Riformatorio maschile

Ilovestiletto
00martedì 4 novembre 2014 00:20
Era stato messo a punto nel 2015. Era un farmaco in grado di aumentare la forza muscolare, il suo antidoto, faceva quindi l’effetto contrario, rendeva più deboli. La dottoressa che l’aveva scoperta era stata insignita del premio nobel per la medicina. Non era molto nota negli ambiente medici, ma tutti le riconoscevano una determinazione e una caparbietà fuori dal comune. Nessuno sapeva la sua storia. Nessuno conosceva il motivo della sua caparbietà. La dottoressa da giovane era stata stuprata da un gruppo di uomini, che l’avevano costretta con la forza ad avere rapporti con tutti i membri del branco. Il gruppo non era mai stato condannato complice un giudice corrotto. La ragazza era cresciuta quindi, con l’unico scopo di compensare il gap biologico tra uomo e donna e rendere quindi l’uomo fisicamente più debole. Nel giro di un decennio dalla proprio scoperta, il farmaco aveva cambiato l’umanità, le donne aveva preso il sopravento. Occupavano i ruoli di comando in tutti i paesi più industrializzati. Il mondo era migliore, nel nuovo equilibrio erano scomparse le guerre, le donne di tutto il mondo non avevano interesse a combattere. Gestivano i loro mondi e le loro economie, nel rispetto le une delle altre. Le donne non avevano il senso di cupidigia dell’uomo, governavano con più equità. La violenza e i furti stavano scomparendo. Avevano creato un mondo migliore. Infatti fin dalla nascita, la somministrazione del farmaco per le donne e dell’antidoto per gli uomini erano obbligatorie. Arrivati all’adolescenza i ragazzi venivano portati in apposi siti dove venivano munti, si formavano così enormi banche del seme per la riproduzione. Erano diventate moltissime le donne che, preferivano procreare facendo ricorso alla banca del seme, rifiutandosi quindi, di avere rapporti completi con i loro mariti. Le persone infatti, continuavano la vita di tutti i giorni, si sposavano, lavoravano. Era però la donna a comandare la famiglia. Era la donna che picchiava il marito quando tornava a casa. Era la donna che decideva le leggi. Proprio in quel momento si stava discutendo nei vari parlamenti se raggiunta l’adolescenza, dopo la mungitura fosse giusto castrare l’uomo. Come in tutte le diatribe politiche che si rispettino, c’erano due schieramenti. La maggior parte delle donne era contraria alla castrazione. Sostenevano infatti che il testosterone, che dava all’uomo quell’irresistibile impulso di raggiungere l’orgasmo, era fondamentale. Che l’uomo così era completamente soggiogato alla donna, anche e sopratutto mentalmente. Che il bisogno degli uomini di avere un orgasmo li rendeva completamenti succubi delle donne, gli creava una sorta di dipendenza fisica. Le donne, dal canto loro, potevano far sperare l’uomo in un rapporto completo tutte le volte che volevano. Consapevoli di non avere nessun obbligo. La rinuncia per la donna era la prassi e all’uomo non restava che masturbarsi in bagno, sperando in una prossima volta. Sempre se la sua compagnia non gli aveva mollato prima, un paio di sberle per puro divertimento. Iniziava però, a formarsi qualche partito minore, propenso alla castrazione. Il testosterone e la voglia dell’uomo quindi, di arrivare al piacere, aveva mantenuto in vita il fenomeno della prostituzione. Seppur a caro prezzo, qualche donna decideva di prostituirsi, soprattutto quelle dei paesi non molto industrializzati, che non aveva ancora la giusta dimestichezza con il vaccino e con il suo antidoto. Soprattutto quelle che non si rendevano conto che il vecchio mondo era cambiato. Ed erano proprio gli uomini che controllavano e gestivano la prostituzione i nemici peggiori. Anche le prigioni erano cambiate. Gestite ovviamente da sole donne. Visto che i prigionieri erano solo maschili e solo per reati concernenti la sessualità, le carceri avevano cambiato il loro nome in riformatori maschili. Le guardie carcerarie, avevano una divisa molto sexy, per soggiogare di continuo i prigionieri. Indossavano solo camicetta bianche, minigonne di pelle nere e decolté con un terribile stiletto metallico. I prigionieri erano divisi in reparti a seconda delle colpe da scontare.
I reati minori, quelli di protesta, in cui qualche uomo aveva osato lamentarsi venivano scontati nelle segrete del castello. Tutti gli uomini che avevano provato moti di ribellione, venivano usati somari. Erano messi a spingere una ruota che produceva la corrente per il riformatorio, non gli veniva dato ne da mangiare ne da bere, così che vista la loro debolezza dopo poco crollavano a terra. A quel punto le guardie addette alla ruote, gli salivano sopra lo calpestavano come uno zerbino, infilando i loro tacchi a spillo nelle carni degli uomini, e quindi il malcapitato sempre più malconcio si rimetteva al suo posto.
Quelli che invece venivano beccati riuniti, in gruppo a cospirare contro il nuovo mondo venivano usati come cessi. Erano chiusi in apposite celle dalle quali sporgeva solo la testa, che veniva incastrata in una tazza. Le guardie andavano li a fare pipi, e gli uomini dovevano bere tutto, se una goccia cadeva per terra o peggio ancora se qualcuno provava a usare la lingua, veniva passato al piano di sotto dove c’erano della tazze analoghe in cui le ragazze non facevano solo la pipì….
Vista la difficoltà dell’uomo di avere un rapporto completo, la masturbazione era un’attività abbastanza frequente. Veniva sopportata dai governi solo gli uomini erano chiusi in un bagno. Ma tanti per eccitarsi si masturbano direttamente su indumenti o scarpe femminili. Questi venivano frustati costantemente sul culo, giornalmente, venivano posizionati su delle gogne e le donne che avevano subito l’onta di ricevere il seme maschile sui propri capi d’abbigliamento venivano chiamate per vendicarsi. Non c’erano limiti di tempo, la donna frustava come e quando voleva. Il malcapitato poteva solo sperare che la ragazza si stancasse presto. Se però così succedeva interveniva una guardia che continuava il lavoro fino a quando il culo del condannato non era completamente sanguinante. Allorché era il momento di un altro condannato che aveva aspettato il suo turno tremendo come una foglia, e pentendosi per quello che aveva fatto. Queste punizioni avevano anche lo scopo di assumere nuove guardie. Le ragazze infatti che frustavano con più violenza erano quelle alle quali, veniva chiesto di fermarsi a lavorare nel riformatorio. In questo reparto c’erano delle celle di isolamento destinate a coloro che reiteravano il misfatto o a quelli che mettevano su internet le loro bravate. Queste celle erano celle singole, i malcapitati erano incatenati al muro e le guardie si davano il cambio per frustarli fino a quando il poveretto sveniva dal dolore, a quel punto i tremendi tacchi a spillo delle carceriere si infilavano nella carne del detenuto e le ragazze potevano continuavano . Il trattamento durava fino a quando il condannato resisteva, c’era un punto in cui neanche i loro tremendi stiletto lo rianimavano più.
C’era poi il reparto in cui i prigionieri avevano tradito la propria compagna provando ad avvicinarsi a un’altra donna. Retaggio del passato. In questo reparto le carceriere avevano una variante all’uniforme standard, indossavano pantaloni di pelle e le loro decolté avevano una punta metallica rinforzata. I detenuti di questo reparto si pentivano dopo pochi attimi di avere le palle, le quali, erano solo il bersaglio dei calci delle loro aguzzine. Venivano legati al pavimento con le gambe larghe e a quel punto le carceriere infierivano sui loro indifesi coglioni con le loro decolté con la punta rinforzata. C'è da dire che le donne incentivavano questo tipo di condanne, visto che l'atteggiamento equivoco da parte loro era aumentato. Si divertivano a illudere un maschio, sapendo bene a cosa andava incontro se fosse stato beccato. Anche in questo reparto si incentivano le vendette personali, le donne piombano con furia sulle palle dei condannati, che erano in balia delle loro mogli. Ma a finire il lavoro servivano le decolté con la punta rinforzata delle carceriere. Visto il numero crescente di maschi che erano destinati a questo reparto la permanenza dei condannati non era molto lunga,….
Il reparto più duro era quello per i maschi che sfruttavano le prostitute organizzando loro gli incontri e lucrando una parte dei guadagni. C’era qualcuno che ancora la faceva. I condannati in questo reparto venivano legati su una panca con le gambe ben allargate, gli venivano infilati nel culo dildo di dimensioni enormi senza nessun tipo di lubrificante, e quando iniziavano copiose fuoriuscite di sangue le guardie si divertivano nell’infilargli dentro gli oggetti più disparati, bottiglie, tubi.
In tutto il riformatorio non c’erano delle regole molto rigide per le carceriere che facevano il bello e il cattivo tempo senza dover rendere conto a nessuno. Anzi spesso le direttrice le istigavano a comportamenti sempre più violenti. Il sabato sera, spesso le guardie si sfidano a chi riusciva a evirare prima il detenuto usando solo i calci, chi perdeva avrebbe pagato da bere. I riformatori venivano messi generalmente vicino alle scuole maschili, che ovviamente erano ben separate da quelle femminili, gli urli dei malcapitati accompagnavo i ragazzi nel loro studio e gli ricordava cosa succedeva a chi sbagliava. Spesso gli studenti peggiori scontavano delle ore nel riformatorio, ma con incarichi leggeri, pulire il sangue o disfarsi dei cadaveri.
Lorenzoslave
00martedì 4 novembre 2014 16:33
Boh
DavideSebastiani
00martedì 4 novembre 2014 19:57
Devo essere sincero. Ho atteso parecchio prima di prendere la decisione di postare cosa ne penso. Sai perchè? Perchè il semplice fatto che tu abbia postato questo racconto è sinonimo di partecipazione e come tale da apprezzare a prescindere. Però poi non ho potuto fare a meno di dire ciò che penso. Spero che tu apprezzi almeno la mia sincerità. Dunque, il racconto non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto per vari motivi ma quello che risalta agli occhi più di tutto, più del contenuto, è la forma. E' scritto in modo noioso, più da libro di storia che da racconto, con un interminabile elenco di situazioni che non mi prendono. Mi spiego meglio. L'idea di un mondo dove le donne hanno il potere è sempre intrigante seppur non nuovissima ma tu non hai sviscerato questa possibilità, non hai creato una storia ed hai soltanto elencato quello che accade in questo mondo, appunto come farebbe un libro di storia su un determinato periodo storico, come il medioevo o il rinascimento. E questo malgrado molte delle situazioni da te elencate mi mandino fuori di testa e le ami alla follia, come ad esempio lo scambio dei ruoli ed il potere femminile all'interno di un rapporto. Ma non ci sono personaggi, non c'è atmosfera e non c'è eccitazione. E questo per un racconto che tratta questi argomenti è negativo.
Ilovestiletto
00mercoledì 5 novembre 2014 00:16
Re:
DavideSebastiani, 04/11/2014 19:57:

Devo essere sincero. Ho atteso parecchio prima di prendere la decisione di postare cosa ne penso. Sai perchè? Perchè il semplice fatto che tu abbia postato questo racconto è sinonimo di partecipazione e come tale da apprezzare a prescindere. Però poi non ho potuto fare a meno di dire ciò che penso. Spero che tu apprezzi almeno la mia sincerità. Dunque, il racconto non mi è piaciuto. Non mi è piaciuto per vari motivi ma quello che risalta agli occhi più di tutto, più del contenuto, è la forma. E' scritto in modo noioso, più da libro di storia che da racconto, con un interminabile elenco di situazioni che non mi prendono. Mi spiego meglio. L'idea di un mondo dove le donne hanno il potere è sempre intrigante seppur non nuovissima ma tu non hai sviscerato questa possibilità, non hai creato una storia ed hai soltanto elencato quello che accade in questo mondo, appunto come farebbe un libro di storia su un determinato periodo storico, come il medioevo o il rinascimento. E questo malgrado molte delle situazioni da te elencate mi mandino fuori di testa e le ami alla follia, come ad esempio lo scambio dei ruoli ed il potere femminile all'interno di un rapporto. Ma non ci sono personaggi, non c'è atmosfera e non c'è eccitazione. E questo per un racconto che tratta questi argomenti è negativo.



Ti ringrazio per il commento hai centrato perfettamente la linea che volevo dare al racconto. Freddo e distaccato, come se si trattase di una narrazione, non ho voluto appositamente creare persoanggi (se avrai notato non ho neanche dato il nome alla dottoressa) L'idea era quella di creare proprio questo. quindi dal mio punto di vista ho centrato l'obbiettivo.
Ho scritto un'altro racconto più lungo:
freeforumzone.leonardo.it/x/d/10965977/Racconto/discussi...
più circostanziato, lo sto terminado di scrivere, vorrei una tua recensione anche su questo per favore.
Poi sono gusti, e come dire che Hemingway fa schifo perchè fa periodi troppo corti, oppure Manzoni è noioso perchè è troppo descrittivo.
Gusti, Pensare che cìè chi preferisce un piede nudo [SM=x829790] anziche una decoltè tacco 12 [SM=x829796]
Gusti. Comunque grazie.

Lorenzoslave, 04/11/2014 16:33:

Boh



Sicuramente la tua recensione è stata più esaustiva, [SM=x829766] saprò trarne i giusti spunti di riflessione [SM=x829785]


Lorenzoslave
00mercoledì 5 novembre 2014 11:03
Si, hai ragione Ilovestiletto, dovevo precisare meglio il perchè di quel Boh! Il fatto è che mi sono trovato con una storia che non mi è piaciuta ma non ho la facilità di linguaggio Di DavideSebastiani e non sapevo spiegarmi. Per un po' i motivi sono simili ai suoi. Mi sembra noioso. Poi se tu volevi farlo proprio così c'avrai i tuoi motivi. Molto meglio l'altro tuo racconto che invece ho letto con interesse [SM=g7475]


[SM=x829810]
Guras
00venerdì 7 novembre 2014 08:41
Inrigante
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