Rave party

andybis
00giovedì 30 settembre 2010 15:23
Un nuovo racconto
Ecco qua a voi un mio nuovo racconto, capirete che si ispira alla serie 'pista da ballo' ma spero di essere riuscito nell0impresa di non fare un copia-incolla. Buona lettura!

Rave party

Non so perché son qui, non so come ci sono arrivato, ma ho paura.
La mia padrona, una ragazza di vent’anni ha detto che mi avrebbe portato ad una festa e che si sarebbe divertita molto, ma questo è un posto strano, mi sembra un vecchio magazzino ed io, steso nel suo bagagliaio, non ho capito nemmeno come ci siamo arrivati.
Ho il collare e sono attaccato ad un palo e vicino a me vedo tanti altri tappetini come me, tutti con lo sguardo spaesato, tutti con la paura negli occhi.
Ci sono tante ragazze, hanno stivali, sandali, alcune sono anche a piedi nudi, tutte sono molto poco vestite per via del caldo.
Da un lato della stanza vedo solo un enorme impianto stereo, e un grosso spiazzo che stanno cercando di liberare per farne la loro pista da ballo.
Un rave party.
Ho sentito di tutto sui rave party, in genere sono illegali, anche perché girano molte minorenni e sostanze strane e spesso alcuni tappetini vengono usati fino oltre lo stremo.
Le ginocchia mi fanno male, ho sete e non vedo più la mia padrona.
Una ragazza mi si avvicina, è a piedi nudi. E’ molto bella, ma appena mi è vicina, alza i piedi verso la mia faccia per farseli pulire, noto che sono molto sporchi.
Ehilà, ragazze, qua bisogna disporre il leccatoio, per quando ci vogliamo riposare e farci pulire i piedi.. Sto qua mi pare adatto, che faccio lo porto di là?
Nessuno le bada, allora lei mi stacca dal palo e mi accompagna in un angolo, dove mi fa stendere.
Immediatamente mi trovo entrambi i suoi piedi nudi molto sporchi sulla faccia.
Se li struscia sulla faccia, inutilmente le chiedo acqua, ha le cuffie nelle orecchie e non mi sente, capisco che devo pulirle i piedi con la lingua.
Iniziò a leccarle la pianta, cercando di asportarne via lo sporco, ma, nonostante il mio impegno, non riesco a renderli puliti.
Lei sembra non badarci, ascolta musica a tutto volume mentre le lecco i piedi.
Ad un certo punto, qualcuno viene a chiamarla, io non ho tempo di respirare che mi trovo sotto altri piedi da pulire.
Arriva altra gente, molti tappetini e molte altre ragazze, alcuni vengono fatti stendere sulla pista, altri invece li trovo vicino a me a pulire i piedi di altre ragazze.
Le ragazze iniziano a bere e a fumare, alcune hanno già gli occhi lucidi.
Inizia la festa, la musica aumenta di volume e le ragazze iniziano a ballare.
Attorno a me diventa affollato, ora ho molti piedi che mi schiacciano e almeno due ragazze cercano contemporaneamente di farsi pulire i piedi, chiacchierando fra di loro, ignorandomi.
Ho sempre più sete, ma nessuna di loro bada a me, mi usano solamente per farsi pulire, i loro piedi non lasciano un istante di riposo alla mia lingua.
Fatico a respirare, sudo e comunque mi giro, comunque passa il tempo, non riesco ad avere un istante di pausa ma solo piedi, nient’altro che piedi da leccare.
Ad un certo punto mi sento afferrare, per un secondo vengo liberato dalla loro pressione, è la mia padrona.
La guardo, unica faccia amica in mezzo a tanti sguardi indifferenti e a tanti piedi da leccare.
Tutto ok?
La guardo come istupidito.
Sete…- è l’unica cosa che riesco a dirle.
Devo avere un aspetto terribile con la faccia ricoperta di sporco e sudore.
Le ragazze mi guardano un secondo, sento vicini i loro piedi che reclamano la mia attenzione e, mentre la mia padrona va a prendermi da bere, una di loro, una biondina mi mette i piedi nudi e sporchi davanti alla bocca e, anche se sono seduto, pretende che glieli lecchi.
Le succhio le dita, aspettando che la mia padrona mi porti acqua.
Appena arriva, toglie il piede dalla mia bocca ed io bevo avidamente l’acqua che mi ha portato.
Cerco di prolungare questo unico attimo di respiro, so che appena avrò finito dovrò sdraiarmi e ricominciare a leccare. La mia padrona se ne accorge e non ha troppa pazienza, le sue mani si allontanano e con esse l'acqua e, immediatamente dei piedi mi afferrano e mi tirano giù, sotto di loro.
E' un inferno di sporco e sudore, un caldo intollerabile e penso che non potrò resistere a lungo, visto che la serata è appena iniziata.
Vedo un tappetino trascinato vicino a me, ha appena fatto da pista da ballo e appare già abbastanza battuto, vedo pochi segni di tacchi ma soprattutto lividi ovunque.
Capisco che per il gran caldo le ragazze ballano tutte a piedi nudi, lo capisco dai lividi.
Si gira, appena il tempo di osservarmi con lo sguardo spento che si trova un piede in bocca da succhiare e tanti altri piedi nudi sopra di lui.
Poi la ragazza che ha trascinato li il tappetino, mi afferra, aiutata da una sua amica, ho molta paura perché so che andrò io al posto del tappetino che è stato portato in qua.
Ho solo il tempo di accorgermi dove è la mia padrona, il mio sguardo incrocia il suo, la supplico di fermare colei che mi sta trascinando, ma lei, avvicinandosi, aiuta la ragazza che mi trascina e in breve sono vicino alla pista da ballo.
Il tempo di cercare il suo sguardo e mi trascinano sulla pista.
Traggo l’ultimo profondo respiro, prima che , in un istante, mi trovi sotto un gruppo di ragazze tutte a piedi nudi, mentre la musica è altissima.
Urlo per il dolore, ma poi mi accorgo di non riuscire a respirare, ho paura che smetterò di farlo da un momento all’altro e che non se ne accorgeranno, continuando a calpestarmi.
La parte inferiore del mio corpo è fuori della bolgia, la mia testa e tutta la parte superiore invece sono quasi al centro della pista, quasi che provo a trovare la forza per uscire da quell'inferno, cercare di trovare un po' di ossigeno.
Ovunque mi giro vedo solo piedi, piedi, null’altro che piedi che salgono su di me, ballano, mi calpestano e scendono.
Mi arrivano calci, non riesco a vedere in faccia nessuna delle ragazze che mi calpesta, anche perché spesso una di loro mi balla sulla testa o sulla faccia.
La coscienza e la lucidità mentale mi abbandonano, così come l'idea di provare ad uscire da quell'inferno, mentre ancora un’altra ragazza inizia a ballarmi sulla faccia, saltellando e divertendosi.
Piedi, solo piedi, nient’altro che piedi.
Non capisco quanto dura ma capisco a malapena che vengo trascinato via, ora mi sento come un tappeto battuto, non ho più molta coscienza del mondo che mi circonda.
In un istante vengo trascinato nuovamente al ‘leccatoio’, così lo hanno chiamato e di nuovo mi trovo in bocca dei piedi, mentre quello che prima leccava, scalpita e cerca di ribellarsi, sapendo la fine che gli sarebbe toccata sulla pista.
Non ho un istante di pausa, sono davvero troppe, sento del dolore su un fianco e vedo che una di loro ha tenuto dei sandali col tacco alto.
Me li affonda nel fianco, un dolore intenso sotto di lei ma non riesco a guardare a lungo, perché la mia lingua è sempre impegnata.
Penso di avere non meno di tre ragazze da leccare contemporaneamente, mentre sento forte il dolore ora nel mio stomaco dove sta affondando i suoi tacchi.
Ho come la sensazione che quel dolore, forte ed intenso mi tenga ancorato alla realtà, forse lei lo fa apposta e sembra quasi che ogni volta che le forze mi abbandonano e sto per lasciarmi andare, mi da un colpo di tacco nello stomaco per risvegliarmi.
Quasi tutte le ragazze si alzano, vanno a ballare coinvolte dalla musica a tutto volume, quasi spero che si alzi anche lei per potere avere qualche istante di pausa ma non lo fa, anzi affonda ancor più dentro di me i suoi tacchi ed io mi raggomitolo in posizione fetale per provare a chiederle pietà.
Le accarezzo i piedi, le osservo i talloni nudi sopra i tacchi, li vedo bianchi per lo sforzo che sta facendo nel farmeli entrare dentro di me.
Poi d'improvviso mi libera ed io posso osservare le ferite che mi ha lasciato, cercare di tornare a respirare qualche istante pur nel dolore.
Riesco a malapena a sollevare lo sguardo, è una bella ragazza, capelli scuri e lunghi, molto giovane, sembrerebbe dolce non fosse per il dolore che mi ha provocato.
Si sposta, non ha ancora finito di divertirsi, ora si trova all'altezza della mia testa, mentre sento che altre ragazze si sono sedute e pretendono che massaggi loro i piedi.
Appoggia i suoi tacchi sulla mia testa mentre una sua amica si siede di fronte a lei, appoggiando i piedi sul mio collo.
Ora soffoco, mentre con le mani bloccate nel massaggio, riesco a vedere i suoi tacchi sulla mia faccia: una scarpa resta ferma sulla bocca mentre con l'altra rotea il tacco pericolosamente vicino ai miei occhi.
Osservo quanto è appuntito, la sua amica mi lascia respirare ogni tanto mentre io, con sempre maggiore terrore, vedo che lo vuole avvicinare ai miei occhi.
Mi colpisce sulla guancia e poi sotto l'occhio. Sta giocando, è un gioco pericoloso perché non sono il suo tappetino e lei potrebbe fare davvero tutto quello che vuole.
Appoggia il tacco sotto l'occhio, ho paura e lo chiudo ma lei insiste, mentre i piedi nudi della sua amica mi impediscono quasi di respirare.
Improvvisamente smette, forse è stata distratta da qualcosa, vedo una ragazza che si è avvicina trascinando un tappetino ed io quasi respiro, so che toccherà nuovamente a me stendermi sulla pista da ballo ma so che mi libererà da quella tortura.
Velocemente viene steso al mio posto il tappetino appena trascinato, non si muove ma la ragazza con i tacchi alti appoggia subito i suoi piedi sulla sua faccia.
Mi volto, quella che mi dovrebbe trascinare si stupisce che mi muovo io autonomamente verso la pista, si limita a tenermi basso mentre cammino vicino a lei a quattro zampe.
La ragazza mi ferma vicino alla pista, io ho il tempo di osservare la selva di piedi nudi sotto cui mi toccherà coricarmi, mi fa cenno di entrare e mi fa capire che se non mi stenderò io, mi trascinerà lei nel mezzo.
Li vicino intuisco un altro tappetino, lo vedo dalla parte inferiore del corpo che sporge, lo vedo muoversi passivamente al ritmo dei piedi che ballano su di lui.
Osservo ancora la selva di piedi e decido che non posso fare altro che provare e a tuffarmici.
Una ragazza giovane e molto bella si accorge della mi esitazione, solleva il suo piede nudo e sporco, invitandomi a stendermi sotto. Le bacio il piede, vedo che alcune altre mi fanno posto, mi stendo e all'istante vengo appiattito a terra, non riesco più a sollevarmi, né a voltarmi, riesco solamente a strisciare di qualche millimetro, mentre intravedo la faccia e il corpo di un altro tappetino, sporca e calpestata e voltata verso di me, mi chiedo solamente da quanto tempo è li.
Poi non riesco più a ricordare nulla, percepisco solo una volta qualcuno che prova a trascinarmi fuori ma reagisco in modo strano. Mi oppongo al trascinamento, quasi come se sentissi ormai di appartenere al pavimento della pista da ballo, e, con le poche forze rimaste, mi tuffo sempre più profondamente in quella selva di piedi nudi che ballano su di me, ricevendo continui pestoni su tutto il mio corpo e, mentre vengo colpito senza sosta, scivolando lentamente nell'incoscienza, trovo ancora la forza di baciare e leccare i piedi che mi colpiscono...
Baz Luhrmann
00domenica 3 ottobre 2010 12:55
Innanzitutto ringrazio Andybis per aver condiviso anche con noi un suo nuovo racconto. [SM=x829800] [SM=x829800] [SM=x829800]

Per commentare, direi che stavolta poiché mi pare si tratti di un singolo racconto mi aspettavo un finale ben preciso e non lasciato alla nostra immaginazione.
Dico questo poichè Andybis descrive situazioni sempre molto estreme e quindi io non mi meraviglierei di leggere un finale " drammatico”.

Per il resto è un piacere leggerlo! [SM=x829806]



andybis
00martedì 5 ottobre 2010 18:38
Ti ringrazio molto per la critica, Baz. In effetti mi accorgo anche io che manca un po di finale ma ho sempre paura del copia-incolla ossia scrivere un finale uguale ad altri già scritti....boh, al massimo ci penserò un pò su se mi viene in mente qualche idea migliore...e chiaramente la condividerò come sempre qua ed altrove
servetto70
00mercoledì 6 ottobre 2010 22:38
grazie andybis.....ottimo racconto [SM=x829785]

"ma nessuna di loro bada a me, mi usano solamente per farsi pulire, i loro piedi non lasciano un istante di riposo alla mia lingua.
Fatico a respirare, sudo e comunque mi giro, comunque passa il tempo, non riesco ad avere un istante di pausa ma solo piedi, nient’altro che piedi da leccare."

una vera condanna [SM=x829766] ma deliziosa!
theboogeyman0
00venerdì 8 ottobre 2010 13:39

Gran bel racconto! [SM=x829788]

Complimenti anche da parte mia! [SM=x829811]

Leggendo questi tuoi racconti ho spesso l'impressione che siano una raccolta di frammenti di esperienze vissute in prima persona... [SM=x829785]

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