in attesa di una continuazione completamente diversa
Ho riscritto completamente i capitoli dopo il quarto, ma per non ingenerare casini e confusioni, riposto qua i primi 4 capitoli e poi gli altri a seguire :)
Terapia d'urto.
Ma si può sapere che cosa è questa marea di idiozie?
Il cuore mi stava salendo in gola, battendo all'impazzata mentre la mia amica R. mi osservava con durezza.
Aveva detto che aveva urgente bisogno di parlarmi ed abitando abbastanza vicini, avevo deciso di correre subito da lei.
Qualche giorno prima le avevo spedito alcuni dei miei racconti, per la verità avevo iniziato a mandargli quelli un po' più soft tipo 'Notte di Helloween' ed infine avevo deciso di spedirle anche quelli un po' più duri tipo 'Rave Party' o 'L'ufficio di Giulia' e quindi tutta la serie di Mara.
Ora aveva la stampa di tutti i miei racconti in mano, pensai che forse avevo fatto un errore a mandarglieli, probabilmente non era ancora pronta a leggerli.
Lei sapeva del mio feticismo per i piedi femminili ma molto probabilmente non aveva immaginato fino a dove potesse arrivare la mia fantasia.
E allora cosa hai da dirmi su tutto questo?
Oddio, R, cerca di essere ragionevole, sono solamente fantasie, a volte possono sembrare prive di senso...
Non credo che siano solo fantasie prive di senso, se no non le avresti scritte! Ma tu davvero credi che ti piacerebbe vivere come uno dei protagonisti di questi racconti?
Beh forse no, non tutto a dire il vero...
Ah, non tutto, tu dici! E che cosa allora? Pensaci bene: tu parli di tappetini umani che vivono una vita di schiavitù ai piedi di una donna, ritieni veramente che se tu fossi il protagonista di uno dei tuoi racconti, avresti la possibilità di scegliere cosa ti piace e cosa no?
Beh se si prendesse alla lettera tutto quanto scrivo, forse direi di...no?
Ah ecco! Forse dovresti provare ad essere uno degli schiavetti per renderti conto che quasi sicuramente non è così bello come sembra...
Ma suvvia, non farla drammatica, tutto sommato sono solo fantasie e....
Solo fantasie? Forse dovresti finalmente uscire da questo tuo mondo di fantasie e provare a vivere la realtà. Ti piacerebbe davvero provare ad essere uno dei personaggi dei tuoi racconti?
Co...cosa vorresti dire?
Esattamente quello che ti ho detto. Ti lancio una sfida, voglio farti vivere qualche giorno come uno di questi schiavetti, sono sicura che dopo nemmeno un paio di giorni odierai anche solo sentir parlare di piedi.
Rimasi a bocca aperta. Non sapevo che cosa dire, non pensavo che avrebbe reagito in questo modo. Ero eccitato ma anche preoccupato da tutto quello che ciò avrebbe comportato. Abbassai lo sguardo ai suoi piedi, sembravano nudi in pantofole di casa non particolarmente eleganti. Li desideravo, da sempre.
E allora? Che cosa dici?
Ma...non so se veramente...
Lo sapevo. Hai paura a mettere in pratica cosa pensi di volere, vero?
No, non è così, il fatto è che...insomma...sii ragionevole, questa settimana ho mille cose da fare e...
Le solite scuse....Allora cosa dici? Si o no? E' questa la tua unica occasione per metterti dalla parte del protagonista dei tuoi racconti. Ti consiglio di non perderla, se lo vuoi veramente!
Ero sorpreso dalla sua irruenza, la guardai e in quell'istante la trovai tremendamente sexy, gli occhi scuri che mi fissavano duramente e abbassai nuovamente lo sguardo ai suoi piedi.
Se decidi di si, non hai altro da fare che baciarmi i piedi e dirmi che vuoi essere il mio schiavo da piedi per tutta la settimana.
Sentii di non aver alternative anche perché in quell'istante il mio cervello aveva lasciato le redini per le decisioni ad un altra parte del corpo al momento molto più irrorata di sangue: ero molto eccitato e non riuscivo a ragionare in modo chiaro.
Mi chinai e con devozione le baciai i piedi.
Si, ti prego, lo voglio: fammi diventare tuo schiavo da piedi per qualche giorno...
Ottimo, accetto. Vediamo quanto resisterai. Mettiti li che io torno subito.
Indicò una sedia a sdraio, restai indeciso che cosa fare in attesa del suo ritorno.
Siediti a terra, schiena contro la ringhiera del balcone.
Obbedii, lei prese lo sdraio e lo mise in modo che io fossi con la faccia dove sarebbero stati i suoi piedi. Avevo le pulsazioni a mille, sembrava un sogno che diventava realtà.
Prima di sedersi si avvicinò, vidi che in mano aveva delle manette.
Ma che cosa fai....?
Oh nulla, solo accertarmi che non ti muoverai da dove sei fino a che non lo vorrò io...
Ma non è necessario, io resterò qua...
Mi dette uno schiaffo che mi colse di sorpresa.
Non sei tu a decidere cosa è necessario e cosa no! Che cosa non ti è chiaro della parola 'schiavo'? Non vuol dire che devi obbedire in silenzio e basta?
Si, va bene, cioè...hai ragione...
Certo che si, scommetto che non hai ancora ben chiaro a cosa stai andando incontro...
Mi mise le manette al polso destro e le assicurò allo sdraio, quindi si sedette, prese un libro, si tolse le pantofole ed allungò i suoi piedi verso di me.
Avevo le piante dei suoi piedi nudi a pochi centimetri dalla faccia, le osservai con vivo desiderio, apparivano morbide e piacevoli.
Ora queste sono semplicemente le regole che dovrai seguire: ho bisogno di un lungo massaggio ai piedi e, visto che hai una mano legata, lo farai con la lingua a partire da adesso e per tutto il pomeriggio, fino a che non deciderò che è abbastanza. Passerai la tua lingua sulle piante dei miei piedi senza nessuna interruzione né distrazione, va bene?
Ma se...
Non interrompermi!- mi dette una pedata sulla faccia- Ti concederò due minuti di pausa ogni mezzora ed una pausa più lunga di cinque minuti passata la seconda ora, intesi?
Si, padrona, ma...
Un'altra pedata mi raggiunse sulla parte destra del viso.
Nessun ma...hai deciso tu spontaneamente di sederti li e di chiedermi di essere schiavo da piedi. Incomincia immediatamente a leccare e non interromperti se non te lo dirò io.
Alzò il libro e spinse ancor più verso di me i suoi piedi nudi. Appena i piedi mi toccarono la faccia, incominciai subito ad eccitarmi. Osservai le sue lisce piante, sentii un odore sudato e subito, chiudendo gli occhi, incominciai ad assaporare il gusto del suo sudore. Le baciai le piante e poi il dorso con profonda adorazione e quindi singolarmente ogni dito di entrambi i piedi. Era un sogno che si stava realizzando, pensai che in pochissimi istanti le cose avevano preso una piega del tutto imprevista e assolutamente piacevole.
Affondai il naso sotto le sue dita, baciandole ancora la pianta, sempre più eccitato e poi incominciai a leccare con passione. In pochi istanti arrivai vicinissimo all'esplodere, non volevo in quanto mi sarei vergognato tremendamente e allora provai a contenermi, traendo profondi respiri nei suoi piedi.
Che cos'hai che ti sento respirare con difficoltà....-disse osservandomi brevemente oltre il suo libro.
E' che....hai dei piedi bellissimi e....-cercai di calmarmi, per dissimulare la mia eccitazione.
E....finisci la frase...
E li trovo tremendamente eccitanti....
Benissimo, sono molto contenta. Continua pure a leccarmeli allora...
Ripresi a leccarle i piedi, la mia eccitazione tornò subito a farsi sentire dopo pochi istanti.
Lei mosse i suoi piedi, accarezzandomi naso e bocca e io le succhiai le dita e le baciai con devozione il dorso.
Persi cognizione del tempo, in quell'universo odoroso e piacevolissimo tra mille baci e leccate, finché mi annunciò che era passata la prima mezzora e che se avessi voluto, mi sarei potuto allontanare un paio di minuti da lei.
Non ci pensai minimamente e scelsi di rimanere li ai suoi piedi continuando a baciarglieli e a leccarglieli.
Mi annunciò la fine della pausa che in realtà non avevo fatto e continuai senza sosta nella mia opera di adorazione.
Alla successiva mezzora, pensai di prendere un po' di pausa e feci per allontanarmi da lei, ma fui trattenuto dalle manette.
Scusa...non potresti...-dissi indicandole le manette.
Nemmeno per idea, due minuti sono pochissimi, ti conviene restare li, ma hai il permesso di allontanare lo sguardo dai miei piedi per un paio di minuti. Ti libererò dalle manette solo nella pausa lunga.
La guardai ancora stupito, non pensavo che dicesse sul serio ma, rimettendosi a leggere, capii che non avrei avuto nessuna deroga. Guardai oltre lei, mi soffermai brevemente sul libro che stava leggendo e poi guardai oltre verso l'alloggio e quindi nuovamente verso i suoi piedi che, bellissimi e nudi mi aspettavano nuovamente. Quindi guardai verso l'alto, verso il cielo e il balcone dei vicini di sopra.
Mi accorsi di essere osservato.
In quello stesso momento una voce femminile rabbiosa.
Vieni dentro, idiota!
Sentii una porta sbattere e voci di litigio, soprattutto una voce femminile concitata e come dei colpi.
Non farci caso, litigano spesso quelli sopra...
Ma mi stava guardando...
Non importa, tanto probabilmente era lui che è mezzo scemo, sono giorni che non lo vedo in giro...
Ah capisco...
Ora voltati di nuovo verso di me e rimettiti al lavoro. Tieni sempre lo sguardo fisso ai miei piedi e non pensare ad altro!
Le detti un paio di baci al dorso del piede e poi mi rimisi al lavoro, mentre il litigio andò avanti ancora qualche istante e infine cessò di colpo.
Intanto la mia eccitazione stava svanendo pian piano mentre subentrava un po' di stanchezza e sentii dolori e fastidi alle articolazioni e alla cervicale.
I due minuti concessi successivamente furono poca cosa per potermi sgranchire la schiena, anche perché ero legato allo sdraio e passai un'altra mezzora di baci e leccate ai suoi piedi.
Finalmente arrivò la pausa lunga, spostò i suoi piedi dalla mia faccia, prese la chiave e mi liberò il polso dallo sdraio.
Sei libero ma non allontanarti troppo, mi raccomando...e non alzarti in piedi, ti voglio a quattro zampe! Cinque minuti, non di più, intesi?
Provai ad alzarmi per mettermi a quattro zampe ma sentii fitte alla schiena e alla cervicale. Faticai a muovermi ma poi finalmente riuscii a sgranchirmi le braccia e a guardare il mondo da una prospettiva differente che da sotto i suoi piedi.
Con lentezza e muovendo spalle e testa, andai in bagno camminando a quattro zampe e, sedutomi sulla tazza, mi presi la faccia tra le mani.
Riflettei che, anche se ero piuttosto stanco, era comunque un'esperienza piacevole e mi distrassi, cercando qualche cosa in mente che non fossero i suoi piedi. Faticai a pensare a qualcos'altro ma proprio in quel momento, R. mi chiamò dicendomi che la pausa era finita.
Mi alzai, tirai l'acqua e tornai da lei che stava continuando a leggere tranquillamente il libro.
Sai dove metterti, sbrigati!
Si, padrona.
Mi misi subito in posizione, mi legò nuovamente il polso e mi buttò in faccia i suoi piedi nudi. Mi dette un paio di pedate perché ero in ritardo e annunciò che non avrei più avuto altre pause per tutto il pomeriggio.
Passai tutto il pomeriggio in quella posizione, senza pause né respiro.
Ogni tanto cercavo di riposare la lingua con mille baci ma lei prese a massaggiarmi la faccia con i piedi, spalmandomi addosso a più riprese sudore e saliva,
Finalmente, molto più tardi, chiuse il libro e mi guardò, accarezzandomi il naso con un piede.
Ti sta piacendo?
Non...non pensavo fosse così...pesante...ma si, mi sta piacendo...ho solo una gran sete.
Ottimo, sono contenta che ti piaccia perché la serata è appena all'inizio. Adesso cenerò mentre tu starai sotto la mia tavola, continuando a leccarmi i piedi, quindi guarderò la tv ed indovina cosa farai tu?
Ti...ti leccherò....
Esatto! Mi leccherai i piedi. Sono certa che da qui ad un paio di giorni ne avrai la nausea e mi chiederai pietà
Ma...posso avere un po' di acqua?
Certo che si, ma solo quello avrai da me oggi, a parte i miei piedi.
Mi dette da bere e passai la cena a leccarle i piedi e anche le successive ore mentre lei guardava la tv. Quando la lingua era secca le davo dei baci ma in tutto quel tempo lei non allontanò mai i piedi dalla mia faccia per farmi respirare o concedermi pause.
Iniziavo a delirare, sembrava quasi che tutto il mio mondo fosse stato assorbito dai suoi piedi e che non fosse mai esistito altro.
Ogni volta che provavo a distrarmi, richiamava la mia attenzione con una pedata, non tollerava distrazione alcuna e voleva sentire sempre la mia lingua a contatto con la pianta dei suoi piedi.
A fine serata ero sinceramente sfinito.
Si mise a letto, concedendomi un paio di minuti in bagno e dell'acqua da bere e volle ancora addormentarsi nel letto con me che ancora le leccavo i piedi. Disse che avrei dormito sul suo tappetino e che sarei stato a sua disposizione per tutta la notte. Appena si addormentò caddi subito in un sonno profondo ma fui svegliato pochi minuti dopo dal suo piede che mi accarezzava la faccia.
Sali su, e continua ancora a leccare per un po', fino a che non mi addormento. Non riesco a dormire...
Mi alzai mezzo addormentato, trovai i suoi piedi e leccai automaticamente e poi, sembratami addormentata, crollai di nuovo a terra
Non ancora, sali su e continua a leccare ancora un po'...
Si addormentò finalmente ma fui risvegliato durante la notte molte altre volte, così tante che ne persi il conto.
Il giorno dopo mi sentivo uno straccio per aver dormito molto poco ma in breve mi trovai nuovamente immobilizzato allo sdraio a succhiarle i piedi.
Lo facevo ormai automaticamente senza passione ma a lei importava solo che non mi fermassi mai né che mi distraessi troppo da quel compito.
A fine pomeriggio suonarono alla porta.
Per la prima volta sembrava potessi avere qualche minuto di riposo, mi sgranchii la cervicale e poi vidi R. entrare con un'altra ragazza.
Nelle condizioni di confusione mentale in cui ero, non mi preoccupai nemmeno di alzarmi e R. si sedette nuovamente sullo sdraio, porgendomi i piedi.
Sembrava una cosa naturale pur in presenza dell'altra ragazza e io non mi feci domande, riprendendo a leccarle i piedi.
Dopo un po' sembrarono accorgersi di me e R. spostò i piedi dalla mia faccia.
Scusa, schiavetto, non ti ho presentato E. la mia vicina del piano di sopra, presto vi conoscerete meglio, ne sono certa
Pi...piacere...andy....
Si, ti conosco, ti ho già visto alcune volte da queste parti- disse E.- Ma è lui che devo allenare stanotte?
Esattamente, se non ti spiace...
No, affatto, anzi sai che mi diverto sempre molto. Magari ti porto giù G. per la notte.
Grazie, sei davvero gentile
Per istinto abbassai lo sguardo ai piedi di E., sembravano molto belli, un 39 forse ma subito R. mi richiamò da questa distrazione.
Non seguii la loro conversazione e mi addormentai con la faccia sotto i piedi di R.
Mi svegliai con delle pedate, era R. che reclamava la mia lingua sui suoi piedi, E. non c'era più
Allora? Ti stanno ancora piacendo i miei piedi?- disse inserendomene uno in bocca.
F..fi..hai dei piedi..belliff...fimi...
Bene, e ti piacciono anche i piedi di E.?
F..fi...-dissi, mentre mi toglieva il piede dalla bocca.
Ottimo, sono contenta perché stasera saranno i suoi piedi a tenerti compagnia, mentre io mi terrò qua il suo schiav...ehm..ragazzo...
Cenò come il giorno precedente, concedendomi solo acqua, mentre ancora le baciavo i piedi e poi guardando la tv ma verso le 22,30 suonarono alla porta.
Appena R. aprì, vidi che E. aveva con se, legato al guinzaglio, un uomo.
Aveva su di se molte ecchimosi e sembrava stentasse a stare anche solo a quattro zampe.
Baciò i piedi a R. e cadde sul pavimento.
Non dovrebbe darti noie, ma nel caso lo facesse, non esitare a punirlo...-disse E.
Grazie, ma penso lo utilizzerò solo come massaggia piedi durante la notte.
Oh se per quello vai tranquilla, reggerà anche tutta la notte, ha dormito quasi l'intera giornata, o, almeno, mi è sembrato come addormentato. Posso prendermi lui?
Io la guardai con vivo terrore. Mi sembrava pericolosa e volevo sperare che non fosse lei la causa delle condizioni del suo schiavo.
No, R, ti prego, non voglio...voglio finire qua l'esperimento...non...non penso che mi piaccia questa...questa vita, ti prego..-dissi, accucciandomi ai suoi piedi.
Ma come? Proprio ora che stai per coronare il tuo sogno? Lei ha bisogno di un tappetino per la notte, mica vorrai privarla di questo piacere che ti chiede? Guarda che piedi che ha!
Glieli guardai, perfetti, smaltati, morbidi e sentii la mia eccitazione tornare.
Fui tentato ma poi sopravvenne la paura, guardando G. immobile a terra.
No, ti prego...voglio...vorrei stare da te- dissi a R.- ti massaggerò i piedi io tutta la notte se vorrai...
Presi a baciarle con insistenza i piedi ma lei mi scacciò con una pedata.
No, grazie, questa sera ho già lui, scommetto che me li leccherà tutta la notte- disse, indicando G., steso vicino a lei- per cui ti tocca salire su da lei...
Si, certo ma non so se riesco...cioè...sono molto stanco...
Non mi interessa. Sei uno schiavo e quindi obbedisci!
Con poca convinzione mi staccai dai piedi di R. e tornai a guardare i piedi di E.
Non avevo nuovamente scelta e, baciandoglieli le dissi di si.
L'avevo detto, R, che hai scelto bene!- disse E.
Mi mise il collare, tenendomi a quattro zampe, la salutò, chiusero la porta e salimmo al suo alloggio.