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Mara-la festa delle colleghe d'ufficio

Ultimo Aggiornamento: 07/11/2014 08:49
30/03/2014 15:04
 
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un capitolo extra della lunga saga di 'Mara'
Mara-la festa dell'ufficio

Un giorno di quelli, Mara tornò dal lavoro, avevo passato la giornata cercando di portare a termine i lavori assegnati e alla fine avevo anche dovuto pulire alcune paia di scarpe che mi aveva lasciato da parte, insistendo con la lingua sotto la suola per farle tornare come nuove, come lei desiderava.. Durante quella settimana, ed era già giovedì, non mi aveva portato al lavoro e mi aveva utilizzato normalmente la sera e durante la notte, prestandomi ad un paio di sue amiche durante la giornata per qualche ora.
Nonostante una settimana più tranquilla del solito, ero piuttosto stanco. Appena giunse a casa, le feci da zerbino e mi porse le suole delle sue scarpe da pulire, senza quasi nemmeno salutarmi, se le tolse e mi dette i piedi nudi a leccare, erano un po' sporchi e parecchio sudati, iniziai a leccarle dolcemente la pianta, asportando lentamente il suo sudore e la sua stanchezza.
Oh, grazie, ne avevo proprio bisogno....
Le succhiai le dita, si stava rilassando dalla calda giornata, sbadigliò e si stese bene sul divano.
Mi guardò forse per la prima volta di quel giorno mentre continuavo a leccarle i piedi.
Sabato toccherà a te, lo sai?
Senza smettere di leccare le chiesi che cosa intendesse.
Ci sarà la festa di tutte noi impiegate dell'ufficio, dovresti conoscerle quasi tutte, non ci saranno le nostre cape. Andremo ad un apericena in discoteca e poi balleremo un po e, chiaramente tu ci farai da pista da ballo...eh eh!
Mi stavo preoccupando, mal contate ci sarebbero dovute essere non meno di dodici impiegate o forse di più, temevo avrei avuto serie difficoltà.
Non temere, ci saranno anche altri tappetini, ma quest'anno toccherà a te il posto d'onore quando dovremo ballare. Lo sai, stai simpatico a molte di loro...
Mi interruppi un istante, pensieroso.
E se avessi...difficoltà...
Oh, non temere, al massimo ti lascerò riposare qualche giorno e poi, comunque, ci sarò io con te- impose il suo piede alla lingua- ma, dai, non smettere di leccare per parlare....
Iniziai a succhiarglielo, mi impedì di fatto di aggiungere altro e mi buttai con ancora maggior convinzione con la faccia sotto i suoi piedi, come se cercassi conforto, baciai e leccai la sua pianta con ancora maggior forza.
Ottimo, si, si...così....

Il venerdì passò in un attimo e anche il sabato sotto di lei. Arrivò la sera, lei andò a truccarsi e vestirsi, mi mise sotto i suoi piedi mentre si truccava ma stette senza scarpe per non lasciarmi segni e mi permise successivamente di darmi una veloce rinfrescata e mettermi una maglietta e dei pantaloncini, mentre qualcuno suonò alla porta.
Entrò una sua collega che si chiamava Elisa, giovane bionda capelli mossi, non tanto alta, la osservai brevemente, lei mi porse i piedi che baciai.
E' lui che ci portiamo appresso?
Si, esatto.
Elisa mi guardò.
Uhm, chissà se riuscirai a resisterci tutte. Lo sai che non ci saranno altri oltre che te?
Come.... ma ci dovevano essere anche altri tappetini...
Oh no, come al solito con varie scuse nessuna di noi porterà il suo. Il mio è forse tra i pochi giustificati, visto che è in infermeria...
Abbassai lo sguardo ai suoi piedi, smalto rosso e sandali chiari, una gonna leggera sulle sue nude gambe.
Non temere...se proprio non ce la farai e Mara non fosse vicino, puoi chiedere aiuto a me, memorizza bene i miei piedi, dovrai riconoscerli in mezzo a tanti altri...
Glieli guardai bene, mi venne da chiedermi cosa avesse fatto al suo tappetino personale, ma fu un attimo, mentre me li porse a baciare, facendomi tenere bassa la testa.
Tornò Mara, era elegante anche lei, un top scuro e dei pantaloncini, gambe nude e le scarpe decolletè rosse col tacco.
In auto mi accomodai a terra vicino al sedile posteriore, Mara si mise sdraiata, appoggiandomi le scarpe sulla faccia, iniziando a chiacchierare con Elisa, mentre andavano verso il locale.
Distrattamente schiacciò i tacchi sulle mie guance, provai a protestare ma non mi badò e, quando arrivammo, notai che mi aveva lasciato il segno sulla mia faccia.
Mi mise il collare ed entrammo, mi trovai a quattro zampe in mezzo a molte ragazze che non conoscevo e che stavano entrando anche loro, quindi raggiungemmo il tavolo.
Con lo sguardo basso contai non meno di altre dieci donne sue colleghe, di alcune ricordavo il viso ma il mio sguardo si fissò ai loro piedi, molte avevano sandali e decolletè e visto il caldo erano senza calze, tranne una di loro che aveva la gonna corta ma aveva gli stivali.
Mi fecero stendere sotto il tavolo, Mara mi assicurò polsi e caviglie al tavolo, per un istante restai tranquillo ma poi un paio di loro si sedettero ed iniziarono ad utilizzarmi come poggiapiedi.
Sentii il dolore, i loro tacchi iniziarono ad insistere su di me mentre chiacchieravano tranquille, un tacco insistette nel mio costato, ferendomi mentre continuavano ad ignorarmi. Cercai disperatamente Elisa o Mara.
Non trovai Mara, ma vidi che Elisa si era seduta li vicino e appoggiò i suoi sandali direttamente sulla mia faccia. Mi voltai per farle meglio da appoggio, sperando che non affondasse su di me i tacchi. Accavallò le caviglie, posizionò un suo tacco su una guancia, vidi i suoi piedi nudi sopra le suole del suo sandalo che affondava dentro di me, iniziai a leccarle le suole delle scarpe.
Cercai di resisterle, il suo tacco mi faceva male, sentivo anche altri tacchi su di me.
Dopo qualche minuto mi guardò, la mia faccia schiacciata sotto i suoi sandali, non li spostò, posizionandoli solo meglio, uno sulla bocca e l'altro sulla fronte.
La ragazza con gli stivali si appoggiò sul collo, iniziai a soffocare sotto il suo peso, non potevo muovere le mani e cercai di spostare la faccia per attirare l'attenzione di Elisa.
Provò a tenermi fermo sotto di lei ma poi mi osservò, stava chiacchierando con una sua amica, sembrò notare le mie difficoltà ma non capendo che stavo soffocando sotto gli stivali della sua amica, si slacciò i cinturini dei sandali e appoggiò su di me i suoi piedi nudi.
Soffocavo ancora di più, le leccai i piedi sperando che mi guardasse ma non guardò più verso di me, mentre soffocavo col peso degli stivali sul mio collo.
Provvidenziale vidi arrivare vicino a me Mara. Elisa e la ragazza con gli stivali spostarono i piedi e riuscii finalmente a respirare liberamente, sentii però più forte il dolore degli altri tacchi su di me.
Hai fame?
Non sapevo cosa dirle, mi stavo giusto riprendendo e le feci cenno di si.
Gli do io da mangiare- era la ragazza con gli stivali- così me li pulisce per bene!
Appoggiarono il piatto con un paio di tartine a terra, lei vi appoggiò sopra gli stivali, cercando di farvi aderire il cibo alla suola. Faticò un po' ma poi riuscì a farlo aderire ed io iniziai a leccarlo via dalle suole dei suoi stivali.
Elisa appoggiò i piedi sull'altro lato della mia testa, quasi costringendomi verso le suole della sua amica. Appena mangiate le due tartine, lei continuò a costringermi verso le suole degli stivali ed io mi trovai a leccarglieli ancora, mentre sentivo forte un tacco nel mio costato.
Urlai ma la ragazza con gli stivali mi colpì forte in faccia, quasi distrattamente, lasciandomi un altro segno di tacco sulla faccia. Avrei voluto voltarmi verso i piedi nudi di Elisa ma lei me lo impedì e la ragazza con gli stivali mi schiacciò ancora col tacco sulla guancia, colpendomi ogni tanto.
Le provai a leccare le suole, sperando che non mi colpisse ma, dopo altri colpi, iniziai a sanguinare da una ferita sulla guancia.
Continuai a leccarle le suole, mentre ogni tanto Elisa mi colpiva in testa con qualche pedata.
Finalmente mi lasciarono girare, ma trovai i piedi nudi di Elisa a soffocarmi, mentre gli stivali si posizionarono nuovamente sul mio collo.
Lentamente, mentre cercavo di attirare l'attenzione di Elisa leccandole i piedi, scivolai in una specie di incoscienza.

Quando mi svegliai, forse erano passati pochi secondi, sentii per prima cosa la musica e poi qualcosa che mi stava colpendo, un qualcosa di freddo mi fu versato in faccia.
Non ero più sotto il tavolo, aprii gli occhi, qualcuna mi asciugò e notai che erano tutte disposte attorno a me. Elisa era inginocchiata vicino a me, era lei che mi aveva asciugato, forse mi aveva anche medicato la ferita sulla guancia.
Tranquillo, non succederà più, ci staremo attente, ora balleremo su di te ma ci siamo tolte tutte le scarpe.
La prima a salire su di me fu la ragazza che aveva gli stivali, ballò da sola su di me da ma poi lasciò il posto, Elisa mi mise un piede sulla faccia e salì su di me, mentre tutte le altre cercarono un posto per ballare.
Il loro peso era enorme, avevo dovuto allargare le braccia per poterle fare stare tutte ma in questo modo non avevo nessuna possibilità di muovermi o di attirare la loro attenzione.
Elisa continuò a ballarmi sulla faccia, i suoi piedi nudi mi stavano schiacciando le ferite dovute ai tacchi di Mara o della ragazza con gli stivali, sentivo a malapena la musica, mentre cercavo disperatamente di respirare sotto tutte loro.
Scesero un istante, una di loro, quella che prima aveva gli stivali, tenne un piede nudo sul mio collo, e poi, dopo pochi istanti, tornarono tutte sopra di me, Elisa nuovamente sulla mia faccia.
Mi sentivo nuovamente svenire, non sentivo nemmeno più la musica e il rumore, i piedi nudi di Elisa mi stordivano ballandomi sulla faccia, sentivo di nuovo come se stessi per perdere i sensi, quando finalmente scesero di nuovo dal mio corpo.
Elisa si inginocchiò vicino a me.
Come va?- mi chiese, schiaffeggiandomi.
Scossi la testa, mossi le mani libere e mi massaggiai la faccia, respiravo più liberamente ma non riuscivo a rispondere.
Mi pare tu non abbia nulla di rotto, vero?
Basta...ballarmi sulla faccia...ti prego...- dissi, voltandomi verso i suoi piedi e voltandomi poi di nuovo verso di lei.
No, niente da fare, è il mio posto preferito, ma se non ce la fai più cerca di farti sentire in qualche modo li sotto prima di svenire...
Le annusai l'odore, lei si alzò, fece un cenno a tutte le altre e mi trovai nuovamente schiacciato sotto di loro.

Mi svegliai con dei piedi sopra di me, la ragazza stava utilizzando la mia faccia per massaggiarseli, sentivo dolore quasi ovunque per lo schiacciamento e mi raggomitolai in posizione quasi fetale con i suoi piedi in faccia.
Non preoccuparti, fino a che ti uso io, le altre non verranno a prenderti.
Le leccai le piante dei piedi, non la conoscevo e forse nemmeno avevo capito cosa mi aveva detto, ma speravo di non dovere di nuovo andare a fare da pista da ballo.
Passati pochi minuti, vidi invece che si stava rimettendo le scarpe, si allacciò i sandali di fronte a me, mentre ancora le baciavo i piedi.
Mi spiace, ma ora devi tornare sotto di loro....
Mi voltai, si erano spostate tutte ed erano in piedi vicino a me, mi stavano osservando, una di loro mi appoggiò un piede sul torace.
La ragazza con i sandali mi dette un calcio ed io mi trovai di nuovo steso in mezzo a loro, salirono tutte, Elisa di nuovo sulla faccia ed io lentamente scivolai per la terza volta in uno strano sonno senza sogni.

Questo lo abbiamo sfinito per bene
Mi svegliai, erano scese tutte ma la ragazza che aveva parlato aveva tenuto un piede su di me.
Vidi per la prima volta di quella sera Mara, si era avvicinata a me, si inginocchiò vicino per sincerarsi delle mie condizioni.
No, secondo me non ne ha ancora abbastanza...-disse lei- vuoi ancora che ti ballo un po' addosso, vero?
La guardavo, ero li steso, era bellissima ma ero sfinito e non sapevo che cosa risponderle.
Non dovrebbe avere niente di rotto- disse Elisa- mentre gli ballavo addosso ho cercato di evitare che le altre esagerassero...
Mi mise un piede in faccia, le leccai la pianta.
Brava, anche a me non sembra abbia niente di rotto, però ora tocca a me, non siete d'accordo?
Tutte le ragazze le fecero spazio, Mara si tolse le scarpe e appoggiò il suo piede nudo sul mio torace ferito e schiacciato e, incitata da tutte, iniziò a ballare su di me con energia.
Iniziai ad urlare ma la musica era forte, ne avevo avuto abbastanza per quella sera ma un paio di sue colleghe mi tennero le braccia ferme, camminandoci su.
Iniziai a scuotere la testa ma una di loro iniziò a darmi dei calci, poi Mara vi salì ballandoci sopra furiosamente. Scese, si rimise le scarpe e salì nuovamente su di me, lasciando ferite con le sue decolletè rosse col tacco. Non so come ma la sua bellezza riuscì a farmi resistere, finalmente quando scese capii che la serata era finalmente finita, mi trascinarono fino in auto dove Mara mi tenne con i tacchi in faccia ma io, nonostante il dolore, mi addormentai sfinito.

E' stato troppo...- fu l'unica cosa che riuscii a dirle mentre ero già nel letto con la testa immobilizzata ai suoi piedi.
Lei mi guardò, notò le molte ferite che avevo in faccia.
Sei stato bravo...e resistente...nessuna delle mie colleghe ha portato il proprio tappetino perché non si sa mai come queste serate vanno a finire...ma tu sei stato bravo, forse necessiteresti di qualche giorno in infermeria, ma preferisco tenerti con me. Sei il mio tappetino in fondo in fondo, vero?
Le guardai i piedi nudi, pronti a venire verso la mia faccia. Lei si coricò e me li appoggiò addosso, si mise la musica e non sentì i miei lamenti quando, con forza, iniziò a massaggiarseli addosso, mentre lentamente si addormentava. Per i due giorni successivi non fui in grado di fare nulla e lei, senza badarci troppo, mi utilizzò normalmente come tappetino sotto di lei.



AAA zerbino offresi come pista da ballo spec. facestanding. Tel ore pasti, no perditempo.
31/03/2014 19:10
 
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[SM=g1984777] grande andybis finalmente una nuova avventura [SM=x829788]


Certo che questi zerbini sono proprio inaffidabili accampano sempre scuse [SM=x829790]


Certo che 12 impegate tutte insieme...che ufficio!!! [SM=g2577963]



"un poeta e uno scrittore che lascia una testimonianza umana e intellettuale difficilmente eguagliabile"
02/04/2014 13:42
 
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Sempre ottimo Andybis! [SM=x829788]

Devo dirti ottimo sia come scrittore che come "esecutore". [SM=x829766]

[SM=x829778]

[Modificato da theboogeyman0 02/04/2014 13:42]
02/04/2014 14:25
 
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ahahha esecutore mi sa di killer...in effetti i personaggi dei miei racconti non sempre stanno benissimo ahhahaha



AAA zerbino offresi come pista da ballo spec. facestanding. Tel ore pasti, no perditempo.
02/04/2014 16:15
 
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carino il racconto
05/04/2014 18:05
 
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ideuzza per il capitolo dopo...chissà se mi verrà giù messa bene...uhmm

Mara-il giorno dopo le colleghe

Il giorno dopo la festa con le colleghe, faticai molto più del solito ad alzarmi.
Avevo dolore ovunque per il calpestamento subito ed un forte mal di testa per il fatto che mi avevano ballato in faccia.
Dopo colazione Mara si mise sul divano, era domenica e mi disse di mettermi in modo che le facessi da poggiapiedi.
Prese uno smalto e me lo porse, era di colore viola scuro, uno dei miei colori preferiti e disse che avrei dovuto metterglielo io. Presi in mano il pennellino ma sbagliai subito, non ero in condizioni per poterle dare bene lo smalto e mi punì dandomi una pedata in faccia. Mi lamentai, mi aveva preso uno dei tanti lividi che avevo ma me ne dette un'altra più forte ancora.
Voglio mettere per te il tuo colore preferito e tu non riesci nemmeno a mettermelo?
Non sapendole cosa rispondere, le leccai la pianta del piede che mi aveva colpito.
Mi ridette in mano il pennellino, provai a mettere lo smalto sul dito grande, dove avevo sbagliato prima e poi passai al secondo dito. Mi appoggiai col naso al suo tallone per un piccolo mancamento, poi passai al terzo dito, sbagliando completamente e macchiandole la pelle.
Il tallone mi colpì sul naso e poi mi dette una pedata forte sulla nuca.
Adesso basta, dai a me! Ma resta li fermo a farmi da appoggio.
Mi fece voltare verso di lei e mi piantò un piede in faccia, tenendo la gamba piegata, l'altra gamba sulla spalla, con l'altro piede dietro la nuca.
Mi disse che dovevo stare assolutamente fermo, il suo piede nudo mi stava schiacciando forte il lato sinistro del viso, mi mossi ma il piede dietro la nuca me lo impedì e mi dette un'altra forte pedata. Mi scossi un po', mi guardò duramente dicendo di rimanere fermo ed io cercai di non più muovermi, fino a che non finì di mettersi lo smalto alle dita del piede.
Cambiò piede ma così facendo andò a schiacciare la parte di faccia più mal messa, mi dette in mano il botticino di smalto perché glielo tenessi ma non riuscii a reggere e mi mossi via da lei, rischiando di rovesciarlo.
Ma cosa cavolo fai? Torna subito qua che devo finire!
Le guardai il piede nudo, la pianta che la sera prima aveva ballato con forza su di me, mi avvicinai con timore,mi dette un'altra forte pedata e mi disse di mettermi com'ero prima. Memore dell'altro piede, stetti fermo, muovendomi solo leggermente di lato per sopportare meglio il dolore, ma riuscì a tenermi fermo, fino a che riuscì a darsi lo smalto.
Mi porse le dita affinché gliele asciugassi con il fiato, e mi guardò.
Che cosa hai?
La guardai, non capivo perché me lo chiedesse.
Ho bisogno di riposo- dissi baciandole il piede, mentre le asciugavo le dita col fiato -Forse infermeria....ho male dappertutto...
Nemmeno per idea, tu sei mio e son io che decido...ed ho deciso che non ti muoverai da sotto i miei piedi, a costo di doverti trascinare dove mi servi....
Mi dette una pedata, prendendomi appena sotto il mento.
Mettiti giù...
Accese la televisione e mi mise entrambi i piedi sul collo, le caviglie incrociate, glieli guardai in tutta la loro intera bellezza e crudeltà, mentre mi soffocava col suo peso.
Gggg...ggah...
Me li lasciò in posizione parecchi minuti, cercai di muovermi ma ogni volta me li metteva nella stessa posizione, muovendo al massimo un po' le caviglie, mentre guardava la tv.
Si sporse per guardarmi.
E piantala di lamentarti!
Soff....foco....
Hai il torace pieno di lividi e li non te li posso appoggiare, hai la faccia ridotta pure peggio e anche lì niente...dimmi tu dove posso appoggiarteli....
Alzai le mani, indicandogliele.
Perfetto, reggimeli ti su ma resta li sotto...
Me li appoggiò nel palmo della mani, erano molto pesanti, le guardavo il tallone e tutta la pianta, cercai di tenerglieli in modo che non mi finissero addosso ma le mani cedettero all'improvviso dopo un suo movimento e mi caddero uno sul torace ed uno sulla faccia. Mi lamentai per il colpo ma lei non si scompose, continuando a guardare la tv
Appoggio!- disse ordinando di tirare di nuovo su le mani.
Alzai le mani, di nuovo avevo i suoi piedi nudi pesanti appoggiati, resistetti sperando che stesse ferma ma poi si mosse di nuovo e caddero pesantemente su di me.
Questa volta mi prese con un tallone sul naso, iniziai a sanguinare a causa del colpo ricevuto, lei se ne accorse ma tenne appoggiati i suoi piedi addosso a me, schiacciandomi la faccia.
Ti prego....ho bisogno di riposo...-dissi, cercando spazio sotto le sue piante.
Non mi badò e li tenne appoggiati in quella posizione fino alla fine del programma televisivo, soffocandomi di tanto in tanto.
Improvvisamente tolse i suoi piedi da me e mi disse di mettermi seduto vicino al sofà, mi tirai su, pulendomi il poco sangue dal naso, cercai di farglielo notare ma mi guardò con indifferenza e mi fece voltare verso la televisione, mettendomi un piede per lato.
Le guardai i piedi, ma poi guardai la televisione, era molto che non mi permetteva di guardarla.
Stavano trasmettendo la replica di un programma pomeridiano dal titolo 'Storie difficili' in cui erano spesso protagonisti tappetini umani che avevano avuto la sfortuna di finire in situazioni o sotto le padrone sbagliate. Uno di questi era stato adottato da una telefonista di un call center presente in studio e che in quel momento lo stava usando da poggiapiedi. Era stato 'salvato' dopo aver passato ben 4 settimane 24 ore su 24 a fare da poggia-leccapiedi alle sue colleghe telefoniste, nutrito poco e male con qualche pappetta e con pochi minuti di pausa per le sue esigenze corporali.
La giovane raccontò che dopo tutto quel tempo, essendogli stata negata la possibilità di lavarsi, era coperto di sporco e di sudore e probabilmente sarebbe durato ancora pochi giorni in quelle condizioni. Allora lei aveva deciso di 'salvarlo', aveva parlato con la responsabile del centro e, pagandole un prezzo irrisorio, se lo era portato a casa. Ora lui la adorava più di ogni altra cosa, anche se, da schiavo di famiglia, doveva fare da tappetino oltre che a lei, anche alle sue tre sorelle.
La conduttrice, affondando i tacchi nel tappetino sotto di lei, notando il tappetino della sua ospite tutt'altro che in salute, commentò con un pizzico di finta commozione:- Finché dura...finché dura! Il pubblico applaudì ed io tornai a guardare i piedi nudi di Mara.
Come vedi quel tappetino è messo ben peggio di te...e allora, cosa mi dici? Second te meriti di andare in infermeria?
La domanda rimase li sospesa, ma il giorno dopo, dopo un pomeriggio passato ai piedi di Leila, con il torace bucherellato per i suoi tacchi, decisi di provare a chiederle ancora almeno un paio di giorni di riposo.
No, mi spiace, dovrai rimanere sotto i miei piedi. Andrai in infermeria solo se avrai qualcosa di rotto e sono sicuro che Leila non ti ha rotto nulla, a parte lasciarti qualche ferita qua e la...
Le leccai la pianta dei piedi, mi aveva appena detto che il giorno dopo sarei andato al lavoro con lei, temevo i tacchi delle sue colleghe di lavoro, soprattutto dopo la festa del sabato precedente, ma non c'era nulla che potessi fare per evitarlo.

Eccolo! E' tornato!
Era stata proprio Elisa la prima a salire su di me, appena immobilizzato a terra.
Fa ancora male la faccina?- disse, accarezzandomela con la suola di un suo sandalo.
Glielo leccai, rispondendo che si, avevo ancora male dappertutto.
Magnifico, sono contenta, così ti ricorderai di me!- disse, camminandomi addosso.
Fui utilizzato l'intera giornata sotto i tacchi di ognuna di loro con qualche pausa di pochi minuti, mi camminò addosso anche la Palombelli e la capa di Mara e la sera, ridotto ad uno straccio, Mara mi riportò a casa.
Quando andammo a dormire, con i suoi piedi in faccia, mi venne da pensare che non sarei ancora resistito molto senza aver danni, il giorno dopo sarebbe stato un altra giornata da tappetino, non potevo evitarlo e venni quasi a sperare che mi facesse male sul serio per potermi lasciare riposare qualche giorno. Iniziai a muovermi apposta mentre ero con la testa imprigionata nel materasso ai suoi piedi, lei voleva che stessi fermo per potermi utilizzare da massaggia piedi, non tardò molto che mi arrivassero un paio di pedate. Appoggiai il naso sotto il suo tallone nudo e morbido, mi mossi ancora e mi arrivarono due forti tallonate in faccia.
Stai fermo...- mi disse, parzialmente assonnata.
Mi mossi ancora, mi arrivarono altre pedate e poi accese la luce.
Ma si può sapere cosa cavolo hai?- disse, guardandomi seduta, i suoi piedi a pochi centimetri da me.
Ho male...ho paura per domani...
Perchè? Che succede domani?
Arriverà di nuovo Leila con i suoi tacchi e...e poi...Valentina e sua sorella...
Preferisci venire al lavoro con me? Fare da tappetino in sala caffè?
No...preferirei...
Non ricominciare con questa storia! Tu sei mio e li sotto rimarrai, intesi? Domani ho deciso che passerai sotto i piedi di Leila che ti allenerà a sopportare meglio i tacchi e le due sorelle invece ti daranno qualche calcetto per aumentare la resistenza!
Ma io....
Basta, dormi...e vedi di star fermo se non vuoi che ti spacchi la faccia a pedate!
Mi dette un paio di pedate e, nonostante mi muovessi apposta, si addormentò e anche io dormii fino al giorno successivo.

Mi alzai di umor nero, la servii a colazione e poi attesi Leila. Arrivò, silenziosa come sempre, osservò le mie condizioni non ottimali mentre le leccavo i piedi sottili e nervosi ma poi mi disse di stendermi a terra e iniziò a camminarmi addosso con le sue decolletè col tacco alto. Scavò altre piccole ferite sul mio torace, me le appoggiò anche in faccia, ferendomi una guancia e poi attese che arrivassero Valentina e sua sorella Paola. Leccai i loro piedi mentre conversarono tra di loro, quindi mi immobilizzarono e iniziarono a prendermi a calci ovunque, dopo avermi messo qualche protezione, indossando delle scarpe da ginnastica.
Mi risvegliai in auto, mentre Mara, tenendomi sotto i suoi piedi, mi stava portando in infermeria.
Mi dissero che non avevo nulla di rotto e che sarebbe potuta venirmi a riprendere già il giorno successivo. Quella notte stessa un infermiera mi utilizzò come poggiapiedi durante il turno, mi tenne sotto di lei alla reception mentre guardava la tv, mandava sms o semplicemente cercava di restare sveglia, ignorandomi completamente. Il giorno dopo fui quasi felice quando Mara venne a riprendermi per portarmi con lei al lavoro...



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