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Terapia d'urto: nuovi capitoli

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2014 17:37
15/12/2013 13:37
 
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Terapia d'urto-5-smell

Le giornate successive furono molto pesanti.
Smise di lavarsi i piedi, con la scusa che tanto glieli lavavo io di continuo con la lingua e dopo un paio di giorni il suo odore divenne molto forte ed io dovevo pulirle ogni piccola macchia dovuta al fatto che camminava sempre a piedi nudi.
Sudava molto, mi spandeva il suo sudore di continuo sulla mia faccia, lasciandomi ovunque tracce sudate e mi impediva di respirare aria che non odorasse dei suoi piedi.
Non spostarti, è inutile: voglio che tutta l'aria che respiri, passi tramite le dita dei miei piedi-diceva, mentre mi massaggiava la faccia con i suoi piedi sudati- e così sarà anche per il futuro, quindi tanto vale che ti ci abitui da subito!
A forza di vivere sotto i suoi piedi, iniziai ad avere un forte odore anche io. Nelle poche pause che mi concedeva provai qualche volta a lavarmi ma poi, appena pulito, tornavo al suo servizio e dopo pochi istanti, odoravo come prima.
Il martedì sera, dopo una giornata ai piedi dello sdraio al sole, erano chiaramente riconoscibili due impronte più scure dovute al sudore dei suoi piedi e allo sporco che non ero riuscito a pulire bene dalle sue piante.
La mia lingua era esausta ma continuava a porgermeli e a mettermeli in bocca quando non riuscivo a leccare e mi impedì di andarmi a lavare.
Dopo cena, mentre con forza mi stava di nuovo imponendo i piedi in faccia, iniziai ad avere delle difficoltà. Il suo odore era aumentato ancora per il caldo e stavo avendo difficoltà a sopportare il suo sudore.
Mi serviva ossigeno, lei mi guardò, stavo cercando di respirare ma mi impose il piede sul naso. Respirai un po', mi girai ma trovai l'altro piede.
Provai ancora a girarmi ma ovunque mi giravo, avevo un suo piede sul naso.
Ti prego...sto solo cercando di respirare...
Ed io sto cercando di aiutarti a respirare, non ti ho forse detto che voglio che l'aria che respiri passi sempre tra le mie dita?
Hai un odore....molto forte...troppo...
Oh è mica colpa mia se sudo molto ai piedi...mi spiace per te che sarà un po' più dura da sopportare quando sarai mio schiavo a tempo pieno, ma sono certa che come ogni cosa ti ci abituerai!
Provai ancora a sottrarmi ai suoi piedi ma lei si divertì a mettermeli sul naso, ovunque mi girassi ed io desistetti dopo qualche minuto, e mi trovai a respirare il suo odore sotto le dita, impossibilitato a respirare altro che quello.
Prima di andare a dormire, guardando il letto da seduto per terra, mentre lei tornava dal bagno, cercai di parlarle.
Scusa, padrona...ma non ce la faccio più....
Lei si sedette sul letto, imponendomi in mano i suoi piedi sudati. Istintivamente abbassai lo sguardo verso i suoi piedi, ma cercai di alzare lo sguardo e provare a guardarla negli occhi.
Che cosa hai?
Non riesco a reggere ai ritmi che mi imponi...vorrei, se posso, riposare stasera...
Nemmeno per idea, sai benissimo dov'è il tuo posto...
Ma non ce la faccio, non riesco a sopportare il tuo odore. Ho nausea ed ho paura che starò male se continui a mettermeli addosso, senza lavarteli...
Ma se tu me li lavi di continuo con la lingua, perché dovrei lavarmeli?
Alzò il suo piede sensualmente a coprirmi il naso.
Cercai di girare di lato la faccia ma me lo impedì.
Facciamo così. Stasera entri sotto le coperte e me li lecchi tutta la notte. Se domani mattina odorano ancora, me li laverò.
Si mise a letto, lasciando aperto il lenzuolo verso di me.
Entra, su, non fare storie...
Sensualmente mosse il suo piede, mostrandomi la pianta e le dita.
No, ti prego, stasera no...-in realtà ero già in ginocchio, proteso verso di lei.
Dai, mica vorrai lasciare i miei piedi tutti soli per la notte?
Fui preso da un forte desiderio e glieli baciai, nonostante l'odore ed ancora una volta entrai come ipnotizzato sotto le coperte ai suoi piedi.
Subito iniziai a soffocare mentre me li mise in faccia ma lei mi disse che dovevo leccarglieli che forse il suo odore sarebbe diminuito. Sapevo che non era vero ma iniziai a leccarglieli.
Ebbi un piccolo malore, cercai ossigeno fuori dal lenzuolo ma lei, guardandomi, disse che dovevo rimettermi subito sotto.
Tornai a respirare il suo odore ma di nuovo dopo pochi istanti, tirai fuori la testa.
Ti prego...soffoco...
Non mi interessa, mettiti giù, non fare storie e leccameli!
La guardai, cercando un po' di pietà ma, non trovandone, mi rimisi sotto.
Uscii ancora una volta, la guardai sperando in un gesto di pietà, ma il suo sguardo era diventato duro e senza che me lo dicesse, mi rimisi sotto le coperte.
Mi dispiace che fai così....non mi lasci scelta...
Non capii il senso delle sue parole fino a che, dopo alcune leccate, quando già mi ero fermato e stavo per uscire nuovamente, mi dette una serie di forti pedate in faccia che fiaccarono ogni mio ulteriore tentativo di rivolta e appoggiai la faccia sotto la pianta dei suoi piedi, aspirando a pieni polmoni il suo forte odore.

La notte mi svegliai in un bagno di sudore con i suoi piedi attaccati alla mia faccia, feci per allontanarmi ma scoprii che non avevo spazio per potermi muovere, allora restai a soffocare nel suo sudore per tutta la notte.
Il giorno successivo ero molto debole, lei si alzò lasciandomi sotto le coperte e poi mi scoprì, ordinandomi di andare in bagno e raggiungerla per la colazione.
Non riuscii a muovermi e restai sfinito in una sorta di dormiveglia, ancora circondato dal suo odore molto presente.
Percepii più tardi solamente che non era più sola, mi sentii trascinare e mi svegliai quando sentii qualcosa di freddo e pesante sullo stomaco.
Aprii gli occhi ed incontrai gli occhi della dottoressa e sentii le piante nude dei suoi piedi appoggiati su di me. Si alzò in piedi ed iniziò a camminarmi addosso.
Come vedi, usarlo da tappeto gli fa sempre bene...
Provai a divincolarmi per liberarmi dal suo peso, visto che non riuscivo a respirare.
A lui piace sulla faccia....-sentii che diceva R.
Uh, che buongustaio...vedere la pianta dei miei piedi mentre lo calpestano...
Senza farsi alcuna remora, appoggiandosi ad un mobile salì con entrambi i piedi sulla mia faccia.
Aveva un 40 che copriva interamente la mia faccia ed iniziò a schiacciarmela senza pietà, io incominciai ad urlare ma il mio urlo fu soffocato dai suoi piedi.
Restò ancora qualche istante in quella posizione, fino a che il mio urlo andò scemando, poi scese.
Appena scese respirai a pieni polmoni, aprii gli occhi ma vedevo in modo sfocato.
Ecco, quando è così, usalo un po' come tappeto. Vedrai come ti ringrazierà appena lo usi di nuovo come leccapiedi!
Bene, grazie infinite. Senza i tuoi consigli, non saprei come fare...
Figurati, avevo anche io uno schiavetto come lui, ma sono anni ormai che non ce l'ho più...
E che fine ha fatto?
Boh, diciamo che l'ho...consumato?...
Ebbi paura, anche la dottoressa M. mi sembrava crudele.
Dovetti leccarle i piedi ma poi se ne andò ed io restai solo con R.
Mi osservò brevemente e poi disse:
Visto che oggi non riesci a servirmi diversamente, resta pure lì...
No, ti prego...
Mi pose un piede sul torace, mi accarezzò brevemente e poi salì su di me.
Erano i piedi che adoravo di più di tutti, i piedi che avevo adorato senza sosta in tutti quei giorni e, nonostante il dolore, riuscii ad eccitarmi.
Lei lo notò, scese con il piede sul mio pene ed iniziò a massaggiarmelo con la pianta, fino a portarmi al confine dell'estasi, ma giunto quasi all'orgasmo, mi dette un calcio, causandomi dolore.
Cambiò piede e ripeté la stessa tortura e poi ancora ed ancora.
Appena giungevo vicino all'estasi, mi tirava un calcio.
Mi stava piegando psicologicamente, passavo continuamente tra piacere e dolore e non appena scese da me, mi precipitai ai suoi piedi, baciandoglieli, pregandola che non si interrompesse e mi portasse fino all'orgasmo.
Lei mi dette una pedata sullo zigomo ferito, urlai ma lei, appoggiandosi al mobile, salì col suo peso sulla mia faccia.
Mi schiacciò con forza, provai ad urlare ma non riuscivo quasi a respirare, soffocato sotto il suo peso.
Scese pochi istanti dopo, salendo sul mio torace ed iniziò a saltare.
Esalai con violenza l'aria dai polmoni, poi, senza scendere, salì nuovamente sulla mia faccia.
Le accarezzai i piedi, nella speranza che scendesse, ma le mie mani caddero mollemente di lato mentre lei era ancora su di me.
Finalmente scese, mi osservò qualche istante ma suonarono alla porta.
Entrarono E. e la dottoressa.
Vedi, cosa ti dicevo, anche R. lo sta usando come tappetino!...-disse la dottoressa
Brava R.! Ma ti serve per caso una mano o, meglio, qualche piede in più?
Parlarono brevemente, poi si avvicinarono, osservandomi e si tolsero le scarpe.
Ebbi paura di quello che sarebbe successo ma una dopo l'altra salirono su di me, lasciando il 'posto d'onore' sulla faccia a R.
Io iniziai a soffrire tremendamente per la pressione dei loro piedi, iniziai a lamentarmi e a sentire forte la pressione su ogni punto del mio corpo.
Camminarono avanti ed indietro, usandomi come un tappeto ed E. fu la più cattiva, dandomi pedate ogni tanto a caso mentre la dottoressa fu la più pesante a causa dei suoi piedi più grandi.
Alla fin fine sentivo quasi un sollievo quando R camminava su di me, anche se il dolore era davvero molto.
Dopo qualche minuto scesero, parlarono tra di loro qualche istante, imponendomi i piedi addosso e poi finalmente se ne andarono.
Quando restai solo con R., sperai che mi facesse alzare per mettermi allo sdraio ma salì nuovamente su di me e stette in piedi sulla mia faccia, salendo e scendendo a più riprese, fino a che non persi i sensi. Restai in una sorta di dormiveglia per l'intera giornata e lei non lasciò che respirassi altra aria che quella che proveniva dai suoi piedi...



AAA zerbino offresi come pista da ballo spec. facestanding. Tel ore pasti, no perditempo.
09/01/2014 01:57
 
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[SM=x829796] avevo bisogno di un pochino di tempo per leggerlo ma ora che l'ho fatto... [SM=x829788] ci voleva proprio andybis...grazie [SM=x829788] ora attendiamo gli sviluppi delle giornate successive...



"un poeta e uno scrittore che lascia una testimonianza umana e intellettuale difficilmente eguagliabile"
22/03/2014 00:27
 
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nice story man
23/03/2014 17:37
 
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