Nuovo racconto: terapia d'urto

andybis
00martedì 14 febbraio 2012 16:56
Terapia d'urto.

Ma si può sapere che cosa è questa marea di idiozie?
Il cuore mi stava salendo in gola, battendo all'impazzata mentre la mia amica R. mi osservava con durezza.
Aveva detto che aveva urgente bisogno di parlarmi ed abitando abbastanza vicini, avevo deciso di correre subito da lei.
Qualche giorno prima le avevo spedito alcuni dei miei racconti, per la verità avevo iniziato a mandargli quelli un po' più soft tipo 'Notte di Helloween' ed infine avevo deciso di spedirle anche quelli un po' più duri tipo 'Rave Party' o 'L'ufficio di Giulia' e quindi tutta la serie di Mara.
Ora aveva la stampa di tutti i miei racconti in mano, pensai che forse avevo fatto un errore a mandarglieli, probabilmente non era ancora pronta a leggerli.
Lei sapeva del mio feticismo per i piedi femminili ma molto probabilmente non aveva immaginato fino a dove poteva arrivare la mia fantasia.
E allora cosa hai da dirmi su tutto questo?
Oddio, R, cerca di essere ragionevole, sono solamente fantasie, a volte possono sembrare prive di senso...
Non credo che siano solo fantasie prive di senso, se no non le avresti scritte! Ma tu davvero credi che ti piacerebbe vivere come uno dei protagonisti di questi racconti?
Beh forse no, non tutto a dire il vero...
Ah, non tutto, tu dici! E che cosa allora? Pensaci bene: tu parli di tappetini umani che vivono una vita di schiavitù ai piedi di una donna, ritieni veramente che se tu fossi il protagonista di uno dei tuoi racconti, avresti la possibilità di scegliere cosa ti piace e cosa no?
Beh se si prendesse alla lettera tutto quanto scrivo, forse direi di...no?
Ah ecco! Forse dovresti provare ad essere uno degli schiavetti per renderti conto che quasi sicuramente non è così bello come sembra...
Ma suvvia, non farla drammatica, tutto sommato sono solo fantasie e....
Solo fantasie? Forse dovresti finalmente uscire da questo tuo mondo di fantasie e provare a vivere la realtà. Ti piacerebbe davvero provare ad essere uno dei personaggi dei tuoi racconti?
Co...cosa vorresti dire?
Esattamente quello che ti ho detto. Ti lancio una sfida, voglio farti vivere qualche giorno come uno di questi schiavetti, sono sicura che dopo nemmeno un paio di giorni odierai anche solo sentir parlare di piedi.
Rimasi a bocca aperta. Non sapevo che cosa dire, non pensavo che avrebbe reagito in questo modo. Ero eccitato ma anche preoccupato da tutto quello che ciò avrebbe comportato. Abbassai lo sguardo ai suoi piedi, sembravano nudi in pantofole di casa non particolarmente eleganti. Li desideravo, da sempre.
E allora? Che cosa dici?
Ma...non so se veramente...
Lo sapevo. Hai paura a mettere in pratica cosa pensi di volere, vero?
No, non è così, il fatto è che...insomma...sii ragionevole, questa settimana ho mille cose da fare e...
Le solite scuse....Allora cosa dici? Si o no? E' questa la tua unica occasione per metterti dalla parte del protagonista dei tuoi racconti. Ti consiglio di non perderla, se lo vuoi veramente!
Ero sorpreso dalla sua irruenza, la guardai e in quell'istante la trovai tremendamente sexy, gli occhi scuri che mi fissavano duramente e abbassai nuovamente lo sguardo ai suoi piedi.
Se decidi di si, non hai altro da fare che baciarmi i piedi e dirmi che vuoi essere il mio schiavo da piedi per tutta la settimana.
Sentii di non aver alternative anche perché in quell'istante il mio cervello aveva lasciato le redini per le decisioni ad un altra parte del corpo al momento molto più irrorata di sangue: ero molto eccitato e non riuscivo a ragionare in modo chiaro.
Mi chinai e con devozione le baciai i piedi.
Si, ti prego, lo voglio: fammi diventare tuo schiavo da piedi per qualche giorno...
Ottimo, accetto. Vediamo quanto resisterai. Mettiti li che io torno subito.
Indicò una sedia a sdraio, restai indeciso che cosa fare in attesa del suo ritorno.
Siediti a terra, schiena contro la ringhiera del balcone.
Obbedii, lei prese lo sdraio e lo mise in modo che io fossi con la faccia dove sarebbero stati i suoi piedi. Avevo le pulsazioni a mille, sembrava un sogno che diventava realtà.
Prima di sedersi si avvicinò, vidi che in mano aveva delle manette.
Ma che cosa fai....?
Oh nulla, solo accertarmi che non ti muoverai da dove sei fino a che non lo vorrò io...
Ma non è necessario, io resterò qua...
Mi dette uno schiaffo che mi colse di sorpresa.
Non sei tu a decidere cosa è necessario e cosa no! Che cosa non ti è chiaro della parola 'schiavo'? Non vuol dire che devi obbedire in silenzio e basta?
Si, va bene, cioè...hai ragione...
Certo che si, scommetto che non hai ancora ben chiaro a cosa stai andando incontro...
Mi mise le manette al polso destro e le assicurò allo sdraio, quindi si sedette, prese un libro, si tolse le pantofole ed allungò i suoi piedi verso di me.
Avevo le piante dei suoi piedi nudi a pochi centimetri dalla faccia, le osservai con vivo desiderio, apparivano morbide e piacevoli.
Ora queste sono semplicemente le regole che dovrai seguire: ho bisogno di un lungo massaggio ai piedi e, visto che hai una mano legata, lo farai con la lingua a partire da adesso e per tutto il pomeriggio, fino a che non deciderò che è abbastanza. Passerai la tua lingua sulle piante dei miei piedi senza nessuna interruzione né distrazione, va bene?
Ma se...
Non interrompermi!- mi dette una pedata sulla faccia- Ti concederò due minuti di pausa ogni mezzora ed una pausa più lunga di cinque minuti passata la seconda ora, intesi?
Si, padrona, ma...
Un'altra pedata mi raggiunse sulla parte destra del viso.
Nessun ma...hai deciso tu spontaneamente di sederti li e di chiedermi di essere schiavo da piedi. Incomincia immediatamente a leccare e non interromperti se non te lo dirò io.
Alzò il libro e spinse ancor più verso di me i suoi piedi nudi. Appena i piedi mi toccarono la faccia, incominciai subito ad eccitarmi. Osservai le sue lisce piante, sentii un odore sudato e subito, chiudendo gli occhi, incominciai ad assaporare il gusto del suo sudore. Le baciai le piante e poi il dorso con profonda adorazione e quindi singolarmente ogni dito di entrambi i piedi. Era un sogno che si stava realizzando, pensai che in pochissimi istanti le cose avevano preso una piega del tutto imprevista e assolutamente piacevole.
Affondai il naso sotto le sue dita, baciandole ancora la pianta, sempre più eccitato e poi incominciai a leccare con passione. In pochi istanti arrivai vicinissimo all'esplodere, non volevo in quanto mi sarei vergognato tremendamente e allora provai a contenermi, traendo profondi respiri nei suoi piedi.
Che cos'hai che ti sento respirare con difficoltà....-disse osservandomi brevemente oltre il suo libro.
E' che....hai dei piedi bellissimi e....-cercai di calmarmi, per dissimulare la mia eccitazione.
E....finisci la frase...
E li trovo tremendamente eccitanti....
Benissimo, sono molto contenta. Continua pure a leccarmeli allora...
Ripresi a leccarle i piedi, la mia eccitazione tornò subito a farsi sentire dopo pochi istanti.
Lei mosse i suoi piedi, accarezzandomi naso e bocca e io le succhiai le dita e le baciai con devozione il dorso.
Persi cognizione del tempo, in quell'universo odoroso e piacevolissimo tra mille baci e leccate, finché mi annunciò che era passata la prima mezzora e che se avessi voluto, mi sarei potuto allontanare un paio di minuti da lei.
Non ci pensai minimamente e scelsi di rimanere li ai suoi piedi continuando a baciarglieli e a leccarglieli.
Mi annunciò la fine della pausa che in realtà non avevo fatto e continuai senza sosta nella mia opera di adorazione.
Alla successiva mezzora, pensai di prendere un po' di pausa e feci per allontanarmi da lei ma fui trattenuto dalle manette.
Scusa...non potresti...-dissi indicandole le manette.
Nemmeno per idea, due minuti sono pochissimi, ti conviene restare li, ma hai il permesso di allontanare lo sguardo dai miei piedi per un paio di minuti. Ti libererò dalle manette solo nella pausa lunga.
La guardai ancora stupito, non pensavo che dicesse sul serio ma, rimettendosi a leggere, capii che non avrei avuto nessuna deroga. Guardai oltre lei, mi soffermai brevemente sul libro che stava leggendo e poi guardai oltre verso l'alloggio e quindi nuovamente verso i suoi piedi che, bellissimi e nudi mi aspettavano. Quindi guarda verso l'alto, verso il cielo e il balcone dei vicini di sopra.
Mi accorsi di essere osservato.
In quello stesso momento una voce femminile rabbiosa.
Vieni dentro, idiota!
Sentii una porta sbattere e voci di litigio, soprattutto una voce femminile concitata e come dei colpi.
Non farci caso, litigano spesso quelli sopra...
Ma mi stava guardando...
Non importa, tanto probabilmente era lui che è mezzo scemo, sono giorni che non lo vedo in giro...
Ah capisco...
Ora voltati di nuovo verso di me e rimettiti al lavoro. Tieni sempre lo sguardo fisso ai miei piedi e non pensare ad altro!
Le detti un paio di baci al dorso del piede e poi mi rimisi al lavoro, mentre il litigio andò avanti ancora qualche istante e infine cessò di colpo.
Intanto la mia eccitazione stava svanendo pian piano mentre subentrava un po' di stanchezza e sentii dolori e fastidi alle articolazioni e alla cervicale.
I due minuti concessi successivamente furono poca cosa per potermi sgranchire la schiena, anche perché ero legato allo sdraio e passai un'altra mezzora di baci e leccate ai suoi piedi.
Finalmente arrivò la pausa lunga, spostò i suoi piedi dalla mia faccia, prese la chiave e mi liberò il polso dallo sdraio.
Sei libero ma non allontanarti troppo, mi raccomando...e non alzarti in piedi, ti voglio a quattro zampe!
Provai ad alzarmi per mettermi a quattro zampe ma sentii fitte alla schiena e alla cervicale. Faticai a muovermi ma poi finalmente riuscii a sgranchirmi le braccia e a guardare il mondo da una prospettiva differente che da sotto i suoi piedi.
Con lentezza e muovendo spalle e testa, andai in bagno camminando a quattro zampe e, sedutomi sulla tazza, mi presi la faccia tra le mani.
Riflettei che, anche se ero piuttosto stanco, era comunque un'esperienza piacevole e mi distrassi, cercando qualche cosa in mente che non fossero i suoi piedi. Faticai a pensare a qualcos'altro ma proprio in quel momento, R.mi chiamò dicendomi che la pausa era finita.
Mi alzai, tirai l'acqua e tornai da lei che stava continuando a leggere tranquillamente il libro.
Sai dove metterti, sbrigati!
Si, padrona.
Mi misi subito in posizione, mi legò nuovamente il polso e mi buttò in faccia i suoi piedi nudi. Mi dette un paio di pedate perché ero in ritardo e annunciò che non avrei più avuto altre pause per tutto il pomeriggio.

Passai tutto il pomeriggio in quella posizione, senza pause né respiro.
Ogni tanto cercavo di riposare la lingua con mille baci ma lei prese a massaggiarmi la faccia con i piedi, spalmandomi addosso a più riprese sudore e saliva,
Finalmente, molto più tardi, chiuse il libro e mi guardò, accarezzandomi il naso con un piede.
Ti sta piacendo?
Non...non pensavo fosse così...pesante...ma si mi sta piacendo...ho solo una gran sete.
Ottimo, sono contenta che ti piaccia perché la serata è appena all'inizio. Adesso cenerò mentre tu starai sotto la mia tavola, continuando a leccarmi i piedi, quindi guarderò la tv ed indovina cosa farai tu?
Ti...ti leccherò....
Esatto! Mi leccherai i piedi. Sono certa che da qui ad un paio di giorni ne avrai la nausea e mi chiederai pietà
Ma...posso avere un po' di acqua?
Certo che si, ma solo quello avrai da me oggi, a parte i miei piedi.
Mi dette da bere e passai la cena a leccarle i piedi e anche le successive ore mentre lei guardava la tv. Quando la lingua era secca le davo dei baci ma non allontanò mai i piedi dalla mia faccia per farmi respirare o concedermi pause.
Iniziavo a delirare, sembrava quasi che tutto il mio mondo fosse stato assorbito dai suoi piedi e che non fosse mai esistito altro.
Ogni volta che provavo a distrarmi, richiamava la mia attenzione con una pedata, non tollerava distrazione alcuna e voleva sentire sempre la mia lingua a contatto con la pianta dei suoi piedi.
A fine serata ero sinceramente sfinito.
Si mise a letto, concedendomi un paio di minuti in bagno e dell'acqua e volle ancora addormentarsi nel letto con me che ancora le leccavo i piedi. Disse che avrei dormito sul suo tappetino e che sarei stato a sua disposizione per tutta la notte. Caddi in un sonno profondo ma fui svegliato pochi minuti dopo dal suo piede che mi accarezzava la faccia.
Sali su, e continua ancora a leccare per un po', fino a che non mi addormento. Non riesco a dormire...
Leccai automaticamente e poi, sembratomi che si era addormenta, crollai di nuovo a terra
Non ancora, sali su e continua a leccare ancora un po'
Si addormentò finalmente ma fui risvegliato durante la notte molte volte.
Il giorno dopo mi sentivo uno straccio per aver dormito molto poco ma in breve mi trovai nuovamente a succhiarle i piedi.
Lo facevo ormai automaticamente senza passione ma a lei importava solo che non mi fermassi mai né che mi distraessi troppo da quel compito.
A fine pomeriggio suonarono alla porta.
Per la prima volta sembrava potessi avere qualche minuto di riposo, mi sgranchii la cervicale e poi vidi R. entrare con un'altra ragazza.
Nelle condizioni di confusione mentale in cui ero, non mi preoccupai nemmeno di alzarmi e R. si sedette nuovamente sullo sdraio porgendomi i piedi.
Dopo un po' sembrarono accorgersi di me e R. spostò i piedi dalla mia faccia.
Scusa, schiavetto, non ti ho presentato E. la mia vicina del piano di sopra, presto vi conoscerete meglio, ne sono certa
Pi...piacere...andy....
Si, ti conosco, ti ho già visto alcune volte da queste parti- disse E.- Ma è lui che devo allenare stanotte?
Esattamente, se non ti spiace...
No, affatto, anzi sai che mi diverto sempre molto. Magari ti porto giù G. per la notte
Grazie, sei davvero gentile
Per istinto abbassai lo sguardo ai piedi di E., sembravano molto belli, un 39 forse ma subito R. mi richiamò da questa distrazione.
Non seguii la loro conversazione e mi addormentai con la faccia sotto i piedi di R.
Mi svegliai con delle pedate, era R. che reclamava la mia lingua sui suoi piedi, E. non c'era più
Allora? Ti stanno ancora piacendo i miei piedi?- disse inserendomene uno in bocca.
F..fi..hai dei piedi..belliff...fimi...
Bene, e ti piacciono anche i piedi di E.?
F..fi...-dissi, mentre mi toglieva il piede dalla bocca.
Ottimo, sono contenta perchè stasera saranno i suoi piedi a tenerti compagnia, mentre io mi terrò qua il suo schiav...ehm..ragazzo...
Cenò come il giorno precedente, concedendomi solo acqua, mentre ancora le baciavo i piedi e poi guardando la tv ma verso le 22,30 suonarono alla porta.

Appena R. aprì, vidi che aveva con se, legato al guinzaglio una persona.
Aveva su di se molte ecchimosi e sembrava stentasse a stare anche solo a quattro zampe.
Baciò i piedi a R. e cadde sul pavimento.
Non dovrebbe darti noie, ma nel caso lo facesse, non esitare a punirlo...-disse E.
Grazie, ma penso lo utilizzerò solo come massaggia piedi durante la notte.
Oh se per quello vai tranquilla, reggerà anche tutta la notte, ha dormito quasi l'intera giornata, o, almeno, mi è sembrato come addormentato. Posso prendermi lui?
Io la guardai con vivo terrore. Mi sembrava pericolosa e volevo sperare che non fosse lei la causa delle condizioni del suo schiavo.
No, R, ti prego, non voglio...voglio finire qua l'esperimento...non...non penso che mi piaccia questa...questa vita, ti prego..-dissi, accucciandomi ai suoi piedi.
Ma come? Proprio ora che stai per coronare il tuo sogno? Lei ha bisogno di un tappetino per la notte, mica non vorrai privarla di questo piacere che ti chiede? Guarda che piedi che ha!
Glieli guardai, perfetti, smaltati, morbidi e sentii la mia eccitazione tornare.
Ma avevo paura.
Voglio...vorrei stare da te- dissi a R.- ti massaggerò i piedi io tutta la notte se vorrai...
Presi a baciarle con insistenza i piedi ma lei mi scacciò con una pedata.
No, grazie, questa sera ho già lui- disse, indicando G., steso vicino a lei- per cui ti tocca salire su da lei...
Si, certo ma non so se riesco...cioè...sono molto stanco...
Non mi interessa. Sei uno schiavo e quindi obbedisci!
Con poca convinzione mi staccai dai piedi di R. e tornai a guardare i piedi di E.
Non avevo nuovamente scelta e, baciandoglieli le dissi di si.
L'avevo detto, R, che hai scelto bene!- disse E.
Mi mise il collare, tenendomi a quattro zampe, la salutò, chiusero la porta e salimmo al suo alloggio.
spolverone
00martedì 14 febbraio 2012 18:04
bello, l'adorazione dei piedi è perfetta. Grazie
Noemi.80
00martedì 14 febbraio 2012 20:02
bellissimo bellissimo!!! mi è piaciuto un sacco!! [SM=x829789]

Belli i dialoghi.. anche il finale.. con quel "no ti prego!".

spero in un seguito dove lividi e dolori siano ben descritti [SM=x829771]
andybis
00mercoledì 15 febbraio 2012 17:02
Ma grazie mille per i commenti, in particolare Noemi80, il tuo commento è stato molto molto apprezzato. Cerco quando riesco di rendere un racconto il meno banale possibile ed anche i dialoghi cerco di renderli il più 'reale' possibile, cerco di immedesimarmi nella situazione...e mi piacerebbe viverla eccome!...A breve metterò giù il seguito e mi sa che qualche lividuccio ci scappa ehehe!


PS: mi spiace solo che, avendo linux, si perde nel copia-incolla la formattazione del testo. Ho provato ad editare ma essendo passate piu di 24h non me lo permette
servetto70
00mercoledì 15 febbraio 2012 17:19
[SM=x829811]
Andybis, non ho ancora finito di leggerlo ,me lo sto assaporando appieno, dialogo dopo dialogo, poco alla volta come si sorseggia un buon vino pregiato...

davvero molto bello [SM=x829788]
cuccioloindifeso
00sabato 18 febbraio 2012 09:43
BELLISSIMO LA TUA VENA è SEMPRE INESAURIBILE... GRAZIE
PS SCUSATE LA LUNGA ASSENZA MA SIAMO CRESCIUTI IN FAMIGLIA
andybis
00domenica 19 febbraio 2012 11:10
Grazie infinite e...auguri cuccioloindifeso per il nuovo/nuovi arrivati!
Ecco qua, di seguito la seconda parte del racconto, ce ne saranno altre due (o forse tre) in arrivo nei prossimi giorni! Spero che vi piacciano...e spero di leggere commenti, positivi o negativi che siano. [SM=x829779]


Terapia d'urto-2


La prima cosa che notai, giunto faticosamente nell'alloggio di E., era che era molto simile a quello di R. come disposizione ma il salone dove lei aveva la tv era molto differente.
Era dominato da una pedana coperta da un tappeto nero e due sbarre ai lati del tappeto poste a circa un metro di distanza ed un metro e mezzo d'altezza. Mi disse che dovevo stendermi lì e di aspettarla qualche istante che sarebbe tornata subito.
Andò a cambiarsi e tornò che era vestita meno di prima.
Era una ragazza molto bella, snella ma non troppo, con uno splendido fisico e lunghe gambe.
Aveva dei pantaloncini corti bianchi e una maglietta blu, sembrava quasi una divisa che le donava moltissimo, visto che aveva i capelli lunghi di color castano.
Io avevo esitato a stendermi dove mi aveva indicato, lei mi venne vicino e mi appioppò un paio di forti pedate in faccia.
Mi lamentai, stupito di tanta violenza, non capii perché mi aveva colpito in faccia.
-Mi ha detto R. che ti piacciono i piedi in faccia, Vai tranquillo che questa sera ne avrai in abbondanza, forse fin troppo per i tuoi gusti!
Mi massaggiai la faccia ma me ne dette ancora una.
-Mettiti li, immediatamente!
Mi sdraiai velocemente dove mi aveva detto, notai che si era presa un I-pod e se lo era assicurato alla cintola.
Appena steso mi saltò a piè pari sullo stomaco, non ero pronto ed esalai con violenza il fiato che avevo nei polmoni.
-Questa sera coronerai il sogno di essere un tappetino da ballo, non sei contento?
-Mhmhmh...gggg...
-Su, levati la maglietta che così ti sento meglio sotto!
Si spostò da me, con fatica mi alzai di quel poco che serviva perché mi togliessi la maglietta e poi con una pedata mi ributtò giù.
-Una sola unica regola mentre ballerò su di te, ascoltando questo I-Pod. Non ti muovere, non provare nemmeno un istante a sottrarti ai miei piedi. Se lo farai, ti farò conoscere la parte cattiva di me, quella che G. conosce meglio di tutte,
Salì su di me nuovamente, pensai di poterla reggere e spostò un piede sulla mia faccia.
-Per il resto li sotto puoi fare quello che vuoi, puoi anche dormire semmai ci riesci, fai quello che ti pare, ma non provare a sottrarti ai miei piedi, chiaro?
-S...si...padrona...
Accese l'i-pod, sentivo una musica forte forse techno, abbassò le luci ed incominciò a ballare su di me.
All'inizio mi parve leggera, mi sembrava di poterla reggere abbastanza facilmente, forse anche lei stava testando il mio corpo e i suoi piedi bellissimi iniziarono perfino ad eccitarmi.
Adoravo quando me li passava sulla faccia quasi accarezzandomi e poi su tutto il corpo, sentivo il suo odore leggero e ammiravo la pianta liscia e morbida.
Poi però iniziai a sentire un po' di dolore, le sue carezze mi sembravano più ruvide e lo sfregamento dei suoi pur morbidi piedi sul mio torace iniziò a farmi male, vedevo che il torace si stava arrossando.
Iniziai a contorcermi debolmente, quasi sperando che non andasse ad insistere sempre sugli stessi punti ma, in breve tempo, tutto il torace divenne arrossato e iniziò a bruciare.
Non si fermò e continuò a ballare su di me, senza fermarsi.
Iniziai a lamentarmi, sperando che almeno si spostasse su altre parti del corpo ma continuò a spingere e poi a battere con i piedi sul torace.
Le accarezzai i piedi per farle capire che avevo male ma mi scalciò le mani e continuò a ballare con sempre maggiore forza.
Dopo pochi istanti il dolore iniziò ad essere sempre meno sopportabile, provai ancora a toccarle i piedi ma non si spostò così provai a mettermi di lato e lei scivolò , scendendo sul tappeto.
Subito mi dette un paio di forti pedate nello stomaco e spense l-pod.
-Ti avevo avvertito di non sottrarti da sotto di me. Questa sarà l'unica volta che te lo dico, ma se insisti andremo di là e conoscerai cosa vuol dire il dolore, anche se ho promesso a R. di non farti troppo male
-No...ti prego...fai male....solo sul torace...
Stette un secondo e poi disse, con tono completamente diverso:
-Ah già, scusa, cavoli, il torace...ma come ho potuto fare una cosa del genere!....
Sembrava quasi dispiaciuta.
-Ma come ho fatto a dimenticarmene subito?...R. mi aveva detto che ti piace essere calpestato sulla faccia ed io ti stavo massacrando il torace...Scusami tanto, rimediamo subito, attendimi un istante che torno subito da te!
Ebbi seriamente paura, provai a calmarmi nei pochi istanti concessi ma lei tornò in meno di un minuto.
Mi immobilizzò completamente la testa dentro una sorta di scatola, da cui sporgeva solo la mia faccia. Legò i miei polsi ai lati della scatola per immobilizzarmi e quindi si alzò in piedi e salì nuovamente su di me.
Con fare leggermente insicuro provò a tastarmi la faccia, sentii la sua pianta un po' fredda e sudata, poi accese l'I-pod e incominciò nuovamente a ballare ma usando la mia faccia come pista da ballo.
La sensazione con lei sopra la mia faccia era molto più forte, mi eccitai subito per essere sotto dei piedi così morbidi e lisci, aveva un 39 che copriva completamente la faccia ma altrettanto rapidamente sopravvenne il dolore, quando lei iniziò a muoversi e a ballare con più forza.
Sentivo il sangue in bocca, i denti che premevano contro le labbra, schiacciate dai suoi piedi, il naso che iniziava a far male.
Iniziai a lacrimare, aveva messo prima le dita e poi il tallone in entrambi gli occhi o per caso o per divertimento e poi iniziai a piangere, cercando con la forza di tenermi legato alla coscienza che, pedata dopo pedata, sentivo scivolare via.
Mi sembrò di iniziare ad impazzire in questo incredibile susseguirsi di luce e buio, cercai di muovermi ma la faccia e le mani erano completamente immobilizzate e desistetti subito.
Iniziai a sperare che esaurisse la sua energia ma non sembrava disposta a fare nessuna pausa e dopo altre pedate, mentre ormai il dolore era dappertutto, mi arresi e scivolai in una sorta di sonno o di torpore.
Per qualche istante non sentii nulla ma poi mi risvegliai violentemente, lei era scesa a ballare nuovamente sul torace e sentii affondare con forza le dita dei piedi dentro il mio stomaco non protetto dai muscoli ma, quando tornò a ballarmi sulla faccia, caddi nuovamente in quello strano torpore di prima.
Mi svegliai innumerevoli volte, ma ebbi solo deboli lampi di coscienza, non capivo se dormivo sfinito per la precedente notte insonne o per lei che mi ballava sulla faccia, sentivo solo dolore e mi sembrava di uscir di senno.
Mi risvegliai pieno di dolore ovunque solo molto più tardi.
Le mani erano legate davanti ma la testa era libera dalla scatola.
Sentivo un peso su di me, era lei che si era addormentata e i suoi piedi dalla faccia erano scivolati accanto.
Ero girato verso di lei e nonostante quello che mi aveva fatto, non riuscii a resistere alla tentazione di baciare i suoi piedi, che erano davvero belli.
Sembrò quasi destarsi e mi ributtò in faccia i piedi.
Subito scivolarono di nuovo per il sudore ma questa volta uno scivolò sulla gola e lì si fermò.
Iniziai a soffocare ma non riuscivo a muovermi, le mani erano ferme e legate.
Deglutii ma il piede iniziò a schiacciare e a farmi mancare l'aria. Le pulsazioni aumentarono, mi mossi un po' e poi un po' più violentemente. Provai a svegliarla leccandole l'altro piedi e finalmente, in una sorta di dormiveglia, alzò i suoi piedi, respirai ma me li buttò con forza in faccia, rischiando di rompermi il naso.
Presero nuovamente a scivolare sul collo ed io a soffocare. Cercai di muovermi e dopo alcuni tentativi, quando stavo già desistendo, mi liberò il respiro.
Avevo seriamente paura e decisi che dovevo restar sveglio per evitare di soffocare.
Il sonno era tanto, la coscienza andava e veniva ma provai a far di tutto per restare sveglio per paura che mi soffocasse senza accorgersene.
Lentamente in questo continuo dormiveglia, arrivò il mattino. Lei si svegliò, si alzò dalla sedia sdraio, mi liberò le mani e io ripresi a respirare regolarmente.
Mi massaggiai la faccia, avevo davvero male, intensi brividi di freddo e di dolore e, sfinito, caddi addormentato.
Dopo pochi istanti suonarono alla porta.
E. andò ad aprire, sentii che parlava brevemente con R. ma non capii assolutamente nulla di quello che si dissero e chiusi nuovamente gli occhi, sperando di riposare.
Improvvisamente aprirono le tapparelle e le prime luci del mattino inondarono l'appartamento.
Aprii nuovamente gli occhi e la prima cosa che vidi con chiarezza furono le piante dei piedi di R.
Me li trovai subito in faccia ma appena me li appoggiò gridai per il dolore.
-E' strano che urli- disse E.- E' rimasto fermo e glieli ho tenuti in faccia tutta la notte, Forse però potrei aver esagerato a batterlo, ma appena scendevo sul torace, urlava ed allora, per evitare che facesse rumore, risalivo sulla faccia....
-Hai fatto benissimo, sento che sotto i piedi la sua faccia scotta. Non mi pare che tu gli abbia rotto nulla ma è ovvio che qualche livido ce l'ha, dev'essere per quello che ha gridato non appena gli ho appoggiato i piedi in faccia.
-Eh sicuro di si.
R. spostò i suoi piedi, tenendomeli comunque vicino.
-E per quanto riguarda G., come si è comportato?- chiese E.
Benissimo, mi ha massaggiato i piedi tutta la notte ed io ho dormito d'incanto!...
-Ottimo, è un bravo schiavetto, quando non mi fa arrabbiare, il che capita spesso, ultimamente!
E. si assentò, doveva cambiarsi d'abito per poi aiutate R. a portarmi giù nel suo alloggio.
R. mi osservò, avevo i suoi piedi vicini, mi girai verso di lei.
-Spero che stanotte tu ti sia divertito...
Non le risposi ma allungai la mano per accarezzarle i piedi nudi.
-Mi senti? Ho detto che spero che stanotte tu ti sia divertito...non volevi essere pista da ballo per una sera? Era il tuo sogno, vero?
Le continuai ad accarezzare i piedi e riuscii a dirle solamente: --Via...ti prego...via...
R. sorrise, alzò un piede e me lo mise in faccia, sentendo nuovamente i miei lamenti,
-Forse non hai capito che essere un vero schiavo da piedi, può a volte essere molto doloroso...
Le leccai i piedi fino a che non tornò E, che la aiutò a farmi alzare.
Osservai brevemente per la prima volta il mio torace arrossato e pieno di tantissimi piccoli lividi. Barcollavo paurosamente, come se fossi ubriaco anche a muovermi a quattro zampe.
Con fatica, sentendo ad ogni passo il dolore sul torace e sulla faccia, arrivammo di sotto.
Mi fecero stendere sotto lo sdraio cui aveva tolto l'appoggia piedi, notai a mala pena G. a terra, che era molto stanco per la nottata da R. ed ebbi uno strano pensiero, volevo sapere assolutamente cosa aveva fatto durante la notte ma fu un pensiero che svanì subito.
Distrattamente E. mi porse i piedi a baciare, poi scivolai subito in un sonno profondo. Tornò solamente R. che mi appoggiò addosso i suoi piedi.
Io trovai una posizione laterale dove sentivo meno dolore e, con un piede di R. davanti alla faccia ed uno sulla testa, mi addormentai pur in un sonno spesso interrotto per i mille movimenti dei piedi di R. su di me.

Mi svegliai più tardi con una nuova sensazione di freddo, R. si era alzata e non mi utilizzava più come appoggia piedi.
Mi comparve nuovamente davanti dopo pochi istanti, avevo lo sguardo alle sue caviglie a i suoi piedi.
-Vedo che ti piace rinunciare alle piccole pause che ti lascio, non hai nemmeno da andare in bagno? Mi fa piacere se non riesci a rinunciare a stare un secondo senza i miei piedi...
-No...non so.....non mi sento per niente bene....ho forse...febbre...e brividi...
Provò a tastarmi la fronte con un piede.
-Si, scotti, forse hai febbre ma questo non ti esenta certo dai tuoi doveri. E' ora di pranzo e il tuo posto è sotto il tavolo...
-Non...non riesco...
Le accarezzai i piedi.
-Ma...non...vedi come sono...ridotto? Son quasi tre giorni che....non ho niente cibo e...non dormo e...poi piedi...solo piedi....e niente altro che piedi...
-Dovresti essere contento allora, visto che ti piacciono i piedi, E poi non è vero che non dormi, prima mi sembrava che dormissi...
-No, non sono riuscito, ti muovevi di continuo...
-E che volevi, che stessi ferma solo per farti dormire?
-Non so...ma...ti prego...voglio....smettere...
Cambiò voce, tolse il piede dalla infradito e si fece sensuale.
-Smettere? Ma come smettere...Mica mi dirai per caso che non ti piacciono più i miei piedi?
Avvicinò il piede quel tanto che ne percepii l'odore, mostrandomi bene la pianta e le dita.
-Guardali bene, non mi dirai che non li vuoi più? Sentine l'aroma, anche loro vogliono te...
Nonostante le mie condizioni, una vampata di eccitazione si fece strada in me e sentii che li desideravo moltissimo, nonostante tutto.
Come un automa strisciai verso di lei, incurante delle fitte di dolore e allungai la lingua sotto le sue dita.
-Ah, ecco, volevo ben dire eh? Allora ti piacciono ancora i miei piedi...
-Si....padrona...
-Benissimo...Allora vieni subito di là sotto il tavolo!
Mi mossi con fatica, mi sdraiai e per l'ennesima volta non assaggiai nulla se non i suoi piedi.
Passai buona parte del pomeriggio tra sonno e veglia, mentre lei, sempre leggendo, giocava con la mia bocca e la mia faccia.
Vagai nel sogno in una specie di limbo molto strana, mi perdevo continuamente tra ciò che sognavo e ciò che era veramente, sentivo il suo piede in bocca e le dita che quasi mi soffocavano, mi svegliavo ma poi tornavo a dormire e sentivo la mia lingua lavorare tra le sue dita.
In realtà non dormii veramente, mi svegliava di continuo come anche al mattino, continuava a chiedere attenzioni ai suoi piedi in ogni istante ma non appena stava un po' ferma, crollavo nel sonno.

Mi svegliai definitivamente qualche ora dopo, quando finalmente spostò i piedi dalla mia faccia.
Avevo un forte mal di testa, senza contare il dolore ovunque per il calpestamento della notte precedente, la testa ondeggiava ai piedi dello sdraio e lei, vicina ma con le gambe piegate mi stava osservando.
Le guardavo i piedi confusamente, quasi chiedendomi perché non fossero su di me, volevo allungare le mani ma erano come al solito legate alla gamba dello sdraio.
-E allora stanotte la vuoi di nuovo passare con E.?
Alzai lo sguardo faticando un po' a metterla a fuoco.
-No...no...non più, ti prego....
-Beh però invece a me piacerebbe l'idea, sai? G. è bravo davvero. Sembra malmesso ma in realtà ha retto quasi tutta la notte con me...
Di nuovo quella strana sensazione come di gelosia...
-Sai, ha massaggiato e leccato quasi di continuo e le pochissime volte che mi sono svegliata, era all'opera ai miei piedi...magari stasera me lo faccio di nuovo prestare...
-No...no...io...io voglio...
-Che cosa....io....finisci la frase che non ti capisco...
-Io...io...piedi...io...
-Che cosa vuoi? Non capisco...
-Io...voglio i tuoi piedi, ti prego...
Cioè pensi di riuscire a sostenere i ritmi di G.?
-Si, si io...lecco....
Non credo, mi sembri abbastanza sfinito. Se vai di sopra, E. ti allena di nuovo un po'....
-No...ti prego...voglio...voglio i tuoi piedi...tutta la notte...e anche adesso...
-Ma sei davvero insaziabile!- disse e mi buttò di nuovo addosso i piedi- Bravo, è così che ti voglio. Anche se stasera dovrò insistere che mangi un po' che non puoi vivere di solo piedi, non ti pare?
Non la sentii, ero preso dalla frenesia di leccarle i piedi senza sosta, non capivo il perché ma solo che dovevo farlo e lei lasciò fare, rilassandosi nuovamente.
-E' incredibile- disse- Aveva ragione E: più li maltratti, più ti adorano!
Non la ascoltai, si fece leccare ancora fino all'ora di cena in cui mi concesse finalmente del cibo e delle vitamine in pillole, poi la solita tv e poi l'ora di dormire.
Quella sera detti il meglio di me, mi sentivo quasi ristabilito, sentivo che dovevo far meglio di G., che non dovevo fermarmi e lei lasciò fare, dormendo beatamente tutta la notte.
cuccioloindifeso
00lunedì 20 febbraio 2012 14:55
sempre bellissimo..... bravo
pingone.
00lunedì 20 febbraio 2012 15:57
continua perfavore
andybis
00martedì 21 febbraio 2012 17:38
Terza parte!
Grazie infinite per i vostri commenti!


Terapia d'urto-3

La mattina successiva si svegliò di eccellente umore, avevo passato buona parte della notte a massaggiarle e a leccarle i piedi, alternando quasi di continuo mani e lingua e lei mi aveva lasciato una piccola lucina per poterli vedere e massaggiare meglio.
Mi ringraziò, mi fece stendere e poi mi salì sul torace per stirarsi, sbadigliando.
Era la prima volta che sentivo il suo peso su di me, ero abbastanza distrutto e cercai di muovermi per respirare meglio ma lei mi schiacciò il torace guardandomi dall'alto finché non decise di scendere.
Fece colazione con me accucciato sotto al tavolo e subito dopo colazione, venne E. a trovarla.
D'istinto mi strinsi ai piedi di R. prendendo a baciarglieli, avevo paura di lei.
E. mi osservò, ridendo.
-E allora come sta andando la prova del tuo nuovo lecca piedi?
-Molto bene, direi. Sono tre giorni che vive costantemente al servizio dei miei piedi e sembra non averne mai abbastanza!
-Eh, te lo avevo detto che avevi scelto bene! Sto uscendo a far compere, ti serve qualcosa?
-No, a dire il vero ho quasi tutto. Magari compra solo delle vitamine per lui che se mi dimentico un giorno di dargli da mangiare, almeno che non mi vada a deperire troppo.
-Ti preoccupi sempre troppo. G. mangia molto di rado, dice che non ha mai fame...o almeno era quello che diceva, l'ultima volta che ha detto qualcosa...
Risero di gusto.
-Eppure, nonostante tutto- aggiunse R.- G. è sempre valido come leccapiedi. L'altra sera non ha fatto quasi soste anche se devo ammettere che stanotte mi sa che lui l'ha superato!
Mi sentivo felice per il complimento, continuai a baciarle con ancor maggiore devozione i piedi.
-Bene allora magari mi presti lui un giorno di questi, che lo tengo su a farmi massaggiare un po' i piedi
-Quando vuoi non hai che da chiedere...
-Vedremo, un giorno di questi...
Mi strinsi a R., E, mi porse il piede che dovetti baciare, poi salutò R. ed uscì.
Trassi un sospiro di sollievo e poi, baciandole i piedi, sentii che volevo chiederle qualcosa,
-Pa....padrona?
-Dimmi, schiavetto
-Ma...quando...quanto...qua...
Ero confuso.
-Su, con calma una frase per volta...
-Quando...cioè...
Scossi la testa, le ore mancanti di sonno si stavano facendo sentire.
-Non riesco a dire cosa voglio...da quando...cioè quanto...
-Non riesci ad esprimere cosa vuoi dire? Beh, allora leccami i piedi e quando ti viene me lo dici, d'accordo?
Mi abbassai sotto di lei e ritrovai le nude piante da leccare.
Odoravano leggermente e in breve il mio universo fu assorbito dai suoi piedi e dimenticai tutto il resto.
Quando ci spostammo di nuovo verso lo sdraio, questa volta al sole perché voleva farsi un po' di tintarella, ebbi di nuovo un lampo come se le dovessi chiedere qualcosa.
-Padrona....
-Dimmi....ti è venuto in mente cosa volevi chiedermi?
-Si....quando...quanto tempo...cioè...quanti giorni sono passati da che...da che sono al tuo servizio?
-Come, non te lo ricordi?
-No...sono un po' confuso...
-Questo è il tuo quarto giorno di schiavitù ai miei piedi!
-Non...non pensavo che fossero solo...cioè...pensavo molto molto di più.
-Ma cosa dici? Sono stati solo quattro giorni...
-Mi...mi sento come se fossero passati mesi...sono stanchissimo...
Mi osservò per la prima volta quasi con compassione, per una volta non mi aveva messo i piedi addosso ma mi guardava negli occhi.
-Sei forse un po' stanco ma sei contento, vero? Sei felice di questa nuova vita?
Sembrava sinceramente preoccupata che la cosa mi piacesse. Abbassai lo sguardo ai suoi piedi e poi tornai a guardarla negli occhi.
-Non...non lo so...a volte sento che tutto è troppo...
-Ma a te piacciono i miei piedi, vero?
-Si...mi piacciono...molto...-abbassai lo sguardo verso le sue dita, che erano a pochi centimetri da me.
-Allora,via, non ti fare mai troppe domande e goditi ogni minuto mentre sei al mio servizio...
Mi rimise i piedi sulla faccia ed io aspirai con forza e leccai il suo odore.
-Pa...padrona...posso...posso...
Spostò via i piedi di pochi centimetri, faticai a trovare la concentrazione ma lei decise di attendere qualche istante, mostrando un po' di impazienza..
-Cosa vuoi ancora?
-Volevo ancora chiedere...se posso...potrò mai riposare?
-Certo che si, quando non avrò bisogno di te...
-Ma stasera non so se riuscirò come ieri..cioè...
-Eh, stasera, stasera......prima che sia stasera la tua lingua ne avrà fatti di chilometri sui miei piedi e vedremo come sarai messo! Dai, su, comincia a leccare...
-Ma...adesso...sono sfinito e...
-E cosa mi importa: adesso ho bisogno di te. Tu sai cosa devi fare, vero, mentre prendo il sole?
-S..si...penso di si...
-E che cosa?
-Devo...devo....leccarti i piedi...vero?
-Esattamente! E allora mica puoi riposarti, non trovi? Ma è una cosa che vuoi anche te, vero?- disse mostrandomi le piante nude e morbide, accarezzandosele con le mani, in modo sensuale.
-Io....io...penso di si...io voglio...
-Che cosa vuoi?
-Io non so...cosa voglio...
-Vuoi riposare o vuoi i miei piedi?
Mi persi nel desiderio delle sue piante. Ero nuovamente eccitato.
-Io...io voglio...io voglio i tuoi piedi...per favore....
Mi buttò nuovamente i piedi in faccia.
-Eccoti accontentato!
Io vi affondai di nuovo la faccia e la riempii di baci e di leccate.
Ero ancora lì qualche ora dopo, quando tornò E.
Sentii che parlavano e, guardandomi si stupì di vedermi ancora così pieno di energia.
-Quanto pensi che possa durare così?
-Oh, guarda non ne ho idea....ma spero che mi finisca la settimana, sembra infaticabile!
-Brava, ottimo, usalo che son curiosa anche io di vedere quanto resiste!
Io mi smarrii nuovamente nel mio personale universo dei piedi di R., non le ascoltai e passai nuovamente l'intera giornata in quell'occupazione, senza quasi nessuna interruzione.
Mi usò di nuovo anche di notte, per tutta la notte ma non riuscii a non fare molte più pause e fui assai meno attivo della notte precedente.


Esaurii completamente le forze il venerdì pomeriggio.
La mancanza di sonno, il caldo del sole e la pressoché totale assenza di pause, ebbero ragione di me verso il tardo pomeriggio dopo un'altra lunghissima giornata di leccate ai suoi piedi.
Era un compito che facevo oramai senza passione, automaticamente ma lei non mi lasciava comunque nessuna pausa né distrazione.
Non mi aveva legato le mani allo sdraio e si era addormentata al sole con, naturalmente, i suoi piedi ben piantati sulla mia faccia.
Avrei potuto riposare anche io ma temevo che se mi fossi fermato, si sarebbe arrabbiata per cui, anche se debolmente, avevo continuato a leccare.
All'improvviso mi sentii scivolare, mi sentivo come divenuto di pastafrolla, mi sembrava di svenire.
Restai cosciente ma scivolai lentamente a terra sotto il suo sdraio e restai con lo sguardo fisso in alto verso le piante dei suoi piedi.
Avrei dovuto alzarmi e rimettermi a leccarle, ma non riuscii a muovermi.
Si svegliò qualche minuto più tardi.
-E ora...dove diavolo sei?
Si sporse, non trovandomi subito dove avrei dovuto essere.
Mi vide steso sotto allo sdraio.
-Ma chi ti ha detto di riposare? Torna immediatamente su e rincomincia a leccare!
Non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo, le guardavo le piante dei piedi, sapevo che avrei dovuto baciarle ma erano troppo lontane. Spostò lo sdraio e mi dette un paio di forti pedate sul fianco.
-Forza, alzati che non è ora di riposarsi!
Non mi spostai e mi arrivarono due forti pedate sempre sul fianco ma non mi mossi.
-Ti ho detto di alzarti e continuare a leccare!
Mi osservò meglio, immobile e quindi sembrò calmarsi.
-Oh mio Dio, mi sa che sei completamente bollito...
Chiusi gli occhi.

Li riaprii qualche istante più tardi, sentivo un peso sullo stomaco e vidi che c'era E. che, da seduta, aveva appoggiato i suoi piedi su di me. C'era anche R. con le piante dei piedi in bellavista vicino alla mia faccia.
E. si accorse che ero sveglio.
-R., sto coso si è svegliato!
R. spostò i piedi da vicino a me e mi guardò.
-Ehi, tu li sotto, come va?
Provai a formulare una risposta ma non mi uscì nulla di sensato.
-Mi sa che è stato il caldo....o forse lo hai solo consumato forza ad usarlo...- disse E.
-Può darsi, forse l'ho usato un po' troppo...ma che peccato, speravo quasi che mi terminasse la settimana e poi magari mi facesse senza soste anche la prossima che sono in ferie....
-Ma dai...mica è già da buttare! E' sufficiente che lo tieni li sotto fino a che non si riprende.
-Ma è meno divertente...e stanotte chi mi massaggia i piedi?
-Oh, non preoccuparti, secondo me si riprende abbastanza in fretta. E poi sei tu la padrona, se lo metti sotto, non potrà sottrarsi. Scommetto che se gli dai un ordine, lo esegue .Prova un po' a vedere...
R. mi spostò un piede all'altezza della faccia.
-Schiavetto, se ce la fai, leccami i piedi....
Io aprii la bocca e debolmente, vincendo a fatica l'inerzia, le leccai la pianta.
-Vedi? Devi solo lasciarlo riposare un po' e vedrai che ti torna come nuovo! Magari dagli delle vitamine e per qualche minuto fagli riposare la lingua...
-Beh forse è meglio....Grazie, mi sei stata davvero d'aiuto, temevo di averlo già rotto...
-Ma figurati! Sai quanti anni sono che ho G.? Saranno tre anni il mese prossimo ed io lo utilizzo molto più duramente di te. Mica lo uso solo come lecca piedi ma anche come tappetino e per allenarmi nel kick-boxing.
I piedi di R. tornarono sulla mia faccia, me li appoggiò, li sentii molto pesanti e tornai a vagare nell'universo odoroso dei suoi piedi, senza pensare più a niente altro....
Non sentii più nulla né riuscii a fare molto durante tutto il resto della giornata.
A più riprese durante la serata R. mi dette in mano i piedi perché glieli massaggiassi e provò a massaggiarseli sensualmente sulla mia faccia per invogliarmi a tirare fuori la lingua e leccarglieli ma non riuscii a soddisfarla e, arrivata l'ora del sonno, sperai che per una sera mi avrebbe lasciato riposare sul tappetino.
Invece mi fece stendere nel letto ai suoi piedi, appoggiandomeli addosso, nonostante le mie deboli proteste.
-E' inutile che protesti, il tuo contratto non prevede nessuna pausa. E se durante la notte, decidessi di massaggiarmeli o, meglio, di leccarmeli, non fare complimenti ed inizia quando vuoi! Per il resto, buonanotte, se riesci a dormire....
Spense la luce ed io restai a guardarle le piante dei piedi...
Noemi.80
00venerdì 24 febbraio 2012 10:52
buono.. letto tutto insieme fa un certo effetto.. positivo ovviamente [SM=x829785] traspare bene dalle righe l'utilizzo dello schiavo come un oggetto..
volevo chiederti qs cosa.. quando scrivi un racconto come qs (diviso in tre parti) hai già bene in testa le idee o ti vengono man mano?
andybis
00venerdì 24 febbraio 2012 18:48
grazie Noemi
Grazie della critica Noemi! In effetti la mia idea è proprio quella di trasformare lo schiavo in oggetto ed inoltre focalizzare molto lo strano rapporto attrazione-paura dello schiavetto verso i piedi di R.
Mancano ancora le ultime due parti già scritte e che metterò su a breve. Quando scrivo un racconto, qualche idea di base ce l'ho ma in realtà la maggior parte delle idee mi vengono man mano, poi le butto giù, rileggo, correggo, cancello, riscrivo...la cosa che mi fa strano ogni volta è che quando lo inizio, non riesco a non finirlo, come se il racconto 'pretendesse' di essere scritto...ah come sono strano, eh? :D
(se avete altre domande o critiche, sono sempre ben accette! Domenica pubblicherò il quarto e penultimo capitolo)
andybis
00domenica 26 febbraio 2012 10:23
Capitolo quarto
Terapia d'urto-4


Fu una notte lunghissima.
La piccola luce illuminava i suoi piedi e nonostante il modo in cui mi avevano ridotto in quei giorni, sentii che li desideravo moltissimo.
Li accarezzai e poi con la faccia mi avvicinai ed annusai lo spazio sotto le dita, aspirando il suo odore e con la lingua iniziai a leccarglieli dolcemente.
Si addormentò ma pochi istanti dopo, involontaria, mi giunse in faccia una forte pedata.
Mi portai subito le mani alla faccia, temevo che mi avesse rotto qualcosa, mi toccai il naso e lo zigomo sinistro dolorante per il calcio e quindi tornai a guardare i suoi piedi a pochi centimetri da me.
Sembrava calma, ma temevo che da un momento all'altro sarebbe partito un altro calcio.
Li osservai a lungo con un misto di desiderio e paura e, mentre mi stavo addormentando mi giunse di nuovo in faccia una pedata molto forte.
Questa volta provai a sollevarmi per poter scuotere la testa, mi aveva colpito esattamente dove mi aveva colpito prima, evitando per un caso fortuito il naso.
R. percepì che mi stavo muovendo.
-Stai giù...-la sentii mormorare in una sorta di dormiveglia.
Io provai ad esitare un momento ma poi, sentendo di non aver scelta, mi misi nuovamente con la testa giù sul lenzuolo e ripresi a guardare , timoroso, verso i suoi piedi.
Lei venne a cercarmi la faccia, si massaggiò il piede sullo zigomo ferito e mi mise il piede davanti alla bocca.
Nonostante il male che mi aveva appena fatto, ripresi a leccarle i piedi.
-Bene così...- mi disse, mezza addormentata.
Si mosse pochi istanti dopo, io temetti un altro calcio ma lei si mise solamente sdraiata sulla schiena, mettendomi nuovamente le sue piante a contatto con la faccia.
Finalmente restò completamente ferma, io riuscii ad addormentarmi ed incominciai a sognare.
Viste le mie giornate, non sognai altro che i suoi piedi ovunque ed in ogni situazione e, nonostante tutto, mi eccitai, non riuscivo a fare un sogno né un pensiero senza che ci fossero i suoi piedi.
Senza aprir gli occhi, presi a leccarle i piedi ma mi arrivò un'altra pedata che mi prese di tallone sul mento.
Aprii gli occhi un po' intontito e le accarezzai d'istinto i piedi, quasi per chiederle che non mi colpissero più ma in quel momento un altra pedata di tallone mi prese sotto l'occhio.
Piansi alcune lacrime osservando bellezza crudele dei suoi piedi e poi mi avvicinai, vincendo la paura, quasi cercando sicurezza al contatto con i suoi piedi.
Aspirando il suo odore dormii nuovamente qualche minuto prima che mi raggiungesse un'altra pedata molto forte.
Questa volta sentii che era troppo ed accarezzandole le caviglie, provai a svegliarla.
Si destò di cattivo umore e ricevetti in tutta risposta altre pedate in faccia, cui non mi sottrassi in quanto ero come ipnotizzato dai suoi piedi.
-Ma si può sapere cosa diavolo vuoi?- disse cercando di liberarsi i piedi dalle mie mani.
Mi scossi, sentendola.
-Ti...ti prego...basta...posso dormire sul...sul tappeto? Mi stai facendo male con le tue pedate in faccia...
-Assolutamente no, tu sei uno schiavo da piedi e quello è il tuo posto!
-Ma mi fai male...ho paura che mi romperai qualcosa....
Non aveva neppure acceso la luce, né mi aveva guardato.
Spostò i suoi piedi sulla mia faccia ed iniziò a darmi delle piccole pedate.
-Se ti do delle pedate, stai zitto e fermo fino a quando smetto, poi ringraziami e ricomincia subito a leccare, intesi?
-Si...si..padrona...ma...
-E non ti muovere da li per nessun motivo...
Mi rassegnai, mi piantò bene i piedi in faccia e, baciandoglieli, cercai di dormire.
Fu un sonno molto agitato, ricevetti moltissime altre pedate durante tutta la notte, a volte tentai di spostarmi ma alla fine ne ricevetti un paio molto più forti e mi addormentai, senza sentire altro.

Il mattino successivo si svegliò, sbadigliò e senza aprire gli occhi disse:
-Scusa ma stanotte ero un po' nervosa, mi sa che ti ho dato qualche calcio...
Non le risposi, allora lei si alzò su, scostò le coperte e mi vide: avevo un grosso livido su tutta la parte sinistra del volto e avevo anche sanguinato un po' dal naso.
Sembrava preoccupata di ciò che avevano fatto i suoi piedi sulla mia faccia,
-O cavoli, è terribile...non credevo di averti fatto cosi male...
Si alzò, togliendo finalmente i suoi piedi da me e si mise in ginocchio vicino, accarezzandomi la faccia con le mani.
-Mi senti? Sei sveglio, ce la fai ad alzarti?
Non le risposi, avevo lo sguardo fisso davanti a me, non la sentivo.
Mi accarezzò ancora con molta dolcezza.
Si alzò, andò via un istante in bagno, prese del cotone e dell'acqua e un asciugamano e con quello iniziò a pulirmi il naso e la faccia.
Mi asciugò e poi mi abbracciò, stringendomi a sé con molta dolcezza.
Tornai cosciente, mossi le mani perché non capivo dove ero, mi scostò ed io, aprendo gli occhi, vidi la sua faccia molto vicino a me. Avevo difficoltà a metterla a fuoco per via delle pedate ricevute.
-Scusa, scusa davvero...Non pensavo di averti ridotto così...mi sa che ti stai appena rendendo conto di quel che vuol dire l'essere mio schiavo da piedi...
Mi guardò.
-Ce la fai ad alzarti? E' ora di colazione e dovresti venire di là...
Nonostante le mie condizioni, non mi concedeva pause, mi accarezzò ancora, riformulò la stessa domanda ma io mormorai parole senza senso.
- Ti lascio riposare due minuti, poi però vieni di là...
Fece per alzarsi, io mi scossi.
-Pa...pa...drona..
Si avvicinò e, in un impeto, mi abbracciò forte.
-Oh, meno male che parli...temevo di averti rovinato in modo serio..
-Per favore...pa..padrona...
-Dimmi, dimmi...chiedimi tutto quello che vuoi....
-Per favore...voglio...voglio...
-Che cosa?
Faticavo ad esprimermi.
-Pie...piedi...
-Ma come....con tutto quello che ti hanno fatto...vuoi i miei piedi?
-Si...voglio...voglio i tuoi piedi....
R. si commosse e mi abbracciò di nuovo.
-Sei fantastico, davvero.
Si spostò ed allontanandomi, mi mise addosso di nuovo i suoi piedi.
Aspirai con forza il suo odore sudato, lo andai a cercare proprio tra le dita e poi, notata una piccola macchia di sporco per il fatto che aveva camminato a piedi nudi, gliela leccai via.
-Grazie...-le dissi, con sguardo adorante.
Lei mi guardò felice.
-No, grazie a te, mio schiavetto da piedi!
Leccai ancora un po', lei mi lasciò ovviamente fare, spostando i suoi piedi perché ne raggiungessi ogni angolo ma poi esaurii di colpo le forze e mi addormentai profondamente.


Mi risvegliai non so quanto tempo dopo con una strana sensazione.
Ero sdraiato su qualcosa di morbido, con addosso una coperta leggera e respiravo liberamente.
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu R. seduta su una sedia vicino a me.
Ero nel suo letto, sul cuscino e ci misi un po' a capire che cosa era successo.
-Buongiorno e bentornato tra di noi!
-Ba...bu..buongiorno...che è successo?
-Ma come, non ti ricordi nulla?
-N..no...Ma mi sento...strano..ho male dappertutto e...ho fatto un sogno strano e c'erano solo piedi e poi calci e....
Si tolse le infradito e mi mostrò i piedi.
-Beh, forse non era un sogno? Per caso i piedi erano questi?
Li riconobbi subito, ebbi un attimo di paura e feci per allontanarmi.
Su, non aver paura, dai, ti ho chiesto scusa, vieni a far pace...
Me li mise addosso, io provai a resisterle ma, poi, preso da un forte desiderio, mi voltai verso di lei e mettendomi sotto, gli baciai le piante.
-Ottimo, bravissimo il mio schiavetto!
Entrò qualcuno.
-Ah, benissimo, si è svegliato ed è tornato alla sua occupazione, vedi?
Non conoscevo colei che era entrata nella stanza.
-Ti presento la dottoressa M., è lei che ti ha aiutato a svegliarti...
-Gra...grazie..- dissi, distraendomi un istante dai piedi di R.
-Figurati, non devi ringraziarmi, avrai di che ben sdebitarti- disse lei, era una bella donna di circa 40 anni, bruna e scura di carnagione- Spero di non vederti troppo spesso così ma di vederti molto più spesso quando sarai pronto.
-Pro..pronto? Per cosa?...-mormorai.
-Si, ma come? Non gli hai ancora detto nulla R.?
-Eh no, contavo di farlo al più presto, ma ultimamente non mi sembrava molto presente con la testa!
-Eh, bè, non è importante, fallo quando ti senti.
Poi fece per andarsene.
-Grazie, M, per l'aiuto, temevo di averlo rotto in modo irreparabile...
-Ah, che cattive ragazze, voi due esagerate sempre. Adesso mi tocca salire a visitare G., visto che E. mi dice che non parla da tre giorni...
R. la salutò sulla porta, trattenendola un istante.
-Ma per quello che riguarda lui, invece?
-Nulla: continua ad usarlo pure come prima senza problemi ma non dimenticare di nutrirlo ogni tanto e dargli da bere spesso, visto che lo usi come lecca piedi. Per il resto è a posto e puoi farlo alzare subito, se vuoi.
Lei tornò da me, mi guardò.
-Perfetto. Hai sentito? Alzati pure e poi vieni di la, la dottoressa dice che ce la puoi fare.
Dovevo tornare da lei, sotto il tavolo, come al solito.

Mi alzai, ritrovai subito il dolore sul torace non ancora guarito e sulla faccia, mi scossi e sentii che avevo di nuovo le forze. Dopo una breve sosta in bagno, andai in cucina.
Lei era seduta sul divano, e non a tavola e io mi accucciai spontaneamente ai suoi piedi.
Guardai l'ora e mi accorsi che era già quasi mezzogiorno.
La dottoressa era di sopra, sentii delle urla di G., ma ero ai piedi di R. e non ci feci caso.
Glieli baciai e poi con il naso aspirai il suo odore.
-Andy, non so come dirtelo, avrai intuito qualcosa da quello che ha detto la dottoressa...
Non sentivo veramente, allora lei mi alzò la faccia con un piede, iniziando a guardarmi negli occhi.
Allontanandoli di qualche centimetro, me li porse per un massaggio.
-Hai sentito? Sei quasi pronto...
-No...a dire il vero non ho molto capito. Ha detto pronto ma...pronto per cosa?
-Per servire, per servirmi, per servire tutte noi...
-Non capisco, cosa intendi...
-Intendo dire che hai appena superato brillantemente la tua prima settimana di prova come schiavetto da piedi
Mi porse i piedi da baciare.
-Mi sei piaciuto per il fatto che nonostante stanotte con i miei calci tu abbia rischiato grosso, non riesci comunque a fare a meno dei miei piedi.
Glieli baciai di nuovo.
-Ti aspetta ancora un'altra settimana con me perfino più dura, con -ancora meno pause. Da parte mia spero di ricordarmi di darti più da bere visto che ieri hai avuto una crisi di disidratazione.
-Grazie, R. ma temo che non riuscirò a...
-Oh, invece io sono quasi certa che ce la farai...devi farcela, per forza!
-Non...non so...
-E quando terminerai la settimana, avrai il più grande premio che puoi sperare!
-Che...che cosa?
-Se sarai in condizione accettabile, ti darò la possibilità di diventare mio schiavo da piedi a tempo pieno e potrai servire spesso le mie amiche come E. e la dottoressa. Pensa avere a tua disposizione giorno e notte i loro piedi e i miei!
Le guardai i piedi, massaggiandoglieli con la faccia, nonostante il dolore.
-Questi piedi saranno molto cattivi con te questa settimana, perfino più cattivi ed esigenti della settimana scorsa. Dormirai dove hai dormito stanotte tutte le notti, e forse farai visita ad E, forse anche per un'intera giornata, a seconda delle tue condizioni....allora accetti?
Sensualmente il suo piede nudo mi accarezzò la faccia.
Mi eccitai moltissimo, lo osservai e lo baciai, pur pensando che avrebbe potuto farmi seriamente male durante quella settimana.
-Si, padrona, fai di me quello che ritieni...
-Bravissimo, ora per iniziare ci mettiamo allo sdraio e tu mi leccherai i piedi tutto il pomeriggio, intesi?
-Si...padrona...
Mi calciò sul naso.
Avevo accettato, ma in quel momento non pensavo alle conseguenze. La mia eccitazione mi faceva pensare solo al forte desiderio dei suoi piedi e, sedendomi in terra ed accogliendoli in faccia, sentii che, nonostante tutto, avevo trovato quello che da tutta la vita lungamente avevo cercato...
andybis
00domenica 26 febbraio 2012 10:26
Ultimo capitolo
Terapia d'urto-5-finale

Le giornate successive furono molto pesanti.
Smise di lavarsi i piedi, con la scusa che tanto glieli lavavo io di continuo con la lingua e dopo un paio di giorni il suo odore divenne molto forte ed io dovevo pulirle ogni piccola macchia dovuta al fatto che camminava a piedi nudi.
Sudava molto, mi spandeva il suo sudore di continuo sulla mia faccia, lasciandomi ovunque tracce sudate e mi impediva di respirare aria che non odorasse dei suoi piedi.
-Voglio che tutta l'aria che respiri, deve passare tramite le dita dei miei piedi-diceva, mentre mi massaggiava la faccia con i suoi piedi sudati- e così sarà anche per il futuro, quindi tanto vale che ti ci abitui da subito!
A forza di vivere sotto i suoi piedi, iniziai ad avere un forte odore anche io. Nelle poche pause che mi concedeva provai qualche volta a lavarmi ma poi, appena pulito, tornavo al suo servizio e dopo pochi istanti, odoravo come prima.
Il martedì sera, dopo una giornata ai piedi dello sdraio al sole, erano chiaramente riconoscibili due impronte più scure dovute al sudore dei suoi piedi e allo sporco che non ero riuscito a pulire bene dalle sue piante.
La mia lingua era esausta ma continuava a porgermeli e a mettermeli in bocca quando non riuscivo a leccare e mi impedì di andare a lavarmi.
Dopo cena, mentre con forza mi stava di nuovo imponendo i piedi in faccia, iniziai ad avere delle difficoltà. Il suo odore era aumentato ancora per il caldo e stavo avendo difficoltà a sopportare il suo odore.
Mi serviva ossigeno, lei mi guardò, stavo cercando di respirare ma mi impose il piede sul naso. Respirai un po', mi girai ma trovai l'altro piede.
Provai ancora a girarmi ma ovunque mi giravo, avevo un suo piede sul naso.
-Ti prego...sto solo cercando di respirare...
-Ed io sto cercando di aiutarti a respirare, non ti ho forse detto che voglio che l'aria che respiri passi sempre tra le mie dita?
-Hai un odore....molto forte...troppo...
-Oh è mica colpa mia se sudo molto ai piedi...mi spiace per te che sarà un po' più dura da sopportare quando sarai mio schiavo a tempo pieno, ma sono certa che come ogni cosa ti ci abituerai!
Provai ancora a sottrarmi ai suoi piedi ma lei si divertì a mettermeli sul naso, ovunque mi girassi ed io desistetti dopo qualche minuto, e mi trovai a respirare il suo odore a pieni polmoni, impossibilitato a respirare altro che quello.
Prima di andare a dormire, guardando il letto da seduto per terra, mentre lei tornava dal bagno, cercai di parlarle.
-Scusa, padrona...ma non ce la faccio più....
Lei si sedette sul letto, imponendomi in mano i suoi piedi sudati. Avevo lo sguardo fisso verso i suoi piedi, ma cercai di alzare lo sguardo e provare a guardarla negli occhi.
-Che cosa hai?
-Non riesco a reggere ai ritmi che mi imponi...vorrei riposare stasera?
-Nemmeno per idea, sai benissimo dov'é il tuo posto...
-Ma non ce la faccio, non riesco a sopportare il tuo odore. Ho nausea ed ho paura che starò male se continui a mettermeli addosso, senza lavarteli...
-Ma se tu me li lavi di continuo con la lingua, perché dovrei lavarmeli?
Alzò il suo piede sensualmente a coprirmi il naso.
Cercai di girare di lato la faccia ma me lo impedì.
-Facciamo così. Stasera entri sotto le coperte e me li lecchi tutta la notte. Se domani mattina odorano ancora, me li laverò.
Si mise a letto, lasciando aperto il lenzuolo verso di me.
-Entra, su, non fare storie...
Sensualmente mosse il suo piede, mostrandomi la pianta e le dita.
-No, ti prego, stasera no...-in realtà ero già in ginocchio, proteso verso di lei.
-Dai, mica vorrai lasciare i miei piedi tutti soli per tutta la notte?
Fui preso da un forte desiderio e glieli baciai, nonostante l'odore ed ancora una volta entrai sotto le coperte ai suoi piedi.
Subito iniziai a soffocare mentre me li mise in faccia ma lei mi disse che dovevo leccarglieli che forse il suo odore sarebbe diminuito. Sapevo che non era vero ma iniziai a leccarglieli.
Ebbi un piccolo malore, cercai ossigeno fuori dal lenzuolo ma lei, guardandomi, disse che dovevo rimettermi subito sotto.
Tornai a Respirare il suo odore ma di nuovo dopo pochi istanti, tirai fuori la testa.
-Ti prego...soffoco...
-Non mi interessa, mettiti giù, respira bene e poi leccameli!
La guardai, cercando un po' di pietà ma, non trovandone, mi misi sotto.
Uscii ancora una volta, la guardai sperando in un gesto di pietà, ma il suo sguardo era diventato duro e senza che me lo dicesse, mi rimisi sotto le coperte.
-Mi dispiace che fai così....non mi lasci scelta...
Non capii il senso delle sue parole fino a che, dopo alcune leccate, quando già mi ero fermato e stavo per uscire nuovamente, mi dette una serie di forti pedate in faccia che mi misero a dormire.

La notte mi svegliai in un bagno di sudore con i suoi piedi attaccati alla mia faccia, feci per allontanarmi ma scoprii che non avevo spazio per potermi muovere, allora restai a soffocare nel suo sudore per tutta la notte.
Il giorno successivo ero molto debole, lei si alzò lasciandomi sotto le coperte e poi mi scoprì, ordinandomi di andare in bagno e raggiungerla per la colazione.
Non riuscii a muovermi e crollai sfinito in una sorta di dormiveglia, ancora circondato dal suo odore molto presente.
Percepii più tardi solamente che non era più sola, mi sentii trascinare e mi svegliai quando sentii qualcosa di freddo e pesante sullo stomaco.
Aprii gli occhi ed incontrai gli occhi della dottoressa e sentii le piante nude dei suoi piedi che mi stavano calpestando il torace.
-Come vedi, usarlo da tappeto gli fa sempre bene...-disse M.
Provai a divincolarmi per liberarmi dal suo peso, visto che non riuscivo a respirare.
-A lui piace sulla faccia....-sentii che diceva R.
-Uh, che buongustaio...vedere la pianta dei miei piedi mentre lo calpestano...
Senza farsi alcuna remora, appoggiandosi ad un mobile salì con entrambi i piedi sulla mia faccia.
Aveva un 40 che copriva interamente la mia faccia ed iniziò a schiacciarmela senza pietà, io incominciai ad urlare ma il mio urlo fu soffocato dai suoi piedi.
Restò ancora qualche istante in quella posizione, fino a che il mio urlo andò scemando, poi scese.
Appena scese respirai a pieni polmoni, aprii gli occhi ma vedevo in modo sfocato.
-Ecco, quando è così, usalo un po' come tappeto. Vedrai come ti ringrazierà appena lo usi di nuovo come leccapiedi!
-Bene, grazie infinite. Senza i tuoi consigli, non saprei come fare...
-Figurati, avevo anche io uno schiavetto come lui, ma sono anni ormai che non ce l'ho più...
-E che fine ha fatto?
-Boh, diciamo che l'ho...consumato?...
Ebbi paura, anche la dottoressa M. mi sembrava crudele.
Dovetti leccarle i piedi ma poi se ne andò ed io restai solo con R.
Mi osservò brevemente e poi disse:
-Visto che oggi non riesci a servirmi diversamente, resta pure lì...
-No, ti prego...
Mi pose un piede sul torace, mi accarezzò brevemente e poi salì su di me.
Erano i piedi che adoravo di più di tutti, i piedi che avevo adorato senza sosta in tutti quei giorni e, nonostante il dolore, riuscii ad eccitarmi.
Lei lo notò, scese con il piede sul mio pene ed iniziò a massaggiarmelo con la pianta, fino a portarmi al confine dell'estasi, ma giunto quasi all'orgasmo, mi dette un calcio, causandomi dolore.
Cambiò piede e ripetè la stessa tortura e poi ancora ed ancora.
Appena giungevo vicino all'estasi, mi tirava un calcio.
Mi stava piegando psicologicamente, passavo continuamente tra piacere e dolore e non appena scese da me, mi precipitai ai suoi piedi, baciandoglieli, pregandola che non si interrompesse e mi portasse fino all'orgasmo.
Lei mi dette una pedata sullo zigomo ferito, urlai ma lei, appoggiandosi al mobile, salì col suo peso sulla mia faccia.
Mi schiacciò con forza, provai ad urlare ma non riuscivo quasi a respirare, soffocato sotto il suo peso.
Scese pochi istanti dopo, salendo sul mio torace ed iniziò a saltare.
Esalai con violenza l'aria dai polmoni, poi, senza scendere, salì nuovamente sulla mia faccia.
Le accarezzai i piedi, nella speranza che scendesse, ma le mie mani caddero mollemente di lato mentre lei era ancora su di me.
Finalmente scese, mi osservò qualche istante ma suonarono alla porta.
Entrarono E. e la dottoressa.
-Vedi, cosa ti dicevo, anche R. lo sta usando come tappetino!...-disse la dottoressa
-Brava R.! Ma ti serve per caso una mano o, meglio, qualche piede in più?
Parlarono brevemente, poi si avvicinarono, osservandomi e si tolsero le scarpe.
Ebbi paura di quello che sarebbe successo ma una dopo l'altra salirono su di me, lasciando il 'posto d'onore' sulla faccia a R.
Io iniziai a soffrire tremendamente per la pressione dei loro piedi su di me, iniziai a lamentarmi, e a sentire forte la pressione su ogni punto del mio corpo.
Camminarono avanti ed indietro, usandomi come un tappeto ed E. fu la più cattiva, dandomi pedate ogni tanto a caso mentre la dottoressa fu la più pesante a causa dei suoi piedi più grandi.
Alla fin fine sentivo quasi un sollievo quando R camminava su di me, anche se il dolore era davvero molto.
Dopo qualche minuto scesero, parlarono tra di loro qualche istante, imponendomi i piedi addosso e poi finalmente se ne andarono.
Quando restai solo con R., sperai che mi facesse alzare per mettermi allo sdraio ma salì nuovamente su di me e stette in piedi sulla mia faccia, salendo e scendendo a più riprese, fino a che non persi i sensi.

In questo modo i piedi di R. mi piegarono completamente al loro volere.
Per la restante parte della settimana, alternai stati di coscienza a frequenti momenti di assenza.
Mi utilizzò senza sosta quando ero presente, lasciandomi a farle da appoggia piedi quando non lo ero.
A fine settimana mi annunciò con gioia che avevo superato la selezione per diventare suo schiavo da piedi e disse che avrei passato le successive giornate da ora in poi tra lei, E. e la dottoressa.
Divenni giorno per giorno niente più che un oggetto leccapiedi, mi utilizzò sempre più spesso senza nemmeno guardarmi e di tanto in tanto si dimenticò anche di darmi da mangiare.
Mi utilizzava in ogni condizione e sia E. che la dottoressa divennero abituali frequentatrici di casa di R.
Nonostante gli innumerevoli 'incidenti' in questo tempo che ho passato sotto di lei e nonostante oramai i segni su di me lasciati dai suoi piedi siano indelebili, sento ancora ogni giorno che desidero moltissimo essere al suo servizio e in ogni occasione, nonostante tutto, le ricopro i piedi di baci e di leccate...



Epilogo:

Eccomi qua, che ho terminato un altro racconto, spero che sia stato di vostro gradimento.
Non mi sono trattenuto e ho spedito anche questo alla mia amica F. che abita in un paese vicino al mio. Lei sa di me, di quello che mi piace, delle mie passioni per i piedi femminili ed ha insistito perché gli facessi leggere qualcosa che avevo scritto. Tra poco la vedrò, ha detto che aveva urgente necessità di parlarmi ed io sto correndo da lei.
Spero che abbia gradito questi racconti e che mi dia la possibilità di massaggiarle i piedi anche se al telefono l'ho sentita nervosa e mi ha detto che tutti questi racconti sembravano una marea di idiozie...
spolverone
00domenica 26 febbraio 2012 16:47
allora buone leccate!!!
e grazie per il racconto
Noemi.80
00lunedì 27 febbraio 2012 20:45
buono buono molto buono! perfetta la parte di quello che io chiamo "accudimento" mi è piaciuta molto.. [SM=x829789]

ora però sono curiosa.. com'è andata con la tua amica F.?
[SM=x829785]
andybis
00lunedì 27 febbraio 2012 22:37
Grazie spolverone e grazie Noemi! Eh....esistesse un'esperienza simile con la mia amica F....in realtà amo ogni tanto mescolare realtà e fantasia, per dare un tocco di realtà, con una frase che è poi l'inizio del racconto. Però non sono certo privo di esperienze con la mia amica F. e la mia amica R., oltre al massaggio dei piedi ecc...vi ho già raccontato di quella festa in cui mi sono trovato a terra sotto i loro piedi...eh bei tempi!...Se c'e un thread di esperienze reali mi ci accodo, o magari un giorno di questi lo creo! (tutto reale)

PS: x Noemi: what is accudimento?
matt70
00domenica 4 marzo 2012 14:37
[SM=x829789] [SM=x829811]
andybis
00lunedì 5 marzo 2012 22:06
Ma non avevo detto 'ultimo capitolo'?
Non l'ho fatto apposta...me n'è uscito un altro e ehm...temo non sia ancora l'ultimo eheh!

Terapia d'urto-6

Dopo alcune settimane al costante servizio dei piedi di R., iniziai a subire conseguenze non solo dal punto di vista fisico ma anche mentale.
Nonostante alcuni mancamenti dovuti al caldo, non riuscivo più a fare a meno dei suoi piedi, smisi di chiedere pause o di chiedere altro che i suoi piedi e finì che spesso lei si dimenticava di me e mi lasciava leccare i piedi per l'intero pomeriggio senza nessuna sosta.
Ne uscivo abbastanza stordito tanto che nemmeno mi sottraevo alle mille pedate che ricevevo, involontarie e non, restando fermo a riceverle senza allontanarmi né far di nulla per limitare l'impatto su di me.
Quando non c'era R., spesso c'erano o E. o la dottoressa e nessuna di loro mi lasciava un secondo di pausa ed io mi adattai a questa vita di continuo utilizzo, sempre ai loro piedi.
Le notti con R. furono lunghe e sudate, perfino peggio di alcune giornate con E. che amava prendermi a calci e calpestarmi e proprio a causa delle pedate e del calpestamento, quasi non esisteva parte del mio corpo libera da qualche livido.
Un giorno di quelli, era un giovedì pomeriggio, ero nell'alloggio di R, ma c'era E. con me.
Aveva già camminato su di me per più di mezzora, mi aveva fatto sentire bene la pianta e la punta dei suoi piedi penetrare nel mio torace, strappandomi delle urla soffocate e quindi era salita sulla mia faccia, sentendo le mie fattezze su cui già c'erano dei lividi, deformarsi ulteriormente sotto di lei. Era stata come al solito piuttosto crudele, aveva sfogato il suo spirito sadico su di me, forse perché G. non riusciva più a darle soddisfazione.
Era poi scesa dal mio corpo, si era seduta lì vicino e aveva messo i suoi piedi sul mio torace, lasciando le piante in bella vista in modo che gliele potessi massaggiare.
Istintivamente gliele accarezzai e cercai di avvicinarmi per baciargliele. Erano piedi molto belli e nonostante il dolore che mi avevano causato, mi eccitai al loro contatto.
-Ah, peccato dover già scendere...ma ho promesso a R. di non rovinarti troppo...
-Se vuoi...calpestami ancora...
Spostò i suoi piedi quel tanto da potermi vedere in faccia.
-Come hai detto?
-Ti prego, calpestami ancora se hai voglia...
-Mi guardò, stupita.
-Vedo che inizia a piacerti, quasi quanto mi piace a me, cavoli però come mi diverto su di te!...ma non ne hai abbastanza? Ti ho già fiaccato un bel po', sei tutto rosso e mi sembra che stai faticando un po' a respirare...
-Ancora...
-Guarda che se insisti, ci metto niente ad accontentarti...
Le baciai le piante dei piedi, accarezzandogli il dorso, ero molto eccitato.
-Ancora...
Si alzò dalla sedia.
-Sei molto gentile ad offrirti spontaneamente, è una cosa che mi piace e tu lo sai, vero?
Senza esitazione salì sul mio torace e subito rinnovai la sensazione di dolore.
Il mio respiro si fece affannato, i suoi piedi iniziarono a camminare su di me, non riuscendo ad evitare i tanti piccoli lividi già presenti.
Sentivo di essere il suo tappeto, soffrivo per il suo calpestamento ma mi sentivo come fossi al mio posto. Batté i piedi sul torace, salì nuovamente sulla faccia ed io raggiunsi una sorta di piacere estatico, nonostante il dolore che mi causava. Era la prima volta e mi sembrò molto strana come sensazione, fino a che iniziò a prevalere il dolore ed iniziai a lamentarmi per il suo calpestamento.
Scese dopo qualche minuto ancora e mi buttò i piedi in faccia.
-Ti piace molto stare sotto i miei piedi?
-Si, mi piace molto...essere sotto i tuoi piedi. Adoro i piedi tuoi e quelli di R
Glieli baciai, aspirando il suo odore tra le dita.
-Benissimo..stai diventando un vero schiavetto da piedi e hai capito qual'è il tuo posto!
-Voglio essere sotto i tuoi piedi per sempre...
-E lo sarai, ma sarai soprattutto sotto di R., la tua vera padrona, ma verrò a trovarti spesso...vuoi restare lì sotto anche quando ti faccio male?
-Si...tutto...tutto quello che vuoi...
-Splendido! E' la risposta migliore che volevo sentire...
Improvvisamente una forte pedata partì con entrambi i piedi ed andò a colpirmi sulla faccia.
Subito me ne dette un'altra nello stomaco e una nelle palle, piegandomi in due.
Quindi si mise in piedi e saltò a piè pari sullo mio stomaco, facendo uscire violentemente l'aria dai polmoni. Iniziò a saltare e poi mi raggiunse con un'altra pedata in faccia.
Continuò a saltarmi sullo stomaco e a darmi pedate, stando attenta a che rimanessi sempre cosciente. La vedevo saltare su di me, sentivo i suoi piedi affondare dentro di me e poi colpirmi con violenza ovunque.
Quando vide che iniziavo a non reagire più, anche lei stanca, scese e si sedette, appoggiandomi addosso i piedi e mi osservò mentre stavo riprendendomi dal calpestamento e dalle pedate.
Non attese molto e ricominciarono le pedate in faccia e sul resto del corpo, vedevo la sua pianta distante ed un secondo dopo la botta sulla faccia o nello stomaco. Non mi sottrassi, né girai la faccia ma stetti a prendermi tutte le pedate che decise di darmi.
Non restai completamente cosciente fino alla fine, scivolai in uno strano sonno, mentre ancora mi colpiva.
Rientrò R., sentii un po' d'aria e capii che E. aveva tolto i suoi piedi dalla faccia,
-Eccotelo qua, bello pronto!
R, mi osservò, vide la mia faccia pestata dai piedi di E.
-Eh però, vedo che ti sei divertita! Quei lividi mica c'erano prima..non mi avevi detto che non l'avresti fiaccato troppo?
-Ma dai, mica te l'ho rotto...
-Beh, non mi pare troppo in forma...
-E come potrebbe esserlo, anche tu non gli lasci un secondo di pausa...Però anche a lui piace: non si è sottratto nemmeno un secondo a quello che gli volevo fare, dice che gli piace moltissimo stare sotto i nostri piedi e mi ha pregato di fare di lui tutto quello che volevo...
-Eh, bè, alla fin fine penso che abbia ben capito quale sarà il suo posto per il resto della vita..però ogni tanto quando è ridotto così, quasi mi fa pena...
-Ma nooo, non devi vederlo così. Usalo e basta, non farti problemi...avessi visto quello che ho fatto a G. in questi anni, ed è ancora vivo. Anche lui non riesce a fare a meno di stare sotto i miei piedi...o forse non riesce più a farne a meno...!
-Mi sa che è proprio così.
-E che ci vuoi fare, io mi diverto ancora tanto con lui!
Risero e poi parlarono ancora tra di loro, poi quando E. se ne andò, sentii che R. mi stava accarezzando.
Era una sensazione strana, sentivo che mi stava accarezzando con le mani, si era inginocchiata vicino a me.
Aprii gli occhi, le sorrisi e poi vidi che stava cercando di medicarmi i lividi che avevo addosso,
Fu molto dolce e come altre volte, sentii che le volevo bene e, nonostante tutto, sperai che mi lasciasse riposare qualche minuto.
Appena medicato invece, si sedette sullo sdraio, sembrò indecisa un secondo ma poi appoggiò nuovamente i piedi su di me, me ne porse uno alla bocca ed io debolmente incominciai a leccarglielo.

La notte non mi concesse soste, mi dovette dare una mano a salire sul suo letto e poi mi spostò in modo che come ogni sera dormissi con la faccia e la bocca a disposizione dei suoi piedi.
Provò a mettermeli in mano per un massaggio ma non ottenne nulla ed allora cercò di addormentarsi tenendomeli in faccia.
Era molto sudata e rischiai seriamente e a più riprese di soffocare, ma non cercai altra aria che quella che passava tramite le dita dei suoi piedi, come lei voleva e per nessuna ragione la svegliai.
Il giorno dopo staccò i suoi piedi sudati dalla mia faccia, osservò com'ero ridotto a causa del sudore della notte, la faccia era completamente arrossata, gli occhi chiusi che bruciavano per il sudore e il respiro era affannoso.
Valutò di lasciarmi riposare per tutta la mattinata, ed io quasi non mi accorsi della differenza in quanto ero rimasto nella medesima posizione della notte, solo senza i suoi piedi su di me.


Nel primo pomeriggio però mi fece tornare da lei, ai piedi dello sdraio ma per una volta non mi mise i piedi addosso e mi osservò.
-Come stai?
Non le risposi, aprii gli occhi e iniziai a guardarle i piedi, quasi chiedendomi perché non fossero su di me.
-Come stai, ti ho chiesto...
-Pi...piedi...
-Si, tranquillo, che tra poco te li faccio di nuovo leccare, ma volevo sapere come stai...
Non le risposi.
-Ho notato che in questi giorni non solo non ti lamenti più, ma nemmeno ti sottrai a quello che vogliamo fare su di te...
Mi guardava negli occhi.
-Stanotte quasi sei soffocato sotto di me, eppure ti ho trovato con la faccia incollata ai miei piedi questa mattina, anche se stavi soffocando...
-P....piedi...-insistei
Mi dette uno schiaffo ed io mi scossi.
Finalmente la guardai anche io negli occhi, era un po' che non le guardavo altro che i piedi.
-Grazie...dello schiaffo...
-Bentornato...allora cosa mi dici?
-R....sei bella...davvero...
-Oh grazie, come sei gentile. Hai sentito cosa ti ho chiesto prima?
-Si, si, ho sentito...
-E allora cosa hai da dirmi?
-Non so, ultimamente mi sento strano...non riesco a fare a meno di stare sotto i vostri piedi e non mi importa di niente altro...
-Ma sei stato sotto di E. anche quando ti stava massacrando...sei stato un po' impetuoso ad offrirti a lei, non vedi come ti ha ridotto? La tua faccia è tutta un livido, e già sarai fortunato se in queste notti non te ne aggiungerò altri io!
-Lo so, ma non riesco proprio a farne a meno...non riesco a spiegartelo...
-Boh, se non riesci a farne a meno, eccoteli qua i miei piedi, leccameli e non smettere fino a che non te lo dirò io....
Mi tuffai sui suoi piedi, glieli leccai per tutto il pomeriggio e lei si dimenticò di me, non concedendomi alcuna pausa e nemmeno io gliela chiesi.

Il giorno successivo venne a trovarci la dottoressa.
Per l'occasione R. le lasciò il posto d'onore e io mi trovai addosso i suoi grandi piedi misura 40 invece di quelli più piccoli e sudati di R.
-E allora come va il mio schiavetto?
-Bene, grazie- le risposi mentre la mia lingua era già all'opera sotto le sue piante.
-Ultimamente mi sembra strano- disse R.
-In che senso?
-Beh ieri è venuta E. che lo ha pestato un bel po', lasciandogli i -lividi che vedi e mi ha detto che non solo lui non si è sottratto a lei, ma addirittura chiedeva che continuasse a calpestarlo...
-Capisco...
-E ieri notte che faceva molto caldo, quasi mi va a soffocare sotto i miei piedi, neanche si allontanava per respirare...ieri mattina non sono riuscita ad utilizzarlo per niente...
-Oh ma allora è molto chiaro...
-Che cosa? A me pare un comportamento strano...son giorni che non mi chiede pause ed io quasi mi dimentico di lui mentre è lì sotto, secondo me rischia un'altra crisi di disidratazione se va avanti così
-Beh, è piuttosto probabile ma d'altronde cosa ti aspettavi?
-Da..da cosa? Non capisco...
-Sono quasi cinque settimane che vive costantemente sotto i tuoi piedi, lo usi quasi senza soste e quando non ci sei te, lo uso io o E. Lo hai mai lasciato a respirare?
-No, cioè, non voglio che respiri aria che non passi tra le dita dei miei piedi...gliel'ho detto e più volte...
-Ecco, e allora di cosa ti stupisci?
-Scusa ma continuo a non capire...
-Oramai il suo cervello è stato resettato...non pensa più a niente altro se non a servirti e visto che lo usi come lecca piedi, lui non cerca niente altro che quello, ossia il contatto con i tuoi piedi.
-Ma ieri E. lo ha pestato...
-Ma perché E. lo vuole usare così, lui si sta adattando a cosa tu o lei volete da lui...possiamo dire che non ha quasi più una volontà sua...
-Cioè lui non si ribellerebbe a qualsiasi cosa decidessi di fare di lui?
-Penso proprio di no, purché coinvolga i tuoi piedi in qualche modo...
-Mi pare strano...
-A me invece pare proprio che era quello che tu volevi, o mi sbaglio?
-Si, in un certo senso...ma non ci sono rischi per lui, nel senso che se un giorno esagerassi!
-E. esagera quasi tutti i giorni con G., ti pare si sia mai ribellato? Secondo me sa benissimo di rischiare qualche danno irreparabile e in questi anni ne ha avuti non pochi ma non lascerà mai E., di questo ne sono certa!
-Forse non può più...
-No, non vuole. Quando salgo a medicarlo, a volte é un condizioni davvero difficili, ma appena può si mette sotto i piedi di E., quasi per cercare protezione, come fossero un porto sicuro...
-Eh, eh, incredibile...
-E sto coso qua piuttosto si seccherebbe la lingua pur di non smettere di leccare, vero?
La guardai, non avevo smesso un solo istante di leccarle i piedi.
-Grazie, M. dei tuoi piedi...
-Vedi, pure mi ringrazia del fatto che lo sto usando, non è bellissimo?
-Si, davvero, eheheh!
Parlarono ancora fra di loro, io non smisi un istante di leccare e quando se ne andò, cambiai piedi ma non occupazione e fui a disposizione di R. per tutto il resto della giornata.
Noemi.80
00martedì 13 marzo 2012 14:41
Re:
andybis, 27/02/2012 22.37:



PS: x Noemi: what is accudimento?



Te lo riscrivo qui dal tuo racconto.. qs parte mi piace particolarmente perchè è come se si ritorna un passo indietro.. e c'è qcs di amorevole.. qs è il gioco che mi piace in realtà.. far soffrire ed essere amorevole.. entrambe le cose in un solo momento..


"Sembrava preoccupata di ciò che avevano fatto i suoi piedi sulla mia faccia,
-O cavoli, è terribile...non credevo di averti fatto cosi male..."

falsa o realtà..? un po' di tutte e due.. non credevo.. però sono così felice e soddisfatta di me...

"Si alzò, togliendo finalmente i suoi piedi da me e si mise in ginocchio vicino, accarezzandomi la faccia con le mani.
-Mi senti? Sei sveglio, ce la fai ad alzarti?
Non le risposi, avevo lo sguardo fisso davanti a me, non la sentivo.
Mi accarezzò ancora con molta dolcezza."

un po' di colpevolezza oltre la soddisfazione.. e l'uomo, in qs caso, che gioca le sue carte, del tipo, facciamole credere che mi ha fatto più male del previsto...


"Si alzò, andò via un istante in bagno, prese del cotone e dell'acqua e un asciugamano e con quello iniziò a pulirmi il naso e la faccia.
Mi asciugò e poi mi abbracciò, stringendomi a sé con molta dolcezza."

qs amore quasi materno da piccola crocerossina mi piace un sacco.. da diavoli si passa ad angeli, si confondono le idee...


"Tornai cosciente, mossi le mani perché non capivo dove ero, mi costò ed io, aprendo gli occhi, vidi la sua faccia molto vicino a me. Avevo difficoltà a metterla a fuoco per via delle pedate ricevute.
-Scusa, scusa davvero...Non pensavo di averti ridotto così...mi sa che ti stai appena rendendo conto di quel che vuol dire l'essere mio schiavo da piedi..."

e le scuse finali... il top!



Più chiaro adesso? [SM=x829792]



s4uzer
00mercoledì 14 marzo 2012 00:59
Re: Re:
Noemi.80, 13/03/2012 14.41:



Te lo riscrivo qui dal tuo racconto.. qs parte mi piace particolarmente perchè è come se si ritorna un passo indietro.. e c'è qcs di amorevole.. qs è il gioco che mi piace in realtà.. far soffrire ed essere amorevole.. entrambe le cose in un solo momento..


"Sembrava preoccupata di ciò che avevano fatto i suoi piedi sulla mia faccia,
-O cavoli, è terribile...non credevo di averti fatto cosi male..."

falsa o realtà..? un po' di tutte e due.. non credevo.. però sono così felice e soddisfatta di me...

"Si alzò, togliendo finalmente i suoi piedi da me e si mise in ginocchio vicino, accarezzandomi la faccia con le mani.
-Mi senti? Sei sveglio, ce la fai ad alzarti?
Non le risposi, avevo lo sguardo fisso davanti a me, non la sentivo.
Mi accarezzò ancora con molta dolcezza."

un po' di colpevolezza oltre la soddisfazione.. e l'uomo, in qs caso, che gioca le sue carte, del tipo, facciamole credere che mi ha fatto più male del previsto...


"Si alzò, andò via un istante in bagno, prese del cotone e dell'acqua e un asciugamano e con quello iniziò a pulirmi il naso e la faccia.
Mi asciugò e poi mi abbracciò, stringendomi a sé con molta dolcezza."

qs amore quasi materno da piccola crocerossina mi piace un sacco.. da diavoli si passa ad angeli, si confondono le idee...


"Tornai cosciente, mossi le mani perché non capivo dove ero, mi costò ed io, aprendo gli occhi, vidi la sua faccia molto vicino a me. Avevo difficoltà a metterla a fuoco per via delle pedate ricevute.
-Scusa, scusa davvero...Non pensavo di averti ridotto così...mi sa che ti stai appena rendendo conto di quel che vuol dire l'essere mio schiavo da piedi..."

e le scuse finali... il top!



Più chiaro adesso? [SM=x829792]







Perfetta Miss Noemi, da applausi questa spiegazione: hai centrato perfettamente un punto molto significativo [SM=x829800] [SM=x829800] [SM=x829800]

...e gli applausi naturalmente anche a andybis [SM=x829800]
matt70
00mercoledì 14 marzo 2012 19:20
grazie!!eccellente! [SM=x829788]
andybis
00mercoledì 14 marzo 2012 20:44
Chiarissimissima Noemi! Hai davvero centrato il punto, sono felice di essere riuscito a rendere esattamente quello che volevo. Anche a me piace moltissimo questo gioco di amore-cattiveria, questo continuo passare tra diavolo ed angelo di R. (notare che subito dopo, nonostante le condizioni, vorrebbe subito lo schiavetto sotto il tavolo :D) ed è quello che ho provato a creare in questo racconto (c'era già in 'Mara' ma spalmato su ehmm...27 capitoli!)...sto provando a scrivere una sorta di capitolo finale, ma ho già e più volte tentato...andrà a finire che è già giusto così...se non vuole uscire, non ha da nascere (il capitolo). Grazie a tutti ancora per le critiche e un grazie in più a Noemi, per la sua, una delle prime giuntemi dall'altra metà (diabolica) del cielo
Noemi.80
00mercoledì 14 marzo 2012 23:13
Re:
andybis, 14/03/2012 20.44:

... (c'era già in 'Mara' ma spalmato su ehmm...27 capitoli!)



scusa se te lo dico ma non l'ho letto... 27 capitoli mi sembrano lunghi e un po' prolissi che nemmeno mi ci metto! forse mi perdo qcs è vero ma scrivendo io stessa storie con magari gli stessi personaggi mi rendo conto poi gira che ti rigira sempre li si va a parare. Ho due "saghe" [SM=g2184480] , anzi tre che sto scrivendo per ora ma non superano i 5 capitoli.. e mi sembrano già tanti...
servetto70
00giovedì 15 marzo 2012 06:46
Re: Re:
Noemi.80, 14/03/2012 23.13:



forse mi perdo qcs è vero




[SM=x829779] secondo me si...io ho seguito le vicende in "Mara" e sicuramente è molto ben riuscito.

Noemi.80, 14/03/2012 23.13:

Ho due "saghe" [SM=g2184480] , anzi tre che sto scrivendo per ora ma non superano i 5 capitoli.. e mi sembrano già tanti...




[SM=g1558426] e noi quando potremo leggerle?
andybis
00giovedì 15 marzo 2012 20:36
In effetti alcuni capitoli della lunga saga di Mara forse sono un pò riusciti prolissi, ma in quel caso avevo voluto creare un mondo di uomini sottomessi ed inoltre ci sono più personaggi...però si si, è un po' lunghetto ehehe.....però e volentieti leggerei le tue saghe! Post post post!!!
Noemi.80
00venerdì 16 marzo 2012 15:37
Re: Re: Re:
servetto70, 15/03/2012 06.46:





[SM=g1558426] e noi quando potremo leggerle?




sono racconti per adulti [SM=x829792] [SM=x829792]

dai senza scherzi non c'entrano qui l'ho già detto e poi.. ho già venduto i diritti [SM=x829785]


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