a colpirmi. Finalmente si fermò. Aveva nuovamente il fiatone.
Ti sei sfogata? Va bene così?
Si, sto molto meglio adesso...
Bene, che se no rischiamo di nuovo di fargli perdere i sensi a frustate!
Mi liberarono dal giogo, caddi a terra, mi trascinarono verso un altra postazione e mi trovai immobilizzato con i loro piedi nudi in faccia.
Se li fecero leccare, ma la lingua era ferita dai tacchi, sentivo dolore ad ogni leccata.
Mettici più convinzione! - mi disse Mara, dandomi una pedata.
Certi schiavi servono solo per essere menati e calpestati!- disse Valentina
Esatto! Stai pure tranquillo che con te stasera non abbiamo finito, se non ci soddisfi a leccare i piedi.
Mara commentò che se avessero avuto sotto di loro il suo schiavetto, il massaggio orale sarebbe stato molto più piacevole.
Provai a leccarglieli con più convinzione e provai a succhiarglieli, vincendo il dolore che avevo sulla lingua e sulla faccia.
Basta così- mi disse Mara- mi hai veramente stufato...meriti ancora qualche bel calcione!
Mi dette un paio di pedate in testa, mi scossi ma ne ricevetti ancora altre da Valentina e Leila che provarono anche a soffocarmi con le loro dita, vista la mia immobilità.
Ehi, Mara, proviamo quello?
Non riuscii a voltarmi, mi liberarono e mi trascinarono, notai che mi volevano mettere su una sorta di materassino elastico.
Leila si tolse per prima le scarpe e iniziò a saltarmi sullo stomaco, prima con salti bassi e poi sempre più alti e forti. Valentina prese il suo posto, saltò sul mio stomaco e poi si fermò.
Ma è possibile solo sullo stomaco?- chiese ad una inserviente del locale.
Lei fece notare che potevano spostarmi e saltare dove volevano.
Valentina mi spostò, in modo che potesse saltarmi sulle palle. Salì, i suoi piedi nudi morbidi quasi mi eccitarono, ma poi iniziò a saltare, sempre più forte, il dolore si fece sentire, mi piegai in due, raggiungendo una posizione raggomitolata, non appena mi slegò.
Si lamenta e si agita troppo, però!
Non preoccuparti, ora tocca a me...Ho un idea precisa dove salterò!- disse Mara.
Mi spostò verso il centro del piccolo tappeto elastico e mi legò in modo che la testa fosse quasi al centro del tappeto.
Sulla testa? Ma allora vuoi proprio fargli male eh?
Certo che si...E' tutta la sera che lo stiamo fiaccando e questo sarà il nostro gran finale!
Aiutandosi agli appoggi, mi salì prima un piede e poi l'altro sulla mia faccia. Iniziò a darsi delle spinte, sentivo il dolore per lo schiacciamento quando spingeva ma poi arrivarono i salti, saltò in alto ed ebbi brevi visuali della pianta dei suoi piedi prima che atterrassero su di me. Provai a resistere ma poi fu solo il buio.
Feci loro da poggiapiedi senza svegliarmi per la restante parte della serata, un breve sussulto, il tempo di notare un piede nudo sul mio naso e ricevere un calcio per essermi mosso e poi fui portato in infermeria.

La prima cosa che vidi quando mi svegliai furono le piante dei piedi di Mara, erano nude ed appoggiate vicino a me su un piccolo appoggio. Mi sembrava di essermi svegliato da un lungo sonno, come se avessi dormito come ogni sera ai suoi piedi.
Vede, funziona sempre mettendogli vicino e stimolandolo con quello che conosce più di ogni altra cosa....
Wow, era ora, dopo un quasi due ore di quasi continua, come l'ha chiamata, stimolazione?...
Le baciai le piante dei piedi, annusandole l'odore, quasi cercando rassicurazione al loro contatto.
Esatto, stimolazione. E' fondamentale per il suo recupero totale che sarà tanto più rapido quanto maggiormente sarà stimolato...
Bene, per me non ci sono problemi, è bello comodo, leggero tutto il giorno con i miei piedi messi qui, praticamente sulla sua faccia....
Perfetto...e se avesse qualche crisi, non esiti a chiamarmi. I farmaci antidolorifici e tutto il resto dovrebbero avergli fatto effetto ma si sa mai, visto come era conciato quando è arrivato qua...
L'infermiera uscì dalla stanza. Mara spostò i suoi piedi, mi osservò dall'alto e io la guardai in controluce e poi cercai il contatto con le sue dita dei piedi. Lei me li rimise addosso.
Scusa....se avessi saputo che eri te sotto di me forse ci sarei andata più leggera...è che quella sera ero nervosa e mi sono sfogata e divertita, mi è davvero piaciuto...ma forse ho esagerato un po' a saltarti in testa, anche se i soli danni che hai sono il naso rotto, qualche livido qua e là...la lingua....oltre ad una piccola deformazione delle ossa del viso...
Deformazione...-ripetei la parola, senza coglierne il significato.
Si, ma niente di grave, il mio piede nudo deve esserti entrato un po' troppo a fondo durante un salto e sei rimasto un po' schiacciato, come se avessi una mia impronta su di te...
Impronta....
Si, ma è piccola che nemmeno si vede, l'osso dello zigomo non è nemmeno spaccato
Restai silenzioso, non capivo bene cosa mi stesse dicendo, guadavo con intensità la pianta nuda dei suoi piedi, provai a leccargliela.
Prova a dirmi qualcosa, ti va di farmi sentire la tua voce? Mi ha detto di farti parlare, finora hai solo ripetuto le mie parole...
Alzai lo sguardo oltre i suoi piedi nudi davanti a me, era bellissima come sempre.
Mara....sei...bellissima...
Wow, sai ancora il mio nome eheh! Grazie! Lo sai che hai dormito tutta la notte? Poi stamattina sono arrivata e l'infermiera ha insistito perché ti facessi la stimolazione, cioè, insomma che ti mettessi i piedi in faccia....ma ho preferito, visti i danni che ti abbiamo fatto, tenerteli vicini...vuoi che li allontano un po'?
No...no...piedi....
Allungai la lingua, ma mi accorsi che era ancora molto dolorante per la ferita dei loro tacchi e la ritirai.
Bravissimo, vedo che stai bene sotto i miei piedi, eh? Domani verrai a casa, e, stai tranquillo, non andremo all'Istinct per un bel po', a meno che Valentina decida di portare il suo, la prossima volta...e sarebbe ora!
Restai col naso vicino ai suoi piedi.
Ti coccolerò un po', mi hanno detto che entro giovedì tornerai quel gran leccapiedi provetto che sei sempre stato e che entro lunedì prossimo tornerai completamente operativo....
La guardai ancora, mi stava parlando con dolcezza, ma in realtà non voleva altro che tornassi al suo servizio in tempi rapidi.
Però, non è che ti spiacerebbe provare così...a dare solo qualche leccatina ai miei piedi?
Glieli guardai, ricordai in un istante tutte le pedate ricevute, provai ad allontanarmi ma percepii che qualcosa messo dietro la mia testa me lo impediva.
No, no, non puoi muoverti, dovremo fare stimolazione per l'intero pomeriggio, resterai con la faccia sotto i miei piedi, anche se cercherò di non appoggiarteli addosso e stanotte avrai qua Leila e i suoi piedi. Ti piacciono anche i suoi, vero?
Si....piedi belli....-le risposi, guardandole le piante dei piedi.
E, a proposito di quelle leccatine?
Vincendo il dolore, allungai sulle sue piante la mia lingua, lei prese il giornale ed io passai l'intero pomeriggio e la sera in quella posizione. Mangiai una pappetta per cena, se la spalmò sui piedi e cercai, vincendo il dolore, di leccargliela via.
La notte arrivò. Leila, aveva un paio di scarpe col tacco alto ma se le tolse, abbassarono il letto ancora, alzarono una sorta di sedia sdraio sopra di esso, Leila si sedette e appoggiò i suoi piedi nudi sulla mia faccia, accarezzandola, tenendoli leggermente sollevati, grazie ad un appoggio regolabile.
Chiamami se hai qualche problema, ok?
Si mise giù, sparendo dalla mia vista tranne le gambe dal ginocchio in giù e le piante dei suoi piedi. Spense la luce, restai per quasi un'ora a fissare la pianta nuda dei suoi piedi alla tenue luce che filtrava dalle tapparelle, dormendo brevi sonni per poi svegliarmi all'improvviso.
In uno di quei risvegli urlai
No, i tacchi no.....-
Leila accese la luce, svegliandosi di soprassalto.
Che cos'hai?
No, no, ti prego, i tacchi no....
Quali tacchi? Non vedi che non ho i tacchi in questo momento?
Mi voltai, le decolletè col tacco erano li vicine, osservai quanto era appuntito il tacco. Mi sembrava di avere una strana eccitazione
Si, ti prego, mettiti i tacchi...
Come, vuoi che ti appoggi i tacchi addosso? Ma non ti hanno già fatto abbastanza danni?
No, mettiteli, ti prego...
Oh bene , se preferisci così...- li prese e se li mise, piantandomeli in faccia.
Urlai, mi piantò un tacco in gola per farmi tacere, mi schiacciò le guance e spense la luce, io trovai lo spazio e la forza per parlare.
No, ti prego i tacchi no...
Riaccese la luce, se li sfilò, un po' scocciata.
E deciditi! Comunque stavi forse sognando, mi hanno detto che probabilmente avresti avuto qualche incubo....chissà poi perché, ah ah!
Appoggiò nuovamente i suoi piedi nudi sulla mia faccia.
Ti consiglio di non svegliarmi più se no, incubo o non incubo, davvero mi metterò i tacchi e non me li toglierò!
Spense la luce, ebbi paura di addormentarmi e stetti tutta la notte con il naso e la bocca appoggiati sotto un suo piede, cercando di muovermi il meno possibile per non svegliarla e con la paura di dormire in un sonno pieno di incubi. Mi svegliai di continuo, ma cercai di non muovermi, fino a che le prime luci annunciarono il mattino. Debolmente, la lingua ancora dolorante, presi a leccarle i piedi e lei, mezza addormentata, se li passò sulla mia faccia, inumidendola di sudore e saliva.

Nottata tranquilla?- era entrata Mara, era mattino presto.
Leila si alzò, un piede per parte, mi accarezzò la faccia e poi smontò la sedia sdraio.
Si, abbastanza tranquilla, ho dormito bene e lui ogni tanto mi leccava anche i piedi...
Ottimo...ha avuto incubi?
Si, qualcuno e ad un certo punto ha anche voluto che gli mettessi i tacchi in faccia, ma poi ha cambiato idea...
Mara mi guardò.
Vuoi i miei tacchi in faccia? Non ti sono bastati quelli di sabato sera?
La guardai.
No, no, niente tacchi ti prego...
Ah ah, scherzavo....dormito bene?
No, dormito niente...avevo paura di fare incubi e non ho quasi dormito...
Mi spiace ma sai...è ora di tornare a casa...ti medicherò e ti coccolerò un po' in questi giorni. Devi tornare in perfetta forma per potermi fare da leccapiedi e tappetino, sai?
Mi fece alzare, mi mise il guinzaglio. Nonostante i lividi e le ferite, mi sembrava di stare meglio, avevo voglia di tornare a casa con lei, forse era il cocktail di medicinali che mi avevano iniettato e fatto prendere mentre ero ancora sotto Leila.
Mi alzai, mi sentivo forte abbastanza per farlo, mi abbassai e le baciai i piedi e poi baciai quelli di Leila.
Grazie- dissi solamente
No, grazie a te, sei stato comodo stanotte...
Mi tirarono per il guinzaglio, le seguii per il corridoio e, giunti in macchina, mi assicurarono con le cinture davanti, per non farmi cadere. Per tutto il viaggio non tolsi gli occhi dai piedi di Mara che schiacciavano i pedali, le decolletè dal tacco basso nei suoi piedi nudi...Sapevo che per lei non ero altro che come quei pedali, ma la cosa mi faceva uno strano effetto e quasi mi eccitava....
pippomartin80
00lunedì 7 aprile 2014 23:23
Grandissimo, proprio bello.. Grazie..
andybis
00mercoledì 9 aprile 2014 11:41
Uhmm grazie. Mi rendo conto son stato prolisso, ma quando scrivo, a volte non riesco a smettere. A qualcun altro/a almeno piacquette? :O
pippomartin80
00mercoledì 9 aprile 2014 23:32
non preoccuparti, non sei stato prolisso, anzi i particolari aiutano ad entrare meglio nella storia..
andybis
00venerdì 18 aprile 2014 18:08
per il momento il capitolo finale di questa parte. Buona lettura!
Mara-un posto nuovo

I giorni successivi all'infermeria, Mara mi utilizzò normalmente. Io notai che in realtà il suo concetto di coccole nei miei confronti. si traduceva nel fatto che mi utilizzava esclusivamente a piedi nudi, senza però risparmiare nessuno dei miei doveri di tappetino-leccapiedi.
Passavo buona parte del tempo con la mia faccia sotto i suoi piedi, spesso mi costringeva a leccarglieli e succhiarglieli, dicendo che avrei dovuto essere contento di soddisfarla nonostante il dolore sulla lingua e allo stesso modo mi camminava addosso senza remore, schiacciando i lividi che lei stessa aveva fatto con le sue amiche.
Nonostante tutto, lei notò che avevo sviluppato un forte attaccamento verso i suoi piedi.
Iniziai a mostrare anche lo stesso tipo di attaccamento verso i piedi di Leila e di Valentina che venivano a 'dare il cambio' a Mara quando era al lavoro o aveva altro da fare.
Un giorno di quelli, era giovedì della settimana successiva all'Istinct, Leila lo notò.
Io ero sotto di lei, le stavo annusando i piedi tra le dita e stavo cercando di massaggiarglieli utilizzando la mia faccia, nonostante i lividi che ancora la ricoprivano, mi fermavo solo se il dolore era troppo, ma riprendevo subito dopo, alternando faccia e lingua.
Lei si stava godendo il massaggio con un'aria rilassata e continuava ad osservare questo mio continuo avvicinamento e allontanamento dai suoi piedi, accarezzandomi tutte le volte che mi allontanavo per farmi riprendere subito con la lingua.
Uno scatto di chiavi dalla porta e Mara entrò in casa, arrivando dal lavoro e salutò Leila, notando la mia posizione ai suoi piedi.
E' sorprendente! Nonostante come lo abbiamo ridotto sabato sera, non solo non ha paura di noi o cerca di sottrarsi, ma addirittura sembra abbia sviluppato una sorta di adorazione profonda per i nostri piedi...-disse Leila.
L'ho notato anche io- disse Mara- in infermeria mi avevano spiegato che se la stimolazione con i piedi veniva fatta in modo continuativo, sarebbe accaduto...mi avevano spiegato qualcosa sul resettamento del cervello o simili ma non avevo capito...
Ma Claudia mi ha detto che invece con lei non capita...capita invece proprio con noi, che lo abbiamo preso a calci e calpestato duramente...
Mi interruppi un istante, un rapido pensiero ai piedi nudi davanti a me che nei tacchi alti sabato sera mi avevano schiacciato la faccia, mi allontanai ma, preso da uno strano desiderio, mi riavvicinai e ripresi a leccarglieli.
Beh non so spiegarmelo bene- disse Mara- Secondo me quello che lo spinge è una vera e propria paura inconscia verso di noi. Forse pensa che adorandoci e mostrandosi affettuoso in questo modo, possa evitare ulteriori danni che i nostri piedi potrebbero fargli prossimamente...
Allora in fondo in fondo Valentina ha ragione: più li massacri e più ti si attaccano!
Eh si, ma lei esagera- disse, ridendo- mi sa che anche quello che ha adesso non le durerà tanto...!
Leila mi dette un calcio sul naso, stava appena guarendo e mi lamentai per il dolore, smisi di leccarla ma subito mi riavvicinai a lei, le baciai i piedi dito per dito, poi sul collo del piede e infine sotto la pianta.
Si alzò e lasciò il posto a Mara.
Tutto tuo. E' stato buono tutto il pomeriggio, in pratica ha leccato e succhiato i miei piedi di continuo e quando smetteva usavo la sua faccia come poggiapiedi, è stato molto rilassante, non vedo l'ora che sia domani mattina...
Ottimo, ora gli tocca un po' di cura dei miei piedi, sono stanchi e sudati, la condizione ideale per beneficiare dei suoi massaggi...non sei contento schiavetto?
Ebbi un sussulto di eccitazione, si era rivolta a me, la guardai ma lei si sedette, si tolse le scarpe chiuse con poco tacco che aveva, mi porse i piedi ed iniziai a leccarle via il sudore e lo sporco con molta calma lungo tutta la pianta.
Però, che energia che ha in questi giorni, quasi non sembra aver patito troppo....-disse Leila.
Secondo me è merito delle pasticche che gli faccio prendere
Lo stai drogando?
Un po' si, mi deve guarire molto in fretta. Non posso aspettare che si riprenda pienamente, mi serve usarlo prima- disse, porgendomi il piede da mettere in bocca- E poi è vero che lo abbiamo ridotto piuttosto male, ma è quasi una settimana che lo lascio riposare!
Il dolore sulla faccia iniziò a farsi sentire, i lividi sul torace e il dolore alla lingua divennero forti ma cercai di non pensarci ed iniziai a succhiarle i piedi, il gusto di sudore che mi entrava in bocca.
E se glielo chiedessimo?- disse Leila.
Che cosa? Ah per sabato, dici? E' perfino un po' prematuro, e poi quasi pensavo di fargli una sorpresa...
Beh prova a chiederglielo, magari ti dice di si. E comunque poco cambierebbe se ti dicesse di no, vero?
Secondo me ha troppa paura di noi e dirà di no...Ma...proviamo!- mi tolse il piede dalla bocca, presi aria ma rimasi in basso a baciarglielo- Schiavetto, che ne diresti se questo sabato ti portassimo ad un locale nuovo, che si chiama il Wild?
Senza alzare lo sguardo e senza nemmeno capire bene la domanda le risposi di si.
Come? Davvero hai detto di si?- disse Mara.
Non ti abbiamo sentito, che cosa hai detto?- chiese Leila.
Alzai lo sguardo, diventai titubante, stavo iniziando a capire che mi volevano di nuovo come tappetino-leccapiedi per una serata.
Non guardare me ma guardami i piedi, mentre rispondi!- mi disse, mi dette una pedata. Io riabbassai lo sguardo, mi tornò l'eccitazione, le leccai il collo del piede e le baciai con adorazione la caviglia nuda.
Si, vi prego, voglio venire con voi...
Benissimo, allora sei già pronto ad una nuova serata ai nostri piedi?
Si, vi prego, voglio essere il vostro tappetino-leccapiedi per tutta la sera...-dissi, baciandole i piedi nudi.
Leila si mise le scarpe col tacco, mi venne vicino, alzò la scarpa e mi mostrò il tacco appuntito, io alzai lo sguardo dai piedi di Mara alle suola delle sue scarpe.
Forse non hai ben capito che non ci sarà solo quello...
No...vi prego...i tacchi no...
Ed invece si, se vieni al Wild con noi, dovrai sopportare un bel po' di tacchi...
No...non voglio...niente tacchi...
Iniziai a leccarle le scarpe, mi misi sotto e le leccai il tacco e poi la suola, lei me lo appoggiò sulla faccia, schiacciandomela un po'.
Volevamo portare lo schiavo di Valentina, ma, come abbiamo detto, mi sa che non sopravviverebbe....-disse Mara.
Ed io invece sono certa che a te piace quando ti camminiamo addosso con i tacchi, vero?
Ho male però...
Però ti piacciono i miei piedi, vero? E anche quelli di Mara?
Pensavo che nelle condizioni in cui ero avrei avuto molte difficoltà a terminare la serata, ma in quel momento i piedi di Leila e quelli di Mara mi attiravano molto, ero eccitato. Leila mi accarezzò sulla faccia con la suola della scarpa.
Si, vi prego, portatemi con voi...
Bene, come premio ti prometto che ti faccio leccare i miei piedi per buona parte della serata e se proprio vorrai che ti piace, ti camminerò addosso con i tacchi, va bene?-disse, spostando il tacco sulle guancia.
Si, voglio che mi cammini addosso e voglio leccarvi i piedi, per favore...
Ottimo- disse Leila, liberandomi la faccia dal suo tacco- ci vediamo sabato sera! Vedi di riprenderti bene, eh?
Mara si sedette sul divano, scambiando uno sguardo d'intesa con Leila che non colsi.
Bravo...so per certo che ci divertiremo molto...!
Mi porse i suoi piedi ed io mi ci buttai, iniziando, come sempre a massaggiarglieli con la lingua.

Il venerdì passò in fretta, Leila ebbe la sua quantità di leccate di piedi per tutta la mattina e per parte del pomeriggio, fino a che arrivò Mara. Le disse che in pratica non avevo mangiato ed ero stato sotto di lei per tutto il giorno, Mara ne fu soddisfatta.
Quando andammo a dormire, iniziai ad essere preso da una strana agitazione: la sera successiva mi avrebbero portato nel locale nuovo e se da una parte ero eccitato per l'essere stato scelto come loro tappetino-leccapiedi per la serata, dall'altra mi venne avanti la preoccupazione per come mi avrebbero potuto ridurre sotto i loro piedi.
Osservai i piedi nudi di Mara fermi vicino alla mia faccia, si stava addormentando ed io sentivo già l'odore famigliare del suo sudore, provai ad avvicinarmi con il naso e glieli leccai con dolcezza.
Ero certo che se glieli avessi coccolati tutta la notte, la sera dopo sarebbe stata meno crudele con me.
Mi dette una pedata, forse involontaria, e poi mi mise le dita attorno al naso.
La cosa mi sembrò tranquillizzare, iniziai a succhiarle le dita e poi mi inserì il piede nudo in bocca, mi addormentai ma mi svegliai molte volte, ricordando appena che, essendo sabato mattino, lei avrebbe dormito più a lungo e mi avrebbe liberato dal buio in fondo al suo letto qualche ora più tardi del solito.

Il sabato non ero in forma, avendo dormito poco e male, la mia attività ai piedi di Mara mi distrasse spesso da quello che sarebbe accaduto ma mi dissi che comunque non avrei potuto far nulla per evitarlo, speravo solamente che Mara non avesse già deciso di sbarazzarsi di me o che non mi riducessero di nuovo nella necessità di dover andare in infermeria.
Suonarono alla porta, Mara era andata a cambiarsi, io andai ad aprire ed entrarono Leila e Claudia.
Mi buttai ai loro piedi, baciandoglieli, avevano tutte gli stivali, quelli di Leila con più tacco, poi entrò Valentina, anche lei stivalata e a sorpresa il suo tappetino personale.
Non lo vedevo da molto tempo, aveva su di se molte ecchimosi dovute ai calci ricevuti, Valentina lo teneva al guinzaglio ed ogni tanto gli tirava un calcio in pancia per farlo muovere o una pedata in faccia per punirlo visto che era lento.
Lui si abbassava e con timore le baciava i piedi ma questo non gli evitava ulteriori calci quando lei lo tirava per il guinzaglio.
Mara arrivò, aveva anche lei degli stivali scuri semplici ed eleganti, mi mise il collare e ci avviammo verso questo nuovo locale.
Mi accorsi che piovigginava, le strade erano bagnate, era un po' che non respiravo odore di pioggia e capii il perché del loro abbigliamento.
Arrivammo in fretta, c'era folla in attesa di entrare, ogni gruppo di ragazze con uno schiavo al collare, alcune avevano l'ombrello ed altre no. Entrammo e si accomodarono ad un tavolo libero, restai in attesa un istante e poi Leila mi fece abbassare sotto di lei, mi fece mettere a pancia in giù ed assicurò il mio collare ad una corta catenella sotto la sua sedia.
Ogni promessa è debito- mi disse Leila, porgendomi le suole dei suoi stivali- inizia pure a leccarmeli. Stai attento a rimuovere bene tutto il fango che trovi sulla suola.
Le osservai le suole fangose, c'era terra e altre cose, ebbi un momento di schifo.
Te lo avevo promesso che mi sarei fatta leccare i piedi per buona parte della serata, no?- disse, osservandomi dall'alto- per cui vedi di iniziare subito!- e mi dette una pedata sul naso.
Mugugnai per il colpo, sentivo che mi osservava, non potevo allontanarmi di molto e iniziai ad allungare la lingua sulle suole dei suoi stivali. Il gusto umido del fango mi assalì, dovetti ricacciare un piccolo conato, mentre sentivo che Mara aveva appoggiato i suoi stivali sulla mia schiena, schiacciandomi a terra.
Chiacchierarono tra di loro, ogni tanto sentivo i lamenti del tappetino di Valentina, mi voltai e vidi che aveva le scarpe di Claudia sullo stomaco e gli stivali di Valentina sulla testa. Leila mi riprese con una pedata e incominciai di nuovo a leccarle le suole.
Dopo molti minuti, la nausea si fece sentire più forte, provai più volte a fermarmi ma, pur chiacchierando, mi guardava spesso e mi colpiva con pedate se solo osavo fermarmi per prendere fiato.
Andai avanti molto lungo, non sentivo nemmeno più la lingua, mi impedì di salire sopra le suole per non sporcarle gli stivali e poi mi disse di smettere. Provai a sputare il fango dalla bocca ma non ebbi tempo per farlo, Mara le prese il posto e mi trovai davanti le sue suole da pulire e altro fango da leccare via.
La guardai un istante, speravo avesse pietà ma, colpendomi con dei piccoli calci sul mento mi disse che dovevo pulirglieli bene. Iniziai a leccarglieli, cercando di non sentire il gusto che avevo in bocca, con l'unica speranza che se li togliesse o che mi dicesse di smettere, ma continuò a chiacchierare, controllando spesso che non mi fermassi per nessun motivo.
Improvvisamente i lamenti del tappetino di Valentina diventarono più forti, mi voltai e vidi che un tacco dello stivale di Valentina lo aveva ferito su una guancia, lei non gli badò e mi presi un calcio sul mento perché mi ero distratto dal lavoro di leccatura delle suole, mi sembrò di sentire il rumore di un paio di pedate, probabilmente date da Valentina al suo tappetino, a continuai a leccar le suole degli stivali di Mara, per evitare di ricevere calci più forti in faccia.
Dopo qualche minuto, Mara mi disse di smettere, respirai un istante ma poi mi mise la punta dello stivale in bocca per evitare che sputassi via il fango. Vidi che nei tavoli attorno a me la situazione era simile, quasi tutti i tappetini erano utilizzati da una o più ragazze con stivali o altre calzature.
Mi voltai, lasciai che Mara mi appoggiasse in faccia gli stivali, provai a riposare ma decisero tutte di alzarsi: era il momento dei giochi, il momento che temevo di più.

Fummo trascinati verso una grossa stanza, il tappetino di Valentina appariva stordito per l'ennesima pedata e vidi che sia Leila che Claudia avevano iniziato a prenderlo a calci per farlo muovere.
Appena entrati, mi fu messo come un morso in bocca e ivi legate delle briglie, una specie di sella sulla schiena e messo un paraocchi, vidi che anche altri schiavi erano stati preparati come me. Alcuni di loro, compreso lo schiavo di Valentina, non sembravano quasi in grado di reggersi in piedi, uno di loro si era accucciato ai piedi della sua padrona, una ragazza giovane e bionda di forse 25 anni e, nonostante lei lo prendesse a calci, non riusciva a farlo mettere a quattro zampe. Con una sua amica iniziò a frustarlo con violenza, vedevo sulla sua schiena i segni della frusta, non sapevo fino a quando sarebbe andata avanti ma Mara mi interruppe, sedendosi su di me, tirò le briglie e mi direzionò lo sguardo verso la partenza, facendomi partire con un colpo di frustino.
Quella che seguì fu una sorta di gara. Ad un segnale, Mara mi strinse le gambe attorno ai reni, mi colpì forte con un frustino, tirando le briglie per direzionarmi.
Iniziai ad aver dolore alle ginocchia per via della mancanza delle ginocchiere ma Mara iniziò ad incitarmi sempre più forte, stringendo le gambe e colpendomi col frustino.
Faticosamente, senza capire nemmeno come e in quanto tempo, superai il traguardo, stramazzai a terra stanco e sudato ma lei tirò per il guinzaglio e mi fece avvicinare ad una sedia dove, senza quasi lasciarmi respirare, mi porse le suole dei suoi stivali da ripulire di nuovo. Per un momento persi di vista Valentina e il suo schiavo, non sapevo se ce l'avessero fatta, ma smisi di pensarci mentre leccavo gli stivali di Mara.
Dopo pochi minuti mi fece alzare e capii che dovevamo fare una seconda gara, eravamo solo più in quattro, i primi classificati di ogni eliminatoria.
Le ragazze tutte attorno iniziarono ad acclamarci, molte di loro erano in piedi sopra i loro tappetini, vidi a terra quello che era stato frustato, due erano in piedi con i loro stivali sulla schiena, non mi pareva essere più cosciente, la testa era reclinata ed lo stivale della ragazza bionda gli stava schiacciando la nuca, sulla sua schiena i segni delle frustate miste allo sporco sotto gli stivali delle due ragazze.
Mara mi frustò, mi direzionò lo sguardo verso la partenza, la seconda gara partì e fu molto più dura della precedente: ero sfinito e mi facevano male le ginocchia, il dolore divenne quasi insopportabile mentre sudavo e venivo continuamente frustato da Mara. Non so come arrivai alla fine, sperai di avere un po' di riposo ma Mara mi tirò nervosamente con il guinzaglio ed uscimmo dallo stanzone.
Secondi! Ma come diavolo è possibile! -disse, iniziando a frustarmi con violenza sulla schiena.
Crollai a terra, lei continuò a colpirmi con cattiveria e mi dette alcuni calci, costringendomi a rimettermi a quattro zampe.
Imbecille, ti fossi impegnato di più, il primo posto sarebbe stato nostro e avrei vinto il premio!
Mi colpì su un fianco con un calcio, urlai per il dolore, ma continuò a colpirmi con la punta dello stivale sempre sullo stesso punto, fino a provocarmi un nuovo livido.
Appena si fu calmata, mi dette alcune frustate e mi fece abbassare per baciare la punta degli stivali, mi dette ancora una pedata e poi mi trascinò via, ebbi una fugace veduta di un altro tappetino come me frustato dalla sua padrona con molta cattiveria.
Raggiungemmo le altre ragazze, erano in una grande stanza con musica di sottofondo, notai che sotto i loro piedi era sdraiato il tappetino di Valentina a pancia in su, la faccia era immobilizzata in un facebox cui erano legati anche i polsi mentre il resto del corpo era schiacciato sotto una sorta di plancia in legno su cui erano in piedi Claudia e Valentina. Leila invece stava ballandogli tranquillamente sulla faccia, nonostante avesse gli stivali.
Mara la osservò:
Non sono un po' pesanti quegli stivali per ballargli in faccia, Leila?
Lei abbassò gli occhi, dette uno sguardo distratto ai danni che stava facendo e poi, facendo spallucce, continuò a ballargli addosso.
Non è riuscito nemmeno ad arrivare a metà gara- spiegò Leila.- ed allora lo abbiamo portato di qua...
Certi tappetini sono fatti solo per essere presi a calci e calpestati!-la interruppe Valentina, prendendo il posto di Leila e ballandogli sulla sua faccia con maggiore cattiveria.
Parlarono tra di loro ed io ebbi pietà per il tappetino inerte calpestato sotto i loro piedi, decisero di togliersi gli stivali ma non gli lasciarono riposo, tolsero la plancia di legno e continuarono a calpestarlo con forza a piedi nudi, mi sembrò di vedere del sangue, Claudia che era la più pesante sembrava volesse spaccargli la faccia, cercai di distrarmi baciando i piedi a Mara.
Mi voltai, in un altro angolo notai un tappetino preso a schiaffi da un gruppo di ragazze, facevano tutte a gara a chi lo colpiva più forte, una si massaggiò le mani dolorante per averlo colpito troppo forte, mentre il tappetino barcollava sotto ogni colpo ricevuto.
Sentii tirare il guinzaglio, Mara mi trascinò nell'altra saletta e giunti al tavolo, mi attaccò alla catenella, porgendomi di nuovo le suole degli stivali da leccare.
La stanchezza e la nausea ebbero ragione di me, mi venne quasi da vomitare, ma Mara continuò a porgermi le suole degli stivali.
Speravo che la serata fosse finita, ma Valentina venne da Mara, lei mi slegò e mi trascinò, capii che avrei dovuto prendere il posto del tappetino di Valentina che probabilmente era stato portato via.
Mi sdraiarono e mi trovai sotto otto piedi nudi, iniziarono a ballarmi addosso con forza, Leila mi salì sulla faccia, mi fece cenno e dovetti allungare la lingua sui suoi piedi mentre le altre mi ballavano addosso. Non ebbero pietà alcuna e ballarono su di me fino a che si stancarono, vedevo un continuo movimento di piedi nudi ballare su di me, non potevo alzare la testa che me la trovavo subito schiacciata da una di loro, la musica era forte e non sentirono i miei lamenti, non mi ero ancora ripreso dal sabato precedente. Quando mi slegarono, ero senza forze e senza fiato, Leila mi tirò per il guinzaglio facendomi strisciare dietro i suoi piedi nudi, dicendo di baciarglieli ad ogni passo, mentre Valentina e Mara presero a darmi qualche calcio. Claudia mi salì sulla schiena ma era troppo pesante e non riuscii a muovermi, dovette scendere ed iniziò a darmi pedate in faccia o dietro la nuca per farmi muovere.
Giunti al tavolo mi trovai i loro piedi nudi sporchi e sudati da pulire, iniziai a vedere strane ombre per via della stanchezza ma cercai di soddisfarle, fino a che una delle tante pedate di Leila mi fece perdere i sensi

Scusa per la pedata...forse questa sera te ne abbiamo date un po' troppe ma...ci siamo di nuovo divertite!
Mi ero svegliato dopo pochi minuti, eravamo in auto, io ero in mezzo ai sedili, Leila stava usando la mia faccia come poggiapiedi, mentre sullo stomaco avevo i piedi di Mara, entrambe avevano di nuovo gli stivali.
Leila se ne tolse uno, si sfilò una calza, mi massaggiò la faccia con il piede nudo, aprii la bocca e glielo succhiai, non le risposi ma lei lo prese come avessi accettato le sue scuse, annusai bene il suo odore tra le dita e mi addormentai mentre appoggiò entrambi i piedi sulla mia faccia, dopo essersi rimessa nuovamente lo stivale e nonostante il tacco sul lato destro del viso.
Senza darmi tempo per riprendermi, Mara mi utilizzò normalmente per l'intera domenica e il lunedì decise che sarei andato con lei al lavoro, per poter fare da tappetino in sala caffè...


taikirb
00mercoledì 23 aprile 2014 10:58
Bravissimo e...grazie!

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andybis
00mercoledì 23 aprile 2014 18:19
Mara- intermezzo
capitolo interlocutorio più breve. Grazie a chi legge e commenta e alla 'maggioranza silente' e forse apprezzante :)

MARA-intermezzo

La settimana che seguì fu come tante altre.
Nonostante i problemi che iniziavo ad avere a causa del fatto che ero sempre sotto i piedi di Mara o qualche sua amica, non mi furono concesse pause né momenti di recupero, ma l'attaccamento ai suoi piedi mi aiutò a superare ogni momento di difficoltà.
Un giorno di quelli mi soffermai più di altre volte sulla bellezza dei piedi di Mara.
Ero sdraiato a pancia in giù vicino al sofà, lei stava leggendo qualcosa, io le stavo baciando i piedi nudi, salendo fino alla caviglia, ero eccitato. Guardai la pianta liscia, la leccavo per ore al giorno e forse per quello era priva di qualsiasi callo o durezza, le dita erano lunghe ma non troppo e in quel momento non erano laccate, il collo del piede era anch'esso liscio e la caviglia sul lato appena sporgente. Glieli accarezzai e poi mi fermai, ammirando la forma e la bellezza dei piedi nudi dinanzi a me.
Perché ti sei fermato?
Stavo ammirandoti...hai dei piedi bellissimi...
Mi dette una piccola carezza sulla nuca.
Sono contenta che ti piacciano, visto che ci dovrai passare sotto tutto il resto della vita...non ti pesa ogni tanto questa cosa?
Non le risposi in piena contemplazione, accarezzandoglieli e riprendendo a baciargli le caviglie e il collo del piede.
Voglio dire: come vedi non mi sto facendo nessuna remora ad utilizzarti ogni giorno, anche se a volte ti vedo sofferente quando ti cammino addosso, soprattutto se ho i tacchi. In questi giorni in cui inoltre porti ancora addosso i segni dei due sabati sera che abbiamo passato su di te e nonostante quello che ti abbiamo fatto, continui ad amare i miei piedi?
Glieli baciai, dito per dito e poi sopra e sotto la pianta, cercando di aspirare l'odore tra le dita.
Eh beh...è pur vero che se fossi stato sotto Valentina, forse adesso non staresti così....
Avevo saputo dei danni che avevano provocato al Wild il sabato precedente, non ne conoscevo i dettagli, ma sapevo che Valentina stava già cercando un altro tappetino da schiavizzare.
Si, mi piacciono moltissimo...anche se mi fai male...
Ne sei sicuro? E' interessante questa cosa: il fatto che più ti maltratto e più ti attacchi a me...
Le leccai la pianta, lei mi fermò voltandomi verso l'alto, mi girai, mi mise un piede sulla bocca e poi mi dette una pedata dall'alto verso la faccia.
Adesso vediamo...stai fermo e metti le mani dietro la schiena!
Mi aveva sorpreso, non me la aspettavo, le obbedii timoroso, stette un istante ferma e poi iniziò a colpirmi ancora dall'alto verso il basso alternando entrambi i piedi, provai a ripararmi per evitare altri danni alla faccia, ma non smise e stetti fermo a ricevere pedate di pianta su di me, sperando solamente che smettesse in fretta.
Ti prego...-dissi, prendendo fiato durante una sua pausa.
Che cosa? Hai detto che ti piacciono i miei piedi, forse non ti piace ricevere pedate?
Non sono ancora in forma, dopo sabato...-dissi, muovendomi sotto di lei, per respirare.
Mi osservò dall'alto, sofferente sotto i suoi piedi.
Beh ma allora magari dovrei camminarti un po' addosso, così forse li apprezzeresti ancora di più, vero?
Non le risposi, non potevo evitare nulla che avesse deciso di fare, si alzò in piedi ed appoggiandosi al muro mi salì in faccia, un piede per volta, con tutto il suo peso.
Sentivo la faccia deformarsi sotto di lei, le dita che schiacciavano le orbite degli occhi, i talloni sulle guance, provai ad accarezzarle le caviglie per farle capire che non ce la facevo più, che il dolore era troppo sulla mia faccia ancora dolorante, ma lei stette ferma, spostando continuamente il suo peso da un piede all'altro, per mantenere l'equilibrio.
Reggendosi al muro, iniziò a ballarmi sulla faccia
Stai fermo, faccia in su!
Provai a stare fermo ma non riuscii a non reclinare il capo, lei mi dette delle pedate in modo che la faccia fosse sempre sotto i suoi piedi.
Ti ho detto di stare fermo! Sei resistito un intera serata sotto i piedi di Elisa, ora vedi di resistere sotto di me!
Le avrei voluto dire che in realtà avevo perso i sensi più volte e che avevo avuto un terribile mal di testa per giorni ma la danza sulla mia faccia divenne quasi una marcia, aprii gli occhi, non riuscivo a vedere bene, solo confusi momenti in cui la sua pianta scendeva verso di me, sentivo gusto di sangue in bocca, forse un dente aveva tagliato un labbro. Provai ancora a toccarle le caviglie, sembrava non dovesse scendere mai, mi dette un paio di calci alle mani, le braccia caddero di lato, lei le spostò in modo che le allargassi come a croce, mentre le piante dei suoi piedi continuavano a marciarmi in faccia.
Si girò, si mise dalla parte opposta, la schiena appoggiata al muro ed ebbi i suoi talloni negli occhi, continuò a ballarmi sulla faccia, mentre il dolore diventava forte negli occhi, iniziò a colpirmi sulle guance con tallonate, sentivo come se si stesse formando un livido sotto l'occhio destro.
Non scese per molto tempo, non so come resistetti senza svenire, non riuscii a calcolare il tempo in cui restò su di me, ma quando scese mi accorsi subito che ero completamente stordito.
Ti son piaciuti i miei piedi, vero? Ne vuoi ancora?
Non le risposi, aprii gli occhi, vedevo sfocata la pianta del suo piede sollevata sopra la mia faccia, mi colpì un paio di volte e poi si mise sul divano, appoggiando i piedi sul mio stomaco, mentre io restai fermo dove ero.
Su, dai, vieni a leccarmeli, sono tutti sudati....
Mi voltai faticosamente, non ce la facevo, aprii di nuovo gli occhi, glieli accarezzai e mi accorsi che la vedevo male, mi osservava da seduta.
Eh beh si, ti ho gonfiato un po'- disse, toccandomi il livido sotto l'occhio- spero che ti sia piaciuto, visto che ho intenzione di farlo spesso, stare sulla tua faccia migliora il mio equilibrio e poi un po' di ginnastica non fa altro che bene....
Non ci...vedo....
Oh beh, non è né la prima né sarà l'ultima volta, vero? Probabilmente sono più pesante di Elisa e sono stata su di te....beh...si...un bel po', eh eh!- disse, mettendomi un piede in faccia- però la lingua ti funziona, vero?
Spostò entrambi i suoi piedi sulla faccia, io iniziai a leccarglieli con ampie linguate sulla pianta, erano caldi e sudati per via del movimento, cercai d'istinto il suo odore tra le dita, lei se li massaggiò su di me.
Anche se non ci vedi, lecchi magnificamente... Ho fatto bene a scegliere te come schiavo, sei un ottimo leccapiedi. Anche Leila lo dice....e anche Valentina...magari dovrei invitarle più spesso a casa mia, a loro di certo piacerebbe....!
Non le dissi niente, continuai a leccarle i piedi, la vista mi tornò lentamente come sempre, nonostante il livido sotto l'occhio mi facesse male. Per tutto il pomeriggio mi tenne sotto di lei, leggendo e guardando la televisione, istigandomi con piccole pedate ogni volta che cercavo di prender fiato tra i suoi piedi, affinché continuassi a leccarglieli e massaggiarglieli.

Il giorno dopo, tornata finalmente la calma, temevo che volesse ripetere l'esperienza del giorno precedente, ma mi tenne sotto di lei tutta la giornata, indaffarata o semplicemente oziosa a guardare al televisione o leggere un libro, capii che era di nuovo sabato.
A metà pomeriggio suonarono alla porta.
Eccolo, finalmente, il mio leccapiedi preferito!
Leila entrò, mi voltai verso di lei.
Posso, vero?
Mara le fece cenno di si, si tolse le scarpe, aveva delle decolletè scure con tacco alto e si sedette sul divano, appoggiandomi i piedi nudi in faccia.
Sapevo cosa fare e iniziai a leccarle le piante dei piedi.
Allora ti sei ripreso dalle pedate di sabato scorso?- disse, massaggiandosi i piedi sulla mia faccia.
Non riuscivo a risponderle, i suoi piedi mi schiacciavano lasciandomi poco respiro, se ne accorse e spostò un piede per lasciarmi rispondere.
Si, abbastanza..-dissi, leccandola sotto le dita., pensavo ai segni che avevo su tutto il corpo e il mal di testa, forse per le pedate di Mara.
Però quel livido lì sabato non c'era...-disse, indicandoglielo a Mara col piede.
Gliel'ho fatto io ieri, ballandogli sulla faccia. Non so quanto ci sono stata su, devo aver perso il senso del tempo. Mi sono divertita, gli ho detto che lo farò spesso!
Ah, ah, grande! E poi non dovrebbe aver patito tanto, visto che l'altra sera ci abbiamo ballato su coi tacchi,...
No, no, e poi, detto tra di noi, sicuramente non sarà l'ultimo livido che gli farò.
Eh no, sicuro!- disse Leila, ridendo- ci metterò anche io del mio!
Mi guardò dall'alto, mi stava sorridendo, vedendomi all'opera sui suoi piedi.
Mi interruppe con una pedata, si spostò e si mise le scarpe.
Ti piacciono le mie scarpe nuove?- mi chiese, mettendosi in piedi.
Gliele guardai, erano decolletè simili ad altre che già aveva, ma erano molto eleganti nei suoi piedi nudi e le dissi di si.
Ora te le faccio guardare da vicino...
Mara si spostò e si sedette, tenendomi fermo con un piede sulla gola, Leila le indossò e me le appoggiò sulla faccia, il tacco molto vicino all'occhio sinistro.
Guarda quanto sono eleganti, il tacco è nuovo e forse taglia un po'- disse, piantandomelo nella guancia-...e che ne dici della suola un po' ruvida?
Iniziò a sfregarsela sulla mia faccia come se volesse pulirsela, mi lamentai per il dolore, si fermò e mi disse che dovevo pulirgliela, anche se era nuova.
Niente da fare, per quanto gli posso far male, evidentemente adora i miei tacchi- disse, notando che, nonostante tutto mi ero eccitato.
Il piede di Mara mi stava soffocando, lo alzò leggermente per farmi respirare un po', mentre Leila spostò il tacco mettendomelo di nuovo nella guancia, in breve tempo riuscì a lasciarmi un'impronta.
Suonarono alla porta, Mara si alzò, respirai finalmente libero ma rimasi alla mercè dei tacchi di Leila, la quale mi guardò appena dall'alto mentre, nonostante un po' di sangue, riprese ad affondare su di me i tacchi.
Non sentii chi era arrivato, Leila si tolse nel frattempo le scarpe, mi asciugò le lacrime e il poco sangue sotto le piante dei suoi piedi nudi, sentivo odore di sudore mentre il suo contatto mantenne viva l'eccitazione.
Mara tornò, mi fece alzare e mi misero il guinzaglio, Valentina ci attendeva, salimmo in auto, senza sapere dove mi avrebbero portato.


andybis
00venerdì 25 aprile 2014 11:57
Mara-it's shopping time

Ci fermammo ad un grande centro commerciale, Mara mi mise il guinzaglio, dicendomi che dovevo mettermi in ginocchio e procedere dietro di loro a quattro zampe.
Ma..padrona....non ho le ginocchiere...
Mi dette uno schiaffo, mostrandomi il pavimento.
Non importa, qua è vietato agli schiavetti di stare in piedi! Mettiti subito giù!
Hai già bisogno di essere stimolato?- mi disse Valentina, mostrandomi il frustino, io esitai un istante e lei mi dette subito due frustate sulla spalla.
Mi fece cenno ai suoi piedi, glieli baciai, aveva come Mara delle scarpe basse tipo ballerine ed era senza calze, la supplicai di non colpirmi, mentre Mara mi dette uno strattone col guinzaglio per farmi muovere.
Eravamo in un centro commerciale aperto, il sole era caldo ed avanzarono all'ombra, per fortuna il pavimento era liscio, ma bastarono tuttavia pochi metri perché le ginocchia iniziassero a far male.
Rallentai, Valentina mi guardò e non attese nemmeno un istante, iniziando a colpirmi con il frustino, prima sulle spalle e poi sulla schiena.
I colpi erano forti e continui, urlai per il dolore, cercando di sottrarmi alle sue frustate, Mara mi dette uno strattone con il guinzaglio per farmi riprendere a camminare.
Se non inizi a seguirci senza esitazioni, mi sa che non arriverai intero alla fine- disse Mara.
Proprio così: se ti fermi ogni istante, saremo costrette a frustarti a sangue e sotto questo sole non so se ti convenga....-rispose Valentina, un sorriso sadico sul suo bel viso.
Leila mi guardò, mi sembrava la più tranquilla delle tre, le osservai brevemente i piedi nudi nelle sue decolletè, improvvisamente mi dette uno schiaffo dietro la nuca.
Muoviti, sguardo ai miei piedi!
Iniziai a camminare a quattro zampe., lo sguardo era fisso ai piedi di Leila, questo sembrò darmi la forza qualche minuto fino a che si fermarono ad una vetrina. Mi voltai, notai che all'ingresso della boutique c'era uno zerbino umano, una cliente giovane con i tacchi alti ci era appena passata su, lui era immobilizzato a terra, era riuscito solamente a muovere i muscoli del torace per sperare di attutire il colpo, ma si vedeva che era evidentemente sofferente. Non ebbe nemmeno un istante per riprendersi che un'altra ragazza entrò, pulendosi le scarpe su di lui, il suo urlo fu soffocato da un'altra che, uscendo, le era passata sulla faccia.
Se non vi spiace, entro un istante- disse Leila, Valentina decise di accompagnarla, entrambe passarono sullo zerbino umano, distrattamente Leila lo ferì con il suo tacco mentre stava cercando di pulirsi le suole su di lui, ma non ci badò ed entrarono nel negozio.
Guardai Mara, accucciandomi ai suoi piedi, avevo già dei segni sulla schiena a causa del frustino di Valentina, le accarezzai il collo del piede, adorante, lei mi spinse giù ed iniziai a baciarglieli.
Niente, non abbiamo trovato nulla, i prezzi erano decisamente fuori portata- disse Leila, ripassando sullo zerbino umano, mentre un altro gruppo di ragazze con vari tipi di calzatura, una anche a piedi nudi, passarono su di lui.
Mi voltai dall'altra parte, la mia breve distrazione fu interrotta da un paio di frustate di Valentina, mentre Mara mi stava tirando. Arrivammo in una parte al sole, il pavimento era caldo e le ginocchia mi fecero ancora più male, cercai di non rallentare ma non riuscii ad evitare altre frustate da Valentina.
La schiena e le spalle, oltre le ginocchia iniziavano a fare davvero male, per fortuna si fermarono dinanzi ad un altra vetrina, era un negozio di scarpe, tramite la vetrina vedevo, dietro l'esposizione, il tappetino di prova calpestato da una cliente che stava provando un nuovo paia di sandali estivi.
Dai, stavolta entro io- disse Mara, Valentina le disse che l'avrebbe accompagnata e cedettero il guinzaglio e il frustino a Leila.
Mi accucciai ai suoi piedi, glieli baciai con vera adorazione, provai a sedermi un po' di lato per lasciare riposare le ginocchia, Leila mi guardò e mi dette un colpo di frustino.
No, no, mettiti subito in ginocchio, non puoi riposarti adesso....
Ti prego, non ho le ginocchiere...
Niente da fare, se non vuoi altre frustate, devi stare sulle ginocchia!
Mi rimisi in ginocchio, mi osservava con aria severa con il frustino in mano, per istinto abbassai lo sguardo e le guardai i piedi nudi dentro le sue decolletè col tacco. I tempi si stavano allungando, mi voltai in tempo per vedere Valentina che provava un paio di sandali estivi eleganti, affondando i tacchi sul corpo di un tappetino di prova che era completamente immobile, nonostante camminasse su di lui, mentre Mara era in piedi con le sue ballerine sulla faccia dello stesso tappetino.
Valentina le stava chiedendo consiglio, Mara scese e provò ad osservarla mentre camminava avanti ed indietro sopra il tappetino, non risparmiandone nemmeno un centimetro, poi scese, non convinta del paio di scarpe.
Guardai Leila, speravo si stesse distraendo e provai a sedermi di nuovo.
Senza ulteriori avvertimenti, Leila iniziò a colpirmi forte sulle spalle col frustino.
Ahia...ti prego....
Passò a colpirmi sulla schiena, guardandomi con aria severa, mi abbassai e, con le lacrime agli occhi le chiesi di smettere, baciandole i piedi.
Mi rimisi in ginocchio, le ginocchia facevano male, non riuscii a starci su e mi misi di nuovo di lato, provando a sottrarmi ai colpi di Leila, che, tenendomi col guinzaglio, iniziò a lasciarmi dei segni sulla schiena e sulle spalle.
Mara uscì, accompagnata da Valentina che le stava parlando.
....un vero peccato che fosse già privo di sensi, probabilmente è stato messo fuori combattimento da una delle commesse, forse si stava lamentando troppo....
Si, mi pare di aver visto una delle commesse in piedi sul suo collo, quando entravamo..
Mara notò che Leila mi stava frustando.
Che ha combinato?
Leila finalmente si fermò, spiegandole che mi ero seduto nonostante i suoi ordini, Mara si avvicinò e mi colpì forte con un paio di schiaffi
Mettiti subito in ginocchio! Ti conviene non farci arrabbiare tanto- disse, guardandomi- se no, non arrivi alla fine!
Esitai ancora, visto il dolore, Leila mi guardò, dette il frustino a Valentina che iniziò a colpirmi, mentre lei mi dette alcuni schiaffi a mano aperta.
Mi misi faticosamente in ginocchio, mi colpirono ancora e poi smisero, il guinzaglio passò a Leila.
Ora però camminerai in modo diverso- mi disse Mara- vero Leila?
Esatto. Camminerai a quattro zampe ma per punizione ora cammini baciandomi i piedi ad ogni passo, almeno fino alla prossima vetrina!
Mara mi salì sulla schiena, il suo peso mi schiacciava, rendendomi difficile muovermi, Leila tirò il guinzaglio ed io iniziai a baciarle i talloni e le caviglie passo dopo passo, vedendo ancora lontana la vetrina, barcollando per il peso di Mara sulla schiena.
Valentina iniziò a colpirmi con dei calci di lato, sbandai ma riuscii ad andare avanti, baciando ancora la caviglia di Leila davanti a me.
Lei si fermò, parlando con Mara, si voltò facendosi baciare le scarpe davanti e poi ripartì.
Ricominciarono i calci di Valentina, un calcio forte nello stomaco mi fece cadere a terra, Mara rischiò di cadere pure lei ma si alzò appena in tempo.
Alzati immediatamente!- mi disse, osservandomi dall'alto.
Mi dette alcuni calci sul fianco, Leila mi colpì con il tallone in faccia, mentre Valentina prese a frustarmi. Sanguinai dal naso per i colpi di tallone di Leila, sentivo anche che un paio di ferite sulla schiena facevano più male delle altre, ma i colpi non cessarono fino a che non mi rialzai.
Non mi guardarono nemmeno, avevo sanguinato poco, finalmente giungemmo alla successiva vetrina.
Avevano caldo, si sedettero su una panchina, indicandomi di mettermi come poggiapiedi.
Lamentandomi per il dolore alle ginocchia e alla schiena, mi misi giù, Leila si tolse le scarpe e iniziò a massaggiarsi i piedi nudi sudati sulla mia faccia, le guardai con terrore e adorazione il tallone che mi aveva colpito, mentre mi trovai i piedi nudi di Mara nelle mani pronti per il massaggio, Valentina invece tenne le scarpe appoggiandomi i piedi sulle palle.
Il massaggio di Leila sulla mia faccia fu piuttosto intenso, avevo la lingua fuori ma più volte sembrò volesse soffocarmi nel suo sudore, mentre Mara continuamente mi dava calci alle mani affinché non smettessi di massaggiarle i piedi. Per quanto non dovessi fermarmi con la lingua e le mani, per me si trattò di riposo, speravo che si fermassero un po' visto il caldo, il fresco pavimento diminuiva anche il dolore per le frustate ricevute ma dopo pochi minuti decisero di rialzarsi.
Mi rimisi in ginocchio, ma non si mossero dall'ombra.
Scusate..-disse Valentina.- devo andare un istante in bagno...
Penso sia laggiù, peccato non avere i soldi per affittare un TS....-disse Leila.
Già, vero...dovrò accontentarmi di un semplice cesso in porcellana...
Mi stavo voltando verso Mara per chiederle cosa si intendesse per TS, quando vidi un gruppo di sei-sette ragazze giovani, sembravano le classiche figlie di papà seguite da uno schiavetto al guinzaglio.
Era uno schiavetto come me, ma aveva le ginocchiere, una maglietta con il logo del centro commerciale ed aveva una specie di strana cosa in bocca.
Il gruppo si fermò proprio davanti a noi, una giovane biondina si avvicinò allo schiavetto.
E dai, che ti fermi di nuovo?- disse una del gruppo.
E che ti frega, lo abbiamo pagato e poi sapete che a me ogni cinque minuti scappa...
Seee, hai la vescica di un fringuello ahahah!
La ragazza che si era fermata, si mise in un angolo, sollevò la gonna corta, mise una gamba nuda a cavallo dello schiavo al guinzaglio e si liberò utilizzando la sua bocca.
Lo schiavo sembrò avere difficoltà ad assorbire tutto il liquido ma subito una delle ragazze del gruppo, guardandolo con indifferenza, si avvicinò per utilizzarlo allo stesso modo.
Dai, piss-stop? Ne approfittiamo tutte?
Ebbe da tutte mormorii di approvazione.
Mai capito come possano bersi tanta roba- disse una delle ragazze.
Ah, di sicuro non rischia la disidratazione con sto caldo ah ah!- le fece eco quella che si era appena liberata, mentre una terza stava già approfittando della bocca dello schiavo.
Spero che ti piaccia il thè alla pesca- disse un'altra del gruppo, bevendo con una cannuccia da una lattina- aspetta che mi entri in circolo e lo assaggerai anche tu!
Risero di gusto, mi voltai, avevo visto troppo, mi ritenni fortunato a non dover supplire a questo genere di esigenze di Mara e delle sue amiche, Valentina stava tornando.
Un giorno o l'altro ti educheremo anche per quello, così non dovrò andare in un bagno pubblico lercio come ho fatto adesso...
Mara la guardò, speravo che le dicesse qualcosa, ma non proferì parola e il suo silenzio mi preoccupò molto, mentre, lasciando il guinzaglio di nuovo a Leila, si accinse a darmi un paio di frustate per farmi partire.

Il caldo e la fatica iniziarono ad aver ragione di me, non sentivo più le ginocchia e la schiena, avevo molta sete ma, dopo quello cui avevo assistito, avevo paura di chiedere qualsiasi cosa.
Iniziai a rallentare, Valentina e Leila iniziarono a prendermi a frustate. alternandosi, Mara si fece baciare i piedi ad ogni passo, lasciando poi il guinzaglio a Valentina che decise che dovevo fare la stessa cosa. Mi presero a schiaffi, barcollavo ormai ad ogni passo, quando finalmente decisero di riposarsi di nuovo.
Si sedettero, mi buttai ai loro piedi, avevo moltissima sete, presi a leccare con foga i piedi nudi di Valentina sperando di riuscire a dissetarmi con il suo sudore e poi passai a quelli di Leila e di Mara, anch'essi molto sudati ma fu una vana illusione e quando partimmo, fatti pochi passi mi fermai, cadendo a terra. Guardai Leila dal basso, aveva lei in mano il frustino, sembrò esitare un istante ma poi iniziò a colpirmi con forza, mentre Valentina iniziò a darmi calci sul fianco e Mara mi dette un paio di pedate sulla faccia. Improvvisamente arrivò il buio....

No, la schiena guarirà, non è niente di preoccupante...
Mi ero svegliato all'ombra in uno stanzino poco illuminato, non capivo dove fossimo, mi voltai sulla destra e mi trovai i piedi nudi di Leila vicino a me, poco più in là una ragazza vestita da infermiera stava parlando.
Leila mi guardò, mi accarezzò con un piede sulla faccia, mentre stava ascoltando le parole dell'infermiera, sentivo un peso su di me, mi girai verso l'alto e vidi che Mara aveva i piedi appoggiati sul mio stomaco, mentre Valentina era alla mia sinistra, i suoi piedi sul mio braccio.
E' stato un semplice colpo di calore, ne vediamo tanti di questi giorni ed alcuni ci arrivano peggio di lui, senza contare poi quelli che ci arrivano a fine giornata dalle varie boutique del centro, tutti bucherellati e spesso in stato di incoscienza...
Ma è vero che vengono soffocati di proposito?-chiese Mara
Si, è una procedura che seguono, c'è una commessa in ogni negozio che ha appositamente quel compito nel caso inizino a lamentarsi troppo. Ma a volte sono ragazze giovani ed inesperte ed esagerano stando in piedi troppo a lungo sul collo e, soprattutto se è una cosa che lo schiavo subisce ogni giorno, il che non è infrequente, mi arrivano con danni più seri e non sempre riusciamo a recuperarli...
Iniziai a tremare per la crudeltà delle sue parole, Leila mi accarezzò sulla faccia con i piedi, provai ad alzarmi, urlai per il dolore alla schiena.
Per fortuna non è il suo caso, come vedete si è già ripreso. Vi consiglio però di farlo riposare ancora qualche minuto sul lettino, così che il gel riesca a guarire bene le ferite sulla schiena e sulle spalle.
Hai sentito? Stai giù! - disse Mara, spingendomi con un piede, mentre Leila mi appoggiò di nuovo i suoi piedi sulla faccia.
Grazie mille, infermiera...
E di che? E' il mio lavoro...ora vi saluto che di là ho un TS che è stato preso a calci perché ha avuto crisi di vomito...spero che non lo abbiano danneggiato troppo!
L'infermiera uscì, Leila spostò un po' i piedi dalla mia faccia per fare in modo che Mara mi potesse guardare negli occhi, mantenendone uno sul naso, giocando a soffocarmi e lasciarmi respirare con le sue dita.
Chissà cosa ci diresti se ti dicessi che stasera si va all'Istinct...adoreresti ancora cosi tanto i nostri piedi?- mi disse Mara.
La guardai allarmato, provai a risponderle ma Leila mi voltò e mi costrinse un piede in bocca, impedendomelo.
Succhiamelo bene, su su!
Valentina mi dette una pedata in testa, Leila mi tolse il piede dalla bocca e, voltandomi, trovai quello di Valentina da succhiare.
Si, mi piacerebbe andarci, ho proprio voglia di divertirmi con te sotto...mi piacerebbe avere una faccia su cui ballare tutta la sera...e magari da prendere a calci...
Iniziai a tremare, Mara mi guardò e risero.
E' un autentico peccato però che siano chiusi per ferie..
Già, chiusi per ferie ma stai certo che tra un paio di settimane torneremo...-disse Valentina.
Leila si mise le scarpe, punzecchiandomi sulla nuca con il suo tacco.
Li senti i miei tacchi?...-disse, Leila- sono certa che ti piacerebbe trovarti un po' sotto, vero?
Mi voltai, riuscendo solo a dire
No...i tacchi no...-prima che Valentina mi voltasse con forza di nuovo verso di lei e mi buttasse di nuovo il piede in bocca, provocandomi quasi un conato.
Oh si, invece...anche i tacchi...torneremo a divertirci tutte- disse Leila.
Succhiai ancora le dita dei piedi di Valentina e poi mi voltarono verso l'alto, Mara mi mise i piedi sulla faccia, coprendomela.
Chissà se stavolta ci sopravviverai o ti frusteremo o ti picchieremo troppo forte- disse, soffocandomi sotto di lei.
Mi voltò con una pedata verso i piedi di Valentina, glieli guardai piccoli, piacevoli alla vista ma incredibilmente crudeli, me li cacciò di nuovo in bocca.
Devo ricordarti la fine che ha fatto quello che avevo prima? Te la ricordi la sera al Wild, vero? Un vero peccato che lui non fosse così resistente....
Avevo visto che lo avevano calpestato a sangue, nessuna di loro si era fermata nonostante le sue condizioni e il fatto che non si muovesse più sotto di loro.
Forse tu sarai più resistente? O forse no?
Ma adesso non pensarci- mi disse Mara- su, rilassati adesso che puoi, perché prevedo un autunno per te lungo e per noi molto piacevole....goditi i nostri piedi nudi adesso, fino a che rimane caldo...
Mi coprirono con i loro piedi, ero stanco e dolorante e, nonostante le loro parole molto dure e la paura che si era fatta strada in me, non riuscii a non eccitarmi, annusando l'odore sotto le dita.
Pochi minuti dopo mi fecero alzare, ero stato reidratato e avevo ripreso un po' di forze, mi trascinarono verso l'auto e tornammo a casa.
Fecero cena a casa di Mara ma io, sfinito e schiacciato sotto i loro piedi, non riuscii a mangiare nulla. Senza ulteriori esitazioni, quando se ne andarono, Mara decise che era stanca, mi trascinò verso il suo letto e mi buttò ai suoi piedi, massaggiandoseli sulla mia faccia.
Tutta la notte dormii un sonno molto agitato e pieno di incubi. Il dolore su schiena e ginocchia mi teneva sveglio e quando mi addormentavo vedevo solo tacchi e piedi calpestarmi e ballarmi addosso. L'autunno era vicino...ed io speravo sarei sopravvissuto...
taikirb
00lunedì 28 aprile 2014 09:43
[SM=x829788] [SM=x829778]
theboogeyman0
00martedì 6 maggio 2014 16:16

Ora leggo gli ultimi aggiornamenti.

Per il momento grazie andy. [SM=g7474]

ttd
00mercoledì 7 maggio 2014 12:06
Bellissimo racconto!

P.S. Il piss-stop è geniale ahahah
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