Grazie infinite e...auguri cuccioloindifeso per il nuovo/nuovi arrivati!
Ecco qua, di seguito la seconda parte del racconto, ce ne saranno altre due (o forse tre) in arrivo nei prossimi giorni! Spero che vi piacciano...e spero di leggere commenti, positivi o negativi che siano.
Terapia d'urto-2
La prima cosa che notai, giunto faticosamente nell'alloggio di E., era che era molto simile a quello di R. come disposizione ma il salone dove lei aveva la tv era molto differente.
Era dominato da una pedana coperta da un tappeto nero e due sbarre ai lati del tappeto poste a circa un metro di distanza ed un metro e mezzo d'altezza. Mi disse che dovevo stendermi lì e di aspettarla qualche istante che sarebbe tornata subito.
Andò a cambiarsi e tornò che era vestita meno di prima.
Era una ragazza molto bella, snella ma non troppo, con uno splendido fisico e lunghe gambe.
Aveva dei pantaloncini corti bianchi e una maglietta blu, sembrava quasi una divisa che le donava moltissimo, visto che aveva i capelli lunghi di color castano.
Io avevo esitato a stendermi dove mi aveva indicato, lei mi venne vicino e mi appioppò un paio di forti pedate in faccia.
Mi lamentai, stupito di tanta violenza, non capii perché mi aveva colpito in faccia.
-Mi ha detto R. che ti piacciono i piedi in faccia, Vai tranquillo che questa sera ne avrai in abbondanza, forse fin troppo per i tuoi gusti!
Mi massaggiai la faccia ma me ne dette ancora una.
-Mettiti li, immediatamente!
Mi sdraiai velocemente dove mi aveva detto, notai che si era presa un I-pod e se lo era assicurato alla cintola.
Appena steso mi saltò a piè pari sullo stomaco, non ero pronto ed esalai con violenza il fiato che avevo nei polmoni.
-Questa sera coronerai il sogno di essere un tappetino da ballo, non sei contento?
-Mhmhmh...gggg...
-Su, levati la maglietta che così ti sento meglio sotto!
Si spostò da me, con fatica mi alzai di quel poco che serviva perché mi togliessi la maglietta e poi con una pedata mi ributtò giù.
-Una sola unica regola mentre ballerò su di te, ascoltando questo I-Pod. Non ti muovere, non provare nemmeno un istante a sottrarti ai miei piedi. Se lo farai, ti farò conoscere la parte cattiva di me, quella che G. conosce meglio di tutte,
Salì su di me nuovamente, pensai di poterla reggere e spostò un piede sulla mia faccia.
-Per il resto li sotto puoi fare quello che vuoi, puoi anche dormire semmai ci riesci, fai quello che ti pare, ma non provare a sottrarti ai miei piedi, chiaro?
-S...si...padrona...
Accese l'i-pod, sentivo una musica forte forse techno, abbassò le luci ed incominciò a ballare su di me.
All'inizio mi parve leggera, mi sembrava di poterla reggere abbastanza facilmente, forse anche lei stava testando il mio corpo e i suoi piedi bellissimi iniziarono perfino ad eccitarmi.
Adoravo quando me li passava sulla faccia quasi accarezzandomi e poi su tutto il corpo, sentivo il suo odore leggero e ammiravo la pianta liscia e morbida.
Poi però iniziai a sentire un po' di dolore, le sue carezze mi sembravano più ruvide e lo sfregamento dei suoi pur morbidi piedi sul mio torace iniziò a farmi male, vedevo che il torace si stava arrossando.
Iniziai a contorcermi debolmente, quasi sperando che non andasse ad insistere sempre sugli stessi punti ma, in breve tempo, tutto il torace divenne arrossato e iniziò a bruciare.
Non si fermò e continuò a ballare su di me, senza fermarsi.
Iniziai a lamentarmi, sperando che almeno si spostasse su altre parti del corpo ma continuò a spingere e poi a battere con i piedi sul torace.
Le accarezzai i piedi per farle capire che avevo male ma mi scalciò le mani e continuò a ballare con sempre maggiore forza.
Dopo pochi istanti il dolore iniziò ad essere sempre meno sopportabile, provai ancora a toccarle i piedi ma non si spostò così provai a mettermi di lato e lei scivolò , scendendo sul tappeto.
Subito mi dette un paio di forti pedate nello stomaco e spense l-pod.
-Ti avevo avvertito di non sottrarti da sotto di me. Questa sarà l'unica volta che te lo dico, ma se insisti andremo di là e conoscerai cosa vuol dire il dolore, anche se ho promesso a R. di non farti troppo male
-No...ti prego...fai male....solo sul torace...
Stette un secondo e poi disse, con tono completamente diverso:
-Ah già, scusa, cavoli, il torace...ma come ho potuto fare una cosa del genere!....
Sembrava quasi dispiaciuta.
-Ma come ho fatto a dimenticarmene subito?...R. mi aveva detto che ti piace essere calpestato sulla faccia ed io ti stavo massacrando il torace...Scusami tanto, rimediamo subito, attendimi un istante che torno subito da te!
Ebbi seriamente paura, provai a calmarmi nei pochi istanti concessi ma lei tornò in meno di un minuto.
Mi immobilizzò completamente la testa dentro una sorta di scatola, da cui sporgeva solo la mia faccia. Legò i miei polsi ai lati della scatola per immobilizzarmi e quindi si alzò in piedi e salì nuovamente su di me.
Con fare leggermente insicuro provò a tastarmi la faccia, sentii la sua pianta un po' fredda e sudata, poi accese l'I-pod e incominciò nuovamente a ballare ma usando la mia faccia come pista da ballo.
La sensazione con lei sopra la mia faccia era molto più forte, mi eccitai subito per essere sotto dei piedi così morbidi e lisci, aveva un 39 che copriva completamente la faccia ma altrettanto rapidamente sopravvenne il dolore, quando lei iniziò a muoversi e a ballare con più forza.
Sentivo il sangue in bocca, i denti che premevano contro le labbra, schiacciate dai suoi piedi, il naso che iniziava a far male.
Iniziai a lacrimare, aveva messo prima le dita e poi il tallone in entrambi gli occhi o per caso o per divertimento e poi iniziai a piangere, cercando con la forza di tenermi legato alla coscienza che, pedata dopo pedata, sentivo scivolare via.
Mi sembrò di iniziare ad impazzire in questo incredibile susseguirsi di luce e buio, cercai di muovermi ma la faccia e le mani erano completamente immobilizzate e desistetti subito.
Iniziai a sperare che esaurisse la sua energia ma non sembrava disposta a fare nessuna pausa e dopo altre pedate, mentre ormai il dolore era dappertutto, mi arresi e scivolai in una sorta di sonno o di torpore.
Per qualche istante non sentii nulla ma poi mi risvegliai violentemente, lei era scesa a ballare nuovamente sul torace e sentii affondare con forza le dita dei piedi dentro il mio stomaco non protetto dai muscoli ma, quando tornò a ballarmi sulla faccia, caddi nuovamente in quello strano torpore di prima.
Mi svegliai innumerevoli volte, ma ebbi solo deboli lampi di coscienza, non capivo se dormivo sfinito per la precedente notte insonne o per lei che mi ballava sulla faccia, sentivo solo dolore e mi sembrava di uscir di senno.
Mi risvegliai pieno di dolore ovunque solo molto più tardi.
Le mani erano legate davanti ma la testa era libera dalla scatola.
Sentivo un peso su di me, era lei che si era addormentata e i suoi piedi dalla faccia erano scivolati accanto.
Ero girato verso di lei e nonostante quello che mi aveva fatto, non riuscii a resistere alla tentazione di baciare i suoi piedi, che erano davvero belli.
Sembrò quasi destarsi e mi ributtò in faccia i piedi.
Subito scivolarono di nuovo per il sudore ma questa volta uno scivolò sulla gola e lì si fermò.
Iniziai a soffocare ma non riuscivo a muovermi, le mani erano ferme e legate.
Deglutii ma il piede iniziò a schiacciare e a farmi mancare l'aria. Le pulsazioni aumentarono, mi mossi un po' e poi un po' più violentemente. Provai a svegliarla leccandole l'altro piedi e finalmente, in una sorta di dormiveglia, alzò i suoi piedi, respirai ma me li buttò con forza in faccia, rischiando di rompermi il naso.
Presero nuovamente a scivolare sul collo ed io a soffocare. Cercai di muovermi e dopo alcuni tentativi, quando stavo già desistendo, mi liberò il respiro.
Avevo seriamente paura e decisi che dovevo restar sveglio per evitare di soffocare.
Il sonno era tanto, la coscienza andava e veniva ma provai a far di tutto per restare sveglio per paura che mi soffocasse senza accorgersene.
Lentamente in questo continuo dormiveglia, arrivò il mattino. Lei si svegliò, si alzò dalla sedia sdraio, mi liberò le mani e io ripresi a respirare regolarmente.
Mi massaggiai la faccia, avevo davvero male, intensi brividi di freddo e di dolore e, sfinito, caddi addormentato.
Dopo pochi istanti suonarono alla porta.
E. andò ad aprire, sentii che parlava brevemente con R. ma non capii assolutamente nulla di quello che si dissero e chiusi nuovamente gli occhi, sperando di riposare.
Improvvisamente aprirono le tapparelle e le prime luci del mattino inondarono l'appartamento.
Aprii nuovamente gli occhi e la prima cosa che vidi con chiarezza furono le piante dei piedi di R.
Me li trovai subito in faccia ma appena me li appoggiò gridai per il dolore.
-E' strano che urli- disse E.- E' rimasto fermo e glieli ho tenuti in faccia tutta la notte, Forse però potrei aver esagerato a batterlo, ma appena scendevo sul torace, urlava ed allora, per evitare che facesse rumore, risalivo sulla faccia....
-Hai fatto benissimo, sento che sotto i piedi la sua faccia scotta. Non mi pare che tu gli abbia rotto nulla ma è ovvio che qualche livido ce l'ha, dev'essere per quello che ha gridato non appena gli ho appoggiato i piedi in faccia.
-Eh sicuro di si.
R. spostò i suoi piedi, tenendomeli comunque vicino.
-E per quanto riguarda G., come si è comportato?- chiese E.
Benissimo, mi ha massaggiato i piedi tutta la notte ed io ho dormito d'incanto!...
-Ottimo, è un bravo schiavetto, quando non mi fa arrabbiare, il che capita spesso, ultimamente!
E. si assentò, doveva cambiarsi d'abito per poi aiutate R. a portarmi giù nel suo alloggio.
R. mi osservò, avevo i suoi piedi vicini, mi girai verso di lei.
-Spero che stanotte tu ti sia divertito...
Non le risposi ma allungai la mano per accarezzarle i piedi nudi.
-Mi senti? Ho detto che spero che stanotte tu ti sia divertito...non volevi essere pista da ballo per una sera? Era il tuo sogno, vero?
Le continuai ad accarezzare i piedi e riuscii a dirle solamente: --Via...ti prego...via...
R. sorrise, alzò un piede e me lo mise in faccia, sentendo nuovamente i miei lamenti,
-Forse non hai capito che essere un vero schiavo da piedi, può a volte essere molto doloroso...
Le leccai i piedi fino a che non tornò E, che la aiutò a farmi alzare.
Osservai brevemente per la prima volta il mio torace arrossato e pieno di tantissimi piccoli lividi. Barcollavo paurosamente, come se fossi ubriaco anche a muovermi a quattro zampe.
Con fatica, sentendo ad ogni passo il dolore sul torace e sulla faccia, arrivammo di sotto.
Mi fecero stendere sotto lo sdraio cui aveva tolto l'appoggia piedi, notai a mala pena G. a terra, che era molto stanco per la nottata da R. ed ebbi uno strano pensiero, volevo sapere assolutamente cosa aveva fatto durante la notte ma fu un pensiero che svanì subito.
Distrattamente E. mi porse i piedi a baciare, poi scivolai subito in un sonno profondo. Tornò solamente R. che mi appoggiò addosso i suoi piedi.
Io trovai una posizione laterale dove sentivo meno dolore e, con un piede di R. davanti alla faccia ed uno sulla testa, mi addormentai pur in un sonno spesso interrotto per i mille movimenti dei piedi di R. su di me.
Mi svegliai più tardi con una nuova sensazione di freddo, R. si era alzata e non mi utilizzava più come appoggia piedi.
Mi comparve nuovamente davanti dopo pochi istanti, avevo lo sguardo alle sue caviglie a i suoi piedi.
-Vedo che ti piace rinunciare alle piccole pause che ti lascio, non hai nemmeno da andare in bagno? Mi fa piacere se non riesci a rinunciare a stare un secondo senza i miei piedi...
-No...non so.....non mi sento per niente bene....ho forse...febbre...e brividi...
Provò a tastarmi la fronte con un piede.
-Si, scotti, forse hai febbre ma questo non ti esenta certo dai tuoi doveri. E' ora di pranzo e il tuo posto è sotto il tavolo...
-Non...non riesco...
Le accarezzai i piedi.
-Ma...non...vedi come sono...ridotto? Son quasi tre giorni che....non ho niente cibo e...non dormo e...poi piedi...solo piedi....e niente altro che piedi...
-Dovresti essere contento allora, visto che ti piacciono i piedi, E poi non è vero che non dormi, prima mi sembrava che dormissi...
-No, non sono riuscito, ti muovevi di continuo...
-E che volevi, che stessi ferma solo per farti dormire?
-Non so...ma...ti prego...voglio....smettere...
Cambiò voce, tolse il piede dalla infradito e si fece sensuale.
-Smettere? Ma come smettere...Mica mi dirai per caso che non ti piacciono più i miei piedi?
Avvicinò il piede quel tanto che ne percepii l'odore, mostrandomi bene la pianta e le dita.
-Guardali bene, non mi dirai che non li vuoi più? Sentine l'aroma, anche loro vogliono te...
Nonostante le mie condizioni, una vampata di eccitazione si fece strada in me e sentii che li desideravo moltissimo, nonostante tutto.
Come un automa strisciai verso di lei, incurante delle fitte di dolore e allungai la lingua sotto le sue dita.
-Ah, ecco, volevo ben dire eh? Allora ti piacciono ancora i miei piedi...
-Si....padrona...
-Benissimo...Allora vieni subito di là sotto il tavolo!
Mi mossi con fatica, mi sdraiai e per l'ennesima volta non assaggiai nulla se non i suoi piedi.
Passai buona parte del pomeriggio tra sonno e veglia, mentre lei, sempre leggendo, giocava con la mia bocca e la mia faccia.
Vagai nel sogno in una specie di limbo molto strana, mi perdevo continuamente tra ciò che sognavo e ciò che era veramente, sentivo il suo piede in bocca e le dita che quasi mi soffocavano, mi svegliavo ma poi tornavo a dormire e sentivo la mia lingua lavorare tra le sue dita.
In realtà non dormii veramente, mi svegliava di continuo come anche al mattino, continuava a chiedere attenzioni ai suoi piedi in ogni istante ma non appena stava un po' ferma, crollavo nel sonno.
Mi svegliai definitivamente qualche ora dopo, quando finalmente spostò i piedi dalla mia faccia.
Avevo un forte mal di testa, senza contare il dolore ovunque per il calpestamento della notte precedente, la testa ondeggiava ai piedi dello sdraio e lei, vicina ma con le gambe piegate mi stava osservando.
Le guardavo i piedi confusamente, quasi chiedendomi perché non fossero su di me, volevo allungare le mani ma erano come al solito legate alla gamba dello sdraio.
-E allora stanotte la vuoi di nuovo passare con E.?
Alzai lo sguardo faticando un po' a metterla a fuoco.
-No...no...non più, ti prego....
-Beh però invece a me piacerebbe l'idea, sai? G. è bravo davvero. Sembra malmesso ma in realtà ha retto quasi tutta la notte con me...
Di nuovo quella strana sensazione come di gelosia...
-Sai, ha massaggiato e leccato quasi di continuo e le pochissime volte che mi sono svegliata, era all'opera ai miei piedi...magari stasera me lo faccio di nuovo prestare...
-No...no...io...io voglio...
-Che cosa....io....finisci la frase che non ti capisco...
-Io...io...piedi...io...
-Che cosa vuoi? Non capisco...
-Io...voglio i tuoi piedi, ti prego...
Cioè pensi di riuscire a sostenere i ritmi di G.?
-Si, si io...lecco....
Non credo, mi sembri abbastanza sfinito. Se vai di sopra, E. ti allena di nuovo un po'....
-No...ti prego...voglio...voglio i tuoi piedi...tutta la notte...e anche adesso...
-Ma sei davvero insaziabile!- disse e mi buttò di nuovo addosso i piedi- Bravo, è così che ti voglio. Anche se stasera dovrò insistere che mangi un po' che non puoi vivere di solo piedi, non ti pare?
Non la sentii, ero preso dalla frenesia di leccarle i piedi senza sosta, non capivo il perché ma solo che dovevo farlo e lei lasciò fare, rilassandosi nuovamente.
-E' incredibile- disse- Aveva ragione E: più li maltratti, più ti adorano!
Non la ascoltai, si fece leccare ancora fino all'ora di cena in cui mi concesse finalmente del cibo e delle vitamine in pillole, poi la solita tv e poi l'ora di dormire.
Quella sera detti il meglio di me, mi sentivo quasi ristabilito, sentivo che dovevo far meglio di G., che non dovevo fermarmi e lei lasciò fare, dormendo beatamente tutta la notte.