Terapia d'urto.riassunto puntate precedenti

andybis
00sabato 14 dicembre 2013 14:25
in attesa di una continuazione completamente diversa
Ho riscritto completamente i capitoli dopo il quarto, ma per non ingenerare casini e confusioni, riposto qua i primi 4 capitoli e poi gli altri a seguire :)

Terapia d'urto.

Ma si può sapere che cosa è questa marea di idiozie?
Il cuore mi stava salendo in gola, battendo all'impazzata mentre la mia amica R. mi osservava con durezza.
Aveva detto che aveva urgente bisogno di parlarmi ed abitando abbastanza vicini, avevo deciso di correre subito da lei.
Qualche giorno prima le avevo spedito alcuni dei miei racconti, per la verità avevo iniziato a mandargli quelli un po' più soft tipo 'Notte di Helloween' ed infine avevo deciso di spedirle anche quelli un po' più duri tipo 'Rave Party' o 'L'ufficio di Giulia' e quindi tutta la serie di Mara.
Ora aveva la stampa di tutti i miei racconti in mano, pensai che forse avevo fatto un errore a mandarglieli, probabilmente non era ancora pronta a leggerli.
Lei sapeva del mio feticismo per i piedi femminili ma molto probabilmente non aveva immaginato fino a dove potesse arrivare la mia fantasia.
E allora cosa hai da dirmi su tutto questo?
Oddio, R, cerca di essere ragionevole, sono solamente fantasie, a volte possono sembrare prive di senso...
Non credo che siano solo fantasie prive di senso, se no non le avresti scritte! Ma tu davvero credi che ti piacerebbe vivere come uno dei protagonisti di questi racconti?
Beh forse no, non tutto a dire il vero...
Ah, non tutto, tu dici! E che cosa allora? Pensaci bene: tu parli di tappetini umani che vivono una vita di schiavitù ai piedi di una donna, ritieni veramente che se tu fossi il protagonista di uno dei tuoi racconti, avresti la possibilità di scegliere cosa ti piace e cosa no?
Beh se si prendesse alla lettera tutto quanto scrivo, forse direi di...no?
Ah ecco! Forse dovresti provare ad essere uno degli schiavetti per renderti conto che quasi sicuramente non è così bello come sembra...
Ma suvvia, non farla drammatica, tutto sommato sono solo fantasie e....
Solo fantasie? Forse dovresti finalmente uscire da questo tuo mondo di fantasie e provare a vivere la realtà. Ti piacerebbe davvero provare ad essere uno dei personaggi dei tuoi racconti?
Co...cosa vorresti dire?
Esattamente quello che ti ho detto. Ti lancio una sfida, voglio farti vivere qualche giorno come uno di questi schiavetti, sono sicura che dopo nemmeno un paio di giorni odierai anche solo sentir parlare di piedi.
Rimasi a bocca aperta. Non sapevo che cosa dire, non pensavo che avrebbe reagito in questo modo. Ero eccitato ma anche preoccupato da tutto quello che ciò avrebbe comportato. Abbassai lo sguardo ai suoi piedi, sembravano nudi in pantofole di casa non particolarmente eleganti. Li desideravo, da sempre.
E allora? Che cosa dici?
Ma...non so se veramente...
Lo sapevo. Hai paura a mettere in pratica cosa pensi di volere, vero?
No, non è così, il fatto è che...insomma...sii ragionevole, questa settimana ho mille cose da fare e...
Le solite scuse....Allora cosa dici? Si o no? E' questa la tua unica occasione per metterti dalla parte del protagonista dei tuoi racconti. Ti consiglio di non perderla, se lo vuoi veramente!
Ero sorpreso dalla sua irruenza, la guardai e in quell'istante la trovai tremendamente sexy, gli occhi scuri che mi fissavano duramente e abbassai nuovamente lo sguardo ai suoi piedi.
Se decidi di si, non hai altro da fare che baciarmi i piedi e dirmi che vuoi essere il mio schiavo da piedi per tutta la settimana.
Sentii di non aver alternative anche perché in quell'istante il mio cervello aveva lasciato le redini per le decisioni ad un altra parte del corpo al momento molto più irrorata di sangue: ero molto eccitato e non riuscivo a ragionare in modo chiaro.
Mi chinai e con devozione le baciai i piedi.
Si, ti prego, lo voglio: fammi diventare tuo schiavo da piedi per qualche giorno...
Ottimo, accetto. Vediamo quanto resisterai. Mettiti li che io torno subito.
Indicò una sedia a sdraio, restai indeciso che cosa fare in attesa del suo ritorno.
Siediti a terra, schiena contro la ringhiera del balcone.
Obbedii, lei prese lo sdraio e lo mise in modo che io fossi con la faccia dove sarebbero stati i suoi piedi. Avevo le pulsazioni a mille, sembrava un sogno che diventava realtà.
Prima di sedersi si avvicinò, vidi che in mano aveva delle manette.
Ma che cosa fai....?
Oh nulla, solo accertarmi che non ti muoverai da dove sei fino a che non lo vorrò io...
Ma non è necessario, io resterò qua...
Mi dette uno schiaffo che mi colse di sorpresa.
Non sei tu a decidere cosa è necessario e cosa no! Che cosa non ti è chiaro della parola 'schiavo'? Non vuol dire che devi obbedire in silenzio e basta?
Si, va bene, cioè...hai ragione...
Certo che si, scommetto che non hai ancora ben chiaro a cosa stai andando incontro...
Mi mise le manette al polso destro e le assicurò allo sdraio, quindi si sedette, prese un libro, si tolse le pantofole ed allungò i suoi piedi verso di me.
Avevo le piante dei suoi piedi nudi a pochi centimetri dalla faccia, le osservai con vivo desiderio, apparivano morbide e piacevoli.
Ora queste sono semplicemente le regole che dovrai seguire: ho bisogno di un lungo massaggio ai piedi e, visto che hai una mano legata, lo farai con la lingua a partire da adesso e per tutto il pomeriggio, fino a che non deciderò che è abbastanza. Passerai la tua lingua sulle piante dei miei piedi senza nessuna interruzione né distrazione, va bene?
Ma se...
Non interrompermi!- mi dette una pedata sulla faccia- Ti concederò due minuti di pausa ogni mezzora ed una pausa più lunga di cinque minuti passata la seconda ora, intesi?
Si, padrona, ma...
Un'altra pedata mi raggiunse sulla parte destra del viso.
Nessun ma...hai deciso tu spontaneamente di sederti li e di chiedermi di essere schiavo da piedi. Incomincia immediatamente a leccare e non interromperti se non te lo dirò io.
Alzò il libro e spinse ancor più verso di me i suoi piedi nudi. Appena i piedi mi toccarono la faccia, incominciai subito ad eccitarmi. Osservai le sue lisce piante, sentii un odore sudato e subito, chiudendo gli occhi, incominciai ad assaporare il gusto del suo sudore. Le baciai le piante e poi il dorso con profonda adorazione e quindi singolarmente ogni dito di entrambi i piedi. Era un sogno che si stava realizzando, pensai che in pochissimi istanti le cose avevano preso una piega del tutto imprevista e assolutamente piacevole.
Affondai il naso sotto le sue dita, baciandole ancora la pianta, sempre più eccitato e poi incominciai a leccare con passione. In pochi istanti arrivai vicinissimo all'esplodere, non volevo in quanto mi sarei vergognato tremendamente e allora provai a contenermi, traendo profondi respiri nei suoi piedi.
Che cos'hai che ti sento respirare con difficoltà....-disse osservandomi brevemente oltre il suo libro.
E' che....hai dei piedi bellissimi e....-cercai di calmarmi, per dissimulare la mia eccitazione.
E....finisci la frase...
E li trovo tremendamente eccitanti....
Benissimo, sono molto contenta. Continua pure a leccarmeli allora...
Ripresi a leccarle i piedi, la mia eccitazione tornò subito a farsi sentire dopo pochi istanti.
Lei mosse i suoi piedi, accarezzandomi naso e bocca e io le succhiai le dita e le baciai con devozione il dorso.
Persi cognizione del tempo, in quell'universo odoroso e piacevolissimo tra mille baci e leccate, finché mi annunciò che era passata la prima mezzora e che se avessi voluto, mi sarei potuto allontanare un paio di minuti da lei.
Non ci pensai minimamente e scelsi di rimanere li ai suoi piedi continuando a baciarglieli e a leccarglieli.
Mi annunciò la fine della pausa che in realtà non avevo fatto e continuai senza sosta nella mia opera di adorazione.
Alla successiva mezzora, pensai di prendere un po' di pausa e feci per allontanarmi da lei, ma fui trattenuto dalle manette.
Scusa...non potresti...-dissi indicandole le manette.
Nemmeno per idea, due minuti sono pochissimi, ti conviene restare li, ma hai il permesso di allontanare lo sguardo dai miei piedi per un paio di minuti. Ti libererò dalle manette solo nella pausa lunga.
La guardai ancora stupito, non pensavo che dicesse sul serio ma, rimettendosi a leggere, capii che non avrei avuto nessuna deroga. Guardai oltre lei, mi soffermai brevemente sul libro che stava leggendo e poi guardai oltre verso l'alloggio e quindi nuovamente verso i suoi piedi che, bellissimi e nudi mi aspettavano nuovamente. Quindi guardai verso l'alto, verso il cielo e il balcone dei vicini di sopra.
Mi accorsi di essere osservato.
In quello stesso momento una voce femminile rabbiosa.
Vieni dentro, idiota!
Sentii una porta sbattere e voci di litigio, soprattutto una voce femminile concitata e come dei colpi.
Non farci caso, litigano spesso quelli sopra...
Ma mi stava guardando...
Non importa, tanto probabilmente era lui che è mezzo scemo, sono giorni che non lo vedo in giro...
Ah capisco...
Ora voltati di nuovo verso di me e rimettiti al lavoro. Tieni sempre lo sguardo fisso ai miei piedi e non pensare ad altro!
Le detti un paio di baci al dorso del piede e poi mi rimisi al lavoro, mentre il litigio andò avanti ancora qualche istante e infine cessò di colpo.
Intanto la mia eccitazione stava svanendo pian piano mentre subentrava un po' di stanchezza e sentii dolori e fastidi alle articolazioni e alla cervicale.
I due minuti concessi successivamente furono poca cosa per potermi sgranchire la schiena, anche perché ero legato allo sdraio e passai un'altra mezzora di baci e leccate ai suoi piedi.
Finalmente arrivò la pausa lunga, spostò i suoi piedi dalla mia faccia, prese la chiave e mi liberò il polso dallo sdraio.
Sei libero ma non allontanarti troppo, mi raccomando...e non alzarti in piedi, ti voglio a quattro zampe! Cinque minuti, non di più, intesi?
Provai ad alzarmi per mettermi a quattro zampe ma sentii fitte alla schiena e alla cervicale. Faticai a muovermi ma poi finalmente riuscii a sgranchirmi le braccia e a guardare il mondo da una prospettiva differente che da sotto i suoi piedi.
Con lentezza e muovendo spalle e testa, andai in bagno camminando a quattro zampe e, sedutomi sulla tazza, mi presi la faccia tra le mani.
Riflettei che, anche se ero piuttosto stanco, era comunque un'esperienza piacevole e mi distrassi, cercando qualche cosa in mente che non fossero i suoi piedi. Faticai a pensare a qualcos'altro ma proprio in quel momento, R. mi chiamò dicendomi che la pausa era finita.
Mi alzai, tirai l'acqua e tornai da lei che stava continuando a leggere tranquillamente il libro.
Sai dove metterti, sbrigati!
Si, padrona.
Mi misi subito in posizione, mi legò nuovamente il polso e mi buttò in faccia i suoi piedi nudi. Mi dette un paio di pedate perché ero in ritardo e annunciò che non avrei più avuto altre pause per tutto il pomeriggio.

Passai tutto il pomeriggio in quella posizione, senza pause né respiro.
Ogni tanto cercavo di riposare la lingua con mille baci ma lei prese a massaggiarmi la faccia con i piedi, spalmandomi addosso a più riprese sudore e saliva,
Finalmente, molto più tardi, chiuse il libro e mi guardò, accarezzandomi il naso con un piede.
Ti sta piacendo?
Non...non pensavo fosse così...pesante...ma si, mi sta piacendo...ho solo una gran sete.
Ottimo, sono contenta che ti piaccia perché la serata è appena all'inizio. Adesso cenerò mentre tu starai sotto la mia tavola, continuando a leccarmi i piedi, quindi guarderò la tv ed indovina cosa farai tu?
Ti...ti leccherò....
Esatto! Mi leccherai i piedi. Sono certa che da qui ad un paio di giorni ne avrai la nausea e mi chiederai pietà
Ma...posso avere un po' di acqua?
Certo che si, ma solo quello avrai da me oggi, a parte i miei piedi.
Mi dette da bere e passai la cena a leccarle i piedi e anche le successive ore mentre lei guardava la tv. Quando la lingua era secca le davo dei baci ma in tutto quel tempo lei non allontanò mai i piedi dalla mia faccia per farmi respirare o concedermi pause.
Iniziavo a delirare, sembrava quasi che tutto il mio mondo fosse stato assorbito dai suoi piedi e che non fosse mai esistito altro.
Ogni volta che provavo a distrarmi, richiamava la mia attenzione con una pedata, non tollerava distrazione alcuna e voleva sentire sempre la mia lingua a contatto con la pianta dei suoi piedi.
A fine serata ero sinceramente sfinito.
Si mise a letto, concedendomi un paio di minuti in bagno e dell'acqua da bere e volle ancora addormentarsi nel letto con me che ancora le leccavo i piedi. Disse che avrei dormito sul suo tappetino e che sarei stato a sua disposizione per tutta la notte. Appena si addormentò caddi subito in un sonno profondo ma fui svegliato pochi minuti dopo dal suo piede che mi accarezzava la faccia.
Sali su, e continua ancora a leccare per un po', fino a che non mi addormento. Non riesco a dormire...
Mi alzai mezzo addormentato, trovai i suoi piedi e leccai automaticamente e poi, sembratami addormentata, crollai di nuovo a terra
Non ancora, sali su e continua a leccare ancora un po'...
Si addormentò finalmente ma fui risvegliato durante la notte molte altre volte, così tante che ne persi il conto.
Il giorno dopo mi sentivo uno straccio per aver dormito molto poco ma in breve mi trovai nuovamente immobilizzato allo sdraio a succhiarle i piedi.
Lo facevo ormai automaticamente senza passione ma a lei importava solo che non mi fermassi mai né che mi distraessi troppo da quel compito.
A fine pomeriggio suonarono alla porta.
Per la prima volta sembrava potessi avere qualche minuto di riposo, mi sgranchii la cervicale e poi vidi R. entrare con un'altra ragazza.
Nelle condizioni di confusione mentale in cui ero, non mi preoccupai nemmeno di alzarmi e R. si sedette nuovamente sullo sdraio, porgendomi i piedi.
Sembrava una cosa naturale pur in presenza dell'altra ragazza e io non mi feci domande, riprendendo a leccarle i piedi.
Dopo un po' sembrarono accorgersi di me e R. spostò i piedi dalla mia faccia.
Scusa, schiavetto, non ti ho presentato E. la mia vicina del piano di sopra, presto vi conoscerete meglio, ne sono certa
Pi...piacere...andy....
Si, ti conosco, ti ho già visto alcune volte da queste parti- disse E.- Ma è lui che devo allenare stanotte?
Esattamente, se non ti spiace...
No, affatto, anzi sai che mi diverto sempre molto. Magari ti porto giù G. per la notte.
Grazie, sei davvero gentile
Per istinto abbassai lo sguardo ai piedi di E., sembravano molto belli, un 39 forse ma subito R. mi richiamò da questa distrazione.
Non seguii la loro conversazione e mi addormentai con la faccia sotto i piedi di R.
Mi svegliai con delle pedate, era R. che reclamava la mia lingua sui suoi piedi, E. non c'era più
Allora? Ti stanno ancora piacendo i miei piedi?- disse inserendomene uno in bocca.
F..fi..hai dei piedi..belliff...fimi...
Bene, e ti piacciono anche i piedi di E.?
F..fi...-dissi, mentre mi toglieva il piede dalla bocca.
Ottimo, sono contenta perché stasera saranno i suoi piedi a tenerti compagnia, mentre io mi terrò qua il suo schiav...ehm..ragazzo...
Cenò come il giorno precedente, concedendomi solo acqua, mentre ancora le baciavo i piedi e poi guardando la tv ma verso le 22,30 suonarono alla porta.

Appena R. aprì, vidi che E. aveva con se, legato al guinzaglio, un uomo.
Aveva su di se molte ecchimosi e sembrava stentasse a stare anche solo a quattro zampe.
Baciò i piedi a R. e cadde sul pavimento.
Non dovrebbe darti noie, ma nel caso lo facesse, non esitare a punirlo...-disse E.
Grazie, ma penso lo utilizzerò solo come massaggia piedi durante la notte.
Oh se per quello vai tranquilla, reggerà anche tutta la notte, ha dormito quasi l'intera giornata, o, almeno, mi è sembrato come addormentato. Posso prendermi lui?
Io la guardai con vivo terrore. Mi sembrava pericolosa e volevo sperare che non fosse lei la causa delle condizioni del suo schiavo.
No, R, ti prego, non voglio...voglio finire qua l'esperimento...non...non penso che mi piaccia questa...questa vita, ti prego..-dissi, accucciandomi ai suoi piedi.
Ma come? Proprio ora che stai per coronare il tuo sogno? Lei ha bisogno di un tappetino per la notte, mica vorrai privarla di questo piacere che ti chiede? Guarda che piedi che ha!
Glieli guardai, perfetti, smaltati, morbidi e sentii la mia eccitazione tornare.
Fui tentato ma poi sopravvenne la paura, guardando G. immobile a terra.
No, ti prego...voglio...vorrei stare da te- dissi a R.- ti massaggerò i piedi io tutta la notte se vorrai...
Presi a baciarle con insistenza i piedi ma lei mi scacciò con una pedata.
No, grazie, questa sera ho già lui, scommetto che me li leccherà tutta la notte- disse, indicando G., steso vicino a lei- per cui ti tocca salire su da lei...
Si, certo ma non so se riesco...cioè...sono molto stanco...
Non mi interessa. Sei uno schiavo e quindi obbedisci!
Con poca convinzione mi staccai dai piedi di R. e tornai a guardare i piedi di E.
Non avevo nuovamente scelta e, baciandoglieli le dissi di si.
L'avevo detto, R, che hai scelto bene!- disse E.
Mi mise il collare, tenendomi a quattro zampe, la salutò, chiusero la porta e salimmo al suo alloggio.
andybis
00sabato 14 dicembre 2013 14:26
capitolo-2
Terapia d'urto-2


La prima cosa che notai, giunto faticosamente nell'alloggio di E., era che era molto simile a quello di R. come disposizione ma il salone dove lei aveva la tv era molto differente.
Era dominato da una pedana coperta da un tappeto nero e due sbarre ai lati del tappeto poste a circa un metro di distanza ed un metro e mezzo d'altezza. Mi disse che dovevo stendermi lì e di aspettarla qualche istante che sarebbe tornata subito.
Andò a cambiarsi e tornò che era vestita meno di prima.
Era una ragazza molto bella, snella ma non troppo, con uno splendido fisico e lunghe gambe.
Aveva dei pantaloncini corti bianchi e una maglietta blu, sembrava quasi una divisa che le donava moltissimo, visto che aveva i capelli lunghi di color castano.
Io avevo esitato a stendermi dove mi aveva indicato, lei mi venne vicino e mi appioppò un paio di forti pedate in faccia.
Mi lamentai, stupito di tanta violenza, non capii perché mi avesse colpito in faccia.
Mi ha detto R. che ti piacciono i piedi in faccia, Vai tranquillo che questa sera ne avrai in abbondanza, forse fin troppo per i tuoi gusti!
Mi massaggiai la faccia ma me ne dette ancora una.
Mettiti li, immediatamente!
Mi sdraiai velocemente dove mi aveva detto, notai che si era presa un I-pod e se lo era assicurato alla cintola.
Appena steso mi saltò a piè pari sullo stomaco, non ero pronto ed esalai con violenza il fiato che avevo nei polmoni.
Questa sera coronerai il sogno di essere un tappetino da ballo, non sei contento?
Mhmhmh...gggg...
Su, levati la maglietta che così ti sento meglio sotto!
Si spostò da me, con fatica mi alzai di quel poco che serviva perché mi togliessi la maglietta e poi con una pedata mi ributtò giù.
Una sola unica regola mentre ballerò su di te, ascoltando questo I-Pod. Non ti muovere, non provare nemmeno un istante a sottrarti ai miei piedi. Se lo farai, ti farò conoscere la parte cattiva di me, quella che G. conosce meglio di tutte,
Salì su di me nuovamente, pensai di poterla reggere e spostò un piede sulla mia faccia.
Per il resto li sotto puoi fare quello che vuoi, puoi anche dormire semmai ci riesci, fai quello che ti pare, ma non provare a sottrarti ai miei piedi, chiaro?
S...si...padrona...
Accese l'i-pod, sentivo una musica forte forse techno, abbassò le luci ed incominciò a ballare su di me.
All'inizio mi parve leggera, mi sembrava di poterla reggere abbastanza facilmente, forse anche lei stava testando il mio corpo e i suoi piedi bellissimi iniziarono perfino ad eccitarmi.
Adoravo quando me li passava sulla faccia quasi accarezzandomi e poi su tutto il corpo, sentivo il suo odore leggero e ammiravo la pianta liscia e morbida.
Poi però iniziai a sentire un po' di dolore, le sue carezze mi sembravano più ruvide e lo sfregamento dei suoi pur morbidi piedi sul mio torace iniziò a farmi male, vedevo che il torace si stava arrossando.
Iniziai a contorcermi debolmente, quasi sperando che non andasse ad insistere sempre sugli stessi punti ma, in breve tempo, tutto il torace divenne arrossato e iniziò a bruciare.
Non si fermò e continuò a ballare su di me, senza fermarsi.
Iniziai a lamentarmi, sperando che almeno si spostasse su altre parti del corpo ma continuò a spingere e poi a battere con i piedi sul torace.
Le accarezzai i piedi per farle capire che avevo male ma mi scalciò le mani e continuò a ballare con sempre maggiore forza.
Dopo pochi istanti il dolore iniziò ad essere sempre meno sopportabile, provai ancora a toccarle i piedi ma non si spostò così provai a mettermi di lato e lei scivolò , scendendo sul tappeto.
Subito mi dette un paio di forti pedate nello stomaco e spense l-pod.
Ti avevo avvertito di non sottrarti da sotto di me. Questa sarà l'unica volta che te lo dico, ma se insisti andremo di là e conoscerai cosa vuol dire il dolore, anche se ho promesso a R. di non farti troppo male
No...ti prego...fai male....solo sul torace...
Stette un secondo e poi disse, con tono completamente diverso:
Ah già, scusa, cavoli, il torace...ma come ho potuto fare una cosa del genere!....
Sembrava quasi dispiaciuta.
Ma come ho fatto a dimenticarmene subito?...R. mi aveva detto che ti piace essere calpestato sulla faccia ed io ti stavo massacrando il torace...Scusami tanto, rimediamo subito, attendimi un istante che torno subito da te!
Ebbi seriamente paura, provai a calmarmi nei pochi istanti concessi ma lei tornò in meno di un minuto.
Mi immobilizzò completamente la testa dentro una sorta di scatola, da cui sporgeva solo la mia faccia. Legò i miei polsi ai lati della scatola per immobilizzarmi e quindi si alzò in piedi e salì nuovamente su di me.
Con fare leggermente insicuro provò a tastarmi la faccia, sentii la sua pianta un po' fredda e sudata, poi accese l'I-pod e incominciò nuovamente a ballare ma usando la mia faccia come pista da ballo.
La sensazione con lei sopra la mia faccia era molto più forte, mi eccitai subito per essere sotto dei piedi così morbidi e lisci, aveva un 39 che copriva completamente la faccia ma altrettanto rapidamente sopravvenne il dolore, quando lei iniziò a muoversi e a ballare con più forza.
Sentivo il sangue in bocca, i denti che premevano contro le labbra, schiacciate dai suoi piedi, il naso che iniziava a far male.
Iniziai a lacrimare, aveva messo prima le dita e poi il tallone in entrambi gli occhi o per caso o per divertimento e poi iniziai a piangere, cercando con la forza di tenermi legato alla coscienza che, pedata dopo pedata, sentivo scivolare via.
Mi sembrò di iniziare ad impazzire in questo incredibile susseguirsi di luce e buio, cercai di muovermi ma la faccia e le mani erano completamente immobilizzate e desistetti subito.
Iniziai a sperare che esaurisse la sua energia ma non sembrava disposta a fare nessuna pausa e dopo altre pedate, mentre ormai il dolore era dappertutto, mi arresi e scivolai in una sorta di sonno o di torpore.
Per qualche istante non sentii nulla ma poi mi risvegliai violentemente, lei era scesa a ballare nuovamente sul torace e sentii affondare con forza le dita dei piedi dentro il mio stomaco non protetto dai muscoli ma, quando tornò a ballarmi sulla faccia, caddi nuovamente in quello strano torpore di prima.
Mi svegliai innumerevoli volte, ma ebbi solo deboli lampi di coscienza, non capivo se dormivo sfinito per la precedente notte insonne o per lei che mi ballava sulla faccia, sentivo solo dolore e mi sembrava di uscir di senno.
Mi risvegliai pieno di dolore ovunque solo molto più tardi.
Le mani erano legate davanti ma la testa era libera dalla scatola.
Sentivo un peso su di me, era lei che si era addormentata e i suoi piedi dalla faccia erano scivolati accanto.
Ero girato verso di lei e nonostante quello che mi aveva fatto, non riuscii a resistere alla tentazione di baciare i suoi piedi, che erano davvero belli.
Sembrò quasi destarsi e mi ributtò in faccia i piedi.
Subito scivolarono di nuovo per il sudore ma questa volta uno scivolò sulla gola e lì si fermò.
Iniziai a soffocare ma non riuscivo a muovermi, le mani erano ferme e legate.
Deglutii ma il piede iniziò a schiacciare e a farmi mancare l'aria. Le pulsazioni aumentarono, mi mossi un po' e poi un po' più violentemente. Provai a svegliarla leccandole l'altro piede e finalmente, in una sorta di dormiveglia, alzò i suoi piedi.
Respirai ma subito me li ributtò con forza in faccia, rischiando di rompermi il naso.
Presero nuovamente a scivolare sul collo ed io a soffocare. Cercai di muovermi e dopo alcuni tentativi, quando stavo già desistendo, mi liberò il respiro.
Avevo seriamente paura e decisi che dovevo restar sveglio per evitare di soffocare.
Il sonno era tanto, la coscienza andava e veniva ma provai a far di tutto per restare sveglio per paura che mi soffocasse senza accorgersene.
Lentamente in questo continuo dormiveglia, arrivò il mattino. Lei si svegliò, si alzò dalla sedia sdraio, mi liberò le mani e io ripresi a respirare regolarmente.
Mi massaggiai la faccia, avevo davvero male, intensi brividi di freddo e di dolore e, sfinito, caddi addormentato.
Dopo pochi istanti suonarono alla porta.
E. andò ad aprire, sentii che parlava brevemente con R. ma non capii assolutamente nulla di quello che si dissero e chiusi nuovamente gli occhi, sperando di riposare.
Improvvisamente aprirono le tapparelle e le prime luci del mattino inondarono l'appartamento.
Aprii nuovamente gli occhi e la prima cosa che vidi con chiarezza furono le piante dei piedi di R.
Me li trovai subito in faccia ma appena me li appoggiò gridai per il dolore.
E' strano che urli- disse E.- E' rimasto fermo e glieli ho tenuti in faccia tutta la notte, Forse però potrei aver esagerato a batterlo, ma appena scendevo sul torace, urlava ed allora, per evitare che facesse rumore, risalivo sulla faccia....
Hai fatto benissimo, sento che sotto i piedi la sua faccia scotta. Non mi pare che tu gli abbia rotto nulla ma è ovvio che qualche livido ce l'ha, dev'essere per quello che ha gridato non appena gli ho appoggiato i piedi in faccia.
Eh sicuro di si.
R. spostò i suoi piedi, tenendomeli comunque vicino.
E per quanto riguarda G., come si è comportato?- chiese E.
Benissimo, mi ha massaggiato i piedi tutta la notte ed io ho dormito d'incanto!...
Ottimo, è un bravo schiavetto, quando non mi fa arrabbiare, il che capita spesso ultimamente!
E. si assentò, doveva cambiarsi d'abito per poi aiutate R. a portarmi giù nel suo alloggio.
R. mi osservò, avevo i suoi piedi vicini, mi girai verso di lei.
Spero che stanotte tu ti sia divertito...
Non le risposi ma allungai la mano per accarezzarle i piedi nudi.
Mi senti? Ho detto che spero che stanotte tu ti sia divertito...non volevi essere pista da ballo per una sera? Era il tuo sogno, vero?
Le continuai ad accarezzare i piedi e riuscii a dirle solamente: -Via...ti prego...via...
R. sorrise, alzò un piede e me lo mise in faccia, sentendo nuovamente i miei lamenti,
Forse non hai capito che essere un vero schiavo da piedi, può a volte essere molto doloroso...
Le leccai i piedi fino a che non tornò E, che la aiutò a farmi alzare.
Osservai brevemente per la prima volta il mio torace arrossato e pieno di tantissimi piccoli lividi. Barcollavo paurosamente, come se fossi ubriaco anche a muovermi a quattro zampe.
Con fatica, sentendo ad ogni passo il dolore sul torace e sulla faccia, arrivammo di sotto.
Mi fecero stendere sotto lo sdraio cui aveva tolto l'appoggia piedi, notai a mala pena G. a terra, che era molto stanco per la nottata da R. ed ebbi uno strano pensiero, volevo sapere assolutamente cosa aveva fatto durante la notte ma fu un pensiero che svanì subito.
Distrattamente E. mi porse i piedi a baciare, poi scivolai subito in un sonno profondo. Tornò solamente R. che mi appoggiò addosso i suoi piedi.
Io trovai una posizione laterale dove sentivo meno dolore e, con un piede di R. davanti alla faccia ed uno sulla testa, mi addormentai pur in un sonno spesso interrotto per i mille movimenti dei piedi di R. su di me.

Mi svegliai più tardi con una nuova sensazione di freddo, R. si era alzata e non mi utilizzava più come appoggia piedi.
Mi comparve nuovamente davanti dopo pochi istanti, avevo lo sguardo alle sue caviglie a i suoi piedi.
Vedo che ti piace rinunciare alle piccole pause che ti lascio, non hai nemmeno da andare in bagno? Mi fa piacere se non riesci a rinunciare a stare un secondo senza i miei piedi...
No...non so.....non mi sento per niente bene....ho forse...febbre...e brividi...
Provò a tastarmi la fronte con un piede.
Si, scotti, forse hai febbre ma questo non ti esenta certo dai tuoi doveri. E' ora di pranzo e il tuo posto è sotto il tavolo...
Non...non riesco...
Su, non far storie, alzati su e striscia fin sotto il tavolo!
Le accarezzai i piedi.
Ma...non...vedi come sono...ridotto? Son quasi tre giorni che....non ho niente cibo e...non dormo e...poi piedi...solo piedi....e niente altro che piedi...
Dovresti essere contento allora, visto che ti piacciono i piedi! E poi non è vero che non dormi, prima mi sembrava che dormissi...
No, non sono riuscito, ti muovevi di continuo...e mmi davi pedate...
E che volevi, che stessi ferma solo per farti dormire?
Non so...ma...ti prego...voglio....smettere...
Cambiò voce, tolse il piede dalla infradito e si fece sensuale.
Smettere? Ma come smettere...Mica mi dirai per caso che non ti piacciono più i miei piedi?
Avvicinò il piede quel tanto che ne percepii l'odore, mostrandomi bene la pianta e le dita.
Guardali bene, non mi dirai che non li vuoi più? Sentine l'aroma, anche loro vogliono te...
Nonostante le mie condizioni, una vampata di eccitazione si fece strada in me e sentii che li desideravo moltissimo, nonostante tutto.
Come un automa strisciai verso di lei, incurante delle fitte di dolore e allungai la lingua sotto le sue dita.
Ah, ecco, volevo ben dire eh? Allora ti piacciono ancora i miei piedi...
Si....padrona...
Benissimo...Allora vieni subito di là sotto il tavolo!
Mi mossi con fatica, mi sdraiai e per l'ennesima volta non assaggiai nulla se non i suoi piedi.
Passai buona parte del pomeriggio tra sonno e veglia, mentre lei, sempre leggendo, giocava con la mia bocca e la mia faccia.
Vagai nel sogno in una specie di limbo molto strana, mi perdevo continuamente tra ciò che sognavo e ciò che era veramente, sentivo il suo piede in bocca e le dita che quasi mi soffocavano, mi svegliavo ma poi tornavo a dormire e sentivo la mia lingua lavorare tra le sue dita.
In realtà non dormii veramente, mi svegliava di continuo come anche al mattino, continuava a chiedere attenzioni ai suoi piedi in ogni istante ma non appena stava un po' ferma, crollavo nel sonno.

Mi svegliai definitivamente qualche ora dopo, quando finalmente spostò i piedi dalla mia faccia.
Avevo un forte mal di testa, senza contare il dolore ovunque per il calpestamento della notte precedente, la testa ondeggiava ai piedi dello sdraio e lei, vicina ma con le gambe piegate mi stava osservando.
Le guardavo i piedi confusamente, quasi chiedendomi perché non fossero su di me, volevo allungare le mani ma erano come al solito legate alla gamba dello sdraio.
E allora stanotte la vuoi di nuovo passare con E.?
Alzai lo sguardo faticando un po' a metterla a fuoco.
No...no...non più, ti prego....
Beh però invece a me piacerebbe l'idea, sai? G. è bravo davvero. Sembra malmesso ma in realtà ha retto quasi tutta la notte con me...
Di nuovo quella strana sensazione come di gelosia...
Sai, ha massaggiato e leccato quasi di continuo e le pochissime volte che mi sono svegliata, era all'opera ai miei piedi...magari stasera me lo faccio di nuovo prestare...
No...no...io...io voglio...
Che cosa....io....finisci la frase che non ti capisco...
Io...io...piedi...io...
Che cosa vuoi? Non capisco...
Io...voglio i tuoi piedi, ti prego...
Cioè pensi di riuscire a sostenere i ritmi di G.?
Si, si io...lecco....
Non credo, mi sembri abbastanza sfinito. Se vai di sopra, E. ti allena di nuovo un po'....
No...ti prego...voglio...voglio i tuoi piedi...tutta la notte...e anche adesso...
Ma sei davvero insaziabile!- disse e mi buttò di nuovo addosso i piedi- Bravo, è così che ti voglio. Anche se stasera dovrò insistere che mangi un po' che non puoi vivere di solo piedi, non ti pare?
Non la sentii, ero preso dalla frenesia di leccarle i piedi senza sosta, non capivo il perché ma solo che dovevo farlo e lei lasciò fare, rilassandosi nuovamente.
E' incredibile- disse- Aveva ragione E: più li maltratti, più ti adorano!
Non la ascoltai, si fece leccare ancora fino all'ora di cena in cui mi concesse finalmente del cibo e delle vitamine in pillole, poi la solita tv e poi l'ora di dormire.
Quella sera detti il meglio di me, mi sentivo quasi ristabilito, sentivo che dovevo far meglio di G., che non dovevo fermarmi e lei lasciò fare, dormendo beatamente tutta la notte.
andybis
00sabato 14 dicembre 2013 14:29
capitolo-3
Terapia d'urto-3

La mattina successiva si svegliò di eccellente umore, avevo passato buona parte della notte a massaggiarle e a leccarle i piedi, alternando quasi di continuo mani e lingua e lei mi aveva lasciato una piccola lucina per poterli vedere e massaggiare meglio.
Mi ringraziò, mi fece stendere e poi mi salì sul torace per stirarsi, sbadigliando.
Era la prima volta che sentivo il suo peso su di me, ero abbastanza distrutto e cercai di muovermi per respirare meglio ma lei mi schiacciò il torace guardandomi dall'alto finché non decise di scendere.
Fece colazione con me accucciato sotto al tavolo e subito dopo colazione, venne E. a trovarla.
D'istinto mi strinsi ai piedi di R. prendendo a baciarglieli, avevo paura di lei.
E. mi osservò, ridendo.
E allora come sta andando la prova del tuo nuovo leccapiedi?
Molto bene, direi. Sono tre giorni che vive costantemente al servizio dei miei piedi e sembra non averne mai abbastanza!
Eh, te lo avevo detto che avevi scelto bene! Sto uscendo a far compere, ti serve qualcosa?
No, a dire il vero ho quasi tutto. Magari compra solo delle vitamine per lui che se mi dimentico un giorno di dargli da mangiare, almeno che non mi vada a deperire troppo.
Ti preoccupi sempre troppo. G. mangia molto di rado, dice che non ha mai fame...o almeno era quello che diceva, l'ultima volta che ha detto qualcosa...
Risero di gusto.
Eppure, nonostante tutto- aggiunse R.- G. è sempre valido come leccapiedi. L'altra sera non ha fatto quasi soste anche se devo ammettere che stanotte mi sa che lui l'ha superato!
Mi sentivo felice per il complimento, continuai a baciarle con ancor maggiore devozione i piedi.
Bene allora magari mi presti lui un giorno di questi, che lo tengo su a farmi massaggiare un po' i piedi
Quando vuoi non hai che da chiedere...
Vedremo, un giorno di questi...
Mi strinsi a R., E, mi porse il piede che dovetti baciare, poi salutò R. ed uscì.
Trassi un sospiro di sollievo e poi, baciandole i piedi, sentii che volevo chiederle qualcosa,
Pa....padrona?
Dimmi, schiavetto.
Ma...quando...quanto...qua...
Ero confuso.
Su, con calma una frase per volta...
Quando...cioè...
Scossi la testa, le ore mancanti di sonno si stavano facendo sentire. Sollevò il piede e mostrò la pianta.
Non riesco a dire cosa voglio...da quando...cioè quanto...
Non riesci ad esprimere cosa vuoi dire? Beh, allora leccami i piedi e quando ti viene me lo dici, d'accordo?
La mia bocca incontrò le sue dita e poi la pianta.
Odoravano leggermente e in breve il mio universo fu assorbito dai suoi piedi e dimenticai tutto il resto.
Quando ci spostammo di nuovo verso lo sdraio, questa volta al sole perché voleva farsi un po' di tintarella, ebbi di nuovo un lampo come se le dovessi chiedere qualcosa.
Padrona....
Dimmi....ti è venuto in mente cosa volevi chiedermi?
Si....quando...quanto tempo...cioè...quanti giorni sono passati da che...da che sono al tuo servizio?
Come, non te lo ricordi?
No...sono un po' confuso...
Questo è il tuo quarto giorno di schiavitù ai miei piedi!
Non...non pensavo che fossero solo...cioè...pensavo molto molto di più.
Ma cosa dici? Sono stati solo quattro giorni...
Mi...mi sento come se fossero passati mesi...sono stanchissimo...
Chinai il capo, mi osservò per la prima volta quasi con compassione, mi aveva allontanato i piedi di dosso e mi guardava negli occhi.
Sei forse un po' stanco ma sei contento, vero? Sei felice di questa nuova vita?
Abbassai lo sguardo ai suoi piedi e poi tornai a guardarla negli occhi.
Non...non lo so...a volte sento che tutto è troppo...
Ma a te piacciono i miei piedi, vero?
Si...mi piacciono...molto...-abbassai lo sguardo verso le sue dita, che erano a pochi centimetri da me.
Allora,via, non ti fare mai troppe domande e goditi ogni minuto mentre sei al mio servizio...
Mi rimise i piedi sulla faccia ed io aspirai con forza e leccai il suo odore.
Pa...padrona...posso...posso...
Spostò via i piedi di pochi centimetri, faticai a trovare la concentrazione ma lei decise di attendere qualche istante, mostrando un po' di impazienza..
Cosa vuoi ancora?
Volevo ancora chiedere...se posso...potrò mai riposare?
Certo che si, ma non adesso: riposerai quando non avrò bisogno di te...
Ma stasera non so se riuscirò come ieri..cioè...
Eh, stasera, stasera......prima che sia stasera la tua lingua ne avrà fatti di chilometri sui miei piedi e vedremo come sarai messo! Dai, su, comincia a leccare...
Ma...adesso...sono sfinito e...
E cosa mi importa: adesso ho bisogno di te. Tu sai cosa devi fare, vero, mentre prendo il sole?
S..si...penso di si...
E che cosa?
Devo...devo....leccarti i piedi...vero?
Esattamente! E allora mica puoi riposarti, non trovi? Ma è una cosa che vuoi anche tu, vero?- disse mostrandomi le piante nude e morbide, accarezzandosele con le mani, in modo sensuale.
Io....io...penso di si...io voglio...
Che cosa vuoi?
Io non so...cosa voglio...
Vuoi riposare o vuoi i miei piedi?
Mi persi nel desiderio delle sue piante. Ero nuovamente eccitato.
Io...io voglio...io voglio i tuoi piedi...per favore....
Mi buttò nuovamente i piedi in faccia.
Eccoti accontentato!
Io vi affondai di nuovo la faccia e la riempii di baci e di leccate.

Ero ancora lì qualche ora dopo, quando tornò E.
Sentii che parlavano e, guardandomi si stupì di vedermi ancora così pieno di energia.
Quanto pensi che possa durare così?
Oh, guarda non ne ho idea....ma spero che mi finisca la settimana, sembra infaticabile!
Brava, ottimo, usalo che son curiosa anche io di vedere quanto resiste!
Io mi smarrii nuovamente nel mio personale universo dei piedi di R., non le ascoltai e passai nuovamente l'intera giornata in quell'occupazione, senza quasi nessuna interruzione.
Mi usò di nuovo anche di notte, per tutta la notte ma non riuscii a non fare molte più pause e fui assai meno attivo della notte precedente.


Esaurii completamente le forze il venerdì pomeriggio.
La mancanza di sonno, il caldo del sole e la pressoché totale assenza di pause, ebbero ragione di me verso il tardo pomeriggio dopo un'altra lunghissima giornata di leccate ai suoi piedi.
Era un compito che facevo oramai senza passione, automaticamente ma lei non mi lasciava comunque nessuna pausa né distrazione.
Non mi aveva legato le mani allo sdraio e si era addormentata al sole con, naturalmente, i suoi piedi ben piantati sulla mia faccia.
Avrei potuto riposare anche io ma temevo che se mi fossi fermato, si sarebbe arrabbiata per cui, anche se debolmente, avevo continuato a leccare.
All'improvviso mi sentii scivolare, mi sentivo come divenuto di pasta frolla, mi sembrava di svenire.
Restai cosciente ma scivolai lentamente a terra sotto il suo sdraio e restai con lo sguardo fisso in alto verso le piante dei suoi piedi.
Avrei dovuto alzarmi e rimettermi a leccarle, ma non riuscii a muovermi.
Alzai una mano e le massaggiai un po' un piede ma poi la mano cadde e stetti a fissarle i piedi da sotto lo sdraio.
Si svegliò qualche minuto più tardi.
E ora...dove diavolo sei?
Si sporse, non trovandomi subito dove avrei dovuto essere.
Mi vide steso sotto allo sdraio.
Ma chi ti ha detto di riposare? Torna immediatamente su e rincomincia a leccare!
Non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo, le guardavo le piante dei piedi, sapevo che avrei dovuto baciarle ma erano troppo lontane. Spostò lo sdraio e mi dette un paio di forti pedate sul fianco.
Forza, alzati che non è ora di riposarsi!
Non mi spostai e mi arrivarono due forti pedate sempre sul fianco ma non mi mossi.
Ti ho detto di alzarti e continuare a leccare!
Mi osservò meglio, immobile e quindi sembrò calmarsi.
Oh mio Dio, mi sa che sei completamente bollito...
Chiusi gli occhi.

Li riaprii qualche istante più tardi, sentivo un peso sullo stomaco e vidi che c'era E. che, da seduta, aveva appoggiato i suoi piedi su di me. C'era anche R. con le piante dei piedi in bellavista vicino alla mia faccia.
E. si accorse che ero sveglio.
R., sto coso si è svegliato!
R. spostò i piedi vicino a me e mi guardò.
Ehi, tu li sotto, come va?
Provai a formulare una risposta ma non mi uscì nulla di sensato.
Mi sa che è stato il caldo....o forse lo hai solo consumato forza ad usarlo...- disse E.
Può darsi, forse l'ho usato un po' troppo...ma che peccato, speravo quasi che mi terminasse la settimana e poi magari mi facesse senza soste anche la prossima che sono in ferie....
Ma dai...mica è già da buttare! E' sufficiente che lo tieni li sotto fino a che non si riprende.
Ma è meno divertente...e stanotte chi mi massaggia i piedi?
Oh, non preoccuparti, secondo me si riprende abbastanza in fretta. E poi sei tu la padrona, se lo metti sotto, non potrà sottrarsi. Scommetto che se gli dai un ordine, lo esegue. Prova un po' a vedere...
R. mi spostò un piede all'altezza della faccia.
Schiavetto, se ce la fai, leccami i piedi....
Io aprii la bocca e debolmente, vincendo a fatica l'inerzia, le leccai la pianta.
Vedi? Devi solo lasciarlo riposare un po' e vedrai che ti torna come nuovo! Magari dagli delle vitamine e per qualche minuto fagli riposare la lingua...
Beh forse è meglio....Grazie, mi sei stata davvero d'aiuto, temevo di averlo già rotto...
Ma figurati! Sai quanti anni sono che ho G.? Saranno tre anni il mese prossimo ed io lo utilizzo molto più duramente di te. Mica lo uso solo come lecca piedi ma anche come tappetino e per allenarmi nel kick-boxing.
I piedi di R. tornarono sulla mia faccia, me li appoggiò, li sentii molto pesanti e tornai a vagare nell'universo odoroso dei suoi piedi, senza pensare più a niente altro....
Non sentii più nulla né riuscii a fare molto durante tutto il resto della giornata.
A più riprese durante la serata R. mi dette in mano i piedi perché glieli massaggiassi e provò a massaggiarseli sensualmente sulla mia faccia per invogliarmi a tirare fuori la lingua e leccarglieli ma non riuscii a soddisfarla e, arrivata l'ora del sonno, sperai che per una sera mi avrebbe lasciato riposare sul tappetino.
Invece mi fece stendere nel letto ai suoi piedi, appoggiandomeli addosso, nonostante le mie deboli proteste.
E' inutile che protesti, il tuo contratto non prevede nessuna pausa. E se durante la notte, decidessi di massaggiarmeli o, meglio, di leccarmeli, non fare complimenti ed inizia quando vuoi! Per il resto, buonanotte, se riesci a dormire....
Spense la luce ed io restai a guardarle le piante dei piedi...
andybis
00sabato 14 dicembre 2013 14:31
capitolo 4-stay tuned for new chapters to come!
Terapia d'urto-4


Fu una notte lunghissima.
La piccola luce illuminava i suoi piedi e nonostante il modo in cui mi avevano ridotto in quei giorni, sentii che li desideravo moltissimo.
Li accarezzai e poi con la faccia mi avvicinai ed annusai lo spazio sotto le dita, aspirando il suo odore e con la lingua iniziai a leccarglieli dolcemente.
Si addormentò ma pochi istanti dopo, involontaria, mi giunse in faccia una forte pedata.
Mi portai subito le mani alla faccia, temevo che mi avesse rotto qualcosa, mi toccai il naso e lo zigomo sinistro dolorante per il calcio e quindi tornai a guardare i suoi piedi a pochi centimetri da me.
Sembrava calma, ma temevo che da un momento all'altro sarebbe partito un altro calcio.
Li osservai a lungo con un misto di desiderio e paura, glieli accarezzai e, mentre mi stavo di nuovo addormentando mi giunse in faccia un'altra pedata molto forte.
Questa volta provai a sollevarmi per poter scuotere la testa, mi aveva colpito esattamente dove mi aveva colpito prima, evitando per un caso fortuito il naso.
R. percepì che mi stavo muovendo.
Stai giù...-la sentii mormorare in una sorta di dormiveglia.
Io esitai un momento ma poi, sentendo di non aver scelta, mi misi nuovamente con la testa giù sul materasso e ripresi a guardare , timoroso, verso i suoi piedi.
Lei venne a cercarmi la faccia, si massaggiò il piede sullo zigomo ferito e mi mise il piede davanti alla bocca.
Lecca...- mi disse, mezza addormentata.
Nonostante il male che mi aveva appena fatto, ripresi a leccarle i piedi.
Si mosse pochi istanti dopo, io temetti un altro calcio ma lei si mise solamente sdraiata sulla schiena, mettendomi nuovamente le sue piante a contatto con la faccia.
Finalmente restò completamente ferma, io riuscii ad addormentarmi ed incominciai a sognare.
Viste le mie giornate, non sognai altro che i suoi piedi ovunque ed in ogni situazione e, nonostante tutto, mi eccitai, non riuscivo a fare un sogno né un pensiero senza che ci fossero i suoi piedi.
Senza aprir gli occhi, presi a leccarle i piedi ma mi arrivò un'altra pedata che mi prese di tallone sul mento.
Aprii gli occhi un po' intontito e le accarezzai d'istinto i piedi, quasi per chiederle che non mi colpissero più ma in quel momento un altra pedata di tallone mi prese sotto l'occhio.
Piansi alcune lacrime osservando bellezza crudele dei suoi piedi e poi mi avvicinai, vincendo la paura, quasi cercando sicurezza al contatto con i suoi piedi.
Aspirando il suo odore dormii nuovamente qualche minuto prima che mi raggiungesse un'altra pedata molto forte.
Questa volta sentii che era troppo ed accarezzandole le caviglie, provai a svegliarla.
Si destò di cattivo umore e ricevetti in tutta risposta altre pedate in faccia, cui non mi sottrassi in quanto ero come ipnotizzato dai suoi piedi.
Ma si può sapere cosa diavolo vuoi?- disse cercando di liberarsi i piedi dalle mie mani.
Mi scossi, sentendola.
Ti...ti prego...basta..pedate...posso dormire sul...sul tappeto? Mi stai facendo male con le tue pedate in faccia...
Assolutamente no, quello è il tuo posto!
Ma mi fai male...ho paura che mi romperai qualcosa....
Non aveva neppure acceso la luce, né mi aveva guardato.
Spostò i suoi piedi sulla mia faccia ed iniziò a darmi delle pedate.
Se ti do delle pedate, stai zitto e fermo e, quando smetto, ringraziami e ricomincia subito a leccare, intesi?
Si...si..padrona...
E non ti muovere da li per nessun motivo...
Mi rassegnai, mi piantò bene i piedi in faccia e, baciandoglieli, cercai di dormire.
Fu un sonno molto agitato, ricevetti moltissime altre pedate durante tutta la notte, a volte tentai di spostarmi ma alla fine ne ricevetti un paio molto più forti e mi addormentai, senza sentire altro.

Il mattino successivo si svegliò, sbadigliò e senza aprire gli occhi disse:
Scusa ma stanotte ero un po' nervosa, mi sa che ti ho dato qualche calcio...
Non le risposi, allora lei si alzò su, scostò le coperte e mi vide: avevo un grosso livido su tutta la parte sinistra del volto e avevo anche sanguinato un po' dal naso.
O cavolo!...non credevo di averti fatto cosi male...
Si alzò, togliendo finalmente i suoi piedi da me e si mise in ginocchio vicino, accarezzandomi la faccia con le mani.
Mi senti? Sei sveglio, ce la fai ad alzarti?
Non le risposi, avevo lo sguardo fisso davanti a me, non la sentivo.
Mi accarezzò ancora con molta dolcezza.
Si alzò, andò via un istante in bagno, prese del cotone e dell'acqua e un asciugamano e con quello iniziò a pulirmi il naso e la faccia.
Mi asciugò e poi mi abbracciò, stringendomi a sé con molta dolcezza.
Tornai cosciente, mossi le mani perché non capivo dove ero, mi scostò ed io, aprendo gli occhi, vidi la sua faccia molto vicino a me. Avevo difficoltà a metterla a fuoco per via delle pedate ricevute.
Scusa, scusa davvero...Non pensavo di averti ridotto così...mi sa che ti stai appena rendendo conto di quel che vuol dire essere il mio schiavo da piedi...
Mi guardò, mi accarezzò ma poi mi parlò, cambiando tono di voce.
Però sai che ora è? E' ora di colazione e dovresti venire di là...sotto il tavolo, ti darò qualche fetta biscottata in più, mentre mi lecchi i piedi...ce la fai ad alzarti, vero?
Nonostante le mie condizioni, non mi concedeva pause, mi accarezzò ancora, riformulò la stessa domanda ma io mormorai parole senza senso. Mi vedeva sbattuto, decise di arrendersi, visto che non le parevo reattivo.
Va bene, ti lascerò riposare qualche minuto ma mi spiace far colazione senza di te...
Fece per alzarsi, io mi scossi.
Pa...pa...drona..
Si avvicinò e, in un impeto, mi abbracciò, lasciandomi però subito tornare sul lenzuolo.
Oh, meno male che ci sei...temevo di averti rimbambito a pedate...
Per favore...pa..padrona...
Dimmi, dimmi...chiedimi tutto quello che vuoi....
Per favore...voglio...voglio...
Che cosa?
Faticavo ad esprimermi.
Voglio...i tuoi...pie...piedi...
Ma come...non vuoi nemmeno riposare due minuti?
No...ti prego...dammi....dammi i tuoi piedi...voglio leccare...
R. si commosse e mi abbracciò di nuovo.
Sei davvero fantastico, non ne hai mai abbastanza!..
Si spostò ed allontanandomi, mi mise addosso di nuovo i suoi piedi, accarezzandomi faccia e naso con dolcezza.
Aspirai con forza il suo odore sudato, lo andai a cercare proprio tra le dita e poi, notata una piccola macchia di sporco per il fatto che aveva camminato a piedi nudi, gliela leccai via.
Grazie...-le dissi, con sguardo adorante.
Lei mi guardò felice.
No, grazie a te, mio schiavetto da piedi!
Leccai ancora un po', lei mi lasciò ovviamente fare, spostando i suoi piedi perché ne raggiungessi ogni angolo ma poi esaurii di colpo le forze e mi addormentai profondamente.


Mi risvegliai non so quanto tempo dopo con una strana sensazione.
Ero sdraiato su qualcosa di morbido, con addosso una coperta leggera e respiravo liberamente.
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu R. seduta su una sedia vicino a me.
Ero nel suo letto, sul cuscino e ci misi un po' a capire che cosa era successo.
Buongiorno e bentornato tra di noi!
Ba...bu..buongiorno...che è successo?
Ma come, non ti ricordi nulla?
N..no...Ma mi sento...strano..ho male dappertutto e...ho fatto un sogno strano e c'erano solo piedi e poi calci e....
Sentii che si toglieva le infradito, si spostò e mi mostrò i piedi.
Beh, forse non era un sogno? Per caso i piedi erano questi?
Li riconobbi subito, ebbi un attimo di paura e feci per allontanarmi.
Su, non aver paura, dai, ti ho chiesto scusa, vieni a far pace...
Me li mise addosso, io provai a resisterle ma, poi, preso da un forte desiderio, mi voltai verso di lei e mettendomi sotto, gli baciai le piante.
Ottimo, bravissimo il mio schiavetto!
Entrò qualcuno.
Ah, benissimo, si è svegliato ed è tornato alla sua occupazione, vedi?
Non conoscevo colei che era entrata nella stanza.
Ti presento la dottoressa M., è lei che ti ha aiutato a svegliarti...
Gra...grazie..- dissi, distraendomi un istante dai piedi di R.
Figurati, non devi ringraziarmi, avrai di che ben sdebitarti- disse lei, era una bella donna di circa 40 anni, bruna e scura di carnagione- Spero di non vederti troppo spesso così ma di vederti molto più spesso quando sarai pronto.
Pro..pronto? Per cosa?...-mormorai.
Si, ma come? Non gli hai ancora detto nulla R.?
Eh no, contavo di farlo al più presto, ma ultimamente non mi sembrava molto presente con la testa!
Eh, bè, non è importante, fallo quando ti senti.
Poi fece per andarsene.
Grazie, M, per l'aiuto, temevo di averlo rotto in modo irreparabile...
Ah, che cattive ragazze, voi due esagerate sempre. Adesso mi tocca salire a visitare G., visto che E. mi dice che non parla da tre giorni...
R. la salutò sulla porta, trattenendola un istante.
Ma per quello che riguarda lui, invece?
Nulla: continua ad usarlo pure come prima senza problemi ma non dimenticare di nutrirlo ogni tanto e dargli da bere spesso, visto che lo usi come lecca piedi. Per il resto è a posto e puoi farlo alzare subito, se vuoi.
Lei tornò da me, mi guardò.
Perfetto. Hai sentito? Alzati pure e poi vieni di la, la dottoressa dice che ce la puoi fare.
Dovevo tornare da lei, sotto il tavolo, come al solito.

Mi alzai, ritrovai subito il dolore sul torace non ancora guarito e sulla faccia, mi scossi e sentii che avevo di nuovo le forze. Dopo una breve sosta in bagno, andai in cucina.
Lei era seduta sul divano, e non a tavola e io mi accucciai spontaneamente ai suoi piedi.
Guardai l'ora e mi accorsi che era già quasi mezzogiorno.
La dottoressa era di sopra, sentii delle urla di G., ma ero ai piedi di R. e non ci feci caso.
Glieli baciai e poi con il naso aspirai il suo odore.
Andy, non so come dirtelo, avrai intuito qualcosa da quello che ha detto la dottoressa...
Non sentivo veramente, allora lei mi alzò la faccia con un piede, iniziando a guardarmi negli occhi.
Allontanandoli di qualche centimetro, me li porse per un massaggio.
Hai sentito? Sei quasi pronto...
No...a dire il vero...non riesco a capire...Ha detto pronto ma...pronto per cosa?
Per servire, per servirmi, per servire tutte noi...
Non capisco, cosa intendi...
Intendo dire che hai appena superato brillantemente la tua prima settimana di prova come schiavetto da piedi...
Mi porse i piedi da baciare.
Mi sei piaciuto per il fatto che nonostante stanotte con i miei calci tu abbia rischiato grosso, non sei riuscito comunque a fare a meno dei miei piedi e non ti sei allontanato...
Ma non...non potevo...
Non eri legato, sei rimasto lì perché volevi rimanere, vero?
Si, cioè...no...non so...
Ma ti piacciono i miei piedi, vero?
Si anche se a volte ho paura, quando mi fai male...ma a volte invece non ne riesco a fare a meno e vorrei restare sotto i tuoi piedi per sempre..
Glieli baciai di nuovo.
Benissimo, è esattamente ciò che voglio! Ti aspetta ancora un'altra settimana con me perfino più dura di questa, con ancora meno pause. Da parte mia spero di ricordarmi di darti più da bere visto che ieri hai avuto una crisi di disidratazione.
Grazie, R. non so se riuscirò a...
Oh, invece io sono quasi certa che ce la farai...devi farcela, per forza, anche perché quando terminerai la settimana, avrai il più grande premio che puoi sperare!
Che...che cosa?
Se sarai in condizione accettabile, ti darò la possibilità di diventare mio schiavo da piedi a tempo pieno e potrai servire spesso le mie amiche come E. e la dottoressa. Pensa cosa vorrà dire avere a tua disposizione giorno e notte i loro piedi e i miei!
Le guardai i piedi, massaggiandoglieli con la faccia, nonostante il dolore.
Questi piedi saranno molto cattivi con te questa settimana, perfino più cattivi ed esigenti della settimana scorsa. Dormirai dove hai dormito stanotte tutte le notti, e forse farai visita ad E, forse anche per un'intera giornata, a seconda delle tue condizioni....allora accetti?
Sensualmente il suo piede nudo mi accarezzò la faccia.
Mi eccitai moltissimo, lo osservai e lo baciai, pur pensando che avrebbe potuto farmi seriamente male durante quella settimana.
Si, padrona, fai di me quello che ritieni...
Bravissimo, ora per iniziare ci mettiamo allo sdraio e tu mi leccherai i piedi tutto il pomeriggio, intesi?
Si...padrona...
Non avevo pranzato ma lei mi calciò sul naso ed io iniziai ad avanzare verso lo sdraio.
Avevo accettato, ma in quel momento non pensavo alle conseguenze. La mia eccitazione mi faceva pensare solo al forte desiderio dei suoi piedi e, sedendomi in terra ed accogliendoli in faccia, sentii che, nonostante tutto, avevo trovato quello che da tutta la vita lungamente avevo cercato...

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:08.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com